Il San
Antonio Missions National Historical Park è un parco nazionale storico
che comprende quattro delle cinque missioni spagnole storiche di San
Antonio, Texas. Tali
missioni testimoniano il sistema coloniale spagnolo che coinvolse le
Americhe tra XVII e XIX secolo, quando gli ordini religiosi cattolici
erano impegnati nella predicazione e conversione dei nativi.
Da nord
a sud i siti parte del parco sono: Mission Concepcion, Mission San Jose,
Mission San Juan e Mission Espada. Inoltre sono compresi l'Acquedotto
Espada, il Rancho de las Cabras e la Casa Ethel Wilson Harris. La quinta
e più nota delle missioni, Alamo, non fa parte del parco.
Prima
che il Texas entrasse a far parte degli Stati Uniti d’America, prima
ancora che diventasse uno stato autonomo, prima che i Messicani ne
rivendicassero i territori.
Questa
consistente fetta di terra a sud degli States, ad appena un centinaio di
chilometri dal Golfo del Messico, dimora fino ad allora incontrastata
degli indiani locali, intorno al 1700 venne disseminata dai
Conquistadores Spagnoli (affrettatisi una volta arrivati a rivendicare
la proprietà dell’intera area) di Missioni Francescane con
l’intento, apparentemente altruistico e non sempre onorevole, di
convertire gli indigeni in cittadini della Nuova Spagna, cattolici
osservanti e naturalmente paganti le tasse.
Nella
sola area di San Antonio, in un raggio di 20 chilometri, ne furono
costruite numerose tra cui la famigerata Alamo, trasformata poi in forte
militare e resa celebre dalle eroiche imprese degli eroi texani, David
Crockett ed il Generale Trevis.

Lungo
il Mission Trail, il percorso che oggi riunisce le costruzioni
Francescane sopravvissute, nella zona più remota e bucolica sorge la
Mission San Josè y San Miguel de Aguayo, sicuramente la più bella.
Oggi la
Missione é giunta a noi perfettamente conservata, un vero e proprio
gioiello coloniale.
Varcato
il semplice portone di legno che interrompe le possenti mura di cinta,
come in una macchina del tempo, ci si ritrova all’improvviso nel 1700,
in un immenso cortile con alberi da frutto, piante e piccoli orti, ai
lati gli alloggi degli indigeni, di seguito gli edifici dove veniva loro
insegnato, oltre ad un mestiere, il latino e lo spagnolo e le cucine ed
altri vani dove le donne imparavano a cucinare, a ricamare e a crescere
i figli secondo la “morale cattolica”. Più avanti il vecchio
mulino, ancora funzionante, che serviva ad irrigare le numerose
coltivazioni.
Tutto
convergeva magneticamente verso la spettacolare Chiesa al centro del
cortile, che scandiva “a suon di campane” i ritmi della giornata.
La
magnifica chiesa della Mission Concepción rappresenta l'edificio meglio
conservato del parco. Conserva ancora oggi frammenti dei dipinti
originali, presenti sulle pareti e sul soffitto dell'edificio religioso.
San José
invece è stata la missione più fiorente, con oltre 300 abitanti. Oggi
è possibile visitare l'antico granaio e il mulino, completamente
restaurati. Questa missione ospita anche il Visitors Center.
Mission
San Juan vanta una cappella e una torre campanaria ancora in uso. Anche
il sistema di irrigazione (acequia) della Missione Espada è in parte
funzionante ed è tutt'oggi impiegato come acquedotto e diga.

Nel
cuore di San Antonio quasi nascosto in mezzo a grandi grattacieli
e circondato da un verde giardino si trova uno degli edifici storici più
importanti di tutti gli Stati Uniti, ovvero Alamo. Molti
saranno al corrente dei fatti connessi a questo luogo grazie
ai numerosi film che vi si sono ispirati come La battaglia di
Alamo in cui John Wayne interpreta Davy
Crockett o il più recente Alamo – Gli ultimi eroi prodotto
da Ron Howard.
