I tumuli
sepolcrali della cultura
Dilmun, costruiti tra il 2050 e
il 1750
a.C., si estendono su 21 siti archeologici nella parte
occidentale dell'isola di Bahrein. Sei di questi siti sono campi di
tumuli, costituiti da poche decine ad alcune migliaia di tumuli. In
tutto ci sono 11.774 tumuli, originariamente sotto forma di basse torri
cilindriche. Gli altri 15 siti includono 17 tumuli reali, costruiti come
torri sepolcrali a due piani.
I
tumuli funerari testimoniano la prima civiltà Dilmun, attorno al II
millennio a.C., durante il quale il Bahrain divenne un centro
commerciale, la cui prosperità permise agli abitanti di sviluppare
un'elaborata tradizione di sepoltura applicabile all'intera popolazione.
Queste tombe illustrano caratteristiche uniche a livello globale, non
solo in termini di numero, densità e scala, ma anche in termini di
dettagli, ad esempio camere di sepoltura dotate di alcove.
Numero
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Sito
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Immagine
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1542-001
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Madinat
Hamad 1 Burial Mound Field (Buri)
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1542-002
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A'ali
East Burial Mound Field
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1542-003
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A'ali
West Burial Mound Field
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1542-004
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Royal
Mound 1
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1542-005
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Royal
Mound 2
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1542-006
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Royal
Mound 3
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1542-007
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Royal
Mound 4
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1542-008
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Royal
Mound 5
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1542-009
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Royal
Mound 6
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1542-010
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Royal
Mound 7
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1542-011
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Royal
Mound 8
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1542-012
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Royal
Mound 9
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1542-013
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Royal
Mound 10
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1542-014
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Pair
of Royal Mounds 11 and 12
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1542-015
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Pair
of Royal Mound 13 and 14
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1542-016
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Royal
Mound 15
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1542-017
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Royal
Mound 16
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1542-018
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Royal
Mound 17
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1542-019
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Madinat
Hamad 2 Burial Mound Field (Karzakkan)
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1542-020
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Madinat
Hamad 3 Burial Mound Field (Dar Kulayb)
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1542-021
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Janabiyah
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La cultura
Dilmun anche nota come Telmun è un'antica civiltà associata
ai ritrovamenti archeologici nelle isole del Bahrain nel Golfo Persico.
Questa terra è menzionata in testi mesopotamici come
un partner commerciale e una fonte di rame.
Sebbene
l'esatta posizione di Dilmun non sia chiara, potrebbe essersi estesa
dalle isole del Bahrain nel Golfo
Persico fino al Qatar,
l'Oman e
le coste dell'Iran affacciate
sul Golfo
Persico.
A causa
della sua posizione lungo le rotte commerciali che univano la Mesopotamia ai
regni della Civiltà
della valle dell'Indo, la civiltà Dilmun si sviluppò intorno
all'Età del
Bronzo, dal 3000
a.C., diventando uno dei crocevia commerciali più importanti del
mondo antico.
Il
primo contatto con la Mesopotamia meridionale si ebbe durante il
cosiddetto periodo Ubaid,
ed è testimoniato dal ritrovamento in moti siti archeologici di tracce
della importazione di vasellame Ubaid. Il termine Dilmun appare per la
prima volta citato in lingua sumerica cuneiforme in una tavoletta
d'argilla risalente al III millennio a.C., trovata nel tempio della dea Inanna,
nella città di Uruk.
L'aggettivo Dilmun era usato per descrivere un tipo
particolare di ascia e un funzionario specifico; inoltre si sono
ritrovate liste di partite di lana consegnate a persone collegate con
Dilmun.
Esistono
testimonianze sia scritte che archeologiche del fatto che la civiltà
araba di Dilmun avesse intrecciato delle relazioni commerciali con la
Mesopotamia e la Valle dell'Indo. Alcuni sigilli d'argilla provenienti
dalla città di Harappa nella
Valle dell'Indo sono state trovate in alcuni siti sauditi, così come un
certo numero di questi stessi sigilli sono stati trovati negli scavi
dell'antica Ur e
in altri siti archeologici della regione mesopotamica. D'altro canto
tracce di sigilli circolari utilizzati dalla civiltà di Dilmun, sono
stati trovati a Lothal in Gujarat e
in India e a Failaka,
testimoniando l'esistenza di una lunga rotta commerciale via mare che si
estendeva dalla regione della Penisola
Araba fino in Mesopotamia e nella Valle dell'Indo.
