Rive della Senna a Parigi, tra Pont de Sully e Pont d’Iéna
Francia 

PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 1991

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In origine Parigi occupava un'area in riva a un fiume costellato da un cordone di isole che ne rendevano più agevole l'attraversamento. Recenti scavi hanno messo in luce un habitat risalente a molti millenni prima dell'era cristiana.

Sebbene non si possa affermare con certezza la continuità del nucleo abitativo a partire da quell'epoca, risulta che attorno al III secolo a.C. esisteva nello stesso punto un villaggio di una popolazione celtica, i Parisii, chiamato Lucoticia, ovvero Lutezia. Nonostante la prosperità economica documentata dalle famose stadere d'oro, questa popolazione non era la più potente della Gallia, tuttavia fu in grado di inviare ottomila uomini a Vercingetorige durante la rivolta del paese contro l'invasione romana, il che lascia supporre che l'insediamento possedesse attorno ai cinquantamila abitanti, forse di più. Ma non bastavano per resistere alle legioni romane e Labieno, il luogotenente di Cesare, sconfisse i Parisii e il loro capo Camulogeno nell'anno 52, probabilmente nella piana di Grenelle. Fu così che Lutezia divenne durante quattro secoli una parte integrante del mondo romano, aumentando la sua prosperità come attestano i monumenti e le innumerevoli vestigia conservate sul suo territorio. Città di second'ordine rispetto alle grandi città della Gallia romana, deve tuttavia la sua importanza al fatto di trovarsi al crocevia di una strada che congiunge il nord al sud e di una via acquea, rappresentata dalla Senna. L'importanza di questo nodo viario cresce all'epoca delle agitazioni e dei disordini ed è a Lutezia, verosimilmente nell'isola della Cité, che Giuliano viene proclamato imperatore romano nell'anno 360. Al tempo di San Dionigi e di San Marcello il cristianesimo si è già profondamente radicato nella città che oramai comincia ad essere chiamata Parigi. 

Le invasioni barbariche del IV secolo costrinsero numerosi abitanti della riva sinistra a cercare rifugio nell'isola della Cité, che fu cinta di mura difensive. Tra le invasioni dei secoli successivi va ricordata quella degli Unni, frenati da Santa Genoveffa che riuscì ad infondere coraggio agli abitanti. Le epoche dei torbidi si susseguirono fino all'arrivo di Clodoveo, il quale scelse Parigi come capitale del suo regno, vi fondò l'abbazia di Sainte-Geneviève e qui morì nell'anno 511. I suoi successori tutelarono la supremazia della città, escludendola dalle spartizioni dinastiche e facendovi costruire delle chiese. Ma i Carolingi furono fautori del declino che raggiunse disgraziatamente l'apice con le invasioni normanne del secolo IX. Allora la riva sinistra fu definitivamente abbandonata e tutti gli abitanti si rifugiarono nell'isola, dalla quale uscirono alla fine del secolo, ma questa volta per insediarsi sulla riva destra. 

Con l'ascesa al trono di Francia del conte di Parigi, Ugo Capeto, il destino della città e quello del regno sono uniti indissolubilmente. Si sviluppano le attività mercantili, favorite dalla viabilità della riva destra, dove confluiscono le grandi vie di comunicazione dei traffici commerciali. Nel secolo XII, Luigi VI crea i mercati generali (HallesJ nell'area denominata Champeaux, dove vi rimarranno per più di otto secoli. Vengono costruite o ingrandite chiese sulle alture sovrastanti i terreni paludosi gradualmente bonificati e messi a coltura, mentre l'isola della Cité, densamente popolata, ospita le sedi del potere monarchico e vescovile. I ponti fortificati garantiscono il transito sulla riva destra, centro dei commerci e della vita attiva, nonché sulla riva sinistra, pressoché abbandonata per lungo tempo, la quale torna a vivere grazie alla presenza degli studenti. Dopo numerose dispute tra il re e il vescovo, nel 1209 gli studenti riescono finalmente a radunare i vari centri di insegnamento sotto la denominazione di Università, che per un lungo periodo sta anche ad indicare tutta la riva sinistra. 

Il re Filippo Augusto, uno dei grandi costruttori di Parigi, aveva intanto fatto cingere i quartieri di entrambe le rive da mura difensive, di cui ricorderemo le vestigia. Fece pavimentare le strade, creò le prime fontane e fece innalzare il torrione del Louvre, simbolo del potere monarchico. Lo sviluppo fu inoltre favorito dalla fama internazionale di San Luigi. Siccome il re risiedeva quasi sempre in città, anche i signori vi fecero edificare i loro palazzi, mentre andavano moltiplicandosi le case dei borghesi e degli artigiani.

Costruite generalmente con la struttura in legno a vista, con frontone prospiciente la strada e con il piano terreno occupato da botteghe, queste case si addossavano le une alle altre lungo le strade strette, sui ponti e sulle rive, nascondendo spesso ai parigini la vista del fiume.

Nel secolo XIV gli abitanti della capitale erano circa 200.000. L'importanza politica, finanziaria e commerciale della città continuava a crescere, in particolare sulla riva destra, rendendo necessaria fino dal 1356 la costruzione di una nuova cinta muraria a causa dell'espansione urbana verso nord. Ma le sconfitte subite durante la Guerra dei Cent'anni, la prigionia del re Giovanni il Buono e la debolezza del Delfino furono la causa della prima rivoluzione parigina capeggiata dal prevosto dei mercanti Etienne Marcel, che però fallì e perse la vita quando si alleò con gli inglesi. 

Ripristinato al suo posto, il Delfino, divenuto re col nome di Carlo V, varò un politica riparatrice, ma non si fidava più della città, preferiva vivere nella parte orientale, nelle residenze di Saint-Paul e delle Tournelles e nel castello di Vincennes. Di riflesso, decretò la fortuna del quartiere del Marais che per tre secoli fu privilegiato dall'aristocrazia.

Si profilano nuovi drammi con il riaccendersi delle ostilità contro gli inglesi: l'occupazione della capitale da parte dei nemici, la follia del re Carlo VI, la guerra civile tra gli Armagnac e i Borgognoni, la sconfitta di Giovanna d'Arco davanti alla porta Saint-Honoré. La ripresa sarà più lunga al punto che Carlo VII, appena tornato in città nel 1436, ripartirà per la valle della Loira dove il re e la corte risiederanno ancora per oltre un secolo.

Tuttavia, i Valois avevano insediato definitivamente a Parigi gli organi del governo centrale: la Camera dei conti, il Tesoro, gli Archivi, la Zecca. Al tempo di San Luigi era stato instaurato il sistema della duplice autorità Stato-Città, che governerà la capitale nell'arco di otto secoli.

Al ritorno dalla prigionia nel 1528 il re Francesco I stabilisce la propria residenza nella regione circostante Parigi e ritrova una città che gode di una immensa fama intellettuale, assurta a capitale delle arti, delle lettere e, di lì a poco, di un nuovo umanesimo grazie alla fondazione del Collegio di Francia. Il re Enrico II, ancora impegnato in guerra, fa rafforzare le fortificazioni cittadine, ma muore nel corso di un torneo dinanzi alla porta della dimora reale delle Tournelles. Mentre la guerra contro i nemici esterni si logorava, la Riforma appena nata degenerava in dispute di natura religiosa e sfociava apertamente in una guerra. L'eccidio della notte di San Bartolomeo (1572) gettò la popolazione di Parigi in mano ai cattolici più intransigenti, provocando la nascita della Santa Lega, la quale si oppose dapprima a Enrico III e istigò la sua uccisione, successivamente a Enrico IV che, dopo la conversione, si trovò a governare una città stremata. Il suo primo impegno fu quello di risollevarne le sorti mediante l'apertura di numerosi cantieri destinati, da un lato, a ridurre il numero dei disoccupati, dall'altro, ad abbellire la città e ad esaltare il prestigio della corona. Si tratta di opere non solo architettoniche ma anche urbanistiche, mirate a incentivare l'economia: creazione di piazze, tracciati di strade, costruzione dell'ospedale Saint-Louis, fondazione di una manifattura reale degli arazzi, installazione della pompa della Samaritaine per l'alimentazione idrica delle fontane, pubblicazione delle prime normative urbanistiche. Altri progetti erano ancora in fase di studio quando l'11 maggio 1610 il re fu assassinato durante un ingorgo nella Rue de la Ferronnerie. 

