Centro storico di Bukhara
Uzbekistan

 PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 1993

    

La città islamica di Bukhara sorge nell'ex repubblica sovietica dell'Uzbekistan, in un'ampia oasi alimentata dalle acque del fiume Zeravsan. La sua importanza storica consiste nell'essere stata per secoli una fondamentale tappa lungo le vie carovaniere, frequentate rotte commerciali che collegavano i maggiori centri del continente asiatico. Capoluogo di importanti principati, la città fu un vivace centro artistico e culturale: il suo nome è legato tra l'altro a un prezioso tipo di tappeti e a una rinomata scuola pittorica, fiorita nel XVI secolo e testimoniata soprattutto da miniature. 

Il centro storico di Bukhara, con i suoi splendidi monumenti risalenti a epoche e a dominazioni diverse, costituisce un insieme di straordinario pregio artistico e ambientale. 

La prosperità di Bukhara ebbe inizio quando, nel 709, dopo un periodo di invasioni da parte dei turchi, fu annessa al califfato arabo di Baghdad: la matrice culturale iranica fu una componente fondamentale della sua storia a partire dal IX secolo, quando il progressivo declino dell'autorità centrale persiana favorì l'emergere di nuove importanti dinastie locali. 

La città ebbe quindi uno dei suoi massimi momenti di splendore nel X secolo divenendo capitale del regno samanide, sostituendosi a Samarcanda. 

Successivamente, dopo il succedersi di diverse dominazioni, Bukhara trovò un nuovo periodo di presti­gioso sviluppo economico e culturale con l'avvento della dinastia saibanide (1500-98): nel XVI secolo il principe uzbeko Mohamed Jnibek Khan, di remota ascendenza mongola, occupò infatti la città e ne fece la capitale politica del proprio regno. 

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La maggior parte dei monumenti tuttora conservati risalgono a questo periodo e si connettono in parte al ruolo culturale assegnato a Bukhara, divenuta vivace centro dell'insegnamento sunnita: le numerose scuole coraniche cittadine ebbero un ruolo importante nella tradizione dell'ortodossia musulmana. Dopo la caduta del khanato saibanide si aprì una lunga fase di decadenza politica, durante la quale diverse dinastie si succedettero al governo della città, che nel 1868 divenne protettorato dell'impero russo.   

Gli edifici monumentali che contribuiscono alla fama di Bukhara si datano quindi per lo più al XVI secolo, ma si inseriscono in una particolare struttura urbana già definita in epoca samanide. Nel X secolo, infatti, la città si sviluppava in tre parti ben distinte: una cittadella sopraelevata con il palazzo reale e una moschea, un insieme di sobborghi e un centro definito sahrestan (città dei nobili).

Quest'ultima zona, riunita alle altre da un'unica cinta muraria, presentava un preciso impianto rettangolare, a sua volta chiuso da un muro con bastioni aperto da sette porte. Al suo interno lo sahrestan era suddiviso in isolati rettangolari, definiti da un reticolo di sedici vie perpendicolari, cinque maggiori sull'asse est-ovest e nove minori sull'asse nord-sud. Questo singolare tracciato con incroci ortogonali di strade, di probabile ascendenza indo-iranica, è ancora parzialmente leggibile nell'attuale tessuto urbano, la cui struttura si definì tuttavia nel XVI secolo. Gli assi che uniscono le porte principali della città, infatti, si incrociano ancora perpendicolarmente: l'asse maggiore collega i massimi edifici religiosi, mentre sulla direttrice nord-sud si sviluppa la più importante strada commerciale, una sorta di grande bazar lineare coperto.  

Due sono le particolarità del tessuto urbano di Bukhara: la prima risiede nella capillare presenza dell'acqua, mentre la seconda è da identificarsi nelle complesse strutture monumentali che sorgono in corrispondenza degli incroci delle strade maggiori, in origine cinque, ora solamente tre. Qui imponenti cupole sovrastano ambienti voltati aperti sui quattro lati da archi acuti: questi luoghi di intenso passaggio erano particolarmente ambiti dai venditori di merci pregiate, che vi stabilirono quindi le proprie sedi. 

