Vista
da lontano, la cattedrale di Notre Dame di
Chartres sembra un vascello misterioso velato
dalla distanza che naviga sulla distesa
ondeggiante dei campi di grano. E solo
all'ultimo momento, al di là del ciglio
dell'ultima collina, che si rivela
improvvisamente la città, distesa ai suoi piedi
come una coperta lavorata a patchwork, con toppe
di tetti punteggiati di tegole, pinnacoli, tetti
aguzzi e campanili. Le strade strette,
fiancheggiate da case in legno e malta di calce,
scendono verso il fiume che è attraversato da
una serie di ponti a schiena d'asino. E per
queste strade tortuose e su questi ponti che per
un millennio sono passati, salmodiando, i
pellegrini che si recavano a rendere omaggio
alla Regina dei Cieli nella sua dimora
terrestre. Qui venne San Bernardo a bandire una
Crociata e qui venne a farsi incoronare re il
francese Enrico IV. Ed è qui che venivano gli
studenti ad ascoltare l'insegnamento dei maestri
di Chartres.
Dedicata
a Notre-Dame, la Madonna, la cattedrale di
Chartres sorge in una regione in cui la pratica
di culti religiosi è testimoniata fin da tempi
molto antichi. In particolare, nel luogo in cui
oggi sorge la cattedrale, nel I secolo d.C., i
Druidi, ossia i sacerdoti celtici della Gallia e
della Bretagna, fondarono un collegio a
Chartres, e la località divenne un centro
d’insegnamento druidico. Il tumulo e il dolmen
acquistarono nuovo significato: quando una
visione profetica informò i sacerdoti che una
vergine stava per dare alla luce un bambino,
essi intagliarono nel tronco di un pero
un'immagine della fanciulla con l'infante seduto
sulle ginocchia. Dopo di che collocarono la
statua accanto al pozzo e alla fonte di energia
all'interno del dolmen, e la battezzarono
'Vergine Sotterranea'.
L'iscrizione
fu modificata più tardi in 'Virgini pariturae',
ossia la Vergine che partorirà un bambino.
Quando i primi cristiani giunsero a Chartres,
nel III secolo, videro la scultura della
Vergine, ormai annerita dal tempo e situata in
una grotta, e la adorarono come la Vergine Nera.
La chiesa che costruirono sul luogo fu
consacrata alla Madonna, come tutte le altre
chiese e cattedrali erette successivamente. La
nicchia fu detta 'Grotta dei Druidi' e fu
inglobata nella cripta della chiesa, e, per
ragioni che ignoriamo, il pozzo accanto ad essa
fu denominato 'Pozzo dei Forti'.
Dalle
testimonianze archeologiche sappiamo che
Autricum, la Chartres romana, costruita sulle
rive del fiume Autura, ora Eure, era una città
piuttosto importante, con un anfiteatro e due
acquedotti. Ma non sappiamo nulla della sua
storia religiosa, né della sua evangelizzazione
da parte dei primi cristiani. Il primo
riferimento ad una cattedrale è solo del 743,
anno in cui Unaldo, duca di Aquitania, essendosi
scontrato con i figli di Carlo Martello,
saccheggiò la città distruggendone la
cattedrale.
La
seconda cattedrale di cui si abbia notizia e fin
da allora dedicata a Maria, fu bruciata da un
vichingo, Hastings, che mise a ferro e fuoco la
città nel 858. La terza, rapidamente costruita,
fu probabilmente consacrata nell'876 quando
Carlo il Calvo, nipote di Carlo Magno, donò a
Chartres la famosa reliquia di Santa Camisia che
ora si trova nel tesoro della cattedrale. Questo
pezzo di tela che si credeva Maria avesse
portato quando aveva dato alla luce Gesù, fece
ben presto di Chartres uno fra i più famosi
santuari, meta di pellegrinaggi, di tutta
l'Europa medievale.
Gli
abitanti erano consapevoli che la reliquia non
solo rappresentava una notevole fonte di
reddito, ma che, grazie ad essa, essi stessi e
la città erano protetti da Maria. Così, quando
nel 911 Chartres venne assediata da un altro
guerriero vichingo, Rollone, il vescovo,
Gantelmo, portò in processione la reliquia sui
bastioni della città. Questo fece sì che
Rollone abbandonasse l'assedio, stipulasse la
pace con il re Carlo III, si convertisse al
cristianesimo e ricevesse l'investitura di primo
duca di Normandia (a tutt'oggi il sepolcro nel
quale questi riposa e custodito nella navata di
sinistra della cattedrale di Rouen, in Normandia
).
Il
suo discendente, Riccardo, duca di Normandia,
approfittando in seguito dell'assenza di
Teobaldo il Baro, il più famoso dei conti di
Chartres, saccheggiò e bruciò quasi tutta la
città nel 962.
A
quell'epoca le opere di difesa della città
correvano in alto lungo la cresta della collina
al di sopra del fiume Eure, estendendosi dalla
cattedrale e dal castello dei conti (distrutto
poi tra il 1812 e il 1817) fino al punto in cui
oggi si trova l'abside della chiesa di
Saint-Aignan. Il monastero di Saint-Pere-en-Vallèe,
famoso per il suo insegnamento, si trovava però
al di fuori delle mura della città. I monaci
benedettini dovettero abbandonarlo durante la
rivoluzione francese, ma la chiesa esiste
ancora, benché il nome originario di
Saint-Pere-en-Vallèe si sia trasformato in
Saint-Pierre (San Pietro).
La
fama intellettuale di Chartres aumentò con
l'arrivo nel 990 di Fulberto, il
"venerabile Socrate dell'Accademia di
Chartres" , venuto ad insegnare alla scuola
della cattedrale. Nei duecento anni successivi
essa fu una delle massime istituzioni
scolastiche dell'Europa medievale finché, con
la fondazione dell'Università di Parigi nel
1215, non iniziò il suo declino. Sotto il
vescovo Fulberto un grande incendio distrusse la
cattedrale nel settembre del 1020. Entro il 1024
si era già completata una cripta nuova,
grandissima, la più grande costruita in Francia
ancor oggi. Con i capitali messi a disposizione
da Roberto re di Francia, da Canuto re di
Inghilterra e di Danimarca, da Guglielmo IV duca
di Aquitania, da Riccardo duca di Normandia e da
Eudes, conte di Chartres-Bois, la nuova
cattedrale romanica era quasi ultimata alla
morte di Fulberto nel 1028. Fu a causa di un
altro incendio avvenuto nel 1030 che si dovette
aspettare fino al 1037 per la cerimonia di
consacrazione.