Quando il re era ancora in vita e dopo la sua morte, l'espansione urbana era affidata a promotori privati, ai quali si deve la nascita di nuovi quartieri come il Pré-aux-Clercs e l'Ile Saint-Louis. La febbre edilizia, documentata dalla nascita di innumerevoli dimore aristocratiche e borghesi nel Marais e a nord del Louvre, va di pari passo con la creazione di conventi, frutto del rinnovamento cattolico a seguito della Controriforma, nel quartiere del Marais, nel Faubourg Saint-Honoré, ma soprattutto nel Faubourg Saint-Jacques, punto di partenza dei pellegrini di Compostella, dove si viene a creare una specie di città santa grazie agli interventi delle regine Maria de' Medici e Anna d'Austria. Il complesso del Val-de-Gràce è l'esempio più compiuto e più puro di questo tipo di architettura devozionale.

Lo sviluppo religioso è ancora contraddistinto dalla creazione di seminari e di istituzioni benefiche: Parigi, dove a partire dal 1622 viene istituito un arcivescovado, assurge al rango di capitale religiosa della Francia.

Nuovi moti scoppiano con la Fronda nel 1648-49 e torna a manifestarsi la diffidenza del re nei confronti della capitale, con una conseguente grave crisi economica che aggrava le condizioni già precarie del popolo.

Durante tutto il regno di Luigi XIV il numero dei decessi supera quello delle nascite e l'incremento degli abitanti è alimentato solamente dalla costante immigrazione dalle province. L'aumento della popolazione indigente porta alla creazione, nel 1656, dell'Hópital General, che assomiglia più a un istituto di pena che a un ente assistenziale. 

Per garantire la tutela dell'ordine pubblico, Colbert istituisce nel 1667 una nuova magistratura con a capo il Lieutenant de police, che cumula le funzioni di amministratore, questore e giudice.

Ma il regno di Luigi XIV coincide al tempo stesso con l'epoca delle grandi opere edilizie mirate ad esaltare la monarchia (palazzo del Louvre), la grandezza della città (porte trionfali), l'artigianato artistico (manifattura dei Gobelins), gli studi scientifici (Osservatorio), assistenza ai civili (ospedale della Salpêtrière) e ai militari (gli Invalidi), la viabilità (Pont Royal), la sistemazione urbanistica (lungosenna, fontane) e addirittura la speculazione fondiaria (Place des Victoires, Place Vendôme). 

I privati cittadini, nobili o borghesi, continuano ad insediarsi ancora per poco tempo nel Marais, che vive gli ultimi momenti di gloria, e soprattutto nei sobborghi situati lungo la strada di Versailles, nel Faubourg Saint-Honoré e nel Faubourg Saint-Germain. 

Alla morte di Luigi XIV Parigi possedeva circa 25.000 case e una popolazione di circa 500.000 abitanti.

Ai primi del Settecento, la vita della capitale, sul piano delle idee e delle realizzazioni urbanistiche è avulsa da quella della monarchia. I filosofi e gli enciclopedisti frequentano gli innumerevoli salotti e per divulgare le loro idee s'ingegnano a sfuggire alla censura reale. Nello stesso tempo le iniziative delle opere edilizie passano nella mani dei privati e l'espansione economica si traduce in un notevole incremento della popolazione, che è alla base dello sviluppo dell'edilizia privata. I numerosi palazzi dell'epoca e i primi immobili condominiali sono caratterizzati da una ricerca di maggiore confort che privilegia i locali di disimpegno. 

Verso la metà del secolo, durane il regno di Luigi XV, si manifesta a Parigi un nuovo interesse che si sovrappone alle iniziative private. Al pari di alcuni suoi predecessori che avevano abbellito la capitale con opere pubbliche, il re inizia alcune imponenti realizzazioni. La Place Louis XIV (ribattezzata successivamente Place de la Concorde), la Scuola militare, la Scuola di chirurgia, l'Abbazia di Sainte-Geneviève (Panthéon) e il palazzo della Zecca. Questi "grandi cantieri" mutano l'aspetto di numerosi quartieri e sanciscono il trionfo del nuovo classicismo. D'altronde, durante questa epoca aumenta l'interesse per l'edilizia urbana e per il ruolo svolto dai monumenti, considerati non tanto per l'aspetto formale quanto per la loro funzione e il loro significato sul piano sociale.

Alla fine del regno di Luigi XV e durante il regno di Luigi XVI si moltiplicano gli studi di urbanistica e i piani regolatori sia delle opere di utilità pubblica, come i mercati, le fontane e i teatri, che dell'edilizia privata. Nel 1783 viene stabilita l'altezza delle case rispetto alla larghezza delle strade lungo le quali sono costruite. Nell'ambito di queste opere ispirate a criteri di utilità pubblica e di sanità sorgono il Monte di Pietà, il Théàtre-Francais (l'attuale Odèon), il Ponte Luigi XVI (Pont de la Concorde), alcune fontane, inoltre vengono soppressi i cimiteri nelle parrocchie. La Rivoluzione scoppia in una città in piena effervescenza intellettuale, ma la cui espansione è frenata dalla crisi economica.

Il desiderio della maggioranza mirato all'attuazione delle riforme e alla riduzione delle disuguaglianze si manifesta, da un lato, in un'ondata di consensi per la monarchia, dall'altro, in un proliferare disordinato di idee diffuse attraverso i giornali e i club politici, inebriati dalla libertà improvvisamente acquisita e diffidenti nei confronti della Corona. 

Luigi XVI non seppe assumere il controllo di questo movimento per garantire l'ordine, il che permise ad alcuni rivoltosi, il 14 luglio, di porre l'assedio alla Bastiglia, considerata il simbolo decaduto dell'assolutismo monarchico, e di ottenerne la resa e non di espugnarla come si afferma generalmente. Il re rinunciò a reprimere i crimini commessi in quell'occasione, sebbene avesse potuto contare sull'appoggio della stragrande maggioranza della popolazione, e si recò a Parigi per una visita umiliante, ricevuto da Bailly, primo sindaco della città. Al contrario, i club politici più avanzati, i giacobini e i cordiglieri, insediati nei vecchi conventi dai quali avevano mutuato il nome, riuscirono a galvanizzare i loro sostenitori e organizzarono la sanguinosa spedizione del 5 e 6 ottobre che fu la causa del trasferimento della famiglia reale da Versailles alle Tuileries, dove poco a poco divenne prigioniera della Rivoluzione, senza che il re opponesse resistenza o cercasse di temporeggiare. L'Assemblea, al seguito del re si insediò accanto al palazzo, ma nessuno dei due edifici è sopravvissuto alle alterne vicende della storia.

La festa della Federazione, al Champ de Mars, parve per un attimo l'inizio di una nuova era, ma fu solamente una manifestazione senza un domani. 

Nel 1356, nel 1589 e nel 1649, i sovrani avevano potuto combattere le rivoluzioni parigine allontanandosi dalla città. Luigi XVI, per primo, mancò questa occasione e il 23 giugno 1791 la famiglia reale in fuga fu penosamente ricondotta indietro da Varennes. Ma il sentimento monarchico era talmente radicato che il re riprese il suo posto e la nascente costituzione venne modificata allo scopo di restituirgli alcuni poteri. L'adunanza dell'Assemblea legislativa (1 ottobre 1791) sembrò preludere momentaneamente all'instaurazione di un nuovo regime "accettabile" della monarchia costituzionale, ma l'inesperienza dei deputati, il barcamenarsi del re e la sua doppiezza non potevano tenere testa alla determinazione rivoluzionaria e repubblicana di alcuni giacobini. Il 10 agosto 1792, un'insurrezione contro il governo legittimo travolse la monarchia e la famiglia reale fu rinchiusa nella torre del Tempio in attesa della ghigliottina. 

I rivoluzionari assurti al potere grazie alla nuova Convenzione, prima con Danton, poi con Robespierre, si trovarono a fronteggiare una situazione terribile: guerra contro le potenze straniere, crisi economica, confusione delle idee e infine la guerra civile con l'insurrezione della Vandea. Vollero tutelare il loro potere assoluto e contestato ricorrendo al terrore, dapprima clandestinamente (eccidi nelle prigioni nel settembre del 1792), poi in forma ufficiale, con le terribili condanne alla ghigliottina del Tribunale rivoluzionario, che segnano l'epoca del grande Terrore (settembre 1793-luglio 1794). Robespierre non seppe porre fine tempestivamente a questo drammatico regime speciale e il 27 luglio 1794 veniva rovesciato dalla Convenzione, caduta in preda a un moto di paura e di stanchezza. Durante i cinque anni seguenti, Parigi fu sede di governi nati dai compromessi e dalla fluttuazione delle delle opinioni, che videro l'avvicendarsi della Convenzione di Termidoro e del Direttorio, in uno scenario di marasma economico e di corruzione. Il regime si trovava allo stremo quando si arrese al colpo di Stato del generale Bonaparte.

