Ocrida
si trova a
sud-ovest della
capitale Skopje,
a nord-est di Resen
e Bitola e ad est delle città
albanesi di Elbasan
e Tirana.
Il
lago di Ohrid, grazie alla temperatura delle sue acque (che in superficie non
superano mai i 26° C, mentre in profondità non scendono sotto i 5°C), alle
notevoli dimensioni e al suo isolamento, ha permesso che giungessero fino a noi
importanti testimonianze di alcune forme di vita arcaiche. La regione di Ohrid,
in Macedonia, custodisce inoltre ricchezze artistiche, tra cui molte chiese, che
testimoniano l’avvicendarsi dei popoli fin dalla preistoria.
Il lago
di Ohrid, situato a un’altitudine di 694 metri, presenta dimensioni davvero
imponenti: supera i 30 km di lunghezza e ha una larghezza che oscilla tra gli 11
e i 14 km. Con una profondità media di 145 m. e massima di ben 294, il bacino
presenta un’altissima capacità: oltre 50 chilometri cubici di acqua
trattenuta.
Il
lago è praticamente oligotrofico, ovvero povero di fosfati e nitrati: di
conseguenza, ha una bassa produttività biologica. Questo aspetto conferisce
alle sue acque una singolare trasparenza fino alla profondità di 21 m. e un
suggestivo colore blu marino. Il lago ospita inoltre un gran numero di specie
endemiche.
È
il lago con il maggior numero di specie endemiche
del mondo: 212 fra specie animali e vegetali; tra queste è nota la fauna ittica
caratterizzata da un elevatissimo tasso di endemismo,
che pertanto necessita di particolare tutela. Alcune specie di
pesci endemiche del lago sono la trota
del lago di Ocrida ed il carpione
del lago di Ocrida. Per questo suo interesse naturalistico il lago è
stato dichiarato patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO nel
1979.
Un clima
favorevole, una sicura riserva d’acqua e la ricchezza del mondo vegetale e
animale suscitarono l’interesse per Ohrid e per la sua regione da parte dell’uomo
preistorico. Reperti neolitici sono stati ritrovati in 17 località, mentre all’Età
del Bronzo risalgono 16 insediamenti, tra i quali citiamo Crveni Livadi e
Racica.
Il precoce
insediamento umano si incrementò rapidamente agli albori dell’era storica. La
regione, molto vicina alla Grecia, risentì positivamente dello sviluppo dei
suoi vicini, ellenizzandosi profondamente: 42 sono le località che testimoniano
lo splendore della cultura classica a Ohrid, che all’epoca aveva un nome
orientale, Lihnidos.
La rapida e
pacifica conquista dell’Illiria a opera dei Romani fu seguita da un’immediata latinizzazione,
come dimostra la costruzione della Via Egnazia. Tra le rovine risalenti a quel
periodo citiamo il Teatro Romano.
Dopo la caduta
di Roma, Lihnidos venne annessa all’Impero Romano d’Oriente. Con il
cristianesimo in piena espansione, nel IV sec. la città abbracciò la nuova
fede e fu scelta come sede episcopale. La regione venne arricchita con
17 basiliche paleocristiane (ad es. Imeret, la famosa basilica della
conchiglia, e Sant’Erasmo, con i suoi 650 mq di mosaici).
Nonostante
le vicissitudini storiche, Ohrid dimostrò tra il X e il XIV sec. un notevole
dinamismo. Nella città e nei suoi dintorni furono edficate 36 chiese –
ricordiamo San Pantaleone (IX-X sec.), San Michele (IX-X sec.), Santa Sofia (IX
sec.), Santa Vergine di Perivleptos (1295).

