Città storica di Ayutthaya
Tailandia

 PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 1991

    

Ayutthaya è il capoluogo della provincia di Ayutthaya in Thailandia. La città venne fondata nel 1350 dal re U-Thong e divenne capitale del suo regno, spesso definito Regno Ayutthaya o Siam. Il nome di Ayutthaya deriva dalla città di Ayodhya in India, luogo di nascita di Rama nel Ramayana Nel 1767 la città fu conquistata e distrutta dalle armate birmane. Attualmente le rovine della città antica formano il cosiddetto "Parco Storico di Ayutthaya", che è uno dei Patrimoni dell'umanità riconosciuti dall'UNESCO. La città nuova venne ricostruita pù ad est, ma non ritornò più ai passati splendori.

I nemici incombevano da nord, appostati sulle colline alle spalle di Sukhothai. Erano in molti, e ben armati. A re U-Thong ogni tentativo di resistere appariva ormai vano. E un giorno - correva l'anno 1350 - il sovrano dovette prendere la dolorosa decisione di abbandonare la capitale del regno di Siam, fondata poco più di un secolo prima. Chiamò a sé gli strateghi militari e gli asceti per chiedere loro consiglio sul luogo in cui costruire una nuova città. 

I primi gli consigliarono di puntare a sud, nella pianura, dove futuri nemici non sarebbero potuti arrivare senza farsi scorgere da molto lontano. I secondi consultarono i sacri testi e prescrissero di cercare la nam, l'acqua alla base della simbologia del popolo thai, proprio lì dove scorreva avviluppandosi in una spirale. 

Con queste indicazioni, il re mandò in ricognizione i suoi emissari, che fecero ritorno avendo individuato un antico insediamento khmer al centro di un articolato sistema fluviale creato dalla confluenza tra il Mae Nam Lopburi, il Pasak e il Chao Phraya. U-Thong giunse nel sito prescelto e diede il primo colpo di vanga al terreno. Il fango smosso svelò una chiocciola... la spirale predetta dagli asceti. Nacque così Ayutthaya. 

Dopo un primo insediamento dei Khmer, il principe Ramathibodi I estese la città e, nel 1351, la fece diventare capitale del proprio regno, dopo essere fuggito qui da Lopburi a causa di un'epidemia di varicella e vaiolo. Tra il XII e il XVIII secolo il regno di Ayutthaya diventa leggenda; è la più grande delle antiche capitali dell'occidente. Sorgono magnifici templi, palazzi colorati e Buddha dorati; sotto le torri appuntite o circolari del chedi ci sono le camere con le reliquie dei santi o i resti dei re e delle loro famiglie. I re si fanno venerare come degli dei e Ayutthaya è una leggenda vivente. 

A partire dal XVI secolo i commercianti europei arrivarono in città contribuendo a riportare la città all'antico splendore architettonico. Durante i suoi anni migliori Ayutthaya fu una metropoli con tre palazzi reali, 375 templi e 94 porte di ingresso alla città, protetta da 29 fortezze difensive. Francesi, portoghesi, britannici, olandesi e giapponesi vissero nei suoi distretti urbani, separati dai circa 1 000 000 di siamesi. Gli europei possedevano proprie chiese, tra cui la cattedrale di San Giuseppe del XVIII secolo, tuttora esistente.

Venivano intessute relazioni commerciali con Cina, Giava, Malesia, India, Ceylon, Persia, Giappone, Portogallo, Francia, Olanda e Inghilterra. L'enorme sviluppo dell'architettura, della pittura e della letteratura è un chiaro indice di prosperità. L'oro era il metallo più usato; per le rilegature dei libri, per i dipinti e per gli edifici (molti stupa erano ricoperti d'oro).

Inizialmente la città era difesa con palizzate barriere in terra, potenziate nel 1550 con mura in mattoni. Subì vari assedi da parte dei birmani nel corso della storia, prima di essere conquistata, saccheggiata il 7 aprile 1767 e quasi completamente distrutta. Ayutthaya non si riprese più da questo disastro, la capitale fu spostata a Thonburi da re Taksin, che cacciò gli invasori birmani e riunificò il Siam che si era smembrato dopo la caduta di Ayutthaya, ed ivi rimase per quindici anni, e nel 1782 re Phuttayodfa Chulalok (in seguito chiamato Rama I) spostò la capitale a Bangkok, dove si trova una copia del palazzo distrutto. Questa copia è nota con il nome di Palazzo Grande.

La città in seguito venne ricostruita più ad est rispetto alla sua posizione originale.

