Il
Parco nazionale storico della cultura Chaco è un parco nazionale
storico
statunitense
e
patrimonio
dell'umanità
dell'UNESCO.
Possiede
la
più
densa
ed
eccezionale
concentrazione
di
pueblo
dell'America
sud-occidentale.
Il
parco
si
trova
nel
nord-ovest
del
Nuovo
Mexico,
tra
Albuquerque
e
Farmington,
in
una
vallata
quasi
inaccessibile
tagliata
dal
Chaco
Wash.
Contiene
la
più
ricca
collezione
di
rovine
a
nord
del
Messico,
e
conserva
una
delle
più
affascinanti
aree
storiche
e
culturali
d'America.
Tra
il
900
ed
il
1150
il
Chaco
Canyon
fu
uno
dei
principali
centri
culturali
degli
antichi
Pueblo.
I
Chacoani
estraevano
blocchi
di
arenaria
e
trascinavano
alberi
da
grandi
distanze,
assemblando
quindici
dei
maggiori
complessi
rimasti
in
America
settentrionale
fino
al
diciannovesimo
secolo.
Sono
state
mostrate
prove
di
archeo-astronomia
nella
cultura
Chaco,
portando
come
esempio
l'incisione
rupestre
del
"Sun
Dagger"
presso
Fajada
Butte.
Molti
edifici
Chacoani
erano
allineati
per
poter
registrare
i
cicli
solari
e
lunari,
il
che
ha
sicuramente
richiesto
generazioni
di
osservazioni
astronomiche
e
secoli
di
conoscenza.
Si
pensa
che
i
mutamenti
climatici
abbiano
costretto
i
Chaco
ad
emigrare
abbandonando
il
canyon,
in
corrispondenza
dell'inizio
di
50
anni
di
siccità
nel
1130.
È
situato
nell'arida
ed
inospitale
regione
dei
Four
Corners,
ed
è
un
centro
culturale
Chaco
molto
fragile;
il
rischio
erosione
causato
dai
turisti
ha
portato
alla
chiusura
al
pubblico
di
Fajada
Butte.
I
luoghi
sono
considerati
sacri
da
tempo
immemorabile
dagli
Hopi,
dai
Navajo
e
dai
Pueblo,
i
quali
continuano
a
tramandare
tradizioni
orali
che
narrano
della
storica
migrazione
da
Chaco
e
della
relazione
spirituale
con
la
terra.
I
Pueblo
arcaici
-
Gli
archeologi
identificano
le
prime
persone
ad
aver
abitato
il
Bacino
di
San
Juan
nei
popoli
di
tradizione
Caccia
e
raccolta
noti
come
arcaici;
essi,
a
loro
volta,
discendono
dai
cacciatori
nomadi
Clovis
che
arrivarono
nel
sud-ovest
intorno
al
10.000
a.C.
Approssimativamente
nel
900
a.C.,
questi
popoli
abitavano
questi
luoghi,
tra
cui
l'Atlatl
Cave.
Gli
antichi
popoli
lasciarono
poche
prove
della
loro
esistenza
nel
Chaco
Canyon.
In
ogni
caso,
intorno
al
490
d.C.,
i
loro
discendenti,
noti
come
Basketmakers,
iniziarono
la
coltivazione
del
canyon,
abitando
il
villaggio
Shabik'eshchee
ed
altri
insediamenti
circostanti.
Una
piccola
porzione
dei
Basketmakers
restarono
a
Chaco
e
si
svilupparono
attraverso
numerosi
stadi
culturali
fino
all'800,
quando
iniziarono
a
costruire
complessi
edifici
in
pietra,
ognuno
dei
quali
racchiudeva
quattro
o
cinque
appartamenti
edificati
sopra
a
dei
kiva
sotterranei.
Alcune
delle
aree
circondate
da
questi
edifici
venivano
usate
per
cerimonie
religiose.
