Il
complesso architettonico,
residenziale e culturale della
famiglia di Radziwill a
Nesvizh è situato in
Bielorussia centrale.
A causa della sua posizione geografica, la Bielorussia
rivestì a lungo il ruolo di
intermediario tra l'Europa
dell'est e dell'ovest. I
membri
della famiglia Radziwilt, di
cui la residenza fu proprietà
fino al 1939, ricoprirono un
ruolo significativo nella vita
politica e culturale del tempo
e sono spesso definiti i
"Medici" della
Bielorussia. I
Radziwilt
furono importanti
ecclesiastici, illuministi,
mecenati dell'arte,
collezionisti, scrittori,
compositori e ricchi
proprietari, e mantennero
posizioni di potere nello
stato lituano-polacco fin dal XV secolo.
La più antica parte del castello di Njasviz risale al XVI
secolo,
quando il duca Mikotaj
Radziwilt fece costruire qui
una nuova residenza del
governo. Oggi esso è composto
da dieci edifici collegati
l'uno con l'altro che
racchiudono un cortile
esagonale e sono circondati da
un parco all'inglese. Al
patrimonio dell'umanità
appartiene anche la chiesa
annessa, che ospita le
reliquie dei membri della
nobile famiglia. L'aspetto
attuale degli edifici è stato
conferito da architetti
polacchi, tedeschi, italiani e
bielorussi che nel corso del XVIII
secolo,
sempre su commissione della
famiglia Radziwilt,
ingrandirono e rinnovarono il
complesso in stile barocco.
Il
Castello di Niasvizh è fra i
possedimenti della famiglia
Radziwill dal 1533, quando
essa venne assegnata a Mikolaj
Radziwill e a suo fratello Jan
dopo l'estinzione della
famiglia Kiszka. Poiché i
Radziwill erano una delle più
importanti famiglie del
Granducato di Lituania,
l'Archivio lituano venne
spostato qui nel 1551.
Nel
1582 Mikolaj Krzysztof
Radziwill, maresciallo di
Lituania, voivoda di Troki e
di Vilnius e castellano di
Siauliai iniziò la
costruzione di un imponente
castello a tre piani. Benché
i lavori fossero basati su di
una struttura preesistente di
un castello medievale, quelle
che erano le fortificazioni
vennero trasformate in una
casa padronale in stile
barocco-rinascimentale. La
costruzione venne ultimata nel
1604, anche se 50 anni più
tardi vennero aggiunte
numerose gallerie. Gli angoli
del castello furono
fortificati con quattro torri
ottagonali.
Nel
1706, durante la Grande guerra
del nord, l'esercito di Carlo
XII di Svezia saccheggiò il
castello e ne distrusse le
fortificazioni. Parecchi anni
dopo la famiglia Radziwill
invitò alcuni architetti
italiani e tedeschi per
rinnovare ed allargare il
castello. Antoni Zaleski ne
decorò le facciate gialle con
stucchi barocchi. Le porte del
XVI secolo vennero ricostruite
e la torre a due piani venne
coronata da un elmo. Fu in
quest'epoca che i tre edifici
che si affacciavano sul
cortile centrale vennero uniti
in un'unica grande struttura.
La
costruzione più importante a
Nesvizh è la chiesa del
Corpus Christi (costruita fra
il 1587 e il 1603), unita al
castello per mezzo di una diga
su di un canale; la chiesa
conserva le sepolture di 72
membri della famiglia
Radziwill, ognuna di esse
interrata in una semplice bara
e sovrastata dallo stemma
della famiglia.
Progettata
dall'architetto italiano Gian
Maria Bernardoni, la chiesa è
considerata il primo tempio
gesuita costruito sul modello
della Chiesa del Gesù a Roma,
la prima basilica a cupola con
facciata barocca nel mondo,
nonché il primo edificio
barocco dell'Europa Orientale.
A
parte elaborate sepolture
principesche, l'interno
presenta affreschi
tardo-barocchi del 1760 e
l'altare della Santa Croce,
eseguito da scultori veneziani
nel 1583.
Nel
1770 il castello venne
occupato dalle forze russe e
la famiglia Radziwill ne venne
espulsa. Poco dopo l'Archivio
Lituano venne trasferito a San
Pietroburgo, dove si trova
tuttora, mentre gran parte
della collezione di opere
d'arte raccolte nel castello
venne distribuita fra vari
nobili russi. Abbandonato dai
legittimi proprietari e
dall'esercito russo, il
castello cadde lentamente in
rovina. Tra il 1881 e il 1886,
dopo essere stato restituito
alla famiglia Radziwill, il
principe Antoni Radziwill e la
moglie francese Marie de
Castellane ne rinnovarono
l'interno. Essi fecero inoltre
costruire un enorme giardino
all'inglese, uno dei più
grandi d'Europa con un'area di
oltre un chilometro quadrato.
Nel
1939 la famiglia Radziwill
venne nuovamente espulsa dal
castello da parte delle forze
d'invasione dell'Armata Rossa.
Durante l'era sovietica esso
venne usato come sanatorio,
ragione per cui lo splendido
parco finì in un grave stato
d'incuria.
Nel
1994 il complesso del castello
venne designato come
"riserva nazionale di
storia e cultura". Il
restauro che ne seguì è
stata aspramente criticata per
le sue "ricostruzioni
ingiustificate" di
strutture demolite da lungo
tempo, come per esempio un
campanile. Nel 2002 il piano
superiore della residenza
venne distrutto da un
incendio.
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