Cattedrale di Chartres
Francia 

PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 1979

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Vista da lontano, la cattedrale di Notre Dame di Chartres sembra un vascello misterioso velato dalla distanza che naviga sulla distesa ondeggiante dei campi di grano. E solo all'ultimo momento, al di là del ciglio dell'ultima collina, che si rivela improvvisamente la città, distesa ai suoi piedi come una coperta lavorata a patchwork, con toppe di tetti punteggiati di tegole, pinnacoli, tetti aguzzi e campanili. Le strade strette, fiancheggiate da case in legno e malta di calce, scendono verso il fiume che è attraversato da una serie di ponti a schiena d'asino. E per queste strade tortuose e su questi ponti che per un millennio sono passati, salmodiando, i pellegrini che si recavano a rendere omaggio alla Regina dei Cieli nella sua dimora terrestre. Qui venne San Bernardo a bandire una Crociata e qui venne a farsi incoronare re il francese Enrico IV. Ed è qui che venivano gli studenti ad ascoltare l'insegnamento dei maestri di Chartres.

Dedicata a Notre-Dame, la Madonna, la cattedrale di Chartres sorge in una regione in cui la pratica di culti religiosi è testimoniata fin da tempi molto antichi. In particolare, nel luogo in cui oggi sorge la cattedrale, nel I secolo d.C., i Druidi, ossia i sacerdoti celtici della Gallia e della Bretagna, fondarono un collegio a Chartres, e la località divenne un centro d’insegnamento druidico. Il tumulo e il dolmen acquistarono nuovo significato: quando una visione profetica informò i sacerdoti che una vergine stava per dare alla luce un bambino, essi intagliarono nel tronco di un pero un'immagine della fanciulla con l'infante seduto sulle ginocchia. Dopo di che collocarono la statua accanto al pozzo e alla fonte di energia all'interno del dolmen, e la battezzarono 'Vergine Sotterranea'.

L'iscrizione fu modificata più tardi in 'Virgini pariturae', ossia la Vergine che partorirà un bambino. Quando i primi cristiani giunsero a Chartres, nel III secolo, videro la scultura della Vergine, ormai annerita dal tempo e situata in una grotta, e la adorarono come la Vergine Nera. La chiesa che costruirono sul luogo fu consacrata alla Madonna, come tutte le altre chiese e cattedrali erette successivamente. La nicchia fu detta 'Grotta dei Druidi' e fu inglobata nella cripta della chiesa, e, per ragioni che ignoriamo, il pozzo accanto ad essa fu denominato 'Pozzo dei Forti'.

Dalle testimonianze archeologiche sappiamo che Autricum, la Chartres romana, costruita sulle rive del fiume Autura, ora Eure, era una città piuttosto importante, con un anfiteatro e due acquedotti. Ma non sappiamo nulla della sua storia religiosa, né della sua evangelizzazione da parte dei primi cristiani. Il primo riferimento ad una cattedrale è solo del 743, anno in cui Unaldo, duca di Aquitania, essendosi scontrato con i figli di Carlo Martello, saccheggiò la città distruggendone la cattedrale. 

La seconda cattedrale di cui si abbia notizia e fin da allora dedicata a Maria, fu bruciata da un vichingo, Hastings, che mise a ferro e fuoco la città nel 858. La terza, rapidamente costruita, fu probabilmente consacrata nell'876 quando Carlo il Calvo, nipote di Carlo Magno, donò a Chartres la famosa reliquia di Santa Camisia che ora si trova nel tesoro della cattedrale. Questo pezzo di tela che si credeva Maria avesse portato quando aveva dato alla luce Gesù, fece ben presto di Chartres uno fra i più famosi santuari, meta di pellegrinaggi, di tutta l'Europa medievale. 

Gli abitanti erano consapevoli che la reliquia non solo rappresentava una notevole fonte di reddito, ma che, grazie ad essa, essi stessi e la città erano protetti da Maria. Così, quando nel 911 Chartres venne assediata da un altro guerriero vichingo, Rollone, il vescovo, Gantelmo, portò in processione la reliquia sui bastioni della città. Questo fece sì che Rollone abbandonasse l'assedio, stipulasse la pace con il re Carlo III, si convertisse al cristianesimo e ricevesse l'investitura di primo duca di Normandia (a tutt'oggi il sepolcro nel quale questi riposa e custodito nella navata di sinistra della cattedrale di Rouen, in Normandia ). 

Il suo discendente, Riccardo, duca di Normandia, approfittando in seguito dell'assenza di Teobaldo il Baro, il più famoso dei conti di Chartres, saccheggiò e bruciò quasi tutta la città nel 962.

A quell'epoca le opere di difesa della città correvano in alto lungo la cresta della collina al di sopra del fiume Eure, estendendosi dalla cattedrale e dal castello dei conti (distrutto poi tra il 1812 e il 1817) fino al punto in cui oggi si trova l'abside della chiesa di Saint-Aignan. Il monastero di Saint-Pere-en-Vallèe, famoso per il suo insegnamento, si trovava però al di fuori delle mura della città. I monaci benedettini dovettero abbandonarlo durante la rivoluzione francese, ma la chiesa esiste ancora, benché il nome originario di Saint-Pere-en-Vallèe si sia trasformato in Saint-Pierre (San Pietro).

La fama intellettuale di Chartres aumentò con l'arrivo nel 990 di Fulberto, il "venerabile Socrate dell'Accademia di Chartres" , venuto ad insegnare alla scuola della cattedrale. Nei duecento anni successivi essa fu una delle massime istituzioni scolastiche dell'Europa medievale finché, con la fondazione dell'Università di Parigi nel 1215, non iniziò il suo declino. Sotto il vescovo Fulberto un grande incendio distrusse la cattedrale nel settembre del 1020. Entro il 1024 si era già completata una cripta nuova, grandissima, la più grande costruita in Francia ancor oggi. Con i capitali messi a disposizione da Roberto re di Francia, da Canuto re di Inghilterra e di Danimarca, da Guglielmo IV duca di Aquitania, da Riccardo duca di Normandia e da Eudes, conte di Chartres-Bois, la nuova cattedrale romanica era quasi ultimata alla morte di Fulberto nel 1028. Fu a causa di un altro incendio avvenuto nel 1030 che si dovette aspettare fino al 1037 per la cerimonia di consacrazione.

