In
origine Parigi occupava un'area in riva a un
fiume costellato da un cordone di isole che ne
rendevano più
agevole l'attraversamento. Recenti scavi hanno
messo in luce un habitat risalente a molti
millenni prima dell'era cristiana.
Sebbene
non si possa affermare con certezza la continuità
del nucleo abitativo a partire da quell'epoca,
risulta che attorno al III secolo a.C. esisteva
nello stesso punto un villaggio di una
popolazione celtica, i Parisii, chiamato
Lucoticia, ovvero Lutezia. Nonostante la
prosperità economica documentata dalle famose
stadere d'oro, questa popolazione non era la più
potente della Gallia, tuttavia fu in grado di
inviare ottomila uomini a Vercingetorige durante
la rivolta del paese contro l'invasione romana,
il che lascia supporre che l'insediamento
possedesse attorno ai cinquantamila abitanti,
forse di più. Ma non bastavano per resistere
alle legioni romane e Labieno, il luogotenente
di Cesare, sconfisse i Parisii e il loro capo
Camulogeno nell'anno 52, probabilmente nella
piana di Grenelle. Fu così che Lutezia divenne
durante quattro secoli una parte integrante del
mondo romano, aumentando la sua prosperità come
attestano i monumenti e le innumerevoli vestigia
conservate sul suo territorio. Città di
second'ordine rispetto alle grandi città della
Gallia romana, deve tuttavia la sua importanza
al fatto di trovarsi al crocevia di una strada
che congiunge il nord al sud e di una via
acquea, rappresentata dalla Senna. L'importanza
di questo nodo viario cresce all'epoca delle
agitazioni e dei disordini ed è a Lutezia,
verosimilmente nell'isola della Cité, che
Giuliano viene proclamato imperatore romano
nell'anno 360. Al tempo di San Dionigi e di San
Marcello il cristianesimo si è già
profondamente radicato nella città che oramai
comincia ad essere chiamata Parigi.
Le
invasioni barbariche del IV secolo costrinsero
numerosi abitanti della riva sinistra a cercare
rifugio nell'isola della Cité, che fu cinta di
mura difensive. Tra le invasioni dei secoli
successivi va ricordata quella degli Unni,
frenati da Santa Genoveffa che riuscì ad
infondere coraggio agli abitanti. Le epoche dei
torbidi si susseguirono fino all'arrivo di
Clodoveo, il quale scelse Parigi come capitale
del suo regno, vi fondò l'abbazia di
Sainte-Geneviève e qui morì nell'anno 511. I
suoi successori tutelarono la supremazia della
città, escludendola dalle spartizioni
dinastiche e facendovi costruire delle chiese.
Ma i Carolingi furono fautori del declino che
raggiunse disgraziatamente l'apice con le
invasioni normanne del secolo IX. Allora
la riva sinistra fu definitivamente abbandonata
e tutti gli abitanti si rifugiarono nell'isola,
dalla quale uscirono alla fine del secolo, ma
questa volta per insediarsi sulla riva destra.
Con
l'ascesa al trono di Francia del conte di
Parigi, Ugo Capeto, il destino della città
e quello del regno sono uniti indissolubilmente.
Si sviluppano le attività mercantili, favorite
dalla viabilità della riva destra, dove
confluiscono le grandi vie di comunicazione dei
traffici commerciali. Nel secolo XII, Luigi VI
crea i mercati generali (HallesJ nell'area
denominata Champeaux, dove vi rimarranno per più
di otto secoli. Vengono costruite o ingrandite
chiese sulle alture sovrastanti i terreni
paludosi gradualmente bonificati e messi a
coltura, mentre l'isola della Cité, densamente
popolata, ospita le sedi del potere monarchico e
vescovile. I ponti fortificati garantiscono il
transito sulla riva destra, centro dei commerci
e della vita attiva, nonché sulla riva
sinistra, pressoché abbandonata per lungo
tempo, la quale torna a vivere grazie alla
presenza degli studenti. Dopo numerose dispute
tra il re e il vescovo, nel 1209 gli studenti
riescono finalmente a radunare i vari centri di
insegnamento sotto la denominazione di Università,
che per un lungo periodo sta anche ad indicare
tutta la riva sinistra.
Il
re Filippo Augusto, uno dei grandi costruttori
di Parigi, aveva intanto fatto cingere i
quartieri di entrambe le rive da mura difensive,
di cui ricorderemo le vestigia. Fece pavimentare
le strade, creò le prime fontane e fece
innalzare il torrione del Louvre, simbolo del
potere monarchico. Lo sviluppo fu inoltre
favorito dalla fama internazionale di San Luigi.
Siccome il re risiedeva quasi sempre in città,
anche i signori vi fecero edificare i loro
palazzi, mentre andavano moltiplicandosi le case
dei borghesi e degli artigiani.
Costruite
generalmente con la struttura in legno a vista,
con frontone prospiciente la strada e con il
piano terreno occupato da botteghe, queste case
si addossavano le une alle altre lungo le strade
strette, sui ponti e sulle rive, nascondendo
spesso ai parigini la vista del fiume.
Nel
secolo XIV gli abitanti della capitale erano
circa 200.000. L'importanza politica,
finanziaria e commerciale della città
continuava a crescere, in particolare sulla riva
destra, rendendo necessaria fino dal 1356 la
costruzione di una nuova cinta muraria a causa
dell'espansione urbana verso nord. Ma le
sconfitte subite durante la Guerra dei
Cent'anni, la prigionia del re Giovanni il Buono
e la debolezza del Delfino furono la
causa della prima rivoluzione parigina
capeggiata dal prevosto dei mercanti Etienne
Marcel, che però
fallì e perse la vita quando si alleò con gli
inglesi.
Ripristinato
al suo posto, il Delfino, divenuto re col nome
di Carlo V, varò un politica riparatrice, ma
non si fidava più della città, preferiva
vivere nella parte orientale, nelle residenze di
Saint-Paul e delle Tournelles e nel castello di
Vincennes. Di riflesso, decretò la fortuna del
quartiere del Marais che per tre secoli fu
privilegiato dall'aristocrazia.
Si
profilano nuovi drammi con il riaccendersi delle
ostilità
contro gli inglesi: l'occupazione della capitale
da parte dei nemici, la follia del re Carlo VI,
la guerra civile tra gli Armagnac e i
Borgognoni, la sconfitta di Giovanna d'Arco
davanti alla porta Saint-Honoré. La ripresa sarà
più lunga al punto che Carlo VII, appena
tornato in città nel 1436, ripartirà per la
valle della Loira dove il re e la corte
risiederanno ancora per oltre un secolo.
Tuttavia,
i Valois avevano insediato definitivamente a
Parigi gli organi del governo centrale: la
Camera dei conti, il Tesoro, gli Archivi, la
Zecca. Al tempo di San Luigi era stato
instaurato il sistema della duplice autorità
Stato-Città, che governerà la capitale
nell'arco di otto secoli.
Al
ritorno dalla prigionia nel 1528 il re Francesco
I stabilisce la propria residenza nella regione
circostante Parigi e ritrova una città
che gode di una immensa fama intellettuale,
assurta a capitale delle arti, delle lettere e,
di lì a poco, di un nuovo umanesimo grazie alla
fondazione del Collegio di Francia. Il re Enrico
II, ancora impegnato in guerra, fa rafforzare le
fortificazioni cittadine, ma muore nel corso di
un torneo dinanzi alla porta della dimora reale
delle Tournelles. Mentre la guerra contro i
nemici esterni si logorava, la Riforma appena
nata degenerava in dispute di natura religiosa e
sfociava apertamente in una guerra. L'eccidio
della notte di San Bartolomeo (1572) gettò la
popolazione di Parigi in mano ai cattolici più
intransigenti, provocando la nascita della Santa
Lega, la quale si oppose dapprima a Enrico III e
istigò la sua uccisione, successivamente a
Enrico IV che, dopo la conversione, si trovò a
governare una città stremata. Il suo primo
impegno fu quello di risollevarne le sorti
mediante l'apertura di numerosi cantieri
destinati, da un lato, a ridurre il numero dei
disoccupati, dall'altro, ad abbellire la città
e ad esaltare il prestigio della corona. Si
tratta di opere non solo architettoniche ma
anche urbanistiche, mirate a incentivare
l'economia: creazione di piazze, tracciati di
strade, costruzione dell'ospedale Saint-Louis,
fondazione di una manifattura reale degli
arazzi, installazione della pompa della
Samaritaine per l'alimentazione idrica delle
fontane, pubblicazione delle prime normative
urbanistiche. Altri progetti erano ancora in
fase di studio quando l'11 maggio 1610 il re fu
assassinato durante un ingorgo nella Rue de la
Ferronnerie.
