Nizza, città di villeggiatura invernale della Riviera
Francia

PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 2021
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Chiesa russa ortodossa di San Nicola

L'edificio uno dei "gioielli" dell'arte russa, e della fede ortodossa, in Occidente, a lungo punto di riferimento per le comunità di credenti all'estero, soprattutto quelle costituitesi con i transfughi dopo la Rivoluzione bolscevica del 1917, ed oggi scrigno di bellezze incomparabili, iconografiche e architettoniche, valorizzate ulteriormente dal restauro protrattosi per oltre due anni. 

Durante la seconda metà del XIX secolo, la famiglia imperiale russa visitò regolarmente la Costa Azzurra, e soprattutto Nizza: un po’ come avrebbe fatto, qualche decennio più tardi, la regina Vittoria d'Inghilterra.

Sulla scorta di questa presenza altolocata, seguita dalla nobiltà e via via da altre compagini sociali, una folta comunità russa di religione ortodossa si stabilì in città, portando con sé l’esigenza di un luogo di culto e di preghiera. Proprio per questo, un itinerario russo a Nizza non può che partire dalla Cattedrale ortodossa di San Nicola: la più grande chiesa ortodossa russa costruita al di fuori della Russia.

Il motivo per il quale proprio Nizza sia stata scelta per ospitare una tale perla è storia che risale alla prima metà dell'Ottocento, quando ancora essa era parte del Regno di Sardegna.

In onore dello zar Nicola I, morto nel 1855, la sua diletta sposa Alexandra Fedorovna, durante un lungo soggiorno a Nizza, si rese promotrice dell'iniziativa di acquistare un terreno in rue Longchamp, per farvi costruire una cappella. Questa, il cui progetto fu via via corretto e ampliato, venne consacrata ai santi Nicola e Alessandra il 12 gennaio del 1860. Fu la prima chiesa ortodossa russa in Europa occidentale. 

Anni dopo, però, con l’espansione della colonia russa di passaggio nel sud della Francia, dove il clima mite e la presenza del mare ben si addicevano alla cura di una delle malattie più diffuse dell'epoca - la tisi, la piccola chiesa di rue Longchamp non bastò più. Nel 1865 era morto a Nizza il principe Nicola, figlio dell'imperatore Alessandro ed erede al trono di Russia, e in suo ricordo la famiglia imperiale vi acquistò una villa con annessa una cappella. Quando si decise di edificare una chiesa più grande, il progetto iniziale ne previde la costruzione a partire proprio da quella cappella, che sarebbe entrata a far parte dell’altare del nuovo tempio.

Anche in questo caso, fu l'intervento di una donna, l'imperatrice madre Maria Fedorovna nel 1896 a dare il decisivo impulso alla fase progettuale; i lavori iniziarono nel 1903 per concludersi nel 1912, quando la nuova cattedrale di San Nicola venne inaugurata alla presenza, in rappresentanza dell'imperatore Nicola II, del duca Alessandro di Leichtenberg e della granduchessa Anastasia Michailovna. Essa venne quindi concessa dalla Cancelleria Imperiale al patriarcato di S. Pietroburgo con un contratto di affitto di 99 anni.

La rivoluzione di Ottobre segnò per la comunità ortodossa russa l'inizio di un periodo di grande difficoltà e di profonde spaccature. Nel 1926, dopo la morte del patriarca Tichon, l'allora Metropolita Evloghi decise di abbandonare al suo destino il patriarcato di Mosca e congiungersi con tutte le sue parrocchie in Francia e in Europa occidentale al patriarcato di Costantinopoli sotto il nome di Esarcato Russo Ortodosso, mentre altre comunità, fra cui quelle presenti negli Stati Uniti, costituirono la nuova Chiesa Russa all'Estero. 

Per gli ortodossi rimasti in patria, invece, furono anni terribili in seguito alle persecuzioni a cui furono sottoposti dai bolscevichi, solo in parte attutite dopo la nomina del nuovo patriarca Sergio I avvenuta in piena guerra nel 1943. Il patriarcato di Mosca era a quel tempo sostanzialmente un'espressione dello stato sovietico e lo scontro con le chiese scismatiche si mantenne sempre piuttosto aspro. Già negli anni '80, con l'ausilio del governo, esso cominciò a interessarsi alle chiese russe in Europa occidentale e in Palestina, dando il via alle prime scaramucce legali per la "riconquista" dell bottino perduto.

Ma finché a contendere alle comunità russe ortodosse in Occidente era il governo dei Soviet, responsabile per molti decenni di gravissimi crimini ai danni di religiosi e fedeli, non vi erano dubbi su chi dovesse essere considerato erede spirituale e materiale dei patrimonio ortodosso russo all'estero; da quando, invece, alla caduta dell'Unione Sovietica, è subentrata la nuova Federazione Russa, le cose si sono complicate. 