Dopo Filippo Augusto, Carlo V, Enrico IV, Luigi XIV, Luigi XV, Napoleone fu uno dei rari sovrani ad essersi interessato di Parigi. Aveva trovato una città esangue, allo sfacelo, in preda alla crisi economica e all'anarchia istituzionale. Fu necessario creare nuove strutture come la Prefettura della Senna, la Prefettura di Polizia, ripristinare le reti di approvvigionamento e di distribuzione dei viveri, ristabilire l'esazione delle imposte, un compito immenso che fu assolto in breve tempo.

Inoltre l'Imperatore intendeva aprire alcune grandi arterie e ornare la città di nuovi monumenti: i più significativi sono i due archi di trionfo. Potè realizzare o portare a compimento solamente alcuni progetti a causa della brevità del suo governo intramezzato da guerre e da una certa debolezza delle finanze, ma anche perché dimostrava un crescente interesse per le opere di assetto urbano come la sistemazione delle rive, i ponti, la numerazione anagrafica delle case, i mercati, le fontane, i macelli, il rifornimento idrico, le fognature, i cimiteri. Il risultato è notevole sebbene oggi, evidentemente, pressoché tutto sia stato rinnovato.

Occupata dalle truppe nemiche per due anni consecutivi, nel 1814 e nel 1815, Parigi assistette due volte al ritorno del vecchio re Luigi XVIII, al quale succedette il fratello Carlo X. Se non riuscirono a riconciliare stabilmente i parigini con la monarchia ereditaria, non fecero neppure uno sforzo per cambiare radicalmente il volto della città. Dopo quindici anni, a causa dell'imprudenza e dell'irresponsabilità di Carlo X, gli abitanti di Parigi insorsero durante tre giornate, dette le "Tre Gloriose", e rovesciarono la vecchia monarchia.

Il ristagno urbanistico si protrasse anche all'epoca di Luigi Filippo, durante la quale venne tracciata soltanto un'arteria di rilievo, la Rue Rambuteau. Sebbene il re borghese avesse il gusto dell'edilizia, l'atteggiamento conservatore che aveva assunto salendo al trono lo portava a trascurare le precarie condizioni di gran parte della popolazione dì Parigi. "Vi sono mille abitanti per ettaro alla Grève, a Saint-Merri, alla Cité. In questi quartieri dove prolifera l'alcolismo, la tubercolosi, la prostituzione e il crimine scoppiano epidemie virulente: il colera del 1832 miete 44.000 vittime. Nel 1848, il 65% della popolazione è troppo povera per pagare l'esazione e l'80% dei morti viene gettato nella fossa comune." (Jj.P. Babelon). D'altronde l'indifferenza del sovrano è condivisa dall'alta borghesia finanziaria, dalla quale proviene, quel mondo privilegiato descritto da Balzac. 

Due imprese notevoli vedono la luce a Parigi durante il suo regno: la costruzione di una cinta muraria fortificata un poco discosta dal perimetro urbano e la costruzione delle stazioni ferroviarie, la cui distanza le une dalle altre mostrava evidentemente che Parigi non intendeva diventare un luogo di passaggio. 

Bastò una crisi economica occasionale e una lieve agitazione politica, seguita da una rivoluzione pacifica, a far cadere la Monarchia di Luglio, nel febbraio del 1848.

La Seconda Repubblica lasciò a Parigi due pagine di storia: una sociale, con la discutibile esperienza delle fabbriche di Stato (Ateliers nationaux), l'altra, macchiata di sangue, con le giornate di giugno. Successivamente arrivò il sovrano che avrebbe trasformato la capitale come nessuno dei suoi predecessori aveva fatto. Napoleone III si propose di rinnovare radicalmente la città ancora medievale sotto certi aspetti, dandole aria, luce, facilità di trasporto, opere pubbliche, strutture economiche e alloggi sociali, dotando al tempo stesso gli organi di potere dei mezzi atti a soffocare un'eventuale rivolta. Per l'attuazione di questa politica trovò un amministratore di spicco, Eugène Haussmann, il quale, nell'arco di sedici anni, realizzò opere ingenti: apertura di grandi vie di comunicazione, rete idrica, fognature, marciapiedi, spazi verdi, edifici amministrativi e religiosi. Nel 1860 furono annessi alla città i comuni situati all'interno delle mura di fortificazione.

L'apertura di nuove strade va di pari passo con la costruzione su vasta scala di nuovi edifici, instaurando una netta segregazione sul piano sociale. E' finita l'epoca della convivenza di tutte le classi sotto un medesimo tetto; le famiglie dei lavoratori sono respinte verso le zone periferiche e ciò avrà un peso determinante durante le future lotte di classe. Il palazzo è riservato alla borghesia, ma anche questa classe è composta da varie fasce che, sia pure invidiandosi o ignorandosi, si spartiscono i piani degli immobili, dal basso verso l'alto, secondo uno schema basato sull'importanza del prestigio sociale o dei redditi.

Purtroppo l'imperatore conosceva male la città e né lui, né il prefetto possedevano un senso estetico sviluppato. Il bilancio dei due personaggi, per quanto sia impressionante sul piano delle realizzazioni, presenta un enorme passivo sul piano monumentale, che avrebbe potuto essere alleggerito da una maggiore sensibilità, soprattutto nell'isola della Cité. Ma nello stesso tempo Parigi, centro intellettuale e artistico, non era mai apparsa così piena di vita e di prosperità. Lo sviluppo economico favoriva molto le classi abbienti e poco le classi lavoratrici e la vita parigina, simboleggiata dai teatri, dalle feste, dalle orchestre, dalle parate, dal valzer irradiava uno splendore che attirava i visitatori stranieri, in particolare all'epoca delle prime esposizioni universali, nel 1855 e nel 1867.

L'incongruenza del governo francese, che nel 1870 cadeva nella trappola prussiana, fece crollare d'un tratto questo brillante edificio. "L'anno terribile" colpì soprattutto Parigi, dapprima con l'assedio, durante il quale il coraggio della popolazione fu sfruttato male da capi militari mediocri, successivamente con la Comune, vera e propria lotta di classe che insanguinò la città e incendiò i suoi monumenti. La crescita economica di Parigi subì una battuta d'arresto per vari anni, come pure la sua supremazia politica sul resto della Francia. Oramai, il potere nella capitale era in mano a una classe elettorale provinciale, spesso proveniente dal Sud, che impiegò molto tempo ad acquisire le doti necessarie.

Tuttavia, le esposizioni universali del 1878, del 1889 e del 1900 segnavano delle tappe brillanti della rinascita e del rinnovamento economico della Francia e di Parigi e al tempo stesso propagandavano le invenzioni tecniche che avrebbero rivoluzionato l'assetto urbano e la vita quotidiana, in particolare le costruzioni metalliche e l'elettricità.

La terza di queste esposizioni coincide con quella che chiamiamo un poco abusivamente la Belle Epoque, che fu bella solamente per i più abbienti. Le uniche opere di carattere sociale realizzate in quel periodo riguardano le istituzioni collettive come le scuole e gli ospedali, mentre nel 1900 viene inaugurata la rete della metropolitana che, da allora, non ha cessato di estendersi in maniera spettacolare. Il Novecento a Parigi è il secolo delle guerre, dei disordini, delle incertezze. Dopo i primi anni violentemente turbati dal caso Dreyfus, dal Boulangisme (movimento politico di opposizione guidato dal generale Boulanger), dalla questione di Panama, dall'anarchia, sopraggiunse la guerra nel 1914 e durante quattro anni la capitale si sforzò di far buon viso alla minaccia delle forze nemiche che per ben due volte giunsero in prossimità della città, bombardando Saint-Gervais il venerdì santo. La vittoria dell'11 novembre scatenò per le strade di Parigi una gioia popolare mai conosciuta prima.

L'entusiasmo degli anni folli si spense rapidamente e i problemi finanziari, politici e sociali alimentarono un'inquietudine che sfociò nell'insurrezione del 6 febbraio in Place de la Concorde. Ciò nonostante, Parigi cercò di mostrare un volto sereno in occasione dell'Esposizione delle arti decorative del 1925, l'Esposizione coloniale del 1931 e l'Esposizione internazionale del 1937, ma vari problemi fecero venire a galla l'insicurezza di quel tempo. Scoppiò di nuovo la guerra, accompagnata da quattro anni di occupazione nemica particolarmente brutale, segnata dalla lotta contro la Resistenza condotta a forza di reclusioni, torture e condanne. Le prigioni di Rue des Saussaies e Rue Lauriston, il Mont-Valérien sono testimoni di questa tragedia. 