Un secolo più tardi, sotto i vescovi Goffredo di Leves (1115 – 1149) e Goslein de Musy (1149 – 1156) la cattedrale di Fulberto venne ampliata sul lato ovest, dapprima con la costruzione di una torre campanaria isolata a nord – ovest che in origine aveva una cuspide di legno. Poi nei decenni che seguirono si costruì la torre meridionale, con un'elegante cuspide ottagonale di pietra che si elevava altissima sulla chiesa di allora, assai più bassa di quella attuale.
In questa fase costruttiva, oltre alle due torri della facciata si pensava di erigerne altre sette - due all'attacco dell'abside, due per ogni facciata del transetto e una sulla crociera - nessuna delle quali, però, vide la luce. Esse avrebbero dovuto dare al tempio di Chartres un aspetto grandioso, simile a quello delle vicine cattedrali di Tournai e di Laon. Le due torri esistenti furono concepite ed edificate separatamente, in un arco di tempo piuttosto lungo.

Le cripte vennero allungate per portarsi fino alle due nuove torri, fra le quali venne eretto un magnifico portale scolpito detto Portale dei Re. La schiera delle rigide figure del portale ovest sembra stia per cominciare a rappresentare uno dei misteri medievali; sui gradini della cattedrale e sopra le teste delle singole figure sono disposte oltre 200 figurine che narrano i grandi misteri della nascita e morte di Cristo, l'Ascensione e il ritorno in gloria alla fine dei tempi, con brevi intervalli per narrare le fatiche umili e intellettuali di questo mondo

Nella notte del 10 giugno 1194 un altro incendio distrusse la città di Chartres e la cattedrale fu ridotta ad un ammasso di ceneri. Si salvarono solo le cripte, le due torri occidentali appena completate e il portale dei Re. Il resoconto viene da un libro del ‘300. Vi si narra che dapprima la gente fu presa da disperazione, pensando che la preziosa reliquia della Madonna fosse andata distrutta nell'incendio e che perciò la città avesse perso la protezione di Maria. Ma il terzo giorno il cardinale Melior, di Pisa, un ambasciatore del Papa, che si trovava a Chartres la notte dell'incendio, fece radunare la popolazione davanti alle rovine della cattedrale e, mentre esortava i fedeli a ricostruire un santuario nel nome di Maria, si vide apparire una processione che portava la reliquia sana e salva. Il cardinale proclamò allora che quello era un segno irrefutabile della volontà della Madonna di avere una chiesa ancora più splendida e questo fece rinascere subito un grande fervore di ricostruzione.

La popolazione andava alle cave di Bercher les Pierres, caricava pesanti blocchi di pietra sui carri e li trascinava per otto chilometri fino al cantiere della nuova cattedrale. Nei cinque anni che seguirono il vescovo Regnaud de Mouçon e il Capitolo della cattedrale rinunciarono alla maggior parte del loro cospicuo reddito per aiutare la ricostruzione. Il re Filippo Augusto, recatosi a Chartres nel 1210, fornì loro ogni anno i fondi necessari alla costruzione del portale Nord e lo stesso fece suo figlio Luigi VIII, alla moglie del quale, Bianca di Pastiglia, regina di Francia dal 1226 al 1236, si deve il dono del rosone della vetrata settentrionale e delle ogive. San Luigi, loro figlio, fece dono della parete divisoria fra la navata e il coro, disgraziatamente demolita nel XVIII secolo.

Riccardo Cuor di Leone, benché in guerra con Filippo Augusto, permise al clero di raccogliere offerte in Inghilterra. Altri benefattori furono un re di Pastiglia, probabilmente Ferdinando III, che è ritratto in una delle vetrate del rosone del coro, insieme al principe Luigi di Francia, figlio di Filippo Augusto ed altri cavalieri in arcione, tutti rivolti ad Oriente, come in punto di partire per una crociata in Terra Santa e recanti gli stemmi nobiliari dei Beaumont, dei Courtenay e dei Montfort. Pierre Monclerc, conte di Dreux e duca di Bretagna, fece dono del rosone meridionale ed è raffigurato insieme ad altri membri della sua famiglia vicino al suo stemma nobiliare. Altre vetrate del coro furono donate da Thibault VI, conte di Chartres.

La nuova cattedrale fu quindei riedificata con grande rapidità: la navata fu completata prima del 1210, il coro entro il 1220, i bracci del transetto poco dopo il 1230. E nel 1260 la chiesa fu consacrata da Luigi IX, il futuro santo.  

Nel corso della costruzione, il progetto originario del 1194-1195 subì qualche modifica, dovuta all'avvicendarsi di diversi, ignoti architetti, anche se la concezione generale del tempio rimase fedele ai principi dell'arte gotica che si andavano prepotentemente affermando. Costruita in pietra calcarea, la grandiosa cattedrale combina infatti la planimetria di Notre-Dame di Parigi e quella di Saint-Denis: il suo corpo longitudinale (lungo 130 metri), suddiviso in tre navate, è compreso tra il blocco della facciata occidentale e la zona del coro, tripartito e con quattro campate, concluso da un doppio ambulatorio con sei cappelle radiali. Sul corpo principale si innesta il transetto, che riprende invece il modello della cattedrale di Laon, anch'esso articolato in tre navate e di dimensioni monumentali.  

L'interno si sviluppa verticalmente su tre livelli. Nel registro inferiore sono presenti grandi arcate ogivali e pilastri a fascio, costituiti da un nucleo centrale circondato da quattro colonne che si alzano fino a prolungarsi, all'altezza dell'abaco, nelle nervature delle ampie volte oblunghe. Al di sopra delle arcate corre orizzontalmente per tutta la chiesa il triforio, uno stretto corridoio con un ordine di archi continuo, sovrastato dall'altissimo cleristorio, cioè lo spazio murale al di sopra degli archi longitudinali, interamente occupato in ogni campata da due finestre sovrastate da un rosone polilobato.  

