Palmi
(Reggio Calabria)

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Chiesa di Maria Santissima del Rosario

Chiamata anche chiesa di San Francesco, è sede dell'omonima parrocchia eretta nel 1733 e di un convento dell'ordine dei frati minori conventuali. Al suo interno è custodita la venerata statua di Sant'Antonio di Padova.

Sulla data di edificazione, a Palmi, di una prima di una chiesa dedicata alla Madonna del Rosario non vi sono certezze. Nella visita ex limina effettuata in città, nel 1586, da mons. Marco Antonio Del Tufo vescovo della diocesi di Mileto, la chiesa del Rosario non venne citata fra i templi esistenti in quel periodo.

La chiesa risulta invece esistente nel 1686, in alcuni atti della diocesi di Mileto. In quel secolo e nel successivo (fino al 1795), il luogo di culto venne adoperato anche per la sepoltura dei fedeli.

Nei documenti della visita del 1707 di mons. Domenicantonio Bernardini vescovo della diocesi di Mileto, la chiesa si qualificava come «beneficio semplice della famiglia Palumbo» e si evidenziavano gli altari dedicati a santa Maria della Pietà, al Santissimo Salvatore, a santa Lucia, all'Immacolata Concezione, a san Gregorio Taumaturgo, a santa Barbara ed ai santi Cosma e Damiano

Nel 1733 la chiesa fu elevata a parrocchia ed è menzionata come "parrocchia di S. Maria del Rosario" nella deposizione del 1740 dell'arciprete di san Nicola don Bruno Trifiletti, per l'elevazione della chiesa madre a collegiata.

Il terremoto del 1783 distrusse la chiesa parrocchiale (assieme all'edificio del suo contiguo oratorio) che venne ricostruita nel 1790 ad opera del maestro Benedetto Repace, con direzione dei lavori da parte dell'ing. Pietro Galdo. Nel prospetto, in stile barocco, era posto un orologio mentre all'interno della chiesa, oltre all'altare maggiore dedicato alla Madonna del Rosario, sorgevano gli altari laterali di sant'Antonio di Padova e santa Lucia. I sedili erano in noce con dorature e i dipinti consistevano in nove quadri di cui tre raffiguranti l'Assunzione di Maria.

La chiesa fu danneggiata nuovamente dal terremoto del 1894, risultando tra i luoghi di culto cittadini maggiormente colpiti dal sisma e perdendo per sempre l'antico orologio all'italiana che aveva.

Il terremoto del 1908 non causò danni di grave entità alla chiesa, cosa che invece avvenne a seguito del ciclone del 1919, che fece interdire definitivamente la chiesa e trasferire nell'oratorio del Santissimo Rosario la sede provvisoria della parrocchia.

Dopo il terremoto del 1908, nel rione Ajossa era stata costruita una chiesa prefabbricata intitolata a san Francesco da Paola e, negli anni trenta, i Frati Minori Conventuali della provincia religiosa di Napoli stavano curando la realizzazione di un definitivo luogo di culto dedicato al santo calabrese, ad opera di maestranze locali. Alla nuova chiesa, mons. Paolo Albera vescovo della diocesi di Mileto conferì la titolarità della vecchia parrocchia del Rosario, la cui chiesa era stata interdetta nel 1919. Le funzioni liturgiche iniziarono il 20 dicembre 1937.

Nel secondo dopoguerra, nella parrocchia vennero fondati il Terz'Ordine Francescano, l'Azione Cattolica ed altre associazioni giovanili. e nel 1962, in occasione del 25º anniversario della nuova chiesa, il luogo di culto fu ristrutturato all'interno, con il rifacimento della facciata, e consacrato dal vescovo della diocesi di Mileto mons. Vincenzo De Chiara. Sempre negli anni sessanta vi fu l'adeguamento della chiesa alla riforma liturgica post Concilio Vaticano II, con la rimozione delle balaustre che separavano la navata dal presbiterio e l'inserimento di una mensa e di un ambone.

