Benché
nell'ultimo mezzo
secolo lo sviluppo
industriale del
continente europeo
abbia
profondamente
mutato anche le
abitudini delle
comunità montane,
in primavera non
è raro,
passeggiando lungo
i versanti dei
Pirenei,
incontrare pastori
che portano le
greggi verso i
pascoli in alta
quota. È questa
la transumanza,
una tecnica di
allevamento
iniziata con i
pastori seminomadi
del Neolitico, poi
diffusasi in tutta
l'Europa
meridionale e
tuttora praticata,
seppur
limitatamente alle
piccole comunità.
Gli
antichi europei si
adattarono al
rigido clima delle
valli pirenaiche
del Mont Perdu
(Monte Perdido, in
spagnolo) già in
epoca paleolitica,
come dimostrano
tracce di
insediamenti umani
risalenti a circa
40.000 anni fa,
convivendo con una
natura tanto
affascinante
quanto ostile e
plasmandone
incessantemente le
forme fino ai
giorni nostri.
L'area dichiarata Patrimonio
dell'Umanità è
caratterizzata da
villaggi, fattorie
e pascoli
sopravvissuti allo
sviluppo
turistico. Si
estende su 30.639
ettari, 20.134 dei
quali appartengono
al territorio
spagnolo. Questa
parte, che include
due dei canyon più
grandi d'Europa,
comprende i 15.608
ettari del Parco
Nazionale di
Ordesa-Monte
Perdido, i 3200
del Santuario
faunistico di
Vinamala e una
zona di protezione
periferica. Il
settore francese
include i 7451
ettari del Parco
Nazionale dei
Pirenei e altri
3045 ettari dove
si innalzano tre
grandi anfiteatri
rocciosi di
origine glaciale,
il più
spettacolare dei
quali è il Cirque
de Gavarnie.
Las Tres Sorores - Protagonista di leggende e con un ruolo significativo nella
mitologia
tradizionale che
lo vuole centro
del mondo che
unisce il Paradiso
con la Terra, il
massiccio sorse
nel corso del
processo che portò
alla formazione
dei Pirenei. Tutto
ebbe inizio nel
periodo
carbonifero
dell'era primaria,
quando, nel luogo
oggi occupato da
questa catena
montuosa,
movimenti
orogenetici
generarono uno
zoccolo, sul quale
durante l'era
secondaria si
accumularono
detriti che
diedero origine al
complesso sistema
di rocce calcaree.
Verso la metà dell'era terziaria,
fra i 60 e i 20
milioni di anni
fa, un intenso
movimento
orogenetico causò
il sollevamento
dell'attuale
catena dei
Pirenei. Il
fenomeno da un
lato comportò
l'emersione del
vecchio zoccolo
ercinico e
dall'altro piegò
le rocce calcaree.
Il rilievo attuale
è stato
successivamente
modellato dalle
glaciazioni del
quaternario e dal
carsismo, tanto
che tutta l'area
può essere
considerata un
museo geologico
all'aperto.
I
due
versanti nord,
francese, e sud,
spagnolo, sono
molto differenti.
Nel fianco
meridionale le
falde che partono
dal Monte Perdido
digradano con
relativa dolcezza,
creando una serie
di spettacolari
valli e gole, che
cadono entro i
confini del Parco
Nazionale di
Ordesa-Monte
Perdido.
Diversamente,
quello francese,
molto più
scosceso, è
caratterizzato da
anfiteatri
glaciali come
quelli di Gavarnie
e di Troumouse, e
da ghiacciai come
quelli di Tallon e
della Cascata.
Le
quattro valli di
Ordesa - Nell'area dichiarata Patrimonio Mondiale spicca - per estensione e per
ricchezza
naturalistica - il
Parco Nazionale di
Ordesa-Monte
Perdido, creato il
15 agosto del 1918
su 2100 ettari e
successivamente
ampliato nel 1982
fino agli attuali
15.608 ettari. Al
Parco appartiene
la parte anteriore
della bellissima
Valle di Pineta -
o del Cinca, dal
nome del fiume che
la percorre in
tutta la sua
lunghezza -
denominata la Via
Appia del Monte
Perdido. La chiude
lo spettacolare
anfiteatro
glaciale di
Pineta, formato da
enormi muraglie,
le Pareti di
Marboré, alte
oltre 1000 metri,
da cui precipitano
una serie di
maestose cascate
alimentate dai
ghiacciai delle
Tres Sorores.
