Parco nazionale Mesa Verde
Stati Uniti

patrimonio dell'umanità dal 1978
  

Il Parco Nazionale di Mesa Verde, il cui nome significa "Tavola Verde", è in realtà una piccola porzione dell'altopiano sud-occidentale del Colorado, conosciuto con il nome di "Four Corners". Questa vasta area ricca di boschi di conifere fu per molti secoli la sede più importante dei pellirosse Anasazi, quando, intorno al 1300 d.C., Mesa Verde fu abbandonata, le sue vestigia e le sue città deserte non furono mai dimenticate del tutto, ma il ricordo della loro antica esistenza fu perpetuato attraverso la tradizione orale. 

Il 18 dicembre 1888 i cowboys Richard Wetherill e Charles Mason, alla ricerca di bestiame smarritosi tra i canyon e gli altipiani del fiume Mancos, s’imbatterono in alcune rovine indiane magnificamente conservate. La presenza di resti di insediamenti megalitici nella zona era nota fin dai tempi degli esploratori spagnoli del XVII secolo, ma questa scoperta superava di gran lunga tutte le altre.  

La ricerca proseguì durante gli anni successivi a opera di un giovane esploratore svedese, Gustaf Nordenskiöld, figlio dell'esploratore finlandese Adolf Erik Nordenskiöld, desideroso di svolgere una vera e propria indagine archeologica; là dove gli esploratori locali avevano trovato le misteriose "città perdute", egli scavò vari resti di insediamenti sulla sommità delle aree chiamate Wetherill Mesa e Chapin Mesa. 

La ragione di una scoperta così tardiva è imputabile alla stessa orografia di Mesa Verde. Nella parte settentrionale il Parco presenta un substrato di terreni sterili, detti paramos, a 2600 metri sul livello del mare, in un clima spietato: estati secche, roventi, alternate a lunghi inverni con forti gelate e copiose nevicate. Questi terreni, scarsamente produttivi e ricoperti da una macchia bassa, sono interrotti da vertiginose forre, con dislivelli superiori ai 600 metri, che rendono queste zone difficilmente praticabili. Le aree delimitate dai vari canyon vengono chiamate mesas ("tavole") per la loro superficie superiore piatta.

Le mesas hanno dimensioni variabili: possono essere estesi altopiani oppure piccoli appezzamenti delimitati da pareti a strapiombo. In questo secondo caso si elevano sulla pianura circostante quasi come delle torri.

I resti delle antiche città anasazi si trovano sia sulle mesas, sia a metà altezza delle forre, nascosti dalle pieghe e dalle fessure della roccia.

PIANTA DI UN COMPLESSO ABITATIVO NEL PARCO NAZIONALE DI MESA VERDE
A. Stanze rotonde o kivas     -     B. Focolari
C. Aperture per la ventilazione     -     D. Imboccatura di un tunnel

La città megalitica di Mesa Verde (costituita in realtà da vari insediamenti distinti) era la capitale scomparsa degli indiani Anasazi. Ben presto archeologi provenienti da tutte le regioni dell'America Settentrionale e persino dall'Europa visitarono il sito e raccolsero tutto quello che vi trovarono. Gli abitanti della zona non furono da meno e invasero le rovine alla ricerca di presunti tesori, portando via vasi e utensili che rivendevano a poco prezzo o utilizzavano direttamente. Due studiose, Virginia Donaghe e Lucy Peabody, lanciarono l'allarme sul saccheggio in corso. All'inizio non furono ascoltate ma, dopo dodici anni di lotta ininterrotta, nel 1906 ottennero dal presidente Theodore Roosevelt l'istituzione del Parco Nazionale Mesa Verde, che ancora oggi accoglie i principali settori delle rovine degli indiani Anasazi.  

Mesa Verde divenne un parco nazionale nel 1966: da allora la ricerca archeologica è stata portata avanti in modo sistematico e oggi è possibile visitare le vestigia degli Anasazi, custodite e restaurate dal National Park Service. 

Gli indiani Anasazi furono per molti secoli gli abitanti degli altipiani meridionali dello Utah e del Colorado e di quelli settentrionali dell'Arizona e del New Messico; a Mesa Verde sono state riscontrate ovunque tracce dei loro centri abitativi e della loro cultura materiale.

