Il Cammino di
Santiago
di
Compostela
è
il
lungo
percorso
che
i
pellegrini
fin
dal
Medioevo
intraprendono,
attraverso
la
Francia
e
la
Spagna,
per
giungere
al
santuario
di
Santiago
di
Compostela,
presso
cui
è
la
tomba
di
San
Giacomo
apostolo.
La
presunta
tomba
di
san
Giacomo
nella
Spagna
nord-occidentale
è
stata
una
delle
principali
mete
di
pellegrinaggio
dell'Occidente
cristiano.
La
Francia
è
attraversata
da
quattro
vie
principali
che
portavano
verso
la
Spagna:
la
Via
Turonensis
inizia
a
Parigi
e
passa
per
Tours,
Poitiers
e
Bordeaux
fino
a
Ostabat,
dove
incrocia
la
Via
Lemovicensis
proveniente
da
Vézelay
e
la
Via
Podiensis
da
Le
Puy,
per
poi
attraversare
i
Pirenei.
La
Via
Tolosana
inizia
ad
Arles,
toccando
poi
Tolosa,
il
passo
del
Somport
e
Jaca
fino
a
Puente
la
Reina,
dove
tutte
le
strade
confluiscono
nel
Camino
Francés
che
termina
a
Santiago
de
Compostela.
I
pellegrinaggi
medievali
erano
paragonabili
sotto
certi
aspetti
al
turismo
moderno.
Per
attirare
i
viandanti,
e
quindi
anche
il
loro
denaro,
nelle
località
lungo
il
cammino
sorsero
locande
e
ospizi,
ma
soprattutto
edifici
sacri
di
grande
effetto
che
per
via
delle
loro
preziosissime
reliquie
si
trasformarono
a
loro
volta
in
mete
di
pellegrinaggio
a
sé
stanti
e
che
entrarono
nel
novero
degli
esempi
più
significativi
dell'architettura
sacra
medievale.
Il
cammino
di
Santiago
acquisì
quindi
una
grande
importanza
per
lo
sviluppo
dell'arte
romanica
e
funse
da
stimolo
reciproco
per
i
singoli
centri.
Fu
così,
per
esempio,
che
nell'XI
e
XII
secolo,
sotto
l'influenza
dei
cluniacensi,
l'architettura
e
la
scultura
borgognone
vissero
un
periodo
di
grande
fioritura.
Non
solo:
fu
proprio
la
via
di
pellegrinaggio
a
creare
i
presupposti
dell'influenza
spirituale
e
politica
dell'ordine
di
Cluny,
nonché
la
sua
ricchezza
materiale.
Chiese
come
quelle
di
Tours,
Poitiers,
Bordeaux,
Vézelay,
Bourges,
Le
Puy,
Conques,
Cahors
e
Arles
sono
dunque
sì
l'espressione
della
religiosità
medievale,
ma
sono
anche
la
testimonianza
del
potere
ecclesiastico.
Le
quattro
vie
del
cammino
di
Santiago
che
attraversano
la
Francia
meridionale
sono
state
quindi
dichiarate
patrimonio
dell'umanità
in
quanto
rappresentano
la
tradizione
religiosa
cristiana.
Parlare
del
Cammino
di
Santiago
di
Compostela
comporta
inevitabilmente
il
racconto
del
misto
di
storia,
tradizione
e
leggenda
che
accompagna
il
ritrovamento
della
tomba
di
San
Giacomo.
Alfonso
I
il
casto
(789-842),
re
delle
Asturie
e
della
Galizia,
ordina
la
costruzione
sul
posto
di
un
tempio,
i
monaci
benedettini
nell'893
vi
fissarono
la
loro
residenza.
Iniziarono
così
i
primi
pellegrinaggi
alla
tomba
dell'apostolo,
dapprima
dalle
Asturie
e
dalla
Galizia
poi
da
tutta
l'Europa.

Santiago
di
Compostela
venne
distrutta
nel
997
dall'esercito
musulmano
di
Almanzor
e
poi
ricostruita
da
Bermudo
II.
