Butrinto
è una città e un sito archeologico vicino
al confine con la Grecia. Nell'antichità
era conosciuta come Bouthroton in
greco antico e come Buthrotum in
latino. Si trova su una collina vicina al
Canale di Vivari.
In
origine era una città della
storica regione dell'Epiro, con contatti con
la colonia greca di Corfù
e le tribù dell'Illiria
a nord.
I resti archeologici più antichi datano
ad un periodo compreso fra il X
e l'VIII
secolo a.C. L’insediamento originario
probabilmente mercanteggiava con Corfù e
aveva una fortezza
ed un santuario.
Butrinto si trovava in una posizione
strategicamente importante a causa
dell'accesso allo stretto di Corfù. Dal IV
secolo a.C. crebbe in importanza e
comprendeva un teatro,
un tempio ad Asclepio
ed un'agorà.
Nel
228
a.C. Butrinto divenne un protettorato
romano insieme a Corfù, e successivamente
divenne parte della provincia dell’Illyricum.
Nel 44
a.C. Cesare
designò Butrinto come colonia per
ricompensare i soldati che avevano
combattuto per lui contro Pompeo,
tuttavia il proprietario terriero locale Tito
Pomponio Attico si oppose al suo
corrispondente Cicerone,
che stava agendo nel Senato
romano, contro il piano. Come risultato,
pochi coloni si spostarono a Butrinto.
Nel
31
a.C. l'imperatore Augusto,
fresco vincitore della Battaglia
di Azio contro Marco
Antonio e Cleopatra,
rimise in vigore il piano per fare di
Butrinto una colonia di veterani. I nuovi
residenti espansero la città e, fra
l’altro, costruirono un acquedotto,
le terme,
un foro
e un ninfeo.
Nel
III secolo gran parte della città venne
distrutta da un terremoto, che rase al suolo
parecchi edifici del foro e dei dintorni.
Gli scavi archeologici hanno rivelato che la
città era già in declino e stava
diventando un centro manifatturiero, anche
se la città sopravvisse comunque e divenne
un porto molto importante.
All’inizio del
VI
secolo Butrinto divenne un vescovato e
vennero costruiti nuovi edifici come il battistero
(uno dei più grandi dell’epoca paleocristiana)
e la basilica.
L’imperatore Giustiniano
rafforzò le mura della città, che però
venne saccheggiata nel 550
dagli Ostrogoti
guidati dal re Totila.
Gli scavi evidenziano che le importazioni di
beni dal vicino
oriente continuarono fino agli inizi del VII
secolo, quando i Bizantini
persero il controllo della zona. Butrinto
segue così la stessa sorte di gran parte
delle città balcaniche dell’epoca, dove
la fine del VI
e l’inizio del VII
secolo sono uno spartiacque fra l’età
romana e il medioevo.
Dal
VII
secolo Butrinto si ridusse ad una
piccola città fortificata e, in breve,
venne conquistata dal primo
impero bulgaro, prima di essere
riconquistata dai Bizantini nel IX
secolo. Rimase un avamposto
dell’impero contro gli assalti dei Normanni
fino al 1204
quando, a seguito della IV
Crociata, l’Impero Bizantino si
frammentò e Butrinto entrò a far parte del
Despotato
d'Epiro. Nei secoli seguenti
quest’area fu luogo di scontro fra Bizantini,
Angioini
e Veneziani,
e la città cambiò di mano parecchie volte.
Nel 1267 Carlo
I d'Angiò prese controllo di Butrinto e
di Corfù e ricostruì sia le mura che la
basilica. Nel 1386
Butrinto e Corfù
vennero acquistate dagli Angioini da parte
della Repubblica di Venezia, ma i mercanti
veneziani erano principalmente interessati a
Corfù e Butrinto cominciò un nuovo periodo
di decadenza. Nel 1490
vennero costruite una torre e una piccola
fortezza.
Nel
1797
Butrinto venne ceduta a Napoleone
in seguito al trattato
di Campoformio, e due anni dopo venne
conquistata dal governatore ottomano Alì
Pascià di Tepeleni, fino a che nel 1912
divenne parte dell’Albania.
Ormai comunque il sito della città
originale era stato abbandonato.

Dopo la caduta del regime comunista nel
1992
il nuovo governo democratico progettò di
sviluppare turisticamente il sito di
Butrinto, e lo stesso anno esso divenne
parte dell’elenco dei Patrimoni
dell'umanità dell’UNESCO.
Nel 1997,
a causa di una grande crisi politica e
finanziaria, l’UNESCO inserì Butrinto
nella lista dei siti in pericolo, a causa di
furti di reperti, mancanza di protezione e
problemi manageriali ed economici.
Nel
2000
il governo albanese istituì il Parco
Nazionale di Butrinto, e grazie
all’aiuto del governo albanese e di enti
internazionali il sito venne cancellato
dalla lista dei Patrimoni dell’umanità in
pericolo nel 2005,
anno in cui anche il Parco Nazionale entrò
a far parte dell’elenco dei Patrimoni
dell’umanità.