All'esterno, le spinte di queste vertiginose strutture architettoniche sono bilanciate da archi rampanti. A Chartres, queste strutture statiche furono elaborate in forma nuova rispetto ai modelli: furono infatti costruite con due archi sovrapposti collegati da un'arcatella e completamente staccati dalle coperture delle navate minori. Questa innovazione, oltre a diventare un elemento formale capace di movimentare la massa esterna dell'edificio, permise di impostare le volte a crociera della copertura fino a un'altezza mai raggiunta prima dagli architetti gotici: 40 metri.  

Il sistema degli archi rampanti rese possibile l'innovazione più originale e ambiziosa introdotta a Chartres, cioè l'articolazione verticale tripartita. Le prime cattedrali gotiche, come quella di Saint-Denis o l'abbazia di Canterbury, erano divise in altezza in quattro fasce: in basso le arcate, sopra di esse la tribuna, quindi il triforio e infine le finestre, di dimensioni necessariamente ridotte. Per dare più luce all'edificio, secondo gli intenti dell'architettura gotica che rifletteva le idee misticheggianti della filosofia scolastica medievale, i progettisti di Chartres sacrificarono la tribuna e ridussero notevolmente le dimensioni del triforio, occupando tutto lo spazio rimanente con aperture assai estese, su due registri.

Fu così che, liberandola dalla funzione portante, la struttura muraria diventò a Chartres essenziale, quasi una gabbia che permetteva alla luce di penetrare nello spazio sacro elevato ad altezze vertiginose, come mai prima d'allora. Il teorico e restauratore ottocentesco Eugène-Emmanuel Viollet-le-Duc vide in questa cattedrale l'incarnazione della sua idea dell'architettura gotica: quella di una costruzione limpidamente razionale fondata sulla combinazione di archi ogivali, volte costolonate e archi rampanti.

Effettivamente, a partire dalla sua edificazione, questa cattedrale diventò un modello da imitare. La tribuna sparì dalle chiese gotiche francesi, che adottarono d'allora in poi la struttura verticale tripartita. I cantieri di Soissons (1197-1198), di Reims e di Amiens, ma anche di edifici la cui costruzione era già avanzata, come quelli di Meaux e di Rouen, seguirono l'esempio della cattedrale di Chartres, ivi compresa la parigina Notre-Dame, quando intorno al 1225 le sue parti superiori furono completamente rifatte.  

Assai minore, rispetto a quella riservata alle vetrate, fu la cura dedicata ai lavori in pietra e muratura all'interno della cattedrale. I capitelli dei pilastri, ornati da motivi vegetali, sono infatti di fattura piuttosto rozza, probabilmente perché si pensava che non fossero pienamente visibili nella penombra della zona bassa della chiesa.

La fama e l'importanza di Chartres, in effetti, non sono affidate esclusivamente alla sua struttura architettonica, ma anche alle immagini, dipinte e scolpite, che rappresentano esemplarmente la concezione medievale della vita nelle sue manifestazioni spirituali e morali, ma anche quotidiane e materiali. Inoltre, le figure scolpite nel portale principale e in quelli dei transetti avevano un importante compito religioso: quello di preparare i pellegrini all'ingresso nello spazio sacro e alla partecipazione ai riti e alle preghiere.

Il Portale reale, sulla facciata della cattedrale, accoglieva il fedele con una serie di immagini dedicate al tema della manifestazione del divino (teofania), mentre quelle dei transetti ponevano l'accento sul ruolo della Chiesa nella storia del mondo. Forse non è un caso che la decorazione scultorea di Chartres sia iniziata intorno al 1140, più o meno nel momento in cui la grande scuola teologica della cattedrale iniziava a declinare e in cui gli alti studi riservati al clero cedevano il passo all'esigenza di educare le grandi masse di visitatori.  

Mentre il Portale reale fu scolpito alla fine del XII secolo, durante la prima fase costruttiva di Chartres, i portali del transetto furono modellati quando la cattedrale venne ricostruita dopo l'incendio del 1194. Allora, infatti, Chartres fu concepita come una meta di pellegrinaggio, e per questo dotata di due transetti monumentali ognuno dei quali con tre portali sul prospetto, come la facciata principale. 

Per i rilievi di questi portali, il tema scelto fu il ruolo della Chiesa nella storia del mondo. Infatti, sebbene la fama di Chartres fosse da sempre legata al culto della Vergine, questa fu sempre celebrata non in sé, ma come simbolo della Chiesa e come legame tra Cristo e i suoi predecessori dell'Antico Testamento. 

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Il fatto che in nessun'altra cattedrale dell'epoca il senso del cammino storico della Chiesa militante, nel suo sforzo per trasformarsi in Chiesa trionfante, emerga con tanta forza come a Chartres, ha una giustificazione storica: i rilievi dei transetti furono in gran parte realizzati durante il pontificato di Innocenzo III (1198-1216), cioè negli anni in cui il papato raggiunse l'apice del suo potere temporale.  

La storia dell'umanità fu così ripartita fra i due transetti: quello settentrionale presenta il mondo ante Cristum natum, quello meridionale celebra l'era della Chiesa. Così, nel transetto nord, compaiono le figure dei precursori di Cristo (Melchisedec, Simeone, san Giovanni Battista), quelle degli antenati di Cristo (personaggi dell'Antico Testamento come Giobbe, che prefigurò l'infallibile sapienza della Chiesa e le sofferenze dei martiri), e infine, attraverso sant'Anna e la Vergine (la cui incoronazione è effigiata sul timpano centrale), è raffigurata la Natività di Cristo. Alcune immagini che si scostano dallo schema iconografico illustrato (ad esempio, alcuni santi di Chartres) o dallo stile delle altre, inducono tuttavia a pensare che qualche mutamento sia intervenuto nel programma iniziale.