Fu
però
il
vescovo
Diego
Xelmirez
ad
iniziare
la
trasformazione
della
città
in
luogo
di
culto
e
pellegrinaggio,
facendo
terminare
la
costruzione
della
Cattedrale
iniziata
nel
1075
ed
arricchendola
con
numerose
reliquie.
L'ICONA DI SANTIAGO MATAMOROS - Nella tradizione popolare e nell'iconografia -
soprattutto
ispanica
-
di
San
Giacomo
è
potente
la
figura
del
Matamoros,
alfiere
soprannaturale,
intercessore
e
vessillo
della
ribellione
della
Spagna
al
dominio
islamico.
Profondamente
intrecciata
alla
devozione
popolare,
infatti,
si
fece
strada
una
"ideologia"
iacobea,
accuratamente
costruita,
in
particolare,
dal
monachesimo
cluniacense,
e
infine
potentemente
documentata,
ad
esempio,
nel
Codex
calixtinus,
che
faceva
di
Santiago
il
pilastro
soprannaturale
della
riconquista
dell'Europa
meridionale
dal
dominio
degli
"infedeli"
musulmani
-
ideologia
che
i
pellegrini
veicolarono
in
tutto
il
continente
cristiano,
facendo
di
San
Giacomo
una
sorta
di
antesignano
delle
Crociate.
La
scena
originaria
della
leggenda
epica
fu
localizzata
nella
Rioja,
attorno
al
castello
di
Clavijo,
dove
Santiago,
su
un
cavallo
bianco,
avrebbe
guidato
alla
vittoria
le
armi
cristiane
di
Ramiro
I
d'Asturias
contro
i
musulmani
di
Al-Andalus.
Della
battaglia,
non
è
neppure
certo
che
sia
davvero
avvenuta
-
come
del
resto
quella
di
Roncisvalle.
Tuttavia,
nacque
da
questa
leggenda
la
tradizione,
asseverata
da
un
decreto
apocrifo
attribuito
al
medesimo
Ramiro
I,
di
un
tributo
annuo
di
primizie
di
grano
e
vino,
dovuto
da
tutta
la
Spagna
"para
el
mantenimiento
de
los
canónicos
que
residen
en
la
iglesia
del
bienaventurado
Santiago
y
para
los
ministros
de
la
misma
iglesia"
LE
VIE
VERSO
SANTIAGO
-
Storicamente, le vie degli stranieri verso Santiago
furono
anche
marittime,
soprattutto
in
primavera-estate,
ed
è
anzi
diffusa
l'opinione
che
per
mare
fosse
arrivata
nella
Francia
carolingia
la
notizia
della
tomba
dell'apostolo,
e
che
i
primi
pellegrini
arrivassero
proprio
dal
mare:
ci
sono
testimonianze
di
viaggi
dall'Inghilterra
verso
La
Coruña,
nel
XIII
secolo,
che
duravano
solo
quattro
giorni,
e
certamente
il
percorso
marittimo
era
il
meno
rischioso,
se
fatto
nella
buona
stagione,
in
tempi
di
strade
assai
insicure
e
di
abitati
scarsi
e
lontani
tra
loro.
La
Ruta
de
la
Costa,
cioè
la
via
di
Santiago
lungo
la
costa
cantabrica,
è
la
principale
traccia
del
cammino
più
antico,
a
testimoniare
che
i
pellegrini
arrivavano
a
Santiago
da
porti
atlantici,
anche
più
ad
est
di
La
Coruña
(praticamente
dalla
Francia
alla
Galizia).
Le
principali
vie
di
terra
che
convergevano
verso
Santiago
sono:
-
dall'Italia,
la
via
Francigena
(con
una
variante
costiera
che
si
diramava
lungo
la
costa
da
Pontremoli)
e
poi
la
via
Tolosana
fino
ai
Pirenei.
La Via Francigena,
anticamente
chiamata
Via
Francesca
o
Romea
e
detta
talvolta
anche
Franchigena,
è
il
percorso
di
un
pellegrinaggio
che
da
Canterbury
portava
a
Roma
e
costituiva
una
delle
più
importanti
vie
di
comunicazione
europee
in
epoca
medioevale.
