L'Itchan
Kala (Cittadella interna) è quella parte murata della città di Khiva
in cui ebbe sede il governo dei Khan di Khīwa, che dal XVII sec. si
attribuirono il titolo più magniloquente di Shah.
La città vecchia contiene oltre
50 monumenti storici e 250 vecchie abitazioni, per la maggior parte
risalenti al XVIII e XIX secolo. La Moschea-cattedrale (detta anche
"Moschea del Venerdì"), ad esempio, venne edificata nel X
secolo e ricostruita nel 1788-89, mantenendo ben 112 colonne risalenti
alla vecchia versione.
La
caratteristica più spettacolare dell'Itchan Kala è costituita dalle
sue mura in mattoni e dalle quattro porte situate sui lati della
fortezza rettangolare. Le fondamenta delle mura risalgono al X secolo,
ma le mura odierne, di circa 10 metri d'altezza, vennero erette nel
tardo XVII secolo, ed in seguito restaurate.
Khiva
esiste almeno da quando esiste il commercio carovaniero e, secondo la
leggenda, fu visitata da Sem, uno dei mitici figli di Noè. Il nome
della città appare per la prima volta in cronache arabe del X secolo
d.C.
Nel XVI
secolo numerose tribù uzbeche si installarono nell'oasi circostante
abbandonando la vita nomade e fondando poco più tardi il khanato della
Corasmia. Alla fine del secolo l'emiro abbandonava la città di Kunya
Urgench preferendo stabilirsi a Khiva con tutta la sua corte. Il nuovo
regno soffrì di instabilità a causa dei dissidi interni tra le varie
tribù uzbeche.
Il Khan
Abul Gazi, asceso al trono nel 1642, pose termine alle lotte intestine e
l'opera di consolidazione del potere centrale fu proseguita dal figlio
Anusha che tentò anche un'espansione territoriale ai danni del
confinante regno di Buchara.
Il XVIII
secolo vide un ritorno dell'anarchia tribale fomentata dai clan dei
Kungrad e dei Mangit che vivevano nella regione del lago di Aral. Nadir,
scià di Persia, conquistò Khiva nel periodo tra il 1740 e il 1747 dopo
di ché il potere ritornò agli emiri uzbechi che nel XIX secolo
promossero l'agricoltura con la costruzione di numerosi canali irrigui.
Negli
stessi anni si intensificò il commercio con la Russia zarista che portò
grande prosperità al khanato. Khiva era però nota per essere un
fiorente mercato di schiavi e anche un covo di feroci briganti.


Le mire espansionistiche della
Russia zarista nella regione si manifestarono fin dal 1717, anno in cui
lo zar Pietro il Grande decise di inviare nella regione truppe al
comando del principe Alexander Bekovich-Cherkassky. La missione fallì
miseramente ed il principe fu scuoiato vivo e la sua pelle servì a
confezionare dei tamburi.
I numerosi
prigionieri russi furono venduti come schiavi al mercato di Khiva. Un
secolo più tardi il generale Perovsky al comando di 5,000 soldati tentò
di assoggettare il khanato per conto dello zar. Anche questa missione si
risolse in un disastro prima di ancora di arrivare a destinazione: molti
soldati perirono di freddo nell'attraversare le gelide distese del
deserto di Kyzil Kum e la stessa sorte toccò ai 10,000 cammelli al
seguito delle truppe.
Finalmente
il 29 maggio 1873 ingenti truppe russe al comando del generale Von
Kaufman riuscirono ad espugnare Khiva, riscattando le onte del passato.
La Russia permise al Khan di continuare a regnare sotto il suo
protettorato.
Nel 1918
nella situazione di caos che seguì la caduta del regime zarista fu
assassinato l'emiro Isfandyar. Il 27 aprile 1920 fu proclamata la
repubblica popolare della Corasmia sotto l'egida dei Bolscevici, usciti
vittoriosi dalla guerra civile che aveva insanguinato la Russia.
Abdullah, ultimo Khan uzbeko fu costretto ad abdicare e terminò i suoi
giorni in una prigione sovietica. L'opposizione ai nuovi padroni continuò
sotto la guida di alcuni capi locali o basmachi fino al 1924. In quello
stesso anno Khiva fu incorporata nella neo-costituita Repubblica
Sovietica dell'Uzbekistan.

La
città di Khiva è divisa in due parti: Itchan
Kala, una città dentro la città recintata da mura ricostruite
nel XVII secolo e Dichan Kala
l'abitato all'esterno delle mura.
Itchan
Kala (Letteralmente: città vecchia) annovera almeno 50 monumenti e
oltre 250 abitazioni private le più vecchie delle quali risalgono al
XVIII secolo.
Medressa
del Khan Mohammed Amin - Costruita tra il 1852 e il 1855
l'edificio dà il benvenuto ai visitatori che entrano dalla porta Ata
Darvasa che si apre nel settore occidentale delle mura. La scuola
coranica poteva ospitare circa 250 studenti. Oggi questo storico
edificio è stato adibito ad albergo e le celle degli studenti sono
state trasformate in accoglienti stanze per visitatori stranieri
nonostante l'opposizione dei dirigenti dell'UNESCO. Una volta valicato
l'imponente portale d'ingresso, si entra in un ampio cortile ove un
tempo venivano impartite le lezioni. A sinistra si trova la moschea che
oggi ospita il bar dell'albergo.
La
vecchia fortezza (Kunya Ark) fungeva da residenza agli emiri
nei periodi di turbolenze civili. Rimarchevole è al suo interno la
moschea d'estate, risalente al 1838 decorata con mosaici riproducenti
motivi floreali nei toni del bianco e del blu.
La
Moschea Djuma risale al X secolo ma fu ricostruita verso la
fine del XVIII secolo. Al suo interno si ammirano 112 colonne sottratte
ad altri edifici.
|