La
costruzione della Grotta di Sokkuram cominciò nel
751 a
opera di Kim Taesong, primo ministro del re Kyongdyok, e si concluse nel
774, durante il regno di Hyegong (entrambi i re appartenevano alla
dinastia Siila). Inserita nel complesso monastico di Pulguska,
inizialmente fu chiamata Sokbulsa, che significa "Tempio del Buddha
di Pietra". La cavità venne poi restaurata per iniziativa del gran
sacerdote Chongyol nel 1703, durante il dominio Choson, mentre nel 1758
fu aggiunta la scala di pietra.
Sokkuram
si trova nel versante sud-orientale del Monte Toham, a Kyongju, di
fronte al mare. Questa montagna è considerata sacra perché è la prima
a ricevere i raggi del sole. A differenza dei templi indiani e cinesi,
scavati all'interno delle colline, Sokkuram è inserita in una nicchia
costruita con 360 blocchi di marmo bianco, ammucchiati e incuneati uno
sopra l'altro.
Il
santuario, che appartiene attualmente all'ordine buddhista di Chogye, è
costituito da un ingresso rettangolare, da un corridoio d'accesso e
dalla sala rotonda principale, in cui si trova il Buddha. Nel Tempio si
trovano anche 39 Bodhisattva e altre figure alte da
1,69 a
2,18 metri: tutte disposte secondo un preciso ordine gerarchico, sono
scolpite con realismo e delicatezza, ma senza sovrabbondanza di
dettagli. Così, mentre la colossale statua di Buddha situata
nell'oratorio domina con la sua imponente solidità, le pareti si
riempiono del ritmo e del dinamismo delle figure che le adornano, sempre
accompagnate da una ricerca di simmetria.
L'insieme,
maestoso e misterioso, rappresenta il Paradiso Puro, dove risiede Buddha
(Sukkavati) nel cuore del mondo terreno, ma costituisce anche una sorta
di espressione cristallizzata della religiosità Siila, che ha dato vita
a una monumentale raffigurazione della cultura buddhista.

Contrariamente
alle grotte indiane di Ajanta e a quelle cinesi di Longmen, scavate nel
tufo, Seogkuram fu assemblata artificialmente, dato che il duro granito
del monte T'oham, su cui sorge, non permetteva di procedere altrimenti.
Un'impresa, questa, che ancora oggi non manca di stupire gli archeologi,
tenendo conto dei limitati mezzi tecnici che i coreani avevano a
disposizione nel 742, anno in cui si iniziò la costruzione. A quel
tempo, il buddhismo era penetrato in Corea da 400 anni, anche se fu
soltanto intomo alla metà del VII secolo, quando i sovrani della
dinastia Siila unificarono i regni della penisola, ch'esso si diffuse su
scala nazionale. E la grotta di Seokguram, sulla cima della montagna,
con la grande statua del Buddha Seokgamoni che guarda il mare, doveva
avere anche il significato di bastione soprannaturale a protezione del
regno.
La
leggenda, riportata nel Samguk Yusa (Storie dei Tre Regni) scritto nel
XIV secolo, vuole che la grotta sia stata eretta da Kim Daeseong, primo
ministro dei re Gyeondeok (742 - 765) e Hyegong (765 - 780). E, sempre
secondo la leggenda, fu lo stesso ministro a volere nel 751 il tempio di
Bulguksa, situato a mezza costa sul monte T'oham. La storia, invece, è
più imprecisa riguardo alla paternità della costruzione dei due
monumenti. E evidente, tuttavia, che Seokguram fu intesa come una
cappella privata per i monarchi, mentre Bulguska - un vasto complesso di
templi in legno e pagode in pietra - era stato concepito per i sudditi.
Nel
XIV secolo i regnanti coreani soppressero il buddhismo in favore del
confucianesimo, e Seokguram e Bulguska vennero dimenticati. Riscoperti
all'inizio del Novecento, i due monumenti furono poi restaurati. Dopo un
primo, maldestro intervento che ne minò la stabilità, la grotta è
stata dotata di un impianto di deumidificazione e di un vetro
protettivo, mentre nel complesso templare sono stati ricostruiti tutti i
padiglioni in legno. E nel 1996, negli scavi della pagoda Seokgamoni, il
monumento più imponente di Bulguksa, è stata rinvenuta una collezione
di straordinari tesori. Tra questi, il rotolo del Dharani Sutra, lungo
6,2 metri
e largo
6,7 centimetri
, databile tra il 706 e il 751: ipotizzando che la datazione sia
corretta, esso risulterebbe essere il primo documento impresso a stampa
del mondo, di oltre cent'anni più antico del Sutra del Diamante.
La
tradizione di scolpire le immagini di Buddha nella pietra e nei fianchi
delle montagne venne iniziata dagli indiani; questa pratica fu raccolta
prima dai cinesi e poi dai coreani. A causa della geologia del paese,
con montagne prevalentemente granitiche, scolpire immagini sui loro
fianchi non era un'operazione facile, quindi si preferì scavare una
grotta artificiale al cui interno collocare statue. Le piccole
dimensioni del tempio sotterraneo indicano che probabilmente esso era
utilizzato solo dalla famiglia reale.

