La
Cattedrale
Saint-Étienne
di
Bourges
è
uno
dei
capolavori
dell'architettura
gotica
in
Francia
e
la
sua
facciata,
larga
40
metri,
è
la
più
grande
per
questo
tipo
di
edifici.
La
cattedrale
fu
ricostruita
nel
suo
aspetto
attuale
a
partire
dal
1195,
sotto
l'arcivescovo
Enrico
di
Sully,
che
partecipò
all'impresa
con
alcune
donazioni
al
Capitolo
della
cattedrale.
Nel
1214
un
documento
ricorda
che
alcuni
uffici
liturgici
venivano
celebrati
nel
coro
e
nel
deambulatorio
e
sono
attribuibili
a
questa
prima
campagna
di
lavori
anche
la
cripta
e
il
presbiterio
(Branner,
1962);
il
cantiere
riprese
intorno
al
1225,
poiché
il
portale
meridionale
della
navata
è
citato
in
un
atto
del
1232;
il
complesso
doveva
essere
compiuto
nel
1260
ca.,
dato
che
in
seguito
sono
attestate
difficoltà
finanziarie
del
Capitolo.
Alla
fine
del
Duecento
fu
innalzato
un
torrione
-
entro
cui
fu
ricavata
una
sala
-
presso
il
fianco
meridionale
della
facciata,
per
permettere
di
contraffortare
con
archi
rampanti
la
torre
che
sormonta
quel
lato
della
facciata
occidentale.
Davanti
ai
portali
laterali
del
corpo
longitudinale,
opere
della
metà
del
XII
secolo
reimpiegate
nella
costruzione,
furono
edificati
due
portici.
La
cattedrale
venne
consacrata
il
13
maggio
1324.
A
partire
dal
Quattrocento
furono
aggiunte
le
cappelle
laterali;
dopo
il
crollo
della
torre
settentrionale
di
facciata,
avvenuto
il
31
dicembre
1506,
i
lavori
di
ricostruzione
durarono
fino
al
1542.
La
struttura
architettonica
della
cattedrale
è
molto
omogenea:
si
tratta
di
un
edificio
di
notevoli
dimensioni,
senza
transetto,
con
corpo
longitudinale
a
cinque
navate
e
coro
a
doppio
deambulatorio.
Il
presbiterio
fu
edificato
all'esterno
della
cinta
muraria
di
età
gallo-romana
e
l'inserimento
di
una
vasta
cripta
sotto
il
coro
servì
a
compensare
il
dislivello
rispetto
al
corpo
longitudinale
intra
muros.
All'inizio
non
erano
previste
cappelle
radiali
e
le
cinque
piccole
cappelle
che
si
aprono
sul
deambulatorio
della
chiesa
superiore
costituiscono
di
fatto
delle
nicchie
aggettanti,
separate
l'una
dall'altra
da
finestre
aperte
direttamente
sull'ambulacro.
L'effetto
di
elevazione
progressiva
delle
navate
di
Saint-Etienne
risulta
quindi
notevole,
tanto
più
che
l'assenza
del
transetto
non
interrompe
né
l'unitarietà
visiva
né
la
comunicazione
tra
gli
spazi.
Ai
grandi
pilastri
cilindrici
si
addossano
otto
colonnette;
al
di
sopra,
i
semipilastri
lungo
le
pareti
superiori
della
navata
centrale
mostrano
un'alternanza
di
elementi
corrispondente
alle
nervature
delle
volte
esapartite
della
copertura
della
navata
centrale;
le
arcate
dei
trifori
delle
navatelle
interne
e
della
navata
maggiore
sono
in
ogni
campata
incluse
sotto
un
arco
di
scarico
e
presentano
forme
più
mature
nella
parte
occidentale
dell'edificio,
cronologicamente
posteriore.

Le
finestre
basse
del
presbiterio
sono
semplici,
mentre
quelle
del
cleristorio
sono
lanceolate,
con
un
piccolo
rosone;
altri
rosoncini
si
aprono
sulle
volte
del
corpo
absidale
e
all'esterno
illuminano
il
sottotetto
al
di
sopra
delle
coperture.
Snelli
archi
rampanti,
molto
inclinati,
serrano
perimetralmente
l'edificio
con
i
loro
due
ordini
a
doppia
gittata.
Sulla
facciata,
in
corrispondenza
delle
cinque
navate
si
aprono
altrettanti
portali,
coronati
da
gâbles,
i
due
estremi
sormontati
da
due
torri;
possenti
contrafforti
a
muro
dividono
gli
ordini
superiori
in
cinque
parti.
Al
di
sopra
del
portale
centrale
si
trova
il
grand
housteau;
le
strombature
dei
portali
sono
raccordate
tramite
arcature,
al
di
sopra
delle
quali
sono
disposte
nicchie
che
contenevano
statue,
distrutte
dagli
ugonotti
nel
Cinquecento;
meglio
conservati
sono
i
rilievi
dei
timpani
e
degli
archivolti.

