Babilonia era
una città della Mesopotamia antica,
situata sull'Eufrate, le
cui rovine coincidono
oggi con la città di Al
Hillah, nella Provincia
di Babilonia in Iraq a
circa 80 km a sud
di Baghdad. A
partire dai primi anni
del II millennio a.C.
questa città, fino ad
allora di minore
importanza, diventa la
capitale di un regno che
gradualmente stava
estendendo il suo
dominio in tutta la
Mesopotamia meridionale
e oltre. Nel VI secolo
a.C. Babilonia raggiunse
il suo apice, durante il
regno di Nabucodonosor
II che estese
l'impero fino a dominare
gran parte del Medio
Oriente. In questo
periodo è la più
grande città del mondo
estendendosi per circa
1000 ettari (10 km²).
Il suo prestigio si
estendeva oltre la
Mesopotamia, soprattutto
per via dei famosi
monumenti che lì erano
stati edificati, come le
sue alte mura, le sue ziqqurat (Etemenanki)
che potrebbero aver
ispirato il racconto
biblico della Torre
di Babele e dei
suoi leggendari
giardini pensili, la cui
posizione non è stata,
tuttavia, mai
identificata.
Babilonia
occupa un posto speciale
anche per il mito
correlato al suo lento
declino e al successivo
abbandono che si è
avuto nei primi secoli
del primo millennio d.C.
Questo mito è sostenuto
da diversi scritti biblici e
in quelli degli autori
greco-romani. Il suo
sito, la cui posizione
non fu mai dimenticata,
non è stato oggetto di
scavi rilevanti fino
all'inizio del XX
secolo, quando vennero
riportati alla luce i
principali monumenti
sotto la direzione
dell'archeologo tedesco Robert
Koldewey. Da allora,
l'importante
documentazione
archeologica ed epigrafica scoperta
in città, integrate da
informazioni provenienti
da altri antichi siti
legati alla città,
hanno fornito una
rappresentazione molto
accurata della Babilonia
antica, superando i
racconti mitologici.
Nonostante ciò,
rimangono alcune zone
d'ombra su uno dei siti
archeologici più
importanti del Vicino
Oriente antico, mentre
le prospettive per nuove
ricerche sono ridotte a
causa della situazione
politica in Iraq
creatasi dalla fine del
XX secolo.

Convenzionalmente,
si usa dividere la
storia di Babilonia in
tre fasi:
-
paleo-babilonese, dal 2004
a.C. al 1595
a.C.;
-
medio-babilonese, dal 1595
a.C. al 600
a.C. circa;
-
neobabilonese, dal 626
a.C. al 539
a.C.
In
confronto agli altri
principali insediamenti
della civiltà
babilonese, come Kish, Uruk, Ur, Nippur e Ninive,
Babilonia appare tardi
nella storia della Mesopotamia,
rendendo notevole la sua
rapida ascesa. Lo stato
di Babilonia fu fondato
agli inizi del XIX
secolo a.C. da Sumu-abum,
re vassallo di Isin e,
benché Babilonia non
sia menzionata nella
documentazione della
seconda metà del III
millennio a.C., essa
crebbe rapidamente sotto
la spinta di una dinastia
di Amorrei che
conseguì importanti
successi militari
durante il periodo noto
come
"paleo-babilonese"
(2004 - 1595 a.C.) in
cui raggiunse l'egemonia
sull'intera area,
conquistando la
Mesopotamia e
distruggendo la città
rivale di Mari sotto
il regno di Hammurabi.
Fino ad allora, come
dimostrano i ricchi
archivi di Mari, nella
regione si
fronteggiarono vari
regni: Assur, Eshnunna,
Mari, Aleppo, Alalakh, Qatna.
Il
periodo successivo,
chiamato
"medio-babilonese"
(1595 - fine dell'XI
secolo a.C.), vide la
città confermare la sua
posizione come capitale
della Mesopotamia
meridionale, soprattutto
perché acquisì il
ruolo di grande centro
religioso più che di un
centro politico, sotto
la dinastia cassita di Isin
II. Per Babilonia il
primo millennio a.C.
inizia con alcuni
momenti molto difficili,
come le guerre provocate
dai tentativi di
dominazione dei re assiri che,
tuttavia, vennero
sconfitti dai Re che
fondarono il potente
impero
"neo-babilonese"
(626-539 a.C.). Dopo la
loro caduta, diverse
dinastie straniere si
stanziarono a Babilonia.
Nel 539 a.C. la città
venne distrutta da Ciro
II di Persia che la
rinominò Etemenanki,
che si traduce
"Casa delle
fondamenta del cielo e
della terra".
