DAL
2005
SITO PATRIMONIO IN PERICOLO - Danni
a numerose strutture a causa di forti piogge tra novembre 2004 e
febbraio 2005. Costruzione di una nuova passerella sulla spiaggia e di
una porta d'accesso alla città, nella zona-cuscinetto, che potrebbe
avere un notevole impatto sul valore del sito.
Coro,
il cui nome per esteso è Santa Ana de Coro, è una città del
Venezuela, capitale dello stato di Falcón.
Città
prossima alla costa fondata dagli spagnoli il 26 luglio (il giorno
dedicato a Sant'Anna) del 1527 e per questo motivo prese il nome di
Santa Ana de Coro. Coro fu il secondo stanziamento spagnolo in terra
venezuelana dopo Cumanà fondata nel 1521. La regione di Coro era
abitata dalla popolazione degli indios Caquetíos (probabilmente
di lingua Arawak dato che in questa lingua "Coro" significa
"vento") che siglarono con il fondatore della città Juan de
Ampíes un patto di non belligeranza sottoscritto da uno dei cachiques
più potenti dell'epoca il cachique Manaure.
Tutta
la regione coriana fu ceduta, nonostante la ferma opposizione di Juan de
Ampíes, il 27 marzo 1528 in concessione dall'imperatore Carlo V
d'Asburgo alla famiglia Welser, banchieri bavaresi originari di Augusta,
con i quali l'Imperatore aveva un grosso debito contratto per pagare le
guerre italiane che azzerò con la cessione di questo territorio ancora
non sfruttato. La famiglia Welser nominò il 24 febbraio 1529 primo
governatore Ambrosius Ehinger (chiamato dagli spagnoli Ambrosius
Alfinger) e la provincia prese il nome di Klein Venedig (Piccola
Venezia) e anche le due città principali della regione: Coro e
Maracaibo assunsero rispettivamente i nomi di Neu Augsburg (Nuova
Augusta) e Neu Nürnberg (Nuova Norimberga).
Ehinger
in seguito a problemi di salute nominò, nel 1530, vicegovernatore
Nikolaus Federmann famoso conquistador che si spinse molto in profondità
nella terraferma venezuelana e colombiana alla ricerca del mitico El
Dorado.
Da
questo momento Coro diventò la base di partenza di tutti i viaggi degli
esploratori in caccia della mitica città. Fra i vari personaggi inviati
dai Welser per questo scopo ricordiamo Philipp von Hutten e il
governatore Georg von Speyer. Morto von Speyer nel 1540, von Hutten lo
sostituì nella carica ma al ritorno dalla sua ultima spedizione trovò
che gli spagnoli avevano ripreso il comando della provincia e il nuovo
governatore lo fece decapitare nel 1546 insieme al rampollo dei Welser,
Bartolomeo anche lui alla ricerca della città d'oro.
In
questo periodo molte navi tedesche affluirono dalle coste africane della
Guinea con carichi di schiavi per farli lavorare nelle piantagioni di
cacao e di canna da zucchero che sorgevano nella pianura e nella Sierra
coriana.
Ma i
Welser non rispettarono gli antichi patti con il cacique Manaure,
e dopo una ribellione degli indios, a causa delle condizioni in cui
erano trattati dai tedeschi, Coro ritornò nel 1545 nelle mani degli
spagnoli che ne fecero la prima capitale della Provincia del
Venezuela (inizialmente denominata Provincia di Coro).
Dal
1531 gli spagnoli avevano insediato a Coro il primo vescovato
dell'America del Sud che comprendeva tutto il territorio del Venezuela e
soltanto nel 1637 fu trasferito a Caracas. Fra i vescovi coriani più
famosi ricordiamo Rodrigo de Bastidas, figlio dell'omonimo conquistador
fondatore della città di Santa Marta, oggi una delle principali città
della Colombia.
Data la
sua vicinanza al mare Coro fu sottoposta più volte alle scorrerie dei
pirati. La più rovinosa fu il saccheggio della costa venezuelana
guidata dal corsaro Sir Christopher Myngs nel 1659 nel corso della
Guerra anglo-spagnola durante la quale, oltre a Coro, furono
saccheggiate anche le città di Cumanà e Puerto Cabello. Questa
scorreria fruttò a Myngs ben un quarto di milione di libbre d'oro,
oltre a numerosi chili di cacao e perle. Per questo motivo gli spagnoli
avevano ritenuto, sin dal 1578, più sicuro spostare la capitale della
provincia venezuelana da Coro a Caracas.
Il 10
maggio 1795 a Curimagua nelle montagne prospicienti la città di Coro,
fu organizzata una rivolta contro lo schiavismo guidata dallo zambo
(ovvero sanguemisto nero-indio) José Leonardo Chirino e dall'ex schiavo
nero José Caridad González. Il 15 maggio un gruppo di 350 schiavi
liberati attaccarono Coro. Ma questo tentativo fu prontamente represso
dagli spagnoli. Chirino dopo tre mesi di latitanza nelle montagne della Sierra
coriana fu catturato il 1 agosto e trascinato a Caracas dove venne
processato per sovversione, torturato e poi decapitato il 10 dicembre
1796.
Questa
rivolta, ispirata a quella degli schiavi haitiani a Santo Domingo del
1791 e altri focolai di rivolta come quello degli schiavi di Curaçao,
prevedeva l'istituzione di una repubblica indipendente sul modello della
Francia rivoluzionaria le cui idee da tempo circolavano tra le isole dei
Caraibi, ed è per questo che viene considerata il primo tentativo
indipendentista e repubblicano nelle colonie spagnole del Sud America.