Butrinto può essere un modello di come
le comunità locali in paesi
in via di sviluppo possono essere
responsabilizzate attraverso l’utilizzo
sostenibile del patrimonio culturale. Nel 2005
il Parco Nazionale in collaborazione con la
Butrint Foundation e la Leventis Foundation
riaprirono il museo che era stato distrutto
nel 1997.
Butrinto può essere raggiunta dalla città
di Saranda
tramite una strada costruita nel 1959
in occasione della visita di Khrushchev. È
un’attrazione turistica sempre più
importante per coloro che passano le vacanze
nella vicina isola greca di Corfù (da cui
si può raggiungere Saranda in mezz’ora di
aliscafo
o 90 minuti di traghetto).

Le
antiche rovine di Butrinto si trovano 18 km
a sud di Saranda e sono un vero gioiello per
chi ama le testimonianze del passato.
Con
l'arrivo dei greci, Butrinto fu trasformata
in una città commerciale fortificata con
tanto di acropoli, le cui rovine possono
essere visitate ancora oggi. Appena sotto
l'acropoli, nel bosco, c'è un teatro che
risale al III secolo a.C, utilizzato anche
dai romani.
Poco distante si trovano le
terme pubbliche, decorate con mosaici dalle
forme geometriche, e, nel cuore del bosco,
un muro con iscrizioni greche e un
battistero del VI secolo decorato con
mosaici raffiguranti animali e uccelli.
Sull'intero sito domina una fortezza
triangolare, fatta costruire dal signore
della guerra Ali Pasha Tepelena all'inizio
del XIX secolo.
Le
più antiche testimonianza documentarie
risalgono al VI secolo a.C., in un
elenco di città e porti compilato da Ecateo
di Mileto; gli scavi archeologici hanno
invece dimostrato come la più antica
frequentazione risalga alla fine dell’VIII
secolo a.C.
I resti della
città occupano un’area di circa 16 ettari
all’interno delle mura, ma in alcuni
periodi della sua storia l’insediamento si
estendeva su vaste aree anche all’esterno
delle mura stesse (attualmente il monumento
più rappresentativo all’esterno delle
mura è la fortezza triangolare, sul lato
opposto del canale che lambisce la parte
bassa dell’insediamento).
Il sito si
struttura in due parti morfologicamente
distinte: l’Acropoli, su una
collina alta fino a 42 metri sul livello del
mare, con ripidi fianchi ulteriormente
difesi da un circuito di mura; la città
bassa, che occupa la parte inferiore
della collina, lambita dal Canale di Vivari.
I resti della
città greca, risalenti in
particolare al periodo compreso tra il terzo
e il secondo secolo a.C. (anche se la
fondazione risale al periodo compreso tra
l’VIII e il VI secolo a.C.), sono
rappresentati dallo splendido teatro, da due
templi, da alcune porte (porta Scea e porta
del Leone) e da tratti delle originarie mura
difensive.
Le
fortificazioni di questo periodo dimostrano
la potenza economica e militare della città,
uno dei maggiori centri marittimi
fortificati del mondo antico. Nel IV secolo
a.C., sotto il controllo di Alessandro il
Grande, Butrinto raggiunse l’apice del suo
splendore, contando tra l’altro oltre
10.000 abitanti.
Le tracce
della dominazione romana iniziata a
metà del II secolo a.C., oggi ancora in
buono stato di conservazione, sono
rappresentate dai bagni termali, dal
Ginnasio, dal Tempio di Minerva, dal Ninfeo,
dal Palazzo Triconch e dalla Villa Diaporit,
abitata da un amico di Cicerone.
L’architettura
cristiano bizantina, risalente al V –
VI secolo d.C., include il Battistero eretto
nell’ultima metà del VI secolo (il più
grande del suo genere dopo quello di
Costantinopoli, con importanti mosaici
pavimentali intorno al fonte battesimale) e
la Basilica, eretta nel VI secolo ed
utilizzata fino al XIII.
Principale
testimonianza del periodo Veneziano
(i Veneziani conquistarono infatti Butrinto nel 1386) è invece la fortezza triangolare
(XVI secolo), fronteggiata dalla torre
quadrangolare (XV secolo). I Veneziani
occuparono solo una piccola parte
dell’antica città, prosperando per lungo
tempo grazie al commercio del pesce, del
legno e del bestiame.
Alla presenza
dei Veneziani si alternò per alcuni secoli
quella degli Ottomani: nel 1537 i
Veneziani si arresero a Solimano il
Magnifico, ma ritornarono in possesso della
città ad intervalli durante i secoli XVII e
XVIII; la dominazione turca fu invece
continua per tutto il diciannovesimo secolo
(periodo cui appartiene il castello di Alì
Pascia Tepelene, eretto nel 1814 come
baluardo contro gli Inglesi che, per
esempio, controllavano Corfù), fino al 1912
quando l’Albania divenne uno Stato
indipendente.