Il transetto sud, con il suo grande quadro della storia della Chiesa, ha una maggiore uniformità tematica: al centro del portale di mezzo domina la figura di Cristo, circondato, nelle strombature laterali, dagli apostoli, dai santi martiri del portale occidentale e dai dottori della Chiesa di quello orientale. Si creano così un perfetto equilibrio e una significativa corrispondenza tra i i grandi martiri e i santi locali effigiati nel transetto nord, rappresentati allo scopo preciso di indicare in Chartres il centro della Chiesa universale.

Le statue dei transetti, scolpite tra il 1205 e il 1260, non seguono più l'andamento delle colonne come nel Portale reale, ma sono naturalisticamente rilevate, con atteggiamenti più sciolti e flessibili. Tuttavia sono del tutto prive di quell'animazione drammatica che caratterizza le opere della cattedrale di Reims, e con il loro intento didascalico fanno appello alla ragione più che all'emotività.  

IL PORTALE REALE (Facciata occidentale) - Con intento didascalico fu concepito il triplice portale della facciata occidentale della cattedrale di Chartres, realizzato durante la campagna decorativa promossa da Ivo, vescovo della città dal 1090 al 1116. È chiamato Portale reale perché molti dei personaggi che ornano i suoi stipiti portano una corona e, sebbene non sia stato possibile identificarli, si suppone siano re e regine biblici. 

La facciata occidentale costituisce l'entrata principale dell'edificio religioso. Incorniciata da due torri, presenta un gruppo scultoreo importante: 24 grandi statue (oggi ne restano 19) e più di 300 figure formano una decorazione in armonia con l'architettura della cattedrale. La decorazione dietro le statue presenta ancora influenze dello stile romanico precedente: greche, colonnine e foglie d'acanto testimoniano gli influssi dell'arte meridionale.

Le statue rappresentano il mondo dell'Antico Testamento e quindi, dal punto di vista dottrinale, preparano, essendone la prefigurazione, le immagini disposte nei registri superiori, ovvero gli episodi salienti delle vite di Cristo e della Vergine (narrati nella fascia continua dei capitelli che corre dal centro verso l'esterno nelle due direzioni), che a loro volta conducono alla rappresentazione, nei timpani, delle tre epifanie di Cristo: quella con cui si è rivelato ai pastori (la Natività, scolpita nel timpano meridionale), quella in cui è apparso agli apostoli dopo la Resurrezione e, attraverso di loro, alla Chiesa (timpano settentrionale), e infine, al centro, l'epifania di Cristo giudice alla fine dei tempi, rivelata nell'Apocalisse di Giovanni. Quest'ultima spiega la presenza, negli architravi e negli archivolti, dei Vegliardi, mentre le figure che illustrano le attività e i ritmi della vita umana - i segni dello Zodiaco, i lavori dei Mesi, le sette arti liberali e i loro principali esponenti - hanno un carattere eminentemente pedagogico ed enciclopedico.  

PORTALE NORD - Il portale nord è anche chiamato "portale dell'Alleanza". Le sue statue sono state eseguite tra il 1205 ed il 1210. Esse rappresentano delle scene dell'Antico Testamento e della vita della vergine Maria. Le decorazioni sugli archi del portale centrale rappresentano episodi della Genesi. La porta a sinistra è sormontata da decorazioni che riprendono il tema del lavoro e dei giorni, e il tema delle arti liberali.

PORTALE SUD - Chiamato anche "portale della Chiesa", mette in scena il Giudizio universale (timpano centrale). Sono raffigurati anche i confessori (portale di destra), gli apostoli ed i martiri (portale sinistro).

Come attori pietrificati del primo 200, le statue dei portali nord e sud interpretano la Divina Commedia, dalla genesi alla fine del mondo, dalla creazione e dal peccato originale al Giudizio Universale, dal Paradiso Perduto al Paradiso Riguadagnato.

Il ciclo della creazione è splendidamente scolpito nei due archivolti esterni della campata centrale del Portale nord, partendo dal lato sinistro, con Dio che crea Adamo, e Eva alla sommità. Il peccato originale è narrato sul lato destro e culmina con la cacciata di Adamo e Eva dal Paradiso terrestre.

Sotto, nella stessa campata centrale, le figure sul montante sinistro ( 1210 circa ) prefigurano, o preannunciano il sacrificio di Gesù, il secondo Adamo. Le figure sono, da sinistra a destra: Melchisedec, come Cristo sacerdote e re, che tiene un calice contenente pane e vino; Abramo che si appresta a immolare il figlio Isacco, così come Gesù sarebbe in seguito stato sacrificato dal Padre; Mosè, il legislatore, che addita il serpente di bronzo, con cui aveva guarito le persone morse dalle serpi velenosi nel deserto e perciò un simbolo di Cristo sulla croce; Aronne che uccide un agnello, un altro simbolo del sacrificio, un altro simbolo del sacrificio di Cristo, e infine, il re Davide, profeta della passione di Cristo che porta la lancia e la corona di spine.

A destra, sul lato opposto, sono Isaia e Geremia, i profeti del Vecchio Testamento, e Simeone che disse a Maria, "una lancia trafiggerà anche il tuo cuore"; segue la figura stanca, di Giovanni Battista, che addita l'Agnello del Sacrificio, e infine Pietro con la chiavi in piedi sopra una roccia. Il suo calice (infranto) adesso contiene il sangue e il corpo di Cristo.

Le figure centrali, sul pilastro mediano, sono i genitori di Maria, Anna e Gioacchino, e sopra la centrale sono scolpite le scene della morte e dell'Assunzione della Vergine e l'incoronazione in Paradiso. La campata destra contiene altre figure del Vecchio Testamento, Baalam e l'asina, la Regina di Saba e Salomone a sinistra, e Gesù ben Sirach , Giuditta e Giuseppe a destra.

Le scene della natività sono nella campata sinistra con l'Annunciazione e la Visitazione sui due lati della porta. La nascita di Gesù e l'adorazione dei Magi sono scolpite sull'architrave e sul timpano al di sopra della porta. Il piano delle sculture del portale sud è chiarissimo. Gesù con la mano sollevata, che insegna, è la figura centrale. Ai Suoi lati sono i 12 apostoli che propagarono i Suoi insegnamenti, mentre alla Sua destra sono i martiri e alla Sua sinistra sono i Santi.