Un secolo più tardi, sotto i vescovi Goffredo
di Leves (1115 – 1149) e Goslein de Musy (1149
– 1156) la cattedrale di Fulberto venne
ampliata sul lato ovest, dapprima con la
costruzione di una torre campanaria isolata a
nord – ovest che in origine aveva una cuspide
di legno. Poi nei decenni che seguirono si
costruì la torre meridionale, con un'elegante
cuspide ottagonale di pietra che si elevava
altissima sulla chiesa di allora, assai più
bassa di quella attuale. In questa fase
costruttiva, oltre alle due torri della facciata
si pensava di erigerne
altre sette - due all'attacco dell'abside, due
per ogni facciata del transetto e una sulla
crociera - nessuna delle quali, però, vide la
luce. Esse avrebbero dovuto dare al tempio di
Chartres un aspetto grandioso, simile a quello
delle vicine cattedrali di Tournai e di Laon. Le
due torri esistenti furono concepite ed
edificate separatamente, in un arco di tempo
piuttosto lungo.
Le
cripte vennero allungate per portarsi fino alle
due nuove torri, fra le quali venne eretto un
magnifico portale scolpito detto Portale dei Re.
La schiera delle rigide figure del portale ovest
sembra stia per cominciare a rappresentare uno
dei misteri medievali; sui gradini della
cattedrale e sopra le teste delle singole figure
sono disposte oltre 200 figurine che narrano i
grandi misteri della nascita e morte di Cristo,
l'Ascensione e il ritorno in gloria alla fine
dei tempi, con brevi intervalli per narrare le
fatiche umili e intellettuali di questo mondo

Nella
notte del 10 giugno 1194 un altro incendio
distrusse la città di Chartres e la cattedrale
fu ridotta ad un ammasso di ceneri. Si salvarono
solo le cripte, le due torri occidentali appena
completate e il portale dei Re. Il resoconto
viene da un libro del ‘300. Vi si narra che
dapprima la gente fu presa da disperazione,
pensando che la preziosa reliquia della Madonna
fosse andata distrutta nell'incendio e che perciò
la città avesse perso la protezione di Maria.
Ma il terzo giorno il cardinale Melior, di Pisa,
un ambasciatore del Papa, che si trovava a
Chartres la notte dell'incendio, fece radunare
la popolazione davanti alle rovine della
cattedrale e, mentre esortava i fedeli a
ricostruire un santuario nel nome di Maria, si
vide apparire una processione che portava la
reliquia sana e salva. Il cardinale proclamò
allora che quello era un segno irrefutabile
della volontà della Madonna di avere una chiesa
ancora più splendida e questo fece rinascere
subito un grande fervore di ricostruzione.
La popolazione andava alle cave di Bercher les
Pierres, caricava pesanti blocchi di pietra sui
carri e li trascinava per otto chilometri fino
al cantiere della nuova cattedrale. Nei cinque
anni che seguirono il vescovo Regnaud de Mouçon
e il Capitolo della cattedrale rinunciarono alla
maggior parte del loro cospicuo reddito per
aiutare la ricostruzione. Il re Filippo Augusto,
recatosi a Chartres nel 1210, fornì loro ogni
anno i fondi necessari alla costruzione del
portale Nord e lo stesso fece suo figlio Luigi
VIII, alla moglie del quale, Bianca di
Pastiglia, regina di Francia dal 1226 al 1236,
si deve il dono del rosone della vetrata
settentrionale e delle ogive. San Luigi, loro
figlio, fece dono della parete divisoria fra la
navata e il coro, disgraziatamente demolita nel
XVIII secolo.
Riccardo Cuor di Leone, benché in guerra con
Filippo Augusto, permise al clero di raccogliere
offerte in Inghilterra. Altri benefattori furono
un re di Pastiglia, probabilmente Ferdinando
III, che è ritratto in una delle vetrate del
rosone del coro, insieme al principe Luigi di
Francia, figlio di Filippo Augusto ed altri
cavalieri in arcione, tutti rivolti ad Oriente,
come in punto di partire per una crociata in
Terra Santa e recanti gli stemmi nobiliari dei
Beaumont, dei Courtenay e dei Montfort. Pierre
Monclerc, conte di Dreux e duca di Bretagna,
fece dono del rosone meridionale ed è
raffigurato insieme ad altri membri della sua
famiglia vicino al suo stemma nobiliare. Altre
vetrate del coro furono donate da Thibault VI,
conte di Chartres.
La
nuova cattedrale fu quindei riedificata con
grande rapidità: la navata fu completata prima
del 1210, il coro entro il 1220, i bracci del
transetto poco dopo il 1230. E nel 1260 la
chiesa fu consacrata da Luigi IX, il futuro
santo.
Nel
corso della costruzione, il progetto originario
del 1194-1195 subì qualche modifica, dovuta
all'avvicendarsi di diversi, ignoti architetti,
anche se la concezione generale del tempio
rimase fedele ai principi dell'arte gotica che
si andavano prepotentemente affermando.
Costruita in pietra calcarea, la grandiosa
cattedrale combina infatti la planimetria di
Notre-Dame di Parigi e quella di Saint-Denis: il
suo corpo longitudinale (lungo 130 metri),
suddiviso in tre navate, è compreso tra il
blocco della facciata occidentale e la zona del
coro, tripartito e con quattro campate, concluso
da un doppio ambulatorio con sei cappelle
radiali. Sul corpo principale si innesta il
transetto, che riprende invece il modello della
cattedrale di Laon, anch'esso articolato in tre
navate e di dimensioni monumentali.
L'interno
si sviluppa verticalmente su tre livelli. Nel
registro inferiore sono presenti grandi arcate
ogivali e pilastri a fascio, costituiti da un
nucleo centrale circondato da quattro colonne
che si alzano fino a prolungarsi, all'altezza
dell'abaco, nelle nervature delle ampie volte
oblunghe. Al di sopra delle arcate corre
orizzontalmente per tutta la chiesa il triforio,
uno stretto corridoio con un ordine di archi
continuo, sovrastato dall'altissimo cleristorio,
cioè lo spazio murale al di sopra degli archi
longitudinali, interamente occupato in ogni
campata da due finestre sovrastate da un rosone
polilobato.
