Byblos
Libano

 PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 1984

    

Adagiata sulle sponde del Mediterraneo, a circa quaranta chilometri a nord di Beirut, sonnecchia l'antichissima Byblos, con i suoi settemila anni di storia. Si sono spenti ormai gli echi della guerra del Libano del 2006 e i turisti hanno ripreso a curiosare tra queste pietre millenarie che il tempo e la follia degli uomini hanno comunque risparmiato. La città, oggi nota come Jbail, vanta un passato abitativo ininterrotto per millenni ed è stata dichiarata dall'Unesco «patrimonio dell'umanità».

Secondo lo storico Filone, Byblos fu fondata circa settemila anni fa dal dio El con il nome di Gubla o Gebal e successivamente i greci le diedero il nome di Byblos vista la sua importanza come centro commerciale del papiro (Byblos in greco).

Già in quell'epoca la natura del luogo doveva essere particolarmente attraente tanto da ispirare i miti più suggestivi: qui secondo un'antica tradizione sarebbe nato Adone, dalla corteccia di un albero, forse uno dei cedri del Libano, e qui sarebbe sbocciata la celebre storia d'amore tra il dio greco e la bella Afrodite...

Che Byblos fosse un sito strategico per le popolazioni che vi si insediarono è testimoniato dai resti archeologici: pare che dal 3000 a.C. Byblos abbia avuto uno sviluppo vertiginoso grazie al commercio innanzitutto egiziano.

Risalgono a quest'epoca i resti di alcuni edifici del sito archeologico proteso sul mare: il tempio di Baalat Gebal (2800 a.C.), dedicato alla dea madre Baalat Gebal, in seguito assimilata alle varie Iside-Hathor, Afrodite... il tempio degli Obelischi, dedicato al dio fenicio Rashef e così denominato per i numerosi obelischi (una ventina) offerti al dio, ed il tempio ad «L», cosiddetto per la sua forma particolare.

Anche i romani lasciarono tracce significative a Byblos: grandi templi, l'anfiteatro sul mare, le terme e gli edifici pubblici di cui si possono ancora oggi ammirare i resti.

Il legame con l'Egitto si fece più stretto nel II millennio a.C. quando, per lunghi periodi, fu sottoposta direttamente al controllo egizio, come si può rilevare dalla corrispondenza diplomatica tra il sovrano di Biblo, Rid-Adda, e i sovrani egizi Amenofi III ed Akhenaton.

Passata in seguito sotto il controllo assiro finì per decadere nel corso del I millennio AC al rango di insediamento locale.

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Con il nome di Gubayl fu a lungo una delle colonie genovesi al tempo della Repubblica di Genova. Fu per circa due secoli feudo familiare degli Embriaci di Genova, per alcuni anni anche dopo la riconquista araba.

Come molte altre città libanesi, soprattutto quelle costiere, Byblos conobbe un periodo di dominazione crociata tra il XII ed il XIII sec. Il possente Castello dei Crociati è una fortezza che ancora oggi domina la città, costruita nel XII secolo probabilmente sulle fondamenta di un edificio arabo del IX sec. Dai suoi bastioni è possibile dominare tutto il paesaggio circostante, in particolare il sito archeologico sottostante. 

La chiesa crociata ricorda le varie civiltà che hanno abitato a Byblos: capitelli romani, portale nord arabo e portale sud crociato, mentre l'elegante battistero esterno sormontato da una cupola richiama l'arte italiana (la città, agli inizi del XII sec., fu per qualche anno dominio genovese).

Situato a Sud-Est della città, esso comprende tra i vari monumenti due edifici sacri risalenti al III millennio a.C.: il Tempio degli Obelischi, dedicato al dio fenicio Rashef e così denominato per i numerosi obelischi ancora presenti, offerti al dio come ex-voto, ed il cosiddetto Tempio ad "L", per la sua forma particolare.

A Sud-Ovest del Castello, invece, sorgono il Tempio di Baalat Gebal ( 2800 a .C.), dedicato alla Dea Madre Baalat Gebal, in seguito assimilata alle varie Iside-Hathor, Afrodite, Venere, ecc., e che ha dato origine ad un vivissimo culto millenario. Nella stessa zona si ammirano le vestigia del teatro romano e le Tombe dei Re fenici del II millennio a.C. 

In queste sepolture venne ritrovato il sarcofago del Re Ahiram, riccamente decorato e la cui iscrizione costituisce il più antico esempio di scrittura fenicia ritrovato. Il sarcofago è oggi conservato ed esposto nel museo archeologico nazionale di Beirut.

Nella città medievale, alle spalle del porto, sorge magnifica la Chiesa di San Giovanni Battista, la cui costruzione ad opera dei Crociati iniziò nel 1115. L 'edificio, in stile romanico, presenta dei pregevoli mosaici bizantini ed è caratterizzato da un battistero esterno sormontato da una cupola, che denota un'influenza italiana dovuta al fatto che la città, agli inizi del XII sec., fu per qualche anno dominio genovese. 

La chiesa, suddivisa in tre navate e tre absidi, è passata all'Ordine Maronita Libanese nel XVIII sec. ed oggi è nota come San Giovanni Marco.