La storia del popolamento di Mesa Verde nelle epoche più antiche, cioè sino ai primi secoli dopo Cristo, costituisce ancora un enigma. Allo stato attuale delle ricerche, gli archeologi hanno potuto stabilire quattro periodi successivi di occupazione, corrispondenti ad altrettante fasi di sviluppo culturale. Il primo, chiamato "Basket Maker III", è compreso tra il 450 e il 750 d.C., il secondo, detto "Pueblo I", tra il 750 e il 900 d.C., seguono il "Pueblo II", tra il 900 e il 1100 d.C. e infine il "Pueblo III", tra il 1100 e il 1300 d.C., che rappresentava la fase abitativa più tarda prima dell'abbandono definitivo delle mesas da parte degli Anasazi.

I primi uomini giunti in queste zone erano pastori e cacciatori che, abbandonato il nomadismo e adottato un tipo di vita sedentario, cominciarono a coltivare il mais e la zucca; essi conoscevano la fabbricazione della ceramica, ma realizzavano recipienti di fibra vegetale di notevole raffinatezza. Da qui deriva il nome di "Basketmakers", assegnato a questa cultura, espressione in lingua anglosassone che significa "fabbricanti di canestri". Le loro primitive abitazioni, chiamate jacal, consistevano in semplici pozzi scavati sotto terra, sorretti da puntelli di legno. In breve si formarono piccoli villaggi, dapprima situati ai piedi delle alture rocciose e successivamente sulle alture delle mesas, nei pressi delle aree coltivate. A partire dal 500 d.C. circa, i Basketmakers acquisirono le tecniche per la fabbricazione della ceramica, l'uso di arco e frecce e iniziarono l'allevamento dei tacchini. 

In diversi siti del parco di Mesa Verde, in particolare a Ruins Road e a Step House, è possibile ammirare la struttura di queste case a pozzo: una fra le meglio conservate - il Sito 117 - è costituita da un'ampia stanza, dotata di un focolare centrale e di un'anticamera che ne consentiva l'accesso e la ventilazione. Il tetto, di frasche e argilla, era sostenuto da quattro robuste travi lignee ed era dotato di una perforazione per consentire la fuoriuscita del fumo. 

A partire dall'850 d.C., epoca che corrisponde alla fase "Pueblo I", gli Anasazi modificarono le loro consuetudini legate al sistema abitativo, non abbandonarono del tutto le case a pozzo, ma cominciarono a edificare abitazioni vere e proprie sul suolo della Mesa. Queste nuove case erano formate da alcune stanze a pianta quadrata, costruite dapprima con argilla essiccata e paglia e in seguito, con mattoni cotti dalla forma regolare. Con il passare del tempo in queste abitazioni crebbe il numero degli ambienti ed esse assunsero una struttura complessa, venendo a costituire dei villaggi in seguito chiamati "Pueblos" dagli spagnoli. 

Le genti di Mesa Verde accrebbero la loro economia, originariamente agricola, e le loro conoscenze, grazie al commercio; la produzione di ceramica raggiunse un alto livello qualitativo. Nel corso dei secoli i villaggi vennero trasformati in vere e proprie città; intorno al 1100 d.C. l'altopiano del Colorado conobbe un enorme incremento demografico. 

Nel Parco Nazionale di Mesa Verde la maggiore concentrazione di siti è distribuita su due altipiani, separati da canyon profondi: Chapin Mesa e Wetherill Mesa. A Chapin Mesa si formò una grande comunità rurale, che diede avvio alla costruzione di una ventina di villaggi, formati da case a più piani, composte da numerose stanze. Nonostante questo mutamento avvenuto riguardo al tipo di sistema abitativo, gli indiani delle mesas non abbandonarono mai definitivamente le antiche case a pozzo, ma le trasformarono in  kivas, vaste strutture sotterranee a pianta circolare, destinate a un uso cerimoniale-religioso. 

A Chapin Mesa sono state individuate cinque kivas e nei dintorni è stato rinvenuto quello che anticamente poteva essere il bacino lastricato di un grande serbatoio idrico, chiamato oggi "Mummy Lake". Tuttavia, secondo alcuni studiosi, non si trattava di un lago, ma di una grande kivas, destinata a danze e cerimonie per gli abitanti di intere comunità. E' stato documentato che in molti casi le kivas erano collegate a strutture simili a torrioni, la cui funzione non è stata identificata con certezza; tra queste si possono ricordare la "Torre del Cedro" e un complesso monumentale dotato di una doppia cinta di mura, forse un tempio o un mausoleo, chiamato "Tempio del Sole". 

