Il
Tassili
n'Ajjer,
che
in
berbero
significa
"Altopiano
(Tassili)
dei
tuareg
Kel
Ajjer",
è
un
massiccio
montuoso
del
deserto
del
Sahara,
situato
nel
sud
est
dell'Algeria.
Esso
si
estende
per
circa
500
chilometri
ed
il
suo
punto
più
elevato
è
costituito
dal
monte
Afao,
alto
2.158
metri.
La
sede
amministrativa
è
nell'oasi
di
Djanet,
la
bianca
perla
del
Tassili.
Qui
un
interessante
museo
illustra
i
vari
periodi
dell’evoluzione
umana
e
geologica.
Attraverso
tre
sale
si
percorrono
idealmente
2.500.000
anni
di
storia,
attraverso
riproduzioni
fotografiche,
oggettistica,
reperti
neolitici
e
manifatturieri
come
asce,
punte
di
freccia
e
vasi
di
ceramica.
Nel
corso
di
milioni
di
anni
la
geomorfologia
del
Tassili
è
cambiata
molto
a
causa
dell’erosione
fluviale
oramai
scomparsa
e
da
quella
eolitica
che
regalano
un
paesaggio
molto
vario,
come
la
foresta
di
pietra
di
Sefar,
le
cupole
di
arenaria
di
Jabbaren,
i
canyon
impressionanti
di
Tin-Zoumaitak
e
di
Ihérir.
Per
contro
a
est
i
grandi
erg
sabbiosi
libici
di
Murzuk
e
Ubari,
a
sud
l'immenso
Ténéré
a
sud/est
l'erg
Admer
e
a
nord
l'insieme
di
Issaouane
n'Tifernine
con
dune
alte
più
di
400
metri
offrono
un
totale
contrasto.

La
vegetazione
è
alquanto
rara
e
a
causa
del
suo
isolamento
il
Tassili
ha
alcune
specie
endemiche,
come
i
millenari
cipressi
(cupressus
dupreziana).
Di
questi
straordinari
alberi
oggi
ne
restano
solo
230
esemplari
localizzati
tra
i
1600
ed
i
2000
metri
di
altezza,
nella
valle
di
Tamrit.
Le
attuali
condizioni
climatiche
(troppo
secche)
non
permettono
più
la
germinazione,
e
almeno
per
ora
non
possono
più
riprodursi.
Per
il
suo
immenso
valore
naturale
e
culturale,
il
Parco
del
Tassili
dal
1982
è
stato
dichiarato
patrimonio
mondiale
dell’umanità
(UNESCO),
e
nel
1986
è
stata
classificata
(dal
MAB)
come
prima
riserva
della
biosfera
sahariana
al
mondo.

Quello
che
comunque
rende
singolare
ed
unico
il
Tassili,
sono
le
testimonianze
impresse
sulla
roccia
attraverso
le
pitture
e
le
incisioni
della
straordinaria
evoluzione
dell’uomo.
Henri
Lhote
disse
che
esse
sono
"cento
volte
più
istruttive
di
tutti
i
giacimenti
di
vasellame,
ossa
e
silice,
che
sono
stati
trovati
nel
Sahara".
Un
percorso
iniziato
all’incirca
da
7.000
anni
documentato
da
enormi
graffiti
parietali
raffiguranti
il
bufalo
antico,
giraffe,
elefanti.
Si
succedono
via
via
diversi
periodi
intervallati
da
qualche
migliaio
di
anni,
caratterizzati
da
pitture
che
ricoprono
le
volte
delle
grotte
del
Tassili
e
del
vicino
Fezzan.
In
sequenza
troviamo:
il
periodo
pastorale
(verso
4.000
anni)
artisticamente
il
più
significativo;
il
periodo
cavallino
(verso
1.200
anni)
con
l’introduzione
del
cavallo
nel
Sahara
raffigurato
con
i
famosi
carri
al
galoppo;
il
periodo
camelino
che
conferma
l’avanzata
del
deserto
con
la
conseguente
variazione
climatica,
e
iniziano
i
segni
dell’impoverimento
artistico.

Grazie
alle
esplorazioni
di
Henri
Lhote
abbiamo
conosciuto
la
storia,
gli
usi
e
lo
stile
di
vita
delle
antiche
popolazioni
del
Sahara,
sappiamo
del
clima
totalmente
diverso
da
oggi
con
fiumi
impetuosi
e
la
vegetazione
lussureggiante,
sappiamo
delle
molte
specie
di
animali
(giraffe,
elefanti,
rinoceronti,
coccodrilli)
che
hanno
popolato
questo
lembo
di
Sahara,
sappiamo
di
un
paradiso
terrestre
oggi
scomparso,
ma
che
rimane
attuale
grazie
a
queste
forme
artistiche.
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