Il
termine (letteralmente «antico tumulo») indica la sepoltura,
generalmente non ipogea, costituita da un tumulo a pianta circolare,
oblunga o di varie forme, che caratterizza in Giappone l'omonimo
periodo, circoscrivibile tra la fine del III e quella del VII sec. d.C.,
in cui la presenza di classi economicamente e politicamente dominanti si
rifletté in un rilevante sviluppo della cultura funeraria.
Nell'evoluzione
della cultura dei kofun si è soliti distinguere tre fasi:
iniziale (III-IV sec.), media (V sec.), tarda (VI-VII sec.). Mentre
nelle fasi iniziale e media i kofun si configurano come
monumenti politici edificati per esaltare l'autorità di un capo,
secondo l'esempio delle tombe cinesi e coreane, nella fase tarda si
assiste a un proliferare di tumuli di dimensioni minori (mediamente meno
di 15 metri di diametro), contenenti talora più sepolture, destinati
soprattutto a una burocrazia locale addetta al controllo della
produzione agricola sempre più fiorente: dei circa centomila kofun noti
finora in Giappone, si calcola pertanto che almeno il 90% appartenga
alla fase tarda.
Nella
sua forma originaria (documentata nel Kyushu e nel Kinki) di semplice
fossa atta a contenere una bara, secondo la teoria tradizionale il kofun sarebbe
il risultato dell'evoluzione della tomba megalitica di forma geometrica
del periodo Yayoi con evidenti influssi continentali, soprattutto
coreani.
Disposti
sulla superficie del terreno o anche su una terrazza sopraelevata, i
prototipi dei kofun sembrano essere stati ricoperti da una stele
funeraria cui si sostituì via via un tumulo di dimensioni e forme
differenti.
Le
recenti ricerche hanno tuttavia documentato già nel primo e medio
periodo Yayoi la presenza nel Kinai di tumuli di sezione circolare e
quadrata, di esigue dimensioni, adibiti a sepolture singole o
collettive, generalmente delimitati da fossati; sono inoltre emerse
alcune sepolture della fine del periodo Yayoi con elementi comuni al
tumulo classico a forma di toppa di serratura, destinato ad assumere,
tra il IV e il V sec., aspetti monumentali.
Tuttavia
è stato pure rilevato che, a differenza del prototipo Yayoi, il
classico zenpōkōen presenta costantemente l'orientamento della salma
verso Nord, il che sembrerebbe sintomatico del sorgere di nuove
concezioni religiose contemporaneamente al consolidarsi di questa
struttura funeraria.
I
tumuli di tipo enfun e hōfun, tra la fine del III e la
metà del IV sec., evolsero in forme più complesse, come quella a base
quadrata sormontata da una cupola, oltre alla tipologia classica del kofun
zenpōkōen. Quest'ultimo, particolarmente diffuso nelle regioni del
Kinki, del Mare Interno e del Kyushu settentrionale, si presenta spesso
in dimensioni maestose e circondato da ampi fossati: oltre al celebre kofun,
presente nella prefettura di Osaka, dell'imperatore Nintoku (lungo 486 m
e alto 36 m, la cui volumetria complessiva supera quella delle piramidi
egizie), e quelli, di poco inferiori, degli imperatori Ōjin e Richū,
ne sono noti circa 40 di lunghezza superiore ai 200 m. I pendii, con
lastricature in ardesia, sono ornati di composizioni di ciottoli e delle
tipiche terrecotte haniwa (v.) conficcate nel terreno, mentre
la cella funeraria disposta verso la sommità del tumulo non riprende
generalmente la forma esterna del kofun. La medesima struttura zenpokoen che
di solito presenta la parte anteriore squadrata a trapezio e quella
posteriore tumuliforme, può avere talora una forma squadrata sul retro,
come è stato riscontrato in c.a 300 tumuli, nessuno dei quali supera i
200 m di lunghezza.
Tra
la seconda metà del VI sec. e la prima metà del. VII alle strutture
tradizionali dei kofun si aggiungono, sul davanti o sul retro
del tumulo, prolungamenti di base quadrata, secondo i più complessi
modelli continentali: la cella funeraria è preceduta da un corridoio
d'accesso cui si aggiunge talora un ambiente supplementare indipendente
destinato a contenere le offerte al defunto. Questa appendice
strutturale si accompagna alla diminuzione delle dimensioni generali del
tumulo che si riscontra nella tarda fase della cultura dei kofun.
