Patrimonio naturale e culturale del lago di Ocrida
Macedonia del Nord - Albania
  
PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 1979 - 1980 - 2019
  
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Ocrida si trova a sud-ovest della capitale Skopje, a nord-est di Resen e Bitola e ad est delle città albanesi di Elbasan e Tirana.

Il lago di Ohrid, grazie alla temperatura delle sue acque (che in superficie non superano mai i 26° C, mentre in profondità non scendono sotto i 5°C), alle notevoli dimensioni e al suo isolamento, ha permesso che giungessero fino a noi importanti testimonianze di alcune forme di vita arcaiche. La regione di Ohrid, in Macedonia, custodisce inoltre ricchezze artistiche, tra cui molte chiese, che testimoniano l’avvicendarsi dei popoli fin dalla preistoria.

Il lago di Ohrid, situato a un’altitudine di 694 metri, presenta dimensioni davvero imponenti: supera i 30 km di lunghezza e ha una larghezza che oscilla tra gli 11 e i 14 km. Con una profondità media di 145 m. e massima di ben 294, il bacino presenta un’altissima capacità: oltre 50 chilometri cubici di acqua trattenuta.

Il lago è praticamente oligotrofico, ovvero povero di fosfati e nitrati: di conseguenza, ha una bassa produttività biologica. Questo aspetto conferisce alle sue acque una singolare trasparenza fino alla profondità di 21 m. e un suggestivo colore blu marino. Il lago ospita inoltre un gran numero di specie endemiche.

È il lago con il maggior numero di specie endemiche del mondo: 212 fra specie animali e vegetali; tra queste è nota la fauna ittica caratterizzata da un elevatissimo tasso di endemismo, che pertanto necessita di particolare tutela. Alcune specie di pesci endemiche del lago sono la trota del lago di Ocrida ed il carpione del lago di Ocrida. Per questo suo interesse naturalistico il lago è stato dichiarato patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO nel 1979.

Un clima favorevole, una sicura riserva d’acqua e la ricchezza del mondo vegetale e animale suscitarono l’interesse per Ohrid e per la sua regione da parte dell’uomo preistorico. Reperti neolitici sono stati ritrovati in 17 località, mentre all’Età del Bronzo risalgono 16 insediamenti, tra i quali citiamo Crveni Livadi e Racica.

Il precoce insediamento umano si incrementò rapidamente agli albori dell’era storica. La regione, molto vicina alla Grecia, risentì positivamente dello sviluppo dei suoi vicini, ellenizzandosi profondamente: 42 sono le località che testimoniano lo splendore della cultura classica a Ohrid, che all’epoca aveva un nome orientale, Lihnidos.

La rapida e pacifica conquista dell’Illiria a opera dei Romani fu seguita da un’immediata latinizzazione, come dimostra la costruzione della Via Egnazia. Tra le rovine risalenti a quel periodo citiamo il Teatro Romano.

Dopo la caduta di Roma, Lihnidos venne annessa all’Impero Romano d’Oriente. Con il cristianesimo in piena espansione, nel IV sec. la città abbracciò la nuova fede e fu scelta come sede episcopale. La regione venne arricchita con 17 basiliche paleocristiane (ad es. Imeret, la famosa basilica della conchiglia, e Sant’Erasmo, con i suoi 650 mq di mosaici).

Nonostante le vicissitudini storiche, Ohrid dimostrò tra il X e il XIV sec. un notevole dinamismo. Nella città e nei suoi dintorni furono edficate 36 chiese – ricordiamo San Pantaleone (IX-X sec.), San Michele (IX-X sec.), Santa Sofia (IX sec.), Santa Vergine di Perivleptos (1295).

Situata sulle sponde del lago omonimo, Ocrida è uno dei più antichi insediamenti urbani in Europa. Reperti archeologici del Neolitico (circa 6000 a.C.), rinvenuti nei pressi delle rive del lago, mostrano come il territorio di Ocrida fu abitato fin da tempi remoti. Secondo quanto afferma Erodoto, i primi abitanti di cui si ha conoscenza furono popoli affini agli Illiri.

