Siti archeologici di Bat, Al-Khutm e Al-Ayn
Oman

 PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 1988

    

La Penisola Arabica è stata per molto tempo una regione marginale nell'ambito degli studi archeologici sul Vicino Oriente. Solo negli ultimi decenni sono stati eseguiti scavi in diverse zone affacciate sul Golfo Persico: sono state riportate alla luce testimonianze di antiche culture che lasciano sperare in nuove scoperte sulla storia delle civiltà che abitarono il mondo arabo 3000 anni a.C.

È opinione comune che la civiltà nel senso letterale della parola, cioè una forma di vita collettiva al cui centro è la complessa struttura della civitas, sia sorta nel III millennio a.C. nella bassa Mesopotamia ad opera del popolo sumero. I Sumeri, con ogni probabilità, non erano un'etnia autoctona, ma si ignora ancora quando e da dove fossero giunti nelle pianure alluvionali del Tigri e dell'Eufrate, allora abitate da genti dedite a una forma primitiva di agricoltura.

Il bagaglio "tecnologico" dei Sumeri comprendeva la conoscenza dei metalli e della ruota: si potrebbe pertanto pensare che fossero originari delle terre dell'Anatolia o del Caucaso, ricche di metalli, oppure delle steppe dell'Asia centrale, dove i loro pesanti carri sarebbero stati più utili che non nella fangosa Mesopotamia. 

La cosa certa è che i Sumeri trovarono in Mesopotamia condizioni eccellenti per lo sviluppo di un'agricoltura che sarebbe stata la base della loro prosperità economica, pur dovendo far fronte a una mancanza assoluta di materie prime come i metalli e la pietra da costruzione. 

Per ottenere tali fondamentali risorse si videro pertanto costretti a ricorrere al commercio, esportando i prodotti della loro intensa attività agricola, molto fiorente anche grazie a un complesso sistema di canali di irrigazione che permetteva di sfruttare al massimo la fertilità naturale dei sedimenti del Tigri e dell'Eufrate. 

In un'epoca in cui la produzione alimentare era ancora a livelli primitivi nella maggior parte del mondo, tali prodotti possedevano un valore tutt'altro che irrisorio. 

Ottimi navigatori, i Sumeri crearono un'ampia rete di rotte commerciali che si estendeva soprattutto per via marittima e fluviale in tre direzioni principali: verso nord fino alla Siria, all'Asia Minore e al Libano, verso est, dove stava nascendo la civiltà di Elam e vivevano le popolazioni nomadi dell'altopiano iranico, e verso sud, seguendo il Golfo Persico fino alla Valle dell'Indo.

Necropoli e torri - I testi sumeri hanno fornito abbondanti informazioni sugli insediamenti che si trovavano lungo quest'ultima rotta e sui prodotti che vi si potevano acquistare. Di Dilmun, situato sulla costa araba fra il Kuwait e il Bahrein, erano molto apprezzati i datteri dolci; Megan, identificato con l'attuale Sultanato dell'Oman, produceva rame, pietra - in particolare diorite - e legno; dalla lontana Melukhkha, nella Valle dell'Indo, giungevano oro, lapislazzulì, ebano e mandrie di bovini. In cambio venivano esportati, fra gli altri prodotti, orzo, aglio, pesce essiccato e lana. 

Gli scavi realizzati a partire dagli anni Settanta in diversi punti della regione montagnosa nel nord dell'Oman hanno portato alla luce numerosi insediamenti del III millennio a.C., ai quali è possibile associare questa attività commerciale che senza dubbio contribuì allo sviluppo culturale delle zone venute in contatto con l'avanzata civiltà sumera. L'area di Al-Buraymi, sul confine con gli Emirati Arabi Uniti, e quella di Ibri, a sudovest del massicce montagnoso di Djebel Akhdar, si sono rivelate le più interessanti da questo punto di vista.

Vicino al villaggio di Bat, situato 30 chilometri a est di Ibri e in apparenza abitato ininterrottamente da più di quattromila anni, è stata localizzata la più importante di queste aree archeologiche. Qui nel 1972 un'equipe danese ha scoperto un gruppo di abitazioni e una necropoli. Accanto alle case, a pianta rettangolare con un cortile centrale, sorgono cinque torri circolari in pietra, una delle quali, datata tra il 2595 e il 2465 a.C., è stata completamente riportata alla luce. Presenta un diametro di 20 metri e una curiosa divisione interna in camere impermeabili disposte intorno a un pozzo centrale, cosa che, unita alla mancanza di aperture, farebbe pensare a un silos o a una cisterna. 

La necropoli comprende due zone distinte: in una si trovano tombe della fine del IV millennio a.C., talvolta riutilizzate; l'altra si estende su una terrazza fluviale del Wadi Al-Hijr e ospita un centinaio di tombe in pietra ad alveare. Le più antiche possiedono un'unica porta di accesso alla camera funeraria collettiva; le più recenti, invece, presentano due porte e da due a quattro camere funerarie all'interno.

Un nesso culturale collega l'area di Bat con la torre di Al-Khutm, situata 2 chilometri più a ovest, e con la necropoli di Qutur Juhhal, vicina al villaggio di Al-Ayn, 22 chilometri più a est, nella quale sono state scoperte 21 tombe ad alveare risalenti al III millennio a.C.