Città sacra di Kandy
Sri Lanka

 PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 1988

    

L'isola di Sri Lanka (ex Ceylon) è un vero e proprio giardino tropicale, coperto da una vegetazione incredibilmente rigogliosa. Marco Polo, che la visitò nel corso di uno dei suoi numerosi viaggi, la definì "l'isola più bella del mondo". Il paesaggio è oggi dominato dalle piantagioni di té, dalle onnipresenti risaie e da folte foreste sempreverdi da cui si ricavano legnami pregiati.

La prima cronaca scritta di Ceylon racconta che, quando nel V secolo a.C. il principe indiano Vijaya sbarcò sull'isola, questa era ricoperta da una giungla impenetrabile ed era abitata da un unico popolo di cacciatori indigeni, i Vedda (di cui oggi rimangono solo pochi gruppi). Vijaya sposò una principessa locale, dando origine alla dinastia singalese che avrebbe regnato sul Paese per circa due millenni. 

L'isola non era organizzata in un unico Stato, ma in numerosi regni, tra i quali si distinse quello di Anuradhapura, che fu per lungo tempo la capitale nazionale. Nel corso dei secoli a Ceylon si sono stabiliti Indiani, Tamil, Arabi (che monopolizzarono a lungo i commerci dell'isola), Portoghesi, Olandesi e, infine, Inglesi, tutti attirati dalla fertilità del territorio e dalla ricchezza delle città singalesi.

Roccaforte dell'indipendenza - Nel III secolo a.C. Mahinda, figlio dell'imperatore indiano Asoka, introdusse a Ceylon il Buddhismo, che si radicò vigorosamente e divenne la fede della maggioranza dei Singalesi. Fu grazie a questa religione che l'isola non venne mai completamente assorbita dalla civiltà indiana. Anuradhapura fu la capitale singalese per oltre un millennio, fino a quando venne distrutta da un'invasione dei Tamil (una popolazione dell'India meridionale). 

Nell'XI secolo la capitale fu trasferita a Polonnaruwa, che pochi secoli dopo decadde e, come Anuradhapura, fu inghiottita dalla giungla.  

L'ultimo grande periodo di splendore dell'era singalese si ebbe durante il regno di Parakrama Bahu I, che intraprese campagne militari in India e in Birmania, incoraggiò l'arte e l'architettura e realizzò grandi opere idrauliche. Purtroppo, però, dissanguò le risorse materiali e umane del Paese che, fiaccato, decadde senza più riprendersi. 

In seguito a nuove invasioni provenienti dall'India e alla presenza sempre più numerosa degli Europei, i Singalesi si ritirarono all'interno dell'isola. L'era della colonizzazione europea si aprì nel 1505, con lo sbarcò di una flotta portoghese guidata da Francisco de Almeida, che aprì la via all'occupazione della fascia costiera.

Nel 1592, durante il regno di Vimala Dharma Suriya I, Kandy, fondata nel XIV secolo con il nome di Senkadagala Pura, fu dichiarata capitale del regno omonimo. 

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I suoi re si impegnarono a contrastare in ogni modo l'avanzata colonialista, combattendo con alterne fortune contro Portoghesi e Olandesi e diventando uno dei bastioni della resistenza singalese fino all'arrivo delle truppe britanniche che, nel 1815, ebbero definitivamente la meglio e destituirono il sovrano Sri Wickrama Rajasinghe.  

Kandy è una città estremamente suggestiva: circondata da colline boscose, sorge intorno a un lago artificiale quadran­golare (scavato per ordine di Sri Wickrama Rajasinghe fra il 1803 il 1807), al centro del quale sorge un minuscolo isolotto coperto di palme.

Città sacra al culto buddhista, è sede di numerosi templi, fra i quali il famoso Dalada Maligawa, dove è custodito il "Dente di Buddha" che, secondo la leggenda, fu portato nello Sri Lanka da Ralinga (nello Stato di Orissa in India) nel IV secolo a.C, durante il regno di Sri Meghavanna.  

Ancora oggi venerata dai fedeli, la reliquia è al centro della più importante festa dell'isola, durante la quale si susseguono per quindici giorni le celebrazioni, con processioni di centinaia di elefanti riccamente addobbati che scortano per la città la teca in cui è custodito il dente. 

La zona monumentale di Kandy, sorta sulle sponde del lago, è raccolta intorno a quattro complessi principali. I più fastosi sono gli edifici che formavano il Palazzo Reale, tra i quali spiccano il Tempio del Dente, il Palazzo di Sri Wickrama con la grande sala delle udienze, le stanze e i bagni della regina, il Palle Wahala e il Ran Ayuda Maduwa. Ci sono poi il Dewala, il Malwatte Vihara e l'Asgiriya Vihara. 