L'odierna città di Ocrida deriva dall'antico centro di Lychnidos, antica capitale della Desaretia. Ciò è confermato da numerose fonti bizantine, in cui è scritto "la città è posta su un'alta collina nei pressi dell'ampio lago di Lychnidos, dal quale la città ha ricavato il nome Lychnis, mentre era precedentemente conosciuta come Dyassarites" (dall'illirico "oesserites", gente che vive sulle coste del lago).

Scavi archeologici all'interno della fortezza dello tsar bulgaro o slavo-macedone Samuele, edificata tra il X e l'XI secolo, hanno portato alla luce i resti di una più antica fortezza, risalente al periodo di Filippo II di Macedonia (IV secolo a.C.). Il lago di Ocrida era posto lungo la Via Egnatia, che collegava l'antico porto sul Mar Adriatico di Dyrrachion (l'odierna Durazzo) con Bisanzio.

La città accrebbe la propria importanza in periodo paleocristiano: i vescovi di Lychnidos parteciparono a numerosi concili ecumenici. I Bulgari conquistarono la città nel 867. Il nome di Ohrid compare per la prima volta nel 879. Tra il 990 e il 1015, Ocrida divenne la capitale e la roccaforte dell'Impero Bulgaro dello tsar Samuele. Dal 990 al 1018 la città fu inoltre la sede dell'importante Patriarcato di Ocrida. Dopo la conquista bizantina della città nel 1018, il Patriarcato venne retrocesso ad Arcidiocesi e posto sotto l'autorità del Patriarca ecumenico di Costantinopoli.

Le posizioni dell'alto clero dopo il 1018 vennero occupate quasi stabilmente da Greci, anche durante il periodo di occupazione ottomana, fino all'abolizione dell'Arcidiocesi nel 1767. All'inizio del XVI secolo l'Arcidiocesi di Ocrida raggiunse la sua massima importanza, includendo al proprio interno le eparchie di Sofia, Vidin, Valacchia e Moldavia, parti del precedente Patriarcato di Peć (nel Kosovo), e anche i distretti ortodossi in Italia (Puglia, Calabria e Sicilia), Venezia e Dalmazia.

Come città episcopale, Ocrida divenne un importante centro culturale. Pressoché tutte le chiese che si sono conservate furono costruite dai Bizantini e dai Bulgari, mentre le restanti furono edificate durante il breve periodo di dominazione serba durante il tardo Medioevo.

Il centro culturale di Ocrida è ritenuto il luogo da dove ha avuto origine l'alfabeto cirillico, probabilmente ad opera di San Clemente di Ocrida, che riformò l'antico alfabeto glagolitico creato dai Santi Cirillo e Metodio.

Boemondo I di Antiochia e il suo esercito normanno conquistarono la città nel 1083. Nel XIII e nel XIV secolo Ocrida fu occupata da diverse potenze, il Despotato d'Epiro, l'Impero Bizantino, la Bulgaria e la Serbia.

Alla fine del XIV secolo cadde definitivamente in mano turca e divenne territorio ottomano fino al 1912. Nel 1664 in città si trovavano solo 142 abitazioni cristiane. La situazione economica e culturale migliorò nel XVIII secolo quando Ohrid ritornò ad essere un importante centro commerciale lungo la Via Egnatia; la città verso la fine del 1700 contava circa 5000 abitanti.

Negli anni conclusivi del XVIII secolo e nella prima parte del XIX, la regione di Ocrida, come altre parti dell'Europa ottomana, divenne un focolaio di malcontento: signori feudali semindipendenti come Mahmud Pasha Bushatlija e Djeladin Beg controllavano il territorio e sfidavano apertamente il governo centrale, impossessandosi delle tasse riscosse e usandole per rafforzare le loro forze armate personali.

Verso la fine del XIX secolo, la città era costituita da 2409 abitazioni e contava una popolazione di 11900 abitanti, dei quali il 45% era di fede musulmana, mentre i restanti erano per lo più cristiani ortodossi.

A conclusione delle guerre balcaniche (1913) Ocrida divenne parte del Regno di Serbia e in seguito del Regno di Jugoslavia. Dopo la seconda guerra mondiale, la città venne inclusa nella neocostituita Repubblica Socialista di Macedonia, una delle sei repubbliche costituenti la Jugoslavia socialista e federale. Dal novembre 1991 è una città della Repubblica indipendente di Macedonia.