Il maggiore di questi edifici, sorge sull'intersezione degli assi stradali principali: si chiama Toki Zargaron e presenta una pianta quadrata dalla complessa articolazione. Il Toki Telpak Feruson, invece, si trova nella zona sud della città e ha struttura circolare. Un altro ambiente tipico di Bukhara è certo la piazza Lyabi Haruz, su cui affacciano alcuni splendidi edifici monumentali: la sua superficie è infatti parzialmente occupata da un grande bacino a cielo aperto, una sorta di piscina con sponde a gradoni circondata da alberi. Questo frequentato luogo di incontro è solo uno dei numerosi bacini artificiali sparsi nella città e spesso collegati a istituzioni religiose: talvolta in forma di semplici serbatoi coperti, essi erano alimentati dalla rete di canali che attraversava tutte le aree abitate o coltivate comprese entro la cinta muraria più esterna.

Dell'epoca samanide non restano che pochissime tracce: sono infatti scomparse anche le mura che circondavano il centro, gravemente colpito dal saccheggio delle orde di Gengis Khan nel 1220. Uno straordinario edificio rimane tuttavia a testimoniare lo splendore dell'antica capitale: si tratta del mausoleo di Ismail, risalente alla fine del X secolo. Il monumento consta di un massiccio corpo cubico sormontato da una cupola e aperto sui quattro lati da articolati portali.

La particolarità della pianta, possibile retaggio dei templi della religione mazdaica, si accompagna all'eccezionale trattamento del parato murario. L'edificio, interamente elevato in semplici mattoni, si caratterizza infatti per le straordinarie valenze cromatiche e decorative delle sue superfici, che richiamano nella loro plastica articolazione l'effetto degli intrecci dei vimini e dei tessuti. Tale raffinata ornamentazione è ottenuta esclusivamente con i mattoni, disposti con particolari accorgimenti: nei portali archiacuti l'accuratissima decorazione si arricchisce di pannelli in terracotta scolpita e di un fregio rettangolare ornato con una sequenza di cerchi.  

Tra gli edifici più antichi spicca inoltre la moschea di Kalyan, il cui splendido minareto fu riedificato nel 1127: qui la decorazione in mattoni, disposta in fasce orizzontali, raggiunge livelli di straordinario virtuosismo, evidenti soprattutto negli aggetti del balcone da cui il muezzin chiama alla preghiera. L'unico tocco di colore è costituito dall'inserto di una fascia smaltata di colore blu, posta sotto la cornice inferiore.  

Il più noto monumento di età saibanide è certo l'imponente madrasa Mir Arab, scuola musulmana di scienze giuridico-religiose in cui gli allievi avevano stabile residenza. L'impianto è quello tradizionale: gli ambienti sono disposti attorno a una corte centrale, mentre la facciata si articola su un doppio ordine di archi acuti sovrapposti a formare un loggiato. Il portale centrale, di proporzioni monumentali, si presenta nella tipica forma a iwan: un'alta volta, interamente aperta su un lato da un arco acuto, inquadra due ordini minori. Rimangono sui muri della madrasa significativi lacerti dell'originaria decorazione policroma, che ha il suo punto focale nelle straordinarie cupole turchesi. Di grande fascino è anche la facciata della madrasa di Nadin Diwanbegi, in cui il portale centrale è decorato con smalti policromi a predominanza blu: nel grande riquadro superiore spiccano due elegantissime figure di pavoni affrontati.

Similmente, innumerevoli edifici di straordinario pregio sono distribuiti nel tessuto urbano di Bukhara, che accanto a moschee e a madrase annoverava anche importanti edifici laici, tra cui bagni e caravanserragli. Questi ultimi erano particolari strutture legate allo sviluppo delle grandi vie carovaniere e offrivano ospitalità e riparo a persone, animali e merci. Comprendevano perciò camere per i viaggiatori, stalle e magazzini: gli ambienti affacciavano su corti porticate ed erano spesso distribuiti su piante di stupefacente articolazione.  