Nell'agosto del 1944 numerosi parigini insorgono contro il nemico ormai allo sbando, sferrando violenti attacchi con armi di fortuna fino all'arrivo dei carri armati della divisione Ledere. Il 25 agosto il generale von Choltitz si arrendeva alla stazione di Montparnasse e l'indomani il generale de Gaulle sfilava sugli Champs-Elysées.

Sono trascorsi quasi cinquant'anni da allora e Parigi, sempre sensibile ai drammi e alle mode, sempre pronta ad entusiasmarsi, a commuoversi, a ribellarsi su un fronte o sull'altro (come avvenne nel maggio-giugno 1968) è rimasta la sede del potere nazionale, che trova qui la sua manifestazione, in particolare attraverso le grandi opere pubbliche, ma la città ha anche conquistato la piena autonomia municipale che gli ha consentito, a più riprese, di mutare o abbellire il proprio volto. Così, come diceva Charles de Gaulle, rimane "fedele a se stessa e alla Francia".

Architettura e Urbanistica

In questa città si costruisce da oltre duemila anni, con un succedersi e un sovrapporsi di stili in funzione dello sviluppo urbano, della vita e delle occupazioni degli abitanti. Espandendosi, la città ha finito per divorare se stessa, distruggendo una parte delle testimonianze artistiche del suo passato; tuttavia ogni epoca ha lasciato tracce monumentali che si configurano come un manuale di storia dell'architettura dal periodo gallo-romano fino al dinamismo dell'epoca attuale.

L'EPOCA GALLO-ROMANA - Nei primi secoli dell'era cristiana, Lutezia era solamente una borgata di provincia sorta in riva alla Senna e i suoi monumenti non erano in grado di competere con quelli delle grandi città dell'Antichità. Tuttavia abbiamo conservato due edifici caratteristici del periodo romano: l'arena, che poteva contenere sedicimila spettatori, e le Terme di Cluny. Le loro vestigia sono sufficienti ad illustrare le caratteristiche della tecnica di costruzione dei romani a livello di una città di provincia.

Successivamente Parigi entra in un'epoca buia. Occorre aspettare sette secoli per ritrovare un monumento, il campanile di Saint-Germain-des-Prés, edificato attorno all'anno 1000, emblema dell'arte romanica di Parigi che, a parte la navata della stessa chiesa notevolmente rimaneggiata, ci ha lasciato soltanto poche altre testimonianze

LO SPLENDIDO PERIODO MEDIEVALE PARIGINO - Se Parigi conserva soltanto pochi frammenti di quello stile che creò Cluny o Vézelay, è colpa delle demolizioni o delle ricostruzioni ma occorre tener presente che la regione dell'lle-de-France, culla dell'arte gotica, alla ricerca di un'espressione architettonica più ambiziosa, fu la prima a respingere i modelli proposti dall'arte romanica. Fino dagli anni 1130-35, la volta ogivale fa la sua apparizione nel coro della chiesa di Saint-Martin-des-Champs.

Ma lo stile diventa rapidamente più raffinato e la chiesa di Saint-Pierre-de-Montmartre, già nel 1147, presenta una crociera elegante slanciata, degna di essere definita gotica sotto tutti gli aspetti. Questa nuova tecnica fu impiegata nella costruzione del coro di Saint-Germain-des-Prés, caratterizzato da un elegante ambulacro. Il 21 aprile 1163 il papa Alessandro III consacrava questa abside e poneva la prima pietra della cattedrale di Notre-Dame.

Sull'area di un tempio gallo-romano, in un luogo dove si pregava da oltre mille anni, il vescovo Maurice de Sully e il suo successore Eudes diressero la costruzione del nuovo santuario. Ultima delle cattedrali gotiche primitive, prima delle grandi cattedrali classiche, Notre-Dame si colloca a un punto di transizione di questo stile e la sua concezione rappresenta il raggiungimento di un equilibrio, come testimoniano le volte poligonali a sei fusi, ma che ricadono su pilastri uniformi; cinque navate, con tre soli portali sulla facciata; tribune per accogliere il maggior numero possibile di fedeli, con un intento di ricerca, sebbene insufficiente, di luminosità. Notre-Dame influenzò l'architettura di tutta la diocesi. 

Sempre a Parigi, nelle immediate vicinanze della cattedrale, fu costruita la chiesa di Saint-Julien-le-Pauvre, che ha conservato due stupendi capitelli. Resti dell'antica abbazia di Sainte-Geneviève come le cucine, il refettorio e il campanile della vecchia chiesa sono stati inglobati negli edifici del Liceo Henri IV. Si tratta di edifici religiosi di una piccola città che il re Filippo Augusto volle difendere cingendola di mura. Di queste mura di due metri di spessore, fiancheggiate da torri, rimangono notevoli resti, in particolare nella Rue des Jardins-Saint-Paul. E a difesa del punto più esposto alle minacce nemiche fece erigere il torrione del Louvre, la cui base è stata riportata alla luce negli ultimi anni.  

Quest'arte gotica primitiva parigina, sobria e ancora un poco pesante, si alleggerisce all'epoca di San Luigi, trasformandosi in uno stile più fiorito, più audace, tipicamente rappresentato dalla Sainte-Chapelle. Costruita su due piani, per la famiglia reale e per la servitù, nonostante le sue dimensioni ridotte si presenta come un esempio di estro architettonico grazie all'elegante soluzione delle membrature, dei contrafforti e dell'illuminazione. Verosimilmente il suo artefice fu Pierre de Montreuil, che tornò ad operare a Notre-Dame all'epoca dell'ampliamento dei transetti, ai quali furono aggiunti, nella seconda metà del XIII secolo, nuove facciate riccamente decorate. Lo ritroviamo ancora come costruttore dei due grandi conventi che allora sorgevano nei pressi di Parigi: Saint-Germain-des-Prés e Saint-Martin-des-Champs. Nel primo, ricostruì gli edifici monastici, dei quali rimangono !a cuspide del refettorio e frammenti della notevole Cappella della Vergine, il cui portale è conservato nel Museo di Cluny. A Saint-Martin-des-Champs sono sopravvissuti il bel refettorio a due navate, con il pulpito per la lettura.

Il XIV secolo segna una pausa. Se i mezzi architettonici raggiungono l'apice, viene meno la creatività e l'innovazione sul piano delle idee. Saint-Leu-Saint-Gilles e la Cappella Saint-Jean de Beauvais conservano il carattere un poco freddo di questo stile ineccepibile. Ma occorre menzionare in particolare il refettorio dei Bernardini, esempio dell'austera eleganza dell'architettura cistercense.

Dell'architettura civile, nulla rimane dell'insediamento dell'alto medioevo e bisogna arrivare al XIV secolo per trovare, tra i monumenti superstiti, modelli rappresentativi della casa di abitazione. Della dimora parigina dell'abate d'Ourscamp rimane, al numero 46 della Rue Francois Miron, una bella sala col soffitto basso a volte. Delle dimore dell'aristocrazia feudale è sopravvissuta la postierla dell'hotel de Clisson (circa 1380) con le due torrette aggettanti. La reggia, a quell'epoca, si trovava ancora nell'isola della Cité. La sua ricostruzione avvenne per ordine di Filippo il Bello, il quale conservò la Sainte-Chapelle. Oggi rimane la Conciergerie, maestosa ed austera, il cui rigore architettonico è attenuato dall'eleganza delle sculture. A poco a poco i magistrati s'insediarono nel palazzo, allora il re Carlo V ordinò a Raymond du Temple di riadattare la fortezza del Louvre, di cui è stata recentemente riportata alla luce la parte inferiore. 

Nel XV secolo Parigi assiste a uno straordinario sviluppo dello stile gotico fiorito. Sorgono innanzitutto numerosissime chiese. Con l'espansione urbana e la crescita della popolazione è necessario costruire nuovi edifici religiosi, ricostruire o ingrandire quelli già esistenti. A testimonianza di questo processo di rinnovamento sono rimaste numerose chiese: Saint-Laurent, Saint-Médard, Saint-Germain-de-Charonne, Saint-Nicolas-des-Champs, Saint-Germain-l'Auxerrois, Saint-Séverin, senza parlare poi delle chiese edificate in epoca successiva, nelle quali la tradizione prevarrà sulla tendenza modernista. Lo stile gotico a Parigi è durato cinque secoli.

