Cammini di Santiago de Compostela in Francia
Francia 

PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 1998
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Il Cammino di Santiago di Compostela è il lungo percorso che i pellegrini fin dal Medioevo intraprendono, attraverso la Francia e la Spagna, per giungere al santuario di Santiago di Compostela, presso cui è la tomba di San Giacomo apostolo.

La presunta tomba di san Giacomo nella Spagna nord-occidentale è stata una delle principali mete di pellegrinaggio dell'Occidente cristiano. La Francia è attraversata da quattro vie principali che portavano verso la Spagna: la Via Turonensis inizia a Parigi e passa per Tours, Poitiers e Bordeaux fino a Ostabat, dove incrocia la Via Lemovicensis proveniente da Vézelay e la Via Podiensis da Le Puy, per poi attraversare i Pirenei. La Via Tolosana inizia ad Arles, toccando poi Tolosa, il passo del Somport e Jaca fino a Puente la Reina, dove tutte le strade confluiscono nel Camino Francés che termina a Santiago de Compostela. 

I pellegrinaggi medievali erano paragonabili sotto certi aspetti al turismo moderno. Per attirare i viandanti, e quindi anche il loro denaro, nelle località lungo il cammino sorsero locande e ospizi, ma soprattutto edifici sacri di grande effetto che per via delle loro preziosissime reliquie si trasformarono a loro volta in mete di pellegrinaggio a sé stanti e che entrarono nel novero degli esempi più significativi dell'architettura sacra medievale. 

Il cammino di Santiago acquisì quindi una grande importanza per lo sviluppo dell'arte romanica e funse da stimolo reciproco per i singoli centri. Fu così, per esempio, che nell'XI e XII secolo, sotto l'influenza dei cluniacensi, l'architettura e la scultura borgognone vissero un periodo di grande fioritura. Non solo: fu proprio la via di pellegrinaggio a creare i presupposti dell'influenza spirituale e politica dell'ordine di Cluny, nonché la sua ricchezza materiale. 

Chiese come quelle di Tours, Poitiers, Bordeaux, Vézelay, Bourges, Le Puy, Conques, Cahors e Arles sono dunque sì l'espressione della religiosità medievale, ma sono anche la testimonianza del potere ecclesiastico. Le quattro vie del cammino di Santiago che attraversano la Francia meridionale sono state quindi dichiarate patrimonio dell'umanità in quanto rappresentano la tradizione religiosa cristiana.  

Parlare del Cammino di Santiago di Compostela comporta inevitabilmente il racconto del misto di storia, tradizione e leggenda che accompagna il ritrovamento della tomba di San Giacomo.

Alfonso I il casto (789-842), re delle Asturie e della Galizia, ordina la costruzione sul posto di un tempio, i monaci benedettini nell'893 vi fissarono la loro residenza. Iniziarono così i primi pellegrinaggi alla tomba dell'apostolo, dapprima dalle Asturie e dalla Galizia poi da tutta l'Europa.  

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Santiago di Compostela venne distrutta nel 997 dall'esercito musulmano di Almanzor e poi ricostruita da Bermudo II. Fu però il vescovo Diego Xelmirez ad iniziare la trasformazione della città in luogo di culto e pellegrinaggio, facendo terminare la costruzione della Cattedrale iniziata nel 1075 ed arricchendola con numerose reliquie.

L'ICONA DI SANTIAGO MATAMOROS - Nella tradizione popolare e nell'iconografia - soprattutto ispanica - di San Giacomo è potente la figura del Matamoros, alfiere soprannaturale, intercessore e vessillo della ribellione della Spagna al dominio islamico.

Profondamente intrecciata alla devozione popolare, infatti, si fece strada una "ideologia" iacobea, accuratamente costruita, in particolare, dal monachesimo cluniacense, e infine potentemente documentata, ad esempio, nel Codex calixtinus, che faceva di Santiago il pilastro soprannaturale della riconquista dell'Europa meridionale dal dominio degli "infedeli" musulmani - ideologia che i pellegrini veicolarono in tutto il continente cristiano, facendo di San Giacomo una sorta di antesignano delle Crociate.