Quando
il re era ancora in vita e dopo la sua morte,
l'espansione urbana era affidata a promotori
privati, ai quali si deve la nascita di nuovi
quartieri come il Pré-aux-Clercs e l'Ile
Saint-Louis. La febbre edilizia, documentata
dalla nascita di innumerevoli dimore
aristocratiche e borghesi nel Marais e a nord
del Louvre, va di pari passo con la creazione di
conventi, frutto del rinnovamento cattolico a
seguito della Controriforma, nel quartiere del
Marais, nel Faubourg Saint-Honoré, ma
soprattutto nel Faubourg Saint-Jacques,
punto di partenza dei pellegrini di Compostella,
dove si viene a creare una specie di città
santa grazie agli interventi delle regine Maria
de' Medici e Anna d'Austria. Il complesso del
Val-de-Gràce è l'esempio più compiuto e più
puro di questo tipo di architettura devozionale.
Lo
sviluppo religioso è
ancora contraddistinto dalla creazione di
seminari e di istituzioni benefiche: Parigi,
dove a partire dal 1622 viene istituito un
arcivescovado, assurge al rango di capitale
religiosa della Francia.
Nuovi
moti scoppiano con la Fronda nel 1648-49 e torna
a manifestarsi la diffidenza del re nei
confronti della capitale, con una conseguente
grave crisi economica che aggrava le condizioni
già
precarie del popolo.
Durante
tutto il regno di Luigi XIV il numero dei
decessi supera quello delle nascite e
l'incremento degli abitanti è
alimentato solamente dalla costante immigrazione
dalle province. L'aumento della popolazione
indigente porta alla creazione, nel 1656, dell'Hópital
General, che assomiglia più a un istituto di
pena che a un ente assistenziale.
Per
garantire la tutela dell'ordine pubblico,
Colbert istituisce nel 1667 una nuova
magistratura con a capo il Lieutenant de police,
che cumula le funzioni di amministratore,
questore e giudice.
Ma
il regno di Luigi XIV coincide al tempo stesso
con l'epoca delle grandi opere edilizie mirate
ad esaltare la monarchia (palazzo del Louvre),
la grandezza della città
(porte trionfali), l'artigianato artistico
(manifattura dei Gobelins), gli studi
scientifici (Osservatorio), assistenza ai civili
(ospedale della Salpêtrière) e ai militari
(gli Invalidi), la viabilità (Pont Royal), la
sistemazione urbanistica (lungosenna, fontane) e
addirittura la speculazione fondiaria (Place des
Victoires, Place
Vendôme).
I
privati cittadini, nobili o borghesi, continuano
ad insediarsi ancora per poco tempo nel Marais,
che vive gli ultimi momenti di gloria, e
soprattutto nei sobborghi situati lungo la
strada di Versailles, nel Faubourg Saint-Honoré
e nel Faubourg Saint-Germain.
Alla
morte di Luigi XIV Parigi possedeva circa 25.000
case e una popolazione di circa 500.000
abitanti.
Ai
primi del Settecento, la vita della capitale,
sul piano delle idee e delle realizzazioni
urbanistiche è avulsa da quella della
monarchia. I filosofi e gli enciclopedisti
frequentano gli innumerevoli salotti e per
divulgare le loro idee s'ingegnano a sfuggire
alla censura reale. Nello stesso tempo le
iniziative delle opere edilizie passano nella
mani dei privati e l'espansione economica si
traduce in un notevole incremento della
popolazione, che è alla base dello sviluppo
dell'edilizia privata. I numerosi palazzi
dell'epoca e i primi immobili condominiali sono
caratterizzati da una ricerca di maggiore
confort che privilegia i locali di disimpegno.
Verso
la metà del secolo, durane il regno di Luigi
XV, si manifesta a Parigi un nuovo interesse che
si sovrappone alle iniziative private. Al pari
di alcuni suoi predecessori che avevano
abbellito la capitale con opere pubbliche, il re
inizia alcune imponenti realizzazioni. La Place
Louis XIV (ribattezzata successivamente Place de
la Concorde), la Scuola militare, la Scuola di
chirurgia, l'Abbazia di Sainte-Geneviève (Panthéon)
e il palazzo della Zecca. Questi "grandi
cantieri" mutano l'aspetto di numerosi
quartieri e sanciscono il trionfo del nuovo
classicismo. D'altronde, durante questa epoca
aumenta l'interesse per l'edilizia urbana e per
il ruolo svolto dai monumenti, considerati non
tanto per l'aspetto formale quanto per la loro
funzione e il loro significato sul piano
sociale.
Alla
fine del regno di Luigi XV e durante il regno di
Luigi XVI si moltiplicano gli studi di
urbanistica e i piani regolatori sia delle opere
di utilità
pubblica, come i mercati, le fontane e i teatri,
che dell'edilizia privata. Nel 1783 viene
stabilita l'altezza delle case rispetto alla
larghezza delle strade lungo le quali sono
costruite. Nell'ambito di queste opere ispirate
a criteri di utilità pubblica e di sanità
sorgono il Monte di Pietà, il Théàtre-Francais
(l'attuale Odèon), il Ponte Luigi XVI (Pont de
la Concorde), alcune fontane, inoltre vengono
soppressi i cimiteri nelle parrocchie. La
Rivoluzione scoppia in una città in piena
effervescenza intellettuale, ma la cui
espansione è frenata dalla crisi economica.
Il
desiderio della maggioranza mirato
all'attuazione delle riforme e alla riduzione
delle disuguaglianze si manifesta, da un lato,
in un'ondata di consensi per la monarchia,
dall'altro, in un proliferare disordinato di
idee diffuse attraverso i giornali e i club
politici, inebriati dalla libertà
improvvisamente acquisita e diffidenti
nei confronti della Corona.
Luigi
XVI non seppe assumere il controllo di questo
movimento per garantire l'ordine, il che permise
ad alcuni rivoltosi, il 14 luglio, di porre
l'assedio alla Bastiglia, considerata il simbolo
decaduto dell'assolutismo monarchico, e di
ottenerne la resa e non di espugnarla come si
afferma generalmente. Il re rinunciò
a reprimere i crimini commessi in
quell'occasione, sebbene avesse potuto contare
sull'appoggio della stragrande maggioranza della
popolazione, e si recò a Parigi per una visita
umiliante, ricevuto da Bailly, primo sindaco
della città. Al contrario, i club politici più
avanzati, i giacobini e i cordiglieri, insediati
nei vecchi conventi dai quali avevano mutuato il
nome, riuscirono a galvanizzare i loro
sostenitori e organizzarono la sanguinosa
spedizione del 5 e 6 ottobre che fu la causa del
trasferimento della famiglia reale da Versailles
alle Tuileries, dove poco a poco divenne
prigioniera della Rivoluzione, senza che il re
opponesse resistenza o cercasse di
temporeggiare. L'Assemblea, al seguito del re
si insediò accanto al palazzo, ma nessuno dei
due edifici è sopravvissuto alle alterne
vicende della storia.

La
festa della Federazione, al Champ de Mars, parve
per un attimo l'inizio di una nuova era, ma fu
solamente una manifestazione senza un domani.
Nel
1356, nel 1589 e nel 1649, i sovrani avevano
potuto combattere le rivoluzioni parigine
allontanandosi dalla città.
Luigi XVI, per primo, mancò questa occasione e
il 23 giugno 1791 la famiglia reale in fuga fu
penosamente ricondotta indietro da Varennes. Ma
il sentimento monarchico era talmente radicato
che il re riprese il suo posto e la nascente
costituzione venne modificata allo scopo di
restituirgli alcuni poteri. L'adunanza
dell'Assemblea legislativa (1 ottobre 1791)
sembrò preludere momentaneamente
all'instaurazione di un nuovo regime
"accettabile" della monarchia
costituzionale, ma l'inesperienza dei deputati,
il barcamenarsi del re e la sua doppiezza non
potevano tenere testa alla
determinazione rivoluzionaria e
repubblicana di alcuni giacobini. Il 10 agosto
1792, un'insurrezione contro il governo
legittimo travolse la monarchia e la famiglia
reale fu rinchiusa nella torre del Tempio in
attesa della ghigliottina.
I
rivoluzionari assurti al potere grazie alla
nuova Convenzione, prima con Danton, poi con
Robespierre, si trovarono a fronteggiare una
situazione terribile: guerra contro le potenze
straniere, crisi economica, confusione delle
idee e infine la guerra civile con
l'insurrezione della Vandea. Vollero tutelare il
loro potere assoluto e contestato ricorrendo al
terrore, dapprima clandestinamente (eccidi nelle
prigioni nel settembre del 1792), poi in forma
ufficiale, con le terribili condanne alla
ghigliottina del Tribunale rivoluzionario, che
segnano l'epoca del grande Terrore (settembre
1793-luglio 1794). Robespierre non seppe porre
fine tempestivamente a questo drammatico regime
speciale e il
27 luglio 1794 veniva
rovesciato dalla Convenzione, caduta in preda a
un moto di paura e di stanchezza. Durante i
cinque anni seguenti, Parigi fu sede di governi
nati dai compromessi e dalla fluttuazione delle
delle opinioni, che videro l'avvicendarsi della
Convenzione di Termidoro e del Direttorio, in
uno scenario di marasma economico e di
corruzione. Il regime si trovava allo stremo
quando si arrese al colpo di Stato del generale
Bonaparte.
