Siti della Rivoluzione industriale Meiji in Giappone: ferro e acciaio, cantieri navali e miniere di carbone
Giappone

PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 2015

Video

 

Ferro e acciaio, cantieri navali e miniere di carbone, sono le componenti che caratterizzano le 23 strutture, soprattutto situate nel sud-ovest del Giappone, che testimoniano la rapida industrializzazione del paese, dopo la rivoluzione Meiji iniziata nel 1868.

Esso testimonia la rapida industrializzazione del paese avvenuta tra la metà del XIX secolo fino all'inizio del XX secolo, attraverso lo sviluppo della siderurgia, dei cantieri navali e dell'estrazione del carbone. 

Il sito illustra il processo attraverso il quale il Giappone feudale iniziò il trasferimento della tecnologia da Europa e America a partire dalla metà del XIX secolo e come questa tecnologia fu adattata alle esigenze del paese e alle tradizioni sociali. Il sito testimonia quello che è considerato essere il primo trasferimento di successo dell'industrializzazione occidentale a una nazione non occidentale.

La rivoluzione industriale ha avuto principalmente luogo in città come Nagasaki, Kagaoshima chiamata la “Napoli del Giappone”, con cui è gemellata, per via della localizzazione
.

Il Rinnovamento Meiji, altrimenti detto Rivoluzione o Restaurazione Meiji, fu il radicale cambiamento nella struttura sociale e politica del Giappone che riconsegnò il potere all'imperatore dopo secoli di dominio degli shogun.

Ebbe luogo tra il 1866 e il 1869, tra la fine del periodo Edo (anche detto del tardo shogunato Tokugawa) e l'inizio del periodo Meiji. Il più importante resoconto di prima mano degli eventi del 1862 - 69 redatto da uno straniero è, probabilmente, quello del diplomatico inglese Sir Ernest Satow.

La formazione dell'alleanza Satcho nel 1866 tra Saigō Takamori, del feudo di Satsuma, e Kido Kōin, del feudo di Chōshū, segna l'inizio del rinnovamento Meiji. Questa alleanza si fece sostenitrice della causa imperiale contro lo shogunato Tokugawa, che controllava la politica e l'esercito giapponese dal 1603.

Il bakufu Tokugawa ebbe ufficialmente fine il 9 novembre 1867, quando il quindicesimo shogun Tokugawa Yoshinobu "consegnò i propri poteri nelle mani dell'imperatore" e si dimise dalla carica dieci giorni più tardi. Era l'effettiva restituzione del potere al sovrano, Yoshinobu abbandonò la scena politica, ma le forze fedeli allo shogunato si rifiutarono di cedere le armi.

Poco dopo, nel gennaio 1868, cominciò la guerra Boshin (Guerra dell'anno del drago) con la battaglia di Toba-Fushimi, alla periferia di Kyoto, in cui l'esercito comandato dai signori di Chōshū e Satsuma sconfisse quello delle forze lealiste dello shogunato. Queste ultime subirono una serie di altre sconfitte, sia in battaglie campali che navali. Quanto restava delle forze dello shogun si ritirò verso la fine del 1868 in Hokkaidō, al comando del comandante della marina militare Enomoto Takeaki, che fondò la repubblica di Ezo. Il nuovo stato ebbe vita breve: nel maggio 1869, con la battaglia di Hakodate, le truppe dello shogunato furono assediate nella loro roccaforte e dovettero capitolare.

La resa rappresentò la fine dello shogunato e del suo regime feudale. Il 3 gennaio del 1869, dopo la fuga in Hokkaido delle truppe dello shogunato, l'Imperatore Mutsuhito proclamò ufficialmente la restaurazione del potere imperiale.

I capi del rinnovamento Meiji dichiaravano di aver agito soltanto nell'interesse del potere imperiale. Questo non era del tutto vero. Il potere passò dallo shogunato Tokugawa a una nuova oligarchia formata da nobili della corte imperiale e da esponenti dei feudi che avevano sostenuto il rinnovamento, in particolare provenienti da Satsuma (Ōkubo Toshimichi e Saigō Takamori) e di Chōshū (Hirobumi Ito, Aritomo Yamagata, e Kido Kōin), ma anche da Hizen e da Tosa; gli uomini appartenenti a questa ristretta cerchia, successivamente ribattezzati con il termine genrō, pur mirando all'emancipazione del Giappone dalle potenze occidentali, si fecero promotori di un processo di riforma ispirato proprio ai sistemi statuali occidentali che, soprattutto grazie all'apporto di Hirobumi Ito, culminò con l'adozione della Costituzione Meiji, la prima costituzione intesa in senso moderno in Asia.