Abbazia cistercense di Fontenay
Francia 

PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 1981

Video - Video 2

 

   

L'ordine cistercense, nato da un movimento riformatore all'interno della comunità benedettina, mirava a un'osservanza più severa delle regole di San Benedetto da Norcia. A un primo monastero che i cistercensi fondarono nel 1098 nella località di Citeaux, all'epoca circondata da paludi, ne seguirono altri, tutti costruiti nella solitudine delle campagne. L'ordine rifiutava qualsiasi forma di ricchezza e le sue comunità monastiche abitavano in edifici modesti, vivendo esclusivamente dei propri raccolti.

L'edificio, situato in una piccola e boscosa valle a 60 chilometri a nordovest di Digione, venne fondato nel 1118 da Bernardo di Chiaravalle, pochissimi anni dopo che egli era uscito dall'Abbazia di Cîteaux per fondare l'Abbazia di Clairvaux. 

Inizialmente la comunità si insediò in un luogo di romitaggio situato a nord dell'abitato di Montbard, all'estremità della foresta di Petit-Jailly, di proprietà della famiglia di Bernardo. Il primo abate, Godefroy de la Roche-Vanneau, imparentato con lo stesso Bernardo, governò il cenobio in questo sito per dodici anni. L'accresciuto numero di vocazioni rese necessaria intorno al 1130 la costruzione di un secondo insediamento di maggiori dimensioni; i monaci si spostarono quindi a valle di circa un chilometro, occupando un'area donata dal vescovo di Autun e da Rainardo di Montbard, zio materno di Bernardo. Prima di rifondare l'abbazia venne realizzato un sistema di canalizzazione delle acque, tuttora funzionante; in quel momento fu costruita anche una piccola cappella, dedicata a San Paolo, rimasta in uso fino al XVI secolo.

Nel 1132 Godefroy ritornò a Clairvaux, dove, eletto priore, collaborò alla progettazione della grande abbazia. Il secondo abate di Fontenay, Guglielmo di Epiry (1132-1154), accolse nel 1139 il vescovo Everardo di Norwich, del potente casato degli Arundel; la generosità di questo ricco e potente prelato inglese permise la costruzione del nuovo monastero. Nel 1269 Luigi IX di Francia prese Fontenay sotto la sua protezione e la proclamò abbazia regia. 

Nel 1359 essa fu saccheggiata dalle truppe di Edoardo III d'Inghilterra, che, due anni dopo, donò quarantamila pezzi d'oro per il restauro delle fabbriche monastiche; soltanto al principio del XV secolo fu realizzato il muro di cinta con il fossato. L'istituto della commenda, introdotto a Fontenay nel 1557, segnò l'inizio del declino e delle difficoltà finanziarie del monastero.

Dopo la Rivoluzione francese, Fontenay venne messa in vendita e quindi trasformata in una cartiera la cui attività produttiva si interruppe definitivamente nel 1906, quando fu intrapreso il restauro del monumento.

L’abbazia di Fontenay rappresenta uno dei più belli e più completi insiemi di costruzioni monastiche dei primi decenni dell’ordine di Cîteaux, il più intatto che ci sia pervenuto poiché esistono ancora pressoché tutti gli edifici e la maggior parte di esse risale al XII secolo.  

La chiesa rappresenta il tipo più puro e più perfetto di quella forma canonica che san Bernardo impose alle chiese legate alla casa madre di Clairvaux. La facciata è molto semplice, a capanna spezzata, la larghezza della navata centrale è sottolineata da due contrafforti in mezzo ai quali si apre il portale centrale. La tipologia a croce latina definisce l’impianto interno con geometrie esclusivamente ad angolo retto e lo spazio è ritmato dalle teorie di pilastri che dividono la navata centrale e le due laterali in otto campate. 

Il transetto è composto da un coro ad abside quadrangolare, a due campate, sopraelevato di due gradini e da quattro cappelle, anch’esse a pianta quadrata, aperte, due per lato, sui bracci del transetto. Il tutto è coperto da volte a botte a sezione ogivale, longitudinali nel “vaisseau” centrale, trasversali nei bracci del transetto e nelle navate laterali. 