Dopo
Filippo Augusto, Carlo V, Enrico IV, Luigi XIV,
Luigi XV, Napoleone fu uno dei rari sovrani ad
essersi interessato di Parigi. Aveva trovato una
città
esangue, allo sfacelo, in preda alla crisi
economica e all'anarchia istituzionale. Fu
necessario creare nuove strutture come la
Prefettura della Senna, la Prefettura di
Polizia, ripristinare le reti di
approvvigionamento e di distribuzione dei
viveri, ristabilire l'esazione delle imposte, un
compito immenso che fu assolto in breve tempo.
Inoltre
l'Imperatore intendeva aprire alcune grandi
arterie e ornare la città
di nuovi monumenti: i più significativi sono i
due archi di trionfo. Potè realizzare o portare
a compimento solamente alcuni progetti a
causa della brevità
del suo governo intramezzato da guerre e da una
certa debolezza delle finanze, ma anche perché
dimostrava un crescente interesse per le opere
di assetto urbano come la sistemazione delle
rive, i ponti, la numerazione anagrafica delle
case, i mercati, le fontane, i macelli, il
rifornimento idrico, le fognature, i cimiteri.
Il risultato è notevole sebbene oggi,
evidentemente, pressoché tutto sia stato
rinnovato.

Occupata
dalle truppe nemiche per due anni consecutivi,
nel 1814 e nel 1815, Parigi assistette due volte
al ritorno del vecchio re Luigi XVIII, al quale
succedette il fratello Carlo X. Se non
riuscirono a riconciliare stabilmente i parigini
con la monarchia ereditaria, non fecero neppure
uno sforzo per cambiare radicalmente il volto
della città.
Dopo quindici anni, a causa dell'imprudenza e
dell'irresponsabilità di Carlo X, gli abitanti
di Parigi insorsero durante tre giornate, dette
le "Tre Gloriose", e rovesciarono la
vecchia monarchia.
Il
ristagno urbanistico si protrasse anche
all'epoca di Luigi Filippo, durante la quale
venne tracciata soltanto un'arteria di rilievo,
la Rue Rambuteau. Sebbene il re borghese avesse
il gusto dell'edilizia, l'atteggiamento
conservatore che aveva assunto salendo al trono
lo portava a trascurare le precarie condizioni
di gran parte della popolazione dì
Parigi. "Vi sono mille abitanti per ettaro
alla Grève, a Saint-Merri, alla Cité. In
questi quartieri dove prolifera l'alcolismo, la
tubercolosi, la prostituzione e il crimine
scoppiano epidemie virulente: il colera del 1832
miete 44.000 vittime. Nel 1848, il 65% della
popolazione è troppo povera per pagare
l'esazione e l'80% dei morti viene gettato nella
fossa comune." (Jj.P. Babelon). D'altronde
l'indifferenza del sovrano è condivisa
dall'alta borghesia finanziaria, dalla quale
proviene, quel mondo privilegiato descritto da
Balzac.
Due
imprese notevoli vedono la luce a Parigi durante
il suo regno: la costruzione di una cinta
muraria fortificata un poco discosta dal
perimetro urbano e la costruzione delle stazioni
ferroviarie, la cui distanza le une dalle altre
mostrava evidentemente che Parigi non intendeva
diventare un luogo di passaggio.
Bastò
una crisi economica occasionale e una lieve
agitazione politica, seguita da una rivoluzione
pacifica, a far cadere la Monarchia di
Luglio, nel febbraio del 1848.
La
Seconda Repubblica lasciò
a Parigi due pagine di storia: una sociale, con
la discutibile esperienza delle fabbriche di
Stato (Ateliers nationaux), l'altra, macchiata
di sangue, con le giornate di giugno.
Successivamente arrivò il sovrano che avrebbe
trasformato la capitale come nessuno dei suoi
predecessori aveva fatto. Napoleone III si
propose di rinnovare radicalmente la città
ancora medievale sotto certi aspetti, dandole
aria, luce, facilità di trasporto, opere
pubbliche, strutture economiche e alloggi
sociali, dotando al tempo stesso gli organi di
potere dei mezzi atti a soffocare un'eventuale
rivolta. Per l'attuazione di questa politica
trovò un amministratore di spicco, Eugène
Haussmann, il quale, nell'arco di sedici anni,
realizzò opere ingenti: apertura di grandi vie
di comunicazione, rete idrica, fognature,
marciapiedi, spazi verdi, edifici amministrativi
e religiosi. Nel 1860 furono annessi alla città
i comuni situati all'interno delle mura di
fortificazione.
L'apertura
di nuove strade va di pari passo con la
costruzione su vasta scala di nuovi edifici,
instaurando una netta segregazione sul piano
sociale. E' finita l'epoca della convivenza di
tutte le classi sotto un medesimo tetto; le
famiglie dei lavoratori sono respinte verso le
zone periferiche e ciò
avrà un peso determinante durante le future
lotte di classe. Il palazzo è riservato alla
borghesia, ma anche questa classe è composta da
varie fasce che, sia pure invidiandosi o
ignorandosi, si spartiscono i piani degli
immobili, dal basso verso l'alto, secondo uno
schema basato sull'importanza del prestigio
sociale o dei redditi.
Purtroppo
l'imperatore conosceva male la città
e né lui, né il prefetto possedevano un senso
estetico sviluppato. Il bilancio dei due
personaggi, per quanto sia impressionante sul
piano delle realizzazioni, presenta un enorme
passivo sul piano monumentale, che avrebbe
potuto essere alleggerito da una maggiore
sensibilità, soprattutto nell'isola della Cité.
Ma nello stesso tempo Parigi, centro
intellettuale e artistico, non era mai apparsa
così piena di vita e di prosperità. Lo
sviluppo economico favoriva molto le classi
abbienti e poco le classi lavoratrici e la vita
parigina, simboleggiata dai teatri, dalle feste,
dalle orchestre, dalle parate, dal valzer
irradiava uno splendore che attirava i
visitatori stranieri, in particolare all'epoca
delle prime esposizioni universali, nel 1855 e
nel 1867.
L'incongruenza
del governo francese, che nel 1870 cadeva nella
trappola prussiana, fece crollare d'un tratto
questo brillante edificio. "L'anno
terribile" colpì
soprattutto Parigi, dapprima con l'assedio,
durante il quale il coraggio della popolazione
fu sfruttato male da capi militari mediocri,
successivamente con la Comune, vera e propria
lotta di classe che insanguinò la città e
incendiò i suoi monumenti. La crescita
economica di Parigi subì una battuta d'arresto
per vari anni, come pure la sua supremazia
politica sul resto della Francia. Oramai, il
potere nella capitale era in mano a una classe
elettorale provinciale, spesso
proveniente dal Sud, che impiegò
molto tempo ad acquisire le doti necessarie.
Tuttavia,
le esposizioni universali del 1878, del 1889 e
del 1900 segnavano delle tappe brillanti della
rinascita e del rinnovamento economico della
Francia e di Parigi e al tempo stesso
propagandavano le invenzioni tecniche che
avrebbero rivoluzionato l'assetto urbano e la
vita quotidiana, in particolare le costruzioni
metalliche e l'elettricità.
La
terza di queste esposizioni coincide con quella
che chiamiamo un poco abusivamente la Belle
Epoque, che fu bella solamente per i più
abbienti. Le uniche opere di carattere sociale
realizzate in quel periodo riguardano le
istituzioni collettive come le scuole e gli
ospedali, mentre nel 1900 viene inaugurata la
rete della metropolitana che, da allora, non ha
cessato di estendersi in maniera spettacolare.
Il Novecento a Parigi è il secolo delle guerre,
dei disordini, delle incertezze. Dopo i primi
anni violentemente turbati dal caso Dreyfus, dal
Boulangisme (movimento politico di opposizione
guidato dal generale Boulanger), dalla questione
di Panama, dall'anarchia, sopraggiunse la guerra
nel 1914 e durante quattro anni la capitale si
sforzò di far buon viso alla minaccia delle
forze nemiche che per ben due volte giunsero in
prossimità della città, bombardando
Saint-Gervais il venerdì santo. La vittoria
dell'11 novembre scatenò per le strade di
Parigi una gioia popolare mai conosciuta prima.
L'entusiasmo
degli anni folli si spense rapidamente e i
problemi finanziari, politici e sociali
alimentarono un'inquietudine che sfociò
nell'insurrezione del 6 febbraio in Place de la
Concorde. Ciò nonostante, Parigi cercò di
mostrare un volto sereno in occasione
dell'Esposizione delle arti decorative del 1925,
l'Esposizione coloniale del 1931 e l'Esposizione
internazionale del 1937, ma vari problemi fecero
venire a galla l'insicurezza di quel tempo.
Scoppiò di nuovo la guerra, accompagnata da
quattro anni di occupazione nemica
particolarmente brutale, segnata dalla lotta
contro la Resistenza condotta a forza di
reclusioni, torture e condanne. Le prigioni di
Rue des Saussaies e Rue Lauriston, il Mont-Valérien
sono testimoni di questa tragedia.