Sebbene la nuova capitale, che avrebbe conservato il ruolo fino al 1767, quando venne distrutta dall'esercito birmano, almeno agli occhi nostalgici dei suoi regnanti, non abbia mai eguagliato la bellezza di Sukhothai, i visitatori europei e cinesi ammessi alla corte di Ayutthaya hanno lasciato entusiastici resoconti delle sue favolose ricchezze. 

Il cosiddetto "periodo di Ayutthaya" - durante il quale la città arrivò a contare un milione di abitanti - coincise con la massima potenza del regno del Siam, che via via si estese nei tenitori degli attuali Laos, Cambogia e Myanmar. Durante i monsoni, Ayutthaya appariva sospesa sull'acqua. 

Le abitazioni - compresa la reggia - erano in legno, erette su palafitte, mentre l'uso della pietra era consentito soltanto per la costruzione degli edifici religiosi, posti su terrapieni che simboleggiavano il vascello della redenzione di cui parla la mitologia buddhista. I templi dunque sono ciò che resta di quella meravigliosa città. 

Il Wat Ratchaburana fu costruito nel XV secolo durante il regno di Chao Sam Phraya (Boromarajathirat II) come monumento in onore del fratello, da lui ucciso durante la contesa per la legittima successione al trono. La costruzione della torre, a forma di pannocchia gigante, ricorda l'influsso che aveva l'antico e potente regno vicino di khmer sull'arte tailandese. Le decorazioni sulle statue dimostrano l'origine indiana e singalese. 

40 anni fa dei saccheggiatori scoprirono due camere all'interno del Prang, riuscirono a portare via gran parte dei tesori, purtroppo solo una piccola parte su recuperata. Solo pochi dipinti e sculture sono sopravvissuti alle catastrofi delle guerre successive, un tempo questi dipinti rivestivano una grande importanza, anche se oggi sono rimaste solo delle composizioni colorate in maniera impressionistica.

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Il Buddha che riposa poco prima di raggiungere il nirvana.... Le dimensioni enormi della statua ricordano un'altra storia: un tempo il Buddha aveva fatto una predica a un demone, ma questi non voleva ascoltarlo, allora buddha si fece più grande e alla fine il demone lo ascoltò rispettando la vera sua grandezza: l'importanza del messaggio.

Il Wat Phra Sri Sanpet, il tempio più bello e più grande della città, è composto da tre grandi stupa, risalenti alla famiglia di re Rama Thibodi II e del padre, vissuti nel XV secolo. I Viharn ed i Mondops annessi vennero distrutti dai birmani. 

Il tempo era destinato alla preghiera dei membri della famiglia reale e ospitava una statua del Buddha alta 16 metri e ricoperta da 250 chilogrammi di lamine d'oro, poi fuse dagli invasori birmani. La statua è stata trasportata a Bangkok ed ora si trova all interno di uno dei Phra Maha Chedi del Wat Pho)

Le rovine del Wat Phra Sri Sanphet sono il paesaggio della Tailandia più fotografato e stampato. In effetti non si può sfuggire al fascino dei tre maestosi chedi e alla loro simmetria. Le pietre dorate simboleggiano l'armonia e l'ordine universale.

Wat Phanan Choeng fu costruito all'inizio del XIV secolo, dopo il suo completo restauro ora c'è un tempio che riunisce la religiosità del popolo tailandese con una delle statue più antiche e impressionanti del sud-est asiatico. 

Il origine il grande Buddha era libero, senza alcun edificio protettivo affinché fosse visibile anche da lontano. Secondo la triste leggenda, dopo la completa distruzione di Ayutthaya, nel 1777, gli occhi di Buddha cominciarono a lacrimare. 

Non soltanto l'individuo, ma il mondo intero, dovrebbe visitare un tempio così. Ogni essere umano dovrebbe rispettare le radici della sua storia, dei suoi avi, della sua religione.

Il Wat Mahathat fu edificato nel XIII secolo e fu il centro spirituale e amministrativo del regno Sukhothai. Ancora oggi, con i suoi 200 chedi, è il tempio più grande della città vecchia.  

La torre, in stile khmer, è sorretta da statue raffiguranti l'uccello sacro Garuda ed è circondata da statue del Buddha in mattoni ricoperti di stucco, alcune delle quali sono state fagocitate dai rami degli alberi. Originariamente conservava una reliquia dello storico Bubbha.

Le rovine ammirabili oggi derivano dall'opera di restauro effettuata da re Prasat Thong. 

Il Wat Na Phra Men si trova sulla riva opposta del fiume rispetto al palazzo reale. Contiene una statua del Buddha la cui testa viene fatta risalire a re Prasat Thong (metà del XVII secolo).

Il Wat Phra Ram contiene un'elegante stupa del XIV/XV secolo.

