L'isola
di Sri Lanka (ex Ceylon) è un vero e proprio giardino tropicale,
coperto da una vegetazione incredibilmente rigogliosa. Marco Polo, che
la visitò nel corso di uno dei suoi numerosi viaggi, la definì
"l'isola più bella del mondo". Il paesaggio è oggi dominato
dalle piantagioni di té, dalle onnipresenti risaie e da folte foreste
sempreverdi da cui si ricavano legnami pregiati.
La
prima cronaca scritta di Ceylon racconta che, quando nel V secolo a.C.
il principe indiano Vijaya sbarcò sull'isola, questa era ricoperta da
una giungla impenetrabile ed era abitata da un unico popolo di
cacciatori indigeni, i Vedda (di cui oggi rimangono solo pochi gruppi).
Vijaya sposò una principessa locale, dando origine alla dinastia
singalese che avrebbe regnato sul Paese per circa due millenni.
L'isola
non era organizzata in un unico Stato, ma in numerosi regni, tra i quali
si distinse quello di Anuradhapura, che fu per lungo tempo la capitale
nazionale. Nel corso dei secoli a Ceylon si sono stabiliti Indiani,
Tamil, Arabi (che monopolizzarono a lungo i commerci dell'isola),
Portoghesi, Olandesi e, infine, Inglesi, tutti attirati dalla fertilità
del territorio e dalla ricchezza delle città singalesi.
Roccaforte
dell'indipendenza - Nel III secolo a.C. Mahinda, figlio dell'imperatore indiano Asoka,
introdusse a Ceylon il Buddhismo, che si radicò vigorosamente e divenne
la fede della maggioranza dei Singalesi. Fu grazie a questa religione
che l'isola non venne mai completamente assorbita dalla civiltà
indiana. Anuradhapura fu la capitale singalese per oltre un millennio,
fino a quando venne distrutta da un'invasione dei Tamil (una popolazione
dell'India meridionale).
Nell'XI secolo la capitale fu trasferita a Polonnaruwa, che pochi
secoli dopo decadde e, come Anuradhapura, fu inghiottita dalla giungla.
L'ultimo
grande periodo di splendore dell'era singalese si ebbe durante il regno
di Parakrama Bahu I, che intraprese campagne militari in India e in
Birmania, incoraggiò l'arte e l'architettura e realizzò grandi opere
idrauliche. Purtroppo, però, dissanguò le risorse materiali e umane
del Paese che, fiaccato, decadde senza più riprendersi.
In
seguito a nuove invasioni provenienti dall'India e alla presenza sempre
più numerosa degli Europei, i Singalesi si ritirarono all'interno
dell'isola. L'era della colonizzazione europea si aprì nel 1505, con lo
sbarcò di una flotta portoghese guidata da Francisco de Almeida, che
aprì la via all'occupazione della fascia costiera.
Nel
1592, durante il regno di Vimala Dharma Suriya I, Kandy, fondata nel XIV
secolo con il nome di Senkadagala Pura, fu dichiarata capitale del regno
omonimo.

I
suoi re si impegnarono a contrastare in ogni modo l'avanzata
colonialista, combattendo con alterne fortune contro Portoghesi e
Olandesi e diventando uno dei bastioni della resistenza singalese fino
all'arrivo delle truppe britanniche che, nel 1815, ebbero
definitivamente la meglio e destituirono il sovrano Sri Wickrama
Rajasinghe.
Kandy
è una città estremamente suggestiva: circondata da colline boscose,
sorge intorno a un lago artificiale quadrangolare (scavato per ordine
di Sri Wickrama Rajasinghe fra il 1803 il 1807), al centro del quale
sorge un minuscolo isolotto coperto di palme.
Città
sacra al culto buddhista, è sede di numerosi templi, fra i quali il
famoso Dalada Maligawa, dove è custodito il "Dente di Buddha"
che, secondo la leggenda, fu portato nello Sri Lanka da Ralinga (nello
Stato di Orissa in India) nel IV secolo a.C, durante il regno di Sri
Meghavanna.
Ancora
oggi venerata dai fedeli, la reliquia è al centro della più importante
festa dell'isola, durante la quale si susseguono per quindici giorni le
celebrazioni, con processioni di centinaia di elefanti riccamente
addobbati che scortano per la città la teca in cui è custodito il
dente.
La
zona monumentale di Kandy, sorta sulle sponde del lago, è raccolta
intorno a quattro complessi principali. I più fastosi sono gli edifici
che formavano il Palazzo Reale, tra i quali spiccano il Tempio del
Dente, il Palazzo di Sri Wickrama con la grande sala delle udienze, le
stanze e i bagni della regina, il Palle Wahala e il Ran Ayuda Maduwa. Ci
sono poi il Dewala, il Malwatte Vihara e l'Asgiriya Vihara.