Queste
strutture
sono
state
riconosciute
come
tipiche
delle
prime
popolazioni
Pueblo.
Dall'850
gli
antichi
Pueblo
(noti
anche
come
"Anasazi",
che
in
Navajo
significa
"antichi
nemici")
si
espansero
rapidamente,
ed
i
cittadini
iniziarono
ad
abitare
pueblo
sempre
più
grandi
e
densamente
popolati.
Esistono
numerose
prove
che
testimoniano
l'esistenza
di
un'avanzata
lavorazione
e
commercio
dei
turchesi
partire
dal
decimo
secolo.
In
questo
periodo
venne
eretta
la
parte
antica
del
Pueblo
Bonito,
a
partire
da
una
serie
di
circa
50
case
che
seguivano
l'andamento
curvo
delle
mura
settentrionali.
Il
sistema
coeso
che
caratterizzava
la
società
Chacoana
iniziò
a
disintegrarsi
intorno
al
1140,
probabilmente
in
seguito
alla
cinquantennale
siccità
che
iniziò
nel
1130;
una
cronica
instabilità
climatica,
oltre
alla
serie
delle
già
citate
gravi
siccità,
colpì
la
regione
tra
il
1250
ed
il
1450.
Gli
altri
fattori
che
portarono
allo
spopolamento
possono
essere
riscontrati
nella
diminuzione
dell'acqua
trasportata
dall'arroyo,
e
nella
deforestazione.
Ad
esempio,
gli
alberi
usati
in
edilizia
vennero
importati
dalle
regioni
oltre
le
montagne,
come
le
montagne
Chuska
oltre
80
km
ad
ovest.
Le
comunità
periferiche
iniziarono
a
sparire
e,
verso
la
fine
del
secolo,
anche
gli
edifici
centrali
vennero
chiusi
ed
abbandonati.
I
resti
culturali
ed
archeologici
hanno
portato
gli
scienziati
a
credere
che
la
popolazione
si
spostò
verso
sud,
est
ed
ovest,
nelle
vallate
e
lungo
i
corsi
d'acqua
del
Little
Colorado
River,
del
Rio
Puerco
e
del
Rio
Grande.

La
dinastia
Athabaskan
-
I
popoli
di
lingua
numic,
come
gli
Ute
e
gli
Shoshone,
abitavano
l'altopiano
del
Colorado
all'inizio
del
dodicesimo
secolo.
I
popoli
di
lingua
apache,
come
gli
stessi
Apache
o
i
Navajo,
succedettero
ai
Pueblo
dal
quindicesimo
secolo;
durante
questo
insediamento
acquisirono
la
cultura
e
le
abilità
agricole
tipiche
dei
Chacoani.
Anche
gli
Ute
frequentarono
la
regione,
soprattutto
durante
spedizioni
di
caccia
e
razzia.
La
moderna
nazione
Navajo
è
insediata
ad
ovest
del
Chaco
Canyon,
e
numerosi
Navajo
(meglio
conosciuti
come
Diné)
abitano
le
zone
circostanti.
L'arrivo
degli
spagnoli
nel
diciassettesimo
secolo
inaugurò
un'era
di
giogo
e
ribellione,
e
l'area
del
Chaco
Canyon
accolse
i
rifugiati
Pueblo
e
Navajo
in
fuga
dai
conquistatori
spagnoli.
In
seguito
il
Messico,
e
poi
gli
Stati
Uniti,
assunsero
il
comando
del
canyon,
ed
alcune
campagne
militari
vennero
lanciate
contro
gli
ultimi
abitanti
della
regione.
I
Chacoani
costruirono
i
propri
edifici
lungo
una
parete
del
canyon
lunga
14
km.
Alcune
mura
erano
allineate
rispetto
ai
punti
cardinali,
altre
servivano
per
la
misurazione
del
ciclo
minimo
e
massimo
della
levata
e
tramonto
della
luna
(18,6
anni).