GLI ANASAZI

Affacciandosi all'orlo della Mesa, a metà della vertiginosa parete di roccia rossa sorge l'antico pueblo di Cliff Palace ("Palazzo nel Dirupo": così lo chiamò, nel secolo scorso, il suo scopritore, il cowboy Richard Wetherill). Cliff Palace è un palazzo-città di circa duecento stanze, costruito sotto un immenso tetto naturale di roccia: le sue torri di rute, i suoi pozzi, le sue stanze sotterranee dedicate al culto (i Kava, come ancor oggi vengono chiamate nella lingua degli indiani del Sud Ovest), furono eretti molti secoli fa da una razza scomparsa, gli Anasazi.

Innanzitutto, il nome loro attribuito è quello che gli dedicarono i Navajo, ma nessuno sa, ancora oggi, come si chiamassero veramente. Ciò che resta di loro, infatti, è principalmente il ricordo dei popoli con i quali commerciarono, oltre all’importante insediamento di Mesa Verde, nel Colorado. Il sito, ricco di ferrite, non presentando caratteristiche importanti né per la fertilità dello scarso suolo non roccioso, né per l’inesistenza di motivi che avrebbero spinto gli Anasazi a fortificarsi vista l’assoluta mancanza di popolazioni a loro ostili costituisce di per sé un mistero nel mistero anche rappresentando un grandioso esempio di architettura urbana. 

Nella lingua Navajo, il nome Anasazi significa antichi stranieri ed infatti le prime tracce di questo antichissimo popolo risalirebbero ad almeno 12000 anni fa. Probabilmente provenivano dall’Asia; discendendo verso sud, dallo stretto di Bering, arrivarono a stabilirsi in un’area che comprendeva gli attuali stati di Utah, Colorado, Nevada e New Mexico. Oltre allo straordinario sito di Mesa Verde, possiamo ancora ammirare le costruzioni nel Chaco Canyon, le dimensioni della loro rete stradale, tutte opere assai inusuali per il resto delle popolazioni indiane dell’epoca. Opere e strutture avvolte anche queste nel mistero di come mai un popolo così antico avvertisse il bisogno di uno sviluppo urbanistico e viario paragonabile ai grandi imperi dell’antichità.

L’astronomia rivestiva enorme importanza per questo popolo. Sono stati scoperti vari osservatori, noto è quello situato sul Fajada Butte: tramite fessurazioni direttamente praticate sulla sommità del monte, il gioco di luce solare si rifletteva su un petroglifo, permettendo ai creatori di questo meccanismo, di conoscere con grandissima precisione le date dei solstizi e degli equinozi.  

Commerci ed altre relazioni, sempre pacifiche, con i popoli vicini, lasciarono grande impressione e fulgidi ricordi nei Navajo, tra gli Apache, Pueblo, Mogollon e Hopli. I superstiti di queste popolazioni, concordano nel ricordare la grandezza dei loro famosi vicini e nel non sapersi spiegare come, quasi all’improvviso, sparirono dalla faccia della Terra, solo pochi anni dopo aver raggiunto il loro massimo splendore, all’incirca 800 anni prima della nascita di Cristo. 

Gli archeologi hanno definito "Cestai" gli abitanti primitivi di Mesa Verde, riconoscendo la loro straordinaria abilità nei lavori d'intreccio. Queste comunità primitive vivevano in case scavate nella terra e raggruppate in insediamenti rupestri nelle parti alte delle mesas. Si trattava di una società agricola, ben strutturata, che aveva già dimenticato i movimenti nomadi caratteristici delle precedenti fasi dello sviluppo culturale dei popoli.

Verso la metà dell’VIII secolo i "Cestai" svilupparono un tipo di abitazione più elaborato. La struttura delle case venne realizzata con una serie di travi verticali, rafforzate da altre trasversali di minore sezione, che venivano ricoperte da pareti di fango. Le case si appoggiavano una all'altra, formando lunghe linee ricurve simili alle attuali case a schiera. Spesso si scavava nel terreno, proprio di fronte alla linea delle case, un locale con funzioni religiose, antesignano dei kiva. Dall'XI secolo le case in pietra di vari piani cominciarono a sostituire le costruzioni basse. Alcune arrivarono ad avere tre piani, con più di 50 stanze e una sorprendente perfezione architettonica. Le costruzioni si affacciavano su cortili comu­ni, dove si trovavano le stanze sotterranee, kiva, di uso religioso e sociale. Siamo nel Periodo Classico degli Anasazi, una tribù degli indiani Pueblos, l'età d'oro della civiltà del deserto americano.

