Monastero di Rila
Bulgaria

PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 1983

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Il monastero di Rila, il più antico del mondo slavo e tuttora il più grande centro religioso attivo in Bulgaria, è in primo luogo un pregevolissimo complesso artistico, in cui si fondono armoniosamente architettura e pittura. Ma oltre a questo, esso è stato per secoli sede dell'elaborazione, conservazione e diffusione della civiltà religiosa slava in tutte le sue manifestazioni, anche letterarie e artistiche, diventando il simbolo dell'identità culturale bulgara continuamente minacciata dalla dominazione turca.

Il monastero sorge a circa 120 chilometri da Sofia, nel cuore del massiccio di Rila, collocato all'estremità nord-occidentale dei Rodopi, un sistema montuoso con cime che sfiorano i 3000 metri di altezza. In quest'area, tuttora coperta da una foresta di faggi e pini, tra l'876 e il 946 d. C. visse il santo eremita Ivan Rilski, Giovanni da Rila secondo la terminologia latina, l'evangelizzatore dei popoli slavi. A lui si deve il nucleo primitivo del cenobio, eretto a pochi metri dalla sua caverna di anacoreta ma completamente distrutto nel XIII secolo da un incendio, il primo dei numerosi che segnarono la storia del complesso. Un nuovo edificio venne costruito a pochi chilometri dal luogo della fondazione di Ivan, terminato nel Quattrocento grazie soprattutto alle donazioni di Stefan Hrelyu, potente principe locale che nel 1335 fece costruire la torre difensiva che porta ancora il suo nome e una chiesa intitolata a Giovanni da Rila, nel frattempo santificato.

Nel periodo di dominazione turco-ottomana della Bulgaria (1396-1878), il monastero assunse quel ruolo di caposaldo dell'identità bulgara contro l'occupazione straniera cui abbiamo accennato, e diventò meta di pellegrinaggi da tutta la regione balcanica soprattutto dopo il 1469, quando vi furono trasportate le reliquie del fondatore. Il complesso continuò ad adempiere questa essenziale funzione nei secoli successivi, in particolare nel XVIII e XIX, quando diventò uno dei massimi centri propulsori del cosiddetto Rinascimento bulgaro, un movimento che vide un'eccezionale fioritura delle arti e delle scienze. Di quella straordinaria stagione culturale è testimonianza la splendida croce oggi conservata nel museo del monastero, realizzata e decorata con più di cento scene bibliche da uno dei principali protagonisti del movimento, il monaco Raffaello.  

A un primo intervento nel 1816-1819, in cui si completò la parte nord-occidentale, succedette nel 1833 un incendio che la distrusse; tra il 1844 e il 1847 si procedette quindi al rifacimento degli stessi edifici e alla costruzione dell'ala meridionale. I manufatti che attualmente compongono il complesso, fatta eccezione per la torre di Hrelyu, risalgono infatti all'intervento ottocentesco. Essi occupano una vasta area (circa 32.000 metri quadrati) che forma un quadrilatero irregolare, cui si accede da due entrate entrambe decorate con affreschi. Gli edifici che lo contornano ospitano quattro cappelle, un refettorio e circa trecento celle, nelle quali dal 1968 sono tornati i monaci, oltre a una biblioteca e ad ambienti destinati agli ospiti del monastero. 

Il complesso, che si presenta all'esterno come una massiccia e sobria fortezza militare, ha un pregevole cortile interno su cui affacciano costruzioni di tre o quattro piani, ingentilite da ordini di archi poggianti su colonne di pietra che ne uniscono le facciate e formano ariosi loggiati. Questi, come le arcate della chiesa principale, sono movimentati dal gioco cromatico tra il bianco dell'intonaco e le tonalità dei rossi e dei neri dei mattoni, un esempio del decorativismo tipico dell'arte orientale.

La torre di Hrelyu è un compatto edificio alto 23 metri, a pianta quadrata. L'ultimo dei suoi cinque piani, aggettante rispetto agli altri e sostenuto su ogni facciata da tre pilastri esterni, ospita una cappella dedicata alla Trasfigurazione decorata da un ciclo di affreschi realizzati nella seconda metà del XIV secolo: nella navata sono rappresentate le Storie di san Giovanni da Rila e nel nartece il gran concerto di voci in lode del Signore (qui accompagnate da strumenti musicali bulgari) con cui Davide conclude i Salmi.

Fra i rari esempi di pittura bulgara medievale giunti fino a noi, questi dipinti, con il loro delicato cromatismo e la lineare semplicità delle figure, immettono lo spettatore nel clima spirituale in cui videro la luce. Oltre all'intero edificio in cui si trova la cappella, devono la loro esistenza a Stefan Hrelyu le due porte di legno intagliato e il prezioso trono che vi erano in origine collocati, ora esposti nel museo del monastero.  

Tra gli edifici realizzati nell'Ottocento, il più importante è senza dubbio la cattedrale dell'Assunzione, costruita nel 1833 sulle strutture della precedente. La chiesa, che nella planimetria ricalca il modello di alcuni templi monastici del Monte Athos, ospita una grandiosa iconostasi di legno intagliato, realizzata nel 1842 da Athanasios Taladuro di Tessalonica, e affreschi dipinti negli stessi anni da Zakhary Zograph, Stanislav Dospevski e Toma Vishanov.  

