Complesso dei monumenti di Hué
Vietnam

 PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 1993

    

Posta sulle rive del Fiume dei Profumi e a pochi chilometri dal Mar Cinese Meridionale, Hue è stretta tra mare e montagne, trovandosi sull’angusto corridoio che collega Ha Noi a Ho Chi Minh. E’ la più bella e affascinante città vietnamita, riconosciuta dall’Unesco come patrimonio dell’umanità.

All'inizio del XIX secolo, Gia Long fonda l'ultima dinastia imperiale del Vietnam e, seguendo il modello cinese, fa costruire sul Fiume dei Profumi, una nuova capitale. I tredici imperatori della dinastia Nguyen regnano a Huè per 143 anni, all'inizio in pieno splendore in seguito in declino, decadenza e sottomessi al potere coloniale francese.

Huè è situata al centro del Vietnam, in un paesaggio affascinante, presso una curva del Fiume dei Profumi. Nel 1802 cominciano i lavori che dureranno 30 anni. Un esercito di lavoratori edifica una cittadella fortificata, circondata da mura per una lunghezza di 11 chilometri.

Le mura della Cittadella hanno tre lati dritti e un lato ricurvo perché parallelo all'ansa del fiume. Intorno ai bastioni gira un fossato zigzagante largo 30 metri e profondo 4 metri. Alla Cittadella si accede attraverso 10 porte fortificate ciascuna raggiunta da un ponte che attraversa il fossato. Vaste aree vuote o coltivate all'interno delle mura sono la testimonianza della distruzione del 1968.

All'interno, una città nella città, circondata ancora da fossati e mura, si trova la vera città imperiale, con palazzi, templi e ministeri. Nel XIX secolo il mondo è in pieno capovolgimento, ma a Huè domina una corte feudale di stampo cinese. Gli imperatori Nguyen appartengono all'ultima dinastia del Vietnam; dominano in un epoca in cui il colonialismo si affaccia alle porte della nostra rigida civiltà confuciana. 

Un'eredità tramandata dalla Cina 2000 anni prima: scrittura, cultura, ordinamento statale. La monarchia, che considera l'imperatore Figlio del Sole, i mandarini funzionari dello stato. 

La Torre della Bandiera - Cot Co - con i suoi 37 metri di altezza è il pennone più alto del Vietnam. E' qui che nel 1968 i viet cong fecero sventolare per tre settimane di occupazione la loro bandiera. 

La struttura che oggi vediamo risale all'ultima ricostruzione del 1947, in quanto molte volte la Torre è stata distrutta e ricostruita. La costruzione originale risale al 1809. 

Al lati della Torre della Bandiera, subito dopo aver varcato i bastioni, ci sono i Nove Cannoni Sacri, protettori simbolici del palazzo, mai utilizzati per scopi bellici. 

Voluti dall'imperatore Gia Long, sono realizzati in ottone (quello derivato dagli oggetti sottratti ai ribelli Tay Son) e pesano circa 10 tonnellate. Di questi, i quattro cannoni vicino alla Porta Ngan rappresentano le quattro stagioni, mentre gli altri cinque accanto alla porta Quang Duc rappresentano i cinque elementi: metallo, legno, acqua, fuoco e terra.  

La Cittadella - La costruzione della Cittadella (Kinh Thanh) fu iniziata nel 1804 dall'imperatore Gia Long. Fu costruita secondo i principi del Feng Shui in un luogo indicato dai geomanti. Il progetto prevedeva un complesso delimitato da un fossato di 10 km di perimetro. Inizialmente il materiale da costruzione era la terra, ma successivamente i bastioni furono ricoperti da uno strato di mattoni di 2 metri di spessore, secondo i canoni dell'architettura militare francese. 

L'imperatore svolgeva le sue funzioni ufficiali all'interno della Città Imperiale (Dai Noi o Hoang Thanh), una cittadella nella cittadella protetta da mura alte 6 metri di 2,5 km di perimetro.