I nuclei principali del Palazzo Reale e del Tempio del Dente furono costruiti nello stesso periodo, durante il regno di Keerti Sri Rajasinghe (1747-1782). La consuetudine di edificare il principale luogo di culto del Paese accanto alla residenza del sovrano nacque nel VI secolo, quando si cominciò a trasferire la reliquia sacra ogni volta che veniva spostata la capitale. Da allora è sempre stato dedicato al "Dente di Buddha" un tempio nelle vicinanze del Palazzo Reale. 

La struttura attuale si innalza su una base di granito, che ricorda lo stile dell'architettura di Anuradhapura. All'interno, al granito si affiancano il marmo, il calcare, il legno intagliato, la terracotta, l'avorio e vari metalli. Sono ricchissime sia la decorazione pittorica che quella sculto­rea: i soggetti più rappresentati sono danzatrici, acrobati e animali.

IL DENTE DI BUDDHA

La più antica tradizione buddista sembra non conoscere la reliquia del dente. La Dìgha Nikaya , uno dei testi più importanti della religione buddista, riporta la descrizione della cremazione del Buddha e nomina gli otto recipienti in cui il bramino Drona divise i resti della pira distribuendoli in seguito a otto diversi devoti. Tuttavia il dente non è menzionato e il re di Kalinga, suo primo proprietario, non compare fra gli otto custodi delle reliquie. 

Il regno di Kalinga, nello stato di Orissa in India, viene menzionato successivamente a proposito di un dente conservato in quel luogo e facente parte dei dieci, e non più otto, vasi canopi. Nel XIII secolo questa probabile interpolazione del testo permette di sostenere che uno dei crematori rimosse il dente sinistro direttamente dalla pira prima della divisione e lo portò a Dantapura, appunto "la città del dente", nel regno di Kalinga. 

La reliquia fu portata sull'isola di Sri Lanka sembra nel IV secolo a.C. da un bramino donna. La leggenda vuole che fosse Ranmali, figlia del re di Kalinga Guhasiva, che per rispettare il volere del padre scappò dal suo regno travestita da ascetico portando con sé la teca del dente dopo la sconfitta in battaglia del re. Principessa e reliquia furono protette dal re Kittisirimeghavanna. 

Le vicende successive portano la reliquia a viaggiare tra un regno indiano e l'isola di Sri Lanka più volte e spesso senza il prezioso contenitore. Cadde persino in mano ai portoghesi nel 1560, i quali lo bruciarono invece di barattarlo con una grossa somma di denaro disposta dal sovrano di Kandy come promesso.

I singalesi in ogni modo negarono che il vero dente fosse stato saccheggiato e bruciato e nel 1566 esposero all'adorazione dei fedeli quello che essi ritenevano il vero dente di Buddha.  

IL BUDDISMO

La religione buddista, originaria dell'India nei territori ai confini del Nepal e dell'Audh, fu fondata dal Buddha Sakyamuni, la cui esistenza è storicamente accettata. La dottrina da lui predicata si diffuse nella seconda metà del VI secolo a.C. in tutta l'India orientale, seppure nulla fosse fissato nella scrittura finché il Buddha fu vivo. 

Dopo il parinirvana del Buddha (circa 480 a.C.) si avvertì la necessità di raccogliere e unificare gli elementi delle sue dottrine riguardanti la disciplina, vinaya, i dogmi e la legge, dharma, e la metafisica, abhidharma. A questo scopo vennero indetti i concili di Ràjagriha (circa 477 a .C), Vaiala (377 o 367 a .C.) e Pàtaliputra (249 o 242 a .C). 

La conversione dell'imperatore Asoka (circa 250 - 249 a .C.) diede nuovo impulso al buddismo, che venne dichiarato religione di stato e favorito dalle missioni che lo diffusero all'interno e all'esterno dell'impero. Gli avvenimenti politici e, in particolare, la costituzione dell'impero dei Kushàna a nord, facilitarono l'espansione in Cina. 

Il massimo della fioritura venne raggiunto sotto la dinastia dei Gupta (IV-VI secolo a.C.), per decadere gradualmente a causa delle persecuzioni e delle invasioni degli Unni. Al declino del buddismo contribuì il prevalere del tantrismo, del brahmanesimo e soprattutto dell'islamismo, diffusosi in India in seguito alle invasioni musulmane tra la fine del XII e gli inizi del XIII secolo. È tuttora una delle tre religioni più importanti del mondo con oltre 300 milioni di fedeli.

 La dottrina predica la perpetuità e l'indistruttibilità della materia elementare. I mondi vivono kalpa, ovvero cicli, di formazione, sviluppo, decadenza, morte per ricostruirsi di nuovo. Analoghe leggi regolano l'anima mortale degli esseri viventi. Solo quando riesce completamente a distaccarsi dai vizi e in senso superiore anche dalle virtù l'essere raggiunge lo stato del nirvana. Da qui nasce il dogma delle "Quattro sante verità": l'esistenza del dolore, la causa del dolore, la sua soppressione e la via da seguire per sopprimerlo.