Città di Jaipur, Rajasthan
India

 PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 2019
 

 

Jaipur è il capoluogo dello stato indiano del Rajasthan, meglio nota con il poetico appellativo di città rosa del Rajasthan. Fondata nel 1728 dal Maharaja Sawai Jai Singh II. È famosa anche con il nome di "città rosa", per il colore predominante delle sue abitazioni.

La città è stata costruita con concezioni moderne; ha infatti una planimetria reticolare con ampi viali alberati.

Numerosi sono i bazar ed i mercati suddivisi a seconda delle varie e molteplici attività artigianali. Per citarne alcune: gioielli, pietre preziose, smalti, stoffe sia stampate che intessute, oggetti intagliati.

Il primo impatto con Jaipur in realtà è tutt’altro che poetico. È una città popolata da più di tre milioni di abitanti. Ovunque ci sono lavori in corso: alle fogne, alle strade, ai marciapiedi. Pseudo cantieri che aggiungono ulteriore disordine e rumore ad una città già di sé caotica e congestionata. Ai margini delle strade o sui pochi marciapiedi liberi si trovano accampati alla bene e meglio i paria, i fuori casta, meglio conosciuti come gli intoccabili, anche se questo termine non è corretto e andrebbe tradotto come oppressi. Centinaia di anziani, adulti e bambini che conducono una vita al limite della sussistenza.

Cosi è Jaipur, un luogo decisamente particolare che nonostante tutte le sue contraddizioni affascina i turisti con gli eleganti palazzi, i suoi edifici di colore rosa e i maestosi forti abbarbicati in cima alle colline. 

City Palace

Il Palazzo di Jaipur (Jaipur City Palace), che comprende i palazzi del Chandra Mahal e del Mubarak Mahal e altri edifici, è un complesso di palazzi monumentali. Fu la sede del Maharaja di Jaipur, il capo del clan rajput dei Kachwaha. Il palazzo del Chandra Mahal ospita ora un museo, ma la sua parte maggiore è tuttora una residenza reale. Il complesso di palazzi, che è ubicato a nord est del centro della pianta a scacchiera della città di Jaipur, incorpora un'impressionante e vasta schiera di cortili, giardini ed edifici. 

Il palazzo fu costruito fra il 1729 e il 1732, inizialmente dal Sawai Jai Singh II, sovrano di Amer. Egli progettò e costruì le mura esterne, e aggiunte posteriori furono fatte dai sovrani successivi fino al XX secolo. Il credito per l'assetto urbano della città e delle sue strutture è attribuito a due architetti, vale a dire Vidyadar Bhattacharya, il principale architetto della corte reale, e sir Samuel Swinton Jacob, a parte il Sawai stesso che era un appassionato entusiasta di architettura. Gli architetti realizzarono una fusione degli Shilpa Shastra dell'architettura indiana con gli stili dell'architettura rajput, moghul ed europea.  

Il complesso di palazzi sorge nel cuore della città di Jaipur, a nord est del centro vero e proprio. Il sito del palazzo era situato sull'area di un padiglione di caccia reale su un terreno pianeggiante circondato da una catena di colline rocciose, cinque miglia a sud della città di Amer. La storia del palazzo è strettamente legata alla storia della città di Jaipur e dei suoi sovrani, a partire dal maharaja Sawai Jai Singh II che governò nel 1699-1744. A lui si attribuisce di aver iniziato l'edificazione del complesso della città costruendo il muro esterno del complesso che si estende su molti acri. 

Inizialmente, egli governò dalla sua capitale ad Amer, che sorge a una distanza di 11 chilometri (7 mi) da Jaipur. Spostò poi la sua capitale da Amer a Jaipur nel 1727 a causa di un aumento della popolazione e della crescente penuria d'acqua. Progettò la città di Jaipur in sei isolati separati da ampi viali, sulla base classica dei principi del Vastu Shastra e di altri simili trattati classici sotto la guida architettonica di Vidyadar Bhattacharya, un uomo che fu inizialmente un contabile del tesoro di Amer e fu in seguito promosso alla carica di Capo Architetto dal Re.

In seguito alla morte di Jaisingh nel 1744, ci furono guerre micidiali tra i re rajput della regione, ma furono mantenute relazioni cordiali con il Raj britannico. Il maharaja Ram Singh si schierò con i Britannici nella Rivolta dei Sepoy o Rivolta indiana del 1857 e si impose presso i governanti imperiali. Va a suo onore che la città di Jaipur con tutti i suoi monumenti (compreso il Palazzo di Jaipur) sono in stucco dipinto di "rosa" e da allora la città è stata chiamata la "Città Rosa". Il cambiamento nello schema di colori fu un segno di ospitalità esteso in onore del Principe di Galles (che in seguito divenne re Edoardo VII) durante la visita. Questo schema di colori è divenuto da allora un segno distintivo della città di Jaipur.

Man Singh II, il figlio adottivo del maharaja Madho Singh II, fu l'ultimo Maharaja di Jaipur a governare dal palazzo del Chandra Mahal, a Jaipur. Questo palazzo, tuttavia, continuò ad essere una residenza della famiglia reale anche dopo che il regno di Jaipur si fuse con l'Unione Indiana nel 1949 (dopo l'indipendenza indiana dell'agosto 1947) insieme agli altri stati rajput di Jodhpur, Jaisalmer e Bikaner. Jaipur diventò la capitale dello stato indiano del Rajasthan e Man Singh II ebbe l'onore di diventare per un periodo il Rajapramukh (attuale Governatore dello stato) e in seguito fu l'Ambasciatore dell'India in Spagna.  

Il Palazzo di Jaipur è nella parte centro-nordorientale della città, che si trova in una pianta a scacchiera con ampi viali. È un unico e singolare complesso di vari palazzi, padiglioni, giardinie e templi. Le strutture più eminenti e più visitate nel complesso sono il Chandra Mahal, il Mubarak Mahal, il Mukut Mahal, il Palazzo della Maharani, il Tempio di Shri Govind Dev e il Museo del Palazzo.

Porte d'entrata - Virendra Pol, Udai Pol vicino a Jaleb chowk e la Porta Tripolia (triplice porta) sono le porte d'entrata al Palazzo di Jaipur. La porta Tripolia è riservata all'entrata nel palazzo della famiglia reale. Le persone comuni e i visitatori possomo entrare nel complesso di palazzi solo attraverso il Virendra Pol e l'Udai Pol o l'Atish Pol (Porta Stabile). L'entrata da Virendra Pol conduce al Mubarak Mahal. Gli accessi sono riccamente decorati.

Mubarak Mahal - Mubarak Mahal, che significa il "Palazzo Propizio", fu costruito con una fusione degli stili architettonici islamici, rajput ed europei alla fine del XIX secolo dal maharaja Madho Singh II come centro di ricevimento. 

