Cattedrale Saint-Etienne di Bourges
Francia 

PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 1992
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La Cattedrale Saint-Étienne di Bourges è uno dei capolavori dell'architettura gotica in Francia e la sua facciata, larga 40 metri, è la più grande per questo tipo di edifici.

La cattedrale fu ricostruita nel suo aspetto attuale a partire dal 1195, sotto l'arcivescovo Enrico di Sully, che partecipò all'impresa con alcune donazioni al Capitolo della cattedrale. Nel 1214 un documento ricorda che alcuni uffici liturgici venivano celebrati nel coro e nel deambulatorio e sono attribuibili a questa prima campagna di lavori anche la cripta e il presbiterio (Branner, 1962); il cantiere riprese intorno al 1225, poiché il portale meridionale della navata è citato in un atto del 1232; il complesso doveva essere compiuto nel 1260 ca., dato che in seguito sono attestate difficoltà finanziarie del Capitolo. 

Alla fine del Duecento fu innalzato un torrione - entro cui fu ricavata una sala - presso il fianco meridionale della facciata, per permettere di contraffortare con archi rampanti la torre che sormonta quel lato della facciata occidentale. Davanti ai portali laterali del corpo longitudinale, opere della metà del XII secolo reimpiegate nella costruzione, furono edificati due portici. La cattedrale venne consacrata il 13 maggio 1324. A partire dal Quattrocento furono aggiunte le cappelle laterali; dopo il crollo della torre settentrionale di facciata, avvenuto il 31 dicembre 1506, i lavori di ricostruzione durarono fino al 1542.

La struttura architettonica della cattedrale è molto omogenea: si tratta di un edificio di notevoli dimensioni, senza transetto, con corpo longitudinale a cinque navate e coro a doppio deambulatorio. 

Il presbiterio fu edificato all'esterno della cinta muraria di età gallo-romana e l'inserimento di una vasta cripta sotto il coro servì a compensare il dislivello rispetto al corpo longitudinale intra muros. 

All'inizio non erano previste cappelle radiali e le cinque piccole cappelle che si aprono sul deambulatorio della chiesa superiore costituiscono di fatto delle nicchie aggettanti, separate l'una dall'altra da finestre aperte direttamente sull'ambulacro.

L'effetto di elevazione progressiva delle navate di Saint-Etienne risulta quindi notevole, tanto più che l'assenza del transetto non interrompe né l'unitarietà visiva né la comunicazione tra gli spazi. Ai grandi pilastri cilindrici si addossano otto colonnette; al di sopra, i semipilastri lungo le pareti superiori della navata centrale mostrano un'alternanza di elementi corrispondente alle nervature delle volte esapartite della copertura della navata centrale; le arcate dei trifori delle navatelle interne e della navata maggiore sono in ogni campata incluse sotto un arco di scarico e presentano forme più mature nella parte occidentale dell'edificio, cronologicamente posteriore.

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Le finestre basse del presbiterio sono semplici, mentre quelle del cleristorio sono lanceolate, con un piccolo rosone; altri rosoncini si aprono sulle volte del corpo absidale e all'esterno illuminano il sottotetto al di sopra delle coperture. Snelli archi rampanti, molto inclinati, serrano perimetralmente l'edificio con i loro due ordini a doppia gittata.

Sulla facciata, in corrispondenza delle cinque navate si aprono altrettanti portali, coronati da gâbles, i due estremi sormontati da due torri; possenti contrafforti a muro dividono gli ordini superiori in cinque parti. Al di sopra del portale centrale si trova il grand housteau; le strombature dei portali sono raccordate tramite arcature, al di sopra delle quali sono disposte nicchie che contenevano statue, distrutte dagli ugonotti nel Cinquecento; meglio conservati sono i rilievi dei timpani e degli archivolti. 

Non è possibile ritenere, come talora si è sostenuto, che lo schema architettonico attuato a Bourges derivi da quello di Notre-Dame a Parigi, malgrado la presenza delle doppie navatelle in entrambi gli edifici: Saint-Etienne non presenta né transetto, né tribuna e, inoltre, la facciata con cinque portali costituisce una soluzione più coerente rispetto a quella della cattedrale parigina, a tre ingressi. 

Contemporaneo alla cattedrale di Notre-Dame a Chartres, il Saint-Etienne si differenzia peraltro anche da quest'ultimo edificio, malgrado l'analogo alzato a tre ordini, nelle proporzioni e nel sistema di copertura; come quella di Chartres, anche la cattedrale di Bourges si costituì a modello per varie chiese gotiche, come le cattedrali di Le Mans, Coutances, Burgos e Toledo.Le sculture romaniche che ornano i portali laterali, risalenti alla metà del XII secolo, derivano da quelle del Portail Royal di Chartres.

Omogeneo appare il programma iconografico dei cinque portali di facciata: su quello centrale è rappresentato il Giudizio universale; ai lati sono i portali della Vergine e di S. Stefano, dedicatario della cattedrale, mentre quelli estremi sono dedicati a San Guglielmo e a San Ursino, particolarmente venerati dalla chiesa locale. 

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I più antichi sono i due portali meridionali, di San Ursino e di Santo Stefano, eseguiti verosimilmente intorno al 1230, mentre la qualità plastica e l'eleganza dei rilievi del Giudizio universale ne consentono una datazione alla metà del Duecento, estendibile anche ad alcuni frammenti scultorei del portale della Vergine. Alcune lastre del contemporaneo jubé, ritrovate durante gli scavi ottocenteschi, sono oggi conservate nella stessa Bourges (Hôtel Jacques Coeur) e a Parigi (Louvre).

Le vetrate gotiche costituiscono a loro volta uno dei principali motivi d'interesse del Saint-Etienne. Le finestre delle cappelle radiali, del deambulatorio e del coro sono decorate da vetrate degli inizi del Duecento, nelle quali Grodecki (1948) ha individuato l'opera di tre principali botteghe: le prime due, cui vengono rispettivamente assegnati gli episodi neotestamentari e la Storia delle reliquie di Santo Stefano, sono state riconosciute in stretto rapporto con Chartres, mentre la terza, che ha realizzato la Parabola del buon samaritano, appare più vicina agli esempi di Saint-Hilaire a Poitiers. 

Nelle finestre del coro, in alto, sono raffigurati la Vergine e Santo Stefano tra profeti e apostoli, nell'ordine intermedio i vescovi di Bourges che circondano Cristo e la Vergine, in basso scene bibliche e leggende agiografiche. Il grand housteau, la cappella di Jacques Coeur e la maggior parte di quelle laterali sono ornati da interessanti vetrate quattrocentesche.