Il primo vescovo conosciuto fu Zosimus (344 circa). Nel VI secolo la città venne distrutta da un terremoto, ma venne ricostruita dall'imperatore Giustiniano (527-565), che era nato non lontano dalla città stessa. Secondo alcuni storici, anche per questo fattore il nuovo insediamento venne chiamato Justiniana Prima, la più importante delle numerose nuove città che presero nome dall'imperatore. Louis Duchesne sostiene però che questo onore non spetti ad Ohrid, ma all'antica Scupi, l'odierna capitale macedone Skopje, un'altra città di frontiera dell'Illiria.

La nuova città Macedone divenne il capoluogo della prefettura, o dipartimento, dell'Illiria e per motivi politici divenne anche la capitale ecclesiastica dell'Illiria e delle regioni meridionali del bacino del Danubio dell'Impero (Ungheria meridionale, Bosnia, Serbia, Transilvania, Moldavia, Valacchia). Giustiniano non fu però capace di ottenere l'approvazione per la creazione di questo ente ecclesiastico da parte di Agapito I o di papa Silverio. Questo atto imperiale, oltre ad essere un'usurpazione dell'autorità civile su materie di competenza ecclesiastica, era anche un danno nei confronti di Salonicco, città che presentava l'antico diritto di rappresentare la Sede Apostolica nelle regioni illiriche. Ciò nonostante la nuova diocesi rivendicò e ottenne il privilegio dell'autocefalia, o indipendenza ecclesiastica, e attraverso la sua lunga e complessa storia mantenne e lottò per mantenere questa sua caratteristica.

Papa Vigilio, sotto la pressione dell'autorità di Giustiniano, riconobbe l'esercizio dei diritti patriarcali al metropolita di Justiniana Prima all'interno dei confini del suo territorio civile, ma Gregorio Magno si rapportò con il metropolita della città in maniera non diversa degli altri vescovi illiri soggetti alla Santa Sede.

Le invasioni degli Avari e degli Slavi nel VII secolo causarono in parte la rovina di questo antico centro religioso, che mantenne in sospeso per due secoli il suo carattere di indipendenza.

Tuttavia dopo la conversione dei capi dell'Illiria (864), la città conobbe un nuovo grande periodo di crescita, questa volta con il nome di Achrida. La predicazione cristiana fu possibile attraverso l'arrivo di missionari bizantini, mentre il primo arcivescovo venne mandato da Roma.

Fu inoltre in questo luogo che i Bulgari si dettero e ricevettero i primi canoni relativi alla fede e alla disciplina cristiana, come ad esempio i Responsa ad Consulta Bulgarorum di Nicola I (858-867), uno dei documenti canonici più importanti del Medioevo. Il re Boris cadde comunque presto sotto l'influenza bizantina. Nell'ottavo consiglio generale tenutosi a Costantinopoli (869), la Bulgaria venne incorporata nel Patriarcato bizantino di Costantinopoli e nel 870 i missionari latini vennero espulsi. Da questo momento metropoliti bizantini ressero Ocrida.

La città divenne inoltre la capitale politica dell'Impero Bulgaro per due secoli e approfittò delle conquiste militari bulgare del X secolo, diventando sede metropolitana a capo di diverse diocesi bizantine nei nuovi territori conquistati dai Bulgari in Macedonia, Tessaglia e Tracia.

Nella prima parte dell'XI secolo l'Impero fu soggetto all'autorità dell'imperatore bizantino Basilio I il Macedone e questo favorì legami più stretti tra Ocrida e Costantinopoli. Nel 1053 il Metropolita Leo di Ohrid firmò con il patriarca bizantino Michele I Cerulario l'ultima lettera a Giovanni di Trani contro la Chiesa latina (l'anno successivo le scomuniche vicendevoli di papa Leone IX e di Michele Cerulario sanciranno ufficialmente lo Scisma d'oriente e la separazione fra la Chiesa Ortodossa e quella Cattolica Romana).

Theophylactus di Ohrid (1078) fu uno dei più famosi esegeti greci del Medioevo; nella sua corrispondenza (Ep., 27) egli sostenne l'indipendenza della Diocesi di Ocrida. Secondo Theophylactus il Patriarca di Constantinopoli non aveva diritto di ordinare in Bulgaria, territorio che aveva vescovi indipendenti. In realtà Ocrida in questo periodo raramente fu in rapporti e in comunicazione con Bisanzio e Roma.