La scena originaria della leggenda epica fu localizzata nella Rioja, attorno al castello di Clavijo, dove Santiago, su un cavallo bianco, avrebbe guidato alla vittoria le armi cristiane di Ramiro I d'Asturias contro i musulmani di Al-Andalus.

Della battaglia, non è neppure certo che sia davvero avvenuta - come del resto quella di Roncisvalle. Tuttavia, nacque da questa leggenda la tradizione, asseverata da un decreto apocrifo attribuito al medesimo Ramiro I, di un tributo annuo di primizie di grano e vino, dovuto da tutta la Spagna "para el mantenimiento de los canónicos que residen en la iglesia del bienaventurado Santiago y para los ministros de la misma iglesia"

LE VIE VERSO SANTIAGO - Storicamente, le vie degli stranieri verso Santiago furono anche marittime, soprattutto in primavera-estate, ed è anzi diffusa l'opinione che per mare fosse arrivata nella Francia carolingia la notizia della tomba dell'apostolo, e che i primi pellegrini arrivassero proprio dal mare: ci sono testimonianze di viaggi dall'Inghilterra verso La Coruña, nel XIII secolo, che duravano solo quattro giorni, e certamente il percorso marittimo era il meno rischioso, se fatto nella buona stagione, in tempi di strade assai insicure e di abitati scarsi e lontani tra loro. La Ruta de la Costa, cioè la via di Santiago lungo la costa cantabrica, è la principale traccia del cammino più antico, a testimoniare che i pellegrini arrivavano a Santiago da porti atlantici, anche più ad est di La Coruña (praticamente dalla Francia alla Galizia).

Le principali vie di terra che convergevano verso Santiago sono:

- dall'Italia, la via Francigena (con una variante costiera che si diramava lungo la costa da Pontremoli) e poi la via Tolosana fino ai Pirenei. La Via Francigena, anticamente chiamata Via Francesca o Romea e detta talvolta anche Franchigena, è il percorso di un pellegrinaggio che da Canterbury portava a Roma e costituiva una delle più importanti vie di comunicazione europee in epoca medioevale.

Il pellegrinaggio a Roma, in visita alla tomba dell'apostolo Pietro era nel medioevo una delle tre peregrinationes maiores insieme alla Terra Santa e a Santiago di Compostela. 

Per questo l'Italia era percorsa continuamente da pellegrini di ogni parte d'Europa diretti a Roma. Nella maggior parte dei casi i pellegrini seguivano le Strade consolari romane. I pellegrini provenienti soprattutto dalla Francia cominciarono ad entrare in Italia dal passo del Monginevro, dando così alla strada che da lì arrivava a Roma il nome di Francigena, cioè dei francesi. La via prese quindi a far parte di quella vasta rete di strade e percorsi che segnava l'Europa di pellegrinaggio e che univa tutti i maggiori luoghi di spiritualità del tempo.

La presenza di questi percorsi, con la grande quantità di persone provenienti da culture anche molto diverse tra loro, ha permesso un eccezionale passaggio di segni, emblemi, culture e linguaggi dell'Occidente Cristiano. Ancora oggi sono rintracciabili sul territorio le memorie di questo passaggio che ha strutturato profondamente le forme insediative e le tradizioni dei luoghi attraversati. Un passaggio continuo che ha permesso alle diverse culture europee di comunicare e di venire in contatto, forgiando la base culturale, artistica, economica e politica dell'Europa Moderna; È nota la frase del poeta Goethe secondo cui la coscienza d'Europa è nata sulle vie di pellegrinaggio.     