All'esterno,
le spinte di queste vertiginose strutture
architettoniche sono bilanciate da archi
rampanti. A Chartres, queste strutture statiche
furono elaborate in forma nuova rispetto ai
modelli: furono infatti costruite con due archi
sovrapposti collegati da un'arcatella e
completamente staccati dalle coperture delle
navate minori. Questa innovazione, oltre a
diventare un elemento formale capace di
movimentare la massa esterna dell'edificio,
permise di impostare le volte a crociera della
copertura fino a un'altezza mai raggiunta prima
dagli architetti gotici: 40 metri.
Il
sistema degli archi rampanti rese possibile
l'innovazione più originale e ambiziosa
introdotta a Chartres, cioè l'articolazione
verticale tripartita. Le prime cattedrali
gotiche, come quella di Saint-Denis o l'abbazia
di Canterbury, erano divise in altezza in
quattro fasce: in basso le arcate, sopra di esse
la tribuna, quindi il triforio e infine le
finestre, di dimensioni necessariamente ridotte.
Per dare più luce all'edificio, secondo gli
intenti dell'architettura gotica che rifletteva
le idee misticheggianti della filosofia
scolastica medievale, i progettisti di Chartres
sacrificarono la tribuna e ridussero
notevolmente le dimensioni del triforio,
occupando tutto lo spazio rimanente con aperture
assai estese, su due registri.
Fu
così che, liberandola dalla funzione portante,
la struttura muraria diventò a Chartres
essenziale, quasi una gabbia che permetteva alla
luce di penetrare nello spazio sacro elevato ad
altezze vertiginose, come mai prima d'allora. Il
teorico e restauratore ottocentesco Eugène-Emmanuel
Viollet-le-Duc vide in questa cattedrale
l'incarnazione della sua idea dell'architettura
gotica: quella di una costruzione limpidamente
razionale fondata sulla combinazione di archi
ogivali, volte costolonate e archi rampanti.
Effettivamente,
a partire dalla sua edificazione, questa
cattedrale diventò un modello da imitare. La
tribuna sparì dalle chiese gotiche francesi,
che adottarono d'allora in poi la struttura
verticale tripartita. I cantieri di Soissons
(1197-1198), di Reims e di Amiens, ma anche di
edifici la cui costruzione era già avanzata,
come quelli di Meaux e di
Rouen, seguirono l'esempio della cattedrale di
Chartres, ivi compresa la parigina Notre-Dame,
quando intorno al 1225 le sue parti superiori
furono completamente rifatte.

Assai
minore, rispetto a quella riservata alle
vetrate, fu la cura dedicata ai lavori in pietra
e muratura all'interno della cattedrale. I
capitelli dei pilastri, ornati da motivi
vegetali, sono infatti di fattura piuttosto
rozza, probabilmente perché si pensava che non
fossero pienamente visibili nella penombra della
zona bassa della chiesa.
La
fama e l'importanza di Chartres, in effetti, non
sono affidate esclusivamente alla sua struttura
architettonica, ma anche alle immagini, dipinte
e scolpite, che rappresentano esemplarmente la
concezione medievale della vita nelle sue
manifestazioni spirituali e morali, ma anche
quotidiane e materiali. Inoltre, le figure
scolpite nel portale principale e in quelli dei
transetti avevano un importante compito
religioso: quello di preparare i pellegrini
all'ingresso nello spazio sacro e alla
partecipazione ai riti e alle preghiere.
Il
Portale reale, sulla facciata della cattedrale,
accoglieva il fedele con una serie di immagini
dedicate al tema della manifestazione del divino
(teofania), mentre quelle dei transetti ponevano
l'accento sul ruolo della Chiesa nella storia
del mondo. Forse non è un caso che la
decorazione scultorea di Chartres sia iniziata
intorno al 1140, più o meno nel momento in cui
la grande scuola teologica della cattedrale
iniziava a declinare e in cui gli alti studi
riservati al clero cedevano il passo
all'esigenza di educare le grandi masse di
visitatori.
Mentre
il Portale reale fu scolpito alla fine del XII
secolo, durante la prima fase costruttiva di
Chartres, i portali del transetto furono
modellati quando la cattedrale venne ricostruita
dopo l'incendio del 1194. Allora, infatti,
Chartres fu concepita come una meta di
pellegrinaggio, e per questo dotata di due
transetti monumentali ognuno dei quali con tre
portali sul prospetto, come la facciata
principale.
Per
i rilievi di questi portali, il tema scelto fu
il ruolo della Chiesa nella storia del mondo.
Infatti, sebbene la fama di Chartres fosse da
sempre legata al culto della Vergine, questa fu
sempre celebrata non in sé, ma come simbolo
della Chiesa e come legame tra Cristo e i suoi
predecessori dell'Antico Testamento.



Il
fatto che in nessun'altra cattedrale dell'epoca
il senso del cammino storico della Chiesa
militante, nel suo sforzo per trasformarsi in
Chiesa trionfante, emerga con tanta forza come a
Chartres, ha una giustificazione storica: i
rilievi dei transetti furono in gran parte
realizzati durante il pontificato di Innocenzo
III (1198-1216), cioè negli anni in cui il
papato raggiunse l'apice del suo potere
temporale.
La
storia dell'umanità fu così ripartita fra i
due transetti: quello settentrionale presenta il
mondo ante Cristum natum, quello meridionale
celebra l'era della Chiesa. Così, nel transetto
nord, compaiono le figure dei precursori di
Cristo (Melchisedec, Simeone, san Giovanni
Battista), quelle degli antenati di Cristo
(personaggi dell'Antico Testamento come Giobbe,
che prefigurò l'infallibile sapienza della
Chiesa e le sofferenze dei martiri), e infine,
attraverso sant'Anna e la Vergine (la cui
incoronazione è effigiata sul timpano
centrale), è raffigurata la Natività di
Cristo. Alcune immagini che si scostano dallo
schema iconografico illustrato (ad esempio,
alcuni santi di Chartres) o dallo stile delle
altre, inducono tuttavia a pensare che qualche
mutamento sia intervenuto nel programma
iniziale.
