Grotta di Seokguram e Tempio di Bulguksa
(Corea del Sud)

PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 1995

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La costruzione della Grotta di Sokkuram cominciò nel 751 a opera di Kim Taesong, primo ministro del re Kyongdyok, e si concluse nel 774, durante il regno di Hyegong (entrambi i re appartenevano alla dinastia Siila). Inserita nel complesso monastico di Pulguska, inizialmente fu chiamata Sokbulsa, che significa "Tempio del Buddha di Pietra". La cavità venne poi restaurata per iniziativa del gran sacerdote Chongyol nel 1703, durante il dominio Choson, mentre nel 1758 fu aggiunta la scala di pietra.

Sokkuram si trova nel versante sud-orientale del Monte Toham, a Kyongju, di fronte al mare. Questa montagna è considerata sacra perché è la prima a ricevere i raggi del sole. A differenza dei templi indiani e cinesi, scavati all'interno delle colline, Sokkuram è inserita in una nicchia costruita con 360 blocchi di marmo bianco, ammucchiati e incuneati uno sopra l'altro.  

Il santuario, che appartiene attualmente all'ordine buddhista di Chogye, è costituito da un ingresso rettangolare, da un corridoio d'accesso e dalla sala rotonda principale, in cui si trova il Buddha. Nel Tempio si trovano anche 39 Bodhisattva e altre figure alte da 1,69 a 2,18 metri: tutte disposte secondo un preciso ordine gerarchico, sono scolpite con realismo e delicatezza, ma senza sovrabbondanza di dettagli. Così, mentre la colossale statua di Buddha situata nell'oratorio domina con la sua imponente solidità, le pareti si riempiono del ritmo e del dinamismo delle figure che le adornano, sempre accompagnate da una ricerca di simmetria.

L'insieme, maestoso e misterioso, rappresenta il Paradiso Puro, dove risiede Buddha (Sukkavati) nel cuore del mondo terreno, ma costituisce anche una sorta di espressione cristallizzata della religiosità Siila, che ha dato vita a una monumentale raffigurazione della cultura buddhista.  

Contrariamente alle grotte indiane di Ajanta e a quelle cinesi di Longmen, scavate nel tufo, Seogkuram fu assemblata artificialmente, dato che il duro granito del monte T'oham, su cui sorge, non permetteva di procedere altrimenti. Un'impresa, questa, che ancora oggi non manca di stupire gli archeologi, tenendo conto dei limitati mezzi tecnici che i coreani avevano a disposizione nel 742, anno in cui si iniziò la costruzione. A quel tempo, il buddhismo era penetrato in Corea da 400 anni, anche se fu soltanto intomo alla metà del VII secolo, quando i sovrani della dinastia Siila unificarono i regni della penisola, ch'esso si diffuse su scala nazionale. E la grotta di Seokguram, sulla cima della montagna, con la grande statua del Buddha Seokgamoni che guarda il mare, doveva avere anche il significato di bastione soprannaturale a protezione del regno. 

La leggenda, riportata nel Samguk Yusa (Storie dei Tre Regni) scritto nel XIV secolo, vuole che la grotta sia stata eretta da Kim Daeseong, primo ministro dei re Gyeondeok (742 - 765) e Hyegong (765 - 780). E, sempre secondo la leggenda, fu lo stesso ministro a volere nel 751 il tempio di Bulguksa, situato a mezza costa sul monte T'oham. La storia, invece, è più imprecisa riguardo alla paternità della costruzione dei due monumenti. E evidente, tuttavia, che Seokguram fu intesa come una cappella privata per i monarchi, mentre Bulguska - un vasto complesso di templi in legno e pagode in pietra - era stato concepito per i sudditi. 

Nel XIV secolo i regnanti coreani soppressero il buddhismo in favore del confucianesimo, e Seokguram e Bulguska vennero dimenticati. Riscoperti all'inizio del Novecento, i due monumenti furono poi restaurati. Dopo un primo, maldestro intervento che ne minò la stabilità, la grotta è stata dotata di un impianto di deumidificazione e di un vetro protettivo, mentre nel complesso templare sono stati ricostruiti tutti i padiglioni in legno. E nel 1996, negli scavi della pagoda Seokgamoni, il monumento più imponente di Bulguksa, è stata rinvenuta una collezione di straordinari tesori. Tra questi, il rotolo del Dharani Sutra, lungo 6,2 metri e largo 6,7 centimetri , databile tra il 706 e il 751: ipotizzando che la datazione sia corretta, esso risulterebbe essere il primo documento impresso a stampa del mondo, di oltre cent'anni più antico del Sutra del Diamante.  