La relazione di viaggio più antica risale al 990 dove viene descritto in 79 tappe il viaggio di ritorno da Roma di Sigerico, arcivescovo di Canterbury. Le informazioni contenute nella cronaca di Sigerico, così come quelle del diario di Nikolas da Munkathvera, partito dalla lontana Thule sono molto utili per stabilire quale fosse il tracciato originario della Francigena.

A partire dal 1994 la Via Francigena è stata dichiarata "Itinerario Culturale del Consiglio d'Europa" assumendo, alla pari del Cammino di Santiago di Compostela, una dignità sovranazionale.

Il percorso copre 1.600 chilometri,  parte da Canterbury, e arriva a Dover per attraversare la Manica; da Calais, passando per Reims, Besançon e Losanna si arriva alle Alpi che vengono passate al colle del Gran San Bernardo.

Dalla Valle d'Aosta si scende a Vercelli, Pavia e si attraversano gli Appennini tra le province di Piacenza e Parma. Da Pontremoli si prosegue per Lucca, Porcari, Altopascio, San Gimignano, Colle di Val d'Elsa, Poggibonsi, Siena, Viterbo per terminare a Roma.

Sigerico impiegò 79 giorni a percorrere, perlopiù a piedi, tutti i 1.600 chilometri del tragitto. La percorrenza media di viaggio fu quindi di 20 km circa al giorno.

Calendasco (PC) fa parte del percorso della Via Francigena o Romea, in quanto l'Arcivescovo di Canterbury Sigerico attraversò qui il Po nell'anno 990 d.C. durante il suo viaggio a Roma per ricevere l'investitura dal Papa. Ma ancor più notevole è che qui vi era l'antico porto romano di Piacenza. Al porto di Calendasco le imbarcazioni dovevano pagare una gabella per l'attracco o per il solo transito in direzione di Venezia o Pavia: la località è Sopra rivo (Super rivum) oggi attrezzata di un piccolo porto a servizio di pellegrini e turisti.

Liutprando mantenne i privilegi al porto di questo luogo con un documento del 715 e Carlo Magno li ribadì per tre importanti motivi quali l'importanza della strada romana consolare Placentia-Ticinum, il porto fluviale con la riscossione della gabella e la presenza del castello e del recetto con funzione di avamposti prossimi alla città.

Sigerico giunge da Piacenza seguendo la strata romea, presso il porto del Po di Calendasco, ove era l'antico passaggio della Via Francigena, sulla strada romana Placentia - Ticinum (Piacenza-Pavia) attraversa il fiume, così come tanti altri pellegrini, mercanti e viaggiatori medievali. A Calendasco i pellegrini avevano ristoro presso l'antico hospitale francescano.

Questo Comune alle porte di Piacenza fa parte della "Associazione Europea delle Vie Francigene" e meritò una ampia citazione con riferimenti ai documenti storici circa il passaggio del Po, nel 'Dossier Scientifico' sulla Via Francigena voluto dal Consiglio d'Europa in vista del Giubileo del 2000. Oggi il comune di Calendasco è in grado di offrire a pellegrini e turisti, il servizio di due attracchi fluviali.

- dalla Francia, le vie erano diverse; a partire dal sud si potevano percorrere: la via Tolosana, la più meridionale, da Arles attraverso Tolosa; questo cammino era utilizzato anche dai pellegrini tedeschi provenienti dalla Oberstrasse, e passava i Pirenei sul Passo del Somport (Huesca); la via Podense, da Lione e Le Puy-en-Velay, che passava i Pirenei a Roncisvalle; la via Lemovicense, da Vézelay, per Roncisvalle; la via Turonense, da Tours e Roncisvalle, che raccoglieva i pellegrini che arrivavano dall'Inghilterra, dai Paesi Bassi e dalla Germania del nord lungo la Niederstrasse

I due passi più frequentati sui Pirenei erano dunque Roncisvalle e Somport. La via che va da Roncisvalle a Estella è ancora detta, in spagnolo, Camino francés, mentre quella che passa i Pirenei a Somport si chiama Camino aragonés.