Queste costruzioni denotano alcune semplificazioni rispetto alle chiese appartenenti all'età aurea dell'arte gotica e sono caratterizzate da una minore ricerca dello slancio verticale e delle partizioni, sia orizzontali che verticali, con maggiore attenzione agli spazi di circolazione, all'illuminazione e, in particolare, al gusto ornamentale. In effetti, la decorazione perde la sua funzione prettamente didattica, di Bibbia tradotta in immagini, per divenire puro ornamento, aneddotico e quasi profano.

Il fiorire di questo stile "fiammeggiante" si protrae durante il Cinquecento. Il campanile di Saint-Jacques, costruito tra il 1509 e il 1523, è immune dagli influssi del Rinascimento, come pure la chiesa di Saint-Merri, riedificata tra il 1520 e il 1552. In quest'ultima, la persistenza del gotico è particolarmente evidente nella complessa struttura della volta della crociera del transetto, nelle armature interne delle finestre e nelle sculture dei portali.

Ma l'esempio più lampante del perdurare di questa trasgressione è dato dalla chiesa di Saint-Gervais, costruita tra il 1492 e il 1657. Si tratta di un edificio in puro stile gotico, anzi di un gotico più rigoroso rispetto ad altri edifici precedenti. Lo stile fiorito si è pressoché estinto e si nota un ritorno all'architettura gotica tradizionale.

Risalgono a quest'epoca anche il chiostro del convento delle Billettes, con quattro gallerie a sei campate, le cui volte presentano nervature con chiavi ornate, e il refettorio del convento dei Cordiglieri (Cordeliers)

L'edilizia civile nel Quattrocento conosce uno sviluppo pari a quello delle costruzioni religiose e forse anche maggiore. Nonostante le numerose demolizioni, rimangono esempi notevoli, sia di dimore gentilizie che di abitazioni più modeste. Sono giunti fino a noi, integralmente o in parte, tre palazzi signorili: l'hotel de Bourgogne, l'hotel de Sens e l'hotel de Cluny. All'edificio che i duchi dì Borgogna possedevano a nord delle Halles, Giovanni Senzapaura fece aggiungere una torre quadrangolare contenente una scala a chiocciola, il cui asse, all'ultimo piano, si espandeva a forma di rami di quercia, formando le nervature della volta. Questi motivi gotici perdono sempre di più la loro funzione primaria e si riducono a semplici motivi ornamentali dettati dalla fantasia dei decoratori.

Tra i prelati che si fecero edificare a Parigi una dimora signorile spicca l'arcivescovo di Sens. La costruzione dell'hotel de Sens iniziò nel 1475. Purtroppo nell'Ottocento e nel Novecento sono stati perpetrati numerosi scempi dai restauratori e l'esatta interpretazione di questo edificio si limita al suo profilo che ha mantenuto una certa suggestione, con i frontoni, i tetti conici delle torri e i grandi abbaini.

Il terzo edificio gotico di Parigi è il meglio conservato. Si tratta del complesso architettonico, comprendente una cappella, costruito tra il 1485 e il 1498 per gli abati di Cluny. Sebbene presenti alcuni elementi improntati all'architettura difensiva, l'hotel de Cluny è una dimora gentilizia in cui prevale la ricerca della vita agiata, come testimoniano la sua ubicazione tra il cortile e il giardino, le sue ampie finestre, i suoi disimpegni, il numero dei suoi camini. 

Se i grandi signori o i prelati abitavano in questi palazzi più o meno isolati, la classe media, gli artigiani e i commercianti vivevano in case strette, di cui ci è noto l'aspetto esterno, con il piano terreno in pietra,spesso occupato da botteghe con un banco prospiciente la strada, con i piani superiori in aggetto caratterizzati da una struttura in legno a vista durante l'alto medioevo, mentre in epoca successiva prevarrà il rivestimento ad intonaco. Sul coronamento svetta un frontone triangolare, simbolo di agiatezza, come indica un proverbio francese, che però, col tempo, viene proibito dalle autorità municipali, le quali impongono tetti paralleli all'asse della strada. Queste case erano addossate le une alle altre lungo le strade anguste e le uniche piazze di Parigi erano rappresentate dai crocevia e dai sagrati delle chiese. L'architettura del Rinascimento sarà centrata, in gran parte, sulla ricerca di spazi e di luce.

ALLA RICERCA DI UNO SPIRITO NUOVO - Senza voler insistere sugli aspetti peculiari della rivoluzione artistica indotta dal Rinascimento (influenza dell'età antica, individualismo, prevalenza dell'arte profana), occorre rilevare che essi si manifestano tardivamente, in particolare nell'architettura religiosa, che continua tuttavia a proliferare. 

Durante tutto il Cinquecento, Parigi vede nascere numerose chiese. Alcune di esse sono prettamente gotiche mentre in altre si fanno strada a poco a poco le nuove tendenze. Ad eccezione della facciata, la chiesa di Saint-Etienne-du-Mont, costruita tra il 1492 e il 1586, possiede una pianta e una elevazione tipiche di una costruzione ancora appartenente al gotico fiorito, tuttavia la disposizione di alcuni spazi è foriera di una nuova epoca, in particolare i passaggi che circondano la navata e che mettono in comunicazione con il "jubé", la tribuna trasversale che serve ad isolare il coro dalla navata, ultimo esempio conservato a Parigi.

L'esempio della chiesa di Saint-Eustache, edificata tra il 1532 e il 1640, è forse ancora più curioso. La pianta e l'elevazione sono di stampo gotico tradizionale, ma i pilastri e le colonnine sono sostituiti da colonne all'antica e da lesene. Si tratta quindi di una struttura gotica con un rivestimento di gusto rinascimentale. Per quanto concerne l'edilizia civile, il nuovo stile esordisce nell'hotel Carnavalet, che si avvale della formula dell'ubicazione tra cortile e giardino, già sperimentata nell'hotel de Cluny. Il cortile circondato da ali basse, una delle quali delimita la strada, esplica anche una funzione di isolamento e di difesa. 

Nello stesso tempo fervono i lavori in un cantiere di eccezione, quello del Louvre. Francesco I decide di far ricostruire l'edificio quadrangolare affidando i lavori a Pierre Lescot e a Jean Goujon. L'opera è completata dai loro successori e alla fine la superficie risulta quadruplicata.  

VIGORE E SPLENDORE DEL SEICENTO - Quando Enrico IV, dopo dieci anni di guerre civili, rilanciò le opere edilizie, era mutato lo spirito dell'epoca: veniva meno il gusto per l'antichità e l'eleganza delle sculture era ritenuta superflua. L'architettura si basava quindi maggiormente sulla scelta e sul contrasto dei materiali, sul taglio della pietra anziché sull'estro dei decoratori.

Il re voleva delle piazze e la più bella fu costruita nel Marais, fissando i canoni per le successive. La piazza detta Place Royale, attualmente Place des Vosges, presenta una pianta geometrica caratterizzata da edifici uniformi attorno alla statua del re. Un'altra piazza del­la stessa epoca è la Place Dauphìne, di forma triangolare, il cui ingresso è fiancheggiato da due case con i tetti di ardesia, i portici e le modanature in pietra che mettono in risalto il rosso dei mattoni delle facciate. Sul modello dell'impianto di una piazza fu costruito anche l'Hòpital Saint-Louis, un quadrilatero austero con quattro edifici d'angolo.

Il gusto monumentale di Enrico IV caratterizza i nuovi lavori intrapresi nel Louvre, che viene unito al palazzo delle Tuileries da una galleria che costeggia la Senna, opera dell'architetto Androuet du Cerceau, il cui stile composto appare un poco appesantito, segno del trapasso dell'architettura del Rinascimento. Ma il maestoso equilibrio del periodo classico è ancora di là da venire.

Il mutamento di stile avvenne con Jacques Le Mercier, incaricato da Luigi Xlll dì portare avanti i lavori del Cortile Quadrato (Cour Carrée), al quale si deve la costruzione del Padiglione dell'Orologio, elegante edificio di quattro piani sormontato da una cupola.

Gli succedette Louis Le Vau, che completò il quadrilatero, ma senza costruire il secondo piano, per cui le ali del palazzo rimasero come scatole vuote fino all'avvento di Napoleone.

Nel frattempo, Salomon de Brosse aveva costruito per Maria de' Medici il palazzo del Lussemburgo, con l'ingresso costituito da un padiglione a cupola dal quale si accede al cortile.