La
grotta è un simbolo del viaggio spirituale verso il nirvana. I
pellegrini partivano dal complesso di Bulguksa o dai piedi della
montagna in cui si trova la grotta, all'ingresso della quale vi è una
fontana in cui essi potevano rinfrescarsi. All'interno, l'anticamera
rettangolare e uno stretto corridoio, ai cui lati si trovano alcuni
bassorilievi, rappresentavano la terra, mentre la rotonda a cui essi
conducono rappresentava il cielo.
Il
punto più importante del tempio sotterraneo è rappresentato dalla
statua di Buddha seduto che si trova nella rotonda. La
statua di Buddha, scolpita in stile gupta, appare seduta con le gambe
incrociate nella posizione di bhu-misparsha mudra, su un piedistallo
ottagonale a forma di loto, largo
3,7 metri
e alto 1,6. La figura, che raggiunge un'altezza di
2,7 metri
, emana un'infinita serenità: la sua nobiltà e maestosità ispirano
rispetto e venerazione in chi la contempla.
Gli
occhi, contrassegnati da una linea sottilissima e completamente chiusi,
indicano l'assoluta concentrazione, mentre le ciglia, disegnate
come due strette linee curve, sono lunghe ed eleganti; l'espressione
intensa, la bocca semiaperta e le lunghe orecchie dai lobi pronunciati
costituiscono la massima rappresentazione dello stato di sublime
illuminazione proprio della religione buddhista.
Sulla
sommità del capo della statua si nota la protuberanza sacra che
rappresenta la saggezza suprema. Un fiore di loto circolare, scolpito
proprio dietro la testa, disegna una sorta di aureola. La tunica lascia
un braccio scoperto e, in modo molto realistico, forma delle pieghe sul
dorso, sul braccio e sulla gamba sinistra.
Questa
magnifica opera, forse la manifestazione più alta della scultura
coreana, viene considerata una delle più belle rappresentazioni della
divinità di tutta l'Asia. Sulle pareti della sala principale si possono
inoltre ammirare i bassorilievi di quindici icone. Quello centrale, un
Bodhisattva Avalokitesvara, o Bodhisattva della Compassione, è situato
proprio dietro il Buddha, che è fiancheggiato da dieci discepoli in
piedi, cinque da ogni lato, accompagnati anche da un Bodhisattva e da un
Deva. Sono particolarmente curiosi gli stivali e i sandali indossati dai
discepoli, dalle forme appuntite. Al di sopra di queste figure, separate
da un architrave di nuda pietra, dieci nicchie con Bodhisattva seduti e
magnificamente scolpiti circondano il Buddha; due delle nicchie, però,
sono vuote, perché furono saccheggiate durante la dominazione
giapponese (1910-1945).