Per ottanta anni la diaspora russa in Francia si era presa carico del mantenimento dell'attività eccelsiastica in molte chiese; a Nizza, il compito è stato egregiamente svolto da un'associazione, l'ACOR (Association culturelle orthodosse russe), ancor oggi composta da alcune centinaia di membri di origine russa e legata canonicamente all'esarcato russo ortodosso e al patriarcato di Costantinopoli, sfruttando le entrate che la cattedrale non ha mai fatto mancare grazie al gran numero di visitatori paganti. 

Tuttavia, nel 2006, poco tempo prima della scadenza del contratto di locazione di 99 anni previsto dall'accordo fra Stato e Chiesa nel 1909, la Russia è tornata alla carica per il riconoscimento dei suoi diritti di proprietà. A dirimere legalmente la questione, almeno per il momento, ci ha pensato il 24 gennaio 2010 il Tribunale di Nizza. Il terreno e la chiesa soprastante devono essere considerati di proprietà dello Stato russo, e l’Associazione ritenuta occupante di diritto fino al 2007 in quanto affittuaria e quindi impossibilitata ad accedere all'usucapione nonostante gli 80 anni durante i quali si è presa cura della cattedrale.

Attualmente, dunque, sono lo Stato russo, per quanto concerne la custodia e la sicurezza della cattedrale, e il Patriarcato di Mosca, per gli uffici religiosi, a prendersene cura.

L’esterno si rifà alle chiese del XVI e XVII secolo della regione di Mosca e Jaroslav. Si fa apprezzare per la facciata in mattoni rosa e marmo chiaro, ma la parte dell’edificio che più colpisce è l’insieme delle sei cupole a bulbo che lo sormonta. La cupola centrale, più ampia, è circondata da quattro cupole più piccole: tutte e cinque sono coperte di tegole smaltate turchesi. La sesta cupola, ricoperta d’oro, è quella che ospita il campanile.

L’interno è ispirato allo stile delle chiese di Mosca e non è da meno: la sua decorazione, arricchita da preziosi affreschi e boiserie dorate, conta quasi 3000 icone.

La Cattedrale di San Nicola, costruita sotto il patrocinio dell'ultimo zar Nicola II e di sua madre l'imperatrice vedova Maria Feodorovna, è collocata nel parco dove si ergeva l'edificio nel quale lo Tsarevich Nicholas Alexandrovich, il figlio maggiore di Alessandro II, morì nel 1865: la cappella è eretta n corrispondenza del luogo in cui si trovava la stanza dove il principe ereditario esalò l’ultimo respiro.

La Cattedrale di San Nicola e il parco che la circonda sono di proprietà della Federazione Russa, riconosciuta ufficialmente come proprietaria nel 2012.

Accanto alla cattedrale si trova la cappella ortodossa dedicata allo tsarévitch Nicolas Alexandrovitch.

Basilica di Notre-Dame

Nella seconda metà del XIX secolo la Diocesi di Nizza, con il suo nuovo vescovo Mons. Jean-Pierre Sola, deve adeguarsi alla crescente espansione dello spazio urbano e rispondere ai bisogni della “colonia straniera” che chiede la costruzione di una chiesa nei nuovi quartieri della città.

Una popolazione ricca di villeggianti invernali si è stabilita nei sobborghi della riva destra del Paillon. Mons. Sola, nel 1862, chiede quindi che venga loro costruita una chiesa. In effetti, i soli edifici religiosi del quartiere erano all’epoca la chiesa ortodossa e quella anglicana. I cattolici per le loro funzioni religiose dovevano accontentarsi della chiesetta di Saint Etienne (distrutta nel 1926) di difficile accesso e frequentata dagli agricoltori di Nizza, oppure della cappella dell’Ospizio della Carità, anch’essa troppo piccola. L’iniziativa di Mons. Sola incontra il rifiuto del sindaco di Nizza, François Malaussena, che preferisce destinare il denaro pubblico alle infrastrutture per trasporti e comunicazioni (a lui va il merito di aver fatto arrivare la ferrovia a Nizza nel 1863 e della costruzione della stazione nel 1864).

Il vescovo deve allora cercare altre fonti di finanziamento. Si avvale dell’aiuto di Padre Alexandre Lavigne, molto stimato a Parigi, considerandolo il più adatto a rispondere alle aspirazioni dei villeggianti. Lo nomina dunque vicario generale per la colonia “straniera”. Questa nomina corrisponde anche alla volontà di Mons. Sola di far avvicinare i nizzardi alla cultura francese grazie alla mediazione del clero. Padre Lavigne apre nel 1862 una sottoscrizione per la raccolta dei fondi necessari alla costruzione della chiesa. La colonia “straniera”, entusiasta, partecipa alle vendite di beneficienza e alle  pubbliche raccolte di denaro. 

Da tutta la Francia arrivano donazioni e Padre Lavigne non esita a recarsi persino in Inghilterra per sollecitare la generosità delle ricche famiglie che vengono a trascorrere i loro inverni a Nizza. L’edificio doveva rispondere non soltanto ai gusti e alle esigenze dei generosi donatori, ma doveva anche integrarsi nel nuovo paesaggio urbano della città. I lavori iniziano nel 1864 sotto la direzione dell’architetto Charles Lenormand, che sarà in seguito ideatore del progetto della cattedrale di Monaco. Il terreno viene acquistato dal comune all’Ufficio di Beneficienza e all’Opera della Misericordia.

