Fatehpur Sikri
India

 PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 1986
  
  
  

 

Fatehpur Sikri è una città e una municipalità nel distretto di Agra, nello stato dell'Uttar Pradesh, in India. Fu la capitale politica dell'impero moghul indiano sotto il regno di Akbar, dal 1571 al 1585, quando venne abbandonata, apparentemente a causa della mancanza d'acqua.

Il luogo ove sorse Fatehpur Sikri (la città della vittoria), una bassa collina alle propaggini della catena dei monti Vindhya, godeva da tempo della reputazione di luogo ricco di auspici favorevoli. Il nonno di Akbar e fondatore della dinastia Moghul, Babur, aveva sconfitto qui le forze Rajput del Mewar. Aveva così battezzato la località Shikri, grazie.

Ai tempi di Akbar la località era abitata da scalpellini e tagliatori di pietre, ma vi risiedeva anche un mistico e astrologo musulmano, appartenente alla corrente del Sufismo, e destinato all'eterna venerazione in India, lo Sceicco Salim Chishti.

Nel 1568 Akbar si recò dal saggio, già allora considerato santo, per chiedere la grazia di un erede, che nonostante le numerose mogli, non riusciva ad ottenere. Il saggio lo confortò e gli predisse la nascita di tre figli maschi. Il 30 Agosto del 1569 una delle sue mogli, una principessa Rajput, partorì il primo figlio maschio, che fu chiamato Salim in onore al saggio, e che sarà imperatore col nome di Jahangir.  

Per la grande gioia e in segno di ringraziamento, Akbar fece erigere presso la dimora del saggio un'intera città. Naturalmente le ragioni per una simile decisione furono soprattutto strategiche; avvicinava il fulcro dell'impero al Gujarat, che Akbar voleva conquistare per i ricchissimi commerci marittimi con le terre arabe che le sue coste proporzionavano.

All'inizio del 1571 iniziarono i lavori che proseguirono per circa 15 anni. Per primo viene costruito l'edificio più importante: la grande moschea. Edificata sul punto più alto della città, dominava tutti gli edifici costruiti in seguito. 

Come già ai tempi del gran moghul Akbar, molte persone si recano in pellegrinaggio a Fatehpur Sikri  per visitare la moschea e la tomba del saggio Salim Chishti. Ancora oggi si prega per l'intercessione del santo affinché possa nascere un figlio maschio. Sebbene si tratti di un mausoleo musulmano, l'entrata sembra più un tempio induista con le arcate eleganti e sinuose della piccola tettoia.

Sotto il cortile si trova un'enorme cisterna che raccoglie l'acqua piovana. La città venne costruita facendo riferimento ad un unico progetto, quindi dal punto più alto della città, l'acqua poteva raggiungere qualunque punto posto più in basso. Acquedotti e condotti sotterranei portano l'acqua ovunque, condizione fondamentale per il clima arido dell'India settentrionale. In seguito si costruiscono altri bacini, sistemi di pompe e fontane. Operai e architetti di tutta l'India realizzano gli innumerevoli edifici e i palazzi. Tutto è di pietra, le inferriate alle finestre, le stesse finestre e perfino le travi del tetto sono scolpite nella roccia rossa. Ancora oggi la pietra arenaria viene lavorata con fatica a mano, come in passato.

L'imperatore Akbar è un architetto in piena regola ed è lui a progettare gli edifici e a controllare il cantiere. Dopo appena 10 anni la città è costruita. L'architetto riesce a fondere due stili architettonici completamente diversi: gli elementi figurativi induisti e le linee geometriche islamiche diventano un tutt'uno.

Come in un accampamento nomade, nella città di pietra non ci sono strade; gli edifici sono collegati tramite ambulacri, scale e piazze. Qui Akbar e la sua corte si danno a feste sfrenate. 

Il palazzo ha un significato politico e religioso; si dice che qui si riunissero sovrano, consiglieri e dotti rappresentanti di diverse comunità religiose. Lo scopo era quello di riunire in un solo credo gli elementi fondamentali di tutte le religioni, ma l'audace idea muore con la vita di Akbar.

Nonostante la tolleranza, le donne restano escluse dal disegno culturale, relegate così a vivere in un luogo limitato della città: l'harem. Soltanto dall'alto, nascoste dalle finestre di pietra, le donne possono gettare lo sguardo al vivace movimento nel cortile e nella piazza dove ha luogo un mercato particolare solo per le donne.

Nel 1576 il Gujarat venne conquistato e fu allora che il luogo assunse il nome di Fatehpur, fateh, vittoria , pur, città. Akbar vi trasferì la sua corte ma improvvisamente, nel 1586, abbandonò la sua capitale per sempre. Le ragioni dell'abbandono non sono state chiarite; si è ipotizzata una grave carenza idrica, ma la spiegazione più plausibile è quella che indica la necessità di Akbar di spostare la sua centrale operativa, per fronteggiare la guerra contro Kabul, odierno Afghanisthan, che conquistò nel 1585. 

Nel frattempo Akbar fa erigere un possente arco del trionfo, il Buland Darwaza, la porta della vittoria. In contrasto con la tradizione, l'arco del trionfo supera la moschea nell'esaltazione del potere di Akbar. Akbar lascia Fatehpur Sikri e con lui se ne va l'intera corte di stato.