Il
transetto sud, con il suo grande quadro della
storia della Chiesa, ha una maggiore uniformità
tematica: al centro del portale di mezzo domina
la figura di Cristo, circondato, nelle
strombature laterali, dagli apostoli, dai santi
martiri del portale occidentale e dai dottori
della Chiesa di quello orientale. Si creano così
un perfetto equilibrio e una significativa
corrispondenza tra i i grandi martiri e i santi
locali effigiati nel transetto nord,
rappresentati allo scopo preciso di indicare in
Chartres il centro della Chiesa universale.
Le
statue dei transetti, scolpite tra il 1205 e il
1260, non seguono più l'andamento delle colonne
come nel Portale reale, ma sono
naturalisticamente rilevate, con atteggiamenti
più sciolti e flessibili. Tuttavia sono del
tutto prive di quell'animazione drammatica che
caratterizza le opere della cattedrale di Reims,
e con il loro intento didascalico fanno appello
alla ragione più che all'emotività.

IL
PORTALE REALE
(Facciata occidentale) - Con
intento didascalico fu concepito il triplice
portale della facciata occidentale della
cattedrale di Chartres, realizzato durante la
campagna decorativa promossa da Ivo, vescovo
della città dal 1090 al 1116. È chiamato
Portale reale perché molti dei personaggi che
ornano i suoi stipiti portano una corona e,
sebbene non sia stato possibile identificarli,
si suppone siano re e regine biblici.
La facciata occidentale
costituisce l'entrata principale dell'edificio
religioso. Incorniciata da due torri, presenta
un gruppo scultoreo importante: 24 grandi statue
(oggi ne restano 19) e più di 300 figure
formano una decorazione in armonia con
l'architettura della cattedrale. La
decorazione dietro le statue presenta ancora
influenze dello stile romanico precedente:
greche, colonnine e foglie d'acanto testimoniano
gli influssi dell'arte meridionale.
Le
statue rappresentano il mondo dell'Antico
Testamento e quindi, dal punto di vista
dottrinale, preparano, essendone la
prefigurazione, le immagini disposte nei
registri superiori, ovvero gli episodi salienti
delle vite di Cristo e della Vergine (narrati
nella fascia continua dei capitelli che corre
dal centro verso l'esterno nelle due direzioni),
che a loro volta conducono alla
rappresentazione, nei timpani, delle tre
epifanie di Cristo: quella con cui si è
rivelato ai pastori (la Natività, scolpita nel
timpano meridionale), quella in cui è apparso
agli apostoli dopo la Resurrezione e, attraverso
di loro, alla Chiesa (timpano settentrionale), e
infine, al centro, l'epifania di Cristo giudice
alla fine dei tempi, rivelata nell'Apocalisse di
Giovanni. Quest'ultima spiega la presenza, negli
architravi e negli archivolti, dei Vegliardi,
mentre le figure che illustrano le attività e i
ritmi della vita umana - i segni dello Zodiaco,
i lavori dei Mesi, le sette arti liberali e i
loro principali esponenti - hanno un carattere
eminentemente pedagogico ed enciclopedico.

PORTALE
NORD -
Il portale nord è anche chiamato "portale dell'Alleanza". Le sue
statue sono state eseguite tra il 1205 ed il
1210. Esse rappresentano delle scene dell'Antico
Testamento e della vita della vergine Maria. Le
decorazioni sugli archi del portale centrale
rappresentano episodi della Genesi. La porta a
sinistra è sormontata da decorazioni che
riprendono il tema del lavoro e dei giorni, e il
tema delle arti liberali.
PORTALE
SUD - Chiamato anche
"portale della Chiesa", mette in scena
il Giudizio universale (timpano centrale). Sono
raffigurati anche i confessori (portale di
destra), gli apostoli ed i martiri (portale
sinistro).
Come
attori pietrificati del primo 200, le statue dei
portali nord e sud interpretano la Divina
Commedia, dalla genesi alla fine del mondo,
dalla creazione e dal peccato originale al
Giudizio Universale, dal Paradiso Perduto al
Paradiso Riguadagnato.
Il ciclo della creazione è splendidamente
scolpito nei due archivolti esterni della
campata centrale del Portale nord, partendo dal
lato sinistro, con Dio che crea Adamo, e Eva
alla sommità. Il peccato originale è narrato
sul lato destro e culmina con la cacciata di
Adamo e Eva dal Paradiso terrestre.
Sotto, nella stessa campata centrale, le figure
sul montante sinistro ( 1210 circa )
prefigurano, o preannunciano il sacrificio di
Gesù, il secondo Adamo. Le figure sono, da
sinistra a destra: Melchisedec, come Cristo
sacerdote e re, che tiene un calice contenente
pane e vino; Abramo che si appresta a immolare
il figlio Isacco, così come Gesù sarebbe in
seguito stato sacrificato dal Padre; Mosè, il
legislatore, che addita il serpente di bronzo,
con cui aveva guarito le persone morse dalle
serpi velenosi nel deserto e perciò un simbolo
di Cristo sulla croce; Aronne che uccide un
agnello, un altro simbolo del sacrificio, un
altro simbolo del sacrificio di Cristo, e
infine, il re Davide, profeta della passione di
Cristo che porta la lancia e la corona di spine.
A destra, sul lato opposto, sono Isaia e
Geremia, i profeti del Vecchio Testamento, e
Simeone che disse a Maria, "una lancia
trafiggerà anche il tuo cuore"; segue la
figura stanca, di Giovanni Battista, che addita
l'Agnello del Sacrificio, e infine Pietro con la
chiavi in piedi sopra una roccia. Il suo calice
(infranto) adesso contiene il sangue e il corpo
di Cristo.

Le
figure centrali, sul pilastro mediano, sono i
genitori di Maria, Anna e Gioacchino, e sopra la
centrale sono scolpite le scene della morte e
dell'Assunzione della Vergine e l'incoronazione
in Paradiso. La campata destra contiene altre
figure del Vecchio Testamento, Baalam e l'asina,
la Regina di Saba e Salomone a sinistra, e Gesù
ben Sirach , Giuditta e Giuseppe a destra.
Le scene della natività sono nella campata
sinistra con l'Annunciazione e la Visitazione
sui due lati della porta. La nascita di Gesù e
l'adorazione dei Magi sono scolpite
sull'architrave e sul timpano al di sopra della
porta. Il piano delle sculture del portale sud
è chiarissimo. Gesù con la mano sollevata, che
insegna, è la figura centrale. Ai Suoi lati
sono i 12 apostoli che propagarono i Suoi
insegnamenti, mentre alla Sua destra sono i
martiri e alla Sua sinistra sono i Santi.
