Te Henua 'Enata
Isole Marchesi - Polinesia Francese
Francia
 
PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 2024

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Si trovano nel Pacifico meridionale, ma sono un territorio d’oltremare della Francia e la particolarità è che sono una testimonianza eccezionale dell'occupazione territoriale dell'arcipelago da parte di una civiltà umana arrivata via mare intorno all'anno 1000 d.C. e sviluppatasi su queste isole isolate tra il X e il XIX secolo.

Una terra di racconti e leggende, chiamata Te Henua ‘Enana nella lingua marquesana, che significa “La Terra degli Uomini”.

Si stima che l'uomo raggiunse le isole dell'arcipelago delle Marchesi intorno al 100 a.C., proveniente dalle isole Tonga e Samoa: la prima colonizzazione fu quindi di ceppo polinesiano. I dialetti parlati sono le lingue marchesiane.

Gli spagnoli approdarono alle Marchesi molto più tardi. L'esploratore spagnolo Álvaro de Mendaña, pensando d'aver raggiunto le isole Salomone, sbarcò il 21 luglio 1595. A questo gruppo di isole diede il nome di Marchese di Cañete in onore del viceré del Perù García Hurtado de Mendoza, terzo marchese di Cañete, che l'aiutò a finanziare la sua impresa.

Le isole più settentrionali vennero ribattezzate isole Washington nel 1791 dal capitano Joseph Ingraham, e nel 1813 David Porter rivendicò Nuku Hiva a nome degli Stati Uniti, ma il Congresso statunitense non ratificò mai l'annessione. 

Passarono infine sotto la corona di Francia nel 1842 come Établissements français de l'Océanie, ed i francesi stabilirono un insediamento sull'isola di Nuku Hiva, abbandonata in seguito nel 1859. 

Il controllo venne ristabilito nel 1870, quando l'arcipelago venne incorporato nel territorio della futura Polinesia Francese.

L'arcipelago, dall'arrivo dell'uomo bianco, subì uno dei più devastanti tracolli demografici della storia del Pacifico. Le malattie portate dagli europei decimarono la popolazione stimata nel XVI secolo intorno alle 100.000 persone, portandola a metà Ottocento a meno di 20.000, per scendere ancora all'inizio del Novecento a poco più di 2.000. 

Soltanto nel corso dell'ultimo secolo si avvertì una lieve ripresa, tanto da fissarsi ad 8.700 abitanti agli inizi del XXI secolo. Nell'arcipelago abitarono Paul Gauguin, che vi morì, e Jacques Brel.

La massa delle Marchesi è di tipo vulcanico, originata dal punto caldo delle Isole Marchesi sottostante alla Placca pacifica. La placca, come le isole, è ritenuta avere meno di 5 milioni di anni, nonostante un'altra ipotesi plausibile sia che la placca (e non le isole) sia significativamente più antica e abbia come immagine speculare la cintura vulcanica andina, che subduce sotto il Perù.

Ad eccezione di Motu One, tutte le isole Marchesi sono isole alte. Motu One comprende due banchi di sabbia inondati su una barriera corallina. Al contrario della maggior parte delle isole della Polinesia Francese, le Marchesi non sono circondate da barriere coralline protettive. 

Ad eccezione di Motu One, ed in poche baie di altre aree protette, l'unico corallo delle Marchesi si trova in un luogo inusuale, ovvero in cima all'isola di Fatu Huku. La corrente equatoriale meridionale sferza le isole impietosamente, e ciò ha portato alla formazione di grotte marine lungo le coste. Ad eccezione di alcune valli, le isole sono note per i costoni montani, che terminano improvvisamente in scogliere sul mare. Si stima che le isole abbiano da 1,3 milioni di anni (Fatu Hiva) a 6 milioni di anni (Eiao).

Diffuse sono le sculture antropomorfe, naturalistiche, tra le quali spiccano il tiki, ossia una rappresentazione umana racchiusa in una geometria di curve. In questa zona una forma d'arte peculiare è il tatuaggio, denominato moko che arriva a decorare tutto il corpo, compresi l'interno della bocca e i genitali.