Questo vasto programma iconografico culmina in alto con la seconda venuta di Cristo per giudicare i vivi e i morti. Le anime redente guadagnano il Paradiso e quelle dannate bruciano nelle fiamme dell'Inferno.

Se alla gente del Medioevo le vetrate ricordavano le pietre preziose, che adornano le mura della città di Dio, secondo la descrizione di San Giovanni, i portali scolpiti e i portici esterni, riccamente decorati e dipinti, le porte di questa città, costruita sulla terra, rappresentano le Porte del Paradiso. Questa non è un'esagerazione, perché nel Medioevo, nel giorno della consacrazione, una nuova chiesa veniva paragonata alla Gerusalemme Celeste, e venivano letti ai fedeli passi pertinenti tratti dal libro dell'Apocalisse.

IL LABIRINTO - Il labirinto di Chartres, opera del XII secolo, è una figura geometrica circolare inscritta in larghezza sul pavimento della navata centrale. La figura circolare in bianco e nero, disegna un percorso lungo 261,5 m. e largo 13 m. che va dall’esterno all’interno del cerchio con una successione di curve e archi concentrici. 

Si sa che il labirinto rappresenta il cammino simbolico che porta l’uomo dalla terra fino a Dio, è un sancta sanctorum che facilita il cammino interiore verso il centro divino (punto di arrivo ma anche di partenza) attraverso la preghiera. Il percorso del labirinto infatti non consiste solo nel andare verso il centro, ma anche a ripartire da lì. Il pellegrino è invitato a seguire la linea tracciata davanti a lui, in modo da salire verso il coro della cattedrale, verso oriente, cioè la luce (evitando così un viaggio, spesso pericoloso, verso i luoghi di pellegrinaggio).  

Il percorso è anche un omaggio alla nascita e alla rinascita umana; tant’è che il numero delle mattonelle del labirinto corrisponde ai giorni della gestazione femminile. Un tempo, i pellegrini  percorrevano in ginocchio il tracciato del labirinto di Chartres, che sostituiva il viaggio in Terrasanta, per ottenere le indulgenze. 

Un'ulteriore curiosità è data dalla corrispondenza delle dimensioni del rosone della parete della facciata della cattedrale con le dimensioni del labirinto. Infatti, se la parete fosse incernierata alla base e si potesse chiudere come un libro, il rosone coinciderebbe perfettamente con il cerchio del labirinto e la parte centrale del fiore, dove si arriva dopo il percorso di rinascita, coinciderebbe con un disegno che si trova al centro del rosone: il Giudizio Universale.

Ancora oggi, ma solo in occasione delle celebrazioni in onore della Vergine Maria, è possibile camminare a piedi nudi su di esso. Fa rabbia che nel resto dell’anno i meandri siano coperti dalle sedie. Non c’è da stupirsi di ciò; la Chiesa non vede di buon occhio il labirinto perché è un simbolo esoterico e alchemico. 

LA CRIPTA - La cripta di Fulberto del XI secolo venne rafforzata, soprattutto nell'abside, con il raddoppio del muro intorno alle tre ampie cappelle a volta di botte e con l'aggiunta alla fine del 1100 delle cappelle con volta a costola. L'alternarsi nella cripta delle cappelle gotiche e di quelle romaniche ampie, determinò sia la forma semicircolare dell'abside della cattedrale gotica sovrastante sia la disposizione a raggiera delle cappelle, mentre le lunghe gallerie dalle volte a costoloni sottostanti le navate della cattedrale gotica ne determinarono l'ampiezza e l'orientamento. Quanto alla lunghezza, essa è dovuta alla decisione di conservare il portale dei Re del 1110 e le torri che lo fiancheggiavano. Gli architetti gotici fecero il lavoro di espansione in due modi : prima con l'aggiunta di un vasto transetto, cosicché la pianta formasse simbolicamente una croce latina, e poi costruendo in altezza.

Lo spazio interno è articolato su tre ordini, con le arcate, il triforio e la parete finestrata. Il piano inferiore, o arcata, è costituito da una serie di archi a sesto acuto nella navata, nel transetto e nel coro. Essi sorreggono il triforio, uno stretto loggiato orizzontale con una fila di eleganti colonnine che sostituiscono i pesanti matronei delle cattedrali più antiche. La parete finestrata prende luce da una serie di ogive, sormontate da un piccolo rosone.

Le nervature a croce, con tonde pietre scolpite nell'incavo, dividono il soffitto in volte rettangolari quadripartite. Nel punto in cui le nervature e gli archi trasversali si appoggiano sulla fiancata dell'edificio, gli archi rampanti esterni ne neutralizzano la spinta. Questa realizzazione permise non solo di costruire un edificio più alto, ma anche di aprire le pareti come prima mai nessuno avrebbe osato fare e di riempirle con le vetrate per farle sembrare come le mura della Gerusalemme celeste "ornate di ogni sorta di pietre preziose" ( Apocalisse XXI, 19-20 ).

La cattedrale attuale risulta dalla sovrapposizione di sette edifici di epoche differenti, collocati su di un antico luogo di culto druidico dei Carnuti. Le parti non utilizzate come fondazioni per le costruzioni successive hanno formato due cripte concentriche che è possibile oggi visitare. Ciò permette di osservare le fondamenta e gli affreschi del XII secolo, così come quelli risalenti alle prime costruzioni. Vi si ammira anche una statua della "Vergine con Bambino" nera, replica di una statua medievale distrutta da un incendio.

LA CRIPTA INTERNA - I primi cristiani edificarono dal IV all'XI secolo diversi santuari, successivamente distrutti dagli incendi o dalle persecuzioni religiose. Un resto di muro, generalmente attribuito all'epoca gallo-romana, ricorda la prima chiesa, ma non rimane niente di quella del VI secolo, né di quella distrutta nell'858 dai Normanni. Per contro la cripta della chiesa carolingia edificata da Gisleberto nel IX secolo esiste tuttora. Porta il nome di caveau Saint-Lubin e si trova sotto il coro della cattedrale attuale.