La tradizione di scolpire le immagini di Buddha nella pietra e nei fianchi delle montagne venne iniziata dagli indiani; questa pratica fu raccolta prima dai cinesi e poi dai coreani. A causa della geologia del paese, con montagne prevalentemente granitiche, scolpire immagini sui loro fianchi non era un'operazione facile, quindi si preferì scavare una grotta artificiale al cui interno collocare statue. Le piccole dimensioni del tempio sotterraneo indicano che probabilmente esso era utilizzato solo dalla famiglia reale.  

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La grotta è un simbolo del viaggio spirituale verso il nirvana. I pellegrini partivano dal complesso di Bulguksa o dai piedi della montagna in cui si trova la grotta, all'ingresso della quale vi è una fontana in cui essi potevano rinfrescarsi. All'interno, l'anticamera rettangolare e uno stretto corridoio, ai cui lati si trovano alcuni bassorilievi, rappresentavano la terra, mentre la rotonda a cui essi conducono rappresentava il cielo.

Il punto più importante del tempio sotterraneo è rappresentato dalla statua di Buddha seduto che si trova nella rotonda. La statua di Buddha, scolpita in stile gupta, appare seduta con le gambe incrociate nella posizione di bhu-misparsha mudra, su un piedistallo ottagonale a forma di loto, largo 3,7 metri e alto 1,6. La figura, che raggiunge un'altezza di 2,7 metri , emana un'infinita serenità: la sua nobiltà e maestosità ispirano rispetto e venerazione in chi la contempla.

Gli occhi, contrassegnati da una linea sottilissima e completamente chiusi,  indicano l'assoluta concentrazione, mentre le ciglia, disegnate come due strette linee curve, sono lunghe ed eleganti; l'espressione intensa, la bocca semiaperta e le lunghe orecchie dai lobi pronunciati costituiscono la massima rappresentazione dello stato di sublime illuminazione proprio della religione buddhista.

 Sulla sommità del capo della statua si nota la protuberanza sacra che rappresenta la saggezza suprema. Un fiore di loto circolare, scolpito proprio dietro la testa, disegna una sorta di aureola. La tunica lascia un braccio scoperto e, in modo molto realistico, forma delle pieghe sul dorso, sul braccio e sulla gamba sinistra.

Questa magnifica opera, forse la manifestazione più alta della scultura coreana, viene considerata una delle più belle rappresentazioni della divinità di tutta l'Asia. Sulle pareti della sala principale si possono inoltre ammirare i bassorilievi di quindici icone. Quello centrale, un Bodhisattva Avalokitesvara, o Bodhisattva della Compassione, è situato proprio dietro il Buddha, che è fiancheggiato da dieci discepoli in piedi, cinque da ogni lato, accompagnati anche da un Bodhisattva e da un Deva. Sono particolarmente curiosi gli stivali e i sandali indossati dai discepoli, dalle forme appuntite. Al di sopra di queste figure, separate da un architrave di nuda pietra, dieci nicchie con Bodhisattva seduti e magnificamente scolpiti circondano il Buddha; due delle nicchie, però, sono vuote, perché furono saccheggiate durante la dominazione giapponese (1910-1945).  

Al contrario di altre statue di Buddha che hanno un'aureola attaccata dietro la testa, in questo caso viene creata l'impressione di un'aureola a causa di un piccolo rosone di granito messo sul muro dietro la statua, con un fiore di loto scolpito al suo centro. Il piedistallo è composto di tre parti: la superiore e l'inferiore recano dei petali di loto scolpiti, mentre quella centrale consiste di otto pilastri.

Il corridoio è guardato da 4 re a cavallo e da altre figure divine, alcune delle quali si trovano nell'anticamera. Nel muro retrostante della rotonda si trova un'altra statua notevole, quella di Avalokitesvara dalle undici facce, alta oltre due metri. Questa figura è l'unica del bassorilievo che guarda in avanti, mentre tutte le altre guardano di lato. Avalokitesvara indossa una corona, indossa gioielli e tiene un vaso contenente il fiore di loto.

