Timoteo
Espinoza
stava
faticosamente
dissodando
la
terra
del
suo
campo,
quando
la
punta
della
zappa
andò
a
incastrarsi
in
un'enorme
pietra.
Scavando
tutt’intorno
con
l'aiuto
di
altri
contadini,
scoprì
che
era
lunga
più
di
2
metri
e
recava
scolpita
un'enorme
testa
di
felino.
Anni
dopo,
e
precisamente
nel
1873,
Timoteo
invitò
a
pranzo
un
gringo
di
passaggio
da
Lima
che,
sfiorando
la
superficie
inferiore
del
tavolo
da
cucina,
si
accorse
dei
disegni
in
rilievo.
Il
contadino,
orgogliosamente,
rizzò
in
piedi
la
pietra
per
mostrargliela.
Oggi la
Stele
Raimondi
-
così
chiamata
in
onore
di
Antonio
Raimondi,
che
dedicò
la
sua
vita
all'esplorazione
del
Perù
per
conto
dell'Università
di
Lima,
scoprendo
quel
prezioso
reperto
-
si
può
ammirare
nel
Museo
Nazionale
di
Antropologia
e
Archeologia
della
capitale
peruviana,
ed
è
un
oggetto
emblematico
di
quella
che
viene
chiamata
"cultura
di
Chavìn".
Ridotta
a
un
modesto
villaggio
lungo
il
Callejón
de
Conchucos,
la
stretta
vallata
che
costeggia
a
est
la
Cordillera
Bianca,
tra
il
1500
e
il
300
a.C.
Chavìn
de
Huàntar
-
situata
a
3150
metri
sul
livello
del
mare
a
uguale
distanza
dalla
foresta
amazzonica
e
dalle
pianure
costiere
-
vide
fiorire
una
civiltà
che
avrebbe
fatto
da
sfondo
a
tutte
le
successive
culture
peruviane,
compresa
quella
incaica.
Centro
agricolo
piuttosto
popoloso,
Chavìn
controllava
sia
le
vie
commerciali
che
dalla
costa
portavano
verso
l'interno
sia
quelle
che
solcavano
la
cordigliera
da
nord
a
sud.
Il
sito
contiene
numerose
strutture,
tra
cui
tre
templi
(chiamati
A,
B
e
C),
la
Piazza
Circolare,
il
vecchio
ed
il
nuovo
tempio.
La Piazza Circolare sembra un luogo sacro situato all'interno di una zona
cerimoniale.
Prima
dell'800-700
a.C.
quest'area
venne
usata
per
molti
motivi,
tra
cui
l'uso
come
atrio
per
l'accesso
al
tempio
A
attraverso
la
scala
nord.
Nel
periodo
classico,
dopo
il
700
a.C.,
la
piazza
venne
chiusa
su
tre
lati
dai
templi
A,
B
e
C.
La
piazza
è
perfettamente
circolare,
con
un
diametro
di
20
metri
ed
un
pavimento
fatto
di
pietre
a
forma
di
cuscino
in
diatomite
gialla.
Sembra
che
una
linea
in
calcare
nero
corra
lungo
l'asse
est-ovest.
Le
mura
della
piazza
vennero
costruite
con
pietre
tagliate,
posate
in
strisce
di
diverso
spessore.
Le
due
vie
principali
conducono
ad
archi
vicini
alla
scala
occidentale
ed
a
due
coppie
di
pietre
che
fiancheggiano
la
scala
orientale.
Tra il
1200
e
il
1000
a.C.,
con
ogni
probabilità,
fu
costruito
il
Tempio
Vecchio,
che
doveva
essere
il
centro
del
potere
e
dell'autorità
religiosa.
Si
tratta
di
una
piattaforma
a
"U",
aperta
in
direzione
est,
con
un
cortile
al
centro.
Ma la
parte
più
importante
era
sicuramente
il
dedalo
di
camere
e
passaggi
sotterranei
che
venivano
usati
come
magazzini,
dove
venivano
celebrati
i
riti
religiosi
e
dove
forse
vivevano
piccoli
gruppi
di
persone
addette
alle
attività
del
tempio.