Nove
Grandi
Case
sono
posizionate
lungo
il
confine
settentrionale
del
Chaco
Wash,
alla
base
di
massi
di
arenaria.
Altre
Grandi
Case
sono
state
rinvenute
sulle
colline
o
nelle
vicinanze
delle
aree
di
drenaggio.
Sono
state
classificate
14
Grandi
Case,
raggruppate
secondo
la
loro
posizione
geografica
rispetto
al
canyon.
Il
canyon
centrale
-
La
porzione
centrale
del
canyon
contiene
i
più
grandi
complessi
Chaco.
Il
più
studiato
è
sicuramente
Pueblo
Bonito
("Bel
Villaggio");
copre
quasi
8.000
m²,
include
650
case
ed
è
la
più
spaziosa
delle
Grandi
Case;
alcune
parti
del
complesso
erano
alte
quattro
piani.
L'uso
che
i
costruttori
fecero
dell'edilizia
su
più
piani
richiedeva
robuste
mura
di
mattoni
spesse
fino
ad
un
metro.
Pueblo
Bonito
è
diviso
in
due
parti
da
un
muro
che
segue
perfettamente
la
direzione
nord-sud,
tagliando
anche
la
piazza
centrale.
Un
grande
kiva
è
presente
su
entrambi
i
lati
del
muro,
creando
una
disposizione
simmetrica
tipica
di
numerose
Grandi
Case
Chacoane.
Il
complesso,
al
culmine
dello
splendore,
raggiunse
circa
la
dimensione
del
Colosseo.
A
poca
distanza
si
trova
il
Pueblo
del
Arroyo.
La
sua
costruzione
venne
iniziata
tra
il
1050
ed
il
1075,
completato
nel
dodicesimo
secolo,
e
sitrova
nei
pressi
di
una
sorgente
nota
come
South
Gap.
Casa
Rinconada
contiene
una
Grande
Casa
ed
è
relativamente
isolata
rispetto
agli
altri
siti
del
Chaco
canyon.
Si
trova
a
sud
del
Chaco
Wash,
vicino
alla
strada
che
conduce
a
due
rampe
di
scale
che
raggiungevano
la
sommità
del
Chacra
Mesa.
Il
kiva
è
isolato,
senza
strutture
residenziali
o
di
supporto;
una
volta
era
dotato
di
un
passaggio
largo
12
metri
che
collegava
il
sotterraneo
ai
piani
superiori.
Chetro
Ketl
si
trova
vicino
a
Pueblo
Bonito,
mostra
la
tipica
forma
a
D
di
molti
complessi
centrali,
ma
è
leggermente
più
piccolo
degli
altri.
La
sua
costruzione
iniziò
tra
il
1020
ed
il
1050,
e
le
sue
450–550
case
appartenevano
ad
un
unico
Grande
Kiva.
Gli
scienziati
stimano
che
furono
necessarie
29.135
ore-uomo
di
lavoro
per
la
costruzione
del
solo
Chetro
Ketl;
Hewett
quantificò
il
materiale
usato
in
5.000
alberi
e
50
milioni
di
blocchi
di
pietra.
Il
Kin
Kletso
("Casa
Gialla")
fu
un
complesso
di
medie
dimensioni
situato
800
metri
ad
ovest
di
Pueblo
Bonito;
mostra
evidenti
prove
che
dimostrano
la
presenza
di
Pueblo
del
bacino
di
San
Juan
nella
sua
costruzione.
La
forma
rettangolare
e
l'aspetto
sono
tipici
del
secondo
gruppo
culturale
che
abitò
la
regione,
piuttosto
che
del
terzo
o
delle
sue
varianti
Chaco.
È
composto
da
circa
55
case,
quattro
kiva
al
piano
terra,
ed
una
torre
cilindrica
a
due
piani
che
potrebbe
essere
servito
da
kiva
o
da
centro
religioso.