Nell'agosto
del 1944 numerosi parigini insorgono contro il
nemico ormai allo sbando, sferrando violenti
attacchi con armi di fortuna fino all'arrivo dei
carri armati della divisione Ledere. Il 25
agosto il generale von Choltitz si arrendeva
alla stazione di Montparnasse e l'indomani il
generale de Gaulle sfilava sugli Champs-Elysées.
Sono
trascorsi quasi cinquant'anni da allora e
Parigi, sempre sensibile ai drammi e alle mode,
sempre pronta ad entusiasmarsi, a commuoversi, a
ribellarsi su un fronte o sull'altro (come
avvenne nel maggio-giugno 1968) è
rimasta la sede del potere nazionale, che trova
qui la sua manifestazione, in particolare
attraverso le grandi opere pubbliche, ma la città
ha anche conquistato la piena autonomia
municipale che gli ha consentito, a più
riprese, di mutare o abbellire il proprio volto.
Così, come diceva Charles de Gaulle, rimane
"fedele a se stessa e alla Francia".
Architettura
e Urbanistica
In
questa città
si costruisce da oltre duemila anni, con un
succedersi e un sovrapporsi di stili in funzione
dello sviluppo urbano, della vita e delle
occupazioni degli abitanti. Espandendosi, la
città ha finito per divorare se stessa,
distruggendo una parte delle testimonianze
artistiche del suo passato; tuttavia ogni epoca
ha lasciato tracce monumentali che si
configurano come un manuale di storia
dell'architettura dal periodo gallo-romano fino
al dinamismo dell'epoca attuale.
L'EPOCA
GALLO-ROMANA - Nei primi secoli dell'era
cristiana, Lutezia era solamente una borgata di
provincia sorta in riva alla Senna e
i suoi monumenti non erano in grado di competere
con quelli delle grandi città dell'Antichità.
Tuttavia abbiamo conservato due edifici
caratteristici del periodo romano: l'arena,
che poteva contenere sedicimila spettatori, e le
Terme di Cluny. Le loro vestigia sono
sufficienti ad illustrare le caratteristiche
della tecnica di costruzione dei romani a
livello di una città
di provincia.
Successivamente
Parigi
entra in un'epoca buia. Occorre aspettare sette
secoli per ritrovare un monumento, il campanile
di Saint-Germain-des-Prés, edificato
attorno all'anno 1000, emblema dell'arte
romanica di Parigi che, a parte la
navata della stessa chiesa notevolmente rimaneggiata,
ci ha lasciato soltanto poche altre
testimonianze
LO
SPLENDIDO PERIODO MEDIEVALE PARIGINO - Se
Parigi conserva soltanto pochi frammenti di
quello stile che creò
Cluny o Vézelay, è colpa delle demolizioni o
delle ricostruzioni ma occorre tener presente
che la regione dell'lle-de-France, culla
dell'arte gotica, alla ricerca di un'espressione
architettonica più ambiziosa, fu la prima a
respingere i modelli proposti dall'arte
romanica. Fino dagli anni 1130-35, la volta ogivale
fa la sua apparizione nel coro della chiesa di Saint-Martin-des-Champs.
Ma
lo stile diventa rapidamente più raffinato e la
chiesa di Saint-Pierre-de-Montmartre, già
nel 1147, presenta una crociera elegante
slanciata, degna di essere definita gotica sotto
tutti gli aspetti. Questa nuova tecnica fu
impiegata nella costruzione del coro di Saint-Germain-des-Prés,
caratterizzato da un elegante ambulacro. Il 21
aprile 1163 il papa Alessandro III consacrava
questa abside e poneva la prima pietra della
cattedrale di Notre-Dame.
Sull'area
di un tempio gallo-romano, in un luogo dove si
pregava da oltre mille anni, il vescovo Maurice
de Sully e il suo successore Eudes diressero la
costruzione del nuovo santuario.
Ultima delle cattedrali gotiche primitive, prima
delle grandi cattedrali classiche, Notre-Dame si
colloca a un punto di transizione di questo
stile e la sua concezione rappresenta il
raggiungimento di un equilibrio, come
testimoniano le volte poligonali a sei fusi, ma
che ricadono su pilastri uniformi; cinque
navate, con tre soli portali sulla facciata;
tribune per accogliere il maggior numero
possibile di fedeli, con un intento di ricerca,
sebbene insufficiente, di luminosità.
Notre-Dame influenzò l'architettura di tutta la
diocesi.
Sempre
a Parigi, nelle immediate vicinanze della
cattedrale, fu costruita la chiesa di Saint-Julien-le-Pauvre,
che ha conservato due stupendi capitelli. Resti
dell'antica abbazia di Sainte-Geneviève
come le cucine, il refettorio e il campanile
della vecchia chiesa sono stati inglobati negli
edifici del Liceo Henri IV. Si tratta di edifici
religiosi di una piccola città che il re
Filippo Augusto volle difendere cingendola di
mura. Di queste mura di due metri di spessore,
fiancheggiate da torri, rimangono notevoli
resti, in particolare nella Rue des
Jardins-Saint-Paul. E a difesa del punto più
esposto alle minacce nemiche fece erigere il
torrione del Louvre, la cui base è stata
riportata alla luce negli ultimi anni.

Quest'arte
gotica primitiva parigina, sobria e ancora un
poco pesante, si alleggerisce all'epoca di San
Luigi, trasformandosi in uno stile più
fiorito, più audace, tipicamente rappresentato
dalla Sainte-Chapelle. Costruita su due
piani, per la famiglia reale e per la servitù,
nonostante le sue dimensioni ridotte si presenta
come un esempio di estro architettonico grazie
all'elegante soluzione delle membrature, dei
contrafforti e dell'illuminazione.
Verosimilmente il suo artefice fu Pierre de
Montreuil, che tornò ad operare a Notre-Dame
all'epoca dell'ampliamento dei transetti, ai
quali furono aggiunti, nella seconda metà del
XIII secolo, nuove facciate riccamente decorate.
Lo ritroviamo ancora come costruttore dei due
grandi conventi che allora sorgevano nei pressi
di Parigi: Saint-Germain-des-Prés e Saint-Martin-des-Champs.
Nel primo, ricostruì gli edifici monastici, dei
quali rimangono !a cuspide del refettorio
e frammenti della notevole Cappella della
Vergine, il cui portale è
conservato nel Museo di Cluny. A
Saint-Martin-des-Champs sono sopravvissuti il
bel refettorio a due navate, con il pulpito per
la lettura.
Il
XIV secolo segna una pausa. Se i mezzi
architettonici raggiungono l'apice, viene meno
la creatività
e l'innovazione sul piano delle idee. Saint-Leu-Saint-Gilles
e la Cappella Saint-Jean de Beauvais
conservano il carattere un poco freddo di questo
stile ineccepibile. Ma occorre menzionare in
particolare il refettorio dei Bernardini,
esempio dell'austera eleganza dell'architettura
cistercense.
Dell'architettura
civile, nulla rimane dell'insediamento dell'alto
medioevo e bisogna arrivare al XIV secolo per
trovare, tra i monumenti superstiti, modelli
rappresentativi della casa di abitazione.
Della dimora parigina dell'abate d'Ourscamp
rimane, al numero 46 della Rue Francois Miron,
una bella sala col soffitto basso a volte. Delle
dimore dell'aristocrazia feudale è
sopravvissuta la postierla dell'hotel de
Clisson (circa 1380) con le due torrette
aggettanti. La reggia, a quell'epoca, si trovava
ancora nell'isola della Cité. La sua
ricostruzione avvenne per ordine di Filippo il
Bello, il quale conservò la Sainte-Chapelle.
Oggi rimane la Conciergerie, maestosa ed
austera, il cui rigore architettonico è
attenuato dall'eleganza delle sculture. A poco a
poco i magistrati s'insediarono nel palazzo,
allora il re Carlo V ordinò a Raymond du Temple
di riadattare la fortezza del Louvre, di
cui è stata recentemente riportata alla luce la
parte inferiore.
Nel
XV secolo Parigi assiste a uno straordinario
sviluppo dello stile gotico fiorito. Sorgono
innanzitutto numerosissime chiese. Con
l'espansione urbana e la crescita della
popolazione è necessario costruire nuovi
edifici religiosi, ricostruire o ingrandire
quelli già esistenti. A testimonianza di questo
processo di rinnovamento sono rimaste numerose
chiese: Saint-Laurent, Saint-Médard,
Saint-Germain-de-Charonne,
Saint-Nicolas-des-Champs,
Saint-Germain-l'Auxerrois, Saint-Séverin,
senza parlare poi delle chiese edificate in
epoca successiva, nelle quali la tradizione
prevarrà sulla tendenza modernista. Lo stile
gotico a Parigi è durato cinque secoli.