Babilonia divenne
provincia persiana fino
al 331 a.C. quando
venne annessa all'impero
di Alessandro Magno dopo
la sconfitta di Dario.
Anche se non ricoprì più
il ruolo di capitale,
per tutto l'ultimo
secolo prima di Gesù
Cristo, la città vantò
una notevole importanza,
prima di essere
abbandonata durante i
primi secoli della
nostra era.
L'ascesa
di Babilonia viene fatta
coincidere con la
nascita della prima dinastia
amorrita, intorno al
1894 a.C., grazie al re
Sumu-abum (1894-1881
a.C.). Questo
periodo è chiamato
"paleo
babilonese" o
"antico
babilonese". Il suo
successore al trono
babilonese, Sumu-la-El (1880
- 1845 a.C.), fu
tuttavia il primo vero
antenato della dinastia,
poiché egli non aveva
alcun legame familiare
con il suo predecessore,
mentre i suoi successori
furono tutti suoi
discendenti. I vari re
che si susseguirono
gradualmente espansero
il regno, poi limitato
alla città e i suoi
dintorni, e sotto il
comando di Sin-muballit (1812
- 1793 a.C.), Babilonia
divenne una potenza in
grado di competere con
gli altri grandi regni
amorrei vicini: Larsa,
Eshnunna, Isin e Uruk.
Suo figlio Hammurabi (1793
- 1750 a.C.) svolse con
intelligenza il suo
ruolo in una prospettiva
internazionale del suo
tempo e, sotto il suo
regno, la prima dinastia
babilonese divenne per
la prima volta
dominante.
Dopo
una prima parte della
vita senza aver
conseguito successi,
Hammurabi riuscì in
seguito a conquistare i
regni a lui confinanti:
Larsa, Eshnunna e Mari.
Babilonia divenne così
la più grande potenza
politica della
Mesopotamia. Il
figlio e successore
Samsu-iluna (1749 -
1712 a.C.) riuscì a
mantenere ancora per
qualche tempo la
supremazia, ma dovette
affrontare diverse
rivolte che indebolirono
il suo regno. I seguenti
re videro il loro paese
disgregarsi a causa di
ribellioni e attacchi da
parte delle nazioni
nemiche, in primo luogo
i Cassiti ma
anche gli Hurriti,
il tutto in un clima di
crisi agraria. Samsu-ditana (1625
- 1595 a.C.), il cui
regno ora era costituito
solo dalle terre nelle
immediate vicinanze di
Babilonia, venne
pesantemente sconfitto e
ucciso. Secondo i
racconti della
tradizione babilonese,
il colpo fatale gli fu
inferto dal re ittita Muršili
I, nel 1595 a.C.,
durante un'incursione su
Babilonia. La città fu
saccheggiata e la
dinastia amorrea
scomparse.
Poco
si sa a proposito
dell'aspetto di
Babilonia al tempo della
sua prima dinastia, ma
si presuppone con buona
certezza che fosse un
periodo di grande
prosperità. Ciò si può
dedurre da diversi
fattori: prima di tutto
la presenza di una
potente dinastia, ma
anche per via della
felice posizione
geografica,
caratterizzata da un
terreno fertile lungo un
braccio dell'Eufrate e
del Tigri che
costituivano
un'importante via di
comunicazione tra la Siria,
la Mesopotamia,
l'altopiano iranico e
l'apertura mesopotamica
meridionale sul Golfo
Persico. La città fu
infatti un crocevia per
fondamentali rotte
commerciali; gli
scavi archeologici ai
livelli dell'epoca
paleo-babilonese, non
possono però essere
d'aiuto a ricostruire la
mera struttura
cittadina, in quanto gli
edifici residenziali
sono stati generalmente
coperti dalla falda e
quindi danneggiati
irrimediabilmente.
Tuttavia,
si ritene che la città
fosse organizzata già
intorno al suo quartiere
religioso (il futuro
Eridu) che si trovava
sulla riva sinistra
dell'Eufrate, ma
l'estensione esatta
della città rimane
ancora da determinare.
In ogni caso sembra che,
durante questo periodo,
la città si estendesse
sulla riva destra del
fiume (il futuro
quartiere Kumar), dove
sono stati rinvenuti
diversi templi. Le
migliori fonti di
informazioni sugli
edifici della città
sono le iscrizioni
rinvenute sugli stessi e
che contengono i nomi
degli antichi re
babilonesi che
commemorano la loro
edificazione. Il
primo re della dinastia,
Sumu-la-El, fece
costruire un nuovo muro
perimetrale per la città
e il palazzo reale che i
suoi successori
occuparono dopo di lui,
prima che Ammi-ditana ne
facesse costruire un
altro.