Dopo la partenza della corte di Akbar, la città venne abitata saltuariamente nei secoli successivi; all'inizio del XVII secolo venne utilizzata come residenza di alcune regine madri, nel 1619 Jahangir vi si accampò per qualche mese, in attesa dello spegnersi di una epidemia ad Agra, e qui venne incoronato, 90 anni dopo, Muhammad Shah; fino all'iniziativa di Lord Curzon, Viceré britannico dal 1898 al 1905, che ne sponsorizzò il restauro.

La città si può dividere in due parti: la zona del palazzo e quella della moschea. La zona palatina a sua volta può essere suddivisa in: edifici amministrativi, quartieri privati dell' imperatore, l'Harem

Le zone amministrative, nella zona est, sono connesse per mezzo di cortili, ai quartieri dell'imperatore e alla città, mentre quella dell'harem è raggiungibile dalla zona imperiale attraverso corridoi schermati che escludevano qualunque altro contatto esterno. La zona palatina è circondata da una serie di edifici di servizio e della corte, come aree comuni, laboratori, case dei nobili, mercati etc., il tutto racchiuso nelle mura.

Si entra dall'Agra Gate, tra due torri, e si trova sulla destra il padiglione di Tansen, il celebre musicista di corte, seguito poco oltre da altri edifici, alcuni dei quali in rovina, e dalla spianata del palazzo. Proseguendo sulla strada in salita, si entra nella zona palatina vera e propria.

Nel centro della piazza, dietro a un semplice trono, si trova il Chaupar o Pachisi Board; si tratta di una specie di gigantesca scacchiera un tempo animata da pedine viventi... giovani schiave vestite di giallo, rosso o blu si muovevano sulle caselle secondo una variante degli scacchi, tuttora popolarissima in Spagna, il Parchìs.

Il Diwan i Am è il cortile delle grandi udienze pubbliche: la loggia reale, sul fronte ovest è racchiusa da jalis, schermi traforati. A destra si trova il Diwan i Khas, palazzo delle udienze private, a due piani con edicole agli angoli. All'interno, una colonna magnifica, nella quale si fondono elementi decorativi di tutte le religioni dell'impero e che sostiene 36 mensole sovrapposte a volute sulle quali poggia un balcone circolare da cui si irradiano quattro passerelle.  

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Oltre la Pachisi Board sorge il Padiglione della Sultana turca, magione privata della favorita di Akbar, Ruqayya Begum, con balconi su ogni lato e squisite decorazioni di stile islamico. Oltre la piccola corte con al centro l'Anup Talao, una piattaforma cinta da una vasca, si trova a sud il Dawlathkhana i Khas, le stanze private dell'imperatore. Due stanze al piano terra e una al primo piano con una finestra a sud dalla quale il sovrano si mostrava al popolo ogni mattina.  

A ovest del cortile sorge il Panch Mahal, un padiglione piramidale a quattro ordini, aperto ai venti. 176 pilastri su cinque livelli, ognuno più piccolo del precedente. 

Alle spalle di questo, verso sud si trova la Sunhara Makan, la casa della moglie cristiana di Akbar, con pareti affrescate all'interno. Il palazzo di Jodh Bai fu la residenza della regina, madre del famoso e tanto atteso erede di Akbar. Occupava lo spazioso palazzo centrale, Raniwas, protetta dalle alte mura e sul lato nord di queste sorge lo Hawa Mahal, il palazzo dei venti, con bellissime jalis che si affacciano sul giardino. 

Oltre questo complesso sorge il palazzo di Birbal, il primo ministro di Akbar, uno degli edifici più sfarzosi della città in stile indo-islamico, a due piani, con cupole e terrazze e di fronte al quale si trovano le scuderie dei cammelli.  

Lasciando il Palazzo reale si procede verso la zona sacra della città. Il luogo di culto più antico è la moschea dei tagliatori di pietra, a ovest della grande moschea, la Jami Masjid. Akbar usava la Badshahi Darwaza, la porta del re, per accedere alla moschea. 

La moschea è una delle più grandi dell'India e può ospitare fino a 10.000 fedeli in preghiera. Fu costruita seguendo il modello di una moschea di Samarcanda (Uzbekisthan) e a dispetto dell'aspetto esterno piuttosto modesto, all'interno si rivela altamente ed elegantemente decorata. 

Il capolavoro è però il mausoleo di Salim Chishti, che domina la metà nord del cortile. Marmo bianco scintillante, sostegni a serpentina in stile Gujarati, jalis, pilastri scolpiti e pizzo di marmo. Questo luogo è venerato da tutti gli indiani di ogni religione, che si prostrano qui in preghiera, legando gugliate di filo al marmo, nella speranza di ottenere, anche loro come Akbar, un erede.

La parete meridionale è dominata dalla Buland Darwaza, la porta trionfale. Costruita per celebrare la vittoria in Gujarat questo capolavoro dell'architettura moghul sarà modello di future altre porte. Dall'esterno è una visone imponente, la prima che si ha se si entra da qui per visitare l'intero complesso, preceduta da una gradinata. Nella volta a soffito sono effigiati sciami di api. Sulla destra, un'iscrizione coranica che cita: Gesù, figlio di Maria - la pace sia con lui - disse: " Il mondo non è che una passerella; attraversalo senza costruirci sopra la tua casa..."