La città
islamica di Bukhara sorge nell'ex repubblica sovietica dell'Uzbekistan,
in un'ampia oasi alimentata dalle acque del fiume Zeravsan. La sua
importanza storica consiste nell'essere stata per secoli una
fondamentale tappa lungo le vie carovaniere, frequentate rotte
commerciali che collegavano i maggiori centri del continente asiatico.
Capoluogo di importanti principati, la città fu un vivace centro
artistico e culturale: il suo nome è legato tra l'altro a un prezioso
tipo di tappeti e a una rinomata scuola pittorica, fiorita nel XVI
secolo e testimoniata soprattutto da miniature.
Il centro storico di Bukhara,
con i suoi splendidi monumenti risalenti a epoche e a dominazioni
diverse, costituisce un insieme di straordinario pregio artistico e
ambientale.
La prosperità di Bukhara ebbe
inizio quando, nel 709, dopo un periodo di invasioni da parte dei
turchi, fu annessa al califfato arabo di Baghdad: la matrice culturale
iranica fu una componente fondamentale della sua storia a partire dal IX
secolo, quando il progressivo declino dell'autorità centrale persiana
favorì l'emergere di nuove importanti dinastie locali.
La città ebbe quindi uno dei
suoi massimi momenti di splendore nel X secolo divenendo capitale del
regno samanide, sostituendosi a Samarcanda.
Successivamente, dopo il
succedersi di diverse dominazioni, Bukhara trovò un nuovo periodo di
prestigioso sviluppo economico e culturale con l'avvento della
dinastia saibanide (1500-98): nel XVI secolo il principe uzbeko Mohamed
Jnibek Khan, di remota ascendenza mongola, occupò infatti la città e
ne fece la capitale politica del proprio regno.


La maggior parte dei monumenti
tuttora conservati risalgono a questo periodo e si connettono in parte
al ruolo culturale assegnato a Bukhara, divenuta vivace centro
dell'insegnamento sunnita: le numerose scuole coraniche cittadine ebbero
un ruolo importante nella tradizione dell'ortodossia musulmana. Dopo la
caduta del khanato saibanide si aprì una lunga fase di decadenza
politica, durante la quale diverse dinastie si succedettero al governo
della città, che nel 1868 divenne protettorato dell'impero russo.
Gli
edifici monumentali che contribuiscono alla fama di Bukhara si datano
quindi per lo più al XVI secolo, ma si inseriscono in una particolare
struttura urbana già definita in epoca samanide. Nel X secolo, infatti,
la città si sviluppava in tre parti ben distinte: una cittadella
sopraelevata con il palazzo reale e una moschea, un insieme di sobborghi
e un centro definito sahrestan (città dei nobili).
Quest'ultima
zona, riunita alle altre da un'unica cinta muraria, presentava un
preciso impianto rettangolare, a sua volta chiuso da un muro con
bastioni aperto da sette porte. Al suo interno lo sahrestan era
suddiviso in isolati rettangolari, definiti da un reticolo di sedici vie
perpendicolari, cinque maggiori sull'asse est-ovest e nove minori
sull'asse nord-sud. Questo singolare tracciato con incroci ortogonali di
strade, di probabile ascendenza indo-iranica, è ancora parzialmente
leggibile nell'attuale tessuto urbano, la cui struttura si definì
tuttavia nel XVI secolo. Gli assi che uniscono le porte principali della
città, infatti, si incrociano ancora perpendicolarmente: l'asse
maggiore collega i massimi edifici religiosi, mentre sulla direttrice
nord-sud si sviluppa la più importante strada commerciale, una sorta di
grande bazar lineare coperto.
Due sono
le particolarità del tessuto urbano di Bukhara: la prima risiede nella
capillare presenza dell'acqua, mentre la seconda è da identificarsi
nelle complesse strutture monumentali che sorgono in corrispondenza
degli incroci delle strade maggiori, in origine cinque, ora solamente
tre. Qui imponenti cupole sovrastano ambienti voltati aperti sui quattro
lati da archi acuti: questi luoghi di intenso passaggio erano
particolarmente ambiti dai venditori di merci pregiate, che vi
stabilirono quindi le proprie sedi.