Situata
sulle sponde del
lago omonimo,
Ocrida è uno dei
più antichi
insediamenti
urbani in Europa. Reperti archeologici del Neolitico
(circa 6000 a.C.),
rinvenuti nei
pressi delle rive
del lago, mostrano
come il territorio
di Ocrida fu
abitato fin da
tempi remoti.
Secondo quanto
afferma Erodoto,
i primi abitanti
di cui si ha
conoscenza furono
popoli affini agli
Illiri.
L'odierna
città di Ocrida
deriva dall'antico
centro di
Lychnidos, antica
capitale della
Desaretia. Ciò è
confermato da
numerose fonti
bizantine, in cui
è scritto
"la città è
posta su un'alta
collina nei pressi
dell'ampio lago di
Lychnidos, dal
quale la città ha
ricavato il nome
Lychnis, mentre
era
precedentemente
conosciuta come
Dyassarites"
(dall'illirico
"oesserites",
gente che vive
sulle coste del
lago).
Scavi
archeologici
all'interno della
fortezza dello
tsar bulgaro o
slavo-macedone
Samuele, edificata
tra il X
e l'XI
secolo,
hanno portato alla
luce i resti di
una più antica
fortezza,
risalente al
periodo di Filippo II di Macedonia (IV
secolo a.C.).
Il lago di Ocrida
era posto lungo la
Via
Egnatia,
che collegava
l'antico porto sul
Mar
Adriatico
di Dyrrachion
(l'odierna Durazzo)
con Bisanzio.
La
città accrebbe la
propria importanza
in periodo
paleocristiano: i
vescovi di
Lychnidos
parteciparono a
numerosi concili
ecumenici. I Bulgari
conquistarono la
città nel 867.
Il nome di Ohrid
compare per la
prima volta nel 879. Tra il 990 e il 1015, Ocrida divenne la capitale e la
roccaforte dell'Impero Bulgaro dello tsar Samuele. Dal 990
al 1018
la città fu
inoltre la sede
dell'importante Patriarcato
di Ocrida. Dopo la
conquista
bizantina della
città nel 1018,
il Patriarcato
venne retrocesso
ad Arcidiocesi e posto sotto l'autorità del Patriarca ecumenico di Costantinopoli.
Le
posizioni
dell'alto clero
dopo il 1018
vennero occupate
quasi stabilmente
da Greci, anche
durante il periodo
di occupazione
ottomana, fino
all'abolizione
dell'Arcidiocesi
nel 1767.
All'inizio del XVI secolo l'Arcidiocesi di Ocrida raggiunse la sua massima
importanza,
includendo al
proprio interno le
eparchie di Sofia, Vidin,
Valacchia
e Moldavia,
parti del
precedente
Patriarcato di Peć (nel Kosovo), e anche i distretti ortodossi
in Italia
(Puglia,
Calabria
e Sicilia),
Venezia
e Dalmazia.

Come
città episcopale,
Ocrida divenne un
importante centro
culturale.
Pressoché tutte
le chiese che si
sono conservate
furono costruite
dai Bizantini e
dai Bulgari,
mentre le restanti
furono edificate
durante il breve
periodo di
dominazione serba durante il tardo Medioevo.
Il
centro culturale
di Ocrida è
ritenuto il luogo
da dove ha avuto
origine l'alfabeto cirillico, probabilmente ad opera di San Clemente di Ocrida, che riformò l'antico
alfabeto glagolitico creato dai Santi Cirillo e Metodio.
Boemondo I di Antiochia
e il suo esercito
normanno
conquistarono la
città nel 1083.
Nel XIII e nel XIV
secolo Ocrida fu
occupata da
diverse potenze,
il Despotato
d'Epiro, l'Impero
Bizantino, la
Bulgaria e la
Serbia.
Alla
fine del XIV
secolo cadde
definitivamente in
mano turca e
divenne territorio
ottomano fino al 1912.
Nel 1664
in città si
trovavano solo 142
abitazioni
cristiane. La
situazione
economica e
culturale
migliorò nel XVIII secolo quando Ohrid ritornò ad essere un importante centro
commerciale lungo
la Via Egnatia; la città verso la fine del 1700 contava circa 5000
abitanti.
Negli
anni conclusivi
del XVIII secolo e
nella prima parte
del XIX, la
regione di Ocrida,
come altre parti
dell'Europa
ottomana,
divenne un
focolaio di
malcontento:
signori feudali
semindipendenti
come Mahmud Pasha
Bushatlija e
Djeladin Beg
controllavano il
territorio e
sfidavano
apertamente il
governo centrale,
impossessandosi
delle tasse
riscosse e
usandole per
rafforzare le loro
forze armate
personali.
Verso
la fine del XIX
secolo, la
città era
costituita da 2409
abitazioni e
contava una
popolazione di
11900 abitanti,
dei quali il 45%
era di fede
musulmana, mentre
i restanti erano
per lo più
cristiani
ortodossi.
A
conclusione delle guerre balcaniche (1913)
Ocrida divenne
parte del Regno di Serbia e in seguito del Regno di Jugoslavia. Dopo la seconda guerra mondiale, la città venne
inclusa nella
neocostituita
Repubblica
Socialista di
Macedonia, una
delle sei
repubbliche
costituenti la Jugoslavia socialista e federale. Dal novembre
1991 è una città della Repubblica
indipendente di
Macedonia.