Nel 1979 il luogo di culto e tutta la città di Palmi passarono dalla giurisdizione della diocesi di Mileto a quella nuova di Oppido Mamertina-Palmi.

Durante il periodo tra il 1998 e il 2002 la chiesa venne ulteriormente ristrutturata internamente, mentre nel periodo compreso tra il 2002 ed il 2010 l'intero complesso venne completato, con la realizzazione di strutture annesse al convento, la realizzazione di un portico e del sagrato della chiesa. Il tutto su progetto degli architetti Carmelo Bagalà e Domenico Ianni.

Esterno - La facciata della chiesa è a capanna e presenta, nella parte inferiore, un portico avente la stessa larghezza della facciata, rialzato internamente di quattro gradini rispetto al sagrato e formato da quattro colonne che sorreggono due archi a tutto sesto frontalmente e due archi a sesto acuto lateralmente. Nella facciata all'interno del portico si innalza una zoccolatura in pietra che si sviluppa per tutta la larghezza della stessa. Centralmente il portico è interrotto da un protiro, più alto e aggettante rispetto al resto del portale stesso, formato da due ulteriori colonne in travertino che sorreggono anch'esse un arco centrale a sesto acuto. In corrispondenza del protiro, nella facciata è collocato l'ingresso principale della chiesa, rialzato di ulteriori tre gradini rispetto alla base del portico, sormontato un mosaico raffigurante la Madonna del Segno. La parte superiore della facciata presenta verticalmente due lesene all'estremità della stessa, che sorreggono una modanatura con cornice ad archetti pensili. Sempre nella parte superiore, centralmente è collocato un piccolo rosone con apertura quadriloba. La facciata è conclusa, nel punto più alto, da una croce in ferro.

La facciata sinistra dell'edificio presenta anch'essa un portico, all'interno del quale vi è collocata una scultura in bronzo di san Pio da Pietrelcina, opera dell'artista Ioppolo. Sopra il portico la facciata laterale è composta da delle paraste, che sorreggono degli archi a tutto sesto, con delle monofore collocate al centro di ognuna di esse. La facciata destra della chiesa presenta lo stesso stile architettonico, ma risulta sprovvista del colonnato. Quest'ultima facciata presenta invece un'abside, priva di aperture, dalla parte vicina a quella principale.

Il tetto è a due falde con manto di copertura in tegole.

Tra la chiesa ed il convento sorge inoltre un campanile, avente lo stesso stile architettonico.

Interno - Al suo interno la chiesa è formata da una sola navata rettangolare, che all'inizio si apre, nella parte destra, ad una cappella laterale e termina con un'abside curvilinea. L'aula corrisponde alla navata mentre il presbiterio, rialzato di tre gradini rispetto al resto dell'edificio, è collocato nell'abside.

Nella controfacciata è posta, in corrispondenza dell'ingresso, bussola in legno sovrastata da una cantoria anch'essa lignea, nella quale è collocato un imponente organo a canne (2002), realizzato a Monaco di Baviera. Sempre nella controfacciata sono collocate, ai lati della bussola, quattro cornici con dipinte altrettante Stazioni della Via Crucis, realizzate in legno e donate dalla famiglia del professore Francesco Pentimalli.

Le pareti laterali risultano scandite verticalmente da pilastri con semicolonne, che sorreggono arcate a tutto sesto e che le suddividono in cinque campate ciascuna, entro le quali sono disposti gli altari laterali e le opere d'arte. Ad ogni campata corrisponde una monofora. Tutti gli altari laterali sono realizzati in marmo (bianco o policromo) scolpito e intarsiato, opera di maestranze locali.

Partendo dall'ingresso, nella prima campata di sinistra è posizionato l'ingresso laterale della chiesa, che conduce all'esterno.

Nella seconda campata è collocato il fonte battesimale (XX secolo) in marmo bianco, con coprifonte in legno intagliato. In corrispondenza del fonte, addossato alla parete, è collocata un'opera in marmo bianco e policromo con al centro la raffigurazione della colomba dello Spirito Santo e riportante la scritta di otto nomi di battesimo.