La chiesa è in stile neogotico e si ispira all’abbaziale San Sergio d’Angers, rispondendo così alla politica di francesizzazione e di modernizzazione della città. Viene dedicata a Nostra Signora dell’Assunzione, come l’antica cattedrale che si erigeva sulla collina del Castello. Pur essendo considerato smisurato, il progetto avanza rapidamente e già a partire dal 1865 i villeggianti possono ammirare l’elevazione della navata centrale e delle 8 cappelle laterali. 

Anche se non ultimata la chiesa viene inaugurata e benedetta il 3 maggio 1868 nel corso della messa celebrata da Mons. Sola. I lavori subiscono dei ritardi, dovuti soprattutto alla mancanza di fondi a causa della guerra del 1870 e della morte di Padre Lavigne nel 1874. Quest’ultimo lascia un debito colossale, che nessuno vuole saldare. 

Nel 1876 la città si assume i debiti di Padre Lavigne e acquista la proprietà del complesso immobiliare. Nel 1879 la chiesa viene infine dichiarata “finita” e troneggia superbamente sull’avenue de la Gare (oggi Jean Medecin) completata in ogni sua parte. 

Il Comune, proprietario del terreno e degli edifici trasforma il Presbiterio in una scuola pubblica. Il terremoto del 1887 spacca la costruzione alla destra del secondo collaterale, senza però danneggiare le tre navate né destabilizzare le strutture portanti.

La chiesa è consacrata il 12 marzo 1925 e viene elevata al rango di Basilica il 16 aprile 1978.

La facciata si ispira alla basilica di Notre Dame di Parigi, con tre portali, un rosone, delle aperture gemelle in un arco ogivale e un ambulacro con quattro guglie. Una statua della Vergine è posta sulla cima e un’altra in facciata davanti al rosone. Due torri di 31 metri s’innalzano nel cielo di Nizza: avrebbero dovuto essere completate con dei pinnacoli a base ottagonale, ma il progetto fu abbandonato a causa della fragilità del terreno.

Si nota l’assenza di sculture sulla facciata dovuta alla mancanza di fondi, problema ricorrente durante la costruzione dell’edificio. La statua di Notre Dame de la Libération, scolpita da Gallo nel 1944, è posta sul pilastro dell’architrave del portale centrale.

Il coro si ispira all’abbazia San Sergio d’Angers, le cui caratteristiche sono estese all’insieme della costruzione per rispettare l’unità di stile. Le tre navate sono della stessa altezza; vi sono dodici cappelle laterali e sette cappelle in absidiole. La differenza con l’opus franciginum sta nella mescolanza di strutture di stile gotico a lancetta con guarniture in stile gotico ornato. Questo insieme armonico costituisce una delle opere neogotiche più belle della regione. 

Le vetrate del coro, realizzate nel 1868, rappresentano l’incoronazione della Vergine, che è circondata da S. Giuseppe, S. Gioacchino, S. Paolo, S. Raffaele, S. Gabriele, i Patriarchi e gli Apostoli. I santi evangelizzatori della Francia dovevano trovarsi attorno alla navata, ma sono stati sostituiti da vetrate contemporanee. Le vetrate istoriate delle cappelle sono state  donate da privati alla fine del XIX secolo. Le statue sono di pura tradizione Saint Sulpicienne.

La cappella dell’abside, dedicata per lungo tempo al Sacro Cuore (raffigurato sulle vetrate) è ora dedicata alla Vergine, la cui statua data del 1960. Vi si trovano anche due tele del XIX secolo: quella di destra, che rappresenta la Sacra Famiglia, è una copia di Murillo: vi figurano la Vergine col Bambino Gesù, Anna e Giovanni Battista, sovrastati dal Padre e dallo Spirito Santo. L’originale era stato acquistato da Luigi XVI e si trovava nel XIX secolo negli appartamenti dell’imperatrice Eugenia alle Tuilleries. I rivestimenti in legno, rifatti nel 1956, sono opera di Clément Goyeneche. Le parti in ferro di Luigi Viale sono della stessa epoca. Il campanone di 1.020 kg., opera di Dubuisson-Gallois, è stato installato nella torre sud nel 1868.

Nostra Signora dell’Assunzione si impone dunque nel nuovo paesaggio nizzardo per le sue dimensioni e per il suo profilo gotico, rispondendo alle esigenze espresse dalla colonia di villeggianti che soggiorna regolarmente a Nizza.

Ancora oggi la Basilica è un importante punto di riunione per la comunità cattolica del quartiere, nonché luogo di cultura, dove nel corso dell’anno si organizzano recital e concerti, costituendo per la città di Nizza un punto di incontro importante nell’ambito musicale.

Tre maestri vetrai si sono succeduti nella realizzazione delle vetrate della Basilica. Il primo è Champigneule, che visse nella seconda metà del XIX secolo. Egli è l’autore delle vetrate delle cappelle laterali, in entrambi i lati, e delle prime absidiole. Sono state realizzate nello stile contemporaneo del suo autore e rappresentano scene bibliche come quelle della vita di Gesù. La parte inferiore di queste vetrate è  ormai visibile,  grazie a lavori  eseguiti all’esterno.

