Nara
è una città del Giappone, di circa 320.000 abitanti, situata
nell'isola di Honshu, è il capoluogo della prefettura di Nara e la
maggiore città in questa prefettura.
Antica
capitale dal 710 al 794, ora è un luogo di alto interesse artistico e
turistico. È caratteristica la presenza di cervi che girano liberamente
per i parchi e chiedono in modo esplicito ai turisti cibo. Questo
animale è il simbolo della città tanto da essere riprodotto anche sui
tombini delle strade.
"I
re della dinastia Shang donarono prosperità al regno dopo aver
trasferito la loro capitale cinque volte. I re della dinastia Zhou
assicurarono la pace al regno dopo aver trasferito la loro capitale tre
volte. Oggi il nostro re, ascoltati gli indovini, ha scelto di erigere
una nuova capitale nella valle di Nara, dove sorgerà, protetta su tre
lati dalle montagne, in corrispondenza dei punti contrassegnati dalla
Tartaruga Nera, dal Drago Celeste, dalla Tigre Bianca e dall'Uccello
Rosso. La lista dei materiali da costruzione verrà compilata e approvata prima
dell'inizio dei lavori. Si comincerà a costruire dopo il raccolto
autunnale".

Questo
è il testo dell'editto che sanciva la nascita della città di Heijò Kyò,
documento reso pubblico nel XV giorno del II mese del I anno dell'era
Wadò e registrato nello Shóku-Nihongi, cronaca ufficiale del Giappone
dell'VIII secolo. Heijò Kyò, o Nara, come verrà poi chiamata, fu la
capitale giapponese dal 710 al 784. In quel breve periodo il Giappone
subì un profondo mutamento, trasformandosi in uno Stato con un governo
e un apparato burocratico e legislativo centralizzato, sul modello
cinese.
E, da
poco più di un secolo, dalla Cina era arrivato anche il buddhismo.
Eretta su modello di Chang'an (l'attuale Xi'an), capitale della dinastia
Tang, Heijò Kyò venne pianificata secondo i principi della geomanzia
cinese. A pianta rettangolare, aveva un asse centrale -
la Suzaku Oji
- che la separava in due parti: Sakyò (la "città sinistra",
a est) e Ukyo (la "città destra", a ovest). Ognuna di queste
parti ospitava un mercato ed era divisa da un reticolo di nove jo
(strade in direzione est-ovest) e quattro bó (strade in direzione
nord-sud). Il palazzo imperiale si trovava al centro della zona
settentrionale.
I
quartieri a sud del palazzo erano occupati dalle residenze della nobiltà
di corte. Negli altri si trovavano le zone abitate da artigiani e
commercianti. In prossimità del lato nord-est di Heijò Kyò, in una
zona detta Gekyò ("città esterna"), furono eretti una
cinquantina di templi buddhisti, appartenenti alle cosiddette "sei
scuole di Nara" - Jòijitsu, Sanron, Hossò, Kusha, Kegon e Ritsu -
e retti ognuno da un monaco cinese. Questi furono il centro propulsore
per la diffusione del buddhismo a scapito dell'"indigeno"
shintoismo.
Il
sostenitore più entusiasta della nuova filosofia fu l'imperatore Shòmu
(724-749) che fece costruire in ogni provincia del Giappone un tempio
(kokubunji) e un convento di monache (kokubunniji). Inoltre, nella
capitale fece edificare il Todaiji (Grande Tempio Orientale), dove
venivano ordinati tutti i monaci.
La costruzione del Todaiji
(terminata nel 752) fu un'impresa ciclopica: la sala principale
(Daibutsuden) conteneva una statua di bronzo del Buddha Vairocana (il
Buddha Signore dell'Universo) alta
18 metri
e del peso di 450 tonnellate.
La sala stessa, alta
48 metri
, è il più grande edificio in legno del mondo. Il tempio e la statua
originali sono andati distrutti in un incendio e ricostruiti in
dimensioni più modeste alla fine del XVI secolo.
Ancora
spettacolare, il "nuovo" Todaiji costituisce il cuore della
Nara odierna, dove si trovano numerosi complessi religiosi buddhisti
dell'era di Heijò Kyò - come il Kòfukuji e il Gangoji, - e anche il
Kasugaji, il più celebre tempio shintoista del Giappone.



Sono
costituiti da padiglioni e pagode, alcune alte anche sette piani,
dipinti in rosso vermiglio, colore che contrasta splendidamente con il
verde delle conifere della foresta che circonda la città.
Quando,
nel 784, Heijo Kyò fu abbandonata, a testimonianza della città rimase
il palazzo imperiale, mentre il resto venne coltivato a riso.
Oggi di
quell'edificio restano le fondamenta (alcuni settori sono stati
ricostruiti e sono aperti al pubblico) e negli scavi sono state
rinvenute migliaia di tavolette di legno che hanno permesso di svelare
in ogni dettaglio la vita alla corte giapponese nell'VlII secolo.