Susa
Iran

 PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 2015

 

All’orizzonte di una riarsa pianura del Khuzistan, nell’Iran sud-occidentale, si staglia l’imponente mole di Susa. In questo luogo, seppellite sotto una serie di monticelli, giacciono le rovine di una grande città del passato che controllava le importanti arterie dirette dall’antica Mesopotamia verso est, attraverso i monti ZagroSusa

La tradizione persiana afferma che Susa fu la prima città del mondo e che venne costruita dal leggendario re Hushang; fu lui a scoprire come ottenere il fuoco dal ferro e dalla silice.

Indubbiamente Susa è antichissima. La vita urbana vi prosperava già agli inizi del quarto millennio a.C., quando gli artigiani locali fabbricavano vasi fra i più eleganti del mondo, sottili coppe decorate con uccelli e cani da caccia stilizzati.

Verso il 2500 a.C. Susa diventò la capitale del regno degli Elamiti, un dinamico ma enigmatico popolo imparentato culturalmente con i Sumeri della Mesopotamia. Per mille anni l’Elam fu ai ferri corti con le città-stato della Mesopotamia. Ma nel 2350 a.C. circa Susa entrò a far parte del primo importante impero del mondo, allorché fu conquistata da Sargon il Grande di Accad. Alla caduta del regno di Sargon gli Elamiti tornarono a prosperare.

Verso il 2100 a.C. essi abbellirono la capitale con un sacro recinto che racchiudeva il tempio e la ziggurat di Inshushinak, ‘Signore di Susa’, dio delle tempeste e patrono della città, il cui emblema era lo zebù, un toro provvisto di una vistosa gobba.

Ma nelle città-stato della Mesopotamia gli equilibri delle forze continuavano a cambiare. I Babilonesi si impadronirono di Susa verso il 1000 a.C., soffocandone le mire di potere.

Gli Assiri irruppero nell’Elam intorno al 645 a.C., al seguito del vittorioso Assurbanipal, che incendiò la città radendola al suolo e trasportò in catene i re di Elam affinché trainassero i suoi carri nelle strade di Ninive.

Nonostante l’incendio della città per mano di Assurbanipal, Susa tornò nuovamente a fiorire. Ciro il Grande (morto nel 530 a.C.), che regnava dal Mar Egeo al fiume Oxus, ne fece la capitale dell’Impero Persiano. Scelse Susa perché sorgeva esattamente al centro del suo territorio, e forse anche perché era situata lungo il fiume Kharka, famoso per la purezza delle sue acque.

Lo storico greco Erodoto riferisce che, quando Ciro partiva per una spedizione, non mancava mai di portare con sé l’acqua del Choaspes per berla, non volendone nessun’altra. "L’acqua del Choaspes viene bollita, e un gran numero di carri a quattro ruote trainati da muli la trasportano in vasi d’argento, seguendo il re ovunque egli vada". Spesso erano viaggi in terre lontane. Il dinamismo di Ciro e della dinastia achemenide da lui fondata era prodigioso. Il sovrano e il suo seguito trascorrevano l’inverno a Susa, la primavera a 800 km di distanza, nella capitale cerimoniale di Persepoli, e l’estate a 1280 km da Persepoli, sulle fresche montagne di Ecbatana. Da Ecbatana a Susa vi erano altri 480 km da percorrere. Viaggiavano con il caldo dell’estate e il freddo dell’inverno, attraversando terre fra le più inospitali del mondo, carichi di tutto il complesso apparato della corte – fra cui anche le pure acque del Choaspes.

Naturalmente gli Achemenidi furono grandi costruttori di strade. La Strada Reale, che collegava Susa a Sardis, nell’Asia Minore, si estendeva per più di 2563 km, con ben 111 stazioni di posta per il cambio dei cavalli. Era pattugliata da distaccamenti militari e una squadra di corrieri che si davano il cambio assicurava un rapido servizio postale a uso del monarca, in caso di necessità il percorso poteva essere compiuto in una settimana.

Nel 517 a.C. il secondo successore di Ciro il Grande, Dario I, iniziò l’edificazione di un glorioso palazzo sul monticello di Apadana, registrando l’evento su una tavoletta d’argilla: ‘lo costruii questo palazzo… E il terreno che fu scavato… e i mattoni che furono fabbricati – fu la popolazione di Babilonia a compiere l’opera. Il legno chiamato cedro fu portato da una montagna chiamata Libano. La popolazione Assira lo trasportò fino a Babilonia e la popolazione di Karkha (in Anatolia) e della Ionia (Grecia) lo trasportò da Babilonia fino alla terra degli abitanti di Susa’. Da ogni parte dell’impero e da più lontano ancora giunsero uomini e materiali. Arrivarono carovane cariche d’oro – insieme ai Medi e agli Egizi che lo lavoravano -, d’avorio, d’argento, d’ebano, di lapislazzuli e turchese.

Non deve quindi stupire che nella Bibbia Susa fosse semplicemente detta ‘Shushan il Palazzo’. Proprio qui si svolse la romantica vicenda di Ester, e nel libro di Ester il lusso dell’antica città è descritto a vivide tinte. Man mano che l’Impero Persiano si espandeva, fino a inglobare parti della Grecia, la fama di Susa raggiungeva i Greci e gli Ebrei. Dopo che Alessandro Magno ebbe sconfitto il re persiano Dario III, nel 331 a.C., marciò alla volta di Susa, dove scoprì favolose ricchezze. Al termine di sette anni di conquiste che lo portarono fino in India, oltre il fiume Indo, riprese la via del ritorno e proprio a Susa annunciò il progetto di fondere la Grecia e la Persia in un unico grande impero. Egli stesso diede inizio al grandioso disegno sposando la figlia di Dario, Stateira, e celebrando un matrimonio in massa di 10.000 Greci con altrettante donne persiane.

Dopo la morte di Alessandro, nel 323 a.C., Susa decadde a capitale di provincia. In seguito diventò sede di un episcopato cristiano e il re sasanide Shahpur II, fervente seguace dello Zoroastrismo, la abbandonò all’opera devastatrice di centinaia di elefanti lasciati in libertà. I Mongoli le vibrarono il colpo finale nel XIII secolo.

Da allora Susa è una città morta, esposta alla violenza del vento che con i secoli l’ha trasformata in uno dei tanti tumuli del Medio Oriente.

Le principali rovine dell'antica Susa occupano quattro colline artificiali (tell). Esse sono:

1) il tell dell'acropoli, su cui sorgeva la Città Reale elamita. La collina si innalza di 30 m sulla pianura. Gli strati preistorici che stanno al disopra del terreno vergine sono stati raggiunti passando attraverso strati arabi, sassanidi, parthici, seleucidi, achemènidi, neo-elamiti e proto-elamitì.

2) Il tell dell'apadāna. Sito a N del precedente. Vi sorgeva il palazzo di Dario I con annessa sala d'udienza ed altri edifici minori d'epoca achemènide.

3) Il tell della Città Reale. Sono stati riconosciuti nove strati che vanno dall'epoca islamica all'epoca neo-babilonese. Il sito era occupato un tempo dai quartieri di residenza dei funzionarî e dei cortigiani.

4) Il tell cosiddetto della Città degli Artigiani. Si trova più ad E. Metodicamente scavato a partire dal 1946, esso ha mostrato tre strati islamici, uno strato parthico-seleucide (necropoli), uno strato "proto-persiano" (villaggio), uno strato neo-babilonese con tavolette in caratteri elamiti.

tratto da: http://www.tanogabo.it/Susa.htm