Al
contrario di altre statue di Buddha che hanno un'aureola attaccata
dietro la testa, in questo caso viene creata l'impressione di un'aureola
a causa di un piccolo rosone di granito messo sul muro dietro la statua,
con un fiore di loto scolpito al suo centro. Il piedistallo è composto
di tre parti: la superiore e l'inferiore recano dei petali di loto
scolpiti, mentre quella centrale consiste di otto pilastri.
Il
corridoio è guardato da 4 re a cavallo e da altre figure divine, alcune
delle quali si trovano nell'anticamera. Nel muro retrostante della
rotonda si trova un'altra statua notevole, quella di Avalokitesvara
dalle undici facce, alta oltre due metri. Questa figura è l'unica del
bassorilievo che guarda in avanti, mentre tutte le altre guardano di
lato. Avalokitesvara indossa una corona, indossa gioielli e tiene un
vaso contenente il fiore di loto.
A causa
del prolungato periodo di abbandono e dei numerosi rinnovamenti subiti
dal tempio sotterraneo, non è chiaro quale fosse l'aspetto originario
della costruzione, così come quale fosse l'esatto corso del torrente di
fronte alla grotta, che non esiste più. Una serie di restauri venne
intrapresa nel 1703 e nel 1758, oltre che agli inizi del XX secolo per
ben 3 volte. Dopo la seconda guerra mondiale, negli anni Sessanta il
presidente Park
Chung Hee diede il via ad una serie di restauri intesi a
rimuovere i danni causati durante l'occupazione giapponese e a
restituire il monumento al suo antico splendore. Oggi il tempio
sotterraneo di Seokguram è visibile solo attraverso un vetro, posto a
difesa del grande numero di turisti attratti qui dalla grotta del
Buddha.
Tempio
di Bulguska

Il Tempio
di Bulguksa è un complesso di templi buddhista che si trova
nella provincia di North
Gyeongsang.
Da
antiche registrazioni si può far risalire al 528 la costruzione in
quest'area di un primo piccolo tempio, mentre il tempio che si può
ammirare oggi venne eretto nel 751 durante il regno di Gyeongdeok,
iniziato dal suo Primo Ministro per placare gli spiriti dei suoi
genitori. La costruzione venne ultimata dopo la sua morte, nel 774, e
venne battezzata col nome di Bulguksa, cioè "Tempio della terra di
Buddha".

Il
tempio venne restaurato durante
la Dinastia Chosun.
Durante l'invasione giapponese del 1592 gli edifici in legno vennero
completamente distrutti per mezzo del fuoco. Dopo il 1604 si iniziò la
ricostruzione del complesso, seguita da circa 40 rinnovamenti fino al
1805. Durante la nuova occupazione nipponica del XX secolo, i giapponesi
intrapresero un altro restauro, ma non si hanno documenti scritti che
riportino l'entità dei lavori svolti; inoltre, alcuni dei tesori che
erano conservati nel tempio sparirono durante quel periodo di tempo (1910
- 1945).
Dopo la
seconda guerra mondiale e la successiva guerra di Corea, un nuovo
parziale restauro venne condotto nel 1966. Per ordine del presidente
Park Chung Hee, fra il 1969 e il 1973 vennero condotti approfonditi
scavi e studi archeologici, oltre ad un ulteriore restauro che ha dato a
Bulguksa l'aspetto odierno. Le strutture in pietra non sono andate
distrutte durante tutti questi avvenimenti e risalgono all'epoca del
regno Silla.

Il
tempio si trova sulle pendici del monte Tohamsan, vicino alla città di
Gyeongiu. L'entrata al complesso è costituita da una scalinata e da un
ponte che portano all'interno della struttura. Questa scalinata è
composta da 33 gradini, corrispondenti ai 33 passi necessari verso
l'illuminazione.
La
parte inferiore, Cheongungyo (ponte della nuvola blu), è lunga
6,3 metri
ed è composta di 17 gradini; la parte superiore, Baegungyo
(ponte della nuvola bianca), è lunga
5,4 metri
ed è composta di 16 gradini. Alla fine della scalinata vi è la porta
chiamata Jahamun.
Del
complesso fanno parte due pagode: Seokgatap e Dabotap. La prima è una
pagoda di 3 piani, alta
8,2 metri
e costruita in pietra, in stile tipicamente coreano, risalente all'VIII
secolo. La seconda ha una struttura con moltissime decorazioni, è alta
10,4 metri
e la sua immagine è riportata sulle monete da 10 won.
La sala
principale è detta Daeung Jeon ("sala della grande
illuminazione"), costruita nel 681, al di fuori della quale si
trovano le due pagode citate precedentemente. Dietro questa sala si
trova
la Munseol Jeon
("sala del silenzio"), che deve il suo nome alla credenza che
gli insegnamenti di Buddha non possano essere insegnati con le sole
parole. Questa sala dovrebbe risalire al 670.
Oltre
a queste strutture, nel complesso si trovano numerose altre sale, statue
(perlopiù rappresentanti figure di Buddha) e lanterne, che fanno del
complesso di templi di Bolguksa uno dei luoghi storici più importanti
della Corea del Sud, meta turistica di moltissime persone ogni anno.

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