Da qualunque parte si muova lo sguardo, mentre ci si aggira e ci si sposta sul pavimento in terra battuta (originariamente coperto da lastre di pietra o da piastrelle nude) non si percepisce che il ritmo, geometria di forme, nudità, semplicità alla luce dei materiali e dello spazio. Anche il colore è appena accennato, come del resto la modellazione plastica dei capitelli a foglie stilizzate o a semplici figure geometriche. Fontenay conserva un certo numero di bassorilievi e nel coro sono conservate numerose pietre tombali e statue funerarie, anticamente disposte sulla pavimentazione della chiesa e delle cappelle.

Nel chiostro, le gallerie che formano un rettangolo molto prossimo al quadrato, sono coperte da volte a botte in pietra, con lunette corrispondenti all’apertura delle arcate, solo la galleria occidentale è voltata a crociera. Ogni lato è suddiviso da otto arcate a tutto sesto che ricadono su forti pilastri, rinforzati all’esterno da grossi contrafforti, ogni arcata è a sua volta divisa in due piccoli archi a tutto sesto, sostenuti da colonne binate. Basi, fusti, capitelli, abachi, colonne, sono spesso tagliati in uno stesso blocco di pietra. 

La decorazione dei capitelli, sobria ma più ricca rispetto alla chiesa, e la disposizione ricercata delle colonne, rendono il suo aspetto meno severo. La sala del Capitolo, vasta e ben illuminata, è aperta sulla galleria orientale del chiostro tramite una grande arcata a tutto sesto e altre quattro aperture poste ai lati di questa. All’interno, le ogive poggiano su quattro pilastri centrali che dividono la sala in due navate; questi pilastri sono formati da otto colonne che ricevono il ritorno di volta. I capitelli, come nel chiostro, sono ornati da semplici foglie stilizzate. 

In fondo all’ala orientale del chiostro si trova la sala dei monaci, risalente alla seconda metà del XII secolo. Più sobria della sala capitolare, è divisa in due navate di sei campate ciascuna, da una fila di quattro colonne e un pilastro ottagonale al centro. Essa è coperta da volte a crociera ogivali che ricadono lungo i muri su mensole a piramide rovesciata. Il dormitorio occupa tutto il primo piano del lato dei monaci. Oggi vi si può accedere solamente attraverso una scala situata nel braccio sud del transetto della chiesa. Gli unici elementi risalenti alla costruzione primitiva sono le strette finestre a tutto sesto che danno sul chiostro. 

Nell’angolo del chiostro presso la sala dei monaci si trova la sala del riscaldamento (calefactorium). Si tratta di una piccola stanza bassa coperta da volte ogivali che ricadono su pilastri quadrati. Il refettorio è l’unico edificio importante ad essere stato completamente distrutto. In origine era parallelo al chiostro: solo nel XIII secolo fu collocato perpendicolarmente. Era una grande sala con volte a crociera ogivali, divisa in due navate da una fila di cinque colonne.

Capitello.jpg (141829 byte) Chiostro3.jpg (140872 byte) Chiostro4.jpg (113914 byte) Fontenay7.jpg (131927 byte) Interno2.jpg (158277 byte) Interno3.jpg (142872 byte) TombaSignoreMello.jpg (109471 byte) Transetto.jpg (135545 byte) 

Da sempre i monasteri avevano assunto come principio quello di badare a se stessi, senza dover ricercare al di fuori i prodotti che potevano essere loro necessari. La fucina di Fontenay era una vera “fabbrica” che utilizzava il minerale della collina vicina ed è la più importante che ci è pervenuta. Costruita alla fine del XII secolo sul bordo di un canale che forniva la forza motrice, è divisa in quattro sale. 

La prima, partendo da ovest, ha volte a crociera ogivali e comunica attraverso due arcate con la sala vicina, l’officina vera e propria, senza più volte. La terza sala è divisa in due navate, di tre campate ciascuna, da due colonne centrali ed è coperta da volte ogivali. La costruzione, il cui primo piano era adibito a magazzino, è provvista di robusti contrafforti ed è rischiarata da alte finestre a tutto sesto.

Nel 1905 l'abbazia venne acquistata e successivamente restaurata da Édouard Aynard. Attualmente è proprietà privata della famiglia Aynard.  

Fontenay2.jpg (198865 byte) Fontenay3.jpg (276372 byte) Fontenay4.jpg (399855 byte) Fontenay5.JPG (232821 byte) Fontenay6.JPG (261234 byte) Interno4.jpg (155385 byte) TombaSignoreMello2.jpg (482572 byte)