Minareto e area archeologica di Jam
(Afghanistan)

PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 2002 - SITO PATRIMONIO IN PERICOLO

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DAL 2002 SITO PATRIMONIO IN PERICOLO - Assenza di tutela giuridica, mancanza di misure di tutela o piani di gestione, cattive condizioni del sito.

Il Minareto di Jam è un monumento appartenente al Patrimonio dell'umanità dell'UNESCO, situato nell'Afghanistan occidentale, nel distretto di Shahrak, a sua volta nella provincia di Ghowr, vicino al fiume Hari Rud. Il minareto è circondato da montagne alte fino a 2400 metri ed è interamente costruito con mattoni cotti in fornace. È famoso per la sua intricata decorazione consistente di mattoni, stucchi e tegole smaltate a vetro, decorazione che consiste di strisce alternate di calligrafia Kufa e Nashk, disegni geometrici e versetti tratti dal Corano.

Nel 2002 il sito archeologico di Jam fu il primo luogo afgano a entrare a far parte della lista dei Patrimoni mondiali dell'umanità dell'UNESCO, nell'elenco dei luoghi in pericolo a causa del precario stato di conservazione e dei saccheggi subiti nei secoli.

Sconosciuto al mondo per secoli, fatta eccezione per i rari pastori e viandanti, il monumento venne scoperto per caso dall'alto, negli anni Trenta, da un pilota solitario, e rimasto anonimo. Di ritorno a Kabul, riuscì a fornire le coordinate della posizione del minareto, ma si dovette attendere fino al 18 agosto 1957, quando una spedizione guidata da Ahmed Ali Kohzad, presidente della Afghan Historical Society, e dall'archeologo francese Andre Maricq riuscì a raggiungere quella valle remota e impervia. Avevano viaggiato per giorni e giorni su strade impossibili, ma la loro fatica era stata ricompensata. Quel minareto era uno dei più antichi e superbi esempi di architettura islamica dell'Asia centrale. 

Alto 65 metri , è un'elegante costruzione in mattoni disposti a creare elaborati motivi geometrici e floreali. Anche la sua forma è unica: ottagonale per il primo terzo dell'altezza, diventa poi circolare per gli altri due terzi, e termina in una balconata a cupola, sorretta da sei esili arcate. Nella parte superiore la decorazione è costituita da una fascia di mattonelle blu e turchesi con un'iscrizione che reca il nome del costruttore, in caratteri kufici: inventati a Kufa (nell'odierno Iraq) dal IV Califfo dell'Islam, cugino del Profeta, costituiscono una delle più antiche forme calligrafiche islamiche e si distinguono per le lettere angolari e la mancanza di segni diacritici. All'interno del minareto, invece, vi è una doppia scalinata a spirale che arriva fino alla balconata.

Il Minareto di Jam appartiene ad un gruppo di circa 60 minareti e torri costruiti fra l'XI e il XIII secolo nell'Asia centrale, in Iran e in Afghanistan. Si pensa che i minareti fossero i simboli della vittoria e diffusione dell'Islam, mentre le torri fossero solo torri d'osservazione o punti di confine.

Il sito archeologico nei dintorni di Jam include, oltre al Minareto, le rovine di un palazzo, fortificazioni, un forno per le ceramiche e un cimitero ebraico.

Il Minareto di Jam si trova probabilmente sull'antico sito della capitale estiva della dinastia dei Ghuridi, Firuzkuh. Nel XII e nel XIII secolo i Ghuridi controllavano non solo l'Afghanistan, ma anche zone dell'Iran orientale, dell'India settentrionale e del Pakistan. L'iscrizione araba che potrebbe datare il Minareto non è chiara, così questa costruzione potrebbe risalire al 1193 o, più probabilmente, al 1174. Esso quindi potrebbe commemorare la vittoria del sultano Ghiyas ud-Din sui Ghaznevidi nel 1192 a Dheli, o la sconfitta dei Turchi Ghuzz a Ghazna nel 1173.

Si pensa che il Minareto facesse parte della Moschea del Venerdì di Firuzkuh, che il cronista Ghuride Juzjani riporta venne spazzata via da un'improvvisa alluvione alcuni anni prima delle guerre con i Mongoli. Gli archeologi al lavoro a Jam hanno trovato tracce di un grande edificio a fianco del Minareto, nonché tracce di sedimenti fluviali sul pavimento di mattoni cotti.

Lo splendore dell'Impero dei Ghuridi svanì ben presto dopo la morte di Ghiyath ud-Din nel 1202, quando venne forzato a cedere territori all'Impero dei Khorezm. Juzjani riporta che Firuzkuh venne distrutta dai Mongoli nel 1222.

Nel 1960, l'archeologo italiano Andrea Bruno rinvenne a poca distanza dal minareto tracce di un antico bazar e alcune tavolette istoriate - oggi conservate al Museo Archeologico di Kabul - che lasciano supporre la presenza di un cimitero ebraico. Nel 1974 l 'Unesco affidò a Bruno il progetto di restauro del minareto, la cui stabilità è minata dall'azione erosiva dell'Hamrud, il più impetuoso dei due fiumi, che nel tempo ha scavato il terreno sottostante la costruzione, facendola inclinare.   

Quattro anni più tardi ebbero inizio i lavori che avrebbero dovuto portare alla costruzione di un argine costituito da gabbioni metallici zavorrati da pietre, in vista di interventi successivi sulle fondazioni. Poi la guerra fermò tutto. Per questo motivo, quando nel 2002 l 'Unesco iscrisse il minareto di Jam nella Lista del Patrimonio Mondiale, lo incluse anche nella cosiddetta "Lista rossa" dei siti in pericolo.

E Bruno, che dopo tanti anni riuscì a raggiungere la vallata, non poté che constatare l'aggravarsi della situazione, dato che alcuni mattoni decorati del minareto sono spariti, trafugati dai ladri di antichità.