La
vita quotidiana nel
palazzo reale di
Babilonia si conosce
grazie ad un paio di
tavolette risalenti al
tempo di Hammurabi e
dalla corrispondenza
diplomatica del re di Mari. Gli
antichi re babilonesi si
impegnarono regolarmente
nel realizzare progetti
nella loro capitale, che
riguardarono in primo
luogo le sue mura, le
porte e soprattutto i
suoi numerosi templi. Si
ha notizia anche di
sontuose offerte per
gratificare alcune
divinità della città. Esagila,
il tempio del grande dio
Marduk, fu oggetto di
molte attenzioni da
parte dei regnanti. La
sua ziggurat non
viene menzionata nei
documenti scoperti, ma
le indagini
archeologiche sembrano
datarla a questo
periodo. I testi di
Merkes indicano che
l'area dove essa si
trovava venne chiamata
"nuova città
meridionale" e
venne abitata da una
particolare classe di
sacerdotesse nel tempo
paleo-babilonesi,
chiamate nadītum.
Dopo
la presa di Babilonia da
parte degli Ittiti,
la situazione politica
in cui versò la città
appare particolarmente
oscura. In circostanze
poco chiare, la regione
cadde sotto il controllo
di una dinastia cassita.
Un testo del VII secolo
a.C., ritrovato
a Ninive in Assiria che
si presenta come una
copia di un'iscrizione
del re cassita Agum
II, riporta l'esistenza
a Babilonia di statue
dedicate al culto di
Marduk e Sarpanītum e
il restauro di Esagil.
Nulla si sa circa
l'autenticità del
testo, tanto più che
tale re Agum risulta
menzionato solo in testi
posteriori al suo regno. Allo
stato delle attuali
conoscenze, la
dominazione cassita
sulla città viene
accertata solo ai primi
anni del XV secolo
a.C., sotto Burna-Buriyåš
I e, soprattutto, i
suoi successori
Ulam-Buriaš e Agum
III. I re di questa
dinastia, che si
presentarono come
monarchi "Karduniaš"
(regione corrispondente
a Babilonia) più
frequentemente di
"re di
Babilonia,"
raramente appaiono in
connessione con la città
dove la loro presenza
non venne menzionata.
Sotto
il re Kurigalzu I,
il ruolo politico
centrale di Babilonia è
oggetto di discussioni:
infatti, una nuova
capitale venne fondata a Dur-Kurigalzu ("forte
Kurigalzu", dal
nome del suo fondatore),
più a nord nella zona
dove l'Eufrate e Tigri
sono vicini, dove in
seguito vennero
stabilite capitali di
regni mesopotamici
(Seleucia al Tigri, Ctesifonte e Baghdad).
Nonostante
tutto ciò, Babilonia
rimase una città molto
importante e
prestigiosa, soprattutto
perché il suo ruolo di
centro religioso fu in
crescita, come dimostra
il fatto che Esagil
ricevette molti terreni
in donazione e Marduk si
affermò gradualmente
come un sovrano divino. Inoltre,
si può notare che le
sconfitte più
significative subite dai
re cassiti videro la
presa di Babilonia da
parte dei loro nemici, a
sostegno della sua
grande importanza.
Intorno al 1235 a.C. la
città fu saccheggiata
dal re Tukulti-Ninurta
I degli assiri.
I
conflitti tra Babilonia
e gli assiri
continuarono fino
l'intervento di un terzo
contendente, quello del
re di Elam, Shutruk-Nakhunte
I, e di suo figlio Kutir-Nahhunte
III che
saccheggiarono la città
dei suoi tesori e della
statua del suo dio, nel
1158 a.C. e nel 1155
a.C.
L'aspetto
della città di
Babilonia durante il
periodo cassita è
ancora meno conosciuto
rispetto a quello
paleo-babilonese, in
quanto vi è l'assenza
di iscrizioni
riguardanti la
commemorazione
dell'edificazione di
edifici e perché gli
scavi archeologici non
possono essere d'aiuto
per le stesse ragioni
del periodo precedente.
Gli Elamiti vennero
respinti da Babilonia da
una nuova dinastia
originaria di Isin,
che riuscì a
conquistare la città.
Il loro re più grande, Nabucodonosor
I (1126-1105 a.C.),
sconfisse gli Elamiti
nel proprio paese e portò
trionfalmente la statua
di Marduk a Babilonia,
un evento descritto in
un lungo testo relativo
ad un atto di donazione. Questo
fatto fu particolarmente
importante per la storia
religiosa della città,
poiché sembra sia in
questo periodo che viene
attribuito a Marduk il
primato sugli altri dèi
mesopotamici, con la
stesura del poema epico
della creazione (Enûma
Eliš), dove si
narra di come egli
divenne re dei re. Stando
all'Enûma Eliš,
Babilonia è stata
costruita dagli dèi ed
è situata nel centro
del mondo, a contatto
con il Cielo e la Terra
(un concetto
materializzato dalla sua
ziggurat, il cui nome
significa "Casa
di collegamento tra il
Cielo e la Terra").