Non
è
possibile
ritenere,
come
talora
si
è
sostenuto,
che
lo
schema
architettonico
attuato
a
Bourges
derivi
da
quello
di
Notre-Dame
a
Parigi,
malgrado
la
presenza
delle
doppie
navatelle
in
entrambi
gli
edifici:
Saint-Etienne
non
presenta
né
transetto,
né
tribuna
e,
inoltre,
la
facciata
con
cinque
portali
costituisce
una
soluzione
più
coerente
rispetto
a
quella
della
cattedrale
parigina,
a
tre
ingressi.
Contemporaneo
alla
cattedrale
di
Notre-Dame
a
Chartres,
il
Saint-Etienne
si
differenzia
peraltro
anche
da
quest'ultimo
edificio,
malgrado
l'analogo
alzato
a
tre
ordini,
nelle
proporzioni
e
nel
sistema
di
copertura;
come
quella
di
Chartres,
anche
la
cattedrale
di
Bourges
si
costituì
a
modello
per
varie
chiese
gotiche,
come
le
cattedrali
di
Le
Mans,
Coutances,
Burgos
e
Toledo.Le
sculture
romaniche
che
ornano
i
portali
laterali,
risalenti
alla
metà
del
XII
secolo,
derivano
da
quelle
del
Portail
Royal
di
Chartres.
Omogeneo
appare
il
programma
iconografico
dei
cinque
portali
di
facciata:
su
quello
centrale
è
rappresentato
il
Giudizio
universale;
ai
lati
sono
i
portali
della
Vergine
e
di
S.
Stefano,
dedicatario
della
cattedrale,
mentre
quelli
estremi
sono
dedicati
a
San
Guglielmo
e
a
San
Ursino,
particolarmente
venerati
dalla
chiesa
locale.


I
più
antichi
sono
i
due
portali
meridionali,
di
San
Ursino
e
di
Santo
Stefano,
eseguiti
verosimilmente
intorno
al
1230,
mentre
la
qualità
plastica
e
l'eleganza
dei
rilievi
del
Giudizio
universale
ne
consentono
una
datazione
alla
metà
del
Duecento,
estendibile
anche
ad
alcuni
frammenti
scultorei
del
portale
della
Vergine.
Alcune
lastre
del
contemporaneo
jubé,
ritrovate
durante
gli
scavi
ottocenteschi,
sono
oggi
conservate
nella
stessa
Bourges
(Hôtel
Jacques
Coeur)
e
a
Parigi
(Louvre).
Le
vetrate
gotiche
costituiscono
a
loro
volta
uno
dei
principali
motivi
d'interesse
del
Saint-Etienne.
Le
finestre
delle
cappelle
radiali,
del
deambulatorio
e
del
coro
sono
decorate
da
vetrate
degli
inizi
del
Duecento,
nelle
quali
Grodecki
(1948)
ha
individuato
l'opera
di
tre
principali
botteghe:
le
prime
due,
cui
vengono
rispettivamente
assegnati
gli
episodi
neotestamentari
e
la
Storia
delle
reliquie
di
Santo
Stefano,
sono
state
riconosciute
in
stretto
rapporto
con
Chartres,
mentre
la
terza,
che
ha
realizzato
la
Parabola
del
buon
samaritano,
appare
più
vicina
agli
esempi
di
Saint-Hilaire
a
Poitiers.
Nelle
finestre
del
coro,
in
alto,
sono
raffigurati
la
Vergine
e
Santo
Stefano
tra
profeti
e
apostoli,
nell'ordine
intermedio
i
vescovi
di
Bourges
che
circondano
Cristo
e
la
Vergine,
in
basso
scene
bibliche
e
leggende
agiografiche.
Il
grand
housteau,
la
cappella
di
Jacques
Coeur
e
la
maggior
parte
di
quelle
laterali
sono
ornati
da
interessanti
vetrate
quattrocentesche.

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