È un museo; un bel repertorio di una varietà di tessuti come i costumi reali formali, le stampe a blocchi sanganeri, gli scialli ricamati, le pashmine del Kashmir e i sari di seta in quanto parte del Museo del maharaja Sawai Man Singh II. Una notevole esposizione è la serie di voluminosi abiti indossati da Sawai Madhosingh I, che era alto 1,2 metri e pesava 250 chilogrammi ma, fatto interessante, ebbe 108 mogli.

Chandra Mahal - Il Chandra Mahal o Chandra Niwas è l'edificio più imponente del complesso del Palazzo di Jaipur, alla sua estremità ovest. È un edificio di sette piani e a ciascun piano è stato dato un nome specifico come i Sukh-Niwas, Ranga-Mandir, Pitam-Niwas, Chabi-Niwas, Shri-Niwas e Mukut-Mandir o Mukut Mahal. Contiene molti dipinti unici, specchi sui muri e decorazioni floreali. Attualmente, la maggior parte di questi palazzo è la residenza dei discendenti degli ex sovrani di Jaipur. 

Ai visitatori è accessibile solo il piano terra dove è localizzato un museo che mostra tappeti, manoscritti e altri oggetti che appartenevano alla famiglia reale. C'è una bella porta di pavoni all'entrata del Mahal. Ha balconi riparati e un padiglione sul tetto da dove si può ammirare una veduta panoramica della città. È collocato in mezzo a giardini ben disposti e ad un lago decorativo sul davanti.

Sempre in cima al Chandra Mahal si vede la bandiera della famiglia reale, che appare spiegata quando il Maharaja è nel palazzo. Si dice tradizionalmente che le dimensioni della bandiera sono "una e un quarto": si tratta in realtà di due bandiere, una a dimensione intera e un'altra grande un quarto della prima che viene posta sotto di essa. Tuttavia, quando il re è assente, sull'edificio è issata la bandiera della regina.

C'è un interessante aneddoto narrato a proposito della "bandiera una e un quarto", che è la bandiera con le insegne dei Maharaja di Jaipur. L'imperatore Aurangzeb, che partecipò al matrimonio di Jai Singh, strinse le mani al giovane sposo e gli fece gli auguri per il suo matrimonio. In questa occasione, Jai Singh fece un commento irriverente all'Imperatore affermando che il modo in cui gli aveva stretto le mani faceva sì che l'Imperatore si fosse assunto il compito di proteggere lui (Jai Singh) e il suo regno (quasi cioè che fosse stato l'Imperatore a sottomettersi al giovane Maharaja e non il contrario). Aurangzeb, invece di rispondere con indignazione alla battuta, si sentì compiaciuto e conferì al giovane Jai Singh il titolo di Sawai, che significa "uno e un quarto", volendo intendere che malgrado la sua giovane età si era dimostrato più audace di un uomo, ossia appunto "un uomo e un quarto". Da allora i Maharaja di Jaipur hanno prefisso il titolo di Sawai ai loro nomi. Quando risiedono in un luogo, essi sventolano anche la loro bandiera una e un quarto negli edifici e nei palazzi in cui si trovano.

C'è anche una storia tragica legata a questo palazzo. Ishawri Singh, figlio di Jai Singh, che non era disposto ad affrontare l'esercito dei Maratti in avanzata, mise fine alla sua vita in modo umiliante facendosi mordere da un serpente. Dopodiché, anche le sue 21 mogli e concubine commisero il suicidio rituale allora accettato del sati o jauhar (autoimmolazione sulla pira funebre del loro marito).

Pitam Niwas Chowk - È un cortile interno, che fornisce accesso al Chandra Mahal. Qui, ci sono quattro piccole porte (noto come Ridhi Sidhi Pol) che sono adornati con temi che rappresentano le quattro stagioni e gli dei indù. Le porte sono la Porta dei Pavoni Nord-orientale (con motivi di pavoni sulla soglia) rappresentante l'autunno e dedicata al Signore Vishnu; la Porta Sud-orientale del Loto (con un disegno continuo a fiori e petali) evocante la stagione estiva e dedicata al Signore Shiva-Parvati; la Porta Verde Nord-occidentale, chiamata anche Porta Leheriya (che significa: "delle onde"), in colore verde evocante la primavera e dedicata al Signore Ganesha e, da ultimo, la Porta Rosa con motivi floreali ripetuti rappresentante la stagione invernale e dedicata alla Dea Devi.

Diwan-I-Khas - Il Diwan-I-Khas era una sala privata per le udienze dei Maharaja, una camera con il pavimento di marmo. È localizzata tra l'armeria e la galleria d'arte. Ci sono qui in mostra due enormi vasi di argento sterling alti 1,6 metri (5,2 ft), ciascuno con una capacità di 4.000 litri e un peso di 340 kg. 

Furono fatti da 14.000 monete di argento fuso senza saldatura. Sono registrati ufficialmente dal Guinness dei Primati come i più grandi vasi in argento sterling del mondo. Questi vasi furono fatti appositamente dal maharaja Sawai Madho Singh II, che era un indù assai pio, per trasportare l'acqua del Gange da bere nel suo viaggio in Inghilterra nel 1901 (per l'incoronazione di Edoardo VII) poiché era preoccupato di commettere peccato religioso consumando l'acqua inglese. 

I vasi sono chiamati Gangajelies (urne delle acque del Gange). Ci sono numerosi candelieri di cristallo appesi al soffitto (normalmente coperti con fogli di plastica per impedire che si raccolga la polvere), che vengono scoperti in occasioni speciali.

Diwan-I-Aam - Il "Diwan-E-Aam" (Sabha Niwas) o "Sala dell'Udienza Pubblica" è una camera incantevole, con il soffitto riccamente decorato in vivaci colori rosso e oro. È un'importante attrazione nel cortile di Mubarak Mahal. Questa camera, che funziona ora come una galleria d'arte, ha esposizioni di squisiti dipinti in miniatura (di arte rajastahni, moghol e persiana), testi antichi, coperte ricamate, scialli di Kashmir e tappeti. 

Sotto affascinanti soffitti dipinti sono custoditi rari e antichi manoscritti originali delle scritture indù (la sacra scrittura indù del Bhagavad Gita scritta a mano in minuscoli caratteri). Nella galleria d'arte si può inoltre ammirare il trono d'oro (chiamato Takth-e-Rawal) che era il seggio del Maharaja durante l'audizione pubblica. Era montato su un elefante o trasportato da portatori su un palanchino durante le visite del Maharaja fuori del palazzo. 

Presso il viale d'ingresso alla sala, sono in mostra due grandi elefanti, ciascuno ricavato da un unico blocco di marmo.

Palazzo della Maharani - Il Palazzo della Maharani era originariamente la residenza delle regine regali. È stato convertito in un museo, dove sono esposte le armi usate dai sovrani durante le campagne belliche, comprese quelle appartenenti al XV secolo. Il soffitto di questa camera ha affreschi unici, che sono preservati usando polvere di gioielli di pietre semipreziose. 

