Jaipur è il
capoluogo dello stato indiano del Rajasthan, meglio nota con il poetico
appellativo di città rosa del Rajasthan. Fondata nel 1728 dal Maharaja Sawai Jai
Singh II. È famosa anche con il nome di "città rosa", per
il colore predominante delle sue abitazioni.
La città è
stata costruita con concezioni moderne; ha infatti una planimetria reticolare
con ampi viali alberati.
Numerosi sono
i bazar ed i mercati suddivisi a seconda delle varie e molteplici attività
artigianali. Per citarne alcune: gioielli, pietre preziose, smalti, stoffe sia
stampate che intessute, oggetti intagliati.
Il primo
impatto con Jaipur in realtà è tutt’altro che poetico. È una città
popolata da più di tre milioni di abitanti. Ovunque ci sono lavori in corso:
alle fogne, alle strade, ai marciapiedi. Pseudo cantieri che aggiungono
ulteriore disordine e rumore ad una città già di sé caotica e
congestionata. Ai margini delle strade o sui pochi marciapiedi liberi si
trovano accampati alla bene e meglio i paria, i fuori casta, meglio conosciuti
come gli intoccabili, anche se questo termine non è corretto e andrebbe
tradotto come oppressi. Centinaia di anziani, adulti e bambini che conducono
una vita al limite della sussistenza.
Cosi è
Jaipur, un luogo decisamente particolare che nonostante tutte le sue
contraddizioni affascina i turisti con gli eleganti palazzi, i suoi edifici di
colore rosa e i maestosi forti abbarbicati in cima alle colline.
- City Palace
Il Palazzo
di Jaipur (Jaipur City Palace), che comprende i palazzi del Chandra
Mahal e del Mubarak Mahal e altri edifici, è un complesso di
palazzi monumentali. Fu la sede del Maharaja di Jaipur, il capo del clan rajput dei Kachwaha.
Il palazzo del Chandra Mahal ospita ora un museo, ma la sua parte maggiore è
tuttora una residenza reale. Il complesso di palazzi, che è ubicato a nord
est del centro della pianta a scacchiera della città di Jaipur, incorpora
un'impressionante e vasta schiera di cortili, giardini ed edifici.
Il palazzo fu
costruito fra il 1729 e il 1732, inizialmente dal Sawai Jai Singh II,
sovrano di Amer. Egli progettò e costruì le mura esterne, e aggiunte
posteriori furono fatte dai sovrani successivi fino al XX secolo. Il credito
per l'assetto urbano della città e delle sue strutture è attribuito a due
architetti, vale a dire Vidyadar Bhattacharya, il principale architetto della
corte reale, e sir Samuel Swinton Jacob, a parte il Sawai stesso che era
un appassionato entusiasta di architettura. Gli architetti realizzarono una
fusione degli Shilpa Shastra dell'architettura indiana con gli stili
dell'architettura rajput, moghul ed europea.
Il complesso
di palazzi sorge nel cuore della città di Jaipur, a nord est del centro vero
e proprio. Il sito del palazzo era situato sull'area di un padiglione di
caccia reale su un terreno pianeggiante circondato da una catena di colline
rocciose, cinque miglia a sud della città di Amer. La storia del palazzo
è strettamente legata alla storia della città di Jaipur e dei suoi sovrani,
a partire dal maharaja Sawai Jai Singh II che governò nel
1699-1744. A lui si attribuisce di aver iniziato l'edificazione del complesso
della città costruendo il muro esterno del complesso che si estende su molti
acri.
Inizialmente,
egli governò dalla sua capitale ad Amer, che sorge a una distanza di 11
chilometri (7 mi) da Jaipur. Spostò poi la sua capitale da Amer a Jaipur
nel 1727 a causa di un aumento della popolazione e della crescente penuria
d'acqua. Progettò la città di Jaipur in sei isolati separati da ampi viali,
sulla base classica dei principi del Vastu Shastra e di altri simili
trattati classici sotto la guida architettonica di Vidyadar Bhattacharya, un
uomo che fu inizialmente un contabile del tesoro di Amer e fu in seguito
promosso alla carica di Capo Architetto dal Re.
In seguito
alla morte di Jaisingh nel 1744, ci furono guerre micidiali tra i re rajput
della regione, ma furono mantenute relazioni cordiali con il Raj
britannico. Il maharaja Ram Singh si schierò con i Britannici
nella Rivolta dei Sepoy o Rivolta indiana del 1857 e si
impose presso i governanti imperiali. Va a suo onore che la città di Jaipur
con tutti i suoi monumenti (compreso il Palazzo di Jaipur) sono in stucco
dipinto di "rosa" e da allora la città è stata chiamata la
"Città Rosa". Il cambiamento nello schema di colori fu un segno di
ospitalità esteso in onore del Principe di Galles (che in seguito
divenne re Edoardo VII) durante la visita. Questo schema di colori è
divenuto da allora un segno distintivo della città di Jaipur.
Man Singh II,
il figlio adottivo del maharaja Madho Singh II, fu l'ultimo Maharaja
di Jaipur a governare dal palazzo del Chandra Mahal, a Jaipur. Questo
palazzo, tuttavia, continuò ad essere una residenza della famiglia reale
anche dopo che il regno di Jaipur si fuse con l'Unione Indiana nel 1949 (dopo
l'indipendenza indiana dell'agosto 1947) insieme agli altri stati rajput
di Jodhpur, Jaisalmer e Bikaner. Jaipur diventò la
capitale dello stato indiano del Rajasthan e Man Singh II ebbe l'onore di
diventare per un periodo il Rajapramukh (attuale Governatore dello stato) e in
seguito fu l'Ambasciatore dell'India in Spagna.
Il Palazzo di
Jaipur è nella parte centro-nordorientale della città, che si trova in una
pianta a scacchiera con ampi viali. È un unico e singolare complesso di vari
palazzi, padiglioni, giardinie e templi. Le strutture più eminenti e più
visitate nel complesso sono il Chandra Mahal, il Mubarak Mahal, il Mukut
Mahal, il Palazzo della Maharani, il Tempio di Shri Govind Dev e il Museo del
Palazzo.
Porte
d'entrata - Virendra
Pol, Udai Pol vicino a Jaleb chowk e la Porta Tripolia (triplice porta) sono
le porte d'entrata al Palazzo di Jaipur. La porta Tripolia è riservata
all'entrata nel palazzo della famiglia reale. Le persone comuni e i visitatori
possomo entrare nel complesso di palazzi solo attraverso il Virendra Pol e
l'Udai Pol o l'Atish Pol (Porta Stabile). L'entrata da Virendra Pol conduce al
Mubarak Mahal. Gli accessi sono riccamente decorati.
Mubarak
Mahal - Mubarak
Mahal, che significa il "Palazzo Propizio", fu costruito con una
fusione degli stili architettonici islamici, rajput ed europei alla fine
del XIX secolo dal maharaja Madho Singh II come centro di ricevimento.
È un museo;
un bel repertorio di una varietà di tessuti come i costumi reali formali, le
stampe a blocchi sanganeri, gli scialli ricamati, le pashmine del Kashmir e
i sari di seta in quanto parte del Museo del maharaja
Sawai Man Singh II. Una notevole esposizione è la serie di voluminosi abiti
indossati da Sawai Madhosingh I, che era alto 1,2 metri e pesava 250
chilogrammi ma, fatto interessante, ebbe 108 mogli.
Chandra
Mahal - Il
Chandra Mahal o Chandra Niwas è l'edificio più imponente del complesso del
Palazzo di Jaipur, alla sua estremità ovest. È un edificio di sette piani e
a ciascun piano è stato dato un nome specifico come i Sukh-Niwas,
Ranga-Mandir, Pitam-Niwas, Chabi-Niwas, Shri-Niwas e Mukut-Mandir o Mukut
Mahal. Contiene molti dipinti unici, specchi sui muri e decorazioni floreali.
Attualmente, la maggior parte di questi palazzo è la residenza dei
discendenti degli ex sovrani di Jaipur.
Ai visitatori
è accessibile solo il piano terra dove è localizzato un museo che mostra
tappeti, manoscritti e altri oggetti che appartenevano alla famiglia reale. C'è
una bella porta di pavoni all'entrata del Mahal. Ha balconi riparati e un
padiglione sul tetto da dove si può ammirare una veduta panoramica della città.
È collocato in mezzo a giardini ben disposti e ad un lago decorativo sul
davanti.
Sempre in
cima al Chandra Mahal si vede la bandiera della famiglia reale, che appare
spiegata quando il Maharaja è nel palazzo. Si dice tradizionalmente che le
dimensioni della bandiera sono "una e un quarto": si tratta in realtà
di due bandiere, una a dimensione intera e un'altra grande un quarto della
prima che viene posta sotto di essa. Tuttavia, quando il re è assente,
sull'edificio è issata la bandiera della regina.
C'è un
interessante aneddoto narrato a proposito della "bandiera una e un
quarto", che è la bandiera con le insegne dei Maharaja di Jaipur.
L'imperatore Aurangzeb, che partecipò al matrimonio di Jai Singh,
strinse le mani al giovane sposo e gli fece gli auguri per il suo matrimonio.
In questa occasione, Jai Singh fece un commento irriverente all'Imperatore
affermando che il modo in cui gli aveva stretto le mani faceva sì che
l'Imperatore si fosse assunto il compito di proteggere lui (Jai Singh) e il
suo regno (quasi cioè che fosse stato l'Imperatore a sottomettersi al giovane
Maharaja e non il contrario). Aurangzeb, invece di rispondere con indignazione
alla battuta, si sentì compiaciuto e conferì al giovane Jai Singh il titolo
di Sawai, che significa "uno e un quarto", volendo intendere
che malgrado la sua giovane età si era dimostrato più audace di un uomo,
ossia appunto "un uomo e un quarto". Da allora i Maharaja di Jaipur
hanno prefisso il titolo di Sawai ai loro nomi. Quando risiedono in un luogo,
essi sventolano anche la loro bandiera una e un quarto negli edifici e nei
palazzi in cui si trovano.
C'è anche
una storia tragica legata a questo palazzo. Ishawri Singh, figlio di Jai
Singh, che non era disposto ad affrontare l'esercito dei Maratti in
avanzata, mise fine alla sua vita in modo umiliante facendosi mordere da un
serpente. Dopodiché, anche le sue 21 mogli e concubine commisero il suicidio
rituale allora accettato del sati o jauhar (autoimmolazione
sulla pira funebre del loro marito).
Pitam
Niwas Chowk - È
un cortile interno, che fornisce accesso al Chandra Mahal. Qui, ci sono
quattro piccole porte (noto come Ridhi Sidhi Pol) che sono adornati con temi
che rappresentano le quattro stagioni e gli dei indù. Le porte sono la Porta
dei Pavoni Nord-orientale (con motivi di pavoni sulla soglia) rappresentante
l'autunno e dedicata al Signore Vishnu; la Porta Sud-orientale del Loto
(con un disegno continuo a fiori e petali) evocante la stagione estiva e
dedicata al Signore Shiva-Parvati; la Porta Verde Nord-occidentale,
chiamata anche Porta Leheriya (che significa: "delle onde"), in
colore verde evocante la primavera e dedicata al Signore Ganesha e,
da ultimo, la Porta Rosa con motivi floreali ripetuti rappresentante la
stagione invernale e dedicata alla Dea Devi.
Diwan-I-Khas
- Il
Diwan-I-Khas era una sala privata per le udienze dei Maharaja, una camera con
il pavimento di marmo. È localizzata tra l'armeria e la galleria d'arte. Ci
sono qui in mostra due enormi vasi di argento sterling alti 1,6 metri (5,2 ft),
ciascuno con una capacità di 4.000 litri e un peso di 340 kg.
Furono fatti
da 14.000 monete di argento fuso senza saldatura. Sono registrati
ufficialmente dal Guinness dei Primati come i più grandi vasi in
argento sterling del mondo. Questi vasi furono fatti appositamente dal
maharaja Sawai Madho Singh II, che era un indù assai pio, per
trasportare l'acqua del Gange da bere nel suo viaggio in Inghilterra nel 1901
(per l'incoronazione di Edoardo VII) poiché era preoccupato di commettere
peccato religioso consumando l'acqua inglese.
I vasi sono
chiamati Gangajelies (urne delle acque del Gange). Ci sono numerosi
candelieri di cristallo appesi al soffitto (normalmente coperti con fogli di
plastica per impedire che si raccolga la polvere), che vengono scoperti in
occasioni speciali.
Diwan-I-Aam
- Il
"Diwan-E-Aam" (Sabha Niwas) o "Sala dell'Udienza Pubblica"
è una camera incantevole, con il soffitto riccamente decorato in vivaci
colori rosso e oro. È un'importante attrazione nel cortile di Mubarak Mahal.
Questa camera, che funziona ora come una galleria d'arte, ha esposizioni di
squisiti dipinti in miniatura (di arte rajastahni, moghol e persiana), testi
antichi, coperte ricamate, scialli di Kashmir e tappeti.
Sotto
affascinanti soffitti dipinti sono custoditi rari e antichi manoscritti
originali delle scritture indù (la sacra scrittura indù del Bhagavad
Gita scritta a mano in minuscoli caratteri). Nella galleria d'arte si può
inoltre ammirare il trono d'oro (chiamato Takth-e-Rawal) che era il seggio del
Maharaja durante l'audizione pubblica. Era montato su un elefante o
trasportato da portatori su un palanchino durante le visite del Maharaja fuori
del palazzo.
Presso il
viale d'ingresso alla sala, sono in mostra due grandi elefanti, ciascuno
ricavato da un unico blocco di marmo.
Palazzo
della Maharani - Il
Palazzo della Maharani era originariamente la residenza delle regine regali.
È stato convertito in un museo, dove sono esposte le armi usate dai sovrani
durante le campagne belliche, comprese quelle appartenenti al XV secolo. Il
soffitto di questa camera ha affreschi unici, che sono preservati usando
polvere di gioielli di pietre semipreziose.
Un
particolare armamentario in esposizione è il pugnale con azione a
forbice, che quando è conficcato nel corpo di un nemico si dice che sbudelli
la vittima, all'atto della sua estrazione. Gli altri manufatti in mostra
includono spade con pistole ad esse attaccate, la spada regalata dalla Regina
Vittoria al maharaja Sawai Ram Singh (1835–80) che è
intarsiata di rubini e smeraldi, pistole funzionanti come bastoni d'accesso e
un piccolo canone.
Bhaggi
Khana - Il
Bhaggi Khana è un museo nel complesso di palazzi dove è in mostra una
raccolta di vecchie carrozze, palanchini e taxi europei adottati come baggi (carri)
in manifestazioni indiane. Il baggi che attira l'attenzione è quello donato
dal Principe di Galles al Maharaja nel 1876, chiamato il baggi di Vittoria. In
mostra qui sono anche il mahadol, un palanchino con un'unica
asta di bambù che era usato per trasportare i preti, e un ratha (cocchio),
che era utilizzato per trasportare gli idoli degli dei indù in processione in
occasioni festive.
Tempio
di Govind Dev Ji - Il Tempio
di Govind Dev Ji, dedicato al dio indù Krishna, fa parte del
complesso del Palazzo di Jaipur. Fu costruito all'inizio del XVIII secolo
fuori dalle mura posto in un ambiente di giardini. Ha candelieri europei e
dipinti di arte indiana. Il soffitto del tempio è ornato in oro. La sua
ubicazione forniva al Maharja una veduta diretta dal suo palazzo del Chandar
Mahal. L'arathi (offerta di preghiere) per la divinità può essere vista
dai devoti soltanto per sette volte durante il giorno.
Il Jantar
Mantar è un complesso di architetture con funzione di strumenti
astronomici costruito a Jaipur, dal maharaja Jai Singh II tra
il 1727 e il 1734 sul modello delle analoghe strutture costruite a Delhi.
Complessivamente il maharaja costruì cinque strutture similari; oltre a
quelle di Delhi e di Jaipur, anche a Ujjain, Mathura e Varanasi.
Quello di Jaipur è il più grande dei cinque ed anche il meglio conservato.
“Basta con
gli strumenti di rame e bronzo, sono troppo inaccurati!” Dovette essere
questo il pensiero degli astronomi musulmani e indu tenuti in scacco,
all’alba del 18° secolo, da misure di posizioni planetarie non abbastanza
precise.
Il coltissimo
Maragià Sawai Jai Singh II, fondatore di Jaipur, studioso di sanscrito e
persiano, astronomia, matematica e architettura, fece proprie le istanze dei
ricercatori e, in un periodo politicamente buio (guerre tra dinastie indiane e
potenze europee per il controllo del Paese), costruì, non più in metallo ma
in pietra e cemento, il grande osservatorio monumentale di Dheli: lo Jantar
Mantar.
Jantar Mantar
deriva dal sanscrito Yantar (strumento) Mantar (calcolo, formula) ed è un
grandioso complesso di strumenti astronomici contraddistinti da un’enorme
precisione, insuperata per strumenti del genere. Uraniborg, la “città
osservatorio” costruita dal facoltoso astronomo danese Tycho Brahe, il
più grande osservatorio europeo prima dell’invenzione del telescopio, era
molto più piccola dello Jantar Mantar. Sappiamo che astronomi europei (come
Xavier de Silva, direttore dell’osservatorio di Lisbona) furono invitati
dall’illuminato governante per far diffondere in India le ultime scoperte
occidentali nel campo, tuttavia il maragià prese a modello per il nuovo
osservatorio quello di Mirza Ulugh a Samarcanda, costruito nel XV secolo.
Ciò che
colpisce visitando il complesso, realizzato nel 1724, è l’armonia con cui
si fondono le esigenze di precisione delle misure con le leggi astronomiche e
con l’eleganza delle costruzioni. Per le sue forme, Sawai Jai Singh II, che
successivamente costruirà altri 4 osservatori, si ispirò all’architettura
tradizionale indiana ma accettando influssi anche islamici e greci.
Fra gli
strumenti dell’osservatorio spicca il Samrat Yantra, una grande
meridiana disegnata dallo stesso Jai Singh, su cui si può leggere non solo
l’ora solare di Jaipur (Tempo Standard Indiano) con la precisione di mezzo
secondo, ma anche le coordinate celesti del Sole in quel momento. Altri
strumenti consentono di misurare la posizione della Luna e dei pianeti, di
determinare la data dei giorni più lungo e più breve dell’anno, il
diametro del Sole e della Luna, di prevedere le eclissi, eccetera.
Il
Narivalaya Yantra è la meridiana, inclinata di 27°, che
calcolava anch'essa l'ora seguendo il ciclo solare.
Il
Jai Prakash Yantra sono due emisferi interrati che tracciano la
mappa del cielo; si ritiene che Jai Singh abbia voluto questo strumento per
verificare la precisione di tutti gli altri strumenti dell'osservatorio.
Nelle
intenzioni del maragià Sawai Jai Singh II c’era un rinascimento
dell’astronomia pratica a tutti i livelli, dalla ricerca pura fino alla
cultura popolare. Purtroppo la turbolenza politica vanificò i suoi sforzi e
l’intero potenziale del grande osservatorio non fu mai colto. Solo per 7
anni furono eseguite delle misure con il suo osservatorio, poi,
miracolosamente scampato a guerre e distruzioni, lo Jantar Mantar fu
utilizzato come “cava” di materiale da costruzione. Restaurato nel secolo
scorso, attualmente gli alti alberghi per i turisti nelle zone circostanti
impediscono agli strumenti la vista degli astri.
- Hawa
Mahal o Palazzo dei Venti
L'Hawa Mahal (noto
anche come Palazzo dei venti o Palazzo della brezza) è un
palazzo in stile
architettonico rajput di Jaipur,
costruito in modo che le donne della famiglia reale potessero osservare le
feste di strada senza essere viste dall'esterno.
Realizzato in arenaria rossa
e rosa, il palazzo si trova ai margini del Palazzo
di Jaipur (Palazzo di città, o City Palace) e si estende agli
alloggi (zenana)
delle donne reali.
La struttura
venne fatta costruire nel 1799 dal Maharaja Sawai
Pratap Singh. Egli fu così intimidito e ispirato dalla struttura unica
del Khetri Mahal che
fece costruire il grande Hawa Mahal, progettato da Lal
Chand Ustad in forma di corona di Krishna,
il dio del pantheon indù. La facciata di cinque piani è simile al favo di un alveare con
le sue 953 piccole finestre chiamate Jharokha e
decorate con intricati tralicci. L'intenzione
originale del reticolo era quella di consentire alle signore della famiglia
reale di osservare la vita quotidiana nella strada sottostante senza essere
viste, dal momento che dovevano obbedire allo stretto purdah (copertura
della fronte). Il reticolo permetteva anche la circolazione di un flusso di
aria fresca (effetto
Venturi) creato dal disegno della facciata, un'aria
condizionata ante
litteram in tutta la zona, per mitigare le alte temperature
estive.
Nel 2006,
venne intrapreso un progetto di restauro del palazzo, dopo 50 anni di
abbandono, per dare una nuova veste all'edificio, con un costo di 4,568 milioni
di rupie. Il
settore delle imprese ha dato una mano per preservare i monumenti storici di
Jaipur e l'Unit Trust of India ha adottato l'Hawa Mahal per la sua
ristrutturazione. Il palazzo è parte estesa di un enorme complesso. La
facciata di pietra scolpita, piccole finestre e tetti ad arco sono alcune
delle caratteristiche di questo edificio. Il monumento è costituito da una
grande serie di piccole cornici che sottolineano le sue 953 finestrelle. Come
molti altri monumenti di Jaipur, il palazzo è stato costruito con pietra
arenaria.
Il palazzo ha
forma di piramide a cinque piani ed è alto 15 metri. I primi tre piani della
struttura hanno la dimensione di una grande stanza mentre il primo e il
secondo piano dispongono di patio di fronte al loro ingresso. La facciata
frontale, come vista dalla strada, ha la forma di un favo di
alveare, costituito da piccoli oblò. Ogni oblò ha finestre in miniatura e
griglie scolpite di arenaria, pinnacoli e cupole che danno l'effetto di una
massa di baie semi-ottagonali, conferendo al monumento una forma unica nella
facciata interna sul lato posteriore dell'edificio è costituita da camere
costruite su pilastri e corridoi con ornamenti minimi. L'interno del Mahal è
stato descritto come "avente camere realizzate con marmi colorati,
decorate da pannelli intarsiati o dorati, e fontane al centro del
cortile".
Lal Chand
Ustad fu il progettista di questa struttura unica nel suo genere.
Costruita con arenaria rossa e rosa, in linea con il decoro degli altri
monumenti della città, il suo colore è una testimonianza dell'epiteto di
"città rosa" dato a Jaipur. La sua facciata costituita da 953
nicchie con jharokha finemente intagliate (alcune realizzate in legno) è in
netto contrasto con la semplicità della facciata posteriore della struttura.
Il suo patrimonio culturale e architettonico è un vero riflesso di una
fusione di architettura indù Rajput e islamica moghul;
lo stile Rajput si trova nelle pensiline a cupola, nelle colonne scanalate,
nei loti e motivi floreali, mentre quello islamico si evidenzia nella
lavorazione della pietra a filigrana,
nel lavoro degli archi (con la sua somiglianza con il Panch Mahal - il palazzo
dei venti - a Fatehpur
Sikri).
L'ingresso
all'Hawa Mahal dal Palazzo reale avviene da una porta imperiale. Si apre in un
grande cortile, che ha degli edifici a due piani su tre lati, con l'Hawa Mahal
sul lato orientale. Nel cortile si trova un museo archeologico.
L'Hawa Mahal
è considerato il capolavoro del Maharaja Jai Singh visto che era la
sua residenza preferita per l'eleganza e le decorazioni all'interno dell'Hawa
Mahal. L'effetto di raffreddamento nelle camere, fornito dalla brezza che
attraversava le finestrelle della facciata, era migliorato da fontane poste al
centro di ciascuna delle stanze.
I due piani
superiori dell'Hawa Mahal erano accessibili soltanto a mezzo di rampe. Il
palazzo è gestito dal dipartimento di archeologia del Governo del Rajasthan.
- Jal Mahal,
il palazzo sul lago
Jaipur, la
capitale dell'India, nello stato del Rajasthan, è famosa per la sua ricca
storia e le meravigliose meraviglie architettoniche che racchiudono forti
massicci, lussuosi palazzi reali, havelis, musei e altro ancora. Ogni angolo
della città ricorda la prosperità e la ricchezza dell'India prima del
periodo coloniale e definisce il lusso in ogni modo possibile.
Il Jal Mahal,
meglio noto come il Water Palace, il Palazzo d’acqua, è di una
bellezza architettonica unica, situata nel mezzo di un vasto lago chiamato Man
Sagar Lake.
Sebbene non
siano noti dati sufficienti riguardo alla data esatta di costruzione di questo
palazzo, si stima che il palazzo sia stato ampliato e rinnovato dal governo di
Amber a Jaipur, Maharaja Jai Singh II nel XVIII, mentre altri rapporti
suggeriscono che sia stato costruito in 1799 dal regista ambra Madho Singh.
Per due
secoli, Jal Mahal è stato vittima di abbandono e solo all’inizio
del 2000 è stato ristrutturato e riportato al suo splendore. La struttura è
parecchio singolare: non ci sono stanze adibite ad alloggi, ma solo un ampia
terrazza giardino dove il Maharaja amava passeggiare.
Jal Mahal è
fatto di pietra rossa ed è alto 5 piani. I 4 piani del palazzo rimangono
sott'acqua ed è visibile solo il quinto piano. Ci sono 4 chattris, di forma
ottagonale, in tutti e quattro gli angoli del palazzo.
Il forte ha
alcune delle squisite sculture in marmo che denotano il tocco regale e il
palazzo ha anche venti colonne che sono il cenotafio della famiglia reale di
Raja Jai Singh.
Durante le
stagioni piovose, il lago della città si riempie d'acqua. Il palazzo si può
visitare solo con le barche che portano il turista dalla terra al palazzo nel
centro del lago.
Il lago era
un paradiso per gli amanti del birdwatiching in passato ed era il terreno
preferito dai re Rajput di Jaipur per le steste di caccia all'anatra reale
durante i picnic. Il lago ospitava più di 150 specie di uccelli locali
e migratori che includevano il grande fenicottero, lo svasso maggiore, il
codone, il gheppio, la folaga, la pettegola, il piovanello di plude, il
rafano, il gabbiano realem il pigliamosche dal petto rosso, la ballerina
gialla, ma il loro numero diminuì con il peggioramento del lago.
L'area
forestale di riserva del bacino idrografico del lago ha diverse specie
selvatiche come cervi, gatto della giungla, iene striate, volpi indiane,
cinghiali indiani e lepardi, Jal Mahal Jaipur è uno dei siti che racconta la
storia dei reali e il loro gusto e creazioni esclusive.
La storia del
lago Man Sagar in cui è situato il palazzo risale al 1596 d.C.. Durante
questo periodo, non c'era un lago permanente, ma solo una depressione naturale
che si riempiva di acqua durante le piogge. Quando una carestia colpì la
regione in 1596 d.C. e provocò enormi sofferenze per la popolazione, il
sovrano Amber fece costruire una diga nella depressione al fine di
immagazzinare l'acqua per da utilizzare nei periodi di maggior bisogno. Fu così
costruita la diga Man Sagar, inizialmente realizzata in quarzite e fango e
successivamente stabilizzata con pietre nel XVII secolo. Da quel momento in
poi, la diga, il lago e il palazzo sono stati rinnovati più volte dai re di
Jaipur prima del periodo coloniale e dal governo indiano dopo l'indipendenza
dell'India.
- Jaigarh
Fort
Jaigarh Fort è
situato sul promontorio chiamato Cheel ka Teela (Collina delle Aquile) della catena degli Aravalli; si
affaccia sul Forte Amer e sul Lago Maota. Il forte fu costruito
da Jai Singh II nel 1726 per proteggere il Forte Amer e il suo
complesso di palazzi e da lui prese il nome.
Il forte,
robusto e simile all'Amer Fort, è anche conosciuto come Victory Fort. Ha
una lunghezza di 3 chilometri lungo la direzione nord-sud e una larghezza di 1
chilometro. Il forte dispone di un cannone chiamato "Jaivana",
che è stato fabbricato nei recinti del forte ed era allora il più grande
cannone su ruote del mondo. Jaigarh Fort e Amer Fort sono collegati da
passaggi sotterranei e considerati come un unico complesso.
Il Forte
Jaigarh, situato su una delle vette della catena collinare Aravalli, è
costruito a circa 400 m sopra il Forte Amer. Fornisce un'eccellente vista
delle colline Aravalli e del Forte Amer in basso.
Il forte si
trova a 10 chilometri di distanza dalla città di Jaipur. Sorge su una
breve deviazione dall'autostrada Jaipur-Delhi, che conduce al cannone Jaivaan
presso il Dungar Darwaza ("Darwaza" significa "porta"), la
stessa strada conduce a un altro importante forte chiamato Nahargarh Fort. Può
anche essere raggiunto dal Forte Amer con una breve salita lungo un ripido
sentiero collinare, arrivando alla Porta di Awami vicino al museo del forte.
Amer era
conosciuto nel periodo antico e medievale come Dhundhar. Quello che
è noto ai giorni nostri come Jaigarh Fort era in realtà la principale
struttura difensiva, piuttosto che il palazzo stesso. Le due strutture
sono interconnesse da una serie di fortificazioni circostanti e governate dai Kachwaha dal
X secolo in poi. La storia di Amer e Jaigarh è indelebilmente legata a
questi sovrani, poiché fondarono il loro impero ad Amer.
Durante il
regno dell'imperatore Mughal Shah Jahan, Jaigarh Fort divenne una
delle fonderie di cannoni più efficienti del mondo grazie all'abbondanza di miniere di ferro nelle
vicinanze del forte. La fonderia di cannoni Jaigarh Fort aveva un'enorme
galleria del vento che aspirava l'aria dalle alte montagne nella sua fornace
creando temperature fino a 2.400°F (1.320°C), l'aria riscaldata scioglieva
il metallo. Il metallo fuso riempiva una camera del serbatoio e passava
in uno stampo a forma di cannone nella fossa di colata. La maggior parte
di quei cannoni erano enormi, per lo più lunghi 16 piedi e dovevano essere
preparati in un solo giorno.
I Rajput
costruirono anche un grande ingegnoso dispositivo meccanico che aveva un
sistema di ingranaggi di precisione guidato da quattro coppie di buoi; il
dispositivo fu utilizzato per scavare le canne dei cannoni. Quando scoppiò
la guerra di successione Mughal nel 1658, Dara Shikoh si assicurò
l'avamposto del cannone di Jaigarh Fort, fino a quando non fu sconfitto e
giustiziato dal fratello minore Aurangzeb. Più tardi l'imperatore
Mughal Muhammad Shah nominò Jai Singh II come Mughal
ufficiale del Forte di Jaigarh; in definitiva Jai Singh II è noto per aver
costruito il grande Cannone Jaivana utilizzando la fonderia e i dispositivi
all'interno del Forte di Jaigarh.
Il forte è
costruito con spesse mura di arenaria rossa e si sviluppa su una lunghezza di
3 chilometri e una larghezza di 1 chilometro; ha un giardino quadrato (50
metri quadrati) al suo interno. I bastioni in ogni angolo sono in
pendenza e forniscono l'accesso alle strutture di livello superiore.
I palazzi
hanno stanze e saloni con finestre schermate. Una torre di guardia
centrale su un terreno rialzato offre una vista eccellente del paesaggio
circostante.
L'Aram Mandir
e il giardino all'interno del suo cortile, sul lato nord del complesso del
forte, ha un ingresso a triplo arco "The Awani Darwaza" che è stato
ristrutturato in tempi recenti per ottenere una bella vista sul Lago Sagar. Le
caratteristiche architettoniche sono in stile indo-persiano con mura ciclopiche realizzate
in pietra da taglio e intonacate con malta di calce. Ci sono due templi
all'interno dei recinti del forte, uno è il tempio di Ram Harihar del X
secolo e l'altro è iltempio di Kal Bhairav del XII secolo.
Le strutture
di approvvigionamento idrico nel forte sono state soddisfatte creando
strutture di raccolta dell'acqua nelle vicinanze del bacino di Aravalli e
convogliando l'acqua attraverso un canale sul lato ovest del forte per una
distanza di 4 chilometri. Il serbatoio più grande aveva una capacità di
6 milioni di galloni d'acqua. Una leggenda vuole che un tesoro,
appartenente ai governanti Kachwaha di Amer, fosse stato
accatastato nei recinti del forte, ma ricerche hanno portato a risultati
totalmente infruttuosi. La ricerca era stata ordinata durante l'Emergenza
dichiarata dal Primo Ministro indiano Indira Gandhidurante il 1975-1977.
Nel 1977 fu
avviata anche una perquisizione di tutti gli edifici del forte, da parte
dell'Agenzia delle Entrate, mediante metal detector. Tuttavia, la ricerca
di tesori effettuata da un'unità dell'esercito a Jaigarh Fort, non aveva
portato ad alcun risultato. È stato quindi ipotizzato che Sawai Jai
Singh abbia probabilmente usato il tesoro per costruire la città di Jaipur.
Nella camera
dell'armeria è esposta un ampia gamma di spade, scudi, pistole, moschetti e
anche una palla di cannone da 50 chilogrammi. Le immagini in mostra
rappresentano fotografie dei maharaja di Jaipur, Sawai Bhawani Singh e il maggiore
generale Man Singh II, che hanno prestato servizio nell'esercito indiano come
alti ufficiali.
Il museo si
trova a sinistra della Porta Awami; sono esposte fotografie dei reali di
Jaipur, francobolli e molti manufatti, tra cui un mazzo di carte circolare. Nel
museo sono visibili una sputacchiera d'epoca del XV secolo e anche una pianta
disegnata a mano dei palazzi.
Cannone
Jaivana -
Jaigarh Fort era un centro di produzione di artiglieria per i Rajput, ora
è la sede del Jaivana. Al momento della sua costruzione, nel 1720, era
il più grande cannone su ruote del mondo dell'era moderna. Qui
si trova anche la fonderia dove è stato fabbricato. Una targa
all'ingresso del recinto, dove è esposto il Cannone Jaivan, fornisce
informazioni sulla storia del Cannone, le sue dimensioni e il suo utilizzo. Questo
cannone non fu mai usato in nessuna battaglia poiché i sovrani Rajput di Amer
avevano rapporti amichevoli con i Moghul. Il cannone ha sparato solo
una volta con una carica di 100 chilogrammi di polvere da sparo e quando ha
sparato ha coperto una distanza di circa 35 chilometri.
Il Jaivana è
stato fabbricato durante il regno del Maharaja Sawai Jai Singh II (1699–1743)
in una fonderia di Jaigarh. La canna è lunga 6,15 m e pesa 50
tonnellate. Ha un diametro di 280 mm.
La canna
presenta decorazioni scolpite che raffigurano alberi, un'elefante e una coppia
di anatre. È montato su ruote e il meccanismo delle due ruote posteriori
è montato su cuscinetti a rulli, per consentire di sparare in qualsiasi
direzione. Il cannone aveva una gittata di 22 miglia e utilizzava palle
da 50 chilogrammi.
- Amber
Fort
Il Forte
Amber è una fortezza situata ad Amer,
una città a 11 km. da Jaipur.
Situata su una collina, è la principale attrazione turistica dell'area di
Jaipur. La città di Amer venne costruita dalla tribù dei Meena, e
successivamente governata dal Raja Man
Singh I (21 dicembre 1550 – 6 luglio 1614).
Il forte è
noto per i suoi artistici elementi in stile indù.
Con le sue grandi mura e serie di porte e sentieri in ciottoli, domina il lago
Maota, che è la principale riserva idrica del Palazzo di Amber.
Costruito in arenaria
rossa e marmo,
l'attraente e opulento palazzo si sviluppa su quattro livelli, ognuno con un
cortile. Si tratta del Diwan-i-Aam o "Sala delle udienze
pubbliche", del Diwan-i-Khas o "Sala delle udienze
private", del Sheesh Mahal (palazzo degli specchi) o Jai
Mandir, e del Sukh Niwas dove viene creato artificialmente un clima
confortevole prodotto dai venti che soffiano sopra una cascata d'acqua
all'interno del palazzo. Esso è anche popolarmente conosciuto come Palazzo
di Amber. Fu la residenza dei Maharaja Rajput e
delle loro famiglie. All'ingresso del palazzo, vicino alla porta di Ganesh,
c'è un tempio dedicato a Sila Devi, una dea del culto Chaitanya, che venne
donato a Raja Man Singh, quando sconfisse il Raja di Jessore, Bengala nel
1604 (Jessore è
ora in Bangladesh).
Questo
palazzo, assieme a forte
Jaigarh, si trova sopra Cheel ka Teela (collina delle aquile)
nella catena dei monti
Aravalli. Il palazzo e il forte Jaigarh sono considerati un unico
complesso, visto che sono collegati da un passaggio sotterraneo. Questo
passaggio era considerato una via di fuga, in tempo di guerra, per consentire
ai membri della famiglia reale e agli altri abitanti del forte Amber di
spostarsi verso il più sicuro forte Jaigarh.
Prima dei Kachwaha,
Amer era una piccola località costruita dalla tribù dei Meena nella città
che avevano consacrato ad Amba, la dea madre, che chiamavano Gatta Rani o regina
del passo. Si crede che il forte sia stato costruito, per la prima volta,
da Raja Man Singh nel 967. Nella struttura attuale, venne costruito sui
resti di questa prima struttura durante il regno di Raja
Man Singh, il re Kachwaha di Amber. La struttura fu molto ampliata
dal suo successore Jai
Singh I. Anche in seguito, forte Amber ha subito migliorie e aggiunte
da parte dei governanti successivi nel corso dei seguenti 150 anni, fino a
quando il Kachwaha spostò la capitale a Jaipur durante
il regno di Sawai
Jai Singh II, nel 1727.
Secondo Tod in
passato era nota come Khogong. Il re Meena, Raja Ralun Singh anche noto come
Alan Singh Chanda di Khogong, di animo gentile, adottò una madre Rajput,
con il suo bambino, che si era rifugiata nel suo regno. Successivamente, il re
Meena inviò il ragazzo, Dhola Rae, a Delhi per rappresentare il regno Meena.
Il Rajput, in segno di ingratitudine per questi favori, tornò con dei
cospiratori Rajput e massacrò il disarmato Meena nel Diwali mentre pregava
Pitra Trapan, poiché era usanza tra i Meena di recarsi disarmati a pregare.
Così conquistò Khogong. Questa azione del Kachwaha Rajput è stata definita
come la più vile e vergognosa nella storia del Rajasthan.
La prima
struttura Rajput venne iniziata da Raja Kakil Dev, quando Amber divenne la sua
capitale nel 1036, sul sito dell'attuale forte Jaigarh. Gran parte degli
edifici attuali di Amber vennero costruiti o ampliati durante il regno di Raja
Man Singh I negli anni
1600. Fra gli edifici principali da lui realizzati occorre ricordare il
Diwan-i-Khas nel palazzo Amber e l'elaborata e decorata Ganesh Poll costruita
da Mirza Raja Jai Singh I.
L'attuale
palazzo Amber, venne costruito nel tardo XVI
secolo, come palazzo più grande rispetto a quello già esistente. Il
palazzo vecchio, noto come Kadimi Mahal è noto per essere il palazzo più
antico sopravvissuto in tutta l'India. Questo antico palazzo si trova nella
valle retrostante il Palazzo Amber.
Durante il
periodo medievale Amer era nota come Dhundar (significato
attribuito a un monte sacrificale nelle frontiere occidentali) e governata dai
Kachwaha dall'XI
secolo in poi – tra il 1037 e il 1727, fino a quando la capitale
venne spostata a Jaipur. La storia di Amer è indelebilmente legata a
questi regnanti poiché essi fondarono il loro impero in questo luogo.
Molte delle
antiche strutture del periodo medievale dei Meena sono state distrutte o
sostituite. Tuttavia, l'imponente palazzo del XVI secolo e il complesso del
palazzo costruito all'interno di esso dal maharaja Rajput, sono molto ben
conservati.
Il palazzo è
diviso in quattro sezioni principali ognuna con il proprio portone d'ingresso
e cortile. L'ingresso principale avviene attraverso la Suraj Pole (porta
del sole) che conduce al Jalebi Chowk, il primo cortile principale.
Questo era il luogo dove gli eserciti tenevano le parate di vittoria al loro
ritorno dalle battaglie, osservati anche dalle donne della famiglia reale
attraverso le finestre munite di grata. Questa porta era sorvegliata da un
servizio in armi in quanto porta principale di ingresso al palazzo. È
disposta verso oriente e viene colpita dai primi raggi del sole, da cui il
nome "porta del sole". I reali a cavallo e i loro dignitari
entravano attraverso questa porta.
Jaleb Chowk
è una dicitura in arabo che
significa luogo per assemblee di soldati. Questo è uno dei quattro cortili
del palazzo, costruito durante il regno di Sawai Jai Singh (1693–1743). La
guardia del corpo del Maharaja teneva delle parate in questo cortile sotto il
comando del Fauj Bakshi. I Maharaja erano usi ispezionare correntemente
il loro corpo di guardia. Adiacenti al cortile si trovavano le scuderie, e al
piano di sopra gli alloggi delle guardie.
PRIMO
CORTILE - Una grande scalinata conduce al Jalebi Chowk il
principale giardino del palazzo. Qui, alla destra dei gradini è il tempio di
Sila Devi dove il maharaja Rajput era uso sacrificare un bufalo, a partire dal
Maharaja Mansingh nel XVI secolo fino al 1980 quando il rituale sacrificio
animale venne interrotto
La Ganesh
Pol, o porta di Ganesh, prende il nome dal dio indù Ganesh che
rimuove tutti gli ostacoli della vita, ed è l'ingresso al palazzo privato del
Maharaja. Si tratta di una struttura a tre piani, con diversi affreschi,
che fu costruita da Mirza Raja Jai Singh (1621–1627). Sopra questa porta si
trova la Suhag Mandir da dove le signore della famiglia reale
osservavano, attraverso delle finestre munite di grata, le funzioni che si
svolgevano nel Diwan-i-Aam.