Questo vasto programma iconografico culmina in
alto con la seconda venuta di Cristo per
giudicare i vivi e i morti. Le anime redente
guadagnano il Paradiso e quelle dannate bruciano
nelle fiamme dell'Inferno.
Se alla gente del Medioevo le vetrate
ricordavano le pietre preziose, che adornano le
mura della città di Dio, secondo la descrizione
di San Giovanni, i portali scolpiti e i portici
esterni, riccamente decorati e dipinti, le porte
di questa città, costruita sulla terra,
rappresentano le Porte del Paradiso. Questa non
è un'esagerazione, perché nel Medioevo, nel
giorno della consacrazione, una nuova chiesa
veniva paragonata alla Gerusalemme Celeste, e
venivano letti ai fedeli passi pertinenti tratti
dal libro dell'Apocalisse.
IL
LABIRINTO
- Il labirinto di Chartres, opera del XII secolo, è una figura geometrica
circolare inscritta in larghezza sul pavimento
della navata centrale. La
figura circolare in bianco e nero, disegna un
percorso lungo 261,5 m. e largo 13 m. che va
dall’esterno all’interno del cerchio con una
successione di curve e archi concentrici.
Si
sa che il labirinto rappresenta il cammino
simbolico che porta l’uomo dalla terra fino a
Dio, è un sancta
sanctorum che facilita il cammino interiore
verso il centro divino (punto di arrivo ma anche
di partenza) attraverso la preghiera. Il
percorso del
labirinto infatti non consiste solo nel andare
verso il centro, ma anche a ripartire da lì. Il
pellegrino è invitato a seguire la linea
tracciata davanti a lui, in modo da salire verso
il coro della cattedrale, verso oriente, cioè
la luce (evitando così un viaggio, spesso
pericoloso, verso i luoghi di pellegrinaggio).
Il
percorso è
anche un omaggio alla nascita e alla rinascita
umana; tant’è che il numero delle mattonelle
del labirinto corrisponde ai giorni della
gestazione femminile. Un tempo, i pellegrini percorrevano
in ginocchio il tracciato del labirinto di
Chartres, che sostituiva il viaggio in
Terrasanta, per ottenere le indulgenze.
Un'ulteriore
curiosità è data dalla corrispondenza delle
dimensioni del rosone della parete della
facciata della cattedrale con le dimensioni del
labirinto. Infatti, se la parete fosse
incernierata alla base e si potesse chiudere
come un libro, il rosone coinciderebbe
perfettamente con il cerchio del labirinto e la
parte centrale del fiore, dove si arriva dopo il
percorso di rinascita, coinciderebbe con un
disegno che si trova al centro del rosone: il
Giudizio Universale.
Ancora
oggi, ma solo in occasione delle celebrazioni in
onore della Vergine Maria, è possibile
camminare a piedi nudi su di esso. Fa rabbia che
nel resto dell’anno i meandri siano coperti
dalle sedie. Non c’è da stupirsi di ciò; la
Chiesa non vede di buon occhio il labirinto
perché è un simbolo esoterico e alchemico.
LA
CRIPTA - La
cripta di Fulberto del XI secolo venne
rafforzata, soprattutto nell'abside, con il
raddoppio del muro intorno alle tre ampie
cappelle a volta di botte e con l'aggiunta alla
fine del 1100 delle cappelle con volta a
costola. L'alternarsi nella cripta delle
cappelle gotiche e di quelle romaniche ampie,
determinò sia la forma semicircolare
dell'abside della cattedrale gotica sovrastante
sia la disposizione a raggiera delle cappelle,
mentre le lunghe gallerie dalle volte a
costoloni sottostanti le navate della cattedrale
gotica ne determinarono l'ampiezza e
l'orientamento. Quanto alla lunghezza, essa è
dovuta alla decisione di conservare il portale
dei Re del 1110 e le torri che lo
fiancheggiavano. Gli architetti gotici fecero il
lavoro di espansione in due modi : prima con
l'aggiunta di un vasto transetto, cosicché la
pianta formasse simbolicamente una croce latina,
e poi costruendo in altezza.
Lo spazio interno è articolato su tre ordini,
con le arcate, il triforio e la parete
finestrata. Il piano inferiore, o arcata, è
costituito da una serie di archi a sesto acuto
nella navata, nel transetto e nel coro. Essi
sorreggono il triforio, uno stretto loggiato
orizzontale con una fila di eleganti colonnine
che sostituiscono i pesanti matronei delle
cattedrali più antiche. La parete finestrata
prende luce da una serie di ogive, sormontate da
un piccolo rosone.
Le nervature a croce, con tonde pietre scolpite
nell'incavo, dividono il soffitto in volte
rettangolari quadripartite. Nel punto in cui le
nervature e gli archi trasversali si appoggiano
sulla fiancata dell'edificio, gli archi rampanti
esterni ne neutralizzano la spinta. Questa
realizzazione permise non solo di costruire un
edificio più alto, ma anche di aprire le pareti
come prima mai nessuno avrebbe osato fare e di
riempirle con le vetrate per farle sembrare come
le mura della Gerusalemme celeste "ornate
di ogni sorta di pietre preziose" (
Apocalisse XXI, 19-20 ).
La cattedrale attuale risulta dalla sovrapposizione di sette edifici di
epoche differenti, collocati su di un antico
luogo di culto druidico dei Carnuti. Le parti
non utilizzate come fondazioni per le
costruzioni successive hanno formato due cripte
concentriche che è possibile oggi visitare. Ciò
permette di osservare le fondamenta e gli
affreschi del XII secolo, così come quelli
risalenti alle prime costruzioni. Vi
si ammira anche una statua della "Vergine
con Bambino" nera, replica di una statua
medievale distrutta da un incendio.
LA
CRIPTA INTERNA - I primi cristiani edificarono dal IV all'XI secolo diversi santuari,
successivamente distrutti dagli incendi o dalle
persecuzioni religiose. Un resto di muro,
generalmente attribuito all'epoca gallo-romana,
ricorda la prima chiesa, ma non rimane niente di
quella del VI secolo, né di quella distrutta
nell'858 dai Normanni. Per
contro la cripta della chiesa carolingia
edificata da Gisleberto nel IX secolo esiste
tuttora. Porta il nome di caveau Saint-Lubin
e si trova sotto il coro
della cattedrale attuale.