LA CRIPTA ESTERNA - Questa seconda, chiamata crypte Saint-Fulbert, che circonda la precedente, parte da un campanile e compie il giro dell'edificio. Datata all'XI secolo, con i suoi 230 metri di lunghezza e i 5-6 metri di larghezza, è la più grande cripta di Francia.

Partendo dall'estremità della galleria nord, si arriva alla cappella di Notre-Dame Sous-Terre, probabilmente il più antico santuario mariano del mondo, dove si può contemplare una riproduzione recente della statua di un'antica Madonna, il cui originale, bruciato dai rivoluzionari nel 1793, era probabilmente la raffigurazione di una divinità femminile risalente ai tempi dei druidi.

La galleria diventa semicircolare sotto l'abside e si apre su tre profonde cappelle romaniche, inquadrata da quattro più piccole cappelle gotiche del XIII secolo. Vi si trova il pozzo detto des Saints-Forts (30 metri di profondità), costruito su una base quadrata gallo-romana, la cui acqua nel Medioevo era famosa per possedere virtù miracolose. C'è chi giura che la sua profondità totale sia esattamente pari alla volta della cattedrale.

Nella galleria sud si osserva un affresco del XII secolo rappresentante la cattedrale romanica dell'epoca.

LA VERGINE DEL PILASTRO - Questa statua in legno di pero è datata intorno al 1540, era un tempo parte di un coro andato distrutto nel XVIII secolo.  

I DONI DEI MERCANTI - Anche se Chartres non divenne un comune che alla fine del 1200, era una cittadina molto prospera che veniva amministrata insieme dal conte e dal vescovo, il che talvolta causava attriti. 

Con il declino del sistema feudale ci si allontanò progressivamente dalle campagne, attirati dalle città che si andavano sviluppando e che divennero centri di commercio sempre più importanti. Questo era avvenuto anche a Chartres dove, proprio appena prima dell'incendio del 1194, erano stati eretti nuovi bastioni di difesa per contenere la popolazione, specialmente lungo il fiume.

Nei quattro giorni delle festività di Maria, cioè la Natività, l'Annunciazione, la Purificazione e l'Assunzione, si tenevano grandi fiere e certi mercanti godevano dei privilegi e della protezione che loro derivava dalla vicinanza della cattedrale che, quasi una città dentro la città, era al di fuori della giurisdizione del conte. Il rapporto fra il capitolo della cattedrale e i commercianti della città era amichevole.

Le confraternite dei mercanti donarono 42 finestre per la nuova cattedrale e le loro "firme", cioè oltre un centinaio di scene che illustrano le loro occupazioni, costituiscono un affascinante documento della vita quotidiana all'inizio del 1200. I doni continuarono ad affluire copiosi e questo permise ben presto di spazzar via le rovine della cattedrale distrutta, cosicché i maestri muratori e gli operai istallarono le loro fabbriche e cominciarono la ricostruzione. Le costruzioni furono completate talmente rapidamente che nel 1220, Guglielmo il Bretone, cronista di corte, scrisse nella sua "Filippi" sulla nuova cattedrale:

"...niente in tutto il mondo può eguagliare la struttura, le dimensioni e la decorazione di questa cattedrale...la Madre di Cristo ha un amore particolare per questa chiesa...niente brilla più intensamente oggi di questo edificio che si innalza nuovo e completo."

IL RECINTO DEL CORO - Interamente scolpito (40 gruppi, in totale 200 statue) da Jehan de Beauce agli inizi del XVI secolo, il programma iconografico è di stile Rinascimentale ed evoca gli episodi della vita di Gesù e della Vergine Maria.  

IL VELO DELLA VERGINE - Si tratta di una reliquia molto importante che fu offerta nell'876 alla cattedrale da Carlo il Calvo, imperatore del Sacro Romano Impero. Secondo la tradizione, questo velo è la camicia che portava Maria al momento dell'Annunciazione, quando concepì il Verbo.

Questa importante reliquia fu meta di numerosi pellegrinaggi. Durante l'incendio della vecchia chiesa, nel 1194, si credette che la reliquia fosse andata perduta ma venne ritrovata intatta: questo fu interpretato come il fatto che la vergine Maria desiderava una chiesa più grande per la sua reliquia e così si spiegano l'entusiasmo e la rapidità con cui la nuova cattedrale fu costruita.

La reliquia era custodita in una cassa di grande valore, ma i gioielli furono venduti durante la rivoluzione. Anche il velo fu tagliato in diverse porzioni, che furono vendute. Un'esperta di tessuti ha confermato la sua datazione, che risale all'alta antichità. D'altra parte è credibile che la vergine Maria, discendente dalla famiglia reale di Davide e di Salomone per i suoi due genitori, sant'Anna (della tribù di Aronne) e san Gioacchino (della tribù di Giuda), avesse portato un vestito di seta di un tale valore. Il velo è sempre esposto nel deambulatorio, al lato nord, in una delle cappelle absidali.

Notre-Dame di Chartres resta un luogo di pellegrinaggio importante ancora oggi, principalmente grazie all'infatuazione per la strada di Santiago di Compostela, di cui Chartres è una tappa per i pellegrini che vengono dal Nord per la via di Parigi.  

LE VETRATE  - La cattedrale di Chartres possiede ad oggi le vetrate più importanti risalenti al XIII secolo, che presentano un colore blu inimitabile. Comprese le rosette, le 176 vetrate coprono una superficie di 2500 m² . Raffigurano principalmente santi e personaggi biblici: Noè, Giuseppe, il buon samaritano, il figliol prodigo, ma anche episodi della leggenda aurea di Jacopo da Varazze.

La maggior parte delle vetrate delle centosettantasei finestre di Chartres fu realizzata tra il 1200 e il 1235 circa. I loro vetri istoriati, che occupano una superficie di oltre 2000 metri quadrati, rappresentano una preziosa testimonianza della raffinatezza raggiunta in quest'arte nel periodo in cui l'architettura gotica permise di ampliare la superficie riservata alle finestre e, conseguentemente, di creare all'interno delle cattedrali effetti di luce fino ad allora sconosciuti. 

