Città storica di Zabīd
Yemen

 PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 1993 - SITO PATRIMONIO IN PERICOLO

    

DAL 2000 SITO PATRIMONIO IN PERICOLO - Deterioramento degli edifici storici.

Il Tihamah è una regione molto diversa da quelle che attualmente formano lo Stato dello Yemen. Il suo nome, "terra calda", definisce perfettamente questa striscia di terra sabbiosa che si estende fra il Mar Rosso e le aspre montagne dell'interno, dove non è raro che la temperatura raggiunga in estate i 50°C . La vicinanza dell'Africa, con cui questa zona condivide aspetti climatici e una lunga storia di scambi, è evidente nel paesaggio fatto in gran parte di villaggi di capanne rotonde. Pur essendo la regione più popolosa dello Yemen e quella che produce quasi la metà delle sue risorse agricole, il Tihamah ha perduto il rilevante ruolo politico che ha rivestito più volte nella storia del Paese, i suoi porti non sono più i protagonisti dell'intensa attività che li ha resi celebri e Zabid non conserva altro che un bel ricordo del suo glorioso passato.

Situata in una pianura argillosa, al centro del Tihamah, al-Sayb, poi divenuta Zabid, fu fondata in età preislamica. Nell'anno 631, poco dopo che il potere musulmano si era instaurato nello Yemen, era già un centro sufficientemente grande per divenire la capitale di una provincia. La sua epoca di maggior splendore iniziò nell'820, con l'avvento di Mohammed ibn Ziyad, inviato come governatore dal califfo di Baghdad per soffocare una ribellione scoppiata nel Tihamah. Ibn Ziyad stabilì la propria capitale a Zabid e le diede una prima sistemazione urbanistica, fortificandola e costruendo la moschea Asha'ir, oltre a un complesso di canali che garantivano il rifornimento idrico. I suoi successori, che governarono la regione per due secoli godendo di un'indipendenza quasi totale dal califfato, fondarono l'università islamica, che ben presto divenne un prestigioso centro culturale. Zabid, tuttavia, attraversò momenti difficili e dovette essere ricostruita due volte dopo essere stata saccheggiata da rivoluzionari religiosi che si opponevano al potere dei Banu Ziyad.  

Dopo la caduta della dinastia nel 1012, nelle varie regioni yemenite si succedettero diversi governanti effimeri e la capitale del Tihamah visse un periodo di decadenza e distruzioni fino al momento della pacificazione del Paese, operata nel 1174 da Turansah, fratello del sultano ayyubide Saladino. Sotto i Rasulidi, discendenti del governatore dello Yemen Nur ai-Din Umar, che nel 1230 si proclamò indipendente dai sultani ayyubidi, Zabid eclissò il potere di San'a e si trasformò nella capitale del Paese per un periodo di oltre due secoli. In questo lasso di tempo la maggior parte degli edifici pubblici venne ricostruita o rimaneggiata.

Nel 1454 subentrò la dinastia dei Tahiridi e Zabid fu privata di tutta la sua importanza politica ed economica, entrando in una fase di declino che si sarebbe accentuata a partire dalla conquista ottomana nel 1538.  

La città è circondata da una cerchia muraria parzialmente conservata, nella quale si aprono quattro porte: Bab Al-Shabriq a est; Bab Al-Nakhi a ovest; Bab Al-Qartab a sud; Bab Siham a nord.

Essa è suddivisa in quattro quartieri: il quartiere dei commercianti, quello degli studenti delle scuole coraniche, quello dei dignitari e quello degli artigiani. 

L'antica Università Islamica fondata dai Banu Ziyad è ancora parzialmente attiva e costituisce l'unico segno di vitalità superstite del passato splendore di Zabid. Il suo complesso monumentale è ancora magnifico e la sua architettura ha dato vita al cosiddetto "stile tihamah", caratterizzato da un particolare tipo di abitazione con cortile la cui facciata è decorata da mattoni che formano motivi geometrici. L'impianto urbano ha pianta allungata e conserva tuttora gran parte della cinta muraria, delle porte e della cittadella, costruita durante il periodo di occupazione turca.

Dopo San'a, Zabid è la città yemenita che registra la maggior concentrazione di moschee, 86 in totale, appartenenti a quattro tipi diversi. Le più interessanti sono quelle ipostile, fra le quali di grande rilievo la moschea Asha'ir, eretta sul luogo di un antico centro di culto, e la Grande Mo schea. Fra di esse si sviluppa l'intreccio di vicoli e stradine della zona del mercato. 

La madrasa di al-Fatiniyah, coperta da lunghe volte a botte trasversali, si differenzia da tutte le altre, che presentano tipi di tetto diversi. Coerentemente con la sua vocazione di centro culturale islamico, la città possiede anche un elevato numero di madrase: attualmente se ne contano 22, ma ai tempi dei Rasulidi, preoccupati della diffusione degli insegnamenti coranici, arrivarono ad essere ben 62.

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Oggi la città è in decadimento ed i suoi pochi abitanti sono poverissimi. Alcune case di Zabid presentano ancora interni riccamente decorati che contrastano stranamente con le semplici strutture esterne. Gli architetti del passato avevano sviluppato uno stile singolare, mirato a celare ai passanti le ricchezze del proprietario dell'edificio. Più la casa era grande e sontuoso il suo interno, più modesta era la facciata che dava sulla via.