In concomitanza con la riduzione delle dimensioni dei kofun si assiste
al fenomeno del loro fitto raggruppamento in vaste aree adibite a
centinaia di sepolture, come attestano molti siti denominati col
suffisso toponomastico senzuka (letteralmente «mille tombe»),
p.es. Toki-senzuka, Shinoda-senzuka, Takayasu-senzuka (prefettura di
Osaka), Toriya-senzuka (prefettura di Nara) e Iwaba-senzuka (prefettura
di Wakayama).
I
più recenti studi tendono a interpretare le varie differenziazioni
strutturali dei kofun come l'espressione di un ordine
gerarchico dettato dal centro politico dello Yamato. E stato inoltre
rilevato che certe variazioni della pianta dei kofun imperiali
e nobiliari della prefettura di Nara corrispondono talora al mutamento
di situazioni politiche: tra la fine del VI sec. e la metà del VII,
periodo in cui a corte domina il potente clan dei Soga, i tumuli sorgono
generalmente su pianta quadrata (come p.es. i kofun dell'imperatore
Yomei, dell'imperatrice Suiko e di Soga no Umako), mentre dalla seconda
metà del VII sec., quando ormai il potere dei Soga è tramontato, le
sepolture imperiali adottano la pianta ottagonale (come p.es. il k. dell'imperatore
Tenji).

Particolarmente
significativo, al fine di cogliere i nessi culturali del Giappone nella
sua fase protostorica, è lo studio del ricco corredo funebre dei kofun.
Disposto generalmente attorno alla testa e ai fianchi del defunto, esso
consiste soprattutto in gioielli, bracciali, orecchini, anelli, perle,
pendenti fra cui i caratteristici magatama, pettini in lacca, e
persino oggetti in vetro. Legate probabilmente a funzioni magico rituali
sembrano le grandi spade cinesi iscritte e con l'impugnatura decorata da
figure animali traforate, come pure gli specchi, disposti in ordine
preciso intorno alla testa e sul petto dei defunti, contenenti spesso
iscrizioni datate. Recenti indagini sugli specchi, i cui esemplari più
antichi risultano di fabbricazione cinese mentre quelli più recenti di
produzione locale, hanno rivelato inoltre che un tipo di decorazione a
cerchi bordati da minuscoli triangoli compare costantemente nei tumuli
di tipo zenpokoen, anche al di fuori del Kinai e sarebbe
sintomatica dell'espandersi della zona di influenza dello Yamato.
Fra
il corredo funebre non manca inoltre vasellame di produzione Haji e Sue, quest'ultimo
presente in forme particolarmente varie, con figure a tutto tondo legate
soprattutto a modelli continentali. Nelle tombe aristocratiche sono
state rinvenute anche corone d'oro o in bronzo dorato simili a quelle
del regno coreano di Koguryŏ. Le tombe nobiliari risultano inoltre
ricche di armi e bardature: archi, punte di freccia, faretre, lance,
spade, pugnali, scudi, selle con finimenti. Ornamenti litici finemente
decorati come bracciali incisi, vasi, cilindrici o a forma di biwa (strumento
musicale della famiglia dei liuti), sembrano comparire verso la seconda
metà del IV secolo. All'incirca nello stesso periodo la bara lignea
appare inserita all'interno di un sarcofago in terracotta o in pietra,
talora sagomato a forma di imbarcazione, e questo tipo di sepoltura,
oltre alla zona di origine del Kinki compare anche nelle attuali
prefetture di Shiga, Aichi, Gifii e Mie, il che attesta l'estendersi a
Est della sfera di influenza dello Yamato. Tale limite orientale, un
tempo identificato con la prefettura di Tochigi, è stato
successivamente esteso alle prefetture di Niigata, Fukushima, Miyagi e
anche Iwate, ove sono stati identificati esempì tardi di k. zenpōkōen.
Oltre
al corredo funerario anche lo studio delle misure dei kofun ha
evidenziato le aree culturali dell'Estremo Oriente attorno alle quali il
Giappone dovette gravitare tra il IV e il VI sec. d.C. È risultato
infatti che, al di là delle differenze morfologiche, i kofun furono
costruiti secondo un'unità di misura fissa per dati periodi: tra il IV
e il V sec., p.es., si usò un'unità corrispondente a 23 cm, mentre tra
la metà del V e la metà del VI sec. ne fu scelta una di 25 cm
corrispondente all'unità adottata nel Sud della penisola coreana e
successivamente quella cinese dei Wei Orientali (534-550),
corrispondente a 35 cm.