LA
CRIPTA ESTERNA -
Questa seconda, chiamata crypte
Saint-Fulbert, che circonda la precedente,
parte da un campanile e compie il giro
dell'edificio. Datata
all'XI secolo, con i suoi
230 metri
di lunghezza e i 5-6 metri di larghezza, è la
più grande cripta di Francia.
Partendo
dall'estremità della galleria nord, si arriva
alla cappella di Notre-Dame Sous-Terre,
probabilmente il più antico santuario mariano
del
mondo, dove si può contemplare una riproduzione
recente della statua di un'antica Madonna, il
cui originale, bruciato dai rivoluzionari nel
1793, era probabilmente la raffigurazione di una
divinità femminile risalente ai tempi dei
druidi.
La
galleria diventa semicircolare sotto l'abside e
si apre su tre profonde cappelle romaniche,
inquadrata da quattro più piccole cappelle
gotiche del XIII secolo. Vi si trova il pozzo
detto des Saints-Forts (30 metri di
profondità), costruito su una base quadrata
gallo-romana, la cui acqua nel Medioevo era
famosa per possedere virtù miracolose. C'è chi
giura che la sua profondità totale sia
esattamente pari alla volta della cattedrale.
Nella
galleria sud si osserva un affresco del XII
secolo rappresentante la cattedrale romanica
dell'epoca.
LA
VERGINE DEL PILASTRO - Questa statua in legno di pero è datata intorno al 1540, era un tempo parte
di un coro andato distrutto nel XVIII secolo.
I
DONI DEI MERCANTI - Anche
se Chartres non divenne un comune che alla fine
del 1200, era una cittadina molto prospera che
veniva amministrata insieme dal conte e dal
vescovo, il che talvolta causava attriti.
Con
il declino del sistema feudale ci si allontanò
progressivamente dalle campagne, attirati dalle
città che si andavano sviluppando e che
divennero centri di commercio sempre più
importanti. Questo era avvenuto anche a Chartres
dove, proprio appena prima dell'incendio del
1194, erano stati eretti nuovi bastioni di
difesa per contenere la popolazione,
specialmente lungo il fiume.
Nei
quattro giorni delle festività di Maria, cioè
la Natività, l'Annunciazione, la Purificazione
e l'Assunzione, si tenevano grandi fiere e certi
mercanti godevano dei privilegi e della
protezione che loro derivava dalla vicinanza
della cattedrale che, quasi una città dentro la
città, era al di fuori della giurisdizione del
conte. Il rapporto fra il capitolo della
cattedrale e i commercianti della città era
amichevole.
Le confraternite dei mercanti donarono 42
finestre per la nuova cattedrale e le loro
"firme", cioè oltre un centinaio di
scene che illustrano le loro occupazioni,
costituiscono un affascinante documento della
vita quotidiana all'inizio del 1200. I doni
continuarono ad affluire copiosi e questo
permise ben presto di spazzar via le rovine
della cattedrale distrutta, cosicché i maestri
muratori e gli operai istallarono le loro
fabbriche e cominciarono la ricostruzione. Le
costruzioni furono completate talmente
rapidamente che nel 1220, Guglielmo il Bretone,
cronista di corte, scrisse nella sua
"Filippi" sulla nuova cattedrale:
"...niente in tutto il mondo può
eguagliare la struttura, le dimensioni e la
decorazione di questa cattedrale...la Madre di
Cristo ha un amore particolare per questa
chiesa...niente brilla più intensamente oggi di
questo edificio che si innalza nuovo e completo."

IL
RECINTO DEL CORO - Interamente scolpito (40 gruppi, in totale 200 statue) da Jehan de Beauce
agli inizi del XVI secolo, il programma
iconografico è di stile Rinascimentale ed evoca
gli episodi della vita di Gesù e della Vergine
Maria.
IL
VELO DELLA VERGINE - Si tratta di una reliquia molto importante che fu offerta nell'876 alla
cattedrale da Carlo il Calvo, imperatore del
Sacro Romano Impero. Secondo la tradizione,
questo velo è la camicia che portava Maria al
momento dell'Annunciazione, quando concepì il
Verbo.
Questa
importante reliquia fu meta di numerosi
pellegrinaggi. Durante
l'incendio della vecchia chiesa, nel 1194, si
credette che la reliquia fosse andata perduta ma
venne ritrovata intatta: questo fu interpretato
come il fatto che la vergine Maria desiderava
una chiesa più grande per la sua reliquia e così
si spiegano l'entusiasmo e la rapidità con cui
la nuova cattedrale fu costruita.
La reliquia era custodita in
una cassa di grande valore, ma i gioielli furono
venduti durante la rivoluzione. Anche
il velo fu tagliato in diverse porzioni, che
furono vendute. Un'esperta di tessuti ha
confermato la sua datazione, che risale all'alta
antichità. D'altra
parte è credibile che la vergine Maria,
discendente dalla famiglia reale di Davide e di
Salomone per i suoi due genitori, sant'Anna
(della tribù di Aronne) e san Gioacchino (della
tribù di Giuda), avesse portato un vestito di
seta di un tale valore. Il
velo è sempre esposto nel deambulatorio, al
lato nord, in una delle cappelle absidali.
Notre-Dame di Chartres resta
un luogo di pellegrinaggio importante ancora
oggi, principalmente grazie all'infatuazione per
la strada di Santiago di Compostela, di cui
Chartres è una tappa per i pellegrini che
vengono dal Nord per la via di Parigi.
LE
VETRATE
- La cattedrale di Chartres
possiede ad oggi le vetrate più importanti
risalenti al XIII secolo, che presentano un
colore blu inimitabile. Comprese
le rosette, le 176 vetrate coprono una
superficie di
2500 m²
. Raffigurano
principalmente santi e personaggi biblici: Noè,
Giuseppe, il buon samaritano, il figliol
prodigo, ma anche episodi della leggenda
aurea di Jacopo da Varazze.
La
maggior parte delle vetrate delle
centosettantasei finestre di Chartres fu
realizzata tra il 1200 e il 1235 circa. I loro
vetri istoriati, che occupano una superficie di
oltre 2000 metri quadrati, rappresentano una
preziosa testimonianza della raffinatezza
raggiunta in quest'arte nel periodo in cui
l'architettura gotica permise di ampliare la
superficie riservata alle finestre e,
conseguentemente, di creare all'interno delle
cattedrali effetti di luce fino ad allora
sconosciuti.