In
breve tempo Babilonia
ritornò a rivestire il
ruolo di centro
politico. Intorno al
1050 a.C. la città subì
incursioni di vari
popoli nomadi, tra cui i Siri.
La fine del regno di Nabu-Shum-Libur (1032
a.C. - 1025 a.C.) segnò
per Babilonia l'inizio
di un periodo caotico,
caratterizzato da
frequenti cambiamenti
dinastici. Sembra che
tutte le principali città
di questa regione
andarono incontro a
diversi periodi di
violenza e Babilonia
senza dubbio non fu
un'eccezione.

A
partire dal IX secolo
a.C., la situazione
iniziò a riprendersi e
i re babilonesi
lottarono per
riaffermare il proprio
dominio sulla regione,
nonostante un
sostanziale perdurare
dell'instabilità
politica. A questi
problemi si aggiunsero
nuove guerre contro
l'Assiria, la quale
vantava una posizione di
maggior forza grazie a
una situazione interna
più stabile. La
situazione precipitò
sotto il regno del re
assiro Tiglatpileser
III, che dopo anni di
battaglie conquistò
Babilonia nel 728 a.C.
Tuttavia,
la dominazione assira
non fu continua e il
nuovo re Sargon II (che
restaurò i templi e le
mura cittadine) si trovò
di fronte ad un duro
avversario, Marduk-apla-iddina
II, che riuscì ad
ottenere il controllo
della città per due
volte. Sennacherib,
successore di Sargon II,
fu a sua volta causa di
nuove rivolte a
Babilonia quando mise
uno dei suoi figli sul
trono della città.
Quest'ultimo
durò poco tempo quando,
in seguito a una
rivolta, i ribelli lo
catturarono e lo
consegnarono ai loro
alleati Elamiti che lo
giustiziarono. La
risposta di Sennacherib
fu terribile e la sua
vendetta si caratterizzò
da un grande odio contro
Babilonia: massacrò,
infatti, gran parte
della sua popolazione e
distrusse molti edifici
della città deviando le
acque del fiume su di
essi. La reale portata
di tale distruzione
rimane comunque un
aspetto controverso; con
ogni probabilità la
città non venne
completamente distrutta
come invece sostenne il
re assiro. Il figlio e
successore Esarhaddon scelse
la via della
pacificazione e iniziò
a ricostruire la città.
Nel
652 a.C. a Esarhaddon
succedettero i suoi due
figli: Assurbanipal regnò
sull'Assiria, mentre Shamash-Shum-ukin venne
messo sul trono di
Babilonia. Quest'ultimo,
venne sconfitto dopo una
dura guerra di quattro
anni che si concluse con
la sua morte durante
l'assedio del 648 a.C.
della sua città, quando
venne bruciato nel fuoco
appiccato al suo
palazzo; questa storia
dette vita al mito greco
di Sardanapalo.
Dopo una prima fase di
repressione,
Assurbanipal si dimostrò
meno brutale di suo
nonno e ricostruì la
città, a capo della
quale egli pose un
sovrano fantoccio, Kandalanu.
Alla fine, i re assiri
si legarono
profondamente alla
storia di Babilonia e,
probabilmente,
influirono sul suo
paesaggio urbano.

Questa
serie di rivolte
probabilmente indebolì
l'Assiria, mentre a
Babilonia lo spirito
della resistenza divenne
sempre più forte, più
attiva e più unita.
Alla morte di Assurbanipal,
avvenuta nel 627 a.C., i
suoi successori furono
impegnati in una lite
per la successione, che
risultò fatale per il
loro regno. Nabopolassar,
probabilmente
governatore del Paese
del Mare, si avvantaggiò
di questi scontri per
prendere il potere a
Babilonia nel 625 a.C.,
prima di estendere
gradualmente il
conflitto verso il nord. Dopo
anni di conflitto,
finalmente riuscì a
sconfiggere l'impero
Assiro anche grazie
all'aiuto del re dei Medi, Ciassare,
tra
il
614 a.C. e il 610 a.C.
Suo
figlio Nabucodonosor
II (605 a.C. 562
a.C.) gli succedette e
con lui Babilonia
raggiunse il suo apice.
Questo periodo viene
solitamente classificato
come "periodo
dell'impero
neo-babilonese",
che si estendeva
attraverso gran parte
dei confini del Medio
Oriente verso l'Egitto all'anatolica Tauro e
intorno alla Persia.