Oggi questa rivolta è stata storicamente rivalutata grazie al
presidente meticcio Hugo Chavez. A questo personaggio è intitolato
l'aeroporto di Coro.
Durante
le guerre per l'indipendenza dalla Spagna, Coro fu la prima città
conquistata dalle truppe ribelli del generale Francisco de Miranda,
sbarcate nel porto coriano de La Vela de Coro il 1 agosto 1806.
Il 3 agosto per la prima volta fu innalzato, in terra venezuelana, il
tricolore mirandino, predecessore delle bandiere della Grande Colombia.
Il tentativo indipendentista di Miranda, accolto con ostilità dalla
popolazione, fallì e dopo neanche due settimane, il 13 agosto, i
volontari indipendentisti lasciarono di nuovo Coro in mano spagnola.
Coro fu
una delle ultime città venezuelane ad aderire alla Guerra
d'Indipendenza, anzi rifiutò, insieme al territorio di Maracaibo, di
entrare a far parte della Prima Repubblica fondata il 19 aprile
1810 e costituì il più importante punto d'appoggio per le truppe
spagnole impegnate contro i ribelli di Simon Bolivar. Da Coro partì
infatti la cosiddetta Controrivoluzione Monarchica che nel 1812
riportò Caracas nelle mani degli spagnoli e costrinse Bolivar alla fuga
in Colombia.
Coro
rimase realista fino al 3 maggio del 1821 quando fu liberata da
un gruppo di indipendentisti guidati dall'eroina Josefa Camejo. Il
gruppo indipendentista depose, in quello stesso giorno, il governatore
spagnolo e i coriani attesero le truppe del generale Rafael Urdaneta,
che, partendo dalla Gran Colombia, avevano conquistato Maracaibo e,
marciando verso est, entrarono a Coro già liberata dai patrioti da
alcuni giorni.
Coro
oggi si distingue per le caratteristiche case in stile coloniale del
cosiddetto Barrio Colonial, e per i colori vivaci che vanno dal
rosso al giallo ocra con i quali sono dipinti gli edifici che fanno
parte del centro storico, intatti nel proprio fascino immutato. Anche le
sue stradine tipiche, le costruzioni barocche come la Cattedrale e la
chiesa di San Francisco, le cosiddette "casone", tra le
quali la Casa del Sol, e la Casa de Hierro conferiscono
alla città un'atmosfera vetusta e nobile.
Fra le
case del Barrio Colonial quella della famiglia Senior ha una storia
particolare perché denuncia la presenza di una comunità ebraica a
Coro, in quanto trasformata in sinagoga. Nel 1827 una comunità di
mercanti ebrei di Curaçao, isola delle Antille Olandesi che si trova di
fronte alla costa venezuelana, decisero di trasportare in terraferma i
loro commerci. Si stanziarono a Coro, ma la popolazione locale non vide
di buon occhio l'espansione e l'arricchimento di questa comunità. Nel
1832 le autorità locali misero allora delle nuove tasse sui commerci
degli ebrei. Queste servirono per finanziare la guarnigione militare e
per l'arricchimento personale dei nuovi caudillos subentrati agli
spagnoli dopo le guerre d'indipendenza.
Nel
1855, squadre di cittadini coriani aggredirono la comunità, la quale,
nonostante le proteste del Governo Olandese, si imbarcò di nuovo per
Curaçao abbandonando definitivamente Coro ma lasciando un monumentale
cimitero ebraico, il primo dell'America latina, costruito nel 1832 dal
ricco commerciante Joseph Curiel che acquistò questo terreno per
seppellirvi la figlia morta a otto anni e che in seguito divenne il
luogo di sepoltura dei suoi correligionari.
Ancora
oggi il Cementerio Judio è uno dei monumenti più visitati della
città.
Coro si
trova a ridosso del deserto de Los Médanos, l'unico territorio
venezuelano che la divide dalla penisola di Paraguanà, da tempo area
protetta (Parque nacional Médanos de Coro).
Il
deserto è circoscritto intorno ad un istmo e contiguo alla strada che
da Coro raggiunge la penisola di Paraguaná. Un'autostrada che
congiunge Coro con Punto Fijo, la città più importante della penisola
data la sua vicinanza alle raffinerie di petrolio, taglia in due parti
il deserto. Spesso nel loro spostamento le dune passano sopra la stessa
autostrada. L'istmo comprende un'area di 30 km di lunghezza e 5 km
di larghezza. Ha un'altezza media delle dune è di 20 metri. A causa del
vento che soffia da est a ovest le dune si muovono in quella direzione
molto velocemente. Non casualmente in lingua Arawak, parlata dagli
indigeni di questa zona la parola Coro significa vento. Los
Medanos de Coro è stato dichiarato parco nazionale il 6 febbraio del
1974.
Il
deserto copre una superficie di 91.280 ettari, di cui 42.160 sono
terraferma e 49.120 sono superficie del mare. Il deserto ha anche zone
costiere e paludi salate. Le grandi dune ("Médanos") possono
raggiungere anche i 40 metri di altezza. Le sabbie morbide e asciutte di
questo parco sono il frutto di erosione del vento sulle rocce nel corso
del tempo. I granelli di sabbia sono piccolissimi e con l'azione
continua del vento si accumulano in mucchi, creando le dune le quali
cambiano continuamente forma in quanto sono in costante movimento.
Questo è anche il motivo per cui le dune di sabbia non possono
diventare un punto di riferimento per chi si avventura in questo piccolo
deserto.