Si
trovano nel
Pacifico
meridionale, ma
sono un territorio
d’oltremare
della Francia e la
particolarità è
che sono una
testimonianza
eccezionale
dell'occupazione
territoriale
dell'arcipelago da
parte di una
civiltà umana
arrivata via mare
intorno all'anno
1000 d.C. e
sviluppatasi su
queste isole
isolate tra il X e
il XIX secolo.
Una
terra di racconti
e leggende,
chiamata Te Henua
‘Enana nella
lingua marquesana,
che significa
“La Terra degli
Uomini”.
Si
stima che l'uomo
raggiunse le isole
dell'arcipelago delle
Marchesi intorno
al 100 a.C.,
proveniente dalle
isole Tonga e
Samoa: la prima
colonizzazione fu
quindi di ceppo
polinesiano. I
dialetti parlati
sono le lingue
marchesiane.
Gli
spagnoli
approdarono alle
Marchesi molto più
tardi.
L'esploratore spagnolo Álvaro
de Mendaña,
pensando d'aver
raggiunto le isole
Salomone, sbarcò
il 21 luglio 1595.
A questo gruppo di
isole diede il
nome di Marchese
di Cañete in
onore del viceré
del Perù García
Hurtado de
Mendoza, terzo
marchese di Cañete,
che l'aiutò a
finanziare la sua
impresa.
Le
isole più
settentrionali
vennero
ribattezzate isole
Washington nel 1791 dal
capitano Joseph
Ingraham, e nel
1813 David
Porter rivendicò Nuku
Hiva a nome
degli Stati
Uniti, ma il
Congresso
statunitense non
ratificò mai
l'annessione.
Passarono
infine sotto la
corona di Francia
nel 1842 come Établissements
français de l'Océanie,
ed i francesi
stabilirono un
insediamento
sull'isola di Nuku
Hiva, abbandonata
in seguito nel 1859.
Il
controllo venne
ristabilito nel 1870,
quando
l'arcipelago venne
incorporato nel
territorio della
futura Polinesia
Francese.
L'arcipelago,
dall'arrivo
dell'uomo bianco,
subì uno dei più
devastanti
tracolli
demografici della
storia del
Pacifico. Le
malattie portate
dagli europei
decimarono la
popolazione
stimata nel XVI
secolo intorno
alle 100.000
persone,
portandola a metà
Ottocento a meno
di 20.000, per
scendere ancora
all'inizio del
Novecento a poco
più di
2.000.
Soltanto
nel corso
dell'ultimo secolo
si avvertì una
lieve ripresa,
tanto da fissarsi
ad 8.700 abitanti
agli inizi del XXI
secolo.
Nell'arcipelago
abitarono Paul
Gauguin, che vi
morì, e Jacques
Brel.

La
massa delle
Marchesi è di
tipo vulcanico,
originata dal punto
caldo delle Isole
Marchesi sottostante
alla Placca
pacifica. La
placca, come le
isole, è ritenuta
avere meno di 5
milioni di anni,
nonostante
un'altra ipotesi
plausibile sia che
la placca (e non
le isole) sia
significativamente
più antica e
abbia come
immagine speculare
la cintura
vulcanica andina,
che subduce sotto
il Perù.
Ad
eccezione di Motu
One, tutte le
isole Marchesi
sono isole alte.
Motu One comprende
due banchi di
sabbia inondati
su una barriera
corallina. Al
contrario della
maggior parte
delle isole della Polinesia
Francese, le
Marchesi non sono
circondate da
barriere coralline
protettive.
Ad
eccezione di Motu
One, ed in poche
baie di altre aree
protette, l'unico
corallo delle
Marchesi si trova
in un luogo
inusuale, ovvero
in cima all'isola
di Fatu Huku.
La corrente
equatoriale
meridionale sferza
le isole
impietosamente, e
ciò ha portato
alla formazione di
grotte marine
lungo le coste. Ad
eccezione di
alcune valli, le
isole sono note
per i costoni
montani, che
terminano
improvvisamente in
scogliere sul
mare. Si stima che
le isole abbiano
da 1,3 milioni di
anni (Fatu Hiva) a
6 milioni di anni
(Eiao).
Diffuse
sono le sculture antropomorfe,
naturalistiche,
tra le quali
spiccano il tiki,
ossia una
rappresentazione
umana racchiusa in
una geometria di
curve. In questa
zona una forma
d'arte peculiare
è il tatuaggio,
denominato moko che
arriva a decorare
tutto il corpo,
compresi l'interno
della bocca e
i genitali.
Molto
importante anche
la danza,
soprattutto quella
delle donne -
dette vahinè.