Sono
state
scoperte
prove
della
presenza
di
una
fabbrica
in
cui
si
lavorava
l'ossidiana
nei
pressi
del
villaggio,
struttura
eretta
tra
il
1125
ed
il
1130.
Pueblo
Alto,
una
Grande
Casa
di
89
case,
si
trova
su
una
collina
vicino
al
centro
del
Chaco
Canyon,
ad
un
chilometro
da
Pueblo
Bonito;
la
sua
costruzione
venne
avviata
tra
il
1020
ed
il
1050
durante
un
boom
edilizio
che
invase
tutto
il
canyon.
La
sua
posizione
lo
rendeva
visibile
alla
maggior
parte
degli
abitanti
del
bacino
di
San
Juan;
infatti
si
trovava
soli
3,7
km
a
nord
di
Tsin
Kletsin,
sul
lato
opposto
del
canyon.
La
comunità
era
specializzata
nella
lavorazione
di
collane
e
del
turchese
che
influenzò
lo
sviluppo
di
tutti
i
villaggi
del
canyon;
anche
la
produsione
di
oggetti
di
silicio
era
molto
comune.
Le
ricerche
portarono
l'archeologo
Tom
Windes
a
pensare
al
fatto
che
solo
un
esiguo
gruppo
di
famiglie,
tra
le
cinque
e
le
venti,
vivevano
nel
complesso;
questo
potrebbe
indicare
che
Pueblo
Alto
veniva
usato
soprattutto
per
scopi
non
residenziali.
Un'altra
Grande
Casa,
Nuevo
Alto,
venne
costruita
sulla
parete
settentrionale
nei
pressi
di
Pueblo
Alto;
venne
fondata
nel
tardo
1100,
mentre
era
già
iniziato
il
declino
del
canyon.
Gli
esterni
-
Al
confine
settentrionale
del
Chaco
Canyon
si
trovavano
altre
Grandi
Case;
tra
le
più
grandi
ricordiamo
Casa
Chiquita
("Piccola
Casa"),
un
villaggio
costruito
nel
1080
quando,
in
un
periodo
di
frequenti
piogge,
la
cultura
Chaco
era
in
piena
espansione.
Ha
un'aspetto
quadrato
ed
è
privo
delle
aree
aperte
e
dei
kiva
isolati
che
caratterizzavano
i
loro
predecessori.
In
edilizia
venivano
usati
mattoni
in
pietra
di
dimensioni
maggiori,
ed
i
kiva
erano
progettati
in
stile
tradizionale
di
Mesa
Verde.
Tre
chilometri
a
valle,
lungo
il
canyon,
si
trovava
Peñasco
Blanco
("Promontorio
Bianco"),
un
recinto
arcuato
costruito
sulla
cima
del
bordo
meridionale
del
canyon
in
cinque
fasi
distinte,
tra
il
900
ed
il
1125.
Un
murale
nelle
vicinanze
(il
"Supernova
Platograph")
potrebbe
rappresentare
la
prima
registrazione
dell'avvistamento
della
supernova
SN
1054,
avvenuto
il
5
luglio
1054.
Hungo
Pavi,
a
soli
2
km
da
Una
Vida,
ha
una
circonferenza
di
266
metri.
Le
prime
esplorazioni
mostrarono
72
case
al
piano
terra,[50]
con
strutture
che
si
estendevano
anche
su
quattro
piani;
è
stato
trovato
anche
un
grande
kiva
circolare.
Kin
Nahasbas
(costruito
nel
nono
o
decimo
secolo)
è
un
altra
delle
rovine
principali;
si
trova
poco
a
nord
rispetto
a
Una
Vida,
ai
piedi
del
mesa
settentrionale.
In
quest'area
sono
stati
condotti
solo
scavi
su
piccola
scala.
Il
Tsin
Kletzin
("Palazzo
Charcoano")
è
un
complesso
situato
sopra
alla
Casa
Rinconada,
3,7
km
a
sud
di
Pueblo
Alto,
sul
lato
opposto
del
canyon.