Un particolare armamentario in esposizione è il pugnale con azione a forbice, che quando è conficcato nel corpo di un nemico si dice che sbudelli la vittima, all'atto della sua estrazione. Gli altri manufatti in mostra includono spade con pistole ad esse attaccate, la spada regalata dalla Regina Vittoria al maharaja Sawai Ram Singh (1835–80) che è intarsiata di rubini e smeraldi, pistole funzionanti come bastoni d'accesso e un piccolo canone.

Bhaggi Khana - Il Bhaggi Khana è un museo nel complesso di palazzi dove è in mostra una raccolta di vecchie carrozze, palanchini e taxi europei adottati come baggi (carri) in manifestazioni indiane. Il baggi che attira l'attenzione è quello donato dal Principe di Galles al Maharaja nel 1876, chiamato il baggi di Vittoria. In mostra qui sono anche il mahadol, un palanchino con un'unica asta di bambù che era usato per trasportare i preti, e un ratha (cocchio), che era utilizzato per trasportare gli idoli degli dei indù in processione in occasioni festive.

Tempio di Govind Dev Ji - Il Tempio di Govind Dev Ji, dedicato al dio indù Krishna, fa parte del complesso del Palazzo di Jaipur. Fu costruito all'inizio del XVIII secolo fuori dalle mura posto in un ambiente di giardini. Ha candelieri europei e dipinti di arte indiana. Il soffitto del tempio è ornato in oro. La sua ubicazione forniva al Maharja una veduta diretta dal suo palazzo del Chandar Mahal. L'arathi (offerta di preghiere) per la divinità può essere vista dai devoti soltanto per sette volte durante il giorno.

Il Jantar Mantar è un complesso di architetture con funzione di strumenti astronomici costruito a Jaipur, dal maharaja Jai Singh II tra il 1727 e il 1734 sul modello delle analoghe strutture costruite a Delhi. Complessivamente il maharaja costruì cinque strutture similari; oltre a quelle di Delhi e di Jaipur, anche a Ujjain, Mathura e Varanasi. Quello di Jaipur è il più grande dei cinque ed anche il meglio conservato.

“Basta con gli strumenti di rame e bronzo, sono troppo inaccurati!” Dovette essere questo il pensiero degli astronomi musulmani e indu tenuti in scacco, all’alba del 18° secolo, da misure di posizioni planetarie non abbastanza precise.

Il coltissimo Maragià Sawai Jai Singh II, fondatore di Jaipur, studioso di sanscrito e persiano, astronomia, matematica e architettura, fece proprie le istanze dei ricercatori e, in un periodo politicamente buio (guerre tra dinastie indiane e potenze europee per il controllo del Paese), costruì, non più in metallo ma in pietra e cemento, il grande osservatorio monumentale di Dheli: lo Jantar Mantar.

Jantar Mantar deriva dal sanscrito Yantar (strumento) Mantar (calcolo, formula) ed è un grandioso complesso di strumenti astronomici contraddistinti da un’enorme precisione, insuperata per strumenti del genere. Uraniborg, la “città osservatorio” costruita dal facoltoso astronomo danese Tycho Brahe, il più grande osservatorio europeo prima dell’invenzione del telescopio, era molto più piccola dello Jantar Mantar. Sappiamo che astronomi europei (come Xavier de Silva, direttore dell’osservatorio di Lisbona) furono invitati dall’illuminato governante per far diffondere in India le ultime scoperte occidentali nel campo, tuttavia il maragià prese a modello per il nuovo osservatorio quello di Mirza Ulugh a Samarcanda, costruito nel XV secolo.  

Ciò che colpisce visitando il complesso, realizzato nel 1724, è l’armonia con cui si fondono le esigenze di precisione delle misure con le leggi astronomiche e con l’eleganza delle costruzioni. Per le sue forme, Sawai Jai Singh II, che successivamente costruirà altri 4 osservatori, si ispirò all’architettura tradizionale indiana ma accettando influssi anche islamici e greci.

Fra gli strumenti dell’osservatorio spicca il Samrat Yantra, una grande meridiana disegnata dallo stesso Jai Singh, su cui si può leggere non solo l’ora solare di Jaipur (Tempo Standard Indiano) con la precisione di mezzo secondo, ma anche le coordinate celesti del Sole in quel momento. Altri strumenti consentono di misurare la posizione della Luna e dei pianeti, di determinare la data dei giorni più lungo e più breve dell’anno, il diametro del Sole e della Luna, di prevedere le eclissi, eccetera.

Il Narivalaya Yantra è la meridiana, inclinata di 27°, che calcolava anch'essa l'ora seguendo il ciclo solare.

Il Jai Prakash Yantra sono due emisferi interrati che tracciano la mappa del cielo; si ritiene che Jai Singh abbia voluto questo strumento per verificare la precisione di tutti gli altri strumenti dell'osservatorio.  

Nelle intenzioni del maragià Sawai Jai Singh II c’era un rinascimento dell’astronomia pratica a tutti i livelli, dalla ricerca pura fino alla cultura popolare. Purtroppo la turbolenza politica vanificò i suoi sforzi e l’intero potenziale del grande osservatorio non fu mai colto. Solo per 7 anni furono eseguite delle misure con il suo osservatorio, poi, miracolosamente scampato a guerre e distruzioni, lo Jantar Mantar fu utilizzato come “cava” di materiale da costruzione. Restaurato nel secolo scorso, attualmente gli alti alberghi per i turisti nelle zone circostanti impediscono agli strumenti la vista degli astri.

Hawa Mahal o Palazzo dei Venti 

L'Hawa Mahal (noto anche come Palazzo dei venti o Palazzo della brezza) è un palazzo in stile architettonico rajput di Jaipur, costruito in modo che le donne della famiglia reale potessero osservare le feste di strada senza essere viste dall'esterno. 

Realizzato in arenaria rossa e rosa, il palazzo si trova ai margini del Palazzo di Jaipur (Palazzo di città, o City Palace) e si estende agli alloggi (zenana) delle donne reali.

La struttura venne fatta costruire nel 1799 dal Maharaja Sawai Pratap Singh. Egli fu così intimidito e ispirato dalla struttura unica del Khetri Mahal che fece costruire il grande Hawa Mahal, progettato da Lal Chand Ustad in forma di corona di Krishna, il dio del pantheon indù. La facciata di cinque piani è simile al favo di un alveare con le sue 953 piccole finestre chiamate Jharokha e decorate con intricati tralicci. L'intenzione originale del reticolo era quella di consentire alle signore della famiglia reale di osservare la vita quotidiana nella strada sottostante senza essere viste, dal momento che dovevano obbedire allo stretto purdah (copertura della fronte). Il reticolo permetteva anche la circolazione di un flusso di aria fresca (effetto Venturi) creato dal disegno della facciata, un'aria condizionata ante litteram in tutta la zona, per mitigare le alte temperature estive.