Oltre
al Kinai, culla della cultura dei kofun, sono state identificate
alcune importanti aree di diffusione: quella di Kibi, che comprende
parte delle prefetture di Okayama e Kagawa, sulle due rive opposte del
Mare Interno, quella di Izumo, che comprende le prefetture di Tottori e
Shimane, quella di Hyūga, nella parte orientale del Kyushu, che appare
più affine alla cultura del Kinai che non a quella del vicino ma più
isolato Kyushu settentrionale. Le propaggini orientali sono
rappresentate dal Nōbi che comprende le prefetture di Gifii e Aichi, e
dal Jōmō, che ha per ceritro la prefettura di Tochigi. Un caso
particolare di produzione provinciale presenta il Kyushu settentrionale
che annovera, nelle prefetture di Fukuoka, Kumamoto, Saga e Oita, oltre
cento tombe, che pur completamente prive di haniwa, presentano le
pareti interne vivacemente decorate con motivi incisi o scolpiti in
rilievo, fra i quali domina il chokkomon, combinazione di linee
diritte e curve riprese dagli specchi cinesi, motivo anche documentato
nelle sepolture del Kinai. Le tombe più tarde, dal VI sec. in poi, sono
caratterizzate da pitture a uno o più colori di figure animali e
talvolta umane, imbarcazioni, motivi geometrici e simbolici che sembrano
una rielaborazione autonoma delle stesse decorazioni riscontrabili nel
Kinai e certamente ricollegabili a modelli continentali. Le tombe
decorate con incisioni e dipinti non sono però una prerogativa del
Kyushu settentrionale, ma compaiono anche nell'Honshu, nelle prefetture
di Okayama e al Nord, nella prefettura di Fukushima, a Izumizaki, il più
settentrionale dei kofun dipinti.
Si
tratta sempre di imitazioni provinciali di quanto veniva prodotto al
centro, l'area del Kinai, che anche nel campo delle decorazioni
parietali aveva esempi classici, come dimostra il celebre kofun di
Takamatsuzuka, scoperto nel 1972 nella prefettura di Nara e databile
intorno alla fine del VII secolo. Esso costituisce l'esempio storico
artistico, più rilevante di k. nobiliare tardo, proprio della
fase in cui sono ormai scomparsi i monumentali mausolei di tipo zenpōkōen.
Il tumulo, di esigue dimensioni (diam. 18 m, alt. 5 m), ricopre una
cella rettangolare litica (2,16 x 1,13 m) con pareti dipinte su intonaco
con raffigurazioni tratte dalla cosmologia cinese, in uno stile
chiaramente riconducibile alla pittura cinese Tang, riscontrabile anche
nel Nord della penisola coreana.
L'introduzione
del buddhismo verso la metà del VI sec. e il conseguente diffondersi
della pratica dell'incinerazione segnò il declino della cultura
funeraria dei kofun osteggiata anche per motivi economici
dalle autorità politiche, come appare nell'editto emanato nel 646
dall'imperatore Kōtoku, il quale, constatato il generale depauperamento
provocato dalle spese per i sepolcri monumentali, stabilì le norme di
sepoltura per ciascuna delle sei classi sociali, fissando il numero
delle giornate lavorative da impiegare nella costruzione delle tombe e
vietando di deporvi oggetti preziosi.

Le Tombe Mozu sono un gruppo di tombe
megalitiche a Sakai,
nella prefettura
di Osaka. Originariamente composto da più di 100 tombe,
rimangono solo meno del 50% delle tombe a "buco di serratura",
tonde e rettangolari.
Il
Daisenryo kofun, il più grande kofun del Giappone,
fu costruita in un periodo di 20 anni, a metà del V
secolo, durante il periodo
Kofun. Sebbene non possa essere confermato con precisione, è
comunemente accettato che la tomba sia stata costruita per il defunto imperatore
Nintoku. L'Agenzia
della Casa Imperiale del Giappone lo tratta come tale.
Il
Mozu Kofungun si trova a Sakai,
nella prefettura
di Osaka, su un terreno terrazzato che si affaccia sulla baia
di Osaka. Il gruppo Furuichi
kofungun si trova nelle vicine città di Habikino e Fujiidera.