Il secondo Maestro vetraio, Marechal, ha realizzato le vetrate delle cinque absidiole del coro, che sono le più importanti della Basilica. Sono tipiche dello stile del XIII secolo, notevoli per i loro colori vividi. Sebbene non vi sia apposta alcuna firma, gli viene attribuito anche il rosone, perché vi si ritrovano gli stessi particolari colori delle vetrate del coro. Infatti, non sembra che un altro Maestro vetraio sia intervenuto nella stessa epoca nella Basilica. Questo rosone contiene al centro l’alfa e l’omega, circondati da medaglioni che raffigurano i dodici Apostoli. Attualmente il rosone è nascosto dal grande organo che è stato posto nella chiesa per accompagnare le funzioni religiose. Non si può tuttavia non notare come la luce riflessa attraverso questa vetrata, posta al centro della facciata sull’avenue Notre Dame, illumini direttamente la navata, irradiandola con i suoi colori e conferendole un’atmosfera fiammeggiante.

Questi due maestri vetrai hanno anche lavorato in un laboratorio a Metz.  Champigneule ha ancora dei discendenti che lavorano attualmente a Parigi.

L’ultima serie di vetrate poste in alto, da ambedue i lati, per tutta la lunghezza della navata, è opera dei fratelli Benoit. Eseguite in uno stile contemporaneo, sono state installate nel 1956 per sostituire dei semplici vetri.

L’attuale restauro delle vetrate è stato affidato ai maestri vetrai Florence Laugier e Jean Pierre Bellion. Il laboratorio di restauro di Florence Laugier, fondato nel 1862 dal maestro vetraio Joseph Fassi, si trovava in origine nella villa Vittoria a Magnan. Oggi è situato in via Boissy d’Anglas. Dagli inizi della sua costituzione il laboratorio non ha sostanzialmente cambiato le sue tecniche di intervento, che associate a un’eccezionale competenza, garantiscono un eccellente risultato nel restauro.

Il restauro dell’edificio ha conferito un nuovo dinamismo al quartiere, la Basilica ha ritrovato il suo posto nel cuore della città, costituendo un gioiello patrimoniale e turistico di cui i nizzardi possono essere orgogliosi.

Il 29 ottobre 2020 la basilica è stata oggetto di un attentato di matrice terrorista islamista durante il quale sono state uccise tre persone.

Chiesa di San Rocco

È una chiesa di culto cattolico ricostruita nel XIX secolo e classificata come monumento storico nel 1984.

Dopo l'epidemia di peste del 1631 gli abitanti di Nizza vollero costruire una cappella dedicata a San Rocco. La prima cappella fu completata nel 1661 dal maestro muratore Giuseppe Pisano. La sua costruzione fu finanziata da tutti gli abitanti e proprietari del quartiere nel quale venne realizzata, in particolare Giuseppe-Costante Acchiardi, luogotenente generale di artiglieria.

Palazzo Lascaris

Palazzo Lascaris è un edificio situato in rue Droite nel centro storico della città. Dichiarato monumento storico il 15 febbraio 1946, ospita al suo interno un museo che conserva la seconda collezione di strumenti musicali antichi più grande di Francia.

Con i suoi saloni affrescati, lo scalone e i suoi stucchi, rappresenta il massimo esempio di barocco genovese presente a Nizza.  

PalazzoLascaris.jpg (790870 byte)PalazzoLascaris3.jpg (840153 byte)PalazzoLascaris4.jpg (626027 byte)Il palazzo fu costruito a partire dal 1648 per volontà di Giovanni Battista Lascaris, maresciallo di campo di Carlo Emanuele II di Savoia. L'edificio restò in mano della famiglia Lascaris di Ventimiglia sino all'occupazione francese di Nizza del 1792. Requisito dalle autorità rivoluzionarie transalpine, fu poi venduto nel 1802.

Nel 1942 Palazzo Lascaris fu acquistato dal comune di Nizza. I lavori di restauro e recupero, iniziati nel 1963 terminarono nel 1970, anno in cui l'edificio fu riaperto al pubblico come museo municipale. 

Nel 2001 vi furono trasferiti gli strumenti musicali della collezione Gautier fino ad allora ospitati nel museo Masséna. La nuova esposizione aprì al pubblico dieci anni più tardi. Nel 2013 l'Institut de France ha donato al museo di Palazzo Lascaris la collezione di strumenti musicali raccolta da Gisèle Tissier-Grandpierre.

La facciata principale è scandita da finestre e balconi con balaustre di marmo bianco.

All'interno, un imponente corridoio con volta a crociera, decorato con motivi dai colori vigorosi, contribuisce a un bell'effetto visivo. Uno scalone monumentale chiuso da arcate e decorato con statue del XVII e XVIII secolo conduce alle sale del primo piano utilizzate per mostre temporanee.