Nel 2006, venne intrapreso un progetto di restauro del palazzo, dopo 50 anni di abbandono, per dare una nuova veste all'edificio, con un costo di 4,568 milioni di rupie. Il settore delle imprese ha dato una mano per preservare i monumenti storici di Jaipur e l'Unit Trust of India ha adottato l'Hawa Mahal per la sua ristrutturazione. Il palazzo è parte estesa di un enorme complesso. La facciata di pietra scolpita, piccole finestre e tetti ad arco sono alcune delle caratteristiche di questo edificio. Il monumento è costituito da una grande serie di piccole cornici che sottolineano le sue 953 finestrelle. Come molti altri monumenti di Jaipur, il palazzo è stato costruito con pietra arenaria.

Il palazzo ha forma di piramide a cinque piani ed è alto 15 metri. I primi tre piani della struttura hanno la dimensione di una grande stanza mentre il primo e il secondo piano dispongono di patio di fronte al loro ingresso. La facciata frontale, come vista dalla strada, ha la forma di un favo di alveare, costituito da piccoli oblò. Ogni oblò ha finestre in miniatura e griglie scolpite di arenaria, pinnacoli e cupole che danno l'effetto di una massa di baie semi-ottagonali, conferendo al monumento una forma unica nella facciata interna sul lato posteriore dell'edificio è costituita da camere costruite su pilastri e corridoi con ornamenti minimi. L'interno del Mahal è stato descritto come "avente camere realizzate con marmi colorati, decorate da pannelli intarsiati o dorati, e fontane al centro del cortile".

Lal Chand Ustad fu il progettista di questa struttura unica nel suo genere. Costruita con arenaria rossa e rosa, in linea con il decoro degli altri monumenti della città, il suo colore è una testimonianza dell'epiteto di "città rosa" dato a Jaipur. La sua facciata costituita da 953 nicchie con jharokha finemente intagliate (alcune realizzate in legno) è in netto contrasto con la semplicità della facciata posteriore della struttura. Il suo patrimonio culturale e architettonico è un vero riflesso di una fusione di architettura indù Rajput e islamica moghul; lo stile Rajput si trova nelle pensiline a cupola, nelle colonne scanalate, nei loti e motivi floreali, mentre quello islamico si evidenzia nella lavorazione della pietra a filigrana, nel lavoro degli archi (con la sua somiglianza con il Panch Mahal - il palazzo dei venti - a Fatehpur Sikri).

L'ingresso all'Hawa Mahal dal Palazzo reale avviene da una porta imperiale. Si apre in un grande cortile, che ha degli edifici a due piani su tre lati, con l'Hawa Mahal sul lato orientale. Nel cortile si trova un museo archeologico.

L'Hawa Mahal è considerato il capolavoro del Maharaja Jai Singh visto che era la sua residenza preferita per l'eleganza e le decorazioni all'interno dell'Hawa Mahal. L'effetto di raffreddamento nelle camere, fornito dalla brezza che attraversava le finestrelle della facciata, era migliorato da fontane poste al centro di ciascuna delle stanze.

I due piani superiori dell'Hawa Mahal erano accessibili soltanto a mezzo di rampe. Il palazzo è gestito dal dipartimento di archeologia del Governo del Rajasthan.

Jal Mahal, il palazzo sul lago

Jaipur, la capitale dell'India, nello stato del Rajasthan, è famosa per la sua ricca storia e le meravigliose meraviglie architettoniche che racchiudono forti massicci, lussuosi palazzi reali, havelis, musei e altro ancora. Ogni angolo della città ricorda la prosperità e la ricchezza dell'India prima del periodo coloniale e definisce il lusso in ogni modo possibile. 

Il Jal Mahal, meglio noto come il Water Palace, il Palazzo d’acqua, è di una bellezza architettonica unica, situata nel mezzo di un vasto lago chiamato Man Sagar Lake. 

Sebbene non siano noti dati sufficienti riguardo alla data esatta di costruzione di questo palazzo, si stima che il palazzo sia stato ampliato e rinnovato dal governo di Amber a Jaipur, Maharaja Jai Singh II nel XVIII, mentre altri rapporti suggeriscono che sia stato costruito in 1799 dal regista ambra Madho Singh.

Per due secoli, Jal Mahal è stato vittima di abbandono e solo all’inizio del 2000 è stato ristrutturato e riportato al suo splendore. La struttura è parecchio singolare: non ci sono stanze adibite ad alloggi, ma solo un ampia terrazza giardino dove il Maharaja amava passeggiare.

Jal Mahal è fatto di pietra rossa ed è alto 5 piani. I 4 piani del palazzo rimangono sott'acqua ed è visibile solo il quinto piano. Ci sono 4 chattris, di forma ottagonale, in tutti e quattro gli angoli del palazzo. 

Il forte ha alcune delle squisite sculture in marmo che denotano il tocco regale e il palazzo ha anche venti colonne che sono il cenotafio della famiglia reale di Raja Jai Singh. 

Durante le stagioni piovose, il lago della città si riempie d'acqua. Il palazzo si può visitare solo con le barche che portano il turista dalla terra al palazzo nel centro del lago. 

Il lago era un paradiso per gli amanti del birdwatiching in passato ed era il terreno preferito dai re Rajput di Jaipur per le steste di caccia all'anatra reale durante i picnic. Il lago ospitava più di  150 specie di uccelli locali e migratori che includevano il grande fenicottero, lo svasso maggiore, il codone, il gheppio, la folaga, la pettegola, il piovanello di plude, il rafano, il gabbiano realem il pigliamosche dal petto rosso, la ballerina gialla, ma il loro numero diminuì con il peggioramento del lago.

L'area forestale di riserva del bacino idrografico del lago ha diverse specie selvatiche come cervi, gatto della giungla, iene striate, volpi indiane, cinghiali indiani e lepardi, Jal Mahal Jaipur è uno dei siti che racconta la storia dei reali e il loro gusto e creazioni esclusive.    

La storia del lago Man Sagar in cui è situato il palazzo risale al 1596 d.C.. Durante questo periodo, non c'era un lago permanente, ma solo una depressione naturale che si riempiva di acqua durante le piogge. Quando una carestia colpì la regione in 1596 d.C. e provocò enormi sofferenze per la popolazione, il sovrano Amber fece costruire una diga nella depressione al fine di immagazzinare l'acqua per da utilizzare nei periodi di maggior bisogno. Fu così costruita la diga Man Sagar, inizialmente realizzata in quarzite e fango e successivamente stabilizzata con pietre nel XVII secolo. Da quel momento in poi, la diga, il lago e il palazzo sono stati rinnovati più volte dai re di Jaipur prima del periodo coloniale e dal governo indiano dopo l'indipendenza dell'India.  

Jaigarh Fort

Jaigarh Fort è situato sul promontorio chiamato Cheel ka Teela (Collina delle Aquile) della catena degli Aravalli; si affaccia sul Forte Amer e sul Lago Maota. Il forte fu costruito da Jai Singh II nel 1726 per proteggere il Forte Amer e il suo complesso di palazzi e da lui prese il nome.