La testimonianza imperitura delle culture uzbeche - Il tracciato urbano del centro storico di Bukhara permette di rileggere buona parte della storia della città attraverso i suoi edifici. La maggior parte delle costruzioni risale al periodo che va dalla fine del XV agli inizi del XVII secolo. Esistono però anche monumenti di epoche più antiche, tra i quali va citato lo splendido mausoleo di Ismail, risalente alla dominazione samanide e ispirato al tempio del fuoco tetrapilo (edificio quadrifronte collocato di solito all'incrocio di due strade perpendicolari) sassanide. Di grande effetto è soprattutto la decorazione che sfrutta il mattone, con il quale l'edificio è costruito, anche in funzione ornamentale, con combinazioni geometriche a vista.

Lo stupendo minareto di Poi-Kalian, considerato un capolavoro della decorazione in mattoni, la Moschea di Magori-Attari e l'Oratorio di Tchachma-Aiub risalgono all'XI secolo. A Bukhara rimangono pochi resti delle grandi opere realizzate dalla dinastia dei Tamerlanidi, tra le quali spicca la madrasa di Ulugbek. I monumenti del periodo juibanide, annoverati tra i principali della città, hanno sicuramente un'importanza maggiore. Il più famoso è il Poi-Kalian, seguito dal Liabi-Khauz e dalle madrase di Kosh, Miri Arab, Nadin Diwanbegi e Gaukhushon. Tra gli edifici più rappresentativi di questo periodo storico vanno incluse anche le madrase monumentali situate all'incrocio delle vie principali, la Toki-Sarrafon o "Cupola dei Cambiavalute", la Toki-Telpak -Furuchon o "Cupola dei Cappellai", il Tim-Bazzazan e il Tim del khan Abdullah.

L'anarchia che regnò nel corso del XVII secolo non impedì il sorgere di edifici monumentali, ne costituiscono un mirabile esempio la Moschea Bolo Chawa e la Grande Moschea di Magoki-Kurns, oltre che l'imponente madrasa del khan Abdulaziz, edificata nel 1652. Una tale ricchezza di edifici antichi ha fatto sì che nel 1920 si decretasse la salvaguardia del centro storico di Bukhara, e che, nel 1983, si creasse una riserva storico-museale nazionale. Bukhara, insieme a Samarcanda, è la città meglio conservata dell'Uzbekistan. I due centri presentano significative differenze imputabili alle diverse vicende storiche: Samarcanda ha infatti patito traversie che l'hanno privata della monumentalità che caratterizza invece il tessuto urbano di Bukhara.  

LE DECORAZIONI IN MATTONI - Materiale costruttivo principale di vasta parte del continente asiatico, il mattone ebbe qui notevole incidenza sulla definizione delle forme architettoniche tradizionali: la sua scarsa resistenza alle trazioni determinò infatti il ricorso all'arco in luogo della trabeazione e a strutture a volta e a cupola per le coperture. 

Le implicazioni estetiche dell'utilizzo di questo materiale, tuttavia, ebbero in quest'area un ulteriore aspetto, costituito dall'elaborazione di una particolare tecnica decorativa. Le soluzioni ornamentali più antiche (VIII secolo) erano costituite da semplici nervature in rilievo, nicchie e archi ciechi ottenuti con la sola disposizione dei mattoni nel paramento murario.

Nella regione della Transoxiana tale tecnica fu ulteriormente perfezionata, consentendo risultati straordinari. Negli edifici di Bukhara, infatti, le pareti sono interamente coperte da motivi ornamentali ottenuti dal montaggio dei piccoli parallelepipedi, disposti in infinite combinazioni: qui il contrasto fra i mattoni aggettanti e quelli arretrati crea straordinari effetti di luce e di ombra. Dalle regioni dell'Asia Centrale il cosiddetto brick style si diffuse anche in Pakistan e in Iran intorno all'XI secolo.