Alamo
non è propriamente un forte dato che fu originariamente fondato nel
XVIII secolo come missione francescana per convertire al
cristianesimo la popolazione locale. Deve quindi la sua fama alla
battaglia che nel 1836 si combatté fra l’esercito messicano e i 189
soldati texani asserragliati al suo interno che, dopo aver opposto
una strenua resistenza durata tredici giorni, perirono tutti
durante l’assedio. Anche se gli eventi legati ad Alamo sono
quindi connessi più alla storia dell’indipendenza del Texas dal
Messico che a quelli degli Stati Uniti, l’episodio verificatosi
in questo luogo e i personaggi che vi presero parte sono legati
indissolubilmente all’immaginario collettivo americano.
La
crudeltà con la quale il generale messicano Antonio López de Santa
Anna condusse le operazioni di guerra e il coraggio dei difensori
di Alamo che non vollero mai arrendersi nonostante la palese
inferiorità numerica e la certezza della morte resero infatti
questo luogo un simbolo di sacrificio per la causa della libertà che
viene ricordato ancora oggi.
Il
sacrificio dei difensori di Alamo non fu comunque vano dato che poche
settimane dopo questi eventi al grido di “Remember the Alamo” il
comandante delle forze texane Sam Houston spronò i suoi soldati nella
battaglia decisiva per le sorti dell’indipendenza e conquistò la
vittoria dopo solo diciotto minuti di battaglia.
Essendo
originariamente, come detto, una missione francescana i due edifici
principali sono rappresentati dalla chiesa e dal convento.
All’interno della chiesa sono conservati numerosi reperti militari
dell’epoca e sulla facciata si possono osservare ancora oggi
l’architettura e le decorazioni tipiche del periodo coloniale
spagnolo.
Quello
che un tempo fu il convento della missione e all’interno del quale nel
1836 si svolsero gli ultimi sanguinosi combattimenti corpo a corpo oggi
ospita il museo vero e proprio dell’intero complesso e la mostra
permanente The Alamo: A Story Bigger Than Texas.
I lati
del complesso sono circondati da un giardino pensato per essere un luogo
accogliente e silenzioso che possa aiutare a ricordare il sacrificio di
coloro che perirono nella battaglia.

La
battaglia di Alamo (23 febbraio – 6 marzo 1836) fu un evento chiave
della rivoluzione texana. In seguito a un assedio di 13 giorni, le
truppe messicane guidate dal Presidente e Generale Antonio López de
Santa Anna lanciarono l'assalto alla missione francescana di Alamo
vicino alla città di San Antonio de Béxar (la moderna San Antonio, in
Texas, negli Stati Uniti). Le crudeltà di Santa Anna durante la
battaglia ispirò molti coloni texani e avventurieri che da varie parti
degli Stati Uniti partirono per unirsi all'armata Texana. Desiderosi di
vendetta, i Texani sconfissero quindi l'armata messicana durante la
battaglia di San Jacinto, il 21 aprile del 1836, ponendo fine alla
rivoluzione.
Alcuni
mesi prima, i Texani respinsero tutte le truppe messicane inviate a
sedare la rivolta fuori dai territori dell'allora regione messicana del
Texas. Circa 100 Texani furono inviati a presidiare Alamo. Questa forza
iniziale crebbe lentamente con l'invio di rinforzi che furono così
guidati dai co-comandanti William B. Travis e James Bowie (il primo uno
dei regolari della guarnigione e l'altro capo dei volontari). Il 23
febbraio, circa 1.500 messicani marciarono verso San Antonio de Béxar
come primo passo della campagna per la riconquista del Texas. Per i
successivi 10 giorni due armate furono ingaggiate in schermaglie a causa
di occasionali incidenti.
