Oasi di Al-Ahsa, un paesaggio culturale in evoluzione
(Arabia Saudita)

PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 2018

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Il termine al-Ahsā designa un'oasi dell'Arabia Saudita situata nella provincia di al-Sharqiyya.  

La regione è approssimativamente delimitata a nord dal confine con il Kuwait, a est dal golfo Persico, a sud dal deserto del Rub' al-Khali e ad ovest dal deserto di al-Dahna. L'oasi è situata al centro della regione, a 60 km dal mare, ed è tra le più vaste oasi del mondo. L'area dà il nome al governatorato di Al-Ahsā, che occupa la parte meridionale della provincia di al-Sharqiyya. Numerosi pozzi di petrolio del Paese sono situati in questa regione. La regione ha una popolazione di 600.000 abitanti e possiede una delle più consistenti minoranze sciite dell'Arabia Saudita, che è un paese a stragrande maggioranza sunnita.  

Il nome di al-Ahsā è anche quello della principale città dell'oasi, anche conosciuta sotto il nome di al-Hufuf (o al-Hofūf).

Distese di acqua dolce risalenti all'età preistorica hanno incoraggiato gli stanziamenti umani sul territorio e lo sfruttamento agricolo, soprattutto dei datteri e dei limoni. Inoltre migliaia di montoni, capre, buoi e dromedari fanno di al-Ahsā uno dei più importanti produttori di generi alimentari dell'intero Regno saudita.

Una delle grandi università del Paese, l'Università Re Faysal, fondata nel 1975, è situata ad al-Ahsā, e vanta facoltà di Agraria, Medicina veterinaria e di risorse animali, mentre altre sue facoltà sono a Dammam. Il campus di Hofūf consente anche alle donne di studiare medicina, odontoiatria ed Economia domestica.

Va notato che Al-Ahsā ha la fortuna di sorgere al centro di tre grandi ecosistemi, alle spalle all’origine dell’oasi: il deserto di sabbia, le lagune e la costa e il deserto roccioso. Ciascuno di questi potenti ecosistemi ha creato le condizioni naturali primarie, plasmando le capacità umane in modo tale da svolgere un ruolo decisivo nel loro lavoro per la creazione dell’oasi. Ciascuno di questi tre macro ecosistemi, infatti, corrisponde a tre tipologie di culture diverse: nomadi, pescatori e sedentari. L’interazione di questi gruppi specializzati, con conoscenze diverse, hanno plasmato l’Oasi di Al-Ahsā, gestendo il deserto e contrastandone l’aridità attraverso la creazione di microambienti vitali.

Per realizzare l’evoluzione del sito nel corso dei secoli abbiamo dovuto interpretare e fondere tutte le informazioni archeologiche e ambientali: del paesaggio pre-oasiano e la Cultura Ubeid dal VI al IV millennio a.C.; dell’Età del Bronzo e dopo il III millennio a.C., con le prime tracce dell’oasi della Cultura di Dilmun; l’evoluzione dei canali e dei sistemi di drenaggio avvenuta in età ellenistica; e solo dal periodo islamico si sviluppa un’oasi su larga scala. Mentre oggi i suoi palmeti sono tra i più estesi a livello mondiale e gli unici che conservano, su vasta scala, le caratteristiche storiche delle colture e dei sistemi idraulici basati su tecniche tradizionali rimaste inalterate, all’interno di una continua evoluzione tecnologica, perpetuata per millenni, fino agli anni ’70.

L’evoluzione del paesaggio di Al-Ahsā spiega come sono nate comunità umane molto antiche e ci permette di comprendere le loro tecniche di lavoro, procedure e principi attraverso i quali si possono stabilire relazioni armoniose ed equilibrate tra presenza umana e gestione del territorio.