Il
ponte del Gard è un ponte romano a tre livelli
situato nel sud della Francia a
Vers-Pont-du-Gard, vicino Remoulins, nel
dipartimento del Gard. Attraversa il fiume
Gardon, e fa parte dell'acquedotto romano che
porta lo stesso nome. Costituito da tre serie di
arcate, il ponte domina il fiume Gardon con i
suoi 49 metri di altezza e 275 di lunghezza.
A
questo punto del fiume, il ponte attraversa il
Gard o, secondo altri, il Gardon (o meglio, i
Gardon). I Gardon, secondo gli idrologi, si
immettono nel fiume Gard in prossimità del
paese di Cassagnoles. Secondo questa
definizione, il Gardon è costituito dai fiumi
Gardon d'Anduze e dai Gardon d'Alès. Il fiume
è conosciuto con il nome di Gard o di Gardon.
Importanti
le caratteristiche artistiche di questo
acquedotto romano. Innanzitutto la maestosità
dell'opera architettonica e la minuziosità
necessaria per l'inclinazione affinché sia
lineare il percorso dell'acqua. Si nota una
grandiosità del rapporto, in altezza e in
larghezza, fra le imponenti arcate delle due
serie inferiori e gli archetti che corrono in
alto.

Nel 1958
un'eccezionale piena del Gardon provocò ingenti
danni nell'area di Nimes, in Provenza. Il
moderno ponte ferroviario che scavalcava il
fiume nei pressi della località di Remoulins
venne letteralmente spazzato via. Poco più a
monte, il Pont du Gard, vecchio di oltre 2000
anni, resistette impassibile alla violenza delle
acque.
Se da un
lato, passata l'emergenza, si gioì per
l'incolumità del ponte eretto dagli antichi
romani - una costruzione monumentale, che con
oltre due milioni di visitatori l'anno è la
seconda attrazione turistica provinciale della
Francia dopo il Mont-Saint-Michel, dall'altro
gli ingegneri del XX secolo non poterono che
sentirsi battuti dai loro "colleghi"
dell'antichità. Documenti storici attribuiscono
il progetto del Pont du Gard - nonché
dell'intero acquedotto che, dalla sorgente di
Ucetia (l'odierna Uzès) forniva acqua a
Nemausus (Nimes) - nientemeno che a Marco
Agrippa, genero di Augusto.
Noto per il suo talento di
ingegnere, Agrippa visitò
la Gallia
nel 19 a.C. e subito dopo iniziarono i lavori
per questa colossale opera idraulica. Completato
probabilmente all'epoca di Traiano (98-117 d.C),
l'acquedotto segue un tracciato a forma di
"U" lungo
49 chilometri
, 35 dei quali sotterranei, con un dislivello
totale di
17 metri
. A colpire, tuttavia, non è la sua lunghezza,
bensì la straordinaria precisione con cui venne
realizzato: dalla fonte alla grande cisterna (il
castellum) situata in quella che allora era la
periferia di Nimes, l'acqua scorreva con una
pendenza costante di
34 centimetri
a chilometro.


Il
ponte è stato costruito vero il 17 a.C. e
faceva parte di un acquedotto di quasi 50 km
di lunghezza che portava l'acqua dalle sorgenti
di Uzès (il punto di captazione non è
conosciuto) alla città gallo-romana di
Nemausus, oggi chiamata Nîmes. È stato
costruito da Agrippa sotto l'imperatore Augusto.
La portata raggiungeva i 20.000 metri cubi
d'acqua al giorno. La consistenza dei depositi
in calcare suggerisce che l'acquedotto sia stato
in attività per non meno di 400-500 anni.
L'acquedotto
ha una pendenza di 34 centimetri per chilometro,
ovvero 1/3000; il dislivello tra la sorgente e
l'arrivo è di soli 17 metri: un successo
tecnico ragguardevole. L'acquedotto segue un
tragitto sinuoso per potere approfittare al
massimo dei rilievi delle colline (in linea
d'aria, Uzès non è che a 20 chilometri da Nîmes).
Il ponte è stato costruito per incrociare la
piccola valle del Gardon.
