Sito archeologico di Butrinto
Albania

PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 1992-1999

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Butrinto è una città e un sito archeologico vicino al confine con la Grecia. Nell'antichità era conosciuta come Bouthroton in greco antico e come Buthrotum in latino. Si trova su una collina vicina al Canale di Vivari. 

In origine era una città della storica regione dell'Epiro, con contatti con la colonia greca di Corfù e le tribù dell'Illiria a nord.

I resti archeologici più antichi datano ad un periodo compreso fra il X e l'VIII secolo a.C. L’insediamento originario probabilmente mercanteggiava con Corfù e aveva una fortezza ed un santuario. Butrinto si trovava in una posizione strategicamente importante a causa dell'accesso allo stretto di Corfù. Dal IV secolo a.C. crebbe in importanza e comprendeva un teatro, un tempio ad Asclepio ed un'agorà.

Nel 228 a.C. Butrinto divenne un protettorato romano insieme a Corfù, e successivamente divenne parte della provincia dell’Illyricum. Nel 44 a.C. Cesare designò Butrinto come colonia per ricompensare i soldati che avevano combattuto per lui contro Pompeo, tuttavia il proprietario terriero locale Tito Pomponio Attico si oppose al suo corrispondente Cicerone, che stava agendo nel Senato romano, contro il piano. Come risultato, pochi coloni si spostarono a Butrinto.

Nel 31 a.C. l'imperatore Augusto, fresco vincitore della Battaglia di Azio contro Marco Antonio e Cleopatra, rimise in vigore il piano per fare di Butrinto una colonia di veterani. I nuovi residenti espansero la città e, fra l’altro, costruirono un acquedotto, le terme, un foro e un ninfeo.

Nel III secolo gran parte della città venne distrutta da un terremoto, che rase al suolo parecchi edifici del foro e dei dintorni. Gli scavi archeologici hanno rivelato che la città era già in declino e stava diventando un centro manifatturiero, anche se la città sopravvisse comunque e divenne un porto molto importante.

All’inizio del VI secolo Butrinto divenne un vescovato e vennero costruiti nuovi edifici come il battistero (uno dei più grandi dell’epoca paleocristiana) e la basilica. L’imperatore Giustiniano rafforzò le mura della città, che però venne saccheggiata nel 550 dagli Ostrogoti guidati dal re Totila. 

Gli scavi evidenziano che le importazioni di beni dal vicino oriente continuarono fino agli inizi del VII secolo, quando i Bizantini persero il controllo della zona. Butrinto segue così la stessa sorte di gran parte delle città balcaniche dell’epoca, dove la fine del VI e l’inizio del VII secolo sono uno spartiacque fra l’età romana e il medioevo.

Dal VII secolo Butrinto si ridusse ad una piccola città fortificata e, in breve, venne conquistata dal primo impero bulgaro, prima di essere riconquistata dai Bizantini nel IX secolo. Rimase un avamposto dell’impero contro gli assalti dei Normanni fino al 1204 quando, a seguito della IV Crociata, l’Impero Bizantino si frammentò e Butrinto entrò a far parte del Despotato d'Epiro. Nei secoli seguenti quest’area fu luogo di scontro fra Bizantini, Angioini e Veneziani, e la città cambiò di mano parecchie volte. Nel 1267 Carlo I d'Angiò prese controllo di Butrinto e di Corfù e ricostruì sia le mura che la basilica. Nel 1386 Butrinto e Corfù vennero acquistate dagli Angioini da parte della Repubblica di Venezia, ma i mercanti veneziani erano principalmente interessati a Corfù e Butrinto cominciò un nuovo periodo di decadenza. Nel 1490 vennero costruite una torre e una piccola fortezza.

Nel 1797 Butrinto venne ceduta a Napoleone in seguito al trattato di Campoformio, e due anni dopo venne conquistata dal governatore ottomano Alì Pascià di Tepeleni, fino a che nel 1912 divenne parte dell’Albania. Ormai comunque il sito della città originale era stato abbandonato.

Dopo la caduta del regime comunista nel 1992 il nuovo governo democratico progettò di sviluppare turisticamente il sito di Butrinto, e lo stesso anno esso divenne parte dell’elenco dei Patrimoni dell'umanità dell’UNESCO. Nel 1997, a causa di una grande crisi politica e finanziaria, l’UNESCO inserì Butrinto nella lista dei siti in pericolo, a causa di furti di reperti, mancanza di protezione e problemi manageriali ed economici.