Il forte, robusto e simile all'Amer Fort, è anche conosciuto come Victory Fort. Ha una lunghezza di 3 chilometri lungo la direzione nord-sud e una larghezza di 1 chilometro. Il forte dispone di un cannone chiamato "Jaivana", che è stato fabbricato nei recinti del forte ed era allora il più grande cannone su ruote del mondo. Jaigarh Fort e Amer Fort sono collegati da passaggi sotterranei e considerati come un unico complesso.  

Il Forte Jaigarh, situato su una delle vette della catena collinare Aravalli, è costruito a circa 400 m sopra il Forte Amer. Fornisce un'eccellente vista delle colline Aravalli e del Forte Amer in basso.

Il forte si trova a 10 chilometri di distanza dalla città di Jaipur. Sorge su una breve deviazione dall'autostrada Jaipur-Delhi, che conduce al cannone Jaivaan presso il Dungar Darwaza ("Darwaza" significa "porta"), la stessa strada conduce a un altro importante forte chiamato Nahargarh Fort. Può anche essere raggiunto dal Forte Amer con una breve salita lungo un ripido sentiero collinare, arrivando alla Porta di Awami vicino al museo del forte. 

Amer era conosciuto nel periodo antico e medievale come Dhundhar. Quello che è noto ai giorni nostri come Jaigarh Fort era in realtà la principale struttura difensiva, piuttosto che il palazzo stesso. Le due strutture sono interconnesse da una serie di fortificazioni circostanti e governate dai Kachwaha dal X secolo in poi. La storia di Amer e Jaigarh è indelebilmente legata a questi sovrani, poiché fondarono il loro impero ad Amer. 

Durante il regno dell'imperatore Mughal Shah Jahan, Jaigarh Fort divenne una delle fonderie di cannoni più efficienti del mondo grazie all'abbondanza di miniere di ferro nelle vicinanze del forte. La fonderia di cannoni Jaigarh Fort aveva un'enorme galleria del vento che aspirava l'aria dalle alte montagne nella sua fornace creando temperature fino a 2.400°F (1.320°C), l'aria riscaldata scioglieva il metallo. Il metallo fuso riempiva una camera del serbatoio e passava in uno stampo a forma di cannone nella fossa di colata. La maggior parte di quei cannoni erano enormi, per lo più lunghi 16 piedi e dovevano essere preparati in un solo giorno. 

I Rajput costruirono anche un grande ingegnoso dispositivo meccanico che aveva un sistema di ingranaggi di precisione guidato da quattro coppie di buoi; il dispositivo fu utilizzato per scavare le canne dei cannoni. Quando scoppiò la guerra di successione Mughal nel 1658, Dara Shikoh si assicurò l'avamposto del cannone di Jaigarh Fort, fino a quando non fu sconfitto e giustiziato dal fratello minore Aurangzeb. Più tardi l'imperatore Mughal Muhammad Shah nominò Jai Singh II come Mughal ufficiale del Forte di Jaigarh; in definitiva Jai Singh II è noto per aver costruito il grande Cannone Jaivana utilizzando la fonderia e i dispositivi all'interno del Forte di Jaigarh.  

Il forte è costruito con spesse mura di arenaria rossa e si sviluppa su una lunghezza di 3 chilometri e una larghezza di 1 chilometro; ha un giardino quadrato (50 metri quadrati) al suo interno. I bastioni in ogni angolo sono in pendenza e forniscono l'accesso alle strutture di livello superiore. 

I palazzi hanno stanze e saloni con finestre schermate. Una torre di guardia centrale su un terreno rialzato offre una vista eccellente del paesaggio circostante. 

L'Aram Mandir e il giardino all'interno del suo cortile, sul lato nord del complesso del forte, ha un ingresso a triplo arco "The Awani Darwaza" che è stato ristrutturato in tempi recenti per ottenere una bella vista sul Lago Sagar. Le caratteristiche architettoniche sono in stile indo-persiano con mura ciclopiche realizzate in pietra da taglio e intonacate con malta di calce. Ci sono due templi all'interno dei recinti del forte, uno è il tempio di Ram Harihar del X secolo e l'altro è iltempio di Kal Bhairav del XII secolo. 

Le strutture di approvvigionamento idrico nel forte sono state soddisfatte creando strutture di raccolta dell'acqua nelle vicinanze del bacino di Aravalli e convogliando l'acqua attraverso un canale sul lato ovest del forte per una distanza di 4 chilometri. Il serbatoio più grande aveva una capacità di 6 milioni di galloni d'acqua. Una leggenda vuole che un tesoro, appartenente ai governanti Kachwaha di Amer, fosse stato accatastato nei recinti del forte, ma ricerche hanno portato a risultati totalmente infruttuosi. La ricerca era stata ordinata durante l'Emergenza dichiarata dal Primo Ministro indiano Indira Gandhidurante il 1975-1977. 

Nel 1977 fu avviata anche una perquisizione di tutti gli edifici del forte, da parte dell'Agenzia delle Entrate, mediante metal detector. Tuttavia, la ricerca di tesori effettuata da un'unità dell'esercito a Jaigarh Fort, non aveva portato ad alcun risultato. È stato quindi ipotizzato che Sawai Jai Singh abbia probabilmente usato il tesoro per costruire la città di Jaipur. 

Nella camera dell'armeria è esposta un ampia gamma di spade, scudi, pistole, moschetti e anche una palla di cannone da 50 chilogrammi. Le immagini in mostra rappresentano fotografie dei maharaja di Jaipur, Sawai Bhawani Singh e il maggiore generale Man Singh II, che hanno prestato servizio nell'esercito indiano come alti ufficiali.

Il museo si trova a sinistra della Porta Awami; sono esposte fotografie dei reali di Jaipur, francobolli e molti manufatti, tra cui un mazzo di carte circolare. Nel museo sono visibili una sputacchiera d'epoca del XV secolo e anche una pianta disegnata a mano dei palazzi.

Cannone Jaivana - Jaigarh Fort era un centro di produzione di artiglieria per i Rajput, ora è la sede del Jaivana. Al momento della sua costruzione, nel 1720, era il più grande cannone su ruote del mondo dell'era moderna. Qui si trova anche la fonderia dove è stato fabbricato. Una targa all'ingresso del recinto, dove è esposto il Cannone Jaivan, fornisce informazioni sulla storia del Cannone, le sue dimensioni e il suo utilizzo. Questo cannone non fu mai usato in nessuna battaglia poiché i sovrani Rajput di Amer avevano rapporti amichevoli con i Moghul. Il cannone ha sparato solo una volta con una carica di 100 chilogrammi di polvere da sparo e quando ha sparato ha coperto una distanza di circa 35 chilometri. 

Il Jaivana è stato fabbricato durante il regno del Maharaja Sawai Jai Singh II (1699–1743) in una fonderia di Jaigarh. La canna è lunga 6,15 m e pesa 50 tonnellate. Ha un diametro di 280 mm. 