I soggetti rappresentati nelle  vetrate dell'emiciclo del coro, della facciata occidentale e dei transetti mostrano, però, come queste non avessero solo una funzione esornativa, ma mirassero anche a trasmettere messaggi religiosi. Le cinque finestre dell'emiciclo sono unite dal tema mariano, appropriato all'intitolazione della cattedrale, e mostrano l'Annunciazione, la Visitazione, la Vergine col Bambino e le figure dei profeti che annunciarono la nascita della Vergine. 

I temi delle vetrate della facciata ovest e dei transetti si riallacciano a quelli delle sculture dei rispettivi portali: sulla facciata spiccano per i loro colori caldi e profondi le vetrate del XII secolo, che rappresentano l'Albero di Jesse, la Natività, la Passione e, al di sopra, il Giudizio universale; nel rosone del transetto nord (successivo al 1223) sono ritratte figure veterotestamentarie, i dodici re della Giudea e i dodici profeti; nella finestra a ogiva sottostante figurano sant'Anna con Maria bambina, a destra Salomone e Aronne e a sinistra la coppia simmetricamente composta da un re e da un sacerdote, David e Melchisedec. 

Le vetrate del transetto sud (1217-1225 circa) propongono nel rosone un'Apocalisse e, nelle finestre ogivali sottostanti, gli evangelisti, i profeti e la Vergine col Bambino: una figurazione che legando i quattro Evangelisti ai quattro profeti maggiori (Geremia, Isaia, Ezechiele e Daniele) propone l'Antico Testamento come prefigurazione del Nuovo. 

Queste vetrate erano realizzabili soltanto se qualcuno se ne assumeva l'onere finanziario. Il rosone meridionale, per esempio, fu donato alla cattedrale da Pierre Mauclerc, conte di Dreux, come mostra la presenza dei suoi simboli nobiliari nella decorazione; quello settentrionale fu offerto dalla casa regnante, le cui insegne, il giglio di Luigi IX e i castelli di sua madre. 

Bianca di Castiglia, sono rappresentate nei mosaici del pavimento. Ma a commissionare questi capolavori non furono solo sovrani, prelati e nobili, ma anche le corporazioni che, oltre a far effigiare i loro santi protettori e le loro devozioni, vi fecero riprodurre le arti e i mestieri. Le vetrate forniscono così anche una vivace riproduzione realistica della vita urbana nell'epoca in cui le città si risvegliavano da un letargo secolare e consideravano le cattedrali il simbolo della loro ascesa.  

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La Cattedrale dei Segreti

Esistono dei luoghi nei quali bisognerebbe entrare almeno una volta nella vita: luoghi particolari che nascondono una storia particolare, luoghi che sembrano coinvolgere storie segrete e antichissime, luoghi in cui la spiritualità è quasi palpabile, luoghi come la leggendaria Cattedrale di Chartres.

La storia della Cattedrale di Chartres sembra antica quanto il tempo stesso, di sicuro il fuoco è l'elemento centrale. per quattro volte questo luogo di culto venne raso al suolo e per quattro volte venne ricostruito, sempre più forte. L'ultimo devastante incendio avvenne la notte dell'11 giugno 1194 e ciò che avvenne subito dopo ha semplicemente dell'incredibile. 

Le prime tracce di una chiesa sul poggio di Chartres sembrano però risalire addirittura a 500 anni prima di Cristo. Il luogo di culto avrebbe ospitato riti druidici, riti che probabilmente adoravano una Vergine del sottosuolo. La struttura venne distrutta una prima volta nell'anno 743 e poi dai Normanni nel 858. 

Pochi anni dopo, nell'876, nella cattedrale giunse il Velo della Vergine, una preziosissima reliquia che l'imperatore Carlo II volle fortemente fosse custodita a Chartres. Si tratta della veste che avrebbe indossato Maria al momento dell'Annunciazione. Di certo c'è che quando la Chiesa bruciò e crollò altre due volte, nel 1020 e nel 1194, il Velo venne sempre ritrovato intatto, il che venne interpretato dai fedeli dell'epoca, come un segnale che la vergine desiderasse un santuario più grande. Cosa che avvenne puntualmente, proprio nel 1194, e che fu solo l'inizio di una serie di misteri ancora oggi indecifrabili.

Il luogo in cui sorge Chartres sembra avere quella che viene definita una potentissima energia spirituale. Per secoli migliaia di pellegrini attraversarono l'Europa a piedi solo per raggiungere questo luogo, ben prima che vi sorgesse l'attuale cattedrale. Si può dire che tutti i luoghi importanti della terra, e Chartres è un luogo peculiare, hanno delle origini spirituali. 

I Celti erano una popolazione che vedeva lo spirituale nella natura e quindi hanno trovato la peculiarità di questo luogo che sorge in una piana calcarea e proprio dove sotto la cattedrale c'è un promontorio di granito che sfonda questa piana calcarea. Quindi a Chartres i Celti individuarono questa polarità tra granito e calcare che è una polarità che ritroviamo in moltissimi luoghi misterici precristici dell'umanità, per esempio la troviamo a Stonehenge dove i Celti issarono dei menhir granitici o la troviamo nella Piana di Giza, dove la Grande Piramide fu costruita da massi di granito.

All'ingresso nord di Chartres si può ammirare il portale degli Iniziati o dell'Alleanza. Su questa parte esterna della cattedrale sono stati versati fiumi di inchiostro perché per ben due volte compare la scritta "Arca", in un latino strano, che sembrerebbe sbagliato. Una colonna del portale mostra il trasporto dell'arca con sotto l'iscrizione "ARCHA CEDERIS", L'altra invece raffigura un uomo che nasconde sotto un velo l'arca. L'iscrizione è "HIC AMITITUR ARCHA CEDERIS". Secondo l'interpretazione classica significherebbe "Qui, si afferma, tu lavorerai per l'arca". Un'altra fantasiosa spiegazione immagina che la scritta sia in realtà volutamente sbagliata e storpiata; una sorta di cifratura che racchiude invece una frase da brividi. Bastano infatti pochi scambi di consonanti per leggere "HIC AMICITUR ARCHA FOEDERIS" ovvero "Qui è nascosta l'Arca dell'Alleanza". 