Nell'arcipelago
giapponese ci sono i tumuli (kofun), che sono cumuli di terra e pietre
eretti sopra le tombe della classe dirigente. Ne furono costruiti più
di 20.000, come monumenti, tra la seconda parte del III e
il VI
secolo. Era il periodo di punta della costruzione di
tali tumuli. Rappresentano una tradizione culturale che è
espressione di "forme e design del kofun", dell'ordine
gerarchico sociopolitico e del legame che era prevalente in quel
periodo tra le regioni. Questo periodo è definito come il periodo
Kofun. I mausolei imperiali più importanti in questo gruppo
di tumuli sono quelli degli imperatori Nintoku e Richū.
Ci
sono 44 tumuli funerari, compresi quelli parzialmente distrutti. Di
questi, 19 sono stati designati come siti storici nazionali e,
separatamente, l'Agenzia della Casa Imperiale ne ha stabiliti 3 al
Mausoleo dell'Imperatore, 2 al Sito di riferimento della tomba e 18 al
Mausoleo. C'erano più di 100 tumuli funerari, ma a causa del
rapido sviluppo di terreni residenziali, dopo la seconda
guerra mondiale, più della metà andò distrutta.
Nel
2010, il governo giapponese ha proposto che il Daisen Kofun e
l'intero gruppo di tombe Mozu e Furuichi fossero designati come patrimonio
dell'umanità dell'UNESCO. Nove
anni dopo, il 6 luglio 2019, il sito è stato approvato e iscritto come
patrimonio dell'umanità secondo i criteri: (iii) e (iv) come Gruppo
di kofun di Mozu-Furuichi: tumuli funerari del Giappone antico.

I
kofun si trovano in molte forme e dimensioni. Alcuni sono di semplice
forma circolare o quadrata (empun e hōfun). I più grandi
sono a forma di "buco di serratura" (zempō kōenfun);
rappresentano la più alta classe di kofun e sono stati costruiti nei
minimi dettagli. I tre aspetti principali di questi kofun sono le
loro enormi dimensioni e l'essere circondati da numerosi fossati e molti
altri kofun secondari.
Nella
pianura di Osaka e nel bacino di Nara, che erano il centro culturale del periodo
Kofun, furono costruite le tombe arrotondate e a forma di
"buco di serratura" che si estendevano su ampi spazi, di cui
quelle di Mozu-Furuichi sono le più importanti. Queste sono due gruppi
di kofun datati tra la fine del IV e
l'inizio del VI
secolo. Questi kofun sono i più grandi del paese.
Il Nintoku-tennō-ryō
Kofun, è un tumulo che è lungo 486 metri ed è racchiuso da un fossato
e una fortificazione lunga 840 metri; si dice che questo sia il più
grande tumulo di questo tipo al mondo. Questo ammasso ha anche il Richū-tennō-ryō
Kofun, formato da un tumulo di 360 metri e si dice che sia il terzo più
grande del paese.
Un
altro gruppo di tumuli, situato a circa 10 km dall'ammasso Mozu è
conosciuto come il gruppo Furuichi
kofungun. Comprende l'Ōjin-tennō-ryō Kofun di 425 metri
che si dice sia il secondo più grande del paese. Questo gruppo ha
anche altri 11 enormi "kofun a forma di buco di serratura"
arrotondati con una lunghezza del tumulo di 200 metri o più.
Una
caratteristica di questi tumuli funerari è che contengono, insieme alle
persone sepolte, oggetti in ferro, armi tra cui punte di freccia, spade,
punte di zappa e vanga e molti altri oggetti simili. Nei tumuli si
trovano anche oggetti d'antiquariato realizzati in bronzo dorato
come finimenti per cavalli e fibbie per cinture. Il tumulo Daisen
Kofun è lungo circa 500 metri e largo 300 nel suo punto maggiore,
mentre l'intera area della tomba è lunga 840 metri. Racchiuso da
tre fossati, il tumulo si erge a circa 35 m sopra il terreno
circostante. Il fossato interno è il più largo e misura circa 60
metri. Il tumulo occupa un'area di circa 100000 m2 e l'intera tomba
ha una superficie di 460000m2.
Oggi
la tomba è off-limits e protetta dall'Agenzia della Casa Imperiale nel
centro della città di Sakai. I fossati sono stati mantenuti e
costituiscono un santuario per pesci e uccelli acquatici. Il tumulo
stesso è completamente ricoperto di vegetazione. Una piattaforma di
osservazione, dal secondo fossato (centrale), è accessibile sul lato
sud del sito. La piattaforma di osservazione si trova a 500 metri dalla stazione
di Mozu sulla linea
Hanwa e si trova direttamente di fronte al Museo civico
di Sakai. Questo museo fornisce ai visitatori informazioni sul
kofun e sulla sua storia.

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