La canna presenta decorazioni scolpite che raffigurano alberi, un'elefante e una coppia di anatre. È montato su ruote e il meccanismo delle due ruote posteriori è montato su cuscinetti a rulli, per consentire di sparare in qualsiasi direzione. Il cannone aveva una gittata di 22 miglia e utilizzava palle da 50 chilogrammi.  

Amber Fort

Il Forte Amber è una fortezza situata ad Amer, una città a 11 km. da Jaipur. Situata su una collina, è la principale attrazione turistica dell'area di Jaipur. La città di Amer venne costruita dalla tribù dei Meena, e successivamente governata dal Raja Man Singh I (21 dicembre 1550 – 6 luglio 1614).

Il forte è noto per i suoi artistici elementi in stile indù. Con le sue grandi mura e serie di porte e sentieri in ciottoli, domina il lago Maota, che è la principale riserva idrica del Palazzo di Amber.

Costruito in arenaria rossa e marmo, l'attraente e opulento palazzo si sviluppa su quattro livelli, ognuno con un cortile. Si tratta del Diwan-i-Aam o "Sala delle udienze pubbliche", del Diwan-i-Khas o "Sala delle udienze private", del Sheesh Mahal (palazzo degli specchi) o Jai Mandir, e del Sukh Niwas dove viene creato artificialmente un clima confortevole prodotto dai venti che soffiano sopra una cascata d'acqua all'interno del palazzo. Esso è anche popolarmente conosciuto come Palazzo di Amber. Fu la residenza dei Maharaja Rajput e delle loro famiglie. All'ingresso del palazzo, vicino alla porta di Ganesh, c'è un tempio dedicato a Sila Devi, una dea del culto Chaitanya, che venne donato a Raja Man Singh, quando sconfisse il Raja di Jessore, Bengala nel 1604 (Jessore è ora in Bangladesh).

Questo palazzo, assieme a forte Jaigarh, si trova sopra Cheel ka Teela (collina delle aquile) nella catena dei monti Aravalli. Il palazzo e il forte Jaigarh sono considerati un unico complesso, visto che sono collegati da un passaggio sotterraneo. Questo passaggio era considerato una via di fuga, in tempo di guerra, per consentire ai membri della famiglia reale e agli altri abitanti del forte Amber di spostarsi verso il più sicuro forte Jaigarh.

Prima dei Kachwaha, Amer era una piccola località costruita dalla tribù dei Meena nella città che avevano consacrato ad Amba, la dea madre, che chiamavano Gatta Rani o regina del passo. Si crede che il forte sia stato costruito, per la prima volta, da Raja Man Singh nel 967. Nella struttura attuale, venne costruito sui resti di questa prima struttura durante il regno di Raja Man Singh, il re Kachwaha di Amber. La struttura fu molto ampliata dal suo successore Jai Singh I. Anche in seguito, forte Amber ha subito migliorie e aggiunte da parte dei governanti successivi nel corso dei seguenti 150 anni, fino a quando il Kachwaha spostò la capitale a Jaipur durante il regno di Sawai Jai Singh II, nel 1727.

Secondo Tod in passato era nota come Khogong. Il re Meena, Raja Ralun Singh anche noto come Alan Singh Chanda di Khogong, di animo gentile, adottò una madre Rajput, con il suo bambino, che si era rifugiata nel suo regno. Successivamente, il re Meena inviò il ragazzo, Dhola Rae, a Delhi per rappresentare il regno Meena. Il Rajput, in segno di ingratitudine per questi favori, tornò con dei cospiratori Rajput e massacrò il disarmato Meena nel Diwali mentre pregava Pitra Trapan, poiché era usanza tra i Meena di recarsi disarmati a pregare. Così conquistò Khogong. Questa azione del Kachwaha Rajput è stata definita come la più vile e vergognosa nella storia del Rajasthan.

La prima struttura Rajput venne iniziata da Raja Kakil Dev, quando Amber divenne la sua capitale nel 1036, sul sito dell'attuale forte Jaigarh. Gran parte degli edifici attuali di Amber vennero costruiti o ampliati durante il regno di Raja Man Singh I negli anni 1600. Fra gli edifici principali da lui realizzati occorre ricordare il Diwan-i-Khas nel palazzo Amber e l'elaborata e decorata Ganesh Poll costruita da Mirza Raja Jai Singh I.

L'attuale palazzo Amber, venne costruito nel tardo XVI secolo, come palazzo più grande rispetto a quello già esistente. Il palazzo vecchio, noto come Kadimi Mahal è noto per essere il palazzo più antico sopravvissuto in tutta l'India. Questo antico palazzo si trova nella valle retrostante il Palazzo Amber.

Durante il periodo medievale Amer era nota come Dhundar (significato attribuito a un monte sacrificale nelle frontiere occidentali) e governata dai Kachwaha dall'XI secolo in poi – tra il 1037 e il 1727, fino a quando la capitale venne spostata a Jaipur. La storia di Amer è indelebilmente legata a questi regnanti poiché essi fondarono il loro impero in questo luogo.

Molte delle antiche strutture del periodo medievale dei Meena sono state distrutte o sostituite. Tuttavia, l'imponente palazzo del XVI secolo e il complesso del palazzo costruito all'interno di esso dal maharaja Rajput, sono molto ben conservati.

Il palazzo è diviso in quattro sezioni principali ognuna con il proprio portone d'ingresso e cortile. L'ingresso principale avviene attraverso la Suraj Pole (porta del sole) che conduce al Jalebi Chowk, il primo cortile principale. Questo era il luogo dove gli eserciti tenevano le parate di vittoria al loro ritorno dalle battaglie, osservati anche dalle donne della famiglia reale attraverso le finestre munite di grata. Questa porta era sorvegliata da un servizio in armi in quanto porta principale di ingresso al palazzo. È disposta verso oriente e viene colpita dai primi raggi del sole, da cui il nome "porta del sole". I reali a cavallo e i loro dignitari entravano attraverso questa porta.

Jaleb Chowk è una dicitura in arabo che significa luogo per assemblee di soldati. Questo è uno dei quattro cortili del palazzo, costruito durante il regno di Sawai Jai Singh (1693–1743). La guardia del corpo del Maharaja teneva delle parate in questo cortile sotto il comando del Fauj Bakshi. I Maharaja erano usi ispezionare correntemente il loro corpo di guardia. Adiacenti al cortile si trovavano le scuderie, e al piano di sopra gli alloggi delle guardie.

PRIMO CORTILE - Una grande scalinata conduce al Jalebi Chowk il principale giardino del palazzo. Qui, alla destra dei gradini è il tempio di Sila Devi dove il maharaja Rajput era uso sacrificare un bufalo, a partire dal Maharaja Mansingh nel XVI secolo fino al 1980 quando il rituale sacrificio animale venne interrotto

La Ganesh Pol, o porta di Ganesh, prende il nome dal dio indù Ganesh che rimuove tutti gli ostacoli della vita, ed è l'ingresso al palazzo privato del Maharaja. Si tratta di una struttura a tre piani, con diversi affreschi, che fu costruita da Mirza Raja Jai Singh (1621–1627). Sopra questa porta si trova la Suhag Mandir da dove le signore della famiglia reale osservavano, attraverso delle finestre munite di grata, le funzioni che si svolgevano nel Diwan-i-Aam.

