Itchan Kala
Uzbekistan

 PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 1990

    

L'Itchan Kala (Cittadella interna) è quella parte murata della città di Khiva in cui ebbe sede il governo dei Khan di Khīwa, che dal XVII sec. si attribuirono il titolo più magniloquente di Shah.

La città vecchia contiene oltre 50 monumenti storici e 250 vecchie abitazioni, per la maggior parte risalenti al XVIII e XIX secolo. La Moschea-cattedrale (detta anche "Moschea del Venerdì"), ad esempio, venne edificata nel X secolo e ricostruita nel 1788-89, mantenendo ben 112 colonne risalenti alla vecchia versione.

La caratteristica più spettacolare dell'Itchan Kala è costituita dalle sue mura in mattoni e dalle quattro porte situate sui lati della fortezza rettangolare. Le fondamenta delle mura risalgono al X secolo, ma le mura odierne, di circa 10 metri d'altezza, vennero erette nel tardo XVII secolo, ed in seguito restaurate.

Khiva esiste almeno da quando esiste il commercio carovaniero e, secondo la leggenda, fu visitata da Sem, uno dei mitici figli di Noè. Il nome della città appare per la prima volta in cronache arabe del X secolo d.C.

Nel XVI secolo numerose tribù uzbeche si installarono nell'oasi circostante abbandonando la vita nomade e fondando poco più tardi il khanato della Corasmia. Alla fine del secolo l'emiro abbandonava la città di Kunya Urgench preferendo stabilirsi a Khiva con tutta la sua corte. Il nuovo regno soffrì di instabilità a causa dei dissidi interni tra le varie tribù uzbeche. 

Il Khan Abul Gazi, asceso al trono nel 1642, pose termine alle lotte intestine e l'opera di consolidazione del potere centrale fu proseguita dal figlio Anusha che tentò anche un'espansione territoriale ai danni del confinante regno di Buchara. 

Il XVIII secolo vide un ritorno dell'anarchia tribale fomentata dai clan dei Kungrad e dei Mangit che vivevano nella regione del lago di Aral. Nadir, scià di Persia, conquistò Khiva nel periodo tra il 1740 e il 1747 dopo di ché il potere ritornò agli emiri uzbechi che nel XIX secolo promossero l'agricoltura con la costruzione di numerosi canali irrigui. 

Negli stessi anni si intensificò il commercio con la Russia zarista che portò grande prosperità al khanato. Khiva era però nota per essere un fiorente mercato di schiavi e anche un covo di feroci briganti.  

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Le mire espansionistiche della Russia zarista nella regione si manifestarono fin dal 1717, anno in cui lo zar Pietro il Grande decise di inviare nella regione truppe al comando del principe Alexander Bekovich-Cherkassky. La missione fallì miseramente ed il principe fu scuoiato vivo e la sua pelle servì a confezionare dei tamburi. 

I numerosi prigionieri russi furono venduti come schiavi al mercato di Khiva. Un secolo più tardi il generale Perovsky al comando di 5,000 soldati tentò di assoggettare il khanato per conto dello zar. Anche questa missione si risolse in un disastro prima di ancora di arrivare a destinazione: molti soldati perirono di freddo nell'attraversare le gelide distese del deserto di Kyzil Kum e la stessa sorte toccò ai 10,000 cammelli al seguito delle truppe.

Finalmente il 29 maggio 1873 ingenti truppe russe al comando del generale Von Kaufman riuscirono ad espugnare Khiva, riscattando le onte del passato. La Russia permise al Khan di continuare a regnare sotto il suo protettorato.

Nel 1918 nella situazione di caos che seguì la caduta del regime zarista fu assassinato l'emiro Isfandyar. Il 27 aprile 1920 fu proclamata la repubblica popolare della Corasmia sotto l'egida dei Bolscevici, usciti vittoriosi dalla guerra civile che aveva insanguinato la Russia. Abdullah, ultimo Khan uzbeko fu costretto ad abdicare e terminò i suoi giorni in una prigione sovietica. L'opposizione ai nuovi padroni continuò sotto la guida di alcuni capi locali o basmachi fino al 1924. In quello stesso anno Khiva fu incorporata nella neo-costituita Repubblica Sovietica dell'Uzbekistan.  

La città di Khiva è divisa in due parti: Itchan Kala, una città dentro la città recintata da mura ricostruite nel XVII secolo e Dichan Kala l'abitato all'esterno delle mura.

Itchan Kala (Letteralmente: città vecchia) annovera almeno 50 monumenti e oltre 250 abitazioni private le più vecchie delle quali risalgono al XVIII secolo.

Medressa del Khan Mohammed Amin - Costruita tra il 1852 e il 1855 l'edificio dà il benvenuto ai visitatori che entrano dalla porta Ata Darvasa che si apre nel settore occidentale delle mura. La scuola coranica poteva ospitare circa 250 studenti. Oggi questo storico edificio è stato adibito ad albergo e le celle degli studenti sono state trasformate in accoglienti stanze per visitatori stranieri nonostante l'opposizione dei dirigenti dell'UNESCO. Una volta valicato l'imponente portale d'ingresso, si entra in un ampio cortile ove un tempo venivano impartite le lezioni. A sinistra si trova la moschea che oggi ospita il bar dell'albergo.

La vecchia fortezza (Kunya Ark) fungeva da residenza agli emiri nei periodi di turbolenze civili. Rimarchevole è al suo interno la moschea d'estate, risalente al 1838 decorata con mosaici riproducenti motivi floreali nei toni del bianco e del blu.

La Moschea Djuma risale al X secolo ma fu ricostruita verso la fine del XVIII secolo. Al suo interno si ammirano 112 colonne sottratte ad altri edifici.