La miniera
d'argento di Iwami Ginzan è un sito che si trova nella
prefettura di Shimane, in Giappone. Il sito sottoposto a protezione si
estende su di una superficie di
442 ettari
, con una zona cuscinetto di
3.221 ettari
.
Nei
pressi della miniera si trova un villaggio ben conservato in cui
abitavano i minatori, risalente al periodo di attività estrattiva
(benché alcune costruzioni siano di epoca più recente, ricostruzioni
di edifici andati distrutti in seguito ad incendi). Furono inoltre
costruite strade di collegamento a tre città portuali da cui l'argento
veniva commerciato con altre nazioni, soprattutto Cina e Corea.
La
miniera venne sviluppata nel 1526 da Kamiya Jutei, un mercante
giapponese. Agli inizi del XVII secolo venne raggiunta la massima
produzione d'argento, circa 38 tonnellate l'anno, che all'epoca erano un
terzo dell'intera produzione mondiale.
L'argento estratto dalla miniera
venne largamente usato per coniare monete. Questo sito fu al centro di
aspre dispute da parte dei locali signori della guerra fino a che, come
risultato della Battaglia di Sekigahara del 1600, lo Shogunato Tokugawa
ne prese il controllo. Successivamente il sito venne recintato da una
barricata costruita con tronchi di pino e al suo centro venne eretto il Castello
Yamabuki.
Nel corso del XIX secolo la
produzione della miniera decrebbe in seguito alle difficoltà nel
contenere i costi di estrazione, sempre maggiori in quanto il minerale
si trovava sempre più in profondità; si arrivò ad estrarre circa 100
chili d'argento l'anno, fino a giungere alla chiusura definitiva nel
1923.