Nonostante il
succedersi delle diverse dominazioni la città
di Butrinto visse in declino a partire dal
XII secolo, via via occupata soltanto in una
piccola parte dell’originaria estensione.
All’eccezionale
rilevanza del parco archeologico di Butrinto,
dichiarato nel 1992 Patrimonio dell’Umanità
da parte dell’UNESCO, si somma il valore
naturalistico, ambientale e paesaggistico
delle aree umide presenti
all’interno del Parco.
Da un punto
di vista naturalistico il Parco Nazionale di
Butrinto conserva una grande varietà di
habitat naturali e seminaturali, ospitando
numerose specie floristiche e faunistiche,
in particolare legate alla presenza delle
estese aree umide.
Alla laguna
di acqua salata di Butrinto si associano il
lago salato di Bufi, i boschi di quercia
(vallonee e spinose soprattutto), estese
aree a macchia mediterranea, le saline di
Alinura, le coste rocciose, i terreni
alofitici, intervallati da aree coltivate.
Un ecomosaico particolarmente ricco che
determina una grande diversità di flora e
di fauna.
L’area di
Butrinto è particolarmente interessante per
gli appassionati di bird watching, ospitando
almeno 247 specie di uccelli, di cui 33
definite come “globalmente minacciate”.
Tra i mammiferi si segnala la presenza della
lontra.
Il lago di
Butrinto rientra, proprio per la presenza di
una grande varietà di specie di uccelli,
tra le IBA (Important Bird Areas),
aree destinate appunto alla protezione
dell’avifauna. La laguna risponde inoltre
ai criteri della Convenzione di Ramsar
per la protezione delle aree umide.

I primi moderni scavi archeologici
cominciarono nel 1928
quando il governo fascista
di Mussolini
mandò una spedizione verso Butrinto. Gli
scopi oltre che scientifici avevano anche
ragioni geopolitiche, puntando ad estendere
l’egemonia italiana
nella zona. La spedizione era condotta da un
archeologo italiano, Luigi
Maria Ugolini, che fece un ottimo
lavoro. Ugolini morì nel 1936,
ma gli scavi continuarono fino al 1943,
quando furono fermati dalla seconda
guerra mondiale. Vennero riportate alla
luce la città romana e la città ellenistica,
comprese la porta dei leoni e le porte
scee, chiamate così da Ugolini in
ricordo delle famose porte di Troia nominate
nell’Iliade
di Omero.
Dopo che il governo
comunista
di Enver
Hoxha prese il potere nel 1944,
le missioni archeologiche straniere vennero
bandite. Il lavoro venne proseguito da
archeologi albanesi, fra i quali Hasan
Ceka. Nel 1959
le rovine vennero visitate da Nikita
Khrushchev, il quale suggerì a Hoxha di
convertire l’area in una base sottomarina.
Negli anni
settanta l’Istituto Albanese di
Archeologia intraprese una campagna di scavi
su larga scala.
A partire dal
1993
un'equipe di archeologi inglesi, guidati dal
Prof. Richard Hodges ha ripreso le ricerche
archeologiche all'interno ella città di
Butrinto e nel vicino suburbio di Vrina. Gli
scavi hanno riportato alla luce i resti del
Triconch Palace, l'area capitolina e
forense, una torre tardoantica riusata nel
periodo altomedievale come residenza,
numerosi cimiteri urbani tra cui si segnala
quello presso il pozzo di Junia Rufina,
assieme a numerose altre strutture. Le
indagini presso la pianura di Vrina hanno
dimostrato l'esistenza di una colonia romana
databile ad età augustea, attraversata da
un imponente acquedotto che riforniva la
città. L'intero progetto archeologico è
stato finanziato e sostenuto dalla Butrint
Foundation e dal Packard
Humanities Institute, in collaborazione
con l'Istituto d'Archeologia di Tirana. Allo
scavo presso Butrinto hanno preso parte
specialisti da ogni parte del mondo e
studenti albanesi in archeologia, ai quali
è stato dedicato il Training Programme.
Le rivolte civili avvenute nel paese
nel 1997 non hanno causato danni
irreversibili al sito archeologico ma
le vetrine del museo furono aperte e
svuotate. Nessun inventario degli
oggetti rubati è stato ancora fatto,
ma fortunatamente il tesoro più famoso
del luogo, la testa di marmo del II
secolo a.C. era stato trasferito a
Tirana prima dell'evento.
La mancanza continua di protezione e
stabilità politica del luogo ha
portato Butrinto all’iscrizione sulla
lista dell'eredità del mondo nel 1997,
con il pieno appoggio del ministro
della cultura albanese, che ha
espresso la preoccupazione e l'impegno
del suo governo alla conservazione del
luogo.

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