Il
maggiore di questi edifici, sorge sull'intersezione degli assi stradali
principali: si chiama Toki Zargaron e presenta una pianta quadrata dalla
complessa articolazione. Il Toki Telpak Feruson, invece, si trova nella
zona sud della città e ha struttura circolare. Un altro ambiente tipico
di Bukhara è certo la piazza Lyabi Haruz, su cui affacciano alcuni
splendidi edifici monumentali: la sua superficie è infatti parzialmente
occupata da un grande bacino a cielo aperto, una sorta di piscina con
sponde a gradoni circondata da alberi. Questo frequentato luogo di
incontro è solo uno dei numerosi bacini artificiali sparsi nella città
e spesso collegati a istituzioni religiose: talvolta in forma di
semplici serbatoi coperti, essi erano alimentati dalla rete di canali
che attraversava tutte le aree abitate o coltivate comprese entro la
cinta muraria più esterna.
Dell'epoca
samanide non restano che pochissime tracce: sono infatti scomparse anche
le mura che circondavano il centro, gravemente colpito dal saccheggio
delle orde di Gengis Khan nel 1220. Uno straordinario edificio rimane
tuttavia a testimoniare lo splendore dell'antica capitale: si tratta del
mausoleo di Ismail, risalente alla fine del X secolo. Il monumento
consta di un massiccio corpo cubico sormontato da una cupola e aperto
sui quattro lati da articolati portali.
La
particolarità della pianta, possibile retaggio dei templi della
religione mazdaica, si accompagna all'eccezionale trattamento del parato
murario. L'edificio, interamente elevato in semplici mattoni, si
caratterizza infatti per le straordinarie valenze cromatiche e
decorative delle sue superfici, che richiamano nella loro plastica
articolazione l'effetto degli intrecci dei vimini e dei tessuti. Tale
raffinata ornamentazione è ottenuta esclusivamente con i mattoni,
disposti con particolari accorgimenti: nei portali archiacuti
l'accuratissima decorazione si arricchisce di pannelli in terracotta
scolpita e di un fregio rettangolare ornato con una sequenza di cerchi.
Tra gli
edifici più antichi spicca inoltre la moschea di Kalyan, il cui
splendido minareto fu riedificato nel 1127: qui la decorazione in
mattoni, disposta in fasce orizzontali, raggiunge livelli di
straordinario virtuosismo, evidenti soprattutto negli aggetti del
balcone da cui il muezzin chiama alla preghiera. L'unico tocco di colore
è costituito dall'inserto di una fascia smaltata di colore blu, posta
sotto la cornice inferiore.
Il più
noto monumento di età saibanide è certo l'imponente madrasa Mir Arab,
scuola musulmana di scienze giuridico-religiose in cui gli allievi
avevano stabile residenza. L'impianto è quello tradizionale: gli
ambienti sono disposti attorno a una corte centrale, mentre la facciata
si articola su un doppio ordine di archi acuti sovrapposti a formare un
loggiato. Il portale centrale, di proporzioni monumentali, si presenta
nella tipica forma a iwan: un'alta volta, interamente aperta su un lato
da un arco acuto, inquadra due ordini minori. Rimangono sui muri della
madrasa significativi lacerti dell'originaria decorazione policroma, che
ha il suo punto focale nelle straordinarie cupole turchesi. Di grande
fascino è anche la facciata della madrasa di Nadin Diwanbegi, in cui il
portale centrale è decorato con smalti policromi a predominanza blu:
nel grande riquadro superiore spiccano due elegantissime figure di
pavoni affrontati.
Similmente,
innumerevoli edifici di straordinario pregio sono distribuiti nel
tessuto urbano di Bukhara, che accanto a moschee e a madrase annoverava
anche importanti edifici laici, tra cui bagni e caravanserragli. Questi
ultimi erano particolari strutture legate allo sviluppo delle grandi vie
carovaniere e offrivano ospitalità e riparo a persone, animali e merci.
Comprendevano perciò camere per i viaggiatori, stalle e magazzini: gli
ambienti affacciavano su corti porticate ed erano spesso distribuiti su
piante di stupefacente articolazione.

