Bali è
un'isola nel gruppo delle Piccole Isole della Sonda, tra Giava a Ovest e
Lombok a Est, da cui la separano rispettivamente gli stretti di Bali e
di Lombok. Con Penida e altri isolotti minori costituisce una provincia
dell'Indonesia. Attraversata da Est a Ovest da una serie di apparati
vulcanici culminanti a 3142 m nel monte Agung, si affaccia a Nord al Mar
di Bali con una stretta cimosa costiera che si fa più ampia a Sud, dove
protende nell'Oceano Indiano la piatta penisola di Mebulu.
L'isola,
attraversata da brevi corsi d'acqua, è ricoperta da una lussureggiante
vegetazione, favorita dal clima equatoriale e dalle abbondanti
precipitazioni. Risorse economiche sono l'agricoltura (riso soprattutto,
coltivato in risaie terrazzate, mais, manioca, batate, soia, tabacco,
palme da cocco, frutta, caffè), lo sfruttamento forestale (caucciù,
legname), l'allevamento (suini, bufali) e la pesca; artigianato del
legno e dei tessuti; in notevole sviluppo il turismo, attratto anche da
un folclore assai ricco. Centri importanti, oltre al capoluogo, sono
Singaraja e Grogak. Il Paesaggio Culturale della Provincia di Bali,
consistente in un vastissimo sistema di risaie e templi per la
venerazione dell'acqua, è stato dichiarato patrimonio dell'umanità
dall'UNESCO nel 2012.
Bali
subì l'influenza indiana fin dal II secolo d.C. e tutt'oggi, essendo
una delle poche isole di religione induista non influenzata
dall'islamismo, mantiene le antiche tradizioni. Esplorata dagli Olandesi
nel 1597, fu da essi occupata nel 1849 e governata direttamente fino al
1938, anno in cui le fu concessa una parziale autonomia. Dopo una breve
occupazione da parte dei Giapponesi durante la seconda guerra mondiale
(1942-45), nel 1945 ritornò agli Olandesi ed entrò a far parte della
Repubblica degli Stati Uniti d'Indonesia. Nel 1950, quando si formò la
nuova Repubblica Indonesiana, Bali, insieme a Lombok, ne divenne una
divisione amministrativa.
I
templi acquatici e le terrazze coltivate a riso su quasi ventimila
ettari riflettono nella pratica la filosofia di Tri Hita Karana, ovvero
l'incontro tra la natura, il mondo umano ed il regno dello spirito. Tale
concezione filosofica si è sviluppata in seguito all'intenso scambio
culturale degli ultimi duemila anni tra l'isola di Bali in Indonesia e
l'induismo praticato in India.

Subak è
il sistema di irrigazione tradizionale dell’isola di Bali.
Sviluppatosi nel IX scolo, il subak è un sistema di agricoltura
sostenibile che si basa sulle secolari associazioni agricole che
condividono l'uso dell'acqua di irrigazione per la coltivazione del riso
(padi).
Per
secoli l'acqua dei laghi vulcanici è stata deviata attraverso fiumi e
canali per finire nelle terrazze di riso costruite dai balinesi,
realizzando un ecosistema artificiale complesso.
Il
sistema subak può essere definito la ‘manifestazione più
sofisticata’ della cultura balinese, ossia espressione materiale della
filosofia indu’ ‘’Tri
Hita Karana’’ (i tre livelli dell’armonia), un mix che ha radici
nelle teorie dualiste Śaivasiddhānta,
in quelle esoteriche del Buddhismo
Vajrayāna ed in quelle autoctone.
La
Tri Hita Karana può essere definita ‘’la legge dei tre livelli
dell’armonia’’, per cui i pilastri del benessere sono tre: il
rapporto tra l’uomo e il mondo degli spiriti (parhyangan), quello tra
l’uomo e l’uomo (orang) e il terzo tra l’uomo e l’ambiente
(alam). Solo l'equilibrio armonioso tra i tre renderebbe possibile la
vita a Bali.
La
Tri Hita Karana è al centro del concetto del subak che vive di una
dimensione spirituale, per cui l’acqua dolce è un dono della dea Dewi
Danu, l’agricoltura sacra alla dea Dewi Sri ed il riso dono
celeste ai balinesi.
L'acqua
di ogni subak parte dai canali costruiti nei templi, pertanto è
pura e sacra, inonda i campi e genera poi i frutti. A raccolto
effettuato, gli agricoltori offrono parte di questo agli dei durante le
cerimonie, chiudendo così il cerchio cosmico induista.
Tutta
Bali è suddivisa in centinaia di subak, altamente organizzati, che
variano da pochi ettari a diverse centinaia di ettari, come anche si
parte da un minimo di 40 ad un massimo di 400 contadini.
Il
singolo sistema di subak è costituito da una fonte d’acqua, cinque
risaie terrazzate e diversi templi d'acqua (pura tirta), che sono il
centro principale della gestione totale dell'acque.
I
diversi subak sono suddivisi in rigorose organizzazioni gerarchiche,
presiedute dalla casta sacerdotale (brahmina), i sacerdoti
organizzano ogni dettaglio del sistema stesso, come il calcolo della
cubatura dell’acqua per subak, come/quando/cosa piantare, ecc.

Il
Subak è un'organizzazione cooperativa di agricoltori in una zona
coltivata a riso pensata per gestire l'acqua per l'irrigazione e che
prevede diversi aspetti, dalla fornitura idrica al raccolto, passando
per la costruzione di un tempio, chiamato Pura Subak, nel quale
celebrare le proprie ritualità in onore a Dewi Sri, Dea del Riso.
Grazie
a questa gestione comunitaria e democratica, i coltivatori locali sono a
tutti gli effetti i principali produttori di riso della regione e un
tassello fondamentale per la società di Bali in continua crescita
demografica.
L'architettura,
l'arte e le varie manifestazioni dell'artigianato riflettono antiche
tradizioni culturali autoctone, arricchite da elementi provenienti
dall'India (fino al sec. X), indo-giavanesi e giavanesi, nonché da
influenze religiose indù e buddhiste. L'architettura è caratterizzata
dai templi pura, a tre terrazze, circondati da mura con portali
riccamente decorati, e dal tipo di tempio-monumento funebre candi
(derivato da modelli giavanesi), anch'essi con scale e terrazze,
costruiti in pietra teras.
La
scultura balinese è costituita dai totogbatu, statue di
personaggi protettori della Terra e dei templi. Importante è anche la
scultura lignea, specie quella destinata a funzioni decorative. La
pittura, in genere a tempera, si ispira alla letteratura indù.
Raffinata è la lavorazione dei metalli preziosi, specie nella tecnica
dell'incisione. Famosi sono i burattini wayang del teatro d'ombre e la
produzione dei tessuti decorati con la tecnica ikat.
Nel 1981,
fu inaugurato un museo dedicato al patrimonio del sistema agricolo
balinese nel villaggio di Tabanan, ivi trovare strumenti tradizionali,
fotografie e statue raffiguranti le divinità della natura, tra le quali
spiccano oltre a Sri Dewi e Dewi Danu anche Retna
Dumilla la rappresentazione antropomorfe del
riso, Djaka-Puring e Kjai-Tuwa i fondatori della
agricoltura balinese, ed il supremo Batara Guru uno dei diversi epiteti balinesi
del dio Shiva.

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