I
soggetti rappresentati nelle vetrate
dell'emiciclo del coro, della facciata
occidentale e dei transetti mostrano, però,
come queste non avessero solo una funzione
esornativa, ma mirassero anche a trasmettere
messaggi religiosi. Le cinque finestre
dell'emiciclo sono unite dal tema mariano,
appropriato all'intitolazione della cattedrale,
e mostrano l'Annunciazione, la Visitazione, la
Vergine col Bambino e le figure dei profeti che
annunciarono la nascita della Vergine.
I
temi delle vetrate della facciata ovest e dei
transetti si riallacciano a quelli delle
sculture dei rispettivi portali: sulla facciata
spiccano per i loro colori caldi e profondi le
vetrate del XII secolo, che rappresentano
l'Albero di Jesse, la Natività, la Passione e,
al di sopra, il Giudizio universale; nel rosone
del transetto nord (successivo al 1223) sono
ritratte figure veterotestamentarie, i dodici re
della Giudea e i dodici profeti; nella finestra
a ogiva sottostante figurano sant'Anna con Maria
bambina, a destra Salomone e Aronne e a sinistra
la coppia simmetricamente composta da un re e da
un sacerdote, David e Melchisedec.
Le
vetrate del transetto sud (1217-1225 circa)
propongono nel rosone un'Apocalisse e, nelle
finestre ogivali sottostanti, gli evangelisti, i
profeti e la Vergine col Bambino: una
figurazione che legando i quattro Evangelisti ai
quattro profeti maggiori (Geremia, Isaia,
Ezechiele e Daniele) propone l'Antico Testamento
come prefigurazione del Nuovo.
Queste
vetrate erano realizzabili soltanto se qualcuno
se ne assumeva l'onere finanziario. Il rosone
meridionale, per esempio, fu donato alla
cattedrale da Pierre Mauclerc, conte di Dreux,
come mostra la presenza dei suoi simboli
nobiliari nella decorazione; quello
settentrionale fu offerto dalla casa regnante,
le cui insegne, il giglio di Luigi IX e i
castelli di sua madre.
Bianca
di Castiglia, sono rappresentate nei mosaici del
pavimento. Ma a commissionare questi capolavori
non furono solo sovrani, prelati e nobili, ma
anche le corporazioni che, oltre a far effigiare
i loro santi protettori e le loro devozioni, vi
fecero riprodurre le arti e i mestieri. Le
vetrate forniscono così anche una vivace
riproduzione realistica della vita urbana
nell'epoca in cui le città si risvegliavano da
un letargo secolare e consideravano le
cattedrali il simbolo della loro ascesa.

La
Cattedrale dei Segreti
Esistono
dei luoghi nei quali bisognerebbe entrare almeno
una volta nella vita: luoghi particolari che
nascondono una storia particolare, luoghi che
sembrano coinvolgere storie segrete e
antichissime, luoghi in cui la spiritualità è
quasi palpabile, luoghi come la leggendaria
Cattedrale di Chartres.
La
storia della Cattedrale di Chartres sembra
antica quanto il tempo stesso, di sicuro il
fuoco è l'elemento centrale. per quattro volte
questo luogo di culto venne raso al suolo e per
quattro volte venne ricostruito, sempre più
forte. L'ultimo devastante incendio avvenne la
notte dell'11 giugno 1194 e ciò che avvenne
subito dopo ha semplicemente dell'incredibile.
Le
prime tracce di una chiesa sul poggio di
Chartres sembrano però risalire addirittura a
500 anni prima di Cristo. Il luogo di culto
avrebbe ospitato riti druidici, riti che
probabilmente adoravano una Vergine del
sottosuolo. La struttura venne distrutta una
prima volta nell'anno 743 e poi dai Normanni nel
858.
Pochi
anni dopo, nell'876, nella cattedrale giunse il
Velo della Vergine, una preziosissima reliquia
che l'imperatore Carlo II volle fortemente fosse
custodita a Chartres. Si tratta della veste che
avrebbe indossato Maria al momento
dell'Annunciazione. Di certo c'è che quando la
Chiesa bruciò e crollò altre due volte, nel
1020 e nel 1194, il Velo venne sempre ritrovato
intatto, il che venne interpretato dai fedeli
dell'epoca, come un segnale che la vergine
desiderasse un santuario più grande. Cosa che
avvenne puntualmente, proprio nel 1194, e che fu
solo l'inizio di una serie di misteri ancora
oggi indecifrabili.
Il
luogo in cui sorge Chartres sembra avere quella
che viene definita una potentissima energia
spirituale. Per secoli migliaia di pellegrini
attraversarono l'Europa a piedi solo per
raggiungere questo luogo, ben prima che vi
sorgesse l'attuale cattedrale. Si può dire che
tutti i luoghi importanti della terra, e
Chartres è un luogo peculiare, hanno delle
origini spirituali.
I
Celti erano una popolazione che vedeva lo
spirituale nella natura e quindi hanno trovato
la peculiarità di questo luogo che sorge in una
piana calcarea e proprio dove sotto la
cattedrale c'è un promontorio di granito che
sfonda questa piana calcarea. Quindi a Chartres
i Celti individuarono questa polarità tra
granito e calcare che è una polarità che
ritroviamo in moltissimi luoghi misterici
precristici dell'umanità, per esempio la
troviamo a Stonehenge dove i Celti issarono dei
menhir granitici o la troviamo nella Piana di
Giza, dove la Grande Piramide fu costruita da
massi di granito.

All'ingresso
nord di Chartres si può ammirare il portale
degli Iniziati o dell'Alleanza. Su questa parte
esterna della cattedrale sono stati versati
fiumi di inchiostro perché per ben due volte
compare la scritta "Arca", in un
latino strano, che sembrerebbe sbagliato. Una
colonna del portale mostra il trasporto
dell'arca con sotto l'iscrizione "ARCHA
CEDERIS", L'altra invece raffigura un uomo
che nasconde sotto un velo l'arca. L'iscrizione
è "HIC AMITITUR ARCHA CEDERIS".