È
un punto caldo di
biodiversità che
combina ecosistemi
marini e terrestri
insostituibili ed
eccezionalmente
ben conservati.
Caratterizzati da
creste affilate,
picchi
impressionanti e
scogliere che si
innalzano
bruscamente sopra
l'oceano, i
paesaggi
dell'arcipelago
sono
ineguagliabili in
queste latitudini
tropicali.
L'arcipelago
è un importante
centro di
endemismo, dimora
di una flora rara
e diversificata,
una diversità di
specie marine
emblematiche e uno
degli assemblaggi
di uccelli marini
più diversificati
nel Pacifico
meridionale.
Praticamente
libere dallo
sfruttamento
umano, le acque
delle Marchesi
sono tra le ultime
aree marine
selvagge del
mondo.
La
proprietà
comprende anche
siti archeologici
che vanno da
monumentali
strutture in
pietra a secco a
sculture e
incisioni litiche.
MARCHESI
SETTENTRIONALI
Eiao
Hatutu
Motu
Iti
Motu
Oa
Motu
One
Nuku
Hiva
Ua
Huka - Ua
Huka è rinomata
per il suo terreno
arido e il
magnifico
paesaggio. Cavalli
selvaggi galoppano
nelle pianure
aride e capre
selvatiche scalano
le pendici e le
creste di questa
isola mistica. Ua
Huka è
incontaminata e
autentica, una
terra in cui gli
antenati fanno
parte della vita
quotidiana degli
isolani.
Ua
Pou - Ci
sono quattro
immense colonne di
basalto in Ua Pou,
due delle quali,
Poutetaunui e
Poumaka, si
innalzano in alto
nel cielo. Nel
1888 Robert Louis
Stevenson le
descrisse come due
“frecce
vulcaniche come i
campanili di una
chiesa”. Si dice
che rappresentino
antichi guerrieri
che si ergono a
guardia del
principale
villaggio
dell’isola,
Hakahau, nella
baia sottostante.
MARCHESI
MERIDIONALIi
Fatu
Hiva - Fatu
Hiva è la più
isolata delle
isole abitate
dell’arcipelago.
Accessibile solo
dal mare, è una
piccola ma bella
isola con alte
montagne e vallate
verdi e
lussureggianti.
Nel 1937 Thor
Heyerdahl e sua
moglie cambiarono
il loro stile di
vita moderno per
l’autenticità
naturale di Fatu
Hiva. È qui che
sviluppò la sua
errata teoria
secondo cui i
Polinesiani
migrarono
originariamente in
queste isole dal
Sud America. Gli
abitanti vivono
vicino al
villaggio di Omoa,
dove producono
tradizionali
tessuti di tapa
dalla corteccia
dell’albero di
gelso. Uno dei
luoghi più
pittoreschi del
Pacifico del Sud
è la “Baia
delle Vergini” a
Hanavave, dove il
sole al tramonto
fa brillare le
vette delle
montagne come
braci ardenti.
Fatu
Huku
Hiva
Oa - Hiva
Oa è conosciuta
come il
“giardino delle
Isole Marchesi”
a causa del suo
terreno molto
fertile e della
lussureggiante
vegetazione. La
campagna
intensamente verde
nasconde strade e
case alla vista.
Le montagne
scoscese e le
profonde valli
ospitano una
moltitudine di
siti archeologici
e vestigia di
un’antica
civiltà. Tra
questi ci sono le
statue tiki più
grandi
delle Isole
di Tahiti. Le
spiagge di Hiva Oa
sono di sabbia
nera vulcanica e
si trovano
all’ombra di
scogliere
rocciose. Atuona,
il principale
villaggio, si
trova nella baia
di Taaoa, ai piedi
del monte Temetiu,
che si innalza a
1.276 metri e del
monte Fe’ani
alto 1.016 metri.
Il cimitero del
villaggio è
l’ultimo luogo
di riposo
dell’artista
Paul Gauguin e del
cantante Jacques
Brel.
Moho
Tani
Motu
Nao
Tahuata
- Accessibile
solo dal mare,
Tahuata è
un’oasi di pace
e tranquillità,
piena di piacevoli
sorprese per il
visitatore.
Un’isola
montuosa con
fertili valli e
acque cristalline,
dove gli abitanti
locali guadagnano
da vivere vendendo
splendide sculture
in osso o miro
(legno di rosa).
Producono anche il
mono’i, il
famoso olio
tahitiano estratto
dai cocchi
essiccati e
profumato con
fiori come il
tiare Tahiti o il
frangipane.
Terihi
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