Queste
costruzioni denotano alcune semplificazioni
rispetto alle chiese appartenenti all'età
aurea dell'arte gotica e sono caratterizzate da
una minore ricerca dello slancio verticale e
delle partizioni, sia orizzontali che verticali,
con maggiore attenzione agli spazi di
circolazione, all'illuminazione e, in
particolare, al gusto ornamentale. In effetti,
la decorazione perde la sua funzione prettamente
didattica, di Bibbia tradotta in immagini, per
divenire puro ornamento, aneddotico e quasi
profano.
Il
fiorire di questo stile
"fiammeggiante" si protrae durante il
Cinquecento. Il campanile di Saint-Jacques,
costruito tra il 1509 e il 1523, è
immune dagli influssi del Rinascimento, come
pure la chiesa di Saint-Merri,
riedificata tra il 1520 e il 1552. In
quest'ultima, la persistenza del gotico è
particolarmente evidente nella complessa
struttura della volta della crociera del
transetto, nelle armature interne delle finestre
e nelle sculture dei portali.
Ma
l'esempio più
lampante del perdurare di questa trasgressione
è dato dalla chiesa di Saint-Gervais,
costruita tra il 1492 e il 1657. Si
tratta di un edificio in puro stile gotico, anzi
di un gotico più
rigoroso rispetto ad altri edifici precedenti.
Lo stile fiorito si è pressoché estinto e si
nota un ritorno all'architettura gotica
tradizionale.
Risalgono
a quest'epoca anche il chiostro del convento
delle Billettes, con quattro gallerie a sei
campate, le cui
volte presentano nervature con chiavi ornate, e
il refettorio del convento dei Cordiglieri
(Cordeliers).
L'edilizia
civile nel Quattrocento conosce uno sviluppo
pari a quello delle costruzioni religiose e
forse anche maggiore. Nonostante le numerose
demolizioni,
rimangono esempi notevoli, sia di dimore
gentilizie che di abitazioni più
modeste. Sono giunti fino a noi,
integralmente o in parte, tre palazzi signorili:
l'hotel de Bourgogne, l'hotel de Sens e
l'hotel de Cluny. All'edificio che i duchi dì
Borgogna possedevano a nord delle Halles,
Giovanni Senzapaura fece aggiungere una torre
quadrangolare contenente una scala a chiocciola,
il cui asse, all'ultimo piano, si espandeva
a forma di rami di quercia, formando le
nervature della volta. Questi motivi gotici
perdono sempre di più
la loro funzione primaria e si riducono a
semplici motivi
ornamentali dettati dalla fantasia dei
decoratori.
Tra
i prelati che si fecero edificare a Parigi una
dimora signorile spicca l'arcivescovo di Sens.
La costruzione dell'hotel de Sens iniziò
nel 1475. Purtroppo nell'Ottocento e nel
Novecento sono stati perpetrati numerosi scempi
dai restauratori e l'esatta interpretazione di
questo edificio si limita al suo profilo che ha
mantenuto una certa suggestione, con i frontoni,
i tetti conici delle torri e i grandi abbaini.
Il
terzo edificio gotico di Parigi è
il meglio conservato.
Si tratta del complesso architettonico,
comprendente
una cappella, costruito
tra il 1485 e il 1498 per gli
abati di
Cluny. Sebbene presenti alcuni elementi improntati
all'architettura
difensiva, l'hotel de Cluny è una dimora
gentilizia in cui prevale la ricerca della vita
agiata, come testimoniano la sua ubicazione tra
il cortile e il giardino, le sue ampie finestre,
i suoi disimpegni, il numero dei suoi camini.
Se
i
grandi signori o i prelati abitavano in questi
palazzi più o meno isolati, la classe media,
gli artigiani e i commercianti vivevano in case
strette, di cui ci è noto l'aspetto esterno,
con il piano terreno in pietra,spesso
occupato da botteghe con un banco
prospiciente la strada, con i piani superiori in
aggetto caratterizzati da
una struttura in legno a vista durante l'alto
medioevo, mentre in epoca successiva prevarrà
il rivestimento ad intonaco. Sul coronamento
svetta un
frontone triangolare,
simbolo
di agiatezza, come indica un proverbio
francese, che però,
col tempo, viene
proibito dalle autorità
municipali, le quali impongono tetti paralleli
all'asse della strada. Queste case erano
addossate le
une alle altre lungo le strade anguste e le
uniche piazze di Parigi erano rappresentate dai
crocevia e dai sagrati delle chiese.
L'architettura del Rinascimento sarà
centrata, in gran parte, sulla ricerca di
spazi e di luce.
ALLA
RICERCA DI UNO SPIRITO NUOVO - Senza voler
insistere sugli aspetti peculiari della
rivoluzione artistica
indotta dal Rinascimento (influenza dell'età
antica, individualismo, prevalenza dell'arte
profana), occorre rilevare che essi si
manifestano tardivamente, in particolare
nell'architettura religiosa,
che continua tuttavia a proliferare.
Durante
tutto il Cinquecento, Parigi vede nascere
numerose chiese. Alcune
di esse sono prettamente gotiche mentre in altre
si fanno strada a poco a poco le nuove tendenze.
Ad eccezione della facciata, la chiesa di Saint-Etienne-du-Mont,
costruita tra il 1492 e il 1586, possiede una
pianta e una elevazione tipiche di una
costruzione ancora appartenente al gotico
fiorito, tuttavia la disposizione di alcuni
spazi è foriera di una nuova epoca, in
particolare i passaggi che circondano la navata
e che mettono in comunicazione con il "jubé",
la tribuna trasversale che serve ad isolare il
coro dalla navata, ultimo esempio conservato a
Parigi.
L'esempio
della chiesa di Saint-Eustache, edificata
tra il 1532 e il 1640, è forse ancora più
curioso. La pianta e l'elevazione sono di stampo
gotico tradizionale, ma i pilastri e le
colonnine sono sostituiti da colonne all'antica
e da lesene. Si tratta quindi di una struttura
gotica con un rivestimento di gusto
rinascimentale. Per quanto concerne l'edilizia
civile, il nuovo stile esordisce nell'hotel
Carnavalet, che si avvale della formula
dell'ubicazione tra cortile e giardino, già
sperimentata nell'hotel de Cluny. Il cortile
circondato da ali basse, una delle quali
delimita la strada, esplica anche una funzione
di isolamento e di difesa.
Nello
stesso tempo fervono i lavori in un cantiere di
eccezione, quello del Louvre. Francesco I
decide di far ricostruire l'edificio
quadrangolare affidando i lavori a Pierre Lescot
e a Jean Goujon. L'opera è completata dai loro
successori e alla fine la superficie risulta
quadruplicata.
VIGORE
E SPLENDORE DEL SEICENTO - Quando Enrico IV,
dopo dieci anni di guerre civili, rilanciò
le opere edilizie, era mutato lo spirito
dell'epoca: veniva meno il gusto per l'antichità
e l'eleganza delle sculture era ritenuta
superflua. L'architettura si basava quindi
maggiormente sulla scelta e sul contrasto dei
materiali, sul taglio della pietra anziché
sull'estro dei decoratori.
Il
re voleva delle piazze e la più
bella fu costruita nel Marais, fissando i canoni
per le successive. La piazza detta Place Royale,
attualmente Place des Vosges, presenta
una pianta geometrica caratterizzata da edifici
uniformi attorno alla statua del re. Un'altra
piazza della stessa epoca è la Place Dauphìne,
di forma triangolare, il cui ingresso è
fiancheggiato da due case con i tetti di
ardesia, i portici e le modanature in pietra che
mettono in risalto il rosso dei mattoni delle
facciate. Sul modello dell'impianto di una
piazza fu costruito anche l'Hòpital
Saint-Louis, un quadrilatero austero con
quattro edifici d'angolo.
Il
gusto monumentale di
Enrico IV caratterizza i nuovi lavori intrapresi
nel Louvre, che viene unito al palazzo delle
Tuileries da una galleria che costeggia la
Senna, opera dell'architetto Androuet du
Cerceau, il cui stile composto appare un poco
appesantito, segno del trapasso
dell'architettura del Rinascimento. Ma il
maestoso equilibrio del periodo classico è
ancora di là da venire.
Il
mutamento di stile avvenne con Jacques Le
Mercier, incaricato da Luigi Xlll dì
portare avanti i lavori del Cortile Quadrato (Cour
Carrée), al quale si deve la costruzione
del Padiglione dell'Orologio, elegante
edificio di quattro piani sormontato da una
cupola.
Gli
succedette Louis Le Vau, che completò
il quadrilatero, ma senza costruire il secondo
piano, per cui le ali del palazzo rimasero come
scatole vuote fino all'avvento di Napoleone.
Nel
frattempo, Salomon de Brosse aveva costruito per
Maria de' Medici il palazzo del Lussemburgo,
con l'ingresso costituito da un padiglione a
cupola dal quale si accede al cortile.
L'affermazione
del potere a Parigi coincide con l'edificazione
dei palazzi: dopo quello di Maria de' Medici,
sorgono i palazzi del cardinale Richelieu e
di Mazarino, la cui dimora, a seguito di
trasformazioni, ospita la Biblioteca
Nazionale. Dopo aver acquistato l'hotel
de Chevry, tuttora esistente, il cardinale
Mazarino ne affida la ristrutturazione a
Francois Mansart, il quale aggiunge due gallerie
sovrapposte. La galleria entra quindi a far
parte integrante delle grandi dimore signorili
di Parigi.

L'esempio
dei due cardinali e ministri fu seguito da
numerosi aristocratici e magistrati. Alcuni
nobili fecero costruire le loro case nella Rue
Saint-Antoine. Ne sono un esempio l'hotel de
Mayenne, rovinosamente alterato nel secolo
scorso, l'hotel Sully, di Jean Androuet
du Cerceau, che ha mantenuto intatta la sua
fisionomia con il portico d'ingresso, il
cortile, il corpo principale e l'arancera. E'
nel Marais, divenuto il quartiere residenziale
dell'aristocrazia, che sorgono i più
bei palazzi. L'hotel de Chàlon-Luxembourg
presenta un notevole portale con una protome
leonina sovrastante uno scudo araldico; l'hotel
de Saint-Aignan, opera di Le Muet, è
scandito da maestose lesene corinzie e possiede
inoltre una notevole scala interna. Nel
costruire l'hotel de Beauvais, Lepautre
ha sfruttato al massimo un terreno sbieco per
creare un edificio dall'aspetto teatrale con una
grande scalinata decorata da Desjardins.
Ma
i più
bei palazzi del Marais della prima metà del
Seicento sono due: l'hotel Aubert de Fontenay
(attuale sede del Museo Picasso), costruito nel
1656 per l'intendente delle gabelle, detto anche
hotel Salé in riferimento all'imposta che
allora gravava sul sale, con una facciata
fiancheggiata da sfingi e coronata da un
frontone circolare, il cui interno racchiude
quella che è forse considerata la più bella
scala di Parigi; l'hotel Amelot de Bisseuil,
detto degli Ambasciatori d'Olanda, la cui
struttura si sviluppa attorno a due cortili,
caratterizzato da una decorazione di putti. Un
posto a parte meritano le realizzazioni di
Francois Mansart, come l'hotel Guénégaud,
il Museo della Caccia e della Natura e l'hotel
Poulletier purtroppo occupato da una caserma
di pompieri, l'ampliamento dell'hotel
Carnavalet, con la sopraelevazione dell'ala
bassa circostante il cortile, e l'hotel
d'Aumont, nella cui costruzione Mansart
succede a Le Vau, con una elegante decorazione
di festoni e di teste sulle facciate
prospicienti il cortile.
Altri
edifici sorsero nell'isola Saint-Louis, in
particolare ad opera di membri del parlamento di
Parigi e di nuovi ricchi. Tra i palazzi lungo le
rive della Senna, i due più
importanti sono l'hotel Lambert, di Le
Vau, e l'hotel Lauzun.
L'architettura
religiosa, che stentava a staccarsi dai
prototipi gotici, è
caratterizzata da un nuovo stile nato da un
adattamento dei modelli italiani al gusto
francese. Ci sono voluti tre secoli per far
accettare e valorizzare questo
"barocco" francese, spesso
disprezzato, nonostante le sue proporzioni
armoniche e la ricchezza decorativa. Alcune
chiese precedenti furono risistemate in
ossequio al nuovo stile, altre furono portate a
compimento secondo questi canoni estetici. Ad
esempio, nella chiesa di Saint-Gervais,
la cui facciata fu costruita tra il 1616 e il
1620, la rottura stilistica è
palese; alla chiesa di forme gotiche venne
aggiunta una fronte composita in cui lo slancio
delle colonne dell'ordine antico veniva
controbilanciato dall'affermarsi delle linee
orizzontali.
L'architettura
religiosa è
caratterizzata anche dall'apparizione della
cupola, come nella chiesa dei carmelitani (Carmes)
e nelle chiese di Saint-Paul-Saint-Louis,
della Visitazione, della Sorbona e del Val-de-Gràce.
In quest'ultimo edificio la cupola diviene più
elegante, imponendosi sulla maestosa facciata
dell'abbazia.

LUIGI
XIV E PARIGI - Sebbene diffidasse di questa
città
imprevedibile, Luigi XIV è il sovrano che per
proprio volere e attraverso i suoi ministri ha
modificato maggiormente il paesaggio urbano di
Parigi.
Ancora
una volta i lavori cominciarono dal Louvre,
con l'apertura dei cantieri per la costruzione
della Galleria di Apollo. Per la prima
volta a Parigi, tutte le maestranze delle arti
decorative operarono sotto la direzione di
Charles Le Brun. Il sovrano desiderava dotare il
Cortile Quadrato (Cour Carrée)
di una facciata monumentale sul lato d'ingresso,
ad est. Dopo un tentativo fallito del Bernini,
veniva edificata la colonnata di Charles
Perrault, che segnava l'affermazione dello
stile francese.
Alla
stessa epoca, nel 1663, Le Vau aveva intrapreso
sull'altra sponda della Senna la costruzione del
College des Quatre Nations. Sul lato
prospiciente il fiume, l'edificio presentava una
cupola di coronamento della cappella
fiancheggiata da due ali a forma di quarto di
cerchio, mentre gli edifici sul lato posteriore
si svilupparono attorno a tre cortili.
Fu
per volontà
del sovrano che sorse a Parigi l'edificio
definito il più bello dell'epoca. Fino ad
allora, gli ex combattenti collocati a riposo
avevano condotto una vita grama e nel 1670 Luigi
XIV decise di far costruire per loro un ospizio,
affidando i lavori a Liberai Bruant.
L'architetto progettò un edificio che
presentava nel contempo le caratteristiche di
una caserma e di un convento, con un gran
cortile porticato in fondo al quale doveva
sorgere una cappella e una lunga facciata ornata
da una porta trionfale. Ma per celebrare la
grandezza del monarca quell'edificio non era
ritenuto abbastanza magniloquente. Venne
chiamato allora Jules Hardouin Mansart,
pronipote di Francois Mansart, che in questa
costruzione espresse il meglio di sé. Dopo aver
costruito la chiesa dei soldati, aggiunse sul
lato meridionale un'altra chiesa a croce greca,
sovrastata da una cupola posta a coronamento
dell'ala meridionale, perfettamente integrata
nell'edificio, a differenza di quelle della
Sorbona e del Val-de-Gràce, e nella facciata
eseguita secondo il progetto di Liberai Bruant.
A
questo celebre complesso degli Invalidi fa da
contrappunto l'ospedale della Salpètrière,
sorto come casa di cura e d'internamento. Le Vau
e successivamente Liberai Bruant costruirono gli
edifici dalle linee sobrie con la chiesa ad otto
navate disposte a raggiera per separare le varie
categorie di degenti. Gli astronomi ebbero una
loro sede nell'elegante Osservatorio,
opera di Charles Perrault, più attento alle
proporzioni e alla decorazione che alla
destinazione d'uso dell'edificio. I tempi non
erano ancora maturi per l'architettura
funzionale; si ricercavano effetti di
suggestione e di impressione, come si può
ancora notare nelle porte cittadine di Saint-Denis
e Saint-Martin a forma di arco di trionfo
mutuato dall'antichità.
Jules
Hardouìn Mansart è anche l'artefice di due
piazze reali, Place des Victoires e Place
Vendòme, due capolavori che esprimono nel
contempo magnificenza ed equilibrio.
Nella
pianta e nella distribuzione dei vani, gli
edifici privati assomigliano molto a quelli
della prima metà
del secolo, con un cortile e un giardino, il
portone d'ingresso fiancheggiato dalle
dipendenze, le stanze adibite al ricevimento e
quelle destinate all'intimità domestica. Nel
Marais, rimasto il quartiere residenziale per
eccellenza, vengono costruiti nuovi palazzi:
hotel du Grand Veneur (intendente di
caccia della corona), l'hotel Le Peletier de
Saint-Fargeau, l'hotel Presty, l'hotel Mansart
de Sagonne, simbolo del prestigio sociale ed
economico di Jules Hardouin Mansart. Ma le nuove
residenze tendono oramai ad allontanarsi verso
ovest, attorno al quartiere delle Halles
stabile d'affitto in Rue de la Ferronnerie)
o nei pressi di Place Vendòme
(casa di Lulli in Rue Sainte-Anne). Sulla riva
sinistra della Senna sorgono l'hotel de Laffémas
e la bella residenza della famiglia Le Brun,
opera di Boffrand.
Allo
sviluppo urbanistico corrisponde la creazione di
nuove parrocchie e la ricostruzione di chiese
divenute insufficienti, alcune delle quali
rimangono incompiute. Saint-Roch,
Saint-Sulpice, Saint-Louis-en-l'lle,
Saint-Nicolas-du-Chardonnet. Dal
canto loro, gli ordini religiosi edificarono tra
l'altro le chiese di Saint-Jacques-du-Haut
Pas e di San Tommaso d'Aquino.