Il
primo vescovo
conosciuto fu
Zosimus (344
circa). Nel VI
secolo la
città venne
distrutta da un
terremoto, ma
venne ricostruita
dall'imperatore Giustiniano
(527-565), che era nato non lontano dalla
città stessa.
Secondo alcuni
storici, anche per
questo fattore il
nuovo insediamento
venne chiamato
Justiniana Prima,
la più importante
delle numerose
nuove città che
presero nome
dall'imperatore.
Louis Duchesne
sostiene però che
questo onore non
spetti ad Ohrid,
ma all'antica
Scupi, l'odierna capitale macedone Skopje, un'altra città di frontiera
dell'Illiria.
La
nuova città
Macedone divenne
il capoluogo della
prefettura, o
dipartimento,
dell'Illiria e per
motivi politici
divenne anche la
capitale
ecclesiastica
dell'Illiria e
delle regioni
meridionali del
bacino del Danubio
dell'Impero (Ungheria
meridionale, Bosnia,
Serbia,
Transilvania,
Moldavia,
Valacchia).
Giustiniano non fu
però capace di
ottenere
l'approvazione per
la creazione di
questo ente
ecclesiastico da
parte di Agapito
I o di papa
Silverio.
Questo atto
imperiale, oltre
ad essere
un'usurpazione
dell'autorità
civile su materie
di competenza
ecclesiastica, era
anche un danno nei
confronti di Salonicco,
città che
presentava
l'antico diritto
di rappresentare
la Sede
Apostolica
nelle regioni
illiriche. Ciò
nonostante la
nuova diocesi
rivendicò e
ottenne il
privilegio dell'autocefalia, o indipendenza ecclesiastica, e attraverso la sua
lunga e complessa
storia mantenne e
lottò per
mantenere questa
sua
caratteristica.
Papa
Vigilio, sotto la
pressione
dell'autorità di
Giustiniano,
riconobbe
l'esercizio dei
diritti
patriarcali al
metropolita di
Justiniana Prima
all'interno dei
confini del suo
territorio civile,
ma Gregorio Magno
si rapportò con
il metropolita
della città in
maniera non
diversa degli
altri vescovi
illiri soggetti
alla Santa Sede.
Le
invasioni degli Avari
e degli Slavi
nel VII
secolo
causarono in parte
la rovina di
questo antico
centro religioso,
che mantenne in
sospeso per due
secoli il suo
carattere di
indipendenza.
Tuttavia
dopo la
conversione dei
capi dell'Illiria
(864),
la città conobbe
un nuovo grande
periodo di
crescita, questa
volta con il nome
di Achrida. La
predicazione
cristiana fu
possibile
attraverso
l'arrivo di
missionari
bizantini, mentre
il primo
arcivescovo venne
mandato da Roma.

Fu
inoltre in questo
luogo che i
Bulgari si dettero
e ricevettero i
primi canoni
relativi alla fede
e alla disciplina
cristiana, come ad
esempio i Responsa
ad Consulta
Bulgarorum di Nicola
I
(858-867), uno dei
documenti canonici
più importanti
del Medioevo. Il
re Boris cadde
comunque presto
sotto l'influenza
bizantina.
Nell'ottavo
consiglio generale
tenutosi a Costantinopoli (869),
la Bulgaria venne
incorporata nel
Patriarcato
bizantino di
Costantinopoli e
nel 870 i missionari latini vennero
espulsi. Da questo
momento
metropoliti
bizantini ressero
Ocrida.
La
città divenne
inoltre la
capitale politica
dell'Impero
Bulgaro per due
secoli e
approfittò delle
conquiste militari
bulgare del X
secolo,
diventando sede metropolitana a capo di diverse diocesi bizantine nei nuovi
territori
conquistati dai
Bulgari in
Macedonia, Tessaglia
e Tracia.
Nella
prima parte dell'XI
secolo
l'Impero fu
soggetto
all'autorità
dell'imperatore
bizantino Basilio
I il Macedone
e questo favorì
legami più
stretti tra Ocrida
e Costantinopoli.
Nel 1053
il Metropolita Leo
di Ohrid firmò
con il patriarca
bizantino Michele I Cerulario l'ultima lettera a Giovanni di Trani contro la Chiesa latina (l'anno
successivo le
scomuniche
vicendevoli di papa
Leone IX e
di Michele
Cerulario
sanciranno
ufficialmente lo Scisma
d'oriente
e la separazione
fra la Chiesa
Ortodossa e quella
Cattolica Romana).
Theophylactus
di Ohrid (1078)
fu uno dei più
famosi esegeti
greci del
Medioevo; nella
sua corrispondenza
(Ep., 27) egli
sostenne
l'indipendenza
della Diocesi di
Ocrida. Secondo
Theophylactus il
Patriarca di
Constantinopoli
non aveva diritto
di ordinare in
Bulgaria,
territorio che
aveva vescovi
indipendenti. In
realtà Ocrida in
questo periodo
raramente fu in
rapporti e in
comunicazione con
Bisanzio e Roma.
Missionari
latini, in
particolare frati francescani, apparvero ad Ocrida nel XIV e nel XV secolo. I
vescovi latini di
Ocrida fedeli al papa nel XVII
secolo
erano, come ai
giorni nostri, vescovi
titolari,
cioè solo
nominalmente a
capo di una sede
che per la Chiesa
cattolica
era estinta.
L'autorità
del metropolita di
Ocrida cessò nel 1767
quando il
Patriarca
ortodosso di
Costantinopoli,
Arsenio, abolì il
Patriarcato di
Ohrid su ordine
del sultano
ottomano Musafa
III. Al
massimo della sua
importanza,
l'Arcidiocesi di
Ocrida esercitava
la sua autorità
su sei diocesi
metropolitane e
sei diocesi
episcopali.
Negli
ultimi anni, sia
la autoproclamata
Chiesa Ortodossa
Autocefala di
Macedonia sia
quella parte della
chiesa macedone
che è rimasta
fedele al
Patriarcato di
Serbia hanno
ripristinato
l'antica dignità
di Arcidiocesi
alla città di
Ocrida.

Nonostante
le vicissitudini
storiche, Ohrid
dimostrò, tra il X
e il XIV
secolo, un
notevole
dinamismo. È
nota una leggenda,
supportata anche
dalle narrazioni
di un viaggiatore
ottomano del XV
secolo,
Evlia Celebia, che
sostiene l'antica
presenza
all'interno dei
confini della
città di 365
cappelle, una per
ciascun giorno
dell'anno. La
città moderna
presenta un numero
significativamente
minore di edifici
religiosi.
Tuttavia, durante
il Medioevo,
Ocrida era nota
come la "Gerusalemme
slava".
Nella
città e nei suoi
dintorni furono
edificate 36
chiese, tra le
quali ricordiamo
quelle di San
Pantaleone (secoli
IX-X), di San
Michele (secoli
IX-X), la
cattedrale
consacrata a Santa
Sofia (IX
secolo) e
la chiesa della
Santa Vergine di
Perivleptos
(1295).
Gli
affreschi della chiesa di Santa Sofìa, in perfette condizioni di conservazione,
furono eseguiti attorno al 1045 da artisti anonimi e occupano una superficie di
più di 400 metri quadrati. Il loro stile pittorico viene ripreso e portato al
massimo splendore negli affreschi della chiesa della Santa Vergine di
Perivleptos.
Altre
chiese da citare
per i loro dipinti
sono quella di San
Giovanni
Bogoslov-Kaneo,
fondata nel XIII
secolo e
con una superficie
meravigliosamente
affrescata di più
di cento metri
quadrati, quella
di San Nicola
Bolnicki e quella
dei Santi Cosma e
Damiano, di
dimensioni
ridotte, che
custodisce un
ritratto di
Clemente d'Ohrid
recante
un'iscrizione che
lo identifica come
il protettore
della
città.
Oltre
alle pitture
murali, le chiese
conservavano icone
che venivano
esposte ai fedeli
sulla parete
divisoria posta di
fronte all'altare
maggiore
(iconostasi).
Molte di queste
tavole, risalenti
ai secoli tra l'XI
e il XVII,
si trovano
nella pinacoteca
della chiesa della
Santa Vergine di
Perivleptos.

Il
Lago di Ohrid,
situato a
un'altitudine di
694 metri,
presenta
dimensioni davvero
imponenti: supera
i 30 chilometri di
lunghezza e ha una
larghezza che
oscilla tra gli 11
e i 14. Con una
profondità media
di 145 metri e
massima di ben
294, garantisce
un'altissima
capacità: oltre
50 chilometri cubi
di acqua
trattenuta. Il
bacino è
praticamente
oligotrofìco,
cioè povero di
fosfati e di
nitrati, e, di
conseguenza, ha
una bassa
produttività
biologica. Questo
fatto conferisce
alle sue acque una
singolare
trasparenza fino
alla profondità
di 21 metri e un
suggestivo colore
blu marino.
L'isolamento
del lago, insieme
alle sue notevoli
dimensioni e alle
particolari
caratteristiche
dell'acqua, hanno
fatto sì che
alcune forme di
vita arcaiche del
Terziario
giungessero fino
ai nostri giorni.
L'Ohrid ospita
inoltre un gran
numero di specie
endemiche, tra cui
Salmo trutta
letnica, una trota
dalle carni rosate
che a causa delle
vicissitudini
politiche della
zona,
dell'inquinamento
e della pesca
indiscriminata
rischia di
scomparire.

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