Beghinaggi fiamminghi
Belgio

PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 1998

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Tra l’XI e il XIV secolo l’occidente medievale visse tutta una serie di trasformazioni di carattere socioculturale, economico e spirituale che ci permettono di connotare questo periodo come appassionante. Nell’ambito della spiritualità, queste trasformazioni ebbero come protagonisti laici e laiche di tutti gli strati sociali. Furono protagonisti e protagoniste di un’autentica ribellione contro il potere stabilito e pertanto contro la Chiesa, accusata di avere un grande potere temporale, allontanandosi così dagli ideali evangelici, e di escludere a priori dalla vita religiosa i laici, proprio per la loro condizione laicale, ricacciandoli così in un universo puramente materiale. Una lotta che si inquadra in un contesto religioso e cristiano perché religiosa e cristiana è la società occidentale medievale. Cercarono forme di vita che permettessero loro di conciliare una doppia esigenza: quella di una vita consacrata al servizio di Dio e quella di cristiane e cristiani che vivono nel secolo, ai margini della struttura ecclesiastica.

Questo atteggiamento, che diede luogo a una grande proliferazione di movimenti di rinnovamento spirituale, dentro e fuori dall’ortodossia, comportò una rottura con l’ordine stabilito dalla Chiesa; una rottura che per le donne fu doppia: in quanto laiche e in quanto donne. In quanto donne perché dal punto di vista teologico - ma anche da quello medico e scientifico - erano considerate fisiologicamente e spiritualmente deboli, difettose nel corpo e nella forza morale e incapaci - salvo pochissime eccezioni - di elevarsi a considerare la realtà spirituale. Nonostante queste opinioni, la presenza delle donne fu prevalente in tutti questi movimenti e addirittura le donne crearono una corrente di spiritualità a partire da loro e per loro, in totale autonomia rispetto agli uomini. Una corrente di spiritualità che dotarono di una forza e potenza tale da influire non solo sulla mistica del loro tempo, ma anche su quella dei secoli successivi: stiamo parlando delle beghine.

Quello delle beghine è un movimento che nasce alla fine del XII secolo in un ambito geografico preciso, Fiandre-Brabante-Renania, che si estende rapidamente a nord e a sud dell’Europa, e nel cui seno troviamo donne di tutto lo spettro sociale che hanno il desiderio di condurre una vita di intensa spiritualità, ma non nella forma claustrale come era sanzionato socialmente, bensì restando pienamente inserite nelle città allora emergenti.

Il movimento delle beghine, che riuniva giovani donne non sposate che desideravano condurre una vita religiosa senza doversi ritirare in uno dei conventi riconosciuti e spesso sovraffollati. 

Nei beghinaggi, le donne sole, le beghine potevano condurre una vita autonoma e indipendente dagli uomini. A differenza delle suore dei conventi, si consideravano le governanti di Dio, guadagnavano il loro sostentamento lavorando e dedicandosi alla cura dei poveri. Se all'inizio le beghine erano in prevalenza donne di ceto sociale elevato, che in queste comunità potevano dedicarsi ai loro bisogni spirituali, nel corso del tempo - a causa del verificarsi di diverse condizioni economiche e sociali – il movimento prese piede anche tra le donne delle classi più umili. 

Le beghine erano una comunità laica di religiose, ogni beghinaggio era indipendente, autonomamente sceglieva la sua madre superiora, la "Grande Dame". A differenza delle suore non dovevano fare alcun voto, ma si impegnavano nell'obbedienza e nella castità, inoltre potevano abbandonare la comunità in qualsiasi momento. Comprensibilmente questa autonomia non fu accettata dalla chiesa romana che, per lungo tempo, definì il movimento delle beghine eretico.

Lo scrittore fiammingo Felix Timmermans di Lierre, a distanza di 400 anni, ha innalzato un monumento alle beghine con il personaggio del suo romanzo, la giovane Sinforosa.

Un beghinaggio era composto da un convento per le beghine appena entrate, dall'abitazione della "Grande Dame", dalla casa per la cura dei malati e per la mensa dei poveri. Al centro si trovava una chiesa o una cappella.