Attorno alla cattedrale si sviluppano gli edifici monastici, che chiudono il cortile con quattro ordini di archi bianchi e rossi, sui quali si affacciano trecento celle. Poiché Rila è stata sempre abitata, si è conservato un patrimonio inestimabile di opere d’arte e documenti: centinaia di icone dipinte da artisti di Samokov e Bansko, i primi libri di storia e geografia della Bulgaria, un mappamondo costruito in cartapesta nel 1836, lettere di Ivan il Terribile e degli zar Romanov.

Fuori del nucleo principale sono altre chiese, tra cui la più interessante è quella della Dormizione di San Giovanni di Rila, eretta nel XVIII secolo per contenere la tomba del santo (patrono della Bulgaria), accanto alla caverna in cui era vissuto.

Nel 1961 il monastero fu confiscato e trasformato in museo nazionale, restando comunque un centro di vita spirituale e un santuario mariano per tutta la Bulgaria. Completamente restaurato e proclamato nel 1983 dall’Unesco patrimonio dell’umanità, il monastero accoglie oggi un numeroso afflusso di pellegrini e turisti.

Il monastero della Santa Trinità di Etropole è stato un famoso centro letterario seguace della scuola del patriarca Eutimio e noto per la rilegatura artistica dei libri, l’illustrazione di manoscritti e la decorazione di icone, tra cui celebri sono quelle dipinte da Nedyalko di Lovec alla fine del XVI secolo. La firma è un fatto senza precedenti in un’arte dove l’anonimato dell’artista era la regola e testimonia l’apertura verso il Rinascimento italiano.

I monasteri di Samokov, Trjavna, Bansko e Strandja sono stati sede di scuole nazionali d’arte dalla fine del XVIII secolo. Hristo Dimitrov (1791-1835) fondatore della scuola d’arte di Samokov (centro annidato tra le montagne di Rila), i suoi figli e i suoi discepoli, le famiglie Vitavov, Zahariev e Kopcov e molti altri di Trjavna, Toma Visanov, suo figlio Dimiter e il nipote Simeon Molerov di Bansko, Alexo, Nikola Konstantinove e suo figlio di Adrianopoli, Ivan Kosti di Visa... furono pittori che trasformarono, ognuno a proprio modo, le norme strettamente canoniche in un’arte vicina alla vita e alla realtà, in cui il severo colore dai toni rigidi fu sostituito da sfumature vivaci testimonianti la forte influenza barocca dell’Europa occidentale.

In particolare, Hristo Dimitrov (1791-1835), fondatore della scuola d’arte di Samokov ed educato al monastero di Rila, studiò pittura a Vienna e subì l’influenza del tardo Classicismo italiano e in modo speciale dalla scuola di Guido Reni, ma seppe fondere i nuovi modi con i rigidi canoni dell’antica pittura provenienti dal Monte Athos.

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La scuola d’arte di Trjavna fiorì nella ricca città bulgara situata vicino a Tarnovo e al centro industriale di Gabrovo. Le pitture giunte fino a noi risalgono al XVIII secolo e si avvicinano allo stile della scuola di Prisovo conosciute fin dal XVII secolo per la forte interpretazione decorativa e la carica emotiva. A un pittore di Trjavna, Georg Dancov, si deve il ciclo di pitture sulla vita dei diffusori della cultura slava Santi Cirillo e Metodio e di San Giovanni di Rila nella chiesa di San Petka nel monastero di Arapovo

Alla scuola d’arte di Strandja fanno capo le pitture di numerosi artisti di Adrianopoli, Visa, Sozopol. Caratteristica propria è stata (XVIII secolo) la ricerca di una rappresentazione spaziale simile a quella del Quattrocento italiano, con scene a più piani e soluzioni compositive complesse.

La scuola d’arte di Bansko è stata fondata da Toma Visanov, che studiò a Vienna alla fine del XVIII secolo. Viöanov fu il primo artista che dipinse interamente in modo occidentale, sull’esempio della ritrattistica barocca e rococò francese e del naturalismo tedesco, e impose questo stile nella sua scuola.

Il monastero di Backovo, secondo solo al monastero di Rila, sia per grandezza che per importanza architettonica, è situato a 170 km da Sofia e a 29 km a sud di Plovdiv, in un magnifico quadro naturale, nella valle della Cepelarska Reka. Venne fondato nel 1083 dal georgiano Grigorii Bakuriani, distrutto durante il dominio turco e ristrutturato alla fine del XVI secolo. Si presenta nella consueta forma di fortezza quadrilatera, con cortile pavimentato a grandi lastre e chiesa centrale.

Ad Arbanasi (città-museo protetta che si trova su di un altopiano prospiciente le colline di Zaravez e Trapezitsa) è il monastero di san Nicola che fu distrutto nel 1393 e ricostruito nel 1680 e ha di particolare interesse i dipinti murali della cappella di sant’Elia. Ma la città offre al visitatore anche palazzi e case risalenti al Medioevo e al Rinascimento, cosa piuttosto insolita per questa regione, che dietro facciate severe nasconde decorazioni di rara bellezza.

La Bulgaria ha altri bellissimi monasteri da visitare: quelli di Cipka (costruito nello stile delle chiese russe del XVII secolo), di Drjanovo, di Rozen (a 6 km da Melnik), il monastero rupestre di Aladza (a 14 km da Varna)... tutti situati in suggestive cornici paesaggistiche che meritano davvero un viaggio.