In
che cosa consistesse questo commercio è meno sicuro, si suppone che ne
fossero oggetto alcuni tipi di legno pregiato, avorio, lapislazzuli, e
alcuni beni di lusso come la corniola e le perle proveniente dal Golfo
Persico, in cambio di argento, stagno, lana, olio d'oliva e grano
proveniente dalla Mesopotamia.
Alcuni
documenti commerciali trovati in Mesopotamia, liste di beni di
importazione e persino delle scritture ufficiali che fanno menzione di Meluhha corroborano
le ipotesi sorte con il ritrovamento dei sigilli della civiltà di
Dilmun trovati ad Harappa. Riferimenti letterari a Meluhha e alla rotta
commerciale con Dilmun si trovano in diversi documenti risalenti al
periodo accadico, al periodo della Terza
dinastia di Ur e al periodo di Isin e Larsa,
ma l'attività commerciale con Dilmun dovette iniziare nel Primo
Periodo Dinastico (2600
a.C.).
Secondo
gli studiosi del Museo
Nazionale del Bahrain la civiltà Dilmun raggiunse il suo
apice tra il 2200
a.C. ed il 1600
a.C., e iniziò il suo declino con l'improvviso collasso della
civiltà della valle dell'Indo intorno al II millennio a.C., ciò
potrebbe aver spodestato Dilmun come importante avamposto commerciale
tra la Mesopotamia e l'India, spostando l'asse commerciale verso
settentrione in regioni controllate dalla sola Mesopotamia.
Tracce
di una cultura neolitica a
Dilmun sono provate dal ritrovamento di attrezzi di selce e da armi
rudimentali. Il ritrovamento di tavolette cuneiformi, di sigilli
cilindrici e di corrispondenze tra i vari sovrani territoriali gettano
maggiore luce sulla civiltà di Dilmun. Diverse citazioni in testi in
Latino, Greco, Sumero e Accadico testimoniano la conoscenza di questa
terra e di questa civiltà in diversi popoli antichi.
Alcune
testimonianze attestano che Dilmun fosse uno stato vassallo della civiltà
Assira intorno all'VIII secolo a.C. e che nel 600
a.C. venisse inglobato nel nuovo impero
Babilonese.
La
civiltà di Dilmun subì il suo totale tracollo con la fine del
commercio del rame, così a lungo controllato da questa nazione, che
cercò di risollevarsi inserendosi nelle rotte commerciali per il
traffico di incenso e spezie. La scoperta di un sontuoso ed immenso
palazzo al sito di Ras
al Qalah nel Bahrain promette
di accrescere le nostre conoscenze su questa misteriosa civiltà.
Esistono
tuttavia alcune informazioni provenienti dalle memorie di viaggio di Nearco,
ammiraglio in carica della flotta di Alessandro
Magno durante il suo ritorno dalla Valle dell'Indo. Nearco
tuttavia non poté fermarsi a Dilmun e costeggiò la riva iraniana del
Golfo Persico. Egli insediò una colonia sull'isola di Falaika lungo
le coste kuwaitiane alla fine del IV secolo a.C., ed esploro la regione
fino ai confini del regno di Dilmun. Dal tempo di Nearco fino
all'avvento dell'Islam nel VII secolo la regione di Dilmun era nota con
il nome di Tylos. La storia di questo regno durante questo periodo
è a noi sconosciuta, ma sappiamo che Tylos fu parte dell'Impero
Seleucide e forse dell'Impero
Parto.
Re Sapore
II lo annesse insieme all'Arabia orientale nell'Impero
Sasanide durante il IV
secolo.
Nei
testi che fanno riferimento a questa civiltà, se ne parla a volte come
della terra dove sorge il sole o Terra dei Viventi,
espressione ricca di forti riferimenti mitologici. Essa è lo scenario
del mito della creazione sumero e il luogo dove il dio della pioggia
sumero Ziusudra (Utnapishtim)
viene rapito dagli dei per far parte del loro consesso. Dilmun viene
anche citata nell'epopea di Enki e Ninhursag come
il luogo dove avvenne la creazione. La dea sumera dell'aria, Ninlil aveva
la sua dimora a Dilmun. Nell'Epopea
di Gilgamesh esso è uno dei luoghi deputati ad ospitare il Giardino
dell'Eden inoltre Gilgamesh, per raggiungere Dilmun, doveva
passare attraverso il monte Mashu,
che è usualmente identificato con l'insieme dei monti Libano ed Antilibano,
con lo stretto passo racchiuso fra le due.
