Il Parco archeologico
Champaner-Pavagadh si trova in India e contiene al suo interno numerose rovine
dell'antica capitale dello stato indiano del Gujarat, risalente al XVI secolo,
come pure edifici più antichi (fino all'VIII secolo).
Si tratta dell'unica città islamica
risalente all'epoca precedente l'avvento del Gran Mogol e rimasta immutata nel
suo stato originario. A partire dagli ultimi anni del XX secolo è stata
condotta un'importante campagna di restauro.
Situato
nel Gujarat,
a circa
50 Km
. nord/est da Vadodara
(Baroda), questo sito
archeologico è costituito dalla capitale medievale Champaner
e dal monte, sacro agli indù, Pavagadh.
L'insieme è costituito da numerosi e complessi siti (molti non ancora riportati
alla luce), disseminati su di un'area di
6 Km
. quadrati alle pendici della collina Pagavadh, in un contesto naturale
solitario e spettacolare.
La
cittadella medievale porta i segni di numerose battaglie di conquista, dovute
alla sua posizione strategica ed ambita. Dopo
una gloriosa vita come città Rajput
la zona passò al dominio islamico dei Sultanati alla
fine del XV secolo, per divenire poi parte dell'impero Moghul
nel 1535. Cominciò allora l'inarrestabile declino
che la porterà all'oblio, all'ombra della primeggiante Ahmedabad.

La cittadella medievale
porta i segni di numerose battaglie di conquista, dovute alla sua posizione
strategica ed ambita. Dopo una gloriosa vita come città Rajput la zona passò al dominio
islamico dei Sultanati alla
fine del XV secolo, per divenire poi parte dell'impero Moghul nel 1535. Cominciò allora l'inarrestabile declino che la porterà
all'oblio, all'ombra della primeggiante Ahmedabad.
La Grande Moschea, Jama
Majid, costruita nel XV secolo durante la dominazione del Sultano Mahmud
Beghara, è senza dubbio il principale
monumento islamico del sito. Costruita da maestranze indù e jain ma secondo i
principi islamici, è una delle massime espressioni della confluenza
dell'abilità artigianale locale con gli ideali musulmani ed è per questo
considerata uno dei monumenti che furono più determinanti nello sviluppo
dell'architettura delle moschee in India e nel mondo, che
assorbì lo stile Gujarati e la fusione
degli stili.
La
magnifica moschea poggia su 172 pilastri e offre due minareti alti
30 m
. La cupola centrale, che poggia su alte colonne, i balconi delicatamente
scolpiti e le varie porte scolpite sono tutti elementi che indicano
l'altissimo livello e il genio architettonico raggiunto, e che ritroverete in
loco in altre moschee minori e bellissime, come
la Nagina
Masjid.
Di epoca Rajput, clan dei Chauhan, sono le rovine del palazzo
Patai
Rawal, il granaio a cupola Makai Kota e il tempio Lakulisha,
tutti risalenti all'XI - XII secolo.
Pawagadh
Fort, a
880 m
di altura, domina il panorama; occupa una larga area sulla quale si eleva
su tre livelli: il forte in rovina, il palazzo e il forte di mezzo. Più
in alto c'è una ulteriore fortezza con templi indù e jain, importanti luoghi
di pellegrinaggio. Parte dell'imponente muraglia è ancora in piedi e durante
la salita si costeggiano altre importanti rovine, come
la Buria Darwaza
(porta) e il Champavati
Mahal, un padiglione estivo a
tre piani.
Se
la cittadella ai piedi del monte possiede una storia e un'architettura
complessa, le cui origini risalgono a 1200 anni fa, la collina Pavagadh,
con le sue vestigia indù è primariamente un luogo sacro. Si
tratta infatti di uno dei 52 Shaktipeeths,
luoghi dell'energia, cioè dove cadde un pezzo
del
corpo smembrato di
Sati, la compagna
del
dio Shiva.
Secondo la mitologia, la collina era un tempo parte della catena
dell'Himalaya, caduta qui dal blocco trasportato dal dio scimmia Hanuman
a Lanka, durante un episodio dell'epopea
Ramayana. Il nome Pavagadh significa infatti quarto
di montagna. La collina cadde dove, tempo
prima, era caduto un dito
del
piede della smembrata Sati.
Se
non trovate posto nell'unico Hotel di Champaner, potrete comodamente
alloggiare a Vadodara,
un tempo capitale di un potente principato ed oggi città industriale, ma le
cui memorie possono essere assaporate nella piacevole parte antica. I sovrani
di questo principato, i Gaekwads erano così ricchi e potenti da appartenere,
sotto il regno illuminato del Maharaja Sayaji Rao Gaekwad III al
gruppo dei soli 5 regnanti indiani meritevoli di ben 21
cannonate a salve di saluto, ai tempi del Raj britannico. Si favoleggia di
ricchezze inenarrabili, di un tappeto intessuto con perle e diamanti e di
cannoni fusi in oro....