I successori di
Nabucodonosor II
riuscirono a mantenere
in qualche modo il loro
regno, ma non ebbero la
forza dei fondatori
della dinastia. L'ultimo
re di Babilonia, Nabonedo (556
a.C. - 539 a.C.), fu un
personaggio enigmatico
che iniziò una nuova
classe dirigente per il
suo regno, abbandonando
il culto di Marduk a
beneficio della sua
divinità preferita, dio
della luna Sin.
I
regni di Nabopolossar e
di Nabucodonosor II
corrispondono ad un
periodo di profonde
trasformazioni della
città, disposti dal
primo e completati dal
secondo, di cui si ha
conoscenza grazie alle
molte registrazioni. Si
tratta di opere che
contribuiranno
all'immagine
leggendaria, tramandata
da scrittori stranieri
come Erodoto, Ctesia o
gli autori della Bibbia ebraica,
di una città circondata
da imponenti mura e
dominata da notevoli
monumenti: palazzi
reali, templi, ziggurat,
strade principali, tra
cui la "via delle
processioni" che
partiva dalla porta
di Ishtar. La vita
economica e sociale
della città si
riscontra anche nei
testi economici,
amministrativi e
accademici del periodo.

Nel
539 a.C., il re persiano Ciro
II attaccò
Babilonia e in una notte
la conquistò
annettendola al suo
impero facendole perdere
la sua indipendenza. Il
nuovo sovrano espresse
la volontà di
preservare la città e
guadagnò il favore dei
sacerdoti locali grazie
ad un decreto a loro
favorevole che è
arrivato fino ai nostri
giorni inciso su un
cilindro di argilla. La
caduta del regno di
Babilonia e la fine
dell'indipendenza
politica non significò
comunque il declino
delle metropoli
mesopotamiche,
nonostante che esse
andarono incontro a
numerose sconfitte nel
tentativo di ribellarsi
ai re persiani Dario
I (521 a.C.) e a
suo figlio Serse I. Babilonia
rimase, pertanto,
un'importante città
dell'impero, anche se
non la capitale, e
l'intera Babilonia un
crocevia strategico in
cui la nobiltà persiana
possedeva vaste aree.
Nel
331 a.C. Babilonia accolse il
re macedone Alessandro
Magno, dopo la vittoria
di Gaugamelae.
Alessandro si occupò di
far eseguire numerosi
restauri e vi si trasferì
pochi mesi dopo la sua
spedizione in India,
prima di morire nel
giugno 323. È a
Babilonia che si dovrà
redigere la prima
divisione dell'impero
tra i suoi generali. Il
nuovo sovrano, Seleuco
I, non conferì a
Babilonia lo status di
capitale, dal momento
che fece edificare per
questo scopo Seleucia
al Tigri a circa
sessanta chilometri a
nord-est; tuttavia
Babilonia rimase molto
importante, come
testimonia ad esempio il
fatto che suo figlio Antioco
I vi rimase
parecchi anni prima di
prendere il potere. Più
tardi il centro di
gravità dell'impero
persiano si spostò
verso ovest e Antiochia divenne
la capitale principale
dei loro successori, i
quali gradualmente
persero il controllo di
Babilonia in seguito
all'avanzata dei Parti,
che la conquistarono
definitivamente con Mitridate
II (123 a.C. - 88
a.C.).
Durante
la seconda metà del
primo millennio a.C.,
Babilonia rimase una
città importante nella
gestione degli imperi
governati dalle dinastie
straniere. Sotto gli Achemenidi,
il governatore (chiamato
nei testi cuneiformi babilonesi
con il titolo pahāt e
non quello di satrapo)
gestiva una vasta
provincia che copriva
tutto l'antico impero
Babilonese. Sotto i Seleucidi,
la città dovette
soccombere a Seleucia
come città principale
del potere politico
diventando un capoluogo
secondario di provincia.
Al tempo del regno di Antioco
IV (circa 170
a.C.), Babilonia divenne
una città greca con la
sua comunità di
cittadini guidata da un epistates. La
comunità Babilonese
indigena, che rimase
probabilmente dominante
in numero, formava la
terza entità politica
di questa società
complessa governata da
un'Assemblea (kiništu)
mentre l'autorità più
alta era il šatammu.
Sembra che anche sotto i
Parti fossero state
mantenute le stesse
autorità, i quali non
alterarono la struttura
politica e sociale della
città.
Il
periodo della
dominazione dei Parti
vide il declino di
Babilonia e il suo
progressivo spopolamento
in favore di più grandi
centri di potere situati
più a nord sul Tigri
(Seleucia, Ctesifonte e,
molto più tardi, Baghdad).