Il secondo piano, il cosiddetto piano nobile, con i suoi appartamenti cerimoniali conserva le decorazioni originali del soffitto, dipinte con affreschi nella metà del XVII secolo. Le statue e la decorazione Rococò dei saloni furono aggiunte nel XVIII secolo.

Chiesa dell'Immacolata Concezione

La chiesa dell'Immacolata Concezione, nota anche come chiesa di Nostra Signora del Porto (Église Notre-Dame-du-Port de Nice), è una storica chiesa della città.

La chiesa venne eretta fra il 1840 e il 1853 secondo il progetto dell'architetto nizzardo Giuseppe Vernier, progettista dell'intero insieme della piazza Île-de-Beauté. Dopo la posa della prima pietra, avvenuta nel 1840, i lavori di costruzione dovettero essere ricominciati da capo quando nel 1845 l'edificio, quasi ultimato, rovinò a terra.

L'aggiunta della facciata colonnata, progettata dall'architetto Jules Fèbvre, risale al 1896. La chiesa è iscritta ai monumenti storici dal 1991 in quanto parte dell'insieme architettonico ottocentesco della piazza Île-de-Beauté.

L'edificio presenta uno stile neoclassico. Sul frontone trova posto l'iscrizione latina "MARIA SINE LABE CONCEPTA O.P.N", traducibile in italiano come "Maria Immacolata, prega per noi".

Chiesa di San Giacomo Maggiore

La chiesa di San Giacomo Maggiore (Église Saint-Jacques-le-Majeur de Nice), conosciuta anche come chiesa del Gesù, è un edificio di culto cattolico situato nel centro storico della città. È stata classificata monumento storico il 25 ottobre 1971.

Nel 1603 Filippo Ceva, un mercante nizzardo residente a Roma, dietro consiglio di San Filippo Neri, mise a disposizione della sa città natale un'importante somma di denaro per costruire un collegio gesuita. Due anni dopo giunsero a Nizza i gesuiti installandosi provvisoriamente in una casa e nel 1606 aprirono il loro collegio. Il 12 febbraio 1697 fu posta la prima pietra del nuovo edificio che avrebbe ospitato il collegio gesuita di Nizza. Nel 1612 fu posta poi la prima pietra della chiesa del collegio. Il tempio, dedicato al Gesù, era soprannominato dai nizzardi la Chiesetta.

Nel 1642 iniziarono i lavori d'ingrandimento della chiesa. Otto anni più tardi l'edificio, il cui disegno è stato attribuito all'architetto nizzardo Giovanni Andrea Guibert, fu riaperto al culto. Dopo la soppressione dell'ordine da parte di papa Clemente XIV nel 1773 i gesuiti furono espulsi da Nizza. L'edificio venne quindi adibito dalle autorità sabaude a scuola. Nel 1802, in seguito al concordato siglato l'anno precedente, la chiesa del Gesù fu elevata al rango di parrocchiale e dedicata a San Giacomo Maggiore.

Nel 1825 fu realizzata l'attuale facciata neobarocca su progetto dell'ingegnere nizzardo Icart.

L'edificio è di spiccato gusto barocco e si richiama alla chiesa del Gesù di Roma e la chiesa dei Santi Martiri di Torino.

L'interno presenta una navata unica sormontata da una volta a botte. Alla semplicità della struttura interna fa da contrasto l'opulenza delle decorazione della navata, un insieme di stucchi di epoca tardomanierista che richiamano quelli della basilica della Santissima Annunziata del Vastato di Genova.

Chiesa di San Francesco di Paola

Saint-François-de-Paule è una delle chiese nizzarde la cui architettura e decorazione somigliano maggiormente alle chiese del Piemonte.

La sua costruzione è legata allo sviluppo della città nuova all’estremità occidentale della vecchia Nizza in un’antica zona paludosa chiamata Préaux-Oies, un intervento urbanistico reso possibile dalla distruzione delle antiche fortificazioni della città. 

La chiesa e il convento attiguo sono stati costruiti nel 1722-1723 dai Minimi, un ordine di eremiti mendicanti creato da François de Paule nel 1436 e presenti a Nizza dal 1633. 

La chiesa di Saint-Françoisde-Paule fu ingrandita e ristrutturata nel 1736-1741, poi raggiunse l’aspetto che ha attualmente durante i lavori del 1762- 1767. 

La sua facciata, installata nel 1773, reca il motto dei Minimi, Charitas (l’amore per il prossimo) su un medaglione a raggiera. La via che prese il nome del santo patrono dell’edificio fu la strada più elegante di Nizza nel XVIII secolo. I Minimi scomparvero con la Rivoluzione. 

La chiesa fu eletta parrocchia nel 1838, unita a quella di Sainte-Réparatenel 1934 e affidata ai Domenicani. 

I caratteri neoclassici monumentali della facciata appena bombata da alcuni elementi barocchi, come quello dell’oculo che piega la cornice, si ritrovano all’interno della chiesa. La sua pianta rigorosa a navata singola è addolcita dall’uso di curve leggere, archi doppi modanati sulle volte, emiciclo a ferro di cavallo del coro. 