Il
pellegrinaggio
a
Roma,
in
visita
alla
tomba
dell'apostolo
Pietro
era
nel
medioevo
una
delle
tre
peregrinationes
maiores
insieme
alla
Terra
Santa
e
a
Santiago
di
Compostela.
Per
questo
l'Italia
era
percorsa
continuamente
da
pellegrini
di
ogni
parte
d'Europa
diretti
a
Roma.
Nella
maggior
parte
dei
casi
i
pellegrini
seguivano
le
Strade
consolari
romane.
I
pellegrini
provenienti
soprattutto
dalla
Francia
cominciarono
ad
entrare
in
Italia
dal
passo
del
Monginevro,
dando
così
alla
strada
che
da
lì
arrivava
a
Roma
il
nome
di
Francigena,
cioè
dei
francesi.
La
via
prese
quindi
a
far
parte
di
quella
vasta
rete
di
strade
e
percorsi
che
segnava
l'Europa
di
pellegrinaggio
e
che
univa
tutti
i
maggiori
luoghi
di
spiritualità
del
tempo.
La
presenza
di
questi
percorsi,
con
la
grande
quantità
di
persone
provenienti
da
culture
anche
molto
diverse
tra
loro,
ha
permesso
un
eccezionale
passaggio
di
segni,
emblemi,
culture
e
linguaggi
dell'Occidente
Cristiano.
Ancora
oggi
sono
rintracciabili
sul
territorio
le
memorie
di
questo
passaggio
che
ha
strutturato
profondamente
le
forme
insediative
e
le
tradizioni
dei
luoghi
attraversati.
Un
passaggio
continuo
che
ha
permesso
alle
diverse
culture
europee
di
comunicare
e
di
venire
in
contatto,
forgiando
la
base
culturale,
artistica,
economica
e
politica
dell'Europa
Moderna;
È
nota
la
frase
del
poeta
Goethe
secondo
cui
la
coscienza
d'Europa
è
nata
sulle
vie
di
pellegrinaggio.
La relazione di viaggio più antica risale al 990
dove
viene
descritto
in
79
tappe
il
viaggio
di
ritorno
da
Roma
di
Sigerico,
arcivescovo
di
Canterbury.
Le
informazioni
contenute
nella
cronaca
di
Sigerico,
così
come
quelle
del
diario
di
Nikolas
da
Munkathvera,
partito
dalla
lontana
Thule
sono
molto
utili
per
stabilire
quale
fosse
il
tracciato
originario
della
Francigena.
A
partire
dal
1994
la
Via
Francigena
è
stata
dichiarata
"Itinerario
Culturale
del
Consiglio
d'Europa"
assumendo,
alla
pari
del
Cammino
di
Santiago
di
Compostela,
una
dignità
sovranazionale.
Il
percorso
copre
1.600
chilometri,
parte da Canterbury, e arriva a Dover per
attraversare
la
Manica;
da
Calais,
passando
per
Reims,
Besançon
e
Losanna
si
arriva
alle
Alpi
che
vengono
passate
al
colle
del
Gran
San
Bernardo.
Dalla Valle d'Aosta si scende a Vercelli, Pavia e
si
attraversano
gli
Appennini
tra
le
province
di
Piacenza
e
Parma.
Da
Pontremoli
si
prosegue
per
Lucca,
Porcari,
Altopascio,
San
Gimignano,
Colle
di
Val
d'Elsa,
Poggibonsi,
Siena,
Viterbo
per
terminare
a
Roma.
Sigerico
impiegò
79
giorni
a
percorrere,
perlopiù
a
piedi,
tutti
i
1.600
chilometri
del
tragitto.
La
percorrenza
media
di
viaggio
fu
quindi
di
20
km
circa
al
giorno.
Calendasco
(PC)
fa
parte
del
percorso
della
Via
Francigena
o
Romea,
in
quanto
l'Arcivescovo
di
Canterbury
Sigerico
attraversò
qui
il
Po
nell'anno
990
d.C.
durante
il
suo
viaggio
a
Roma
per
ricevere
l'investitura
dal
Papa.
Ma
ancor
più
notevole
è
che
qui
vi
era
l'antico
porto
romano
di
Piacenza.