Due secoli dopo gli Anasazi spostarono le loro case sulle cenge delle forre di Mesa Verde, liberando le zone superiori. La nuova posizione, che li costringeva a frequenti spostamenti fino al paramo, dove si trovavano le terre coltivate, ostacolava la caccia. Non si hanno dati sicuri che giustifichino questo cambiamento palesemente poco vantaggioso. Forse gli Anasazi entrarono in conflitto con altri indiani e cercarono un rifugio sicuro nelle pareti inespugnabili della mesa. Questa posizione diede inizio a un nuovo ciclo di costruzioni nella roccia: le case di quest'epoca sono un chiaro esempio della raffinatezza architettonica raggiunta dagli Anasazi. A Mesa Verde sono presenti quattro tipi diversi di abitazioni, oltre ad alcune rovine minori. 

Gli edifici più famosi sono le cliff dwellings, costruzioni a due o tre piani. Di grande rilievo la Casa dei Balconi, un gruppo di edifici a due piani che si affacciano su un vasto cortile in mattoni crudi. Al primo piano uno stretto corridoio collega le abitazioni. Dal lato dello strapiombo, profondo 200 metri, un piccolo parapetto proteggeva gli abitanti dal pericolo di cadute. Alcune case erano intonacate, altre dipinte in bianco e rosso. Il rifornimento idrico era assicurato da una sorgente che sgorgava nel fondo di una caverna e riempiva una vasca artificiale ricavata nella roccia. L'ultimo periodo costruttivo è riscontrabile nella Casa Lunga, a Wetherill Mesa, edificata nella seconda metà del XIII secolo. Fa onore al suo nome, essendo dotata di 50 camere che si susseguono su ben 90 metri di parete del canyon. La città ha 21 kiva, il numero più alto di tutta Mesa Verde.

UN MISTERO IRRISOLTO

La vita negli "anfratti" di Mesa Verde non durò a lungo. Tra l'autunno del 1299 e la primavera del 1300 il luogo fu abbandonato dagli Anasazi, che si lasciarono alle spalle le case intatte piene dei loro effetti personali, come se fossero certi di farvi ritorno dopo poco tempo. Purtroppo, questo ritorno non avvenne e il mistero di questa fuga improvvisa non è stato ancora svelato.

Vi sono al riguardo varie teorie. Alcuni ricercatori parlano di un'ipotetica guerra tra gli Anasazi e un popolo nomade venuto a occupare i loro terreni coltivati, che li avrebbe costretti a cercare cibo altrove. Ritornati a casa, avrebbero trovato il villaggio invaso da forze ostili e sarebbero stati costretti ad abbandonare le proprie terre. Pur senza prove certe, questa ipotesi è credibile, anche se non spiega l'assenza di tracce dei nuovi occupanti delle "città di pietra". Un'altra teoria sostiene che una terribile siccità avrebbe spinto gli indiani a cercare terre più generose. In effetti, è dimostrato che durante il periodo che va dal 1276 al 1299 le piogge furono scarse, ma già in passato la zona aveva vissuto analoghi periodi di siccità, e non per questo venne abbandonata. In questo caso la decisione sarebbe stata il frutto di una scelta lungamente meditata, in contrasto con una fuga precipitosa.

Una terza spiegazione, infine, vuole lo scoppio di un'epidemia che avrebbe spinto i sopravvissuti ad abbandonare Mesa Verde. Come nel primo caso, questa può essere una spiegazione ragionevole, benché anch'essa sia priva di qualsiasi prova documentale.

Tutte le ipotesi contengono alcuni elementi certi che, riuniti, permetteranno, forse, di ricomporre la storia degli Anasazi.  

PRIME ESPLORAZIONI

Gli esploratori spagnoli che cercavano un pista tra Santa Fe e la California furono i primi a raggiungere la regione di Mesa Verde, che chiamarono così per i suoi tavolati ricoperti di alberi. Essi comunque non videro i villaggi abbandonati costruiti nelle rientranze della roccia. Alcuni cacciatori e cercatori si inoltrarono nella regione e uno di questi riferì delle sue osservazioni nel 1873. L 'anno seguente accompagnò il noto fotografo William Henry Jackson attraverso il Mancos Canyon ai piedi di Mesa Verde. Qui Jackson fotografò uno degli insediamenti nella roccia. Nel 1875 il geologo William H. Holmes rifece il percorso di Jackson e la sue osservazioni assieme a quelle di Jackson furono ricomprese nella relazione del Hayden Survey del 1876, uno di quattro progetti federali per l'esplorazione dell'Ovest americano. L'interesse suscitato da queste ed altre pubblicazioni portò a formulare proposte per uno studio sistematico dei siti archeologici del sud-ovest. Tuttavia tali proposte non furono realizzate se non anni dopo.