Nel 2000 il governo albanese istituì il Parco Nazionale di Butrinto, e grazie all’aiuto del governo albanese e di enti internazionali il sito venne cancellato dalla lista dei Patrimoni dell’umanità in pericolo nel 2005, anno in cui anche il Parco Nazionale entrò a far parte dell’elenco dei Patrimoni dell’umanità.

Butrinto può essere un modello di come le comunità locali in paesi in via di sviluppo possono essere responsabilizzate attraverso l’utilizzo sostenibile del patrimonio culturale. Nel 2005 il Parco Nazionale in collaborazione con la Butrint Foundation e la Leventis Foundation riaprirono il museo che era stato distrutto nel 1997.

Butrinto può essere raggiunta dalla città di Saranda tramite una strada costruita nel 1959 in occasione della visita di Khrushchev. È un’attrazione turistica sempre più importante per coloro che passano le vacanze nella vicina isola greca di Corfù (da cui si può raggiungere Saranda in mezz’ora di aliscafo o 90 minuti di traghetto).

Le antiche rovine di Butrinto si trovano 18 km a sud di Saranda e sono un vero gioiello per chi ama le testimonianze del passato. 

Con l'arrivo dei greci, Butrinto fu trasformata in una città commerciale fortificata con tanto di acropoli, le cui rovine possono essere visitate ancora oggi. Appena sotto l'acropoli, nel bosco, c'è un teatro che risale al III secolo a.C, utilizzato anche dai romani. 

Poco distante si trovano le terme pubbliche, decorate con mosaici dalle forme geometriche, e, nel cuore del bosco, un muro con iscrizioni greche e un battistero del VI secolo decorato con mosaici raffiguranti animali e uccelli. Sull'intero sito domina una fortezza triangolare, fatta costruire dal signore della guerra Ali Pasha Tepelena all'inizio del XIX secolo. 

Le più antiche testimonianza documentarie risalgono al VI secolo a.C., in un elenco di città e porti compilato da Ecateo di Mileto; gli scavi archeologici hanno invece dimostrato come la più antica frequentazione risalga alla fine dell’VIII secolo a.C. 

I resti della città occupano un’area di circa 16 ettari all’interno delle mura, ma in alcuni periodi della sua storia l’insediamento si estendeva su vaste aree anche all’esterno delle mura stesse (attualmente il monumento più rappresentativo all’esterno delle mura è la fortezza triangolare, sul lato opposto del canale che lambisce la parte bassa dell’insediamento).

Il sito si struttura in due parti morfologicamente distinte: l’Acropoli, su una collina alta fino a 42 metri sul livello del mare, con ripidi fianchi ulteriormente difesi da un circuito di mura; la città bassa, che occupa la parte inferiore della collina, lambita dal Canale di Vivari.

I resti della città greca, risalenti in particolare al periodo compreso tra il terzo e il secondo secolo a.C. (anche se la fondazione risale al periodo compreso tra l’VIII e il VI secolo a.C.), sono rappresentati dallo splendido teatro, da due templi, da alcune porte (porta Scea e porta del Leone) e da tratti delle originarie mura difensive.

Le fortificazioni di questo periodo dimostrano la potenza economica e militare della città, uno dei maggiori centri marittimi fortificati del mondo antico. Nel IV secolo a.C., sotto il controllo di Alessandro il Grande, Butrinto raggiunse l’apice del suo splendore, contando tra l’altro oltre 10.000 abitanti.

Le tracce della dominazione romana iniziata a metà del II secolo a.C., oggi ancora in buono stato di conservazione, sono rappresentate dai bagni termali, dal Ginnasio, dal Tempio di Minerva, dal Ninfeo, dal Palazzo Triconch e dalla Villa Diaporit, abitata da un amico di Cicerone.

L’architettura cristiano bizantina, risalente al V – VI secolo d.C., include il Battistero eretto nell’ultima metà del VI secolo (il più grande del suo genere dopo quello di Costantinopoli, con importanti mosaici pavimentali intorno al fonte battesimale) e la Basilica, eretta nel VI secolo ed utilizzata fino al XIII.

Principale testimonianza del periodo Veneziano (i Veneziani conquistarono infatti Butrinto nel 1386) è invece la fortezza triangolare (XVI secolo), fronteggiata dalla torre quadrangolare (XV secolo). I Veneziani occuparono solo una piccola parte dell’antica città, prosperando per lungo tempo grazie al commercio del pesce, del legno e del bestiame.

Alla presenza dei Veneziani si alternò per alcuni secoli quella degli Ottomani: nel 1537 i Veneziani si arresero a Solimano il Magnifico, ma ritornarono in possesso della città ad intervalli durante i secoli XVII e XVIII; la dominazione turca fu invece continua per tutto il diciannovesimo secolo (periodo cui appartiene il castello di Alì Pascia Tepelene, eretto nel 1814 come baluardo contro gli Inglesi che, per esempio, controllavano Corfù), fino al 1912 quando l’Albania divenne uno Stato indipendente.