Al
porto
di
Calendasco
le
imbarcazioni
dovevano
pagare
una
gabella
per
l'attracco
o
per
il
solo
transito
in
direzione
di
Venezia
o
Pavia:
la
località
è
Sopra
rivo
(Super
rivum)
oggi
attrezzata
di
un
piccolo
porto
a
servizio
di
pellegrini
e
turisti.
Liutprando
mantenne
i
privilegi
al
porto
di
questo
luogo
con
un
documento
del
715
e
Carlo
Magno
li
ribadì
per
tre
importanti
motivi
quali
l'importanza
della
strada
romana
consolare
Placentia-Ticinum,
il
porto
fluviale
con
la
riscossione
della
gabella
e
la
presenza
del
castello
e
del
recetto
con
funzione
di
avamposti
prossimi
alla
città.
Sigerico
giunge
da
Piacenza
seguendo
la
strata
romea,
presso
il
porto
del
Po
di
Calendasco,
ove
era
l'antico
passaggio
della
Via
Francigena,
sulla
strada
romana
Placentia
-
Ticinum
(Piacenza-Pavia)
attraversa
il
fiume,
così
come
tanti
altri
pellegrini,
mercanti
e
viaggiatori
medievali.
A
Calendasco
i
pellegrini
avevano
ristoro
presso
l'antico
hospitale
francescano.
Questo
Comune
alle
porte
di
Piacenza
fa
parte
della
"Associazione
Europea
delle
Vie
Francigene"
e
meritò
una
ampia
citazione
con
riferimenti
ai
documenti
storici
circa
il
passaggio
del
Po,
nel
'Dossier
Scientifico'
sulla
Via
Francigena
voluto
dal
Consiglio
d'Europa
in
vista
del
Giubileo
del
2000.
Oggi
il
comune
di
Calendasco
è
in
grado
di
offrire
a
pellegrini
e
turisti,
il
servizio
di
due
attracchi
fluviali.
-
dalla
Francia,
le
vie
erano
diverse;
a
partire
dal
sud
si
potevano
percorrere:
la
via
Tolosana,
la
più
meridionale,
da
Arles
attraverso
Tolosa;
questo
cammino
era
utilizzato
anche
dai
pellegrini
tedeschi
provenienti
dalla
Oberstrasse,
e
passava
i
Pirenei
sul
Passo
del
Somport
(Huesca);
la
via
Podense,
da
Lione
e
Le
Puy-en-Velay,
che
passava
i
Pirenei
a
Roncisvalle;
la
via
Lemovicense,
da
Vézelay,
per
Roncisvalle;
la
via
Turonense,
da
Tours
e
Roncisvalle,
che
raccoglieva
i
pellegrini
che
arrivavano
dall'Inghilterra,
dai
Paesi
Bassi
e
dalla
Germania
del
nord
lungo
la
Niederstrasse.
I due
passi
più
frequentati
sui
Pirenei
erano
dunque
Roncisvalle
e
Somport.
La
via
che
va
da
Roncisvalle
a
Estella
è
ancora
detta,
in
spagnolo,
Camino
francés,
mentre
quella
che
passa
i
Pirenei
a
Somport
si
chiama
Camino
aragonés.
Il
Camino
Aragonés,
o
Cammino
Aragonese,
è
una
delle
ramificazioni
del
Cammino
di
Santiago
di
Compostela.
Si
ricongiunge
con
il
più
noto
e
frequentato
Camino
Francés
nei
pressi
di
Puente
la
Reina,
più
precisamente
a
Obanos,
nella
provincia
Navarra,
dopo
aver
attraversato
la
comunità
autonoma
di
Aragona.
Il
Cammino
Aragonese
non
è
altro
che
la
parte
spagnola
della
Via
Tolosana,
che
congiungeva
Arles
con
Santiago
di
Compostela.
Essendo
la
più
meridionale
delle
vie
di
pellegrinaggio
era
anche
quella
percorsa
normalmente
dai
pellegrini
provenienti
dall'Italia.
Il
percorso
comincia
al
passo
del
Somport,
l'antico
summus
portus,
attualmente
punto
di
confine
tra
la
Francia
e
la
Spagna.