A causa del prolungato periodo di abbandono e dei numerosi rinnovamenti subiti dal tempio sotterraneo, non è chiaro quale fosse l'aspetto originario della costruzione, così come quale fosse l'esatto corso del torrente di fronte alla grotta, che non esiste più. Una serie di restauri venne intrapresa nel 1703 e nel 1758, oltre che agli inizi del XX secolo per ben 3 volte. Dopo la seconda guerra mondiale, negli anni Sessanta il presidente Park Chung Hee diede il via ad una serie di restauri intesi a rimuovere i danni causati durante l'occupazione giapponese e a restituire il monumento al suo antico splendore. Oggi il tempio sotterraneo di Seokguram è visibile solo attraverso un vetro, posto a difesa del grande numero di turisti attratti qui dalla grotta del Buddha.

Tempio di Bulguska

Il Tempio di Bulguksa è un complesso di templi buddhista che si trova nella provincia di North Gyeongsang.

Da antiche registrazioni si può far risalire al 528 la costruzione in quest'area di un primo piccolo tempio, mentre il tempio che si può ammirare oggi venne eretto nel 751 durante il regno di Gyeongdeok, iniziato dal suo Primo Ministro per placare gli spiriti dei suoi genitori. La costruzione venne ultimata dopo la sua morte, nel 774, e venne battezzata col nome di Bulguksa, cioè "Tempio della terra di Buddha".  

Il tempio venne restaurato durante la Dinastia Chosun. Durante l'invasione giapponese del 1592 gli edifici in legno vennero completamente distrutti per mezzo del fuoco. Dopo il 1604 si iniziò la ricostruzione del complesso, seguita da circa 40 rinnovamenti fino al 1805. Durante la nuova occupazione nipponica del XX secolo, i giapponesi intrapresero un altro restauro, ma non si hanno documenti scritti che riportino l'entità dei lavori svolti; inoltre, alcuni dei tesori che erano conservati nel tempio sparirono durante quel periodo di tempo (1910 - 1945).

Dopo la seconda guerra mondiale e la successiva guerra di Corea, un nuovo parziale restauro venne condotto nel 1966. Per ordine del presidente Park Chung Hee, fra il 1969 e il 1973 vennero condotti approfonditi scavi e studi archeologici, oltre ad un ulteriore restauro che ha dato a Bulguksa l'aspetto odierno. Le strutture in pietra non sono andate distrutte durante tutti questi avvenimenti e risalgono all'epoca del regno Silla.

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Il tempio si trova sulle pendici del monte Tohamsan, vicino alla città di Gyeongiu. L'entrata al complesso è costituita da una scalinata e da un ponte che portano all'interno della struttura. Questa scalinata è composta da 33 gradini, corrispondenti ai 33 passi necessari verso l'illuminazione.

La parte inferiore, Cheongungyo (ponte della nuvola blu), è lunga 6,3 metri ed è composta di 17 gradini; la parte superiore, Baegungyo (ponte della nuvola bianca), è lunga 5,4 metri ed è composta di 16 gradini. Alla fine della scalinata vi è la porta chiamata Jahamun.

Del complesso fanno parte due pagode: Seokgatap e Dabotap. La prima è una pagoda di 3 piani, alta 8,2 metri e costruita in pietra, in stile tipicamente coreano, risalente all'VIII secolo. La seconda ha una struttura con moltissime decorazioni, è alta 10,4 metri e la sua immagine è riportata sulle monete da 10 won.

La sala principale è detta Daeung Jeon ("sala della grande illuminazione"), costruita nel 681, al di fuori della quale si trovano le due pagode citate precedentemente. Dietro questa sala si trova la Munseol Jeon ("sala del silenzio"), che deve il suo nome alla credenza che gli insegnamenti di Buddha non possano essere insegnati con le sole parole. Questa sala dovrebbe risalire al 670.  

Oltre a queste strutture, nel complesso si trovano numerose altre sale, statue (perlopiù rappresentanti figure di Buddha) e lanterne, che fanno del complesso di templi di Bolguksa uno dei luoghi storici più importanti della Corea del Sud, meta turistica di moltissime persone ogni anno.  

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