Nella terza campata è posizionato invece l'altare laterale di Santa Lucia (XX secolo), con soprastante nicchia contenente una statua in cartapesta modellata e dipinta rappresentante Santa Lucia. Sopra l'altare, ai due lati dell'edicola sono posizionate due statue di angeli, anch'essi scolpiti e dipinti.

Nella quarta campata si trova l'altare laterale di San Francesco d'Assisi (XX secolo), sovrastato da una edicola contenente una statua in legno scolpito e dipinto raffigurante San Francesco d'Assisi (1937), opera dell'artista Luigi Santifaller di Ortisei. Ai due lati della nicchia, sopra l'altare, sono posizionate due statue, anch'esse in legno scolpito dipinto e realizzate dal Santifaller nello stesso periodo, rappresentanti San Ludovico di Tolosa e Sant'Elisabetta d'Ungheria.

Nella quinta campata è collocato un dipinto raffigurante San Massimiliano Kolbe e l'Immacolata Concezione. Davanti al quadro si trova l'organo.

Sempre partendo dall'ingresso, nella prima campata di destra si apre la cappella dedicata al Crocifisso.

Nella seconda campata si trovano gli accessi ai locali dei confessionali, sovrastati da una edicola riportante la scritta "venite a me" e contenente una statua in legno scolpito e dipinto del Sacro Cuore di Gesù (XX secolo), realizzata da Luigi Santifaller.

Nella terza campata è collocato l'altare laterale di San Francesco da Paola (XX secolo), con soprastante edicola riportante la scritta "charitas", al cui interno è posizionata una statua in cartapesta modellata e dipinta di San Francesco da Paola (XIX secolo), opera di bottega dell'Italia meridionale.

Nella quarta campata si trova l'altare laterale di Sant'Antonio di Padova (XX secolo), sovrastato da una edicola riportante la scritta "si quaeris miracula" e contenente una statua in legno scolpito e dipinto raffigurante Sant'Antonio di Padova (1938), realizzata anch'essa da Luigi Santifaller.

Nella quinta campata è collocata la porta d'accesso alla sacrestia. Completano le pareti verticali le restanti Stazioni della Via Crucis, realizzate in legno e donate dalla famiglia del Prof. Francesco Pentimalli.

Nella parete di fondo si apre, tramite un arco trionfale, l'abside. Ai lati della parete sono collocati due dipinti murari raffiguranti due angeli.

Il soffitto della navata è formato da un tetto in legno, a doppia falda inclinata, sorretto da capriate a vista anch'esse in legno e posizionate in corrispondenza dei pilastri con semicolonne delle pareti laterali.

La pavimentazione è invece formata da piastrelle grigio chiaro con inserimento, nel corridoio centrale all'ingresso principale e ai piedi del presbiterio, di decorazioni in marmo.

Nella prima campata della parete laterale destra si apre un vano, a pianta rettangolare e concluso centralmente da un'abside semicircolare, nel quale è collocata la cappella consacrata al Crocifisso. 

In corrispondenza dell'abside, e addossato alla parete di quest'ultima, è posto l'altare laterale (XX secolo) in marmo bianco e policromo sopra cui è posizionato il gruppo scultoreo del Crocifisso e Maria Addolorata, entrambe opere scolpite e dipinte realizzate nello scorso secolo. Ai due lati dell'altare sono posizionate due statue policrome in legno rispettivamente di Gesù risorto e di Santa Rita da Cascia.

Nell'abside, a pianta rettangolare conclusa da una parete di fondo curvilinea, è posizionato il presbiterio. Nella parete sinistra sono presenti delle aperture lunghe e strette mentre centralmente, addossato alla parete curvilinea, è collocato l'altare maggiore.