La cittadella di Phu Xuan fu costruita nel 1687 presso il villaggio di Bao Vinh (5 km a nord est dell'odierna città) e nel 1744 divenne capitale del Vietnam del Sud, allora governato dai signori Nguyen. Dopo un breve periodo (1786 - 1802) in cui la città rimase in mano ai ribelli tay son, Nguyen Anh, proclamatosi imperatore con il nome di Gia Long, fondò la dinastia dei Nguyen che avrebbe governato il paese fino al 1945. Nel 1885 la città fu accerchiata dai francesi che misero fine a qualsiasi pretesa indipendentista da parte dei vietnamiti.

Durante la guerra del Vietnam le forze nord-vietnamite e i viet cong, aggirando il comando americano impegnato a togliere l'assedio di Khe Sanh, si diressero verso Hué, unica città del Vietnam del Sud che i comunisti riuscirono a prendere per circa tre settimane e mezzo. Durante questo periodo di occupazione comunista, vennero trucidati, picchiati a morte o seppelliti vivi circa 300 civili tra commercianti, monaci buddhisti, intellettuali stranieri e persone legate al regime sud-vietnamita. 

Per l'incapacità sud-vietnamita di cacciare i viet cong, il generale americano Westmoreland ordinò ai suoi uomini di riprendere la città. Ne seguirono aspri combattimenti durante i quali interi quartieri furono rasi al suolo dai razzi dei viet cong e dalle bombe americane fino a costringere i viet cong a una graduale ritirata dalla città nuova. 

Nelle due settimane successive vennero bersagliati i quartieri all'interno della Cittadella dall'azione mirata e congiunta dell'aviazione militare sudvietnamita e dall'artiglieria americana. Durante l'offensiva del Tet persero la vita ad Hué 10.000 persone, in gran parte civili, migliaia di viet cong, 400 soldati sudvietnamiti e 150 marines americani.  

La Città Imperiale - Costruita in 1804, la Città Imperiale è un rettangolo di 376.932 metri quadri (606 m. x 622 m.). È situata nel mezzo alla Cittadella ed è il luogo stabilito per i più alti ufficiali del regime di feudalisti del Vietnam.

L'imperatore ha desiderato ricreare, sebbene in scala minore, una replica della Città Proibita a Beijing. Le costruzioni restanti a seguito dei bombardamenti durante la guerra del Vietnam, sono sufficienti per dare all'ospite un senso di come l'architettura imperiale cinese sia stata interpretata dai vietnamiti ed adattata alla loro cultura.  

La Città Imperiale ha 4 porte di accesso, la più famosa delle quali è la Porta Ngo Mon. Rivolta verso la Torre della Bandiera, la Porta Ngo Mon è la via principale di accesso alla Città Imperiale; dalle sue balaustrate si vedono sfilare i cortei e si annunciano i giudizi.

Il corridoio centrale con le porte gialle e il ponte di Trung Dao che attraversa il laghetto di loto erano passaggi riservati all'imperatore, mentre gli altri membri dovevano servirsi dei passaggi laterali e dei vialetti intorno al laghetto. 

La Porta è sovrastata dal Belvedere delle Cinque Fenici - Ngu Phung - dove l'imperatore appariva per le ricorrenze, in particolare per la promulgazione del calendario lunare. 

Da qui il 30 agosto 1945 l'imperatore Bao Dai abdicò in favore di una delegazione inviata dal governo rivoluzionario provvisorio di Ho Chi Minh, ponendo fine alla dinastia dei Nguyen.  

L'ideogramma Tao significa ''la via, il cammino e rappresenta il modo in cui tutti i fenomeni accadono, lo scorrere dell'acqua, il crescere di una pianta, il risveglio della sensibilità di parti del corpo, azioni quindi conosciute che non hanno tuttavia una rappresentazione materiale; il Tao è proprio questo divenire in continuo movimento, di cui si può parlare solo per immagini. 

La vita dell'Universo procede attraverso il Tao: tutto diviene come lo scorrere dell'acqua nel fiume, tutto si modifica accanto all'uomo e l'uomo si modifica in rapporto a quanto lo circonda.