Ritornando indietro di 900 anni si ripercorre la storia di 9 cavalieri provenienti dalla Francia e dal Belgio, i nove leggendari cavalieri che nel 1118 lasciano tutto e si dirigono a Gerusalemme: Ugo di Payens, fondatore ufficiale dell’ordine del Tempio di cui fu il primo Gran Maestro, Godefroy de Saint-Omer, di origine fiamminga, Andrè de Montbard, zio di San Bernardo con il quale ebbe rapporti preferenziali, Payen de Montdidier e Archambaud de Saint Amand. Gli altri sono noti solo con il nome di battesimo (Gondemare, Rosal, Godefroy e Geoffroy Bisol). 

I cavalieri si fanno ricevere da re Baldovino II e gli propongono di fare da scorta a dei pellegrini. Non sono religiosi, non fanno parte di un esercito, ma vogliono fondare un ordine. Incredibilmente il re non solo accetta, ma li ospita nell'antico Tempio di Re Solomone. I cavalieri fanno in modo di allontanare tutti quelli che risiedono a palazzo e iniziano a scavare, riportando alla luce le scuderie di Re Salomone. Tutti sono legati in qualche modo a San Bernardo di Chiaravalle, il cistercense, che scriverà per loro La Regola e il loro ordine diventerà l'ordine dei Cavalieri Templari. 

Nel 1128 però succede qualcosa: sei dei nove cavalieri fanno ritorno in Francia, formalmente per recapitare un messaggio di re Baldovino al Concilio di Rouen. E' probabile però che fossero in sei perché dovevano scortare qualcosa di molto più prezioso di un messaggio, qualcosa che forse avevano avuto ordine di trovare nei sotterranei inviolati del Tempio di Salomone.

L'unica cosa certa e che il ritorno dei cavalieri templari coincide con una nuova conoscenza in Europa: nascono le cattedrali gotiche, libri di pietra dalle volte vertiginose; calcoli costruttivi mai realizzati sino ad allora diventano la base per 200 costruzioni in tutta la Francia. Le cattedrali gotiche appaiono contemporaneamente alla nascita dell’ordine dei Templari e per la loro costruzione sono necessarie ingenti somme di denaro, raccolte anche grazie alla generosità del popolo e dei signori. Ma le offerte certamente non possono bastare per la costruzione di edifici così imponenti. L’ipotesi più probabile è che i Templari vollero le cattedrali gotiche e che quindi le abbiano pagate. In questo caso essi sarebbero stati oltre che i suggeritori anche i finanziatori.

La pianta della cattedrale è la stessa che si ritrova nelle prime eccezionali costruzioni gotiche: 3 navate interrotte dal transetto. Chartres è la più grande opera gotica di tutta la Francia, lunga 200 metri all'esterno, con un'altezza interna di 37 metri, più alta della nota Notre Dame di Parigi. Raggiunge i 115 metri di altezza con le sue torri asimmetriche.

Il Profeta Ezechiele racconta come Dio mandò un angelo per dettargli le misure del nuovo tempio e che esso doveva misurare 111 cubiti: il tempio dove sarebbe stata custodita l'Arca dell'Alleanza. A Chartres il 111 è presente specialmente nei suoi fattori primi. La larghezza della navata è di 37 metri, la lunghezza è il doppio esatto (74 metri), sommate danno 111 e 37 sono anche i metri di profondità a cui si trova il pozzo dalle acque miracolose, all'interno della cripta. Queste sono solo alcune delle relazioni che si ritrovano nell'architettura di Chartres: una cattedrale costruita sui numeri. Gli stessi numeri sembrano emergere da altri imponenti monumenti del pianeta come Castel del Monte o la Piramide di Giza.

Una controversa teoria ipotizza che le cattedrali gotiche francesi dedicate a Notre Dame, ovvero alla Madonna, riproducano sulla terra la costellazione della Vergine, proprio come le Piramidi di Giza sembrano riprodurre la Cintura di Orione, o i templi cambogiani di Angkor Vat la costellazione del Drago. le cattedrali di Evreux, di Rouen, di Reims, di Amiens, di Bayeux, di Parisi, tutte farebbero parte di un unico, grande, incredibile disegno: un mistero che assume proporzioni inimmaginabili.

Un disegno scritto nelle stelle, una profezia avverata, un luogo dai poteri antichissimi e magici, un tesoro nascosto in un luogo dove è vietato scavare: Chartres è l'unica cattedrale in cui non sia sepolto un re, un cardinale o un vescovo; in questa zona i canonici hanno sempre rifiutato di seppellire corpi. Una dote di conoscenze e denaro sorprendenti per l'epoca e per le piccole dimensioni di questo borgo; una serie di indizi che fanno pensare a leggende come il Sacro Graal e l'Arca dell'Alleanza. Tutto sembra convergere qui, in questo luogo magico, una verità racchiusa tra i 37 metri della volta e i 37 metri di profondità del pozzo.

La cattedrale di Chartres cela molti piccoli misteri, non ultimo lo scopo del grande lastrone rettangolare disposto di traverso rispetto alle altre pietre nell'ala ovest del transetto sud. A mezzogiorno del solstizio d'estate, un raggio di sole brilla attraverso un vetro trasparente della finestra a pannelli colorati di Sant'Apollinare e illumina con precisione il vistoso tenone della lastra, collocata evidentemente in quella posizione per deliberato accordo tra l'astronomo, il geometra, il vetraio e il tagliapietre.

La pianta di Chartres fu probabilmente concepita secondo proporzioni che ubbidiscono alla legge del Numero Aureo, il 1618. Le distanze tra le colonne, e le lunghezze della navata, dei transetti e del coro, sono tutte multiple del Numero Aureo.

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