Il Camino Aragonés, o Cammino Aragonese, è una delle ramificazioni del Cammino di Santiago di Compostela. Si ricongiunge con il più noto e frequentato Camino Francés nei pressi di Puente la Reina, più precisamente a Obanos, nella provincia Navarra, dopo aver attraversato la comunità autonoma di Aragona. 

Il Cammino Aragonese non è altro che la parte spagnola della Via Tolosana, che congiungeva Arles con Santiago di Compostela. Essendo la più meridionale delle vie di pellegrinaggio era anche quella percorsa normalmente dai pellegrini provenienti dall'Italia. Il percorso comincia al passo del Somport, l'antico summus portus, attualmente punto di confine tra la Francia e la Spagna. Solo a partire da questa località si comincia a trovare la segnaletica tipica del Camino de Santiago, ma in realtà l'antico percorso è segnato anche in Francia come GR 65. Dal passo del Somport Santiago dista circa 858 chilometri, il Cammino Aragonese è quindi circa 100 chilometri più lungo del Cammino Francese che parte da Roncisvalle. Lungo il Camino aragonés i principali paesi attraversati sono Jaca, Sangüesa, Enériz.  

Lungo il Camino francés si attraversa Pamplona, Logroño, Burgos e León. Il percorso più popolare tradizionalmente inizia da St Jean Pied de Port, nella parte dei Pirenei francesi, e si estende in un tragitto di 780 km ad ovest di Santiago de Compostela. La via è puntellata da numerose strutture di accoglienza, alberghi, hotel, ostelli, ristoranti e così via, oltre che da villaggi e città sviluppatesi nella storia lungo il cammino dei pellegrini, troviamo in particolare le note località di Pamplona, Burgos e Leon. Il percorso può iniziare da qualsiasi punto (non solo da St Jean Pied de Port), non ne esiste uno ufficiale, basta avere il 'Passaporto del Pellegrino'. 

Inoltre, non c'è pericolo di smarrirsi: lungo la via, nelle campagne e nei villaggi, il Camino è marcato da grandi frecce gialle e dai tipici segnali del guscio della conchiglia. Il Cammino francese è inoltre estremamente sicuro, così sicuro che molti iniziano il proprio da soli; saranno così tante le persone da incontrare che non soffrirete di certo la solitudine! Al percorso in Francia si accodano altri cammini, altrettanto noti sin dai tempi medievali: quelli che iniziano da Arles (la Via Tolosane), da Le Puy (la Via Podiensis), da Vezelay (la Via Lemovicensis), da Parigi (la Via Turonensis). Lungo questi percorsi troviamo alcune della città più famose della Francia, oltre a quelle accennate, anche Tolosa, Montpellier, Tours, Poitiers e Bordeaux, Roncisvalle. Tutte si ritrovano a St Jean Pied de Port, tranne la Via di Arles, che si riunisce con le altre direttamente in Spagna, a Puente la Reina.

Per qualunque cammino arrivassero i pellegrini comunque, il punto di raccolta era il Puente la Reina.

Le successive, necessarie tappe erano: Estella, Nájera, Burgos, Frómista, Sahagún, León, Rabanal del Camino, Villafranca del Bierzo, Triacastela, Palas de Rei e si era finalmente a Santiago. Dopodiché il pellegrino, se aveva ancora fiato, si spingeva (e si spinge tutt'oggi) a guardare l'oceano dall'estremo promontorio di Finisterre. Anzi, per la precisione la tappa conclusiva del Cammino era il santuario di Nosa Señora da Barca, a Muxía, sulla Costa della Morte. La chiesa sorge di fronte ad un celebre luogo di culto megalitico, centrato sulla Pedra d'Abalar ("la pietra oscillante") che i pellegrini fanno oscillare in cerca del suo punto di equilibrio.    

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