L'acqua
corrente impiegava circa un giorno per fluire,
sotto la spinta della gravità, dal suo punto di
captazione situato alle fontane di Eure, nei
pressi di Uzès, fino all'invaso di ripartizione
ancora visibile nella via Lampèze a Nîmes e
chiamato Castellum.
Nemausus
aveva un discreto numero di pozzi ed anche una
sorgente vicina: la costruzione di un acquedotto
non rappresentava quindi una necessità vitale,
ma piuttosto un'opera di prestigio, destinata
all'approvvigionamento idrico di terme, bagni e
altre fontane della città.
Il
ponte fu costruito senza l'aiuto di cementi a
calce; le pietre, di cui alcune pesanti fino a
sei tonnellate, erano legate da tiranti in
ferro. I blocchi sono di roccia calcarea e
furono estratti da una cava a meno di un
chilometro dal cantiere del ponte. Essi furono
posti in opera grazie ad un argano azionato
tramite una ruota che veniva fatta girare dagli
operai. Una complessa impalcatura fu costruita
per sostenere il ponte durante la sua
costruzione.
La
facciata del ponte ne porta ancora i segni, come
i sostegni dell'impalcatura e le cornici
sporgenti sui pilastri che accoglievano le
centine in legno che servivano a sostenere le
volte in costruzione. Si suppone che la
costruzione abbia avuto una durata di tre anni,
con l'impiego di circa 800-1000 operai.
Dal
castellum, poi, si dipanavano dieci canali per
l'approvvigionamento idrico delle terme, degli
edifici pubblici e delle abitazioni dei circa
50.000 abitanti della città, che in questo modo
avevano a disposizione
400 litri
procapite al giorno, una quantità d'acqua
considerata adeguata anche per gli standard
odierni.
È stato
calcolato, inoltre, che la realizzazione
dell'acquedotto richiese una spesa di 30 milioni
di sesterzi, l'equivalente di cinquant'anni di
paga per 500 ufficiali delle legioni romane.
Il
Pont du Gard, maestoso e allo
stesso tempo elegante e dall'aspetto quasi
delicato, è lungo poco meno di
300 metri
e s'innalza sul fiume per
48 metri
, distribuiti in tre ordini di arcate
sovrapposte.
Il primo, con sei archi di
ampiezza variabile tra i 15,75 e i
21,5 metri
, supporta una strada che fu ampliata per essere
resa carrozzabile a metà del XVIII secolo. Il
secondo ordine conta 11 archi, mentre l'ultimo -
sulla cima del quale si trova il canale idrico -
è composto da 35 archetti.
Il materiale con cui è stato
costruito è una pietra ricca di concrezioni
fossili, proveniente dalle cave della zona. Il
suo colore giallo chiaro si armonizza alla
perfezione con il paesaggio di verdi colline e
vigneti. Ogni blocco, del peso di 6 tonnellate,
è stato assemblato a secco con sorprendente
precisione.
La
continuità abitativa e il costante sviluppo di
questo angolo della Provenza sono stati
provvidenziali per la salvaguardia del ponte. I
primi lavori di restauro risalgono all'epoca di
Napoleone 111; gli ultimi, da poco terminati,
sono costati 30 milioni di euro, la maggior
parte dei quali è servita a finanziare la
costruzione di un centro visitatori. L'opera di
consolidamento del monumento romano ha invece
interessato la sostituzione di
300 metri cubi
di pietra, appena il 5% dell'intera struttura.
Piano
inferiore: 6 archi - lunghezza: m. 142,35 - Larghezza:
m.
6,36 m
- Altezza: m.
21,87
Piano
intermedio: 11 archi - lunghezza: m. 242,55 - Larghezza:
m.
4,56 m
- Altezza: m.
19,50
Piano
superiore: 35 archi - lunghezza: m. 275,00 - Larghezza:
m.
3,06 m
- Altezza: m.
7,40
Una
strada percorre il primo livello e l'acquedotto
è collocato al terzo livello. L'acquedotto è
costituito da un condotto a sezione rettangolare
(dimensioni interne: 1,80 m di altezza,
1,20 m di larghezza) che percorre il ponte
in tutta la sua lunghezza con una pendenza dello
0,4 %.
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