Parco archeologico Champaner-Pavagadh
India

 PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 2004
  

 

Il Parco archeologico Champaner-Pavagadh si trova in India e contiene al suo interno numerose rovine dell'antica capitale dello stato indiano del Gujarat, risalente al XVI secolo, come pure edifici più antichi (fino all'VIII secolo).

Si tratta dell'unica città islamica risalente all'epoca precedente l'avvento del Gran Mogol e rimasta immutata nel suo stato originario. A partire dagli ultimi anni del XX secolo è stata condotta un'importante campagna di restauro.

Situato nel Gujarat, a circa 50 Km . nord/est da Vadodara (Baroda), questo sito archeologico è costituito dalla capitale medievale Champaner e dal monte, sacro agli indù, Pavagadh. L'insieme è costituito da numerosi e complessi siti (molti non ancora riportati alla luce), disseminati su di un'area di 6 Km . quadrati alle pendici della collina Pagavadh, in un contesto naturale solitario e spettacolare.

La cittadella medievale porta i segni di numerose battaglie di conquista, dovute alla sua posizione strategica ed ambita. Dopo una gloriosa vita come città Rajput la zona passò al dominio islamico dei Sultanati alla fine del XV secolo, per divenire poi parte dell'impero Moghul nel 1535. Cominciò allora l'inarrestabile declino che la porterà all'oblio, all'ombra della primeggiante Ahmedabad.

La cittadella medievale porta i segni di numerose battaglie di conquista, dovute alla sua posizione strategica ed ambita. Dopo una gloriosa vita come città Rajput la zona passò al dominio islamico dei Sultanati alla fine del XV secolo, per divenire poi parte dell'impero Moghul nel 1535. Cominciò allora l'inarrestabile declino che la porterà all'oblio, all'ombra della primeggiante Ahmedabad.

La Grande Moschea, Jama Majid, costruita nel XV secolo durante la dominazione del Sultano Mahmud Beghara, è senza dubbio il principale monumento islamico del sito. Costruita da maestranze indù e jain ma secondo i principi islamici, è una delle massime espressioni della confluenza dell'abilità artigianale locale con gli ideali musulmani ed è per questo considerata uno dei monumenti che furono più determinanti nello sviluppo dell'architettura delle moschee in India e nel mondo, che assorbì lo stile Gujarati e la fusione degli stili

La magnifica moschea poggia su 172 pilastri e offre due minareti alti 30 m . La cupola centrale, che poggia su alte colonne, i balconi delicatamente scolpiti e le varie porte scolpite sono tutti elementi che indicano l'altissimo livello e il genio architettonico raggiunto, e che ritroverete in loco in altre moschee minori e bellissime, come la Nagina Masjid. Di epoca Rajput, clan dei Chauhan, sono le rovine del palazzo Patai Rawal, il granaio a cupola Makai Kota e il tempio Lakulisha, tutti risalenti all'XI - XII secolo.  

Pawagadh Fort, a 880 m di altura, domina il panorama; occupa una larga area sulla quale si eleva su tre livelli: il forte in rovina, il palazzo e il forte di mezzo. Più in alto c'è una ulteriore fortezza con templi indù e jain, importanti luoghi di pellegrinaggio. Parte dell'imponente muraglia è ancora in piedi e durante la salita si costeggiano altre importanti rovine, come la Buria Darwaza (porta) e il Champavati Mahal, un padiglione estivo a tre piani.

Se la cittadella ai piedi del monte possiede una storia e un'architettura complessa, le cui origini risalgono a 1200 anni fa, la collina Pavagadh, con le sue vestigia indù è primariamente un luogo sacro. Si tratta infatti di uno dei 52 Shaktipeeths, luoghi dell'energia, cioè dove cadde un pezzo del corpo smembrato di Sati, la compagna del dio Shiva. Secondo la mitologia, la collina era un tempo parte della catena dell'Himalaya, caduta qui dal blocco trasportato dal dio scimmia Hanuman a Lanka, durante un episodio dell'epopea Ramayana. Il nome Pavagadh significa infatti quarto di montagna. La collina cadde dove, tempo prima, era caduto un dito del piede della smembrata Sati.

Se non trovate posto nell'unico Hotel di Champaner, potrete comodamente alloggiare a Vadodara, un tempo capitale di un potente principato ed oggi città industriale, ma le cui memorie possono essere assaporate nella piacevole parte antica. I sovrani di questo principato, i Gaekwads erano così ricchi e potenti da appartenere, sotto il regno illuminato del  Maharaja Sayaji Rao Gaekwad III al gruppo dei soli 5 regnanti indiani meritevoli di ben 21 cannonate a salve di saluto, ai tempi del Raj britannico. Si favoleggia di ricchezze inenarrabili, di un tappeto intessuto con perle e diamanti e di cannoni fusi in oro....