L'altare maggiore della Madonna del Rosario (XX secolo), è realizzato in marmo bianco e policromo intarsiato, con tabernacolo in stile bizantino (1999), quest'ultimo opera dall'artista iconografa locale Loredana La Capria e collocato all'interno di un tempietto in ottone. Sopra l'altare è posizionato il gruppo scultoreo di Maria Santissima del Rosario con Santa Caterina da Siena e San Domenico (1941), realizzato in legno scolpito e dipinto da Luigi Santifaller. In precedenza il gruppo scultoreo era posizionato nella cappella ora dedicata al Crocifisso.

La pavimentazione dell'abside è in marmo mentre la copertura è formata da una semi-cupola intonacata.

Chiesa di Maria Santissima del Soccorso (Palmi)

La chiesa di Maria Santissima del Soccorso è ubicata nel centro storico e prospetta sulla piazzetta del Soccorso. Chiamata anche chiesa del Soccorso, è sede dell'omonima parrocchia eretta nel 1733 e della Congrega del Santissimo Sacramento e di Maria Santissima del Soccorso. Al suo interno è custodita la venerata statua della Madonna del Soccorso.

Nel 1533 è attestata in Palmi una chiesa dedicata alla Madonna del Soccorso, poiché in quell'anno accadde all'interno di questo luogo di culto un evento storicamente definito come «il miracolo di Palmi». Inoltre le cronache del tempo riportano che, in quel periodo, la chiesa venne visitata dal beato cappuccino Ludovico Comi di Reggio Calabria, che predicò fuori dall'edificio, davanti ad una moltitudine di persone.

La chiesa è citata anche nella visita ex limina a Palmi di mons. Marco Antonio Del Tufo, vescovo della diocesi di Mileto, nel 1586. Sopra l'altare maggiore vi era un quadro della Madonna del Soccorso e sette erano gli altari laterali dedicati rispettivamente a san Leonardo, a san Paolo, all'Angelo, a santa Caterina, all'Annunziata, alla Madonna dell'Itria ed uno senza titolo. All'interno della chiesa aveva già sede la congrega del Santissimo Sacramento e di Maria Santissima del Soccorso, che risulta a tutt'oggi esistente e stabilita in questo luogo di culto.

Nel XVII secolo, e nel successivo, il luogo di culto fu adoperato anche per la sepoltura dei fedeli ed era localizzato internamente alle mura di cinta della città.

Nei documenti della visita del 1707 di mons. Domenicantonio Bernardini vescovo della diocesi di Mileto, la chiesa presentava oltre all'altare maggiore, gli altari laterali di Santa Maria del Monte Carmelo, di santa Caterina vergine e martire, di Santa Maria della Catena, di sant'Antonio di Padova e di Santa Maria dell'Itria.

Nel 1733 la chiesa fu elevata a parrocchia ed è menzionata come «parrocchia dell'Immacolata Concezione di S. Maria del Soccorso» nella deposizione del 1740 dell'arciprete di san Nicola don Bruno Trifiletti, per l'elevazione della chiesa madre a collegiata.

A seguito del terremoto del 1783 la chiesa del Soccorso venne demolita e successivamente ricostruita nel 1788, con direzione dei lavori da parte dell'ing. Pietro Galdo.

La chiesa fu danneggiata nuovamente dal terremoto del 1894, risultando tra i luoghi di culto cittadini maggiormente colpiti dal sisma.

Sopraggiunse anche il terremoto del 1908 ad arrecare danni e, pertanto, l'edificio venne demolito e ricostruito nelle forme attuali ad opera di maestranze calabresi. Durante il periodo dei lavori, la sede parrocchiale fu trasferita nella chiesa del Santissimo Crocifisso.

Negli anni sessanta vi fu l'adeguamento della chiesa alla riforma liturgica post Concilio Vaticano II con l'aggiunta di una mensa e di un ambone marmorei.

Negli anni settanta la chiesa fu invece oggetto, per la prima volta, di lavori di ristrutturazione interna sotto la direzione dell'arch. Nino Bagalà e, nel 1979, il luogo di culto e tutta la città di Palmi passarono dalla giurisdizione della diocesi di Mileto a quella nuova di Oppido Mamertina-Palmi.