Proprio
al
centro
del
Tempio
Vecchio,
all'incrocio
tra
due
strette
gallerie,
è
stata
trovata
la
statua
del
"Lanzón",
una
figura
dal
corpo
umano
e
dal
volto
di
felino.
Secondo
le
credenze
dell'epoca,
i
sacerdoti
potevano
trasformarsi
in
giaguari,
grazie
all'ingestione
di
sostanze
allucinogene.
E
a
Chavin
sono
stati
rinvenuti
numerosi
mortai,
pestelli,
gusci
di
conchiglia
forati
a
creare
strumenti
musicali,
e
altri
utensili
legati
ai
rituali
religiosi.
Il
Tempio
Nuovo
forma
un
continuum
con
il
precedente.
Sebbene
sia
più
imponente
-
i
locali
lo
hanno
ribattezzato
"El
Castillo"
-
anch'esso
è
dotato
di
gallerie
e
vi
si
svolgevano
gli
stessi
rituali.
La
sua
architettura
non
è
particolarmente
notevole:
si
tratta
di
un
vasto
blocco
rettangolare
con
due
ali
che
si
proiettano
verso
est.
Di
fronte
a
El
Castillo,
scendendo
tre
rampe
di
scale,
si
incontra
la
Plaza
Hundida,
un'area
di
circa
250
metri
quadrati
con
una
piattaforma
rettangolare
da
ciascun
lato.
Qui
si
raccoglievano
i
pellegrini
che
si
presume
accorressero
a
Chavin
per
praticare
riti
religiosi.
E
qui
fu
trovato
l'Obelisco
di
Tello,
dal
nome
dell'archeologo
che
per
primo
studiò
il
sito,
un
capolavoro
di
arte
figurativa
in
granito,
anch'esso
conservato
al
museo
di
Lima.
Gli
scavi
delle
tombe
misero
in
mostra
una
piccola
classe
privilegiata
che
utilizzava
tombe
di
buona
fattura.
Queste
sepolture
contenevano
metalli
preziosi,
tessuti
colorati
ed
altri
oggetti
di
valore.
La
maggior
parte
delle
tombe
è
semplice,
con
i
corpi
interrati
in
piccoli
pozzi,
vestiti
in
cotone
ed
un
insieme
di
oggetti
umili.
Lo
stile
artistico
di
arte
e
decorazioni
include
l'uso
di
rotoli,
curve
semplici,
linee
rette
ed
immagini
di
animali
selvatici.
Le
sculture
sono
solitamente
fatte
in
granito
bianco
e
calcare
nero.
Gli
oggetti
di
uso
quotidiano
comprendono
mortai
e
pestelli,
tubi
fatti
in
osso
e
spatole
in
metallo,
oltre
a
tessuti,
compreso
alcuni
arazzi.
La
ceramica
veniva
lavorata
per
produrre
bottiglie
e
bocce.
L'iconografia
di
Chavin
ha
suggerito
agli
archeologi
che
l'olimpo
di
quell'antica
civiltà
fosse
costituito
da
tre
divinità:
la
Luna
,
rappresentata
da
un
pesce,
il
Sole,
dipinto
come
un
falcone,
e
un
dio
creatore,
il
giaguaro.
E
ogni
divinità
era
legata
a
un
distinto
livello
nella
cosmogonia
di
Chavin:
il
pesce
al
sottosuolo,
l'aquila
alle
forze
celesti,
il
giaguaro
alla
potenza
terrena.
Sia come
sia,
l'arte
di
Chavin
-
seppellita
nel
1945
da
una
frana
e
nuovamente
danneggiata
da
un
violento
terremoto
nel
1970
-
è
caratterizzata
da
uno
straordinario
livello
di
astrazione,
in
cui
le
figure
animali
e
umane
sono
stilizzate
con
linee
nette
e
decise.
Tanto da
far
dire
a
Pablo
Picasso:
"Tra
tutte
le
antiche
culture
che
ammiro,
Chavin
è
quella
che
più
mi
sorprende.
In
verità,
è
stata
la
fonte
di
ispirazione
di
gran
parte
delle
mie
opere".