Altrettante scelte architettoniche che rendono Saint-François-de-Paul simile alla chiesa della Madonna del Carmelo di Torino del celebre architetto Filippo Juvara. Il rivestimento grigio che ricopre tutti i muri della volta, che era anche il colore della facciata prima del restauro nel 2004, rende la chiesa nizzarda ancora più simile agli edifici torinesi.

Chiesa dei Santi Martino e Agostino

Monumento storico dal 1946 Gli eremiti di Sant’Agostino, instauratasi a Nizza alla fine del XIII secolo, nel 1406 ottengono l’autorizzazione di instaurarsi nella parrocchiale Saint-Martin situata vicino ai bastioni nord della città e servirla. Vi aggiungono un convento poi riedificano la chiesa nel 1424. Fu interamente ricostruita in stile barocco dal 1683 al 1689 e il convento rinnovato nel 1716- 1719. 

Nel 1793, il complesso conventuale fu venduto come bene nazionale, trasformato in caserma nel 1821-1822; è ancora di proprietà del Ministero della difesa. 

La chiesa fu sottoposta a importanti modifiche nel XIX secolo. La facciata sulla strada fu aperta per ospitare la porta d’entrata nel 1854 (fino ad allora l’accesso era laterale, dal convento) e fu interamente ridecorata in stile barocco 1895.

Contemporaneamente, il coro fu ampliato nel senso della profondità e la volta fu decorata con affreschi. Infine, il terremoto del 1887 rese pericolante uno dei due campanili del XVIII secolo e fu necessario abbatterlo. Saint-Martin-Saint-Augustin è una delle chiese nizzarde più originali. 

La sua pianta ellissoidale scandita dalle tre grandi campate conferisce a questa grande navata un potente effetto di movimento rafforzato dall’illuminazione laterale proveniente dalle sei cappelle laterali e dal coro. È la prima chiesa della contea di Nizza a rompere con la pianta rettangolare tradizionale, contemporanea in ciò alla scelta dell’ellisse per molti edifici religiosi liguri come il santuario della Madonnetta a Genova edificato ugualmente dagli Agostiniani. Il suo decoro è ricco di altari, colonne e barriere in marmi policromi, statue in legno dorate, decori stuccati e retaboli tra cui una Pietà nel coro attribuita a Louis Bréa. 

Tra i numerosi visitatori citiamo Martin Luther, all’epoca monaco agostiniano, che vi celebrò messa il 20 giugno 1510 e Giuseppe Garibaldi che vi fu battezzato il 19 luglio 1807.

Abbazia di San Ponzio

L'abbazia di San Ponzio (Abbaye Saint-Pons) è un edificio di culto cattolico situato nella periferia della città francese. È stata classificata monumento storico il 25 ottobre 1913. Insieme all'abbazia di Lerino è uno dei più antichi complessi monastici della Costa Azzurra.

La tradizione locale vuole che l'abbazia sia stata fondata dal vescovo Siagrio, un'altra leggenda vuole che sia sorto sul luogo del martirio di San Ponzio. Pur restando le sue origini avvolte nel mistero è certo che sorse come monastero benedettino nella seconda metà dell'VIII secolo. Con l'arrivo dei saraceni sulle coste provenzali nel IX secolo iniziò per la regione un periodo di forte instabilità. Nel 890 Nizza fu assediata dai musulmani e l'abbazia di San Ponzio fu saccheggiata. Dopo l'espulsione dei saraceni dalla Provenza alla fine del X secolo il monastero poté finalmente fiorire diventando un importante centro politico, economico e culturale. I monaci di San Ponzio furono tra i principali fondatori di chiese e monasteri nel territorio nizzardo. 

AbbaziaSanPorzio2.jpg (233453 byte)AbbaziaSanPorzio3.jpg (234275 byte)Nell'XI secolo, con la comparsa di nuovi ordini monastici, il calo delle rendite e la progressiva indipendenza di molte pievi, l'abbazia entrò in una fase di declino. L'8 febbraio 1366, con una bolla papale di Urbano V, il monastero venne posto sotto l'autorità di quello di San Vittore di Marsiglia. Il 28 settembre 1388 sulla piazza antistante l'abbazia fu firmata la dedizione degli abitanti di Nizza ad Amadeo VII di Savoia. 

Nel 1543 il monastero fu saccheggiato dagli ottomani durante l'assedio di Nizza.

Nel 1724 la chiesa fu completamente rifatta in stile barocco. Nel 1792 l'abbazia venne secolarizzata da Vittorio Amedeo III di Savoia al finire di garantire i numerosi prestiti contratti per la realizzazione di varie opere pubbliche. Dopo l'occupazione francese della città il complesso venne convertito in ospedale militare. Fu restituito alla diocesi nizzarda in seguito al concordato del 1801. In seguito ad un concordato siglato nel 1828 tra Carlo Felice di Savoia e papa leone XII l'abbazia di San Ponzio passò nelle mani dello Stato sardo pur conservando la sua destinazione di luogo di culto. Nel 1835, dopo un lungo restauro, s'insediarono nel complesso gli Oblati di Maria Vergine.