Nuovi lavori di restauro di tutto l'edificio sono stati effettuati nel 1997 e nel 2003.

Esterno - La facciata della chiesa è a capanna e presenta centralmente un piccolo portale lapipideo, entro il quale è collocato l'unico ingresso della chiesa rialzato di quattro gradini rispetto al sagrato, formato da due semicolonne che sostengono una trabeazione. Sopra il protiro poggiano due lesene composite che sorreggono un frontone spezzato triangolare. Centralmente alla due lesene si trova una cornice sormontata da uno stemma. Ai due lati del protiro invece vi sono due coppie di capitelli ionici festonati, che si innalzano da una zoccolatura in pietra che si sviluppa per tutta la larghezza della facciata, e che sorreggono un secondo frontone, curvilineo, di dimensione maggiore rispetto a quello centrale. La facciata è conclusa, nel punto più alto, da una croce in ferro.

Le facciate laterali non presentano elementi architettonici ad esclusione di monofore a semicerchio. L'abside, che si apre dalla parete di fondo della chiesa, non presenta invece nessun tipo di apertura.

La copertura, con manto in tegole portoghesi, è a doppia falda tranne per l'abside, nella quale risulta a padiglione.

Il campanile è a vela, realizzato nella parte posteriore dell'edificio in corrispondenza dell'abside, ed è in cemento armato. La pianta della struttura è ennagonale con copertura piana, sormontata da alcune strutture cuspidate. La  è formata da tre aperture a tutto sesto.

Interno - Al suo interno la chiesa è formata da una sola navata rettangolare, che termina con un'abside curvilinea. L'aula corrisponde alla navata mentre il presbiterio, rialzato di tre gradini rispetto al resto dell'edificio, è collocato nell'abside.

Nella controfacciata è posta, in corrispondenza dell'ingresso, una bussola.

Le pareti laterali risultano scandite verticalmente da imponenti pilastri rettangolari, che sorreggono arcate a tutto sesto e che le suddividono in quattro campate ciascuna, entro le quali sono disposti gli altari laterali e le opere d'arte. Ad ogni campata corrisponde una finestra. Tutti gli altari laterali sono realizzati in marmo (bianco o policromo) scolpito e intarsiato, opera di maestranze locali.

Partendo dall'ingresso, nella prima campata di sinistra è collocato un dipinto in olio su tela raffigurante il Battesimo di Gesù Cristo (2001), opera del pittore Antonio Gambacorta, con sottostante fonte battesimale (XIX secolo) in marmo rosso venato bianco e scolpito, opera di artisti locali, con coprifonte in legno intagliato realizzata nello scorso secolo.

Nella seconda campata è invece collocato l'altare laterale di San Francesco da Paola (XX secolo), con sportello di tabernacolo in metallo fuso e cesellato e sovrastato da un dipinto in olio su tela raffigurante San Francesco di Paola, entrambi opera di artisti locali e realizzati nel XX secolo.

Nella terza campata si trova l'altare laterale di Santa Rita da Cascia (XX secolo), con sportello di tabernacolo in legno intagliato raffigurante il monogramma eucaristico sovrastato dalla pala d'altare denominata i miracoli di Santa Rita (1937), realizzata da Carmelo Tripodi, e da una nicchia contenente una statua in legno scolpito e dipinto della santa (XX secolo), opera dell'artista Ferdinando Stuflesser di Ortisei.

Nella quarta campata è collocato un dipinto in olio su tela raffigurante Santa Giulia (2013), opera di Antonino Nucifora.

Sempre partendo dall'ingresso, nella prima campata di destra è collocato l'altare laterale della Pietà (1940), con sportello di tabernacolo ad opera di Carmelo Tripodi, sopra il quale è collocato il gruppo scultoreo in cartapesta modellata e dipinta della Pietà (o Deposizione) (1940), opera di bottega leccese.

Nella seconda campata è posto un dipinto in olio su tela raffigurante la Madonna del Rosario (XX secolo), opera di artisti dell'Italia meridionale, con sottostante confