Prambanan è il nome di un
complesso di templi induisti che si estende per chilometri. Situato
nell'isola di Giava, fu costruito all'incirca nell'850 d.C. da Rakai
Pikatan, secondo re della dinastia Mataram. Sorge poco lontano dal
colossale tempio buddhista chiamato Borobudur costruito pochi anni prima
dalla dinastia precedente: i Sailendra.
Parte
dello sterminato pantheon induista, Durga è una dea dal volto terribile
e dalle molte braccia venerata con timore a causa del suo temperamento
irascibile e vendicativo. Tuttavia, a Giava il suo culto è stato
associato a sentimenti più sereni. Tanto che oggi, a molti secoli dalla
scomparsa dell'induismo sull'isola a favore dell'Islam, l'effigie della
dea - la statua più raffinata del complesso templare di Prambanan -
riceve omaggi floreali dalle donne, che invocano la sua protezione nelle
questioni di cuore.


Il
motivo è presto detto: quella statua è legata a una leggenda secondo
la quale essa raffigurerebbe una principessa travestita, per così dire,
da Durga. Jonggrang, questo il nome della giovane, avrebbe tentato di
sfuggire al matrimonio con un re, che non amava, promettendogli che
l'avrebbe sposato soltanto se fosse riuscito a costruire un tempio con
mille statue in una sola notte. Si narra che il re chiese aiuto a forze
soprannaturali e, quando la principessa vide che quell'opera immane era
stata quasi ultimata, accese un fuoco la cui luce avrebbe imitato quella
dell'alba. Ma il re si accorse dell'inganno e per vendetta trasformò
Loro Jonggrang nella statua che, ironia della sorte, era proprio il
millesimo pezzo necessario a portare a termine il Prambanan.
Poco
importa, oggi, se la statua rappresenti una principessa o una Durga con
i lineamenti resi più gentili dall'abilità di uno scultore del IX
secolo, ingaggiato da Rakai Pikatan, il sovrano della dinastia Sanjaya
cui è attribuita la costruzione di Prambanan. Fatto sta che la leggenda
è sopravvissuta nonostante di quel maestoso complesso templare si fosse
persa la memoria dopo che, nel XVI secolo, un'eruzione del vulcano
Merapi l'aveva ricoperto dalla cenere. Nel 1733 fu proprio quella
storia, tramandata oralmente dalle donne, a spingere gli esploratori
olandesi sulle tracce dei monumenti. Furono i britannici, oltre un
secolo dopo la scoperta, a ripulire dalle ceneri quello che appariva
come disordinato ammasso di pietre e poi a procedere alla ricostruzione.
Allo
stato attuale, è tornato a nuova vita solo il nucleo del complesso,
racchiuso da un recinto in muratura alto un metro. Esso è costituito da
tre templi principali, tre secondari, più altri otto, quattro dei quali
in corrispondenza delle porte che si aprono al centro di ogni lato del
recinto e quattro agli angoli. Si suppone però che Prambanan ne
contasse altri 224, racchiusi in un recinto più esterno. Nonostante sia
ancora "parziale", Prambanan è un insieme maestoso.

Il
complesso conta diversi templi, ma i più famosi sono i tre principali
dedicati rispettivamente a Brahma, Vishnu e Shiva, questi tre dominano
la visuale in mezzo a tutti gli altri che vanno a formare una specie di corte.
In particolare il tempio di Shiva è giustamente quello più apprezzato
da tutti, al punto che molti lo considerano il massimo monumento
induista dell'Indonesia.
Il tempio di Shiva
è alto 47 metri e la sua pianta ricorda molto quella del precedente
Borobudur, infatti anche qui la struttura è divisa in livelli (6). Al
primo dei sei livelli i bassorilievi molto lavorati raccontano la storia
del Ramayana, all'interno del tempio vi è una camera più grande
(chiamata camera principale), percorrendo la scalinata est si può
ammirare la statua di un bellissimo fiore di loto con al suo interno il
dio Shiva dotato di quattro braccia. Nelle celle attigue alla principale
ci sono diversi personaggi legati a Shiva: c'è il suo maestro Agastya,
poi in un'altra c'è Durga, la consorte di Shiva, e infine il figlio di
Shiva: Ganesh, caratterizzato dalle fattezze zoomorfe che comprendono
elementi umani ed elementi animali (elefante).
Il
tempio di Brahma,
dedicato al dio Brahma (il Creatore), è nettamente più piccolo di
dimensioni rispetto a quello di Shiva, ne ricalca la struttura e le
forme di arte, al suo interno vi è una notevole statua del dio
raffigurato con quattro teste, e sulle pareti sono anche qui presenti un
numero notevole di bassorilievi che raffigurano le parti finali del
Ramayana.

Il
tempio di Vishnu (il
Protettore) è molto simile a quello di Brahma, presenta una statua
del dio con quattro braccia nella stanza e bassorilievi sulle pareti,
qui i bassorilievi riproducono in immagini
la storia di Krishna, una divinità-eroe la cui vita è narrata nel
poema epico Mahabharata.
Prospicienti
a essi, i tre templi secondari racchiudono rispettivamente le effigie
del vitello che è veicolo di Shiva, del cigno associato a Brahma e
della fenice - il Garuda, diventato simbolo dell'Indonesia - associata a
Vishnu. Tutti i templi, inoltre, sono decorati in bassorilievo con scene
del Ramayana. Prambanan è a pochi chilometri da Borobudur, il magnifico
tempio buddhista con cui condivide sia - grossomodo - l'età, sia il
destino. Gli studiosi sono concordi nel reputare che la vicinanza
geografica dimostri uno stretto legame tra essi, probabilmente a causa
di una serie di matrimoni tra i membri della dinastia indù dei Sanyaja
e quelli della dinastia buddhista dei Sailendra. Che, in questo modo,
riuscirono a spartirsi pacificamente il territorio di Giava, facendo
convivere, anche se per breve tempo, le due grandi religioni arrivate
dall'India.
Secondo gli studiosi di fronte
ai tre templi principali dovevano esserci altri tre tempietti, purtroppo
questo non è un dato certo perché ne è stato ritrovato intatto uno
solo, vale a dire quello in fronte al tempio di Shiva, questa
piccolissima struttura è dedicata a Nandi (il toro, animale preferito
del dio Shiva). si suppone che gli altri dovessero essere dedicati al
cigno, l'animale di Brahma e all'uccello del sole Garuda, l'animale di
Vshnu.

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