Il
termine al-Ahsā designa un'oasi dell'Arabia Saudita situata nella provincia
di al-Sharqiyya.
La
regione è approssimativamente delimitata a nord dal confine con il Kuwait,
a est dal golfo Persico, a sud dal deserto del Rub' al-Khali e
ad ovest dal deserto di al-Dahna. L'oasi è situata al centro della
regione, a 60 km dal mare, ed è tra le più vaste oasi del mondo.
L'area dà il nome al governatorato di Al-Ahsā, che occupa la
parte meridionale della provincia di al-Sharqiyya. Numerosi pozzi di petrolio del
Paese sono situati in questa regione. La regione ha una popolazione di
600.000 abitanti e possiede una delle più consistenti minoranze sciite dell'Arabia
Saudita, che è un paese a stragrande maggioranza sunnita.
Il nome
di al-Ahsā è anche quello della principale città dell'oasi, anche
conosciuta sotto il nome di al-Hufuf (o
al-Hofūf).
Distese
di acqua dolce risalenti all'età preistorica hanno incoraggiato gli
stanziamenti umani sul territorio e lo sfruttamento agricolo,
soprattutto dei datteri e dei limoni. Inoltre migliaia di montoni, capre, buoi e dromedari fanno
di al-Ahsā uno dei più importanti produttori di generi alimentari
dell'intero Regno saudita.
Una
delle grandi università del Paese, l'Università Re Faysal, fondata nel 1975,
è situata ad al-Ahsā, e vanta facoltà di Agraria, Medicina veterinaria e
di risorse animali, mentre altre sue facoltà sono a Dammam. Il campus di
Hofūf consente anche alle donne di studiare medicina, odontoiatria ed
Economia domestica.
Va
notato che Al-Ahsā ha la fortuna di sorgere al centro di tre
grandi ecosistemi, alle spalle all’origine dell’oasi: il deserto di
sabbia, le lagune e la costa e il deserto roccioso. Ciascuno di questi
potenti ecosistemi ha creato le condizioni naturali primarie, plasmando
le capacità umane in modo tale da svolgere un ruolo decisivo nel loro
lavoro per la creazione dell’oasi. Ciascuno di questi tre macro
ecosistemi, infatti, corrisponde a tre tipologie di culture
diverse: nomadi, pescatori e sedentari. L’interazione di questi gruppi
specializzati, con conoscenze diverse, hanno plasmato l’Oasi di Al-Ahsā,
gestendo il deserto e contrastandone l’aridità attraverso la
creazione di microambienti vitali.
Per
realizzare l’evoluzione del sito nel corso dei secoli abbiamo dovuto
interpretare e fondere tutte le informazioni archeologiche e ambientali:
del paesaggio pre-oasiano e la Cultura Ubeid dal VI al IV
millennio a.C.; dell’Età del Bronzo e dopo il III millennio
a.C., con le prime tracce dell’oasi della Cultura di Dilmun;
l’evoluzione dei canali e dei sistemi di drenaggio avvenuta in età
ellenistica; e solo dal periodo islamico si sviluppa un’oasi
su larga scala. Mentre oggi i suoi palmeti sono tra i più estesi a
livello mondiale e gli unici che conservano, su vasta scala, le
caratteristiche storiche delle colture e dei sistemi idraulici basati su
tecniche tradizionali rimaste inalterate, all’interno di una continua
evoluzione tecnologica, perpetuata per millenni, fino agli anni ’70.
L’evoluzione
del paesaggio di Al-Ahsā spiega come sono nate comunità umane molto
antiche e ci permette di comprendere le loro tecniche di lavoro,
procedure e principi attraverso i quali si possono stabilire relazioni
armoniose ed equilibrate tra presenza umana e gestione del territorio.
