Falesie di Bandiagara - Terra dei Dogon
Mali
 
PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 1989
  

  

Bandiagara è una regione del Mali, situata a sud del fiume Niger, e abitata dal popolo Dogon; nella regione c'è anche una piccola cittadina omonima.

La zona di Bandiagara è celebre per la sua rilevanza etnologica, archeologica e orografica. Vi si trova una importante formazione rocciosa, la falesia di Bandiagara, una falesia di roccia sedimentaria che si eleva a circa 500 metri sul livello sabbioso sottostante. Si estende da sud verso nordest per circa 200 km, sino al massiccio Grandamia. Il massiccio termina con l'Hombori Tondo, il picco più alto del Mali (1.115 m).

Queste falesie proteggono strutture architettoniche di grande bellezza (case, granai, altari, santuari e toguna - luoghi di incontro), che per secoli sono stati l'anima della secolare cultura Dogon. 

L'altopiano di Bandiagara è uno degli elementi geologici e paesaggistici più impressionanti dell'Africa occidentale.

Ancora oggi i Dogon hanno una cultura varia e complessa e sono celebri per le loro opere d'arte: un itinerario a piedi è quindi la soluzione ideale per osservare da vicino le case in arenaria rosa e i granai scavati nelle pareti di roccia, e per imparare qualcosa sul giardinaggio in spazi minimi. I Dogon coltivano infatti dei minuscoli appezzamenti di terra lungo il ciglio delle pareti rocciose.

Nel mese di aprile si può assistere alla spettacolare Fête des Masques, che dura cinque giorni ed è la principale festa dei Dogon, con danze e birra di miglio a volontà. 

L'altra importante ricorrenza della società dogon è il giorno di mercato, che cade ogni cinque giorni: è un momento di grande animazione per il villaggio, che raggiunge il suo apice verso mezzogiorno e viene solitamente ravvivato da burle e pettegolezzi e dall'onnipresente birra di miglio.  

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L'area della falesia fu abitata prima dai Tellem e dai Toloy. Si ritiene che i Tellem fossero un popolo di Pigmei provenienti dall'Africa subsahariana, e che si siano stabiliti nella zona intorno all'XI secolo. 

In un primo periodo abitarono le grotte sui pendii della falesia; in seguito, iniziarono a costruire case e granai dalla caratteristica forma a cono tronco, ancora oggi visibili in diversi punti della scarpata.

Le popolazioni preesistenti furono soppiantate dai Dogon intorno al XIV secolo, che ancora oggi abitano i numerosi villaggi arroccati fra le rocce nella parte inferiore della scarpata. Si ritiene che i Dogon si siano insediati dapprima presso l'odierno villaggio di Kani Bonzon, per poi diffondersi sul pianoro, nella falesia e nelle circostanti pianure di Seno-Gondo. I Dogon vivono capanne di fango, e usano le grotte dei Tellem come luoghi di sepoltura.

Il paesaggio della regione di Dogon si può dividere in tre parti: un altopiano di pietra (plateau), liscio, bruciato dal sole; più in basso la savana, grande e sabbiosa, disseminata di baobab panciuti e acacie frondose; e il koko, un'impressionante parete quasi verticale che in alcuni punti raggiunge i 500 metri di altezza. La falesia (scogliera) è stata plasmata dagli agenti erosivi che l'hanno resa estremamente irregolare, solcata da calanchi, promontori, gole e passaggi rocciosi che collegano la pianura sottostante al plateau. Il microclima umido e ombreggiato sostiene una densa vegetazione, alimentata inoltre dall'acqua trattenuta nelle fessure della roccia che stagionalmente si raccoglie nelle cavità e negli anfratti degli strati orizzontali o lievemente inclinati. 

Straordinaria è la presenza dell'avifauna che annovera specie tipiche degli ambienti di scogliera, come il gheppio volpino, l'astore gabar, l'averla codalunga, la sassicola ventre-cannella e il piccione selvatico. 

Le pozze d'acqua sono il paradiso del guardiano dei coccodrilli e del martin pescatore testa grigia, mentre la savana e gli arbusteti accolgono l'otarda del Senegal e la pernice delle rocce. 

Circa 250 villaggi dogon si spartiscono questi ambienti; la concentrazione maggiore è localizzata lungo il koko, nei suoi anfratti o sopra i cumuli di roccia che l'erosione ha depositato alla base. 

I Dogon sono agricoltori e allevatori organizzati in villaggi autonomi, ma federati, retti da un capo tribù elettivo (hogon) che spesso svolge funzioni anche sacerdotali.

Si installarono ai piedi della scogliera circa 8 secoli fa, dopo essere stati cacciati dagli Arabi dai loro insediamenti originari. Prima del loro arrivo il luogo era abitato dai Tellem, il cui nome significa letteralmente, in lingua dogon, "li incontriamo qui": questo popolo era di bassa statura, viveva di caccia e di raccolta e conosceva da tempo l'uso dei metalli. Le abitazioni di argilla dei Tellem si possono ancora vedere incastonate tra le fenditure della scogliera e attualmente vengono utilizzate come luoghi di sepoltura dei morti. Per i Dogon, animisti, ogni opera umana è il riflesso di un mito e ogni elemento del villaggio ha un significato che rimanda a un ricchissimo mondo di credenze ancestrali. L'economia dogon si basa su una agricoltura elementare che sfrutta al massimo le possibilità offerte da terreni estremamente aridi, ma che l'ombra del dirupo riesce a mantenere a un livello accettabile di umidità.