IL
SETTECENTO: DALL'EUFORIA ALL'AUSTERITA' - II
1 settembre 1715 moriva Luigi XIV. Il trapasso
del sovrano coincideva con una evoluzione
stilistica iniziata da circa un decennio. Gli
ordini architettonici all'antica furono
abbandonati e la curva s'impose prepotentemente
nell'universo della linea retta. Esemplari di
questo stile rococò,
detto rocaille sono alcuni palazzi, gli hotel
Chenizot, de Brienne, de Charolais, d'Estrées,
tutti ubicati nel quartiere di Saint-Germain,
lungo la strada che conduce a Versailles. Ma è
ancora nel Marais che sorgono i palazzi Soubise
e Rohan, caratterizzati dall'innovazione
edilizia e decorativa della prima metà del
secolo.
Nello
stesso tempo era sorto un altro quartiere, il Faubourg
Saint-Honoré,
il cui primo edificio notevole fu il palazzo ora
noto col nome di Eliseo attuale residenza
del Presidente della Repubblica. Scendendo verso
il centro si trovano i palazzi di Place Vendòme,
in gran parte risalenti al Settecento, con le
facciate progettate da Mansart.
Scorrendo
questo breve elenco si potrebbe immaginare che i
membri dell'aristocrazia e dell'alta borghesia
occupassero ciascuno un proprio palazzo, ma in
realtà
molti di questi edifici erano suddivisi
internamente e dietro a un indirizzo prestigioso
si celava spesso un esiguo appartamento
sottotetto. In questo periodo si diffonde
notevolmente lo stabile d'affitto, comprendente
appartamenti separati su più piani. Tra i più
vecchi, occorre citare lo stabile che cinge da
un lato la chiesa di Saint-Gervais,
nella Rue Francois Miron.
Nel
campo dell'architettura religiosa, l'epoca di
Luigi XV, definita libertina, vede sorgere
numerose chiese: Notre-Dame des Victoires,
Saint-Thomas d'Aquin, Saint-Louis en l'Ile
furono portate a compimento secondo i progetti
originali, ma con una decorazione più
intonata ai tempi.
Due
chiese spiccano per il loro rinnovamento. A Saint-Roch
viene trasformata la pianta originale,
complicandola. Nell'ambulacro vengono aggiunte
in successione la cappella della Vergine,
la cappella della Comunione e la cappella
del Calvario, con esito scenografico,
frammentando lo spazio interno ad imitazione dei
piccoli appartamenti che si andavano costruendo
a quell'epoca. Nella chiesa di Saint-Sulpice,
Oppenordt riprende i lavori secondo i progetti
redatti nel secolo precedente, ma tutto cambia
quando a Servandonì
viene commissionata la costruzione della
facciata, con un grande frontone, fiancheggiato
da due campanili barocchi, sovrastante due
portici sovrapposti. Ma il frontone è distrutto
da un fulmine e i due campanili vengono
sostituiti.
Il
clero si adoperava per ammodernare le chiese
gotiche, in particolare Saint-Merri, dove
Michel-Ange Slodtz rivestì
il coro con una decorazione di marmi e stucchi.
Si costruivano nuovi conventi, ad esempio presso
la vecchia abbazia di Sainte-Geneviève,
di cui rimane l'imponente vano delle scale
coronato da una cupola sorretta da palme.
L'edificio che ospita il Ministero degli Ex
Combattenti ha mantenuto il magnifico ordine
architettonico esterno del convento di
Pentemont, in Rue de Bellechasse.
IL
NEOCLASSICISMO - Lo stile che per lungo
tempo è
stato definito "Luigi XVI" era apparso
in realtà molto prima della morte di Luigi XV.
A Parigi tale fenomeno artistico si era
manifestato precocemente, come attesta la fontana
delle Quattro Stagioni, del 1734, concepita
secondo nuovi modelli, mentre numerosi edifici
continuavano ad essere costruiti secondo i
dettami del rococò. Il nuovo stile è
simboleggiato a Parigi da due realizzazioni
monumentali, opera di Jacques-Ange Gabriel, il
più noto architetto del regno di Luigi XV: la Scuola
militare (Ecole militaire) e la sistemazione
della Concorde. Se il suo bisnonno Luigi
XIV si era occupato dei vecchi militari, Luigi
XV intendeva aiutare i futuri ufficiali
dell'esercito e per la nuova costruzione scelse
anch'egli un terreno piantato ad orti sulla
sponda sinistra della Senna. Dalla Place
Fontenoy si ha una bella visione della Scuola
militare e della sua struttura sovrastata dalla
cupola centrale, fiancheggiata da due ali a 90
gradi.
La
Place Louis XV, chiamata successivamente Place
de la Concorde, fu concepita come piazza
reale, con pianta geometrica, uniformità
architettonica e statua del sovrano. Forse
Gabriel fu il primo nella storia
dell'urbanistica parigina a preoccuparsi
dell'impatto ambientale ed ha costruito soltanto
sul versante nord. Ma desiderando conferire alla
piazza un assetto geometrico, fece tracciare dei
fossati perimetrali, che successivamente furono
colmati.
Il
palazzo della Zecca (hotel des Monnaies),
fu edificato da Antoine secondo i nuovi canoni
architettonici caratterizzati da masse
volumetriche equilibrate, simmetrie, alternanze
di spazi pieni e vuoti. Antoine intervenne anche
nel Palazzo di Giustizia (Palais de Justice),
la cui facciata in cima a una maestosa scalinata
è
sovrastata da una cupola e fiancheggiata da due
ali più basse a 90 gradi con l'intento di
separare l'attigua Sainte-Chapelle.
L'ordine
dorico, molto in voga a quest'epoca, comparve
nel Teatro dell'Odeon, opera di Peyre e
Nailly, ma solamente nel peristilio, mentre
nella parte rimanente gli architetti
predilessero gli aspetti connessi alla
destinazione d'uso dell'edificio come la
circolazione interna, i passaggi di
comunicazione, la visuale e l'acustica.
L'impresa
più
significativa legata alla nuova vicenda
artistica è la trasformazione del Palais-Royal,
residenza del duca d'Orléans. Questi incaricò
l'architetto Louis di costruire attorno al
giardino degli stabili d'affitto secondo una
pianta a ferro di cavallo con relativo porticato
scandito da pilastri di ordine colossale. La
tipologia dello stabile urbano conosceva un
ulteriore sviluppo e numerosi edifici di quel
periodo esistono tuttora. Tuttavia si continuava
a costruire dei palazzi signorili cercando di
conciliare la magnificenza dei vani destinati ai
ricevimenti con le esigenze domestiche e del
buon vivere. Tra questi palazzi ricordiamo l'hotel
du Chàtelet, l'hotel de Rochechouart
e quelli costruiti da Brongniart nella zona
prospiciente il Boulevard des Invalides. Una
delle grandi residenze del quartiere
Saint-Germain, opera di Rousseau, fu costruita
in Rue de Lille per il principe di Salm: il
cortile d'ingresso, cui si accede attraverso un
portale ad arco di trionfo, contrasta con
l'elegante facciata posteriore che si apre sulla
Senna.
Se
il Marais viene abbandonato, nuovi quartieri
sorgono a nord dei viali di circonvallazione,
caratterizzati da piccole costruzioni eleganti,
sia per le proporzioni che per la decorazione,
come ad esempio l'hotel Gouthière e l'hotel
Botterel-Quintin.
Costruzione
tipica di quest'epoca è la cosiddetta folie,
elegante dimora di campagna di dimensioni
ridotte, di cui è un esempio notevole la Folie
di Bagatelle, costruita in sessantatre
giorni da Bélanger. A quell'epoca fu costruita
una sola chiesa parrocchiale, Saint-Philippe
du Roule, ad opera di Chalgrin, fondamentale
per l'evoluzione dello stile a pianta basilicale
che si protrarrà fino alla metà
dell'Ottocento. Per quanto concerne
l'architettura conventuale, l'evento notevole
dell'epoca fu la ricostruzione della chiesa
abbaziale di Sainte-Geneviève, l'attuale Pantheon,
affidata a Soufflot, il quale si proponeva di
unire "la levità degli edifici gotici alla
purezza dell'architettura greca". Se le
successive modifiche hanno alterato il progetto
iniziale, l'edificio ha mantenuto un respiro e
un equilibrio eccezionale. Negli ultimi anni
dell'Ancien Regime, al visionario Ledoux venne
commissionata un'opera di carattere funzionale:
dotare Parigi di una nuova cinta muraria
scandita da padiglioni in corrispondenza dei
punti di accesso. Egli realizzò quarantacinque
strutture monumentali, diverse le une dalle
altre delle quali ne sono sopravvissute solo
quattro.