Tempio di Sila Devi - Sul lato destro del Jalebi Chowk c'è un piccolo ma elegante tempio chiamato tempio di Sila Devi (Sila Devi era l'incarnazione di Kālī o Durgā). L'ingresso al tempio avviene attraverso una doppia porta rivestita in argento con un altorilievo. La divinità principale all'interno del sancta santorum è affiancata da due leoni d'argento. La leggenda attribuita all'inserimento di questa divinità dice che il Maharaja Man Singh invocò benedizioni dalla dea Kali per la vittoria nella battaglia contro il Raja di Jessore nel Bengala. La dea, gli apparve in sogno e chiese al Raja di recuperare la sua immagine dal fondo del mare, inserirla in un tempio ed adorarla. Il Raja, dopo aver vinto la battaglia del Bengala nel 1604, recuperò l'idolo dal mare e lo pose nel tempio chiamandolo Sila Devi in quanto ricavato da un'unica lastra di pietra. All'ingresso del tempio, c'è anche una scultura di Ganesha, realizzata da un unico pezzo di corallo.

Un'altra versione della leggenda dice che il Raja Man Singh, dopo aver sconfitto il Raja di Jessore, ricevette in dono una lastra di pietra nera che si dice avesse un collegamento con la storia epica del Mahābhārata in cui Kamsa aveva ucciso i più anziani fratelli del dio Krishna su questa stessa pietra. Con questo dono, Man Singh tornò al regno dopo aver sconfitto Raja del Bengala e utilizzò questa pietra per scolpire l'immagine di Durgā Mahishasuramardini, che aveva ucciso il re demone Mahishasura, e la inserì nel tempio del forte come Sila Devi. Questa dea venne adorata da allora in poi come la divinità protettrice della famiglia Rajput di Jaipur. Tuttavia, la loro divinità di famiglia continuò ad essere Jamva Mata di Ramgarh.

Un'altra pratica associata a questo tempio è il rito religioso del sacrificio di animali durante i giorni di festa di Navrathri (una festa di nove giorni celebrata due volte l'anno). La pratica era quella di sacrificare un bufalo e anche capre l'ottavo giorno della festa davanti al tempio, alla presenza della famiglia reale e di un grande numero di devoti. Questa pratica è stata vietata nel 1975, dopo di che il sacrificio si è tenuto all'interno del parco del palazzo a Jaipur, rigorosamente come evento privato con la partecipazione dei soli parenti stretti della famiglia reale. Tuttavia, ora la pratica del sacrificio animale è stata completamente vietata presso i locali del tempio e le offerte fatte alla dea, sono solo di tipo vegetariano.

SECONDO CORTILE - Il secondo cortile, su per le scale al primo livello, ospita il Diwan-i-Aam o sala delle udienze pubbliche. Costruito con una doppia fila di colonne, il Diwan-i-Aam è una piattaforma con 27 colonne, ognuna delle quali sormontata da un capitello a forma di elefante, con gallerie sopra di esso. Come suggerisce il nome, il Raja (Re) teneva qui udienze pubbliche per ascoltare e ricevere petizioni da parte dei sudditi.

TERZO CORTILE - Il terzo cortile era il luogo in cui si trovavano gli appartamenti privati del Maharaja. A questo cortile si accede attraverso la Ganesh Pol o porta di Ganesh, che è impreziosita da mosaici e sculture. Il cortile dispone di due edifici, uno di fronte all'altro, separati da un giardino alla maniera dei giardini Moghul. L'edificio a sinistra del cancello di ingresso è chiamato Jai Mandir, ed è impreziosito da pannelli di vetro intarsiati nei soffitti con specchi multistrato. Gli specchi sono di forma convessa e progettati in modo da brillare luminosi sotto il lume di candela nel momento in cui queste erano in uso. Conosciuto anche come Sheesh Mahal (Palazzo degli specchi), i mosaici di specchi e vetri colorati erano uno "scrigno scintillante nella luce tremolante delle candele". 

Lo Sheesh Mahal venne costruito dal re Man Singh nel XVI secolo e completato nel 1727. Questo fu anche l'anno di fondazione dello stato di Jaipur. Tuttavia, la maggior parte di questo lavoro è stato lasciato deteriorare durante il periodo 1970-1980, ma da allora è iniziato il restauro e la ristrutturazione. Le pareti della sala presentano bassorilievi in marmo scolpito e la sala offre un panorama sul lago Maota.

L'altro edificio presente nel cortile si trova di fronte allo Jai Mandir ed è noto come Sukh Niwas o Sukh Mahal (sala delle delizie). A questa sala si accede attraverso una porta di sandalo con intarsi in marmo. Dell'acqua corrente scorre in un canale aperto che attraversa questo edificio mantenendolo fresco, come un ambiente climatizzato. L'acqua di questo canale scorre nel giardino.

Fiore magico - Una particolare attrazione è il "fiore magico", un pannello di marmo scolpito alla base di uno dei pilastri del Palazzo degli specchi, raffigurante due farfalle in bilico; il fiore ha sette disegni unici, tra cui una coda di pesce, una foglia di loto, un cobra incappucciato, una proboscide d'elefante, una coda di leone, una pannocchia di mais e uno scorpione, ognuno dei quali è visibile nascondendo parte del pannello con le mani.

Palazzo di Man Singh I - A sud di questo cortile si trova il palazzo di Man Singh I, che è la parte più antica del Forte. La sua costruzione durò 25 anni e venne completata nel 1599 durante il regno di Raja Man Singh I (1589–1614). Si tratta del palazzo principale del complesso. 

Nel cortile centrale del palazzo c'è il padiglione Baradari realizzato interamente su pilastri; affreschi e piastrelle colorate decorano le camere al piano terra e al primo piano. Questo padiglione (che era dotato di pareti per il riserbo di quanti lo abitavano) veniva utilizzato come sede di incontro con le Maharani (regine della famiglia reale). Tutti i lati di questo padiglione sono collegati a diverse piccole salette con balconi aperti. 

L'uscita da questo palazzo conduce alla città di Amer, una città patrimonio con molti templi, case sontuose e moschee.

Giardino - Il giardino, ubicato tra il Jai Mandir ad oriente e il Sukh Niwas ad occidente, entrambi costruiti su alte piattaforme nel terzo cortile, è stato costruito da Mirza Raja Jai Singh (1623-1668). È stato modellato sulle linee del Chahar Bagh o giardino moghul. Ha forma esagonale ed è attraversato da stretti canali di marmo che fiancheggiano una piscina a forma di stella con una fontana al centro. L'acqua fluisce, in cascate attraverso i canali, dal Sukh Niwas e anche dal canale a cascata chiamato "chini khana niches" che ha origine sulla terrazza del Jai Mandir.

