DAL 2000 SITO
PATRIMONIO IN PERICOLO - Deterioramento
degli edifici storici.
Il
Tihamah è una regione molto diversa da quelle che attualmente formano
lo Stato dello Yemen. Il suo nome, "terra calda", definisce
perfettamente questa striscia di terra sabbiosa che si estende fra il
Mar Rosso e le aspre montagne dell'interno, dove non è raro che la
temperatura raggiunga in estate i
50°C
. La vicinanza dell'Africa, con cui questa zona condivide aspetti
climatici e una lunga storia di scambi, è evidente nel paesaggio fatto
in gran parte di villaggi di capanne rotonde. Pur essendo la regione
più popolosa dello Yemen e quella che produce quasi la metà delle sue
risorse agricole, il Tihamah ha perduto il rilevante ruolo politico che
ha rivestito più volte nella storia del Paese, i suoi porti non sono
più i protagonisti dell'intensa attività che li ha resi celebri e
Zabid non conserva altro che un bel ricordo del suo glorioso passato.
Situata
in una pianura argillosa, al centro del Tihamah, al-Sayb, poi divenuta
Zabid, fu fondata in età preislamica. Nell'anno 631, poco dopo che il
potere musulmano si era instaurato nello Yemen, era già un centro
sufficientemente grande per divenire la capitale di una provincia. La
sua epoca di maggior splendore iniziò nell'820, con l'avvento di
Mohammed ibn Ziyad, inviato come governatore dal califfo di Baghdad per
soffocare una ribellione scoppiata nel Tihamah. Ibn Ziyad stabilì la
propria capitale a Zabid e le diede una prima sistemazione urbanistica,
fortificandola e costruendo la moschea Asha'ir, oltre a un complesso di
canali che garantivano il rifornimento idrico. I suoi successori, che
governarono la regione per due secoli godendo di un'indipendenza quasi
totale dal califfato, fondarono l'università islamica, che ben presto
divenne un prestigioso centro culturale. Zabid, tuttavia, attraversò
momenti difficili e dovette essere ricostruita due volte dopo essere
stata saccheggiata da rivoluzionari religiosi che si opponevano al
potere dei Banu Ziyad.
Dopo la
caduta della dinastia nel 1012, nelle varie regioni yemenite si
succedettero diversi governanti effimeri e la capitale del Tihamah visse
un periodo di decadenza e distruzioni fino al momento della
pacificazione del Paese, operata nel 1174 da Turansah, fratello del
sultano ayyubide Saladino. Sotto i Rasulidi, discendenti del governatore
dello Yemen Nur ai-Din Umar, che nel 1230 si proclamò indipendente dai
sultani ayyubidi, Zabid eclissò il potere di San'a e si trasformò
nella capitale del Paese per un periodo di oltre due secoli. In questo
lasso di tempo la maggior parte degli edifici pubblici venne ricostruita
o rimaneggiata.
Nel 1454
subentrò la dinastia dei Tahiridi e Zabid fu privata di tutta la sua
importanza politica ed economica, entrando in una fase di declino che si
sarebbe accentuata a partire dalla conquista ottomana nel 1538.
La città è circondata da una
cerchia muraria parzialmente conservata, nella quale si aprono quattro
porte: Bab Al-Shabriq
a est; Bab Al-Nakhi
a ovest; Bab Al-Qartab
a sud; Bab Siham
a nord.
Essa è
suddivisa in quattro quartieri: il quartiere dei commercianti, quello
degli studenti delle scuole coraniche, quello dei dignitari e quello
degli artigiani.
L'antica Università Islamica fondata dai Banu
Ziyad è ancora parzialmente attiva e costituisce l'unico segno di
vitalità superstite del passato splendore di Zabid. Il suo complesso
monumentale è ancora magnifico e la sua architettura ha dato vita al
cosiddetto "stile tihamah", caratterizzato da un particolare
tipo di abitazione con cortile la cui facciata è decorata da mattoni
che formano motivi geometrici. L'impianto urbano ha pianta allungata e
conserva tuttora gran parte della cinta muraria, delle porte e della
cittadella, costruita durante il periodo di occupazione turca.
Dopo
San'a, Zabid è la città yemenita che registra la maggior
concentrazione di moschee,
86 in
totale, appartenenti a quattro tipi diversi. Le più interessanti sono
quelle ipostile, fra le quali di grande rilievo la moschea Asha'ir,
eretta sul luogo di un antico centro di culto, e
la Grande Mo
schea. Fra di esse si sviluppa l'intreccio di vicoli e stradine della
zona del mercato.
La
madrasa di al-Fatiniyah, coperta da lunghe volte a botte trasversali, si
differenzia da tutte le altre, che presentano tipi di tetto diversi.
Coerentemente con la sua vocazione di centro culturale islamico, la
città possiede anche un elevato numero di madrase: attualmente se ne
contano 22, ma ai tempi dei Rasulidi, preoccupati della diffusione degli
insegnamenti coranici, arrivarono ad essere ben 62.

Oggi la
città è in decadimento ed i suoi pochi abitanti sono poverissimi.
Alcune case di Zabid presentano ancora interni riccamente decorati che
contrastano stranamente con le semplici strutture esterne. Gli
architetti del passato avevano sviluppato uno stile singolare, mirato a
celare ai passanti le ricchezze del proprietario dell'edificio. Più la
casa era grande e sontuoso il suo interno, più modesta era la facciata
che dava sulla via.