Solo
a
partire
da
questa
località
si
comincia
a
trovare
la
segnaletica
tipica
del
Camino
de
Santiago,
ma
in
realtà
l'antico
percorso
è
segnato
anche
in
Francia
come
GR
65.
Dal
passo
del
Somport
Santiago
dista
circa
858
chilometri,
il
Cammino
Aragonese
è
quindi
circa
100
chilometri
più
lungo
del
Cammino
Francese
che
parte
da
Roncisvalle.
Lungo il Camino aragonés i principali paesi
attraversati
sono
Jaca,
Sangüesa,
Enériz.
Lungo
il
Camino
francés
si
attraversa
Pamplona,
Logroño,
Burgos
e
León.
Il
percorso
più
popolare
tradizionalmente
inizia
da
St
Jean
Pied
de
Port,
nella
parte
dei
Pirenei
francesi,
e
si
estende
in
un
tragitto
di
780
km
ad
ovest
di
Santiago
de
Compostela.
La
via
è
puntellata
da
numerose
strutture
di
accoglienza,
alberghi,
hotel,
ostelli,
ristoranti
e
così
via,
oltre
che
da
villaggi
e
città
sviluppatesi
nella
storia
lungo
il
cammino
dei
pellegrini,
troviamo
in
particolare
le
note
località
di
Pamplona,
Burgos
e
Leon.
Il
percorso
può
iniziare
da
qualsiasi
punto
(non
solo
da
St
Jean
Pied
de
Port),
non
ne
esiste
uno
ufficiale,
basta
avere
il
'Passaporto
del
Pellegrino'.
Inoltre,
non
c'è
pericolo
di
smarrirsi:
lungo
la
via,
nelle
campagne
e
nei
villaggi,
il
Camino
è
marcato
da
grandi
frecce
gialle
e
dai
tipici
segnali
del
guscio
della
conchiglia.
Il
Cammino
francese
è
inoltre
estremamente
sicuro,
così
sicuro
che
molti
iniziano
il
proprio
da
soli;
saranno
così
tante
le
persone
da
incontrare
che
non
soffrirete
di
certo
la
solitudine!
Al
percorso
in
Francia
si
accodano
altri
cammini,
altrettanto
noti
sin
dai
tempi
medievali:
quelli
che
iniziano
da
Arles
(la
Via
Tolosane),
da
Le
Puy
(la
Via
Podiensis),
da
Vezelay
(la
Via
Lemovicensis),
da
Parigi
(la
Via
Turonensis).
Lungo
questi
percorsi
troviamo
alcune
della
città
più
famose
della
Francia,
oltre
a
quelle
accennate,
anche
Tolosa,
Montpellier,
Tours,
Poitiers
e
Bordeaux,
Roncisvalle.
Tutte
si
ritrovano
a
St
Jean
Pied
de
Port,
tranne
la
Via
di
Arles,
che
si
riunisce
con
le
altre
direttamente
in
Spagna,
a
Puente
la
Reina.
Per
qualunque
cammino
arrivassero
i
pellegrini
comunque,
il
punto
di
raccolta
era
il
Puente
la
Reina.
Le successive,
necessarie
tappe
erano:
Estella,
Nájera,
Burgos,
Frómista,
Sahagún,
León,
Rabanal
del
Camino,
Villafranca
del
Bierzo,
Triacastela,
Palas
de
Rei
e
si
era
finalmente
a
Santiago.
Dopodiché
il
pellegrino,
se
aveva
ancora
fiato,
si
spingeva
(e
si
spinge
tutt'oggi)
a
guardare
l'oceano
dall'estremo
promontorio
di
Finisterre.
Anzi,
per
la
precisione
la
tappa
conclusiva
del
Cammino
era
il
santuario
di
Nosa
Señora
da
Barca,
a
Muxía,
sulla
Costa
della
Morte.
La
chiesa
sorge
di
fronte
ad
un
celebre
luogo
di
culto
megalitico,
centrato
sulla
Pedra
d'Abalar
("la
pietra
oscillante")
che
i
pellegrini
fanno
oscillare
in
cerca
del
suo
punto
di
equilibrio.

Pag.
2
|