Tempio di
Sila Devi - Sul lato destro del Jalebi Chowk c'è un piccolo ma
elegante tempio chiamato tempio di Sila Devi (Sila Devi era l'incarnazione di Kālī o Durgā).
L'ingresso al tempio avviene attraverso una doppia porta rivestita in argento
con un altorilievo. La divinità principale all'interno del sancta
santorum è affiancata da due leoni d'argento. La leggenda attribuita
all'inserimento di questa divinità dice che il Maharaja Man Singh invocò
benedizioni dalla dea Kali per la vittoria nella battaglia contro il Raja di
Jessore nel Bengala. La dea, gli apparve in sogno e chiese al Raja di
recuperare la sua immagine dal fondo del mare, inserirla in un tempio ed
adorarla. Il Raja, dopo aver vinto la battaglia del Bengala nel 1604, recuperò
l'idolo dal mare e lo pose nel tempio chiamandolo Sila Devi in quanto ricavato
da un'unica lastra di pietra. All'ingresso del tempio, c'è anche una scultura
di Ganesha, realizzata da un unico pezzo di corallo.
Un'altra
versione della leggenda dice che il Raja Man Singh, dopo aver sconfitto il
Raja di Jessore, ricevette in dono una lastra di pietra nera che si dice
avesse un collegamento con la storia epica del Mahābhārata in cui Kamsa aveva
ucciso i più anziani fratelli del dio Krishna su questa stessa pietra. Con
questo dono, Man Singh tornò al regno dopo aver sconfitto Raja del Bengala e
utilizzò questa pietra per scolpire l'immagine di Durgā Mahishasuramardini,
che aveva ucciso il re demone Mahishasura, e la inserì nel tempio del
forte come Sila Devi. Questa dea venne adorata da allora in poi come la
divinità protettrice della famiglia Rajput di Jaipur. Tuttavia, la loro
divinità di famiglia continuò ad essere Jamva Mata di Ramgarh.
Un'altra
pratica associata a questo tempio è il rito religioso del sacrificio di
animali durante i giorni di festa di Navrathri (una festa di nove
giorni celebrata due volte l'anno). La pratica era quella di sacrificare un bufalo e
anche capre l'ottavo giorno della festa davanti al tempio, alla
presenza della famiglia reale e di un grande numero di devoti. Questa pratica
è stata vietata nel 1975, dopo di che il sacrificio si è tenuto all'interno
del parco del palazzo a Jaipur, rigorosamente come evento privato con la
partecipazione dei soli parenti stretti della famiglia reale. Tuttavia, ora la
pratica del sacrificio animale è stata completamente vietata presso i locali
del tempio e le offerte fatte alla dea, sono solo di tipo vegetariano.
SECONDO
CORTILE - Il secondo cortile, su per le scale al primo livello, ospita il
Diwan-i-Aam o sala delle udienze pubbliche. Costruito con una doppia fila di
colonne, il Diwan-i-Aam è una piattaforma con 27 colonne, ognuna delle quali
sormontata da un capitello a forma di elefante, con gallerie sopra
di esso. Come suggerisce il nome, il Raja (Re) teneva qui udienze pubbliche
per ascoltare e ricevere petizioni da parte dei sudditi.
TERZO
CORTILE - Il terzo cortile era il luogo in cui si trovavano gli
appartamenti privati del Maharaja. A questo cortile si accede attraverso la Ganesh
Pol o porta di Ganesh, che è impreziosita da mosaici e
sculture. Il cortile dispone di due edifici, uno di fronte all'altro, separati
da un giardino alla maniera dei giardini Moghul. L'edificio a sinistra
del cancello di ingresso è chiamato Jai Mandir, ed è impreziosito da
pannelli di vetro intarsiati nei soffitti con specchi multistrato. Gli specchi
sono di forma convessa e progettati in modo da brillare luminosi sotto il lume
di candela nel momento in cui queste erano in uso. Conosciuto anche come Sheesh
Mahal (Palazzo degli specchi), i mosaici di specchi e vetri colorati
erano uno "scrigno scintillante nella luce tremolante delle
candele".
Lo Sheesh
Mahal venne costruito dal re Man Singh nel XVI secolo e completato nel 1727.
Questo fu anche l'anno di fondazione dello stato di Jaipur. Tuttavia, la
maggior parte di questo lavoro è stato lasciato deteriorare durante il
periodo 1970-1980, ma da allora è iniziato il restauro e la ristrutturazione.
Le pareti della sala presentano bassorilievi in marmo scolpito e la
sala offre un panorama sul lago Maota.
L'altro
edificio presente nel cortile si trova di fronte allo Jai Mandir ed è noto
come Sukh Niwas o Sukh Mahal (sala delle delizie). A
questa sala si accede attraverso una porta di sandalo con intarsi in
marmo. Dell'acqua corrente scorre in un canale aperto che attraversa questo
edificio mantenendolo fresco, come un ambiente climatizzato. L'acqua di questo
canale scorre nel giardino.
Fiore
magico - Una particolare attrazione è il "fiore magico", un
pannello di marmo scolpito alla base di uno dei pilastri del Palazzo degli
specchi, raffigurante due farfalle in bilico; il fiore ha sette disegni unici,
tra cui una coda di pesce, una foglia di loto, un cobra incappucciato, una
proboscide d'elefante, una coda di leone, una pannocchia di mais e uno
scorpione, ognuno dei quali è visibile nascondendo parte del pannello con le
mani.
Palazzo di
Man Singh I - A sud di questo cortile si trova il palazzo di Man Singh I,
che è la parte più antica del Forte. La sua costruzione durò 25 anni e
venne completata nel 1599 durante il regno di Raja Man Singh I
(1589–1614). Si tratta del palazzo principale del complesso.
Nel cortile
centrale del palazzo c'è il padiglione Baradari realizzato interamente su
pilastri; affreschi e piastrelle colorate decorano le camere al piano terra e
al primo piano. Questo padiglione (che era dotato di pareti per il riserbo di
quanti lo abitavano) veniva utilizzato come sede di incontro con le Maharani
(regine della famiglia reale). Tutti i lati di questo padiglione sono
collegati a diverse piccole salette con balconi aperti.
L'uscita da
questo palazzo conduce alla città di Amer, una città patrimonio con molti
templi, case sontuose e moschee.
Giardino
- Il giardino, ubicato tra il Jai Mandir ad oriente e il Sukh Niwas ad
occidente, entrambi costruiti su alte piattaforme nel terzo cortile, è stato
costruito da Mirza Raja Jai Singh (1623-1668). È stato modellato sulle linee
del Chahar Bagh o giardino moghul. Ha forma esagonale ed è
attraversato da stretti canali di marmo che fiancheggiano una piscina a forma
di stella con una fontana al centro. L'acqua fluisce, in cascate attraverso i
canali, dal Sukh Niwas e anche dal canale a cascata chiamato "chini
khana niches" che ha origine sulla terrazza del Jai Mandir.