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Il simbolo che rappresenta Yang e Yin è un uovo in cui tuorlo e albume sono ben distinti con il colore nero e bianco, come due pesci che scivolano l'uno sull'altro. All'interno della parte nera c'è un pallino bianco mentre all'interno della parte bianca c'è un pallino nero; nella parte Yin c'è un po' di Yang, così come nella parte Yang c'è un po' di Yin, a dimostrazione che nessuno dei due componenti ha vite distinte e separate.  

Palazzo di Thai Hoa - Il Palazzo di Thai Hoa (Palazzo dell'Armonia Suprema), è un'ampia sala coperta da un tetto decorato sorretto da grandi travi in legno che poggiano su 80 colonne scolpite e laccate. 

Il Palazzo era utilizzato dall'imperatore per i ricevimenti ufficiali e altre cerimonie di corte, durante le quali l'imperatore sedeva sul trono rialzato e riceveva gli omaggi dei mandarini. 

Il cortile interno a due piani è diviso da nove stele in altrettante zone, ognuna riservata ai nove gradi del mandarinato, con i funzionari mandarini da una parte e i militari mandarini dall'altra.  

80 colonne di ebano verniciato finemente, mostrano l'animale simbolo dell'imperatore: il drago e le nuvole come segno della sua legittimità divina. Nel 1945 dalla balaustrata della porta sud, l'ultimo imperatore passa il potere a Ho Chi Minh, ponendo fine alla dinastia dei Nguyen e si innalzano i colori del Vietnam rivoluzionario. Due guerre si susseguono nel paese, la prima contro la Francia e poi verso gli Stati Uniti, entrambe colpiscono duramente la città lungo il fiume dei Profumi. 

La città imperiale ha ormai perso l'importanza che aveva un tempo, i motorini e i richo rendono Huè uguale a tutte le altre città movimentate del Vietnam, i mercati sono sovraffollati, la raffinata e famosa cucina di Huè fa pensare ancora ai tempi dell'imperatore. Huè era e continua ad essere una città culturale e ancora oggi vi batte il cuore buddhista del Vietnam.

La Città Purpurea Proibita - La Città Purpurea Proibita (Tu Cam Thanh), costruita nel 1804 durante il regno dell'imperatore Gia Long, era la residenza privata dell'imperatore. Solo gli eunuchi potevano accedervi, in quanto non costituivano una minaccia sessuale per le concubine del sovrano. 

La Città Purpurea Proibita venne quasi completamente distrutta nel 1968 durante l'offensiva del Tet. Di questa rimane, già restaurata, la Sala di Lettura Imperiale (Thai Binh Lau), completamente in legno. Nei pressi sono visibili le fondamenta del teatro reale (Duyen Thi Dong), una struttura costruita nel 1826 e successivamente divenuta sede del Conservatorio Nazionale di Musica.

La Città Purpurea Proibita si trova direttamente all'interno della città imperiale ed è un'area rettangolare circondata da pareti di mattoni per una superficie totale di 93.960 metri quadri (324 m. x 290 m.).  

Thien Mu (Dama Celeste), l'antica pagoda simbolo di Hue, si trova su di una collina, vicino al Fiume dei Profumi, davanti alle porte della città. 

La leggenda narra che nel 1601 un indovino previde che colui che avrebbe costruito la pagoda vicino al fiume, sarebbe stato il capostipite di una gran dinastia. Nhuyen Hoang, governatore della provincia di Thuan Hoa, seguì le indicazioni e la previsione si confermò; la dinastia Nguyen fu l'ultima dinastia imperiale, e regnò in Vietnam fino al 1945. La pagoda si riconosce grazie alla torre Phuoc Duyen, di forma ottagonale; i sette piani che la compongono simboleggiano le sette incarnazioni di Buddha. Durante la guerra in Vietnam, Thien Mu era la pagoda della resistenza. 