Porta Tripolia - Porta Tripolia ovvero tre porte. Essa dà accesso al palazzo da occidente ed è aperta in tre direzioni, una verso il Jaleb Chowk, un'altra dà sul palazzo Man Singh Palace e la terza sul Zenana Deorhi verso sud.

Porta del leone - La porta del leone, era un tempo una porta sorvegliata militarmente; conduce alle stanze private del palazzo ed è chiamata porta del leone per sottolinearne la forza. Costruita durante il regno di Sawai Jai Singh (1699-1743), è decorata con affreschi; il suo allineamento è a zig-zag, probabilmente per motivi di sicurezza contro l'attacco di intrusi.

QUARTO CORTILE - Il quarto cortile è quello dove si trova la Zenana in cui vivevano le donne della famiglia reale, tra cui le concubine o amanti. Questo cortile ha molti salotti dove le regine risiedevano e che erano visitati dal re a sua scelta, senza che si sapesse presso quale regina era in visita, dato che tutte le camere si aprono su un corridoio comune.

La regina madre e la consorte del Raja vivevano in questa parte del palazzo (Zanani Deorhi), che ospitava anche le loro domestiche. Le regine madri si interessavano particolarmente dei temlpi di Amer.

Lo Jas Mandir è una sala per le udienze private, con intarsi floreali in rilievo di vetro e alabastro e anch'essa si trova in questo cortile.

Tempio delle Scimmie

La bella città rosa di Jaipur, in Rajastan, con i suoi magnifici palazzi, nasconde, non lontano dal centro, altre bellezze che non si possono. Le colline Aravalli che circondano questa meravigliosa città sono la dimora di un complesso di templi sacri agli induisti, ospitati dalla città di Chania-Balaji, a circa 10 km da Jaipur.

È qui che si trova il Galta temple, costruito, così come lo vediamo ora, nel XVIII secolo da Diwan Rao Kriparam, un cortigiano di Sawai Jai Singh II, e noto come “tempio delle scimmie”.

I templi sono dedicati a varie divinità fra le quali Krishna, Rama e Hanuman (spirito dall’aspetto di scimmia) e sono una meta popolare per i pellegrini. In cima alla collina c’è anche un piccolo tempio dedicato al Dio Sole Surya, dal quale è possibile godere di splendidi tramonti sulla città.  

Sono tantissimi i macachi rheus, condierati sacri, che, con occhi languidi e furbetti, aspettano i visitatori per scroccare delicatamente qualche nocciolina.

Il luogo è sacro e tutto lo ricorda; come le abluzioni che, in ben 7 “Kunds”, serbatoi di acqua separati, operano uomini, donne e scimmie. Gli occhi profondi dei devoti scrutano i turisti, eppure questo non è un luogo che appare spesso negli itinerari di viaggio. Ha tratti comuni ad altri siti di culto ma qui, se si esclude la sacrissima Varanasi, la profonda spiritualità induista appare più manifesta che altrove.

Il tempio ha da sempre costituito luogo di meditazione per asceti induisti che qui eseguivano la ‘tapasya’ cioè la meditazione profonda per raggiungere l’autorealizzazione di sé e quindi la liberazione spirituale; ancora oggi si ritiene che bagnarsi nell’acqua delle sue sorgenti naturali purifichi da ogni peccato.

Il percorso del tempio si snoda in non più di due chilometri e mezzo, sino all’interno di una gola, il che lo rende un luogo raccolto e un po’ appartato, così come lo è il tempio stesso, addossato a una roccia di montagna da cui, attraverso la bocca di una statua a forma di mucca, il Gaumukh, sgorga l’acqua naturale che alimenta le tre vasche.

La prima vasca che si incontra, nonché la più grande, è quella riservata alle donne che, dismessi i loro coloratissimi sari, si immergono nelle sue acque.

La seconda vasca, invece, è quella riservata agli uomini ed attira maggiormente l’attenzione di locali e turisti in quanto è la più caotica con urla, schiamazzi e ragazzi che si tuffano come in una qualsiasi piscina.

La terza vasca, infine, è posta in cima al tempio. È la più piccola e sporca e sembra essere destinata alle numerose scimmie che la affollano e la rendono assai poco praticabile. È proprio qui in cima che si trova il vero tempio indù dove ci si ferma a pregare.

Con i suoi tetti arrotondati, le colonne scolpite e le pareti dipinte, ricorda l’architettura di palazzo “haveli”, diverso dai classici templi indù che siamo abituati a vedere; l’arenaria rosa di cui è fatto fa da sfondo ai colori delle sete inzuppate dei pellegrini, insieme ai riflessi cangianti dell’acqua nelle vasche, e alla terra ocra su cui posa tutto il complesso; le verdi colline che lo avvolgono fanno tutto il resto, creando un contrasto di colori di una calda morbidezza.

Ogni anno a metà gennaio, la sacra ricorrenza del ‘Makar Sankranti’ attira in questo sito folle di pellegrini. 

Mercati di Jaipur

E naturalmente, una delle cose da non perdere sono gli splendidi mercati di Jaipur. Anche senza acquistare nulla, è un piacere gironzolare e vedere questo insieme di colori sgargianti e questa confusione incredibile. I prodotti per i quali Jaipur è particolarmente famosa sono i tessuti e le pietre preziose.

Tempio di Lakshmi Narayan

Birla Mandir, Jaipur (Lakshmi Narayan Temple) è un tempio indù costruito, esclusivamente in marmo bianco, dalla Fondazione BM Birla nel 1988. È dedicato alla dea indù Lakshmi e al Signore Vishnu (Narayan), le cui immagini appaiono all'interno, insieme ad altre divinità e dee indù e selezioni della Gita e delle Upanishad

La tradizione afferma che un Maharaja vendette alla famiglia Birla la terra per il tempio per una rupia. La costruzione iniziò nel 1977 sotto la direzione Ramanauj Das e Ghanshyam Birla. 

Il tempio è in marmo bianco. Ci sono quattro parti distinte del tempio: il suo santuario, la torre, la sala principale e l'ingresso. Ha tre torri, che fanno riferimento alle tre fedi principali dell'India, così come vetrate che raffigurano storie tradizionali indù. Le sculture in marmo fanno anche riferimento alla mitologia indù

Presenta divinità indù all'interno - in particolare LakshmiNarayan e Ganesh - e figure come Cristo, la Vergine MariaSan Pietro, Buddha, Confucio e Socrate sulle mura esterne. 

Le statue dei suoi fondatori - Rukmani Devi Birla e Braj Mohan Birla - giacciono all'aperto in padiglioni coperti, di fronte al tempio con le mani giunte in namaskāra mudra

Il suo stile architettonico è considerato moderno. È stato costruito su una piattaforma rialzata, che lo solleva nello skyline di Jaipur; di notte si copre di luce. Oltre al tempio stesso, i terreni includono giardini e un piccolo negozio di articoli da regalo.