Complesso templare Prambanan
Indonesia

 PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 1991

 

Prambanan è il nome di un complesso di templi induisti che si estende per chilometri. Situato nell'isola di Giava, fu costruito all'incirca nell'850 d.C. da Rakai Pikatan, secondo re della dinastia Mataram. Sorge poco lontano dal colossale tempio buddhista chiamato Borobudur costruito pochi anni prima dalla dinastia precedente: i Sailendra. 

Parte dello sterminato pantheon induista, Durga è una dea dal volto terribile e dalle molte braccia venerata con timore a causa del suo temperamento irascibile e vendicativo. Tuttavia, a Giava il suo culto è stato associato a sentimenti più sereni. Tanto che oggi, a molti secoli dalla scomparsa dell'induismo sull'isola a favore dell'Islam, l'effigie della dea - la statua più raffinata del complesso templare di Prambanan - riceve omaggi floreali dalle donne, che invocano la sua protezione nelle questioni di cuore. 

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Il motivo è presto detto: quella statua è legata a una leggenda secondo la quale essa raffigurerebbe una principessa travestita, per così dire, da Durga. Jonggrang, questo il nome della giovane, avrebbe tentato di sfuggire al matrimonio con un re, che non amava, promettendogli che l'avrebbe sposato soltanto se fosse riuscito a costruire un tempio con mille statue in una sola notte. Si narra che il re chiese aiuto a forze soprannaturali e, quando la principessa vide che quell'opera immane era stata quasi ultimata, accese un fuoco la cui luce avrebbe imitato quella dell'alba. Ma il re si accorse dell'inganno e per vendetta trasformò Loro Jonggrang nella statua che, ironia della sorte, era proprio il millesimo pezzo necessario a portare a termine il Prambanan. 

Poco importa, oggi, se la statua rappresenti una principessa o una Durga con i lineamenti resi più gentili dall'abilità di uno scultore del IX secolo, ingaggiato da Rakai Pikatan, il sovrano della dinastia Sanjaya cui è attribuita la costruzione di Prambanan. Fatto sta che la leggenda è sopravvissuta nonostante di quel maestoso complesso templare si fosse persa la memoria dopo che, nel XVI secolo, un'eruzione del vulcano Merapi l'aveva ricoperto dalla cenere. Nel 1733 fu proprio quella storia, tramandata oralmente dalle donne, a spingere gli esploratori olandesi sulle tracce dei monumenti. Furono i britannici, oltre un secolo dopo la scoperta, a ripulire dalle ceneri quello che appariva come disordinato ammasso di pietre e poi a procedere alla ricostruzione. 

Allo stato attuale, è tornato a nuova vita solo il nucleo del complesso, racchiuso da un recinto in muratura alto un metro. Esso è costituito da tre templi principali, tre secondari, più altri otto, quattro dei quali in corrispondenza delle porte che si aprono al centro di ogni lato del recinto e quattro agli angoli. Si suppone però che Prambanan ne contasse altri 224, racchiusi in un recinto più esterno. Nonostante sia ancora "parziale", Prambanan è un insieme maestoso. 

Il complesso conta diversi templi, ma i più famosi sono i tre principali dedicati rispettivamente a Brahma, Vishnu e Shiva, questi tre dominano la visuale in mezzo a tutti gli altri che vanno a formare una specie di corte. In particolare il tempio di Shiva è giustamente quello più apprezzato da tutti, al punto che molti lo considerano il massimo monumento induista dell'Indonesia.

Il tempio di Shiva è alto 47 metri e la sua pianta ricorda molto quella del precedente Borobudur, infatti anche qui la struttura è divisa in livelli (6). Al primo dei sei livelli i bassorilievi molto lavorati raccontano la storia del Ramayana, all'interno del tempio vi è una camera più grande (chiamata camera principale), percorrendo la scalinata est si può ammirare la statua di un bellissimo fiore di loto con al suo interno il dio Shiva dotato di quattro braccia. Nelle celle attigue alla principale ci sono diversi personaggi legati a Shiva: c'è il suo maestro Agastya, poi in un'altra c'è Durga, la consorte di Shiva, e infine il figlio di Shiva: Ganesh, caratterizzato dalle fattezze zoomorfe che comprendono elementi umani ed elementi animali (elefante).

Il tempio di Brahma, dedicato al dio Brahma (il Creatore), è nettamente più piccolo di dimensioni rispetto a quello di Shiva, ne ricalca la struttura e le forme di arte, al suo interno vi è una notevole statua del dio raffigurato con quattro teste, e sulle pareti sono anche qui presenti un numero notevole di bassorilievi che raffigurano le parti finali del Ramayana.

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Il tempio di Vishnu (il Protettore) è molto simile a quello di Brahma, presenta una statua del dio con quattro braccia nella stanza e bassorilievi sulle pareti, qui i bassorilievi riproducono in immagini la storia di Krishna, una divinità-eroe la cui vita è narrata nel poema epico Mahabharata.

Prospicienti a essi, i tre templi secondari racchiudono rispettivamente le effigie del vitello che è veicolo di Shiva, del cigno associato a Brahma e della fenice - il Garuda, diventato simbolo dell'Indonesia - associata a Vishnu. Tutti i templi, inoltre, sono decorati in bassorilievo con scene del Ramayana. Prambanan è a pochi chilometri da Borobudur, il magnifico tempio buddhista con cui condivide sia - grossomodo - l'età, sia il destino. Gli studiosi sono concordi nel reputare che la vicinanza geografica dimostri uno stretto legame tra essi, probabilmente a causa di una serie di matrimoni tra i membri della dinastia indù dei Sanyaja e quelli della dinastia buddhista dei Sailendra. Che, in questo modo, riuscirono a spartirsi pacificamente il territorio di Giava, facendo convivere, anche se per breve tempo, le due grandi religioni arrivate dall'India.  

Secondo gli studiosi di fronte ai tre templi principali dovevano esserci altri tre tempietti, purtroppo questo non è un dato certo perché ne è stato ritrovato intatto uno solo, vale a dire quello in fronte al tempio di Shiva, questa piccolissima struttura è dedicata a Nandi (il toro, animale preferito del dio Shiva). si suppone che gli altri dovessero essere dedicati al cigno, l'animale di Brahma e all'uccello del sole Garuda, l'animale di Vshnu.