LA
PARIGI NAPOLEONICA - A prescindere dalle
opere di carattere funzionale, l'Imperatore
volle regalare alla capitale monumenti
prestigiosi. Vignon eresse il Tempio della
Gloria, divenuto poi la chiesa della
Madeleine, terminata solamente all'epoca di
Luigi Filippo. In simmetria con questa, Poyet
costruì
la nuova facciata della Camera dei Deputati (Chambre
des Députés) e, paradossalmente,
Brongniart conferì al nuovo edificio della
Borsa l'aspetto di un tempio antico. D'altronde,
Napoleone intendeva portare a compimento il
complesso del Louvre e delle Tuileries.
Riuscì soltanto a far costruire un ingresso
trionfale al palazzo delle Tuileries, l'Arco
del Carrousel, e l'ala del Louvre
prospiciente la Rue de Rivoli. Per Arco di
Trionfo s'intende oggi, in particolare,
quello dell'Etoile, costruito per volere
di Napoleone da Chalgrin, sulla sommità della
collina dell'Etoile, in linea prospettica con le
Tuileries, caratterizzato da una massa
voluminosa con una sola apertura centrale.
MONARCHIA
EREDITARIA E MONARCHIA BORGHESE - Nell'edilizia
parigina i Borboni riassunsero i loro due
concetti fondamentali: monarchia e religione,
facendo innalzare nuove statue reali e
costruendo nuove chiese, delle quali ricorderemo
Saint-Vincent de Paul, opera di Lepère
e Hittorf, e la Cappella espiatoria,
carica di memorie.
La
politica monumentale di Luigi Filippo fu mirata
a conciliare le varie correnti di pensiero
dell'epoca. In ossequio ai repubblicani, fece
erigere la colonna della Bastiglia mentre
per conciliarsi i bonapartisti completò
i monumenti iniziati da Napoleone, facendo
costruire in onore di quest'ultimo la grandiosa tomba
agli Invalidi.
Il
rifiorire del gusto per l'arte gotica dette
luogo ad imitazioni, di cui la chiesa di
Sainte-Clotilde è
un esempio notevole, e ad opere di restauro,
legate al nome di Viollet-le-Duc, attivo durante
vent'anni a Notre-Dame.
Tuttavia
alcuni architetti andavano alla ricerca di
soluzioni originali, come Labrouste, incaricato
della costruzione della Biblioteca di
Sainte-Geneviève,
al quale si deve l'utilizzazione razionale di
materiali da costruzione come il ferro, la
pietra e il vetro.
LA
GLORIA DEL SECONDO IMPERO - In meno di un
ventennio, Napoleone III e Haussmann imposero
alla città
un'enorme trasformazione, positiva sotto
numerosi aspetti. Tracciati viari e demolizioni
accompagnarono la costruzione di innumerevoli
edifici pubblici, tutti asserviti a un'idea
politica. Per i conservatori e i tradizionalisti
furono edificate chiese nelle quali si
mescolavano le imitazioni di stili e spiccavano
le tendenze innovatrici, come a Saint-Eugène
e Saint-Augustin, caratterizzate da
un largo uso di elementi in ferro e ghisa, in
parte dissimulati.
Durante
questo periodo fu realizzato anche il
completamento del complesso Louvre-Tuileries,
tre secoli e mezzo dopo gli interventi di Enrico
IV. Ispirandosi al progetto di Visconti, Lefuel
costruì
su entrambi i lati dello spazio centrale due ali
imponenti, solide e armoniose sebbene un poco
ridondanti. Spetta a Charles Garnier il
privilegio di aver offerto a Parigi un monumento
eccezionale, il teatro dell'Opera. Alla
validità del progetto, con un volume
rigorosamente scandito dagli spazi, si associa
una strabiliante
antologia di elementi decorativi a simboleggiare
una società
allegra e nel contempo incosciente. Altre
realizzazioni dell'epoca, sia di gusto classico (Palazzo
di Giustizia) sia modernista (Gare du
Nord), manifestano l'intento di realizzare
buone costruzioni secondo un concetto di
monumentalità.

PARIGI
DELLE ESPOSIZIONI - A testimonianza della
rinascita della Francia, le Esposizioni del 1878
e del 1889 imposero una tendenza all'innovazione
il cui esempio più
tipico è rappresentato dalla Torre Eiffel,
capolavoro d'ingegneria. L'Esposizione del 1900,
più legata all'effetto decorativo, ci ha
lasciato edifici progettati secondo tecniche
"novatrici, che prevedevano l'uso di
elementi metallici, abilmente dissimulati dalla
pietra, come il Grand Palais, la Gare
d'Orsay e il Ponte Alessandro III,
ornato da una copiosa decorazione. Nello stesso
tempo, mentre gli edifici pubblici come l'Hotel
de Ville (Municipio), la chiesa del Sacro
Cuore e la Sorbona erano invasi da
un'ondata di eclettico o raccoglievano gli
ultimi aneliti dell'accademico morente,
l'edilizia privata sperimentava formule nuove,
sia nei Grandi Magazzini sia negli stabili di
abitazione dove fioriva il liberty (in Francia Art
Nouveau) di Guimard e di Lavirotte. Questo
nuovo barocchismo d'ispirazione naturalista ha
scandalizzato i nostri nonni, divertito i nostri
genitori e oggi ci affascina.
Laddove
il ferro traduce leggerezza e delicatezza, il
cemento impone rigore ed esalta la linea retta.
Questo nuovo materiale da costruzione,
"inaugurato" da A. de Baudot nella
chiesa di Saint-Jean de Montmartre fu
ripreso da A. Perret nella costruzione del palazzo
della Rue Franklin e successivamente del Teatro
degli Champs-Elysées,
edificato nel 1912 ma che mostra venti anni di
meno.
L'INCERTEZZA
DEL DOPOGUERRA - L'esitazione e la
negligenza che caratterizzano la politica
francese tra il 1918 e il 1939 si manifestano
anche nell'architettura. Vanno ricordati alcuni
musei: il Museo delle Colonie, costruito
per l'Esposizione del 1931 e i musei del nuovo Palazzo
di Chaillot. Il Museo di Arte Moderna
presenta un aspetto elegante con due corpi uniti
da una colonnata, ma la distribuzione degli
spazi è
disastrosa. L'unico museo degno
di tale nome è
il Museo dei Lavori Pubblici, iniziato da
A. Perret, che non poté essere portato a
termine e fu quindi smantellato. Perret riuscì
invece a completare l'edificio del Mobilier
National, dove vengono conservati gli arredi
degli edifici pubblici di proprietà dello
Stato.
Migliori
esiti si ottennero nel campo dell'architettura
scolastica e universitaria. Furono costruiti
edifici scolastici agevoli, colorati e decorati,
mentre nella Città
Universitaria Le Corbusier realizzò il
Padiglione svizzero (Pavillon suisse),
vero e proprio manifesto dell'architettura che
esercitò una notevole influenza.
L'architettura
parigina del primo dopoguerra può essere
definita un conflitto permanente tra gli
innovatori Perret, Le Corbusier, Sauvage
(edificio a gradini della Rue Vavin),
alla ricerca di una nuova etica e di nuovi
materiali, e i tradizionalisti i quali, come
Roux-
Spitz, tendono a rassicurare la committenza
conferendo un'apparenza "moderna" a
costruzioni che nascono sulla scia di un
classicismo ancora radicato nelle mentalità.
UN'ARCHITETTURA
PER IL NOSTRO TEMPO - L'architettura
parigina, nell'arco del mezzo secolo trascorso
dalla fine della guerra, è
stata caratterizzata da due periodi. Il primo,
dal 1950 al 1970 circa, ha visto sorgere
casermoni uniformi, per porre rimedio alla
vetusta degli immobili urbani e alla crisi degli
alloggi, e torri come la torre Montparnasse
e il complesso denominato Front de Seine,
oggi contestato, nonché grandi edifici
pubblici, alcuni dei quali hanno segnato la
nostra epoca: l'Unesco (architetti
Breuer, Nervi, Zehrfuss, 1958), la Maison de
la Radio (Bernard, 1963), il Palazzo dei
Congressi (Gillet, 1972), la sede del
Partito Comunista (Niemeyer, 1972), lo stadio
del Parc des Princes (Taillibert, 1972). Il
secondo periodo, corrispondente all'ultimo
ventennio, ha generato un'urbanistica di tipo più
umano, più sensibile all'ambiente, con
un'architettura più ricercata, in contrasto con
alcune realizzazioni monumentali, spesso
aggressive: Centro Beaubourg (architetti
Piano e Rogers, 1977), la Cité des Sciences
et des Techniques alla Villette (Chaix,
Morel, Fainsilber, 1985-86), l'Istituto del
Mondo Arabo (Nouvel, 1987), Palais des
Sports de Bercy (Andrault et Parat, 1984),
nuovo Ministero delle Finanze (Chemetov,
1989), la Piramide del Louvre (Pei,
1989), l'Opera della Bastiglia (Ott,
1989), la Biblioteca di Francia,
(Perrault) e il ponte Charles de Gaulle
(Arretche).
Dopo
due millenni, l'architettura di Parigi continua
a manifestare la sua vitalità
e la sua maggiore preoccupazione: offrire una
sede degna a tutte le attività dell'uomo.
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