Porta
Tripolia - Porta Tripolia ovvero tre porte. Essa dà accesso al palazzo da
occidente ed è aperta in tre direzioni, una verso il Jaleb Chowk, un'altra dà
sul palazzo Man Singh Palace e la terza sul Zenana Deorhi verso sud.
Porta del
leone - La porta del leone, era un tempo una porta sorvegliata
militarmente; conduce alle stanze private del palazzo ed è chiamata porta
del leone per sottolinearne la forza. Costruita durante il regno di Sawai
Jai Singh (1699-1743), è decorata con affreschi; il suo allineamento è a
zig-zag, probabilmente per motivi di sicurezza contro l'attacco di intrusi.
QUARTO
CORTILE - Il quarto cortile è quello dove si trova la Zenana in
cui vivevano le donne della famiglia reale, tra cui le concubine o amanti.
Questo cortile ha molti salotti dove le regine risiedevano e che erano
visitati dal re a sua scelta, senza che si sapesse presso quale regina era in
visita, dato che tutte le camere si aprono su un corridoio comune.
La regina
madre e la consorte del Raja vivevano in questa parte del palazzo (Zanani
Deorhi), che ospitava anche le loro domestiche. Le regine madri si
interessavano particolarmente dei temlpi di Amer.
Lo Jas Mandir
è una sala per le udienze private, con intarsi floreali in rilievo di vetro e alabastro e
anch'essa si trova in questo cortile.
- Tempio
delle Scimmie
La bella città
rosa di Jaipur, in Rajastan, con i suoi magnifici palazzi, nasconde, non
lontano dal centro, altre bellezze che non si possono. Le colline Aravalli che
circondano questa meravigliosa città sono la dimora di un complesso di templi
sacri agli induisti, ospitati dalla città di Chania-Balaji, a circa 10 km da
Jaipur.
È qui che si
trova il Galta temple, costruito, così come lo vediamo ora, nel XVIII secolo
da Diwan Rao Kriparam, un cortigiano di Sawai Jai Singh II, e noto come
“tempio delle scimmie”.
I templi sono
dedicati a varie divinità fra le quali Krishna, Rama e Hanuman (spirito
dall’aspetto di scimmia) e sono una meta popolare per i pellegrini. In cima
alla collina c’è anche un piccolo tempio dedicato al Dio
Sole Surya, dal quale è possibile godere di splendidi tramonti sulla
città.
Sono
tantissimi i macachi rheus, condierati sacri, che, con occhi languidi e
furbetti, aspettano i visitatori per scroccare delicatamente qualche
nocciolina.
Il luogo è
sacro e tutto lo ricorda; come le abluzioni che, in ben 7 “Kunds”,
serbatoi di acqua separati, operano uomini, donne e scimmie. Gli occhi
profondi dei devoti scrutano i turisti, eppure questo non è un luogo che
appare spesso negli itinerari di viaggio. Ha tratti comuni ad altri siti di
culto ma qui, se si esclude la sacrissima Varanasi, la profonda spiritualità
induista appare più manifesta che altrove.
Il
tempio ha da sempre costituito luogo di meditazione per asceti induisti che
qui eseguivano la ‘tapasya’ cioè la meditazione profonda per raggiungere
l’autorealizzazione di sé e quindi la liberazione spirituale; ancora oggi
si ritiene che bagnarsi nell’acqua delle sue sorgenti naturali purifichi da
ogni peccato.
Il percorso
del tempio si snoda in non più di due chilometri e mezzo, sino all’interno
di una gola, il che lo rende un luogo raccolto e un po’ appartato, così
come lo è il tempio stesso, addossato a una roccia di montagna da cui,
attraverso la bocca di una statua a forma di mucca, il Gaumukh, sgorga
l’acqua naturale che alimenta le tre vasche.
La prima
vasca che si incontra, nonché la più grande, è quella riservata alle
donne che, dismessi i loro coloratissimi sari, si immergono nelle sue
acque.
La seconda
vasca, invece, è quella riservata agli uomini ed attira
maggiormente l’attenzione di locali e turisti in quanto è la più caotica
con urla, schiamazzi e ragazzi che si tuffano come in una qualsiasi
piscina.
La terza
vasca, infine, è posta in cima al tempio. È la più piccola e sporca e
sembra essere destinata alle numerose scimmie che la affollano e la rendono
assai poco praticabile. È proprio qui in cima che si trova il vero
tempio indù dove ci si ferma a pregare.
Con i suoi
tetti arrotondati, le colonne scolpite e le pareti dipinte, ricorda
l’architettura di palazzo “haveli”, diverso dai classici templi indù
che siamo abituati a vedere; l’arenaria rosa di cui è fatto fa da sfondo ai
colori delle sete inzuppate dei pellegrini, insieme ai riflessi cangianti
dell’acqua nelle vasche, e alla terra ocra su cui posa tutto il complesso;
le verdi colline che lo avvolgono fanno tutto il resto, creando un contrasto
di colori di una calda morbidezza.
Ogni anno a
metà gennaio, la sacra ricorrenza del ‘Makar Sankranti’ attira in questo
sito folle di pellegrini.
Mercati
di Jaipur
E
naturalmente, una delle cose da non perdere sono gli splendidi mercati di
Jaipur. Anche senza acquistare nulla, è un piacere gironzolare e vedere
questo insieme di colori sgargianti e questa confusione incredibile. I
prodotti per i quali Jaipur è particolarmente famosa sono i tessuti e le
pietre preziose.
Tempio
di Lakshmi Narayan
Birla
Mandir, Jaipur (Lakshmi Narayan Temple) è un tempio indù costruito,
esclusivamente in marmo bianco, dalla Fondazione
BM Birla nel 1988. È dedicato alla dea indù Lakshmi e
al Signore
Vishnu (Narayan), le cui
immagini appaiono all'interno, insieme ad altre divinità
e dee indù e selezioni della Gita e
delle Upanishad.
La
tradizione afferma che un Maharaja vendette alla famiglia
Birla la terra per il tempio per una rupia.
La costruzione iniziò nel 1977 sotto la direzione Ramanauj Das e
Ghanshyam Birla.
Il
tempio è in marmo bianco. Ci sono quattro parti distinte del tempio: il
suo santuario, la torre, la sala principale e l'ingresso. Ha tre torri,
che fanno riferimento alle tre fedi principali dell'India, così come vetrate
che raffigurano storie tradizionali indù. Le
sculture in marmo fanno anche riferimento alla mitologia
indù.
Presenta
divinità indù all'interno - in particolare Lakshmi, Narayan e Ganesh -
e figure come Cristo,
la Vergine
Maria, San
Pietro, Buddha, Confucio e Socrate sulle
mura esterne.
Le
statue dei suoi fondatori - Rukmani Devi Birla e Braj Mohan Birla - giacciono
all'aperto in padiglioni coperti, di fronte al tempio con le mani giunte in namaskāra
mudra.
Il
suo stile architettonico è considerato moderno. È stato costruito su
una piattaforma rialzata, che lo solleva nello skyline di Jaipur; di
notte si copre di luce. Oltre al tempio stesso, i terreni includono
giardini e un piccolo negozio di articoli da regalo.