Haghpat è un villaggio della provincia
di Lorri, nell’Armenia settentrionale, situato vicino alla città di
Alaverdi e al confine con
la Georgia.
É notevole per il complesso di monasteri del X secolo ed è incluso
nella lista dei Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO insieme ai
monasteri di Sanahin.
Il complesso di monasteri
appartiene alla Chiesa apostolica armena, e per tutto il sito vi sono
numerosi khachkar (pietre con elaborate incisioni rappresentanti una
croce) e sepolture di vescovi.
Il complesso stesso rappresenta uno straordinario e magnifico esempio di
architettura armena medievale.
Il villaggio si trova su un
altopiano dissestato, una grande area piatta disseminata di profonde
“crepe” formate da fiumi, come per esempio il fiume Debed. Benché i
villaggi di Sanahin e Akner, come una parte della stessa Alaverdi, si
trovino in piena vista su sezioni confinanti dell’altopiano, per
andare verso di essi dal complesso di monasteri è necessaria una ripida
discesa seguita da una ripida salita.
Il monastero di Haghpat è il più
grande e importante complesso architettonico che ci sia pervenuto dal
Medioevo di quel paese. Del vasto insieme costruttivo originario, che
nei secoli ha subito distruzioni e sottrazioni, restano gli edifici
principali, raccolti in un blocco compatto circondato da un vasto
recinto fortificato, una fortezza, un eremo e una fontana (1258).
Il monastero fu fondato probabilmente
intorno al 976, quando per volontà della regina Khosrovanush, moglie
del re Ashot III (regnante dal 952 al 977), fu costruita la chiesa
principale intitolata alla Santa Croce (Sourb Nshan). La costruzione fu
completata nel 991 per volere dei due figli della fondatrice, re Smbat
(che regnò dal 977 al 989) e Gurgen, principe del piccolo regno locale
di Lore, probabilmente con la supervisione al cantiere dell'architetto
armeno Trdat (attivo tra il 989 e il 1001). Il tempio, tipico esempio di
chiesa armena con pianta a croce, ha una cupola conica restaurata tra
l'XI e il XIII secolo, impostata su un tamburo cilindrico tramite
pennacchi e archi che poggiano su pilastri con colonne addossate.

Le facciate sono abbellite da alte
fenditure a forma di V, articolate a coppie. Sulla facciata orientale,
la nicchia rettangolare sotto il timpano ospita un rilievo che ritrae i
due fratelli committenti nell'atto di reggere un modellino della chiesa,
incoronati a seconda dei loro ranghi: Smbat indossa il voluminoso
turbante simbolo del potere regale concesso ai re armeni dai califfi,
mentre Gurgen porta una specie di elmetto.
Il nartece (in armeno gavit o zhamatun)
addossato al lato occidentale della chiesa fu costruito nel 1185 a forma
di galleria rettangolare come mausoleo per i discendenti di Gurgen.
  Nel
1210 fu ampliato verso occidente fino a diventare più grande della
stessa chiesa, ma collocato su un livello più basso. Contiene il più
antico e ammirato esempio armeno di soffitto a volta,
sostenuto da
coppie di archi che si incrociano, retti da pilastri addossati alle
pareti. La tradizionale cupola con l'apertura centrale è qui sostituita
da un diverso sistema di volta a crociera.
Gli altri edifici del monastero,
tutti in basalto e di forme austere, sono raggruppati a nord-est della
chiesa. La torre campanaria, autonoma e collocata su una piccola
collina, fu costruita nel 1245 quando era abate Hamazasp. La sua forma
è assai originale: è infatti costituita da due piani sormontati da una
piccola rotonda; il piano inferiore, a pianta cruciforme, ha agli angoli
quattro sguanci esterni che sostengono il secondo piano, a pianta
ottagonale.
  Lo stesso Hamazasp fece costruire un gavit
(1253-1257)
collegato alla facciata settentrionale della chiesa tramite una
galleria, singolare per la sua collocazione di fronte a una piccola
cappella e non, come accade più di frequente, in corrispondenza di una
chiesa. Si tratta del più importante esempio armeno di edificio a
quattro piani coperto da una cupola con apertura centrale. Accanto
all'angolo sud-orientale del gavit si trova la biblioteca del monastero,
costruita nel 1262 ma successivamente trasformata in magazzino.
Il monastero di Haghpat custodisce
molti khachkar, lastre di pietra con una croce
incisa al centro, soprattutto nella galleria che attraversa la chiesa e
che conduce agli altri edifici. Un khachkar di particolare rilievo è quello
degli Amenap'rkich' (1273) che riproduce a bassorilievo una Deposizione
sovrastata nel registro superiore da Cristo in Maestà e incorniciata ai
lati dalle figure degli apostoli. La lastra fu istoriata per volontà
del principe Sadun, un membro della dinastia Ardsruni.
Il monastero di Haghpat, restaurato
nel XVII secolo, nel 1989 fu restituito alla chiesa armena per tornare a
essere un luogo di preghiera e devozione cristiana.

Sanahin
è un villaggio dell'Armenia settentrionale, appartenente alla provincia
di Lorri, oggi considerato parte della città di Alaverdi (la funivia
che connette Sanahin col centro di Alaverdi pare fosse la più ripida
dell'intera Unione Sovietica). Il villaggio è noto per il suo complesso
di monasteri, fondato nel X secolo e che fa parte dell'elenco dei
Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO insieme ai monasteri di Haghpat.
Letteralmente
in armeno il nome Sanahin significa "questo è più vecchio di
quello", il che probabilmente significa che questo villaggio
possiede un monastero più antico del suo vicino, Haghpat. I due
villaggi e i due monasteri sono molto simili fra loro, e dall'uno si può
perfettamente vedere l'altro; entrambi sorgono su un altopiano
dissestato, separati da una profonda crepa formata da un piccolo fiume
che si getta nel fiume Debed.

Come
per il sito di Haghpat, anche il complesso monasteriale di Sanahin
appartiene alla Chiesa apostolica armena ed è disseminato di numerosi
khachkar (elaborati cippi funerari in pietra rappresentanti una croce) e
tombe di vescovi.
Sanahin
è stato il luogo di nascita di due noti fratelli, i fratelli Mikoyan.
Artyom Ivanovich Mikoyan fu un famoso costruttore di aerei e uno dei
"padri" dei MiG. Anastas Mikoyan fu il politico con la più
lunga carriera come membro del politburo nell'era sovietica. Prese parte
ai negoziati che portarono al patto Molotov-Ribbentrop, fu un membro
della delegazione sovietica che provò a migliorare i rapporti con la
Jugoslavia di Tito, e giocò un ruolo importante nei negoziati della
crisi dei missili di Cuba. Una parte dei turisti del monastero si ferma
anche al vicino piccolo museo curato dai parenti dei fratelli Mikoyan.
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