L'affermazione del potere a Parigi coincide con l'edificazione dei palazzi: dopo quello di Maria de' Medici, sorgono i palazzi del cardinale Richelieu e di Mazarino, la cui dimora, a seguito di trasformazioni, ospita la Biblioteca Nazionale. Dopo aver acquistato l'hotel de Chevry, tuttora esistente, il cardinale Mazarino ne affida la ristrutturazione a Francois Mansart, il quale aggiunge due gallerie sovrapposte. La galleria entra quindi a far parte integrante delle grandi dimore signorili di Parigi.  

L'esempio dei due cardinali e ministri fu seguito da numerosi aristocratici e magistrati. Alcuni nobili fecero costruire le loro case nella Rue Saint-Antoine. Ne sono un esempio l'hotel de Mayenne, rovinosamente alterato nel secolo scorso, l'hotel Sully, di Jean Androuet du Cerceau, che ha mantenuto intatta la sua fisionomia con il portico d'ingresso, il cortile, il corpo principale e l'arancera. E' nel Marais, divenuto il quartiere residenziale dell'aristocrazia, che sorgono i più bei palazzi. L'hotel de Chàlon-Luxembourg presenta un notevole portale con una protome leonina sovrastante uno scudo araldico; l'hotel de Saint-Aignan, opera di Le Muet, è scandito da maestose lesene corinzie e possiede inoltre una notevole scala interna. Nel costruire l'hotel de Beauvais, Lepautre ha sfruttato al massimo un terreno sbieco per creare un edificio dall'aspetto teatrale con una grande scalinata decorata da Desjardins.

Ma i più bei palazzi del Marais della prima metà del Seicento sono due: l'hotel Aubert de Fontenay (attuale sede del Museo Picasso), costruito nel 1656 per l'intendente delle gabelle, detto anche hotel Salé in riferimento all'imposta che allora gravava sul sale, con una facciata fiancheggiata da sfingi e coronata da un frontone circolare, il cui interno racchiude quella che è forse considerata la più bella scala di Parigi; l'hotel Amelot de Bisseuil, detto degli Ambasciatori d'Olanda, la cui struttura si sviluppa attorno a due cortili, caratterizzato da una decorazione di putti. Un posto a parte meritano le realizzazioni di Francois Mansart, come l'hotel Guénégaud, il Museo della Caccia e della Natura e l'hotel Poulletier purtroppo occupato da una caserma di pompieri, l'ampliamento dell'hotel Carnavalet, con la sopraelevazione dell'ala bassa circostante il cortile, e l'hotel d'Aumont, nella cui costruzione Mansart succede a Le Vau, con una elegante decorazione di festoni e di teste sulle facciate prospicienti il cortile.

Altri edifici sorsero nell'isola Saint-Louis, in particolare ad opera di membri del parlamento di Parigi e di nuovi ricchi. Tra i palazzi lungo le rive della Senna, i due più importanti sono l'hotel Lambert, di Le Vau, e l'hotel Lauzun.  

L'architettura religiosa, che stentava a staccarsi dai prototipi gotici, è caratterizzata da un nuovo stile nato da un adattamento dei modelli italiani al gusto francese. Ci sono voluti tre secoli per far accettare e valorizzare questo "barocco" francese, spesso disprezzato, nonostante le sue proporzioni armoniche e la ricchezza decorativa. Alcune chiese precedenti furono risistemate in ossequio al nuovo stile, altre furono portate a compimento secondo questi canoni estetici. Ad esempio, nella chiesa di Saint-Gervais, la cui facciata fu costruita tra il 1616 e il 1620, la rottura stilistica è palese; alla chiesa di forme gotiche venne aggiunta una fronte composita in cui lo slancio delle colonne dell'ordine antico veniva controbilanciato dall'affermarsi delle linee orizzontali.

L'architettura religiosa è caratterizzata anche dall'apparizione della cupola, come nella chiesa dei carmelitani (Carmes) e nelle chiese di Saint-Paul-Saint-Louis, della Visitazione, della Sorbona e del Val-de-Gràce. In quest'ultimo edificio la cupola diviene più elegante, imponendosi sulla maestosa facciata dell'abbazia.  

LUIGI XIV E PARIGI - Sebbene diffidasse di questa città imprevedibile, Luigi XIV è il sovrano che per proprio volere e attraverso i suoi ministri ha modificato maggiormente il paesaggio urbano di Parigi.

Ancora una volta i lavori cominciarono dal Louvre, con l'apertura dei cantieri per la costruzione della Galleria di Apollo. Per la prima volta a Parigi, tutte le maestranze delle arti decorative operarono sotto la direzione di Charles Le Brun. Il sovrano desiderava dotare il Cortile Quadrato (Cour Carrée) di una facciata monumentale sul lato d'ingresso, ad est. Dopo un tentativo fallito del Bernini, veniva edificata la colonnata di Charles Perrault, che segnava l'affermazione dello stile francese.

Alla stessa epoca, nel 1663, Le Vau aveva intrapreso sull'altra sponda della Senna la costruzione del College des Quatre Nations. Sul lato prospiciente il fiume, l'edificio presentava una cupola di coronamento della cappella fiancheggiata da due ali a forma di quarto di cerchio, mentre gli edifici sul lato posteriore si svilupparono attorno a tre cortili.

Fu per volontà del sovrano che sorse a Parigi l'edificio definito il più bello dell'epoca. Fino ad allora, gli ex combattenti collocati a riposo avevano condotto una vita grama e nel 1670 Luigi XIV decise di far costruire per loro un ospizio, affidando i lavori a Liberai Bruant. L'architetto progettò un edificio che presentava nel contempo le caratteristiche di una caserma e di un convento, con un gran cortile porticato in fondo al quale doveva sorgere una cappella e una lunga facciata ornata da una porta trionfale. Ma per celebrare la grandezza del monarca quell'edificio non era ritenuto abbastanza magniloquente. Venne chiamato allora Jules Hardouin Mansart, pronipote di Francois Mansart, che in questa costruzione espresse il meglio di sé. Dopo aver costruito la chiesa dei soldati, aggiunse sul lato meridionale un'altra chiesa a croce greca, sovrastata da una cupola posta a coronamento dell'ala meridionale, perfettamente integrata nell'edificio, a differenza di quelle della Sorbona e del Val-de-Gràce, e nella facciata eseguita secondo il progetto di Liberai Bruant.

A questo celebre complesso degli Invalidi fa da contrappunto l'ospedale della Salpètrière, sorto come casa di cura e d'internamento. Le Vau e successivamente Liberai Bruant costruirono gli edifici dalle linee sobrie con la chiesa ad otto navate disposte a raggiera per separare le varie categorie di degenti. Gli astronomi ebbero una loro sede nell'elegante Osservatorio, opera di Charles Perrault, più attento alle proporzioni e alla decorazione che alla destinazione d'uso dell'edificio. I tempi non erano ancora maturi per l'architettura funzionale; si ricercavano effetti di suggestione e di impressione, come si può ancora notare nelle porte cittadine di Saint-Denis e Saint-Martin a forma di arco di trionfo mutuato dall'antichità.

Jules Hardouìn Mansart è anche l'artefice di due piazze reali, Place des Victoires e Place Vendòme, due capolavori che esprimono nel contempo magnificenza ed equilibrio.

Nella pianta e nella distribuzione dei vani, gli edifici privati assomigliano molto a quelli della prima metà del secolo, con un cortile e un giardino, il portone d'ingresso fiancheggiato dalle dipendenze, le stanze adibite al ricevimento e quelle destinate all'intimità domestica. Nel Marais, rimasto il quartiere residenziale per eccellenza, vengono costruiti nuovi palazzi: hotel du Grand Veneur (intendente di caccia della corona), l'hotel Le Peletier de Saint-Fargeau, l'hotel Presty, l'hotel Mansart de Sagonne, simbolo del prestigio sociale ed economico di Jules Hardouin Mansart. Ma le nuove residenze tendono oramai ad allontanarsi verso ovest, attorno al quartiere delle Halles stabile d'affitto in Rue de la Ferronnerie) o nei pressi di Place Vendòme (casa di Lulli in Rue Sainte-Anne). Sulla riva sinistra della Senna sorgono l'hotel de Laffémas e la bella residenza della famiglia Le Brun, opera di Boffrand.

Allo sviluppo urbanistico corrisponde la creazione di nuove parrocchie e la ricostruzione di chiese divenute insufficienti, alcune delle quali rimangono incompiute. Saint-Roch, Saint-Sulpice, Saint-Louis-en-l'lle, Saint-Nicolas-du-Chardonnet. Dal canto loro, gli ordini religiosi edificarono tra l'altro le chiese di Saint-Jacques-du-Haut Pas e di San Tommaso d'Aquino.  