Nel frattempo alcuni allevatori iniziarono ad insediarsi nella Mancos Valley. Alcuni inoltrandosi a Mesa Verde osservarono un maggior numero di edifici in pietra e di maggiori dimensioni. Iniziò così l'asportazione incontrollata dei reperti che venivano conservati dai privati oppure rivenduti ai visitatori della regione. I membri della famiglia Wetherill furono i primi a comprendere le potenzialità turistiche della regione. Essi raccolsero numerosi reperti che in parte rivendettero alla Historical Society del Colorado e in parte conservarono come collezione privata ma furono i primi a documentare i loro ritrovamenti.

Uno dei più primi visitatori della regione fu una giornalista del New York Times, Virginia McClug, la quale si impegnò a fondo per l'istituzione del parco nazionale. Un altro fotografo, Frederick H. Chapin, visitò Mesa Verde nel 1889 e 1890, accompagnato da membri della famiglia Wetherill. Egli pubblicò un articolo nel 1890 e nel 1892 un libro le cui fotografie fecero conoscere al grande pubblico Mesa Verde.

Forse il più importante tra i primi visitatori di Mesa Verde fu Gustaf Nordenskiöld, figlio dell'esploratore finlandese Adolf Erik Nordenskiöld. Nel 1891 Nordenskiöld iniziò a condurre esplorazioni e scavi con metodo scientifico, producendo una grande quantità di dati tecnici e fotografici e mettendo in relazione quanto veniva via via scoperto con la letteratura scientifica esistente e con le osservazioni e l'esperienza maturata dai Wetherill. Presto i metodi dello scienziato finlandese suscitarono una crescente opposizione da parte della popolazione e delle autorità locali, e quando si seppe che i reperti avrebbero costituito una collezione in un museo scandinavo, Nordenskiöld fu arrestato con l'accusa di aver devastato le rovine. Egli fu comunque liberato grazie all'intervento di funzionari di Washington e al suo ritorno in Svezia nel 1893 pubblico il primo studio scientifico sulle rovine di Mesa Verde. Questo lavoro diede a Mesa Verde notorietà a livello internazionale. Attualmente la collezione di reperti raccolti da Nordenskiöld è conservata a Helsinki . 

PARCO NAZIONALE

Il 29 giugno 1906 al fine di proteggere gli insediamenti degli antichi Anasazi, fu istituito il parco nazionale di Mesa Verde. Dopo Yellostone fu il secondo parco americano ad essere istituito. Dal 1978 il parco nazionale di Mesa Verde è stato inserito anche nella lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.

All'interno del parco nazionale di Mesa Verde sono presenti circa 600 cliff dwellings. Si tratta per la stragrande maggioranza di insediamenti molto piccoli. I più grandi sono appena una dozzina e tra questi rientrano i più celebri, tra cui Spruce Tree House, Balcony House e Cliff Palace.

Il Cliff Palace è il più grande insediamento costruito nella roccia di tutto il Nordamerica. Si trova in una rientranza profonda 27 m e alta 18 ed è costituito da 220 ambienti (tra cui 23 kivas), dei quali solo una trentina conservano le tracce di un focolare. Questo fa presupporre che le abitazioni fossero costituite da più ambienti tra loro collegati e che alcuni di essi fossero adibiti a magazzini.

Long House è il secondo insediamento di Mesa Verde per dimensioni. È situato sulla Wetherill Mesa nel settore occidentale del parco.

Spruce Tree House è sicuramente l'insediamento che si trova nel migliore stato di conservazione ed è il terzo più grande villaggio presente a Mesa verde. È costituito da 130 ambienti e 8 kivas. Si ritiene che possa essere stato abitato da circa 80 persone. 

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Balcony House fu scoperto nel 1881. Per poter visitare l'insediamento è necessario scendere all'interno del canyon per 30 metri per poi risalire verso gli edifici costruiti nella cavità della roccia mediante una scala a pioli di 10 m .

Square Tower House: la torre che dà il nome all'insediamento è la più elevata costruzione di Mesa Verde. Fu occupato tra il 1200 e il 1300 d.C.

Il sito di Mug House si trova sulla Wetherill Mesa e fu scavato e studiato negli anni '60 dall'archeologo Arthur Rohn. È Formato da 94 ambienti posti su quattro livelli e comprende una grande kiva.