Il Wat Phu Khao Thong contiene uno stupa. Il re birmano Bayinnaung vi si stabilì dopo la prima conquista avvenuta nel 1569.

Il Wat Suwan Dararam è un tempio reale risalente agli ultimi anni di Ayutthaya.

Il Wat Yai Chai Mongkon è un tempio molto antico con uno stupa risalente a re Naresuans (1590-1605).

Tra le principali attrattive di Ayutthaya spiccano due musei; quello più importante è il Museo Nazionale di Chao Sam Phraya, che si trova vicino all’incrocio tra Thanon Rotchana e Thanon Si Sanphet nei pressi del cuore del centro cittadino. L’allestimento offre una panoramica essenziale dell’arte scultorea thailandese buddhista, dedicando particolare attenzione alle opere realizzate ad Ayutthaya. L’edificio che ospita il secondo museo, il Museo Nazionale di Chantharakasem, è invece il Palazzo Chan o Phra Ratchawang Chan Kasem, già di per sè un monumento di inestimabile valore e una bellezza che non si può assolutamente non vedere. Costruito da Maha Thammaracha, diciassettesimo re di Ayutthaya, per il principe Naresuan suo figlio, l’edificio accoglie una collezione di oggetti d’oro provenienti dal Wat Phra Mahathat e dal Wat Ratburana.

Fondato dal governo giapponese, l’Ayutthaya Historical Study Centre è costato quasi 7 milioni di dollari e si trova non lontano dal Museo Nazionale Chao Sam Phraya. In realtà il complesso si compone di due edifici distinti, quello principale in Thanon Rotchana ed una sede distaccata poco più a sud del Wat Phanan Choeng, sulla riva meridionale alla confluenza del Mae Nam Pa Sak e del Mae Nam Chao Phraya, il quartiere che ospitava una vasta comunità giapponese all’epoca del massimo splendore di Ayutthaya. La sezione espositiva ad alta tecnologia nell’edificio principale presenta, attraverso avanguardistici sistemi multimediali, cinque aspetti della storia locale: sviluppo urbano, porto, amministrazione, stili di vita e tradizioni, mentre la succursale ospita una
mostra sulle relazioni della città con i paesi stranieri.

Un’altra attrattiva da non perdere è l’Elephant Kraal, ovvero il “recinto degli elefanti”, una variante restaurata della staccionata di legno che un tempo veniva utilizzata per il raduno annuale degli elefanti selvatici. Il sito si presenta come un enorme recinto di tronchi di tek, conficcati trasversalmente nel terreno fino a formare un angolo di 45°, la cui funzione era quella di trattenere gli elefanti che venivano ammirati anche dal re, comodamente seduto in uno speciale padiglione rialzato realizzato per l’occasione.

Nei dintorni della città si può visitare Bang Pa-In, sede di un curioso complesso di palazzi che presentano un’ampia varietà di stili architettonici. La tipica immagine da cartolina di Bang Pa-In è il delizioso piccolo padiglione thailandese posto al centro di un laghetto presso l’ingresso del palazzo, mentre all’interno del complesso spiccano il Wehat Chamrun, in stile cinese, ed il Withun Thatsana, che sembra un faro con balconi. 

Ci sono poi diversi altri edifici, torri e monumenti commemorativi, oltre a un interessante esempio di arte topiaria, ossia un giardino dove gli arbusti sono stati potati a forma di piccoli elefanti.

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L’evento più importante che si ripete in città ogni anno è la festa di Loi Krathong, in calendario durante il plenilunio del dodicesimo mese lunare. 

La ricorrenza è celebrata in diverse zone dell’insediamento, ma i festeggiamenti più spettacolari hanno luogo presso il Beung Phra Ram, il vasto lago che si trova al centro della città, tra il Wat Phra Ram e il Wat Phra Mahathat. 

I numerosi parchi allestiti all’aperto ospitano spettacoli di vario genere, dai concerti di pop thailandese al lì-keh, una rappresentazione teatrale danzata. L’evento viene celebrato in modo più tradizionale e pacato presso il Tha Chan Kasem, dove le famiglie si riuniscono per affidare al fiume i loro krathong, ovvero le tipiche barchette a forma di loto con sopra incenso, fiori e candele.

Oggi Ayutthaya rivive come simbolo religioso: ad aggirarsi silenziosi tra i monumenti sono tornati i monaci e le statue del Buddha sono ornate di drappi di seta color arancio. I monumenti e i siti archeologici di Ay sono sparsi sparsi tra le aree industriali e residenziali, tutto questo rende difficile ricostruire l'antica città reale. D'altra parte le rovine e le immagini di Buddha, costringono l'uomo moderno a guardare la sua cultura.