Preoccupato
del fatto che la sua guarnigione non potesse reggere un attacco di una
così vasta forza nemica, Travis scrisse molteplici lettere domandando
maggiori uomini, provviste e munizioni, ma meno di 100 uomini arrivarono
alla missione. Nelle prime ore del 6 marzo, l'armata messicana avanzò
verso Alamo. Dopo aver respinto due attacchi, i Texani non furono in
grado di respingere il terzo. Appena i messicani scalarono le mura
esterne della missione, i difensori ripararono negli edifici. Quelli che
non riuscirono a trovare riparo furono travolti dalla cavalleria
messicana mentre cercavano di fuggire all'esterno delle mura. Quei pochi
Texani che si arresero (stimati in 5-7) furono giustiziati subito sul
posto. La maggior parte dei testimoni indica tra 182 e 257 i morti,
mentre gli storici indicano in circa 600 messicani tra uccisi e feriti.
Alcuni gruppi di civili furono inviati a Gonzales per diffondere la voce
della sconfitta texana. Queste notizie causarono il panico e la
conseguente fuga (denominata "The Runaway Scrape") dell'armata
Texana, composta per la maggior parte da coloni che scapparono così
come fece il nuovo governo dell'autoproclamata repubblica del Texas di
fronte all'avanzata messicana.

In
Messico, la battaglia è stata spesso offuscata dagli eventi della
guerra con gli Stati Uniti del triennio 1846–48. Nel XIX secolo il
complesso di Alamo divenne celebre più per la battaglia che per il
fatto di ospitare l'omonima missione. Lo Stato del Texas acquistò le
terre e gli edifici nei primi anni del XX secolo e la cappella fu
designata quale monumento nazionale dell'omonimo. Alamo è ora "la
più famosa località turistica del Texas" ed è stata oggetto di
numerose opere, in origine racconti, sin dal 1843. La maggior parte
degli americani, tuttavia, sono più informati riguardo alle leggende e
i miti legati alle esigenze della fiction cinematografica e degli
adattamenti televisivi, tra cui la miniserie della Disney degli anni
cinquanta denominata Davy Crockett e del film del 1960 di John
Wayne The Alamo.
In
termini di composizione etnica dei difensori, 13 erano nativi del luogo
di cui 11 di origini messicane. I rimanenti difensori di Alamo erano 41
nati in Europa, 2 di origini ebraiche, 2 schiavi afroamericani e i
rimanenti erano americani di altri stati americani differenti dal Texas.
Le forze di Santa Anna erano un insieme di cittadini spagnoli, meticci
ispano-messicani e nativi messicani.
Secondo
lo scrittore e saggista spagnolo naturalizzato messicano Paco Ignacio
Taibo II, lo scontro è venuto a caricarsi, a distanza di tempo, di un
valore fortemente simbolico. La retorica che circonda la battaglia,
riprodotta attraverso l'istruzione negli USA e i mezzi di comunicazione
di massa, ne ha fatto il momento decisivo dell'espansione statunitense
ad Ovest e del successivo consolidamento del paese come potenza
economica, fino ad assumere le dimensioni di un impero su scala non solo
atlantica, ma mondiale.
L'esercito
messicano guidato dal generale Martin Perfecto de Cos nel dicembre del
1835 (assedio di Bexar) si dovette arrendere alle forze texane guidate
dal generale Edward Burleson e cedere le armi e le munizioni
immagazzinate dal governo messicano nella città di San Antonio di Béxar.
Il generale messicano Antonio López de Santa Anna valutando
l'importanza strategica della città di San Antonio decise di lanciare
un'offensiva allo scopo di riconquistarla.
Santa
Anna riunì un esercito di 6500 soldati a San Luís Potosí e da
Saltillo nello stato di Coahuila si diresse verso il Texas. Le forze
texane che in vista della battaglia avevano fortificato la missione di
El Alamo erano formate da volontari del Governo Provvisorio del Texas
che avevano fatto un patto per proteggere questo governo e obbedire agli
ordini degli ufficiali governativi.
