Sito archeologico di Chavìn
Perù

patrimonio dell'umanità dal 1985

Video

Timoteo Espinoza stava faticosamente dissodando la terra del suo campo, quando la punta della zappa andò a incastrarsi in un'enorme pietra. Scavando tutt’intorno con l'aiuto di altri contadini, scoprì che era lunga più di 2 metri e recava scolpita un'enorme testa di felino. Anni dopo, e precisamente nel 1873, Timoteo invitò a pranzo un gringo di passaggio da Lima che, sfiorando la superficie inferiore del tavolo da cucina, si accorse dei disegni in rilievo. Il contadino, orgogliosamente, rizzò in piedi la pietra per mostrargliela. 

Oggi la Stele Raimondi - così chiamata in onore di Antonio Raimondi, che dedicò la sua vita all'esplorazione del Perù per conto dell'Università di Lima, scoprendo quel prezioso reperto - si può ammirare nel Museo Nazionale di Antropologia e Archeologia della capitale peruviana, ed è un oggetto emblematico di quella che viene chiamata "cultura di Chavìn". 

Ridotta a un modesto villaggio lungo il Callejón de Conchucos, la stretta vallata che costeggia a est la Cordillera Bianca, tra il 1500 e il 300 a.C. Chavìn de Huàntar - situata a 3150 metri sul livello del mare a uguale distanza dalla foresta amazzonica e dalle pianure costiere - vide fiorire una civiltà che avrebbe fatto da sfondo a tutte le successive culture peruviane, compresa quella incaica. Centro agricolo piuttosto popoloso, Chavìn controllava sia le vie commerciali che dalla costa portavano verso l'interno sia quelle che solcavano la cordigliera da nord a sud. 

Il sito contiene numerose strutture, tra cui tre templi (chiamati A, B e C), la Piazza Circolare, il vecchio ed il nuovo tempio.

La Piazza Circolare sembra un luogo sacro situato all'interno di una zona cerimoniale. Prima dell'800-700 a.C. quest'area venne usata per molti motivi, tra cui l'uso come atrio per l'accesso al tempio A attraverso la scala nord. Nel periodo classico, dopo il 700 a.C., la piazza venne chiusa su tre lati dai templi A, B e C. La piazza è perfettamente circolare, con un diametro di 20 metri ed un pavimento fatto di pietre a forma di cuscino in diatomite gialla. Sembra che una linea in calcare nero corra lungo l'asse est-ovest. Le mura della piazza vennero costruite con pietre tagliate, posate in strisce di diverso spessore. Le due vie principali conducono ad archi vicini alla scala occidentale ed a due coppie di pietre che fiancheggiano la scala orientale. 

Tra il 1200 e il 1000 a.C., con ogni probabilità, fu costruito il Tempio Vecchio, che doveva essere il centro del potere e dell'autorità religiosa. Si tratta di una piattaforma a "U", aperta in direzione est, con un cortile al centro. 

Ma la parte più importante era sicuramente il dedalo di camere e passaggi sotterranei che venivano usati come magazzini, dove venivano celebrati i riti religiosi e dove forse vivevano piccoli gruppi di persone addette alle attività del tempio.

Chavin2.jpg (358775 byte)   Chavin3.jpg (330970 byte)

Proprio al centro del Tempio Vecchio, all'incrocio tra due strette gallerie, è stata trovata la statua del "Lanzón", una figura dal corpo umano e dal volto di felino. Secondo le credenze dell'epoca, i sacerdoti potevano trasformarsi in giaguari, grazie all'ingestione di sostanze allucinogene. E a Chavin sono stati rinvenuti numerosi mortai, pestelli, gusci di conchiglia forati a creare strumenti musicali, e altri utensili legati ai rituali religiosi.  

Il Tempio Nuovo forma un continuum con il precedente. Sebbene sia più imponente - i locali lo hanno ribattezzato "El Castillo" - anch'esso è dotato di gallerie e vi si svolgevano gli stessi rituali. La sua architettura non è particolarmente notevole: si tratta di un vasto blocco rettangolare con due ali che si proiettano verso est. 

Di fronte a El Castillo, scendendo tre rampe di scale, si incontra la Plaza Hundida, un'area di circa 250 metri quadrati con una piattaforma rettangolare da ciascun lato. Qui si raccoglievano i pellegrini che si presume accorressero a Chavin per praticare riti religiosi. E qui fu trovato l'Obelisco di Tello, dal nome dell'archeologo che per primo studiò il sito, un capolavoro di arte figurativa in granito, anch'esso conservato al museo di Lima.

Gli scavi delle tombe misero in mostra una piccola classe privilegiata che utilizzava tombe di buona fattura. Queste sepolture contenevano metalli preziosi, tessuti colorati ed altri oggetti di valore. La maggior parte delle tombe è semplice, con i corpi interrati in piccoli pozzi, vestiti in cotone ed un insieme di oggetti umili.

Lo stile artistico di arte e decorazioni include l'uso di rotoli, curve semplici, linee rette ed immagini di animali selvatici. Le sculture sono solitamente fatte in granito bianco e calcare nero. Gli oggetti di uso quotidiano comprendono mortai e pestelli, tubi fatti in osso e spatole in metallo, oltre a tessuti, compreso alcuni arazzi. La ceramica veniva lavorata per produrre bottiglie e bocce.

L'iconografia di Chavin ha suggerito agli archeologi che l'olimpo di quell'antica civiltà fosse costituito da tre divinità: la Luna , rappresentata da un pesce, il Sole, dipinto come un falcone, e un dio creatore, il giaguaro. E ogni divinità era legata a un distinto livello nella cosmogonia di Chavin: il pesce al sottosuolo, l'aquila alle forze celesti, il giaguaro alla potenza terrena. 

Sia come sia, l'arte di Chavin - seppellita nel 1945 da una frana e nuovamente danneggiata da un violento terremoto nel 1970 - è caratterizzata da uno straordinario livello di astrazione, in cui le figure animali e umane sono stilizzate con linee nette e decise. 

Tanto da far dire a Pablo Picasso: "Tra tutte le antiche culture che ammiro, Chavin è quella che più mi sorprende. In verità, è stata la fonte di ispirazione di gran parte delle mie opere".