Nonostante il succedersi delle diverse dominazioni la città di Butrinto visse in declino a partire dal XII secolo, via via occupata soltanto in una piccola parte dell’originaria estensione.

All’eccezionale rilevanza del parco archeologico di Butrinto, dichiarato nel 1992 Patrimonio dell’Umanità da parte dell’UNESCO, si somma il valore naturalistico, ambientale e paesaggistico delle aree umide presenti all’interno del Parco.

Da un punto di vista naturalistico il Parco Nazionale di Butrinto conserva una grande varietà di habitat naturali e seminaturali, ospitando numerose specie floristiche e faunistiche, in particolare legate alla presenza delle estese aree umide.

Alla laguna di acqua salata di Butrinto si associano il lago salato di Bufi, i boschi di quercia (vallonee e spinose soprattutto), estese aree a macchia mediterranea, le saline di Alinura, le coste rocciose, i terreni alofitici, intervallati da aree coltivate. Un ecomosaico particolarmente ricco che determina una grande diversità di flora e di fauna.

L’area di Butrinto è particolarmente interessante per gli appassionati di bird watching, ospitando almeno 247 specie di uccelli, di cui 33 definite come “globalmente minacciate”. Tra i mammiferi si segnala la presenza della lontra.

Il lago di Butrinto rientra, proprio per la presenza di una grande varietà di specie di uccelli, tra le IBA (Important Bird Areas), aree destinate appunto alla protezione dell’avifauna. La laguna risponde inoltre ai criteri della Convenzione di Ramsar per la protezione delle aree umide.

I primi moderni scavi archeologici cominciarono nel 1928 quando il governo fascista di Mussolini mandò una spedizione verso Butrinto. Gli scopi oltre che scientifici avevano anche ragioni geopolitiche, puntando ad estendere l’egemonia italiana nella zona. La spedizione era condotta da un archeologo italiano, Luigi Maria Ugolini, che fece un ottimo lavoro. Ugolini morì nel 1936, ma gli scavi continuarono fino al 1943, quando furono fermati dalla seconda guerra mondiale. Vennero riportate alla luce la città romana e la città ellenistica, comprese la porta dei leoni e le porte scee, chiamate così da Ugolini in ricordo delle famose porte di Troia nominate nell’Iliade di Omero.

Dopo che il governo comunista di Enver Hoxha prese il potere nel 1944, le missioni archeologiche straniere vennero bandite. Il lavoro venne proseguito da archeologi albanesi, fra i quali Hasan Ceka. Nel 1959 le rovine vennero visitate da Nikita Khrushchev, il quale suggerì a Hoxha di convertire l’area in una base sottomarina. Negli anni settanta l’Istituto Albanese di Archeologia intraprese una campagna di scavi su larga scala.

A partire dal 1993 un'equipe di archeologi inglesi, guidati dal Prof. Richard Hodges ha ripreso le ricerche archeologiche all'interno ella città di Butrinto e nel vicino suburbio di Vrina. Gli scavi hanno riportato alla luce i resti del Triconch Palace, l'area capitolina e forense, una torre tardoantica riusata nel periodo altomedievale come residenza, numerosi cimiteri urbani tra cui si segnala quello presso il pozzo di Junia Rufina, assieme a numerose altre strutture. Le indagini presso la pianura di Vrina hanno dimostrato l'esistenza di una colonia romana databile ad età augustea, attraversata da un imponente acquedotto che riforniva la città. L'intero progetto archeologico è stato finanziato e sostenuto dalla Butrint Foundation e dal Packard Humanities Institute, in collaborazione con l'Istituto d'Archeologia di Tirana. Allo scavo presso Butrinto hanno preso parte specialisti da ogni parte del mondo e studenti albanesi in archeologia, ai quali è stato dedicato il Training Programme.

Le rivolte civili avvenute nel paese nel 1997 non hanno causato danni irreversibili al sito archeologico ma le vetrine del museo furono aperte e svuotate. Nessun inventario degli oggetti rubati è stato ancora fatto, ma fortunatamente il tesoro più famoso del luogo, la testa di marmo del II secolo a.C. era stato trasferito a Tirana prima dell'evento.

La mancanza continua di protezione e stabilità politica del luogo ha portato Butrinto all’iscrizione sulla lista dell'eredità del mondo nel 1997, con il pieno appoggio del ministro della cultura albanese, che ha espresso la preoccupazione e l'impegno del suo governo alla conservazione del luogo.