L'automobile con cui il primo monaco di è diretto a Saigon per bruciarsi vivo, è conservata come una reliquia.

Al centro di ogni casa si trova l'altare degli antenati, i membri defunti della famiglia sono presenti anche dopo la morte, si continua a comunicare con essi, gli si chiede consiglio, sono venerati. La venerazione degli antenati è infatti è infatti la radice della religiosità vietnamita. Il popolo la confonde con la venerazione degli spiriti e per la città si vedono migliaia di edicole per gli spiriti. Il culto degli antenati si è combinato alle religioni e agli insegnamenti che si sono succeduti, si è strettamente legato al taoismo e al confucianesimo, ma soprattutto al buddhismo.

All'epoca degli imperatori, il buddhismo è la religione di stato, tutti gli imperatori sono buddhisti, hanno fondato la maggior parte dei monasteri buddhisti, solo a Huè si trovano 300 pagode.

L'eredità culturale di Huè non consiste soltanto nelle sue bellezze architettoniche ma anche nella sua bellezza spirituale. E' un luogo di profonda spiritualità; anche gli imperatori alimentano questo atteggiamento spirituale. Sono stati integrati molti insegnamenti, il carattere peculiare è proprio il panteismo, cioè non si segue una sola religione ma diverse allo stesso tempo. 

Nel mausoleo della città imperiale sono esposte in fila le urne degli antenati della dinastia Nguyen. Tra il primo forte monarca e l'imperatore fantoccio dei francesi, si trova l'urna del quarto imperatore di Huè, la cui tragedia spiega molto il carattere malinconico di Huè. Era alto appena 1,50 m., aveva un carattere dolce, era colto, malaticcio, senza figli: l'imperatore Tu Duc.

Ha scritto 4000 poesie e 600 scritti in prosa, era un buon poeta ma un debole imperatore. Sotto il suo regno i francesi si impadroniscono del paese, la corte imperiale finisce con l'essere una tragica farsa. Tu Duc, oppresso dai sensi di colpa, fugge dalla realtà e si ritira nel suo monumento funebre, che aveva fatto costruire mentre era ancora in vita, come tutti gli imperatori.  A pochi chilometri dalla città ci sono le tombe degli imperatori di Huè, la vita terrena per gli imperatori è solo una fase di passaggio, nei mausolei grandi quanto palazzi, circondati da parchi, stagni di loto e padiglioni, le loro anime devono trovare anche dopo la morte, una dimora adeguata.

Tu Duc usa la sua tomba già prima della morte, risiede presso il padiglione dello Stagno dei Fiori di Loto, scrivendo e recitando poesie, e lasciandosi portare in barca nelle notti di lunga piena. Fa costruire un tempio e degli alloggi per sua madre, sua moglie e per le sue 104 concubine. All'alba si fa preparare un te, la musica e la poesia accompagnano sempre gli opulenti banchetti. Eppure le ricchezze non allentano le tristezze di Tu Duc.

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Tu Duc ha disegnato lui stesso la sua tomba, rispecchiandovi il suo lato poetico. Altri imperatori preferivano le linee chiare e diritte, Tu Duc invece ricercava le forme morbide, poca asimmetria soprattutto nell'architettura paesaggistica; voleva dare forma alla natura senza ferirla; la sua idea di estetismo consisteva nella riservatezza, armonia e malinconia.

Statue in pietra di mandarini sono la guardia d'onore presso il cortile che conduce al Padiglione della Stele, dietro cui si trova la tomba vera e propria. Su una stele di marmo pesante tonellate è incisa con 5000 caratteri la confessione di Tu Duc che lui stesso ha stilato: 

"Sono nato debole e malaticcio, non ho avuto figli e me ne vergogno, ho ereditato da mio padre le responsabilità del governo, ho chiamato la mia tomba Tieng........Chiung, la tomba dell'Umiltà".

L'atmosfera nella città imperiale del Vietnam è rimasta ancora oggi colma di spiritualità, rapita, malinconica. Huè è il luogo dove la tristezza sorride e la gioia piange.