Tuttavia, i suoi
principali monumenti
furono ancora
utilizzati: nel I secolo
d.C., Plinio il
Vecchio scriveva
che il tempio continuava
ad essere attivo, anche
se la città era in
rovina. Un'iscrizione
greca, databile
all'inizio del II secolo
d.C., indica che il
teatro veniva restaurato
ancora una volta. Il
periodo in cui la
regione fu sotto il
dominio dei Sasanidi è
quello in cui
generalmente si
considera la definitiva
scomparsa dell'antica
cultura mesopotamica. Durante
il periodo islamico, la
posizione di Babilonia
non era conosciuta, ma Bābil era
un piccolo villaggio
descritto dal geografo Ibn
Hawqal del X
secolo. Gli scrittori
dei secoli successivi
parlano solo delle
rovine e il fatto che
esse vennero spogliate
dei loro mattoni più
solidi per essere
utilizzati nella
costruzione di edifici
residenziali. L'antica
città finì
completamente nella
leggenda.
Eccetto
per un paio di edifici
di epoca
paleo-babilonese, le più
antiche rovine di
Babilonia non sono state
ancora portate alla luce
e gli scritti giunti
fino a noi non
permettono di ricavare
informazioni sufficienti
per conoscere quale
fosse l'aspetto della
città in quei tempi.
Pertanto le uniche
ricostruzioni su come
apparisse la città si
riferiscono al periodo
neo-babilonese (624 a.C.
- 539 a.C.) e al periodo
achemenide (539 a.C. -
331 a.C.), di cui si
possono trovare
testimonianze negli
scavi archeologici che
hanno permesso di
conoscere i principali
monumenti ufficiali
(palazzi e templi), una
zona residenziale, le
mura e le porte,
fornendo una panoramica
di massima della città. Il
confronto dei reperti
con le fonti testuali in caratteri
cuneiformi, che
descrivono la posizione
dei suoi grandi templi,
ma anche i luoghi di
culto più piccoli e di
tutti i luoghi più
importanti, ha permesso
di avere una visione più
chiara e complessiva di
Babilonia. A questi
testi si è affiancato
lo studio degli autori
greci (soprattutto Erodoto e Ctesia)
che ha permesso di
ricavare ulteriori
informazioni utili per
scoprire quale fosse
l'assetto politico,
sociale ed economico
della città.
Al
suo apice, si stima che
la città di Babilonia
si estendesse su circa
1000 ettari, mentre le
stime sul numero di
abitanti che vi si
risiedessero appaiono
alquanto difficili. L'ipotesi
di una popolazione di
100.000 abitanti per la
sola città
dell'entroterra è stata
avanzata seppur senza
che vi siano basi
solide. In ogni
caso, tra il periodo
neo-babilonese e quello
achemenide, fu
certamente una città
molto popolosa tanto da
poter essere definita
una
"megalopoli"
dell'antichità. Traboccante
di attività, catturò
l'attenzione e
l'immaginazione di
osservatori esterni. Lo
spazio urbano di
Babilonia fu molto
diseguale e i quartieri
centrali noti sono stati
in gran parte portati
alla luce. Diversi
aspetti della sua
progettazione sono stati
identificati dagli scavi
che completano le fonti epigrafiche:
le mura, i corsi d'acqua
e alcune aree
residenziali.

La
città antica - La
città era famosa
nell'antichità
soprattutto per la
ziqqurat, per la strada
processionale che si
apriva con la porta
chiamata in porta
di Ishtar (oggi
ricostruita nel Pergamon
Museum di Berlino), i
suoi templi e per i Giardini
Pensili, una delle sette
meraviglie del mondo.
Babilonia
era, nell'antichità, un
grande centro di
astronomia e di
astrologia. Benché
espertissimi
nell'osservazione del
cielo, non sembra però
che i Babilonesi
avessero notato la precessione
degli equinozi. Nelle
innumerevoli tavole di
argilla, sia sumeriche
che babilonesi, scoperte
in Iraq, si trova la
soluzione di vari
problemi matematici, fra
cui quella di equazioni
di secondo grado.
Babilonia
fu una delle città più
popolose del mondo
antico e fu la prima metropoli nella storia
umana ad avere
200.000 abitanti. Nel
tempo del suo massimo
splendore, il numero
totale dei suoi abitanti
non è conosciuto, ma
sotto il regno di Dario tuttavia,
quando Babilonia
conquistata da
Alessandro Magno era
stata ridotta a una
delle tante città
dell'impero persiano,
gli abitanti erano ben
370.000, senza contare
gli schiavi che
porterebbero
probabilmente tale
numero a duplicarsi o
perfino a triplicarsi.