Secondo l'interpretazione classica
significherebbe "Qui, si afferma, tu
lavorerai per l'arca". Un'altra fantasiosa
spiegazione immagina che la scritta sia in realtà
volutamente sbagliata e storpiata; una sorta di
cifratura che racchiude invece una frase da
brividi. Bastano infatti pochi scambi di
consonanti per leggere "HIC AMICITUR ARCHA
FOEDERIS" ovvero "Qui è nascosta
l'Arca dell'Alleanza".
Ritornando
indietro di 900 anni si ripercorre la storia di
9 cavalieri provenienti dalla Francia e dal
Belgio, i nove leggendari cavalieri che nel 1118
lasciano tutto e si dirigono a Gerusalemme: Ugo
di Payens, fondatore ufficiale dell’ordine del
Tempio di cui fu il primo Gran Maestro, Godefroy
de Saint-Omer, di origine fiamminga, Andrè de
Montbard, zio di San Bernardo con il quale ebbe
rapporti preferenziali, Payen de Montdidier e
Archambaud de Saint Amand. Gli altri sono noti
solo con il nome di battesimo (Gondemare, Rosal,
Godefroy e Geoffroy Bisol).
I
cavalieri si fanno ricevere da re Baldovino II e
gli propongono di fare da scorta a dei
pellegrini. Non sono religiosi, non fanno parte
di un esercito, ma vogliono fondare un ordine.
Incredibilmente il re non solo accetta, ma li
ospita nell'antico Tempio di Re Solomone. I
cavalieri fanno in modo di allontanare tutti
quelli che risiedono a palazzo e iniziano a
scavare, riportando alla luce le scuderie di Re
Salomone. Tutti sono legati in qualche modo a
San Bernardo di Chiaravalle, il cistercense, che
scriverà per loro La Regola e il loro ordine
diventerà l'ordine dei Cavalieri Templari.
Nel
1128 però succede qualcosa: sei dei nove
cavalieri fanno ritorno in Francia, formalmente
per recapitare un messaggio di re Baldovino al
Concilio di Rouen. E' probabile però che
fossero in sei perché dovevano scortare
qualcosa di molto più prezioso di un messaggio,
qualcosa che forse avevano avuto ordine di
trovare nei sotterranei inviolati del Tempio di
Salomone.
L'unica
cosa certa e che il ritorno dei cavalieri
templari coincide con una nuova conoscenza in
Europa: nascono le cattedrali gotiche, libri di
pietra dalle volte vertiginose; calcoli
costruttivi mai realizzati sino ad allora
diventano la base per 200 costruzioni in tutta
la Francia. Le cattedrali
gotiche
appaiono contemporaneamente alla nascita dell’ordine
dei Templari e per la loro costruzione
sono necessarie ingenti somme di denaro,
raccolte anche grazie alla generosità del
popolo e dei signori. Ma le offerte certamente
non possono bastare per la costruzione di
edifici così imponenti. L’ipotesi più
probabile è che i Templari
vollero le cattedrali
gotiche e che quindi le abbiano pagate.
In questo caso essi sarebbero stati oltre che i
suggeritori anche i finanziatori.

La
pianta della cattedrale è la stessa che si
ritrova nelle prime eccezionali costruzioni
gotiche: 3 navate interrotte dal transetto.
Chartres è la più grande opera gotica di tutta
la Francia, lunga 200 metri all'esterno, con
un'altezza interna di 37 metri, più alta della
nota Notre Dame di Parigi. Raggiunge i 115 metri
di altezza con le sue torri asimmetriche.
Il
Profeta Ezechiele racconta come Dio mandò un
angelo per dettargli le misure del nuovo tempio
e che esso doveva misurare 111 cubiti: il tempio
dove sarebbe stata custodita l'Arca
dell'Alleanza. A Chartres il 111 è presente
specialmente nei suoi fattori primi. La
larghezza della navata è di 37 metri, la
lunghezza è il doppio esatto (74 metri),
sommate danno 111 e 37 sono anche i metri di
profondità a cui si trova il pozzo dalle acque
miracolose, all'interno della cripta. Queste
sono solo alcune delle relazioni che si
ritrovano nell'architettura di Chartres: una
cattedrale costruita sui numeri. Gli stessi
numeri sembrano emergere da altri imponenti
monumenti del pianeta come Castel del Monte o la
Piramide di Giza.
Una
controversa teoria ipotizza che le cattedrali
gotiche francesi dedicate a Notre Dame, ovvero
alla Madonna, riproducano sulla terra la
costellazione della Vergine, proprio come le
Piramidi di Giza sembrano riprodurre la Cintura
di Orione, o i templi cambogiani di Angkor Vat
la costellazione del Drago. le cattedrali di
Evreux, di Rouen, di Reims, di Amiens, di
Bayeux, di Parisi, tutte farebbero parte di un
unico, grande, incredibile disegno: un mistero
che assume proporzioni inimmaginabili.
Un
disegno scritto nelle stelle, una profezia
avverata, un luogo dai poteri antichissimi e
magici, un tesoro nascosto in un luogo dove è
vietato scavare: Chartres è l'unica cattedrale
in cui non sia sepolto un re, un cardinale o un
vescovo; in questa zona i canonici hanno sempre
rifiutato di seppellire corpi. Una dote di
conoscenze e denaro sorprendenti per l'epoca e
per le piccole dimensioni di questo borgo; una
serie di indizi che fanno pensare a leggende
come il Sacro Graal e l'Arca dell'Alleanza.
Tutto sembra convergere qui, in questo luogo
magico, una verità racchiusa tra i 37 metri
della volta e i 37 metri di profondità del
pozzo.
La
cattedrale di Chartres cela molti piccoli
misteri, non ultimo lo scopo del grande lastrone
rettangolare disposto di traverso rispetto alle
altre pietre nell'ala ovest del transetto sud. A
mezzogiorno del solstizio d'estate, un raggio di
sole brilla attraverso un vetro trasparente
della finestra a pannelli colorati di
Sant'Apollinare e illumina con precisione il
vistoso tenone della lastra, collocata
evidentemente in quella posizione per deliberato
accordo tra l'astronomo, il geometra, il vetraio
e il tagliapietre.
La
pianta di Chartres fu probabilmente concepita
secondo proporzioni che ubbidiscono alla legge
del Numero Aureo, il 1618. Le distanze tra le
colonne, e le lunghezze della navata, dei
transetti e del coro, sono tutte multiple del
Numero Aureo.
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