Dopo l'annessione di Nizza alla Francia nel 1860 l'abbazia passò nelle mani dello Stato francese. Nel 1908 il complesso, ormai degradato, fu acquistato dal comune nizzardo che lo convertì in un ospedale. La chiesa fu invece elevata al rango di parrocchia il 20 agosto 1914.

Palazzo della Prefettura

All’inizio palazzo ducale, poi residenza dei monarchi degli Stati di Savoia, sovrani di Nizza dal 1388, era in questo palazzo che aveva la sede il governatore della Contea di Nizza. Venne trasformato in Prefettura una prima volta durante il Primo Impero sotto il regno di Napoleone I. Successivamente, dopo l’unione di Nizza alla Francia il 14 giugno 1860, diventò ufficialmente la sede della Prefettura del nuovo dipartimento delle Alpi Marittime. Lo stesso anno accolse l’Imperatore Napoleone III con la moglie Eugénie. Da questo momento i grandi monarchi di tutta Europa vi saranno accolti durante i loro soggiorni invernali sulla Riviera. Tra il 1867 e il 1907, il palazzo prende il suo aspetto definitivo. 

Nel 1960, in occasione del centenario dell’unione di Nizza alla Francia, il Generale De Gaulle fu qui ospitato per presiedere ad una cena di gala. 

Nel febbraio del 2001 i ministri degli Affari Esteri dell’Unione Europea firmarono qui il Trattato di Nizza. 

La scalinata d’onore: ricostruita tra il 1821 e il 1825, è stata rinnovata nel 1999-2000. Il restauro ha permesso di restituire sia l’arredamento originale di stucco ferrato e incerato, che gli affreschi torinesi al secondo piano. 

L’anticamera: l’artista Jean-Charles Blais nel 1998 creò in questo spazio un’opera d’arte intitolata: “Tre parole, tre colori”. Delle cornici circondano tele tricolori che si riflettono in diversi specchi nei quali si possono leggere le parole Liberté, Egalité, Fraternité, incise alla rovescia nello specchio opposto. 

La sala delle feste e la galleria degli specchi: delle colonne corinzie sostengono il soffitto decorato in stile neo barocco. I dipinti del soffitto che rappresentano la “caduta del Fetonte” sono circondati dagli stemmi delle città delle Alpi Marittime. Diciassette tele raffigurano il tema della danza attraverso le età e i continenti. Sul muro ovest la nicchia in stile barocco contiene delle sculture di Henri Lombard che rappresentano “Nizza che si dona alla Francia”. 

Il grande salone: risistemato nel 1905 secondo il gusto della Belle Epoque, ha un mobilio che risale ai secoli XVII-XIX. Tappeti e specchi completano l’arredamento. Un pendolo realizzato da Mazy-Perez troneggia sul camino. Sul muro dei quadri di Nicolas-Antoine Taunay (1775-1830) e Giuseppe Bisi (1787-1869) rappresentano la predicazione di San Giovanni Battista e la sede di Cuneo nel 1748. 

Il giardino invernale: delle tele paesaggistiche decorano la stanza in stile eclettico-barocco. 

Il salone della musica e la sala fumatori: sui muri due quadri paesaggistici di Paulin Bertrand e Cyrille Besset rappresentano “l’Estérel” e “Cagnes”. Inoltre vi sono esposti una collezione di porcellane di Sèvres e un pendolo Luigi XV. 

La piccola e la grande sala da pranzo: in stile rococo, è stata restaurata “alla veneziana” da Jansen tra il 1958 e il 1959. 

La galleria Jules Chéret: Jules Chéret (1836-1932) è un artista-pittore e litografo francese maestro nell’arte del manifesto. Le sue parole d’ordine sembrano essere state leggerezza e movimento. La galleria, terminata nel 1908, celebra le feste nizzarde della Belle Epoque in sei pannelli.  

Chiesa dell'Annunciazione

Monumento storico dal 1942 È più nota con il nome di una delle sue cappelle, Sainte-Rita, che è molto popolare tra i nizzardi perché Santa Rita de Cascia è la “Santa patrone delle cause perse e delle cause disperate“. Prima del X secolo i Benedettini avevano eretto in questo luogo un priorato dedicato a San Giacomo il maggiore. 

Nel 1558 gli succedettero i Carmelitani. Nel 1604, vi stabilirono la confraternita Notre-Damedu Mont-Carmel e decisero di ampliare la cappella e costruire un convento attiguo acquisendo le dimore vicine. Ma la città rifiutò di spostare la loggia municipale che era stata appena costruita nel 1584. Questa loggia esiste ancora. 

Dal 1677 al 1690, la chiesa fu completamente trasformata in stile barocco e venne elevato il campanile nel 1740-1741. Il campanile, che si eleva dagli immobili che un tempo costituivano il convento, è sormontato da un bulbo rococò coperto di scaglie verniciate e dominato dalle tre stelle dei Carmelitani. 

Devastato da un incendio nel 1834, l’edificio fu affidato agli Oblati della Vergine Maria che lo fecero riammodernate con nuovi affreschi sulle volte e una facciata più semplice. Venne quindi chiamata l’Annonciation e quella di Saint-Jacques fu data alla chiesa vicina del Gesù. 

