Adagiata
sulle sponde del Mediterraneo, a circa quaranta chilometri a nord di
Beirut, sonnecchia l'antichissima Byblos, con i suoi settemila anni di
storia. Si sono spenti ormai gli echi della guerra del Libano del 2006 e
i turisti hanno ripreso a curiosare tra queste pietre millenarie che il
tempo e la follia degli uomini hanno comunque risparmiato. La città,
oggi nota come Jbail, vanta un passato abitativo ininterrotto per
millenni ed è stata dichiarata dall'Unesco «patrimonio dell'umanità».
Secondo
lo storico Filone, Byblos fu fondata circa settemila anni fa dal dio El
con il nome di Gubla o Gebal e successivamente i greci le diedero il
nome di Byblos vista la sua importanza come centro commerciale del
papiro (Byblos in greco).
Già in
quell'epoca la natura del luogo doveva essere particolarmente attraente
tanto da ispirare i miti più suggestivi: qui secondo un'antica
tradizione sarebbe nato Adone, dalla corteccia di un albero, forse uno
dei cedri del Libano, e qui sarebbe sbocciata la celebre storia d'amore
tra il dio greco e la bella Afrodite...

Che
Byblos fosse un sito strategico per le popolazioni che vi si insediarono
è testimoniato dai resti archeologici: pare che dal 3000 a.C. Byblos
abbia avuto uno sviluppo vertiginoso grazie al commercio innanzitutto
egiziano.
Risalgono
a quest'epoca i resti di alcuni edifici del sito archeologico proteso
sul mare: il tempio di Baalat Gebal (2800 a.C.), dedicato alla dea madre
Baalat Gebal, in seguito assimilata alle varie Iside-Hathor, Afrodite...
il tempio degli Obelischi, dedicato al dio fenicio Rashef e così
denominato per i numerosi obelischi (una ventina) offerti al dio, ed il
tempio ad «L», cosiddetto per la sua forma particolare.
Anche
i romani lasciarono tracce significative a Byblos: grandi templi,
l'anfiteatro sul mare, le terme e gli edifici pubblici di cui si possono
ancora oggi ammirare i resti.
Il
legame con l'Egitto si fece più stretto nel II millennio a.C. quando,
per lunghi periodi, fu sottoposta direttamente al controllo egizio, come
si può rilevare dalla corrispondenza diplomatica tra il sovrano di
Biblo, Rid-Adda, e i sovrani egizi Amenofi III ed Akhenaton.
Passata
in seguito sotto il controllo assiro finì per decadere nel corso del I
millennio AC al rango di insediamento locale.


Con
il nome di Gubayl fu a lungo una delle colonie genovesi al tempo
della Repubblica di Genova. Fu per circa due secoli feudo familiare
degli Embriaci di Genova, per alcuni anni anche dopo la riconquista
araba.
Come molte altre
città libanesi, soprattutto quelle costiere, Byblos conobbe un periodo
di dominazione crociata tra il XII ed il XIII sec. Il possente Castello
dei Crociati è una fortezza che ancora oggi domina la città,
costruita nel XII secolo probabilmente sulle fondamenta di un edificio
arabo del IX sec. Dai suoi bastioni è possibile dominare tutto il
paesaggio circostante, in particolare il sito archeologico sottostante.
La
chiesa crociata ricorda le varie civiltà che hanno abitato a Byblos:
capitelli romani, portale nord arabo e portale sud crociato, mentre
l'elegante battistero esterno sormontato da una cupola richiama l'arte
italiana (la città, agli inizi del XII sec., fu per qualche anno
dominio genovese).
Situato
a Sud-Est della città, esso comprende tra i vari monumenti due edifici
sacri risalenti al III millennio a.C.: il Tempio
degli Obelischi, dedicato al dio fenicio Rashef e così
denominato per i numerosi obelischi ancora presenti, offerti al dio come
ex-voto, ed il cosiddetto Tempio ad "L",
per la sua forma particolare.
A Sud-Ovest del Castello, invece,
sorgono il Tempio di Baalat Gebal (
2800 a
.C.), dedicato alla Dea Madre Baalat Gebal, in seguito assimilata alle
varie Iside-Hathor, Afrodite, Venere, ecc., e che ha dato origine ad un
vivissimo culto millenario. Nella stessa zona si ammirano le vestigia
del teatro romano e le Tombe dei Re fenici del II millennio a.C.
In queste sepolture venne ritrovato
il sarcofago del Re Ahiram, riccamente decorato e la cui iscrizione
costituisce il più antico esempio di scrittura fenicia ritrovato. Il
sarcofago è oggi conservato ed esposto nel museo archeologico nazionale
di Beirut.
Nella città medievale, alle spalle
del porto, sorge magnifica
la Chiesa
di San Giovanni Battista, la cui costruzione
ad opera dei Crociati iniziò nel
1115. L
'edificio, in stile romanico, presenta dei pregevoli mosaici bizantini
ed è caratterizzato da un battistero esterno sormontato da una cupola,
che denota un'influenza italiana dovuta al fatto che la città, agli
inizi del XII sec., fu per qualche anno dominio genovese.
La chiesa, suddivisa in tre navate e
tre absidi, è passata all'Ordine Maronita Libanese nel XVIII sec. ed
oggi è nota come San Giovanni Marco.