Un
maestoso palazzo cinto
da poderose mura era la
sede del reggente della
città che in epoca
persiana divenne il satrapo della
regione.
Il
mito della fondazione di
Babilonia - A quei
tempi si elaboravano
miti per nobilitare le
origini delle città.
Poiché nell'universo
regnava il Caos, la dea Tiāmat e
il dio Marduk si
scontrarono. Marduk
voleva mettere ordine
nell'universo e combatté
fino a quando non uccise
Tiāmat. Poi Marduk
prese il corpo della sua
nemica Tiāmat e lo
divise in due parti: con
metà formò il
firmamento celeste, con
l'altra metà formò le
fondamenta della terra.
Poi Marduk assegnò a
tutti gli altri dèi i
loro posti e creò il
Sole, la Luna, le
stelle. Ma gli dèi
gridarono: "Signore
Marduk, tu hai affidato
un compito a ciascuno di
noi ma non hai dato a
nessuno l'incarico di
servirci e di sostenerci
mentre noi lo
eseguiremo".
Rispose Marduk:
"Prenderò sangue
di Kingu e fango e ne
formerò un piccolo
fantoccio. Il suo nome
sarà Uomo. Uomo servirà
gli dèi". Allora
gli dèi soddisfatti
gridarono: "Signore
Marduk, noi vorremmo
mostrarti la nostra
gratitudine costruendoti
un santuario sulla
terra". Per due
anni interi lavorarono e
al terzo anno la città
di Babilonia fu
innalzata, e sopra tutti
i santuari si ergeva
quello di Marduk.
Babilonia
aveva oltre cinquanta
templi che dimostrano la
religiosità dei
babilonesi. In Babylonian
and Assyrian Religion di
Samuel Henry Hooke Babilonia
viene detta "la
città in cui Marduk
deteneva il primato
sugli altri dèi".
Al tempo di Nabucodonosor
II, secondo Hooke a
Babilonia c'erano non
meno di 58 templi
appartenenti a dèi.
A
dimostrare quanto
radicata, importante e
vasta fosse la religione
a Babilonia, un'antica
iscrizione cuneiforme
stilava questo rapporto:
"Esistono in
complesso a Babilonia 53
templi dei grandi dèi,
55 cappelle di Marduk,
300 cappelle per quelle
divinità della Terra,
600 per le divinità del
Cielo, 180 altari per la
dea Ishtar, 180 per gli
dèi Nergal e Adad e 12
per gli dèi
restanti".
 Babilonia
nella Bibbia - Babilonia,
dopo Gerusalemme,
è la città più citata
nella Bibbia in
particolar modo
nell'Antico Testamento,
dove la si vede
contrapposta al popolo
di Dio, Israele.
Secondo
la
Bibbia fu Nimrod
(discendente di Cus,
figlio di uno dei tre
figli di Noè) il
fondatore di Babilonia
che sin dall'inizio, fu
un oppositore di Dio.
Secondo il racconto
biblico l'ampliamento
della città si
interruppe per
l'impossibilità degli
addetti ai lavori di
comunicare; fu il tempo
della Torre di
Babele. Seguirono altre
generazioni che
costruirono una grande
città e fu Hammurabi che
dette un contributo
importante ampliandola
fino a farla divenire
capitale dell'Impero
babilonese.
Dopo
glorie e declini del
primo impero fu Nabopolassar a
rifondare un nuovo
impero verso il 645 a.C.
e fu il
figlio Nabucodonosor
II a portare al
massimo splendore la
città-impero.
Un
grande impero fino ad
ottobre del 539 a.C.
quando Ciro il
Grande distrusse la
città. Secondo il
racconto biblico la città
apparentemente
indistruttibile e
imprendibile, fu
conquistata e distrutta
in una sola
notte avverando
la profezia di Geremia,
di decenni prima, sulla
sua distruzione. Anche
il profeta Isaia predisse
la distruzione della
città circa due secoli
prima del suo effettivo
verificarsi nel 539
a.C. Da quella data
incominciò il declino
dell'impero babilonese.
Negli anni che seguirono
si ribellò per due
volte a Dario I quindi
a Serse I.
Il libro
di Geremia predice
che Babilonia sarà un
luogo "dove non
abita alcuno, attraverso
cui non passa alcun
figlio d'uomo".
Nel Nuovo
Testamento e
precisamente nel libro
di Apocalisse o Rivelazione la
città viene utilizzata come
metafora del male,
destinata
all'annientamento
eterno, in
contrapposizione alla Gerusalemme
celeste. La
metafora viene, però,
attualizzata con
riferimenti che inducono
ad identificarla con la
Roma di allora. Anche
nella prima epistola di
Pietro, l'apostolo
sembra riferirsi a Roma
con il nome di
Babilonia.