La congregazione degli Oblati gestisce ancora la chiesa. Quanto a Santa Rita, il suo culto è stato introdotto solo nel 1934 da padre Andrea Bianco. 

La pianta della chiesa scinde molto nettamente la navata rettangolare e il cuore a emiciclo con un arco trionfale. 

Le campagne di restaurazione degli anni ‘80 hanno permesso di ritrovare la magnificenza del decoro barocco interno con le grandi finestre a loggione dell’abside, le sei cappelle laterali dall’opulente decorazione di stucchi, marmi, dorature, statue e retaboli.

Cappella della Santissima Trinità e della Santa Sindone

La cappella della Santissima Trinità e della Santa Sindone (Chapelle de la Très-Sainte-Trinité et du Saint-Suaire) è un edificio di culto cattolico situato in rue Gilly, nel centro storico di Nizza. È sede della confraternita dei penitenti rossi.  

Una prima cappella dedicata alla sacra Sindone fu costruita accanto al convento della Visitazione; tuttavia quando si procedette all'ingrandimento di quest'ultimo complesso il tempietto venne smantellato. Dopo aver occupato diversi edifici, si decise, nella seconda metà del XVII secolo, di installarlo nel sito degli edifici delle gabelle. 

Nel 1750, il presidente del Senato di Nizza chiese al re Carlo Emanuele III il permesso di ingrandire la cappella. Dopo aver visionato un primo progetto elaborato dall'ingegnere Devincenti, il sovrano chiese il parere dell'architetto Giuseppe Michaud il quale ne presentò un secondo il 4 gennaio 1763 che prevedeva una giunzione tra l'edificio del Senato e la Cappella della Sacra Sindone.

La facciata del tempio fu invece progettata dall'architetto Gio-Battista Borra insieme alla sala delle udienze accanto e alla loggia del Senato.

Dopo l'occupazione francese di Nizza nel settembre 1792, la cappella fu occupata dai militari e trasformata in caserma. A causa del cattivo stato di manutenzione la volta della cappella crollò. Nel 1824 la cappella in rovina fu restituita dalle autorità sabaude ai religiosi. Grazie ad una donazione del re Carlo Felice l'edificio poté essere restaurato ed ingrandito secondo il gusto neoclassico in voga all'epoca. Gli interni furono decorati da Paolo Emilio Barberi.

L'edificio, neoclassico, ha una pianta rettangolare. 

L'interno, a navata unica, è finemente decorato. Sull'altare La Santa Trinità di Barberi sulla parete settentrionale tela del 1660 del pittore nizzardo Giovanni Gaspare Baldoino che raffigura su due registri la Deposizione e l'Ostensione della Santa Sindone.

Opéra de Nice

Il Teatro dell'Opera è uno scenografico edificio eretto nel 1882 dall'architetto François Aune, il cui progetto venne avallato da Charles Garnier.

Nizza è celebre per aver avuto in passato l'Opera più prestigiosa di Francia dopo quella di Parigi. Fino alla seconda metà degli anni ottanta dell'Ottocento, quando la città è stata già ceduta alla Francia da quasi un trentennio, tutte le rappresentazioni sono date in lingua italiana, anche quelle, tradotte, di autori francesi. È necessaria una delibera del Consiglio municipale (agosto 1887) per rovesciare la situazione e imporre la lingua francese in ambito melodrammatico. Ciò nonostante il grand-opéra allo stile francese stenta a imporsi in città ed è necessario tutto il carisma del parigino Albert Wolff, direttore artistico dell'Opera di Nizza, per renderlo più popolare negli anni trenta, quando però il genere può considerarsi oramai storicizzato.  

Alla metà del XVIII secolo esisteva, nelle vicinanze della porta Saint-Éloi (Sant'Eligio), nei pressi dell'attuale Opéra, un teatro chiamato Teatro Maccarani, che venne ingrandito nel 1789 e occupato nel 1792 dalle truppe francesi che lo trasformarono in un club patriottico con il nome di Théâtre de la Montagne.

Nel 1826, per desiderio del re Carlo Felice di Savoia, il teatro venne acquistato dalla città che lo demolì e fece costruire un nuovo edificio neoclassico ispirato al Teatro San Carlo di Napoli.

Il teatro venne chiamato Teatro Reale e fu inaugurato nel 1827. Nel corso del Secondo Impero venne ridenominato Théâtre Impérial, quindi nel 1871 Théâtre Municipal.

Il 23 marzo 1881 il Théâtre Municipal venne distrutto da un incendio, sviluppatosi durante una rappresentazione di Lucia di Lammermoor, in cui morirono circa 200 persone.

La ricostruzione, iniziata nel 1882, venne affidata all'architetto François Aune il cui progetto venne avallato da Charles Garnier.

L'inaugurazione del nuovo Théâtre Municipal avvenne il 7 febbraio 1885 con l'Aida di Giuseppe Verdi.

Nel 1902 il Théâtre Municipal assunse l'attuale denominazione di Opéra de Nice.

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