La testimonianza imperitura
delle culture uzbeche - Il tracciato urbano del centro storico di
Bukhara permette di rileggere buona parte della storia della città
attraverso i suoi edifici. La maggior parte delle costruzioni risale al
periodo che va dalla fine del XV agli inizi del XVII secolo. Esistono
però anche monumenti di epoche più antiche, tra i quali va citato lo
splendido mausoleo di Ismail, risalente alla dominazione samanide e
ispirato al tempio del fuoco tetrapilo (edificio quadrifronte collocato
di solito all'incrocio di due strade perpendicolari) sassanide. Di
grande effetto è soprattutto la decorazione che sfrutta il mattone, con
il quale l'edificio è costruito, anche in funzione ornamentale, con
combinazioni geometriche a vista.
Lo stupendo minareto di
Poi-Kalian, considerato un capolavoro della decorazione in mattoni,
la Moschea
di Magori-Attari e l'Oratorio di Tchachma-Aiub risalgono all'XI secolo.
A Bukhara rimangono pochi resti delle grandi opere realizzate dalla
dinastia dei Tamerlanidi, tra le quali spicca la madrasa di Ulugbek. I
monumenti del periodo juibanide, annoverati tra i principali della città,
hanno sicuramente un'importanza maggiore. Il più famoso è il
Poi-Kalian, seguito dal Liabi-Khauz e dalle madrase di Kosh, Miri Arab,
Nadin Diwanbegi e Gaukhushon. Tra gli edifici più rappresentativi di
questo periodo storico vanno incluse anche le madrase monumentali
situate all'incrocio delle vie principali,
la Toki-Sarrafon
o "Cupola dei Cambiavalute",
la Toki-Telpak
-Furuchon o "Cupola dei Cappellai", il Tim-Bazzazan e il Tim
del khan Abdullah.
L'anarchia
che regnò nel corso del XVII secolo non impedì il sorgere di edifici
monumentali, ne costituiscono un mirabile esempio la Moschea Bolo
Chawa e
la Grande Moschea di Magoki-Kurns, oltre che l'imponente madrasa del
khan Abdulaziz, edificata nel 1652. Una tale ricchezza di edifici
antichi ha fatto sì che nel 1920 si decretasse la salvaguardia del
centro storico di Bukhara, e che, nel 1983, si creasse una riserva
storico-museale nazionale. Bukhara, insieme a Samarcanda, è la città
meglio conservata dell'Uzbekistan. I due centri presentano significative
differenze imputabili alle diverse vicende storiche: Samarcanda ha
infatti patito traversie che l'hanno privata della monumentalità che
caratterizza invece il tessuto urbano di Bukhara.

LE DECORAZIONI IN MATTONI
- Materiale costruttivo
principale di vasta parte del continente asiatico, il mattone ebbe qui
notevole incidenza sulla definizione delle forme architettoniche
tradizionali: la sua scarsa resistenza alle trazioni determinò infatti
il ricorso all'arco in luogo della trabeazione e a strutture a volta e a
cupola per le coperture.
Le implicazioni estetiche
dell'utilizzo di questo materiale, tuttavia, ebbero in quest'area un
ulteriore aspetto, costituito dall'elaborazione di una particolare
tecnica decorativa. Le soluzioni ornamentali più antiche (VIII secolo)
erano costituite da semplici nervature in rilievo, nicchie e archi
ciechi ottenuti con la sola disposizione dei mattoni nel paramento
murario.
Nella
regione della Transoxiana tale tecnica fu ulteriormente perfezionata,
consentendo risultati straordinari. Negli edifici di Bukhara, infatti,
le pareti sono interamente coperte da motivi ornamentali ottenuti dal
montaggio dei piccoli parallelepipedi, disposti in infinite
combinazioni: qui il contrasto fra i mattoni aggettanti e quelli
arretrati crea straordinari effetti di luce e di ombra. Dalle regioni
dell'Asia Centrale il cosiddetto brick style si diffuse anche in
Pakistan e in Iran intorno all'XI secolo.