Molto importante anche la danza, soprattutto quella delle donne - dette vahinè.

È un punto caldo di biodiversità che combina ecosistemi marini e terrestri insostituibili ed eccezionalmente ben conservati. Caratterizzati da creste affilate, picchi impressionanti e scogliere che si innalzano bruscamente sopra l'oceano, i paesaggi dell'arcipelago sono ineguagliabili in queste latitudini tropicali.

L'arcipelago è un importante centro di endemismo, dimora di una flora rara e diversificata, una diversità di specie marine emblematiche e uno degli assemblaggi di uccelli marini più diversificati nel Pacifico meridionale.

Praticamente libere dallo sfruttamento umano, le acque delle Marchesi sono tra le ultime aree marine selvagge del mondo.

La proprietà comprende anche siti archeologici che vanno da monumentali strutture in pietra a secco a sculture e incisioni litiche.

MARCHESI SETTENTRIONALI 

Eiao

Hatutu

Motu Iti

Motu Oa

Motu One

Nuku Hiva

Ua Huka - Ua Huka è rinomata per il suo terreno arido e il magnifico paesaggio. Cavalli selvaggi galoppano nelle pianure aride e capre selvatiche scalano le pendici e le creste di questa isola mistica. Ua Huka è incontaminata e autentica, una terra in cui gli antenati fanno parte della vita quotidiana degli isolani.

Ua Pou - Ci sono quattro immense colonne di basalto in Ua Pou, due delle quali, Poutetaunui e Poumaka, si innalzano in alto nel cielo. Nel 1888 Robert Louis Stevenson le descrisse come due “frecce vulcaniche come i campanili di una chiesa”. Si dice che rappresentino antichi guerrieri che si ergono a guardia del principale villaggio dell’isola, Hakahau, nella baia sottostante.

MARCHESI MERIDIONALIi

Fatu Hiva - Fatu Hiva è la più isolata delle isole abitate dell’arcipelago. Accessibile solo dal mare, è una piccola ma bella isola con alte montagne e vallate verdi e lussureggianti. Nel 1937 Thor Heyerdahl e sua moglie cambiarono il loro stile di vita moderno per l’autenticità naturale di Fatu Hiva. È qui che sviluppò la sua errata teoria secondo cui i Polinesiani migrarono originariamente in queste isole dal Sud America. Gli abitanti vivono vicino al villaggio di Omoa, dove producono tradizionali tessuti di tapa dalla corteccia dell’albero di gelso. Uno dei luoghi più pittoreschi del Pacifico del Sud è la “Baia delle Vergini” a Hanavave, dove il sole al tramonto fa brillare le vette delle montagne come braci ardenti.

Fatu Huku

Hiva Oa - Hiva Oa è conosciuta come il “giardino delle Isole Marchesi” a causa del suo terreno molto fertile e della lussureggiante vegetazione. La campagna intensamente verde nasconde strade e case alla vista. Le montagne scoscese e le profonde valli ospitano una moltitudine di siti archeologici e vestigia di un’antica civiltà. Tra questi ci sono le statue tiki più grandi delle Isole di Tahiti. Le spiagge di Hiva Oa sono di sabbia nera vulcanica e si trovano all’ombra di scogliere rocciose. Atuona, il principale villaggio, si trova nella baia di Taaoa, ai piedi del monte Temetiu, che si innalza a 1.276 metri e del monte Fe’ani alto 1.016 metri. Il cimitero del villaggio è l’ultimo luogo di riposo dell’artista Paul Gauguin e del cantante Jacques Brel.

Moho Tani

Motu Nao

Tahuata - Accessibile solo dal mare, Tahuata è un’oasi di pace e tranquillità, piena di piacevoli sorprese per il visitatore. Un’isola montuosa con fertili valli e acque cristalline, dove gli abitanti locali guadagnano da vivere vendendo splendide sculture in osso o miro (legno di rosa). Producono anche il mono’i, il famoso olio tahitiano estratto dai cocchi essiccati e profumato con fiori come il tiare Tahiti o il frangipane.

Terihi

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