IL SETTECENTO: DALL'EUFORIA ALL'AUSTERITA' - II 1 settembre 1715 moriva Luigi XIV. Il trapasso del sovrano coincideva con una evoluzione stilistica iniziata da circa un decennio. Gli ordini architettonici all'antica furono abbandonati e la curva s'impose prepotentemente nell'universo della linea retta. Esemplari di questo stile rococò, detto rocaille sono alcuni palazzi, gli hotel Chenizot, de Brienne, de Charolais, d'Estrées, tutti ubicati nel quartiere di Saint-Germain, lungo la strada che conduce a Versailles. Ma è ancora nel Marais che sorgono i palazzi Soubise e Rohan, caratterizzati dall'innovazione edilizia e decorativa della prima metà del secolo.

Nello stesso tempo era sorto un altro quartiere, il Faubourg Saint-Honoré, il cui primo edificio notevole fu il palazzo ora noto col nome di Eliseo attuale residenza del Presidente della Repubblica. Scendendo verso il centro si trovano i palazzi di Place Vendòme, in gran parte risalenti al Settecento, con le facciate progettate da Mansart.

Scorrendo questo breve elenco si potrebbe immaginare che i membri dell'aristocrazia e dell'alta borghesia occupassero ciascuno un proprio palazzo, ma in realtà molti di questi edifici erano suddivisi internamente e dietro a un indirizzo prestigioso si celava spesso un esiguo appartamento sottotetto. In questo periodo si diffonde notevolmente lo stabile d'affitto, comprendente appartamenti separati su più piani. Tra i più vecchi, occorre citare lo stabile che cinge da un lato la chiesa di Saint-Gervais, nella Rue Francois Miron.

Nel campo dell'architettura religiosa, l'epoca di Luigi XV, definita libertina, vede sorgere numerose chiese: Notre-Dame des Victoires, Saint-Thomas d'Aquin, Saint-Louis en l'Ile furono portate a compimento secondo i progetti originali, ma con una decorazione più intonata ai tempi.

Due chiese spiccano per il loro rinnovamento. A Saint-Roch viene trasformata la pianta originale, complicandola. Nell'ambulacro vengono aggiunte in successione la cappella della Vergine, la cappella della Comunione e la cappella del Calvario, con esito scenografico, frammentando lo spazio interno ad imitazione dei piccoli appartamenti che si andavano costruendo a quell'epoca. Nella chiesa di Saint-Sulpice, Oppenordt riprende i lavori secondo i progetti redatti nel secolo precedente, ma tutto cambia quando a Servandonì viene commissionata la costruzione della facciata, con un grande frontone, fiancheggiato da due campanili barocchi, sovrastante due portici sovrapposti. Ma il frontone è distrutto da un fulmine e i due campanili vengono sostituiti.

Il clero si adoperava per ammodernare le chiese gotiche, in particolare Saint-Merri, dove Michel-Ange Slodtz rivestì il coro con una decorazione di marmi e stucchi. Si costruivano nuovi conventi, ad esempio presso la vecchia abbazia di Sainte-Geneviève, di cui rimane l'imponente vano delle scale coronato da una cupola sorretta da palme. L'edificio che ospita il Ministero degli Ex Combattenti ha mantenuto il magnifico ordine architettonico esterno del convento di Pentemont, in Rue de Bellechasse.  

IL NEOCLASSICISMO - Lo stile che per lungo tempo è stato definito "Luigi XVI" era apparso in realtà molto prima della morte di Luigi XV. A Parigi tale fenomeno artistico si era manifestato precocemente, come attesta la fontana delle Quattro Stagioni, del 1734, concepita secondo nuovi modelli, mentre numerosi edifici continuavano ad essere costruiti secondo i dettami del rococò. Il nuovo stile è simboleggiato a Parigi da due realizzazioni monumentali, opera di Jacques-Ange Gabriel, il più noto architetto del regno di Luigi XV: la Scuola militare (Ecole militaire) e la sistemazione della Concorde. Se il suo bisnonno Luigi XIV si era occupato dei vecchi militari, Luigi XV intendeva aiutare i futuri ufficiali dell'esercito e per la nuova costruzione scelse anch'egli un terreno piantato ad orti sulla sponda sinistra della Senna. Dalla Place Fontenoy si ha una bella visione della Scuola militare e della sua struttura sovrastata dalla cupola centrale, fiancheggiata da due ali a 90 gradi.

La Place Louis XV, chiamata successivamente Place de la Concorde, fu concepita come piazza reale, con pianta geometrica, uniformità architettonica e statua del sovrano. Forse Gabriel fu il primo nella storia dell'urbanistica parigina a preoccuparsi dell'impatto ambientale ed ha costruito soltanto sul versante nord. Ma desiderando conferire alla piazza un assetto geometrico, fece tracciare dei fossati perimetrali, che successivamente furono colmati.

Il palazzo della Zecca (hotel des Monnaies), fu edificato da Antoine secondo i nuovi canoni architettonici caratterizzati da masse volumetriche equilibrate, simmetrie, alternanze di spazi pieni e vuoti. Antoine intervenne anche nel Palazzo di Giustizia (Palais de Justice), la cui facciata in cima a una maestosa scalinata è sovrastata da una cupola e fiancheggiata da due ali più basse a 90 gradi con l'intento di separare l'attigua Sainte-Chapelle.

L'ordine dorico, molto in voga a quest'epoca, comparve nel Teatro dell'Odeon, opera di Peyre e Nailly, ma solamente nel peristilio, mentre nella parte rimanente gli architetti predilessero gli aspetti connessi alla destinazione d'uso dell'edificio come la circolazione interna, i passaggi di comunicazione, la visuale e l'acustica.

L'impresa più significativa legata alla nuova vicenda artistica è la trasformazione del Palais-Royal, residenza del duca d'Orléans. Questi incaricò l'architetto Louis di costruire attorno al giardino degli stabili d'affitto secondo una pianta a ferro di cavallo con relativo porticato scandito da pilastri di ordine colossale. La tipologia dello stabile urbano conosceva un ulteriore sviluppo e numerosi edifici di quel periodo esistono tuttora. Tuttavia si continuava a costruire dei palazzi signorili cercando di conciliare la magnificenza dei vani destinati ai ricevimenti con le esigenze domestiche e del buon vivere. Tra questi palazzi ricordiamo l'hotel du Chàtelet, l'hotel de Rochechouart e quelli costruiti da Brongniart nella zona prospiciente il Boulevard des Invalides. Una delle grandi residenze del quartiere Saint-Germain, opera di Rousseau, fu costruita in Rue de Lille per il principe di Salm: il cortile d'ingresso, cui si accede attraverso un portale ad arco di trionfo, contrasta con l'elegante facciata posteriore che si apre sulla Senna. 

Se il Marais viene abbandonato, nuovi quartieri sorgono a nord dei viali di circonvallazione, caratterizzati da piccole costruzioni eleganti, sia per le proporzioni che per la decorazione, come ad esempio l'hotel Gouthière e l'hotel Botterel-Quintin.

Costruzione tipica di quest'epoca è la cosiddetta folie, elegante dimora di campagna di dimensioni ridotte, di cui è un esempio notevole la Folie di Bagatelle, costruita in sessantatre giorni da Bélanger. A quell'epoca fu costruita una sola chiesa parrocchiale, Saint-Philippe du Roule, ad opera di Chalgrin, fondamentale per l'evoluzione dello stile a pianta basilicale che si protrarrà fino alla metà dell'Ottocento. Per quanto concerne l'architettura conventuale, l'evento notevole dell'epoca fu la ricostruzione della chiesa abbaziale di Sainte-Geneviève, l'attuale Pantheon, affidata a Soufflot, il quale si proponeva di unire "la levità degli edifici gotici alla purezza dell'architettura greca". Se le successive modifiche hanno alterato il progetto iniziale, l'edificio ha mantenuto un respiro e un equilibrio eccezionale. Negli ultimi anni dell'Ancien Regime, al visionario Ledoux venne commissionata un'opera di carattere funzionale: dotare Parigi di una nuova cinta muraria scandita da padiglioni in corrispondenza dei punti di accesso. Egli realizzò quarantacinque strutture monumentali, diverse le une dalle altre delle quali ne sono sopravvissute solo quattro.  