Missionari latini, in particolare frati francescani, apparvero ad Ocrida nel XIV e nel XV secolo. I vescovi latini di Ocrida fedeli al papa nel XVII secolo erano, come ai giorni nostri, vescovi titolari, cioè solo nominalmente a capo di una sede che per la Chiesa cattolica era estinta.

L'autorità del metropolita di Ocrida cessò nel 1767 quando il Patriarca ortodosso di Costantinopoli, Arsenio, abolì il Patriarcato di Ohrid su ordine del sultano ottomano Musafa III. Al massimo della sua importanza, l'Arcidiocesi di Ocrida esercitava la sua autorità su sei diocesi metropolitane e sei diocesi episcopali.

Negli ultimi anni, sia la autoproclamata Chiesa Ortodossa Autocefala di Macedonia sia quella parte della chiesa macedone che è rimasta fedele al Patriarcato di Serbia hanno ripristinato l'antica dignità di Arcidiocesi alla città di Ocrida.

Nonostante le vicissitudini storiche, Ohrid dimostrò, tra il X e il XIV secolo, un notevole dinamismo. È nota una leggenda, supportata anche dalle narrazioni di un viaggiatore ottomano del XV secolo, Evlia Celebia, che sostiene l'antica presenza all'interno dei confini della città di 365 cappelle, una per ciascun giorno dell'anno. La città moderna presenta un numero significativamente minore di edifici religiosi. Tuttavia, durante il Medioevo, Ocrida era nota come la "Gerusalemme slava".

Nella città e nei suoi dintorni furono edificate 36 chiese, tra le quali ricordiamo quelle di San Pantaleone (secoli IX-X), di San Michele (secoli IX-X), la cattedrale consacrata a Santa Sofia (IX secolo) e la chiesa della Santa Vergine di Perivleptos (1295).

Gli affreschi della chiesa di Santa Sofìa, in perfette condizioni di conservazione, furono eseguiti attorno al 1045 da artisti anonimi e occupano una superficie di più di 400 metri quadrati. Il loro stile pittorico viene ripreso e portato al massimo splendore negli affreschi della chiesa della Santa Vergine di Perivleptos. 

Altre chiese da citare per i loro dipinti sono quella di San Giovanni Bogoslov-Kaneo, fondata nel XIII secolo e con una superficie meravigliosamente affrescata di più di cento metri quadrati, quella di San Nicola Bolnicki e quella dei Santi Cosma e Damiano, di dimensioni ridotte, che custodisce un ritratto di Clemente d'Ohrid recante un'iscrizione che lo identifica come il protettore della città. 

Oltre alle pitture murali, le chiese conservavano icone che venivano esposte ai fedeli sulla parete divisoria posta di fronte all'altare maggiore (iconostasi). Molte di queste tavole, risalenti ai secoli tra l'XI e il XVII, si trovano nella pinacoteca della chiesa della Santa Vergine di Perivleptos.

Il Lago di Ohrid, situato a un'altitudine di 694 metri, presenta dimensioni davvero imponenti: supera i 30 chilometri di lunghezza e ha una larghezza che oscilla tra gli 11 e i 14. Con una profondità media di 145 metri e massima di ben 294, garantisce un'altissima capacità: oltre 50 chilometri cubi di acqua trattenuta. Il bacino è praticamente oligotrofìco, cioè povero di fosfati e di nitrati, e, di conseguenza, ha una bassa produttività biologica. Questo fatto conferisce alle sue acque una singolare trasparenza fino alla profondità di 21 metri e un suggestivo colore blu marino.

L'isolamento del lago, insieme alle sue notevoli dimensioni e alle particolari caratteristiche dell'acqua, hanno fatto sì che alcune forme di vita arcaiche del Terziario giungessero fino ai nostri giorni. L'Ohrid ospita inoltre un gran numero di specie endemiche, tra cui Salmo trutta letnica, una trota dalle carni rosate che a causa delle vicissitudini politiche della zona, dell'inquinamento e della pesca indiscriminata rischia di scomparire.