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L'UNESCO ha incluso 13 beghinaggi nel patrimonio culturale; i più famosi in Belgio sono: Anversa,  Bruges, Dendermonde, Diest,  Gand,  Hoogstraten, Lierrere, Lovanio, Mechelen, Kortrijk, Sint-Truiden, Turnhout e Tongeren.  

Lierre con la sua imponente porta d'ingresso e la raffigurazione di Santa Begga da cui deriva probabilmente il nome di beghina. Santa Begga, vissuta nel IX secolo e fondatrice di un convento, fu nominata nel XVII secolo una delle sante patrone della chiesa e le beghine celebrarono il suo amore, dichiarandola Madre Bega.

Qui nel XIII secolo tutto ebbe inizio con la donazione di tre sorelle che lasciarono in eredità la loro proprietà terriera alle beghine. Questa città nella città, un beghinaggio con tanto di strade interne, raggiunse il suo apogeo dopo molto tempo, nel XVI e XVII secolo.

La vita oggi come allora si svolge dietro ai muri e nei giardini davanti casa, tipici di tutti i beghinaggi. Oggi a Lierre non ci sono più le beghine, gli appartamenti sono stati affittati a famiglie numerose, a soggetti socialmente deboli o agli anziani, che trascorrono qui il tramonto della loro vita. Le numerose raffigurazioni della Via Crucis, testimoniano la profonda religiosità delle beghine e la loro venerazione al cuore di Gesù.

Le beghine sono famose per i ricami di pizzo, riscossero talmente tanto successo da far concorrenza alle ricamatrici di Lierre. La tradizione dei pizzi di Lierre, la cui forma perfetta può essere trovata soltanto qui, viene praticata ancora oggi. Le donne di Lierre si incontrano per ricamare e lavorare al tombolo nei beghinaggi. Inizialmente le beghine provvedevano al loro sostentamento lavando, candeggiando, filando e tessendo la lana.

Qui nel Medioevo si trovavano i campi per candeggiare, sui quali molto tempo dopo, nel 1720, fu costruita la grande fila di case, dalle facciate di mattoni e pietra arenaria, che oggi caratterizzano il beghinaggio. A Lierre venne salvaguardato il complesso architettonico e al contempo venne anche riconosciuta l'idea del movimento beghino. 

Sul sagrato di Lierre si innalza la massiccia chiesa di Santa Margherita, l'ambiente interno della basilica, a tre navate, e l'altare di Santa Margherita sono finemente decorati. La tela dell'altare fu eseguita da Peter Paul Rubens, il famoso pittore fiammingo.

Il beghinaggio di Saint Amand a Ghent fu fondato nel 1872 ed è il più recente degli altri tre beghinaggi della città. Scure facciate di mattoni caratterizzano il beghinaggio con i suoi vicoli silenziosi. Lo stile architettonico è molto unitario in quanto venne realizzato nell'arco di circa due anni e da allora non fu più modificato.

Delle antiche abitazioni delle beghine oggi non è rimasto nulla. Gli inquilini di oggi hanno il compito di chiudere le porte del beghinaggio di notte e di gestire il museo beghino.

Il beghinaggio di Bruges è senza dubbio il più famoso delle Fiandre, circondato dalla acque del Lago dell'Amore, nel cuore dell'antica città anseatica di Bruges. Fu fondato nel 1230 come beghinaggio principesco e dipendeva dal re francese Filippo il Bello, che in questo modo protesse le beghine e impedì al magistrato della città di impadronirsene. 

Dal 1927 questo beghinaggio è divenuto un monastero di benedettine, le bianche case a schiera con i giardini posti sul fronte delle abitazioni, testimoniano ancora il modo di vivere delle beghine in questo complesso conventuale. Nello stesso anno una beghina divenne suora e da quel momento non ci furono più beghine a Bruges. Le loro tracce si possono però ancora trovare nel convento e nel museo beghino.

Ogni cosa è avvolta dalla calma e dalla tranquillità, nulla dell'attività cittadina del primo mattino arriva nel convento. Le porte sono ancora chiuse, numerosi turisti che visitano giornalmente i beghinaggi arriveranno più tardi. Per le suore inizia ora il regolare corso della giornata nella clausura, caratterizzata dal voto del silenzio al quale sono obbligate.