LA PARIGI NAPOLEONICA - A prescindere dalle opere di carattere funzionale, l'Imperatore volle regalare alla capitale monumenti prestigiosi. Vignon eresse il Tempio della Gloria, divenuto poi la chiesa della Madeleine, terminata solamente all'epoca di Luigi Filippo. In simmetria con questa, Poyet costruì la nuova facciata della Camera dei Deputati (Chambre des Députés) e, paradossalmente, Brongniart conferì al nuovo edificio della Borsa l'aspetto di un tempio antico. D'altronde, Napoleone intendeva portare a compimento il complesso del Louvre e delle Tuileries. Riuscì soltanto a far costruire un ingresso trionfale al palazzo delle Tuileries, l'Arco del Carrousel, e l'ala del Louvre prospiciente la Rue de Rivoli. Per Arco di Trionfo s'intende oggi, in particolare, quello dell'Etoile, costruito per volere di Napoleone da Chalgrin, sulla sommità della collina dell'Etoile, in linea prospettica con le Tuileries, caratterizzato da una massa voluminosa con una sola apertura centrale.

MONARCHIA EREDITARIA E MONARCHIA BORGHESE - Nell'edilizia parigina i Borboni riassunsero i loro due concetti fondamentali: monarchia e religione, facendo innalzare nuove statue reali e costruendo nuove chiese, delle quali ricorderemo Saint-Vincent de Paul, opera di Lepère e Hittorf, e la Cappella espiatoria, carica di memorie.

La politica monumentale di Luigi Filippo fu mirata a conciliare le varie correnti di pensiero dell'epoca. In ossequio ai repubblicani, fece erigere la colonna della Bastiglia mentre per conciliarsi i bonapartisti completò i monumenti iniziati da Napoleone, facendo costruire in onore di quest'ultimo la grandiosa tomba agli Invalidi.

Il rifiorire del gusto per l'arte gotica dette luogo ad imitazioni, di cui la chiesa di Sainte-Clotilde è un esempio notevole, e ad opere di restauro, legate al nome di Viollet-le-Duc, attivo durante vent'anni a Notre-Dame.

Tuttavia alcuni architetti andavano alla ricerca di soluzioni originali, come Labrouste, incaricato della costruzione della Biblioteca di Sainte-Geneviève, al quale si deve l'utilizzazione razionale di materiali da costruzione come il ferro, la pietra e il vetro.

LA GLORIA DEL SECONDO IMPERO - In meno di un ventennio, Napoleone III e Haussmann imposero alla città un'enorme trasformazione, positiva sotto numerosi aspetti. Tracciati viari e demolizioni accompagnarono la costruzione di innumerevoli edifici pubblici, tutti asserviti a un'idea politica. Per i conservatori e i tradizionalisti furono edificate chiese nelle quali si mescolavano le imitazioni di stili e spiccavano le tendenze innovatrici, come a Saint-Eugène e Saint-Augustin, caratterizzate da un largo uso di elementi in ferro e ghisa, in parte dissimulati.

Durante questo periodo fu realizzato anche il completamento del complesso Louvre-Tuileries, tre secoli e mezzo dopo gli interventi di Enrico IV. Ispirandosi al progetto di Visconti, Lefuel costruì su entrambi i lati dello spazio centrale due ali imponenti, solide e armoniose sebbene un poco ridondanti. Spetta a Charles Garnier il privilegio di aver offerto a Parigi un monumento eccezionale, il teatro dell'Opera. Alla validità del progetto, con un volume rigorosamente scandito dagli spazi, si associa una strabiliante antologia di elementi decorativi a simboleggiare una società allegra e nel contempo incosciente. Altre realizzazioni dell'epoca, sia di gusto classico (Palazzo di Giustizia) sia modernista (Gare du Nord), manifestano l'intento di realizzare buone costruzioni secondo un concetto di monumentalità.  

PARIGI DELLE ESPOSIZIONI - A testimonianza della rinascita della Francia, le Esposizioni del 1878 e del 1889 imposero una tendenza all'innovazione il cui esempio più tipico è rappresentato dalla Torre Eiffel, capolavoro d'ingegneria. L'Esposizione del 1900, più legata all'effetto decorativo, ci ha lasciato edifici progettati secondo tecniche "novatrici, che prevedevano l'uso di elementi metallici, abilmente dissimulati dalla pietra, come il Grand Palais, la Gare d'Orsay e il Ponte Alessandro III, ornato da una copiosa decorazione. Nello stesso tempo, mentre gli edifici pubblici come l'Hotel de Ville (Municipio), la chiesa del Sacro Cuore e la Sorbona erano invasi da un'ondata di eclettico o raccoglievano gli ultimi aneliti dell'accademico morente, l'edilizia privata sperimentava formule nuove, sia nei Grandi Magazzini sia negli stabili di abitazione dove fioriva il liberty (in Francia Art Nouveau) di Guimard e di Lavirotte. Questo nuovo barocchismo d'ispirazione naturalista ha scandalizzato i nostri nonni, divertito i nostri genitori e oggi ci affascina.

Laddove il ferro traduce leggerezza e delicatezza, il cemento impone rigore ed esalta la linea retta. Questo nuovo materiale da costruzione, "inaugurato" da A. de Baudot nella chiesa di Saint-Jean de Montmartre fu ripreso da A. Perret nella costruzione del palazzo della Rue Franklin e successivamente del Teatro degli Champs-Elysées, edificato nel 1912 ma che mostra venti anni di meno.

L'INCERTEZZA DEL DOPOGUERRA - L'esitazione e la negligenza che caratterizzano la politica francese tra il 1918 e il 1939 si manifestano anche nell'architettura. Vanno ricordati alcuni musei: il Museo delle Colonie, costruito per l'Esposizione del 1931 e i musei del nuovo Palazzo di Chaillot. Il Museo di Arte Moderna presenta un aspetto elegante con due corpi uniti da una colonnata, ma la distribuzione degli spazi è disastrosa. L'unico museo degno di tale nome è il Museo dei Lavori Pubblici, iniziato da A. Perret, che non poté essere portato a termine e fu quindi smantellato. Perret riuscì invece a completare l'edificio del Mobilier National, dove vengono conservati gli arredi degli edifici pubblici di proprietà dello Stato.

Migliori esiti si ottennero nel campo dell'architettura scolastica e universitaria. Furono costruiti edifici scolastici agevoli, colorati e decorati, mentre nella Città Universitaria Le Corbusier realizzò il Padiglione svizzero (Pavillon suisse), vero e proprio manifesto dell'architettura che esercitò una notevole influenza. 

L'architettura parigina del primo dopoguerra può essere definita un conflitto permanente tra gli innovatori Perret, Le Corbusier, Sauvage (edificio a gradini della Rue Vavin), alla ricerca di una nuova etica e di nuovi materiali, e i tradizionalisti i quali, come Roux- Spitz, tendono a rassicurare la committenza conferendo un'apparenza "moderna" a costruzioni che nascono sulla scia di un classicismo ancora radicato nelle mentalità.

UN'ARCHITETTURA PER IL NOSTRO TEMPO - L'architettura parigina, nell'arco del mezzo secolo trascorso dalla fine della guerra, è stata caratterizzata da due periodi. Il primo, dal 1950 al 1970 circa, ha visto sorgere casermoni uniformi, per porre rimedio alla vetusta degli immobili urbani e alla crisi degli alloggi, e torri come la torre Montparnasse e il complesso denominato Front de Seine, oggi contestato, nonché grandi edifici pubblici, alcuni dei quali hanno segnato la nostra epoca: l'Unesco (architetti Breuer, Nervi, Zehrfuss, 1958), la Maison de la Radio (Bernard, 1963), il Palazzo dei Congressi (Gillet, 1972), la sede del Partito Comunista (Niemeyer, 1972), lo stadio del Parc des Princes (Taillibert, 1972). Il secondo periodo, corrispondente all'ultimo ventennio, ha generato un'urbanistica di tipo più umano, più sensibile all'ambiente, con un'architettura più ricercata, in contrasto con alcune realizzazioni monumentali, spesso aggressive: Centro Beaubourg (architetti Piano e Rogers, 1977), la Cité des Sciences et des Techniques alla Villette (Chaix, Morel, Fainsilber, 1985-86), l'Istituto del Mondo Arabo (Nouvel, 1987), Palais des Sports de Bercy (Andrault et Parat, 1984), nuovo Ministero delle Finanze (Chemetov, 1989), la Piramide del Louvre (Pei, 1989), l'Opera della Bastiglia (Ott, 1989), la Biblioteca di Francia, (Perrault) e il ponte Charles de Gaulle (Arretche).

Dopo due millenni, l'architettura di Parigi continua a manifestare la sua vitalità e la sua maggiore preoccupazione: offrire una sede degna a tutte le attività dell'uomo.  

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