I
nuclei principali del Palazzo Reale e del Tempio del Dente furono
costruiti nello stesso periodo, durante il regno di Keerti Sri
Rajasinghe (1747-1782). La consuetudine di edificare il principale luogo
di culto del Paese accanto alla residenza del sovrano nacque nel VI
secolo, quando si cominciò a trasferire la reliquia sacra ogni volta
che veniva spostata la capitale. Da allora è sempre stato dedicato al
"Dente di Buddha" un tempio nelle vicinanze del Palazzo Reale.
La
struttura attuale si innalza su una base di granito, che ricorda lo
stile dell'architettura di Anuradhapura. All'interno, al granito si
affiancano il marmo, il calcare, il legno intagliato, la terracotta,
l'avorio e vari metalli. Sono ricchissime sia la decorazione pittorica
che quella scultorea: i soggetti più rappresentati sono danzatrici,
acrobati e animali.
IL DENTE DI BUDDHA
La
più antica tradizione buddista sembra non conoscere la reliquia del
dente.
La Dìgha Nikaya
, uno dei testi più importanti della religione buddista, riporta la
descrizione della cremazione del Buddha e nomina gli otto recipienti in
cui il bramino Drona divise i resti della pira distribuendoli in seguito
a otto diversi devoti. Tuttavia il dente non è menzionato e il re di
Kalinga, suo primo proprietario, non compare fra gli otto custodi delle
reliquie.
Il
regno di Kalinga, nello stato di Orissa in India, viene menzionato
successivamente a proposito di un dente conservato in quel luogo e
facente parte dei dieci, e non più otto, vasi canopi. Nel XIII secolo
questa probabile interpolazione del testo permette di sostenere che uno
dei crematori rimosse il dente sinistro direttamente dalla pira prima
della divisione e lo portò a Dantapura, appunto "la città del
dente", nel regno di Kalinga.
La
reliquia fu portata sull'isola di Sri Lanka sembra nel IV secolo a.C. da
un bramino donna. La leggenda vuole che fosse Ranmali, figlia del re di
Kalinga Guhasiva, che per rispettare il volere del padre scappò dal suo
regno travestita da ascetico portando con sé la teca del dente dopo la
sconfitta in battaglia del re. Principessa e reliquia furono protette
dal re Kittisirimeghavanna.
Le
vicende successive portano la reliquia a viaggiare tra un regno indiano
e l'isola di Sri Lanka più volte e spesso senza il prezioso
contenitore. Cadde persino in mano ai portoghesi nel 1560, i quali lo
bruciarono invece di barattarlo con una grossa somma di denaro disposta
dal sovrano di Kandy come promesso.
I
singalesi in ogni modo negarono che il vero dente fosse stato
saccheggiato e bruciato e nel 1566 esposero all'adorazione dei fedeli
quello che essi ritenevano il vero dente di Buddha.

IL
BUDDISMO
La
religione buddista, originaria dell'India nei territori ai confini del
Nepal e dell'Audh, fu fondata dal Buddha Sakyamuni, la cui esistenza è
storicamente accettata. La dottrina da lui predicata si diffuse nella
seconda metà del VI secolo a.C. in tutta l'India orientale, seppure
nulla fosse fissato nella scrittura finché il Buddha fu vivo.
Dopo
il parinirvana del Buddha (circa 480 a.C.) si avvertì la necessità di
raccogliere e unificare gli elementi delle sue dottrine riguardanti la
disciplina, vinaya, i dogmi e la legge, dharma, e la metafisica,
abhidharma. A questo scopo vennero indetti i concili di Ràjagriha
(circa
477 a
.C), Vaiala (377 o
367 a
.C.) e Pàtaliputra (249 o
242 a
.C).
La
conversione dell'imperatore Asoka (circa 250 -
249 a
.C.) diede nuovo impulso al buddismo, che venne dichiarato religione di
stato e favorito dalle missioni che lo diffusero all'interno e
all'esterno dell'impero. Gli avvenimenti politici e, in particolare, la
costituzione dell'impero dei Kushàna a nord, facilitarono l'espansione
in Cina.
Il
massimo della fioritura venne raggiunto sotto la dinastia dei Gupta
(IV-VI secolo a.C.), per decadere gradualmente a causa delle
persecuzioni e delle invasioni degli Unni. Al declino del buddismo
contribuì il prevalere del tantrismo, del brahmanesimo e soprattutto
dell'islamismo, diffusosi in India in seguito alle invasioni musulmane
tra la fine del XII e gli inizi del XIII secolo. È tuttora una delle
tre religioni più importanti del mondo con oltre 300 milioni di fedeli.
La
dottrina predica la perpetuità e l'indistruttibilità della materia
elementare. I mondi vivono kalpa, ovvero cicli, di formazione, sviluppo,
decadenza, morte per ricostruirsi di nuovo. Analoghe leggi regolano
l'anima mortale degli esseri viventi. Solo quando riesce completamente a
distaccarsi dai vizi e in senso superiore anche dalle virtù l'essere
raggiunge lo stato del nirvana. Da qui nasce il dogma delle
"Quattro sante verità": l'esistenza del dolore, la causa del
dolore, la sua soppressione e la via da seguire per sopprimerlo.
