Paharpur
è un piccolo e antico villaggio del distretto di Rajshahi, nel
Bangladesh nord occidentale, che ospita i resti del più importante
monastero Buddhista a sud dell'Himalaya.
Il
villaggio fu abitato dal VII al XIV secolo dai Buddhisti Mahayana e fu
un importante centro culturale e intellettuale. Deve il suo nome ad un
alto tumulo simile ad una collinetta, "pahar" in lingua
locale. L'aspetto del tempio, piramidale a base cruciforme, è
influenzato dalle costruzioni coeve del sud-est asiatico.
Fin dai
tempi più antichi, a causa della sua posizione geografica, l'intera
regione del Bengala, compreso il Paharpur Vihara buddista, fu uno dei
principali collegamenti fra l'India ed Asia Sud-Orientale dai periodi
antichi.
Questa
regione ha testimoniato l'ascesa della dinastia dei Pala nell'VIII
secolo, che proseguì fino al XII secolo. Il Buddhismo raggiunse l'apice
durante tale dinastia, grazie ai re che abbracciarono gli ideali
buddisti. I successivi re costruirono diversi templi: il tempio di
Vikrashiya nel Bihar (India settentrionale) e il Paharpur Vihara.
Gli
edifici scavati in questa zona, famosa come importante centro di cultura
buddhista, sono costituiti interamente da mattoni di cotto. Sono più di
50 i siti buddhisti sparpagliati nell'area; i tre più importanti sono
Salban Vihara, Kotila Mura e Charpatra Mura.
Nel
sito archeologico sono stati ritrovati numerosi oggetti di terracotta,
monete, statuette con immagini divine e ceramiche, che sono conservati
nel museo di Paharpur e nel museo di Rajshahi.
Salban
Vihara era un monastero di 170 mq situato di fronte a un tempio nel
centro del cortile. Poco distante c'è un museo in cui sono conservati i
resti rinvenuti presso gli scavi. Questi resti comprendono targhe di
terracotta, statue di bronzo, un cofanetto di bronzo, monete, gioielli e
stupa votivi decorati con iscrizioni buddhiste. Kotila Mura comprende
tre grandi stupa che rappresentano Buddha, Dharma e Sangha, i "tre
gioielli del buddhismo".
La
scoperta più importante avvenuta a Charpatra Mura è costituita dalle
quattro tavole reali in rame con le iscrizioni delle leggi, tre
appartenenti ai governanti Chandra, l'altra a Sri Viradhara Deva, un re
del tardo periodo hindu. È da notare il fatto che le rovine principali
sorgono all'interno di un acquartieramento militare e non possono essere
visitate senza il permesso delle autorità militari. Le rovine si
trovano circa
70 km
a sud-est di Dhaka.
La
prova della diffusione del buddismo a partire dal VII secolo, è
rappresentata dal monastero conosciuto come Somapura Mahavihara, il
grande monastero, che fu un centro intellettuale fino al XVII secolo. La
struttura perfettamente armonizzata alla funzione religiosa, con le
linee semplici ed armoniose e le numerose decorazioni intagliate, rese
il monastero un simbolo architettonico che influenzò l'architettura
buddista.
Questa
struttura gigantesca occupa una corte quadrangolare, ha le alte pareti
di recinzione di circa 5 m di spessore e 3.6 m - 4.5 m di altezza.
All'interno si trovano 177 celle, 45 celle sul lato nord e
44 in
ciascuno degli altri tre lati. Originalmente lo scopo principale delle
stanze era accogliere i monaci del Vihara, ma la presenza di
basamenti nelle stanze indica che furono anche utilizzate per il culto e
la meditazione nella fase più tarda della costruzione.
Oltre
al tempio centrale nel cortile del monastero ci sono rovine di
costruzioni che sono state edificate in tempi diversi.
La
decadenza del buddismo in questa zona, iniziò con l'avanzata dell'Islam
nel XII e XIII secolo. Le rovine del Buddhist Vihare furono scoperte da
Buchanan Hamilton, che visitò il sito nel XIX secolo. In seguito
Alexander Cunningham, il primo direttore dell'iArchaeological
Survey dell'India e spesso chiamato “il padre del''archeologica
indiana", presentò un progetto per iniziare nel 1879 gli scavi a
Vihara, permesso che però non gli venne accordato.
Nel
1923 gli scavi iniziarono e si protrassero fino al 1934. Gli scavi e le
attività di conservazione mostrarono che il degrado iniziava a
diventare un problema, così il Governo del Bangladesh richiese
assistenza e contributi agli enti internazionali. Nel Novembre 1980 in
occasione della XXI Conferenza generale dell'UNESCO fu deciso di
rendere le rovine del Monastero Vihara a Paharpur e il centro storico di
Bagerhat, siti da salvaguardare. La campagna di salvaguardia iniziò nel
1985 quando il Monastero Buddista Vihara fu incluso nella World
Heritage List.
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