Nella parte alta
del settore
nordorientale si
estende il lago
ghiacciato di
Marboré, situato
su un altopiano in
cui è localizzato
anche il
cosiddetto
Belvedere di
Pineta, dal quale
si può
contemplare tutta
la valle godendo
di un eccezionale
panorama.

Le
Gole di Escuain,
con il tempestoso
fiume che scorre
sul fondo fra alte
e scoscese pareti,
costituiscono uno
degli angoli
naturali più
spettacolari di
tutto il Parco.
Numerose cascate
gettano le loro
acque in queste
singolari gole,
alimentando il
fiume Yaga.
La
Valle di Anisclo
occupa la parte
alta della Valle
di Vio. Gli
imponenti
precipizi, i
numerosi dirupi, i
macigni
impressionanti, le
fitte masse
boschive
contribuiscono a
rendere questa
valle un'area
naturale di
straordinaria e
dirompente
bellezza. Dalla
Fuen Bianca, che
nasce nel ventre
pietroso delle
Tres Sorores
formando una
spettacolare
cascata, trae
origine il fiume
Bellos, che lungo
tutto il suo
percorso raccoglie
diversi corsi
d'acqua a regime
torrentizio. La più
visitata e
splendida delle
quattro valli è
tuttavia quella di
Ordesa, che, a
differenza delle
altre, è
disposta, anziché
perpendicolarmente,
parallelamente
all'asse della
cordigliera
pirenaica.
L'angusta valle,
lunga solo 15
chilometri, si
estende fra
l'anfiteatro di
Cotatuero e il
Picco di Diazas,
alto 2237 metri,
raggiungendo
un'ampiezza
massima di 3
chilometri.
Situata ad
un'altitudine che
oscilla fra i 1000
e i 2500 metri sul
livello del mare,
in sezione
presenta un
profilo a
"U",
caratteristico di
molte valli
pirenaiche,
generate dallo
scorrimento dei
ghiacciai, ed è
circondata da
quelle che nella
zona montuosa
dell'Alto Aragón
si denominano
"fasce":
si tratta di
cornici sporgenti
modellate
dall'erosione
eolica lungo le
alte muraglie
rocciose, nelle
quali si è
insediata una
vegetazione che
contrasta
visibilmente con
le brulle pareti
circostanti,
spazzate dai
venti.
Costretto
e racchiuso da
questi aspri
dirupi, scorre il
fiume Arazas,
disseminato lungo
il suo rapido
cammino verso il
mare da numerose
cascate, che dalle
Gradas de Soaso
fino a quella del
Molinieto
rappresentano,
ognuna con la sua
peculiare
bellezza, un inno
alla forza vitale
della natura.
Una flora e una fauna di
straordinaria
ricchezza - Sui
due versanti,
anche il clima è
molto differente.
Nell'area francese
prevale il clima
marino, umido,
mentre in quella
spagnola il clima
è secco,
mediterraneo.
Questa varietà
rende l'area del
Monte Perdido una
zona unica,
caratterizzata da
una flora
estremamente
abbondante e
diversificata.
Nella zona sono state censite più di
3500 piante
vascolari, delle
quali 200 specie
endemiche. Nei
boschi che
crescono fra gli
800 e i 2000 metri
d'altitudine sono
presenti
principalmente
quattro specie: il
pino silvestre o
albo, il più
abbondante, che si
estende
specialmente a
sud; il faggio ai
1200 metri
d'altitudine; il
pino nero, la
specie forestale
che più di tutte
s'inerpica lungo
le pareti rocciose
e compare a
partire dai 1700
metri; e l'abete,
che predilige le
zone più umide e
ombrose.
Di particolare importanza le baite
(tascas),
localizzate fra i
1800 e i 3300
metri
d'altitudine, che
per quattro o
cinque mesi
all'anno restano
sommerse dalla
neve. Queste sono
parte di un
ambiente
pastorizio
intelligentemente
sfruttato dalle
comunità locali,
sia francese sia
spagnola. Nelle
aree più umide si
trovano i
cosiddetti
cervunales,
costituiti da
specie acidofìle.
La fauna non è di particolare
rilievo. Le alture
sono dominate dai
camosci, i boschi
dal gallo cedrone
e i cieli dal
gipeto o avvoltoio
degli agnelli.

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