Nabucodonosor,
Nabonedo, Baldassarre
furono solo alcuni dei
regnanti babilonesi che
ebbero a che fare con il
popolo di Israele, e con
i loro re, come Ezechia
solo per citarne uno.
L'inimicizia viscerale
fra le due nazioni è
ben documentata in molti
dei libri biblici come
Genesi, Re, Cronache,
Isaia, Daniele e
Geremia, dimostrando
come Dio permise che
Babilonia avesse il
sopravvento sul popolo
di Israele e come fu
impiegata nel ruolo di
esecutrice materiale dei
suoi giudizi verso il
popolo israeliano
stesso.
Babilonia
nell'arte - Le
espressioni artistiche
babilonesi seguirono le
tendenze dei popoli semitici o indo-europei che,
in alternanza,
occuparono la zona nel
corso dei secoli. La
presenza dei popoli
semiti è rintracciabile
per una maggiore
eleganza e fantasia
rispetto allo stile più
grave dell'arte sumera,
allo stesso modo in cui
il periodo neobabilonese
sostituirà il gusto
dell'eleganza raffinata
a quello assiro impregnato
di crudele fastosità.
Per
quanto riguarda l'arte
antico-babilonese,
questa è poco visibile
a causa delle acque
sotterranee che rendono
difficili gli scavi
nello strato specifico.
È documentata grazie a
qualche scultura recuperata
e agli elementi
architettonici,
scultorei, pittorici
presenti nella città di Mari sull'Eufrate,
in stile babilonese
dell'epoca.
Nell'architettura
la tecnica usata è
ancora quella mesopotamica dei mattoni crudi,
con la cottura solo per
la pavimentazione e le
fondamenta. La struttura
del tempio è
quella priva di un
basamento artificiale,
quindi bassa in altezza,
mentre il modello del
palazzo segue lo
schema del tempio che
presenta un numero
grande di sale attorno a
un nucleo centrale
costituito da due
cortili.
Le sculture babilonesi
mostrano variazioni
nello stile, tendendo
dai gusti tardo-sumeri a
manifestazioni plastiche
più rotonde, piene e
realistiche.
Dopo
la fase intermedia,
nella quale l'arte
babilonese subisce una
battuta di arresto sotto
il dominio dei Cassiti (1600-1200
a.C.), e subisce per
qualche secolo l'arte
assira, bisognerà
attendere il periodo
neobabilonese per
assistere a una
rifioritura del
movimento artistico.
Nel
periodo neobabilonese,
dopo l'esaltazione
dell'espressività
racchiusa nel palazzo,
si amplifica il gusto
del tempio, che diviene
il luogo centrale anche
per l'arte assumendo
forme sempre più
imponenti (ziggurat).
Nei palazzi diventa
dominante il gusto delle
di
forma quadrata, della
enorme sala del trono e
la raffinatezza dei Giardini
pensili di Babilonia.
Una delle
caratteristiche più
peculiari dell'arte di
questo periodo restano
comunque i mattoni
smaltati raffiguranti
immagini simboliche di
animali fantastici, che
ricoprono le porte come
le mura. È da
ricordare, infatti, che
le mura di Babilonia sono
state a lungo presenti
nell'elenco delle
meraviglie dell'antichità
e anzi, esse dovevano
figurare nella lista più
antica che di esse fu
formulata.
Archeologia
- Il sito della
antica Babilonia (a
circa 80 km a sud
di Baghdad) in
Iraq, è costituito oggi
solo da scarne rovine.
L'archeologia di
Babilonia ha permesso
comunque la
ricostruzione di alcune
importanti opere, oggi
visibili in alcuni musei
specializzati sulla
storia della città
come, ad esempio, la Porta
di Ishtar nel Pergamon
Museum di Berlino.
Gli scavi compiuti nel 1936 permisero
la ricostruzione sia
della porta di
Ishtar che della
strada processionale
utilizzando pezzi che
provenivano non solo
dalla sola città di
Babilonia, ma anche da Uruk, Assur,
Zincirli, Tell
Halaf e Toprakkale.
Il World
Monuments Fund insieme
alla Commissione per i
Beni Culturali della
provincia di Babilonia
ha sviluppato un recente
progetto per impedire
ulteriori deterioramenti
degli scavi con il
proposito inoltre di
ulteriori scavi. Saddam
Hussein aveva fatto
costruire uno dei suoi
palazzi su una collina
della stessa città di
Babilonia. Il sito
archeologico oggi è
comunque compromesso a
causa della seconda
guerra del Golfo.

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