Si
trova
vicino
a
Weritos
Dam,
una
massiccia
struttura
di
terra
che,
secondo
gli
archeologi,
forniva
a
Tsin
Kletzin
l'acqua
necessaria
lla
vita
domestica.
La
diga
permetteva
di
raccogliere
l'acqua
piovana
accumulandola
in
una
riserva.
Il
limo
che
si
accumulava
durante
le
alluvioni
obbligava
gli
abitanti
a
ricostruire
periodicamente
la
diga,
dragando
l'area
di
raccolta.
Più
in
profondità
nel
canyon,
Una
Vida
("Una
Vita")
fu
una
delle
prime
tre
Grandi
Case
ad
essere
costruita,
intorno
al
900.
Era
disposta
almeno
su
due
piani,
era
composta
da
124
case,
ed
aveva
un
arco
a
forma
di
D
che
la
rendeva
simile
ad
alcuni
suoi
contemporanei,
come
Peñasco
Blanco
e
Pueblo
Bonito.
A
differenza
di
questi
aveva
un
solo
puntello
a
causa
della
topografia.
Si
trova
sulle
rive
di
uno
dei
principali
corsi
d'acqua,
nei
pressi
di
Gallo
Wash,
e
conobbe
un'espansione
violenta
dopo
il
930.
Subito
a
nord
si
trovavano
comunità
ancora
più
isolate,
tra
cui
Salmon
Ruins
e
Aztec
Ruins,
disposte
lungo
il
corso
del
San
Juan
e
dell'Animas,
vicino
a
Farmington;
questi
villaggi
sorsero
durante
il
periodo
piovoso
che
iniziò
nel
1100.
100
km
a
sud
del
Chaco
Canyon,
lungo
la
Great
South
Road,
si
trova
un
altro
gruppo
di
comunità.
La
più
grande
di
queste
è
Kin
Nizhoni,
in
cima
ad
un
mesa
di
oltre
2
km,
circondato
da
terreni
paludosi.
Grandi
Case
-
Gli
enormi
complessi
noti
come
"Grandi
Case"
erano
il
fulcro
dello
stile
architetturale
e
religioso
Chaco.
Nonostante
lo
stile
si
sia
modificato
nel
corso
dei
secoli,
le
case
mantennero
molte
caratteristiche
tipiche.
La
più
importante
di
queste
è
la
loro
dimensione;
molti
complessi
del
Chaco
Canyon
possiedono
una
media
di
200
case
ognuno,
con
punte
di
700.
Anche
l'aspetto
delle
singole
case
era
costante,
con
soffitti
alti
se
comparati
a
quelli
del
precedente
periodo
Anasazi.
Erano
anche
ben
progettate,
con
intere
ali
costruite
in
un
lotto
unico,
piuttosto
che
grazie
a
piccoli
incrementi.
In
generale
le
case
si
affacciano
a
sud,
e
le
piazze
sono
circondate
da
edifici
senza
sbocchi
o
da
alte
mura.
Le
costruzioni
su
più
piani
raggiungevano
spesso
i
quattro
o
cinque
strati,
con
uno
solo
di
questi
che
si
affacciava
sulla
piazza.
Le
case
erano
spesso
divise
in
appartamenti,
con
le
stanze
frontali
più
grandi
di
quelli
sul
retro,
mobilia
e
magazzini.
Le
strutture
religiose,
note
come
kiva,
venivano
costruite
in
proporzione
al
numero
delle
case
di
un
pueblo.
In
media
veniva
costruito
un
piccolo
kiva
ogni
29
case.
Nove
complessi
ospitavano
anche
un
Grand
Kiva,
che
poteva
raggiungere
i
19
metri
di
diametro.
Tutti
i
kiva
Chacoani
condividevano
caratteristiche
architetturali
comuni,
comprese
le
entrate
a
T
e
le
architravi
in
pietra.
Venivano
costruiti
anche
le
mura,
le
Grandi
Case
erano
costruite
principalmente
con
la
tecnica
del
core-and-veneer:
due
mura
parallele
che
sostenevano
blocchi
orizzontali
di
arenaria
cotti
in
forni
d'argilla.
Lo
spazio
tra
i
due
muri
veniva
riempito
con
ballast,
che
formavano
il
nucleo
delle
mura.
A
questo
punto
le
mura
venivano
coperte
con
uno
strato
di
piccole
pietre
di
arenaria,
pressati
in
uno
strato
di
fango.
Le
pietre
di
superficie
venivano
solitamente
disposte
per
creare
disegni
geometrici.
Le
costruzioni
Chacoane,
nel
loro
complesso,
richiesero
il
legno
di
200.000
conifere,
trascinate
mano
dalle
montagne
distanti
113
chilometri.
Usanze
-
La
meticolosa
progettazione
degli
edifici
che
caratterizza
i
più
grandi
complessi
Chacoani
non
emerse
prima
del
1030.
I
Chaco
fusero
le
conoscenze
di
architettura
a
quelle
di
allineamento
astronomico,
alla
geometria,
alla
paesaggistica
e
all'ingegneria
per
creare
i
loro
antichi
centri
urbani.
Gli
archeologi
hanno
concluso
che
il
complesso
può
aver
ospitato
poche
persone,
con
la
maggior
parte
della
popolazione
che
si
assiepava
in
occasione
di
cerimonie
ed
eventi.
I
villaggi
più
piccoli,
apparentemente
più
residenziali,
sono
sparsi
attorno
alle
Grandi
Case
ed
al
Chaco
Canyon.
Il
canyon
corre
lungo
uno
degli
allineamenti
lunari,
il
che
starebbe
ad
indicare
che
il
luogo
venne
in
origine
scelto
per
il
suo
significato
astronomico.
Perlomeno
questa
struttura
permetteva
l'allineamento
con
altre
strutture
del
canyon.
Nelo
stesso
periodo
gli
antichi
Pueblo
(Anasazi)
stavano
attraversando
un
boom
edilizio
e
delle
nascite.
Per
tutto
il
decimo
secolo
le
tecniche
edilizie
Chaco
presero
piede
in
tutta
la
regione.
Dal
1115
vennero
costruiti
70
pueblo
esterni
con
caratteristiche
Chaco
all'interno
dei
65.000
chilometri
quadri
che
compongono
il
bacino
di
San
Juan.
I
ricercatori
stanno
ancora
discutendo
riguardo
l'uso
degli
edifici,
alcuni
dei
quali
sono
abbastanza
grandi
da
poter
essere
considerati
a
loro
volta
Grandi
Case.
Secondo
alcuni
la
comunità
potrebbe
essere
stata
qualcosa
più
di
un
gruppo
di
agricoltori,
rappresentando
un
vero
centro
commerciale
ed
una
stazione
di
posta
o
un
centro
religioso.
I
trenta
villaggi
esterni
erano
connessi
al
canyon
centrale,
e
tra
di
loro,
attraverso
una
rete
di
sei
sistemi
stradali.
Si
estendevano
per
97
km,
soprattutto
in
linea
retta,
e
sono
state
ampiamente
studiate.
Utilizzavano
carreggiate
interrate
larghe
circa
9
metri;
a
volte
i
loro
lati
erano
composti
da
muri
bassi
in
terra
o
pietra.
Se
necessario,
le
strade
usavano
scale
in
pietra
per
scavalcare
gli
ostacoli
più
grandi.
Nonostante
il
loro
uso
non
sia
mai
stato
veramente
compreso,
l'archeologo
Harold
S.
Gladwin
affermò
che,
secondo
le
credenze
religiose
dei
vicini
Navajo,
gli
Anasazi
usarono
le
strade
per
trasportare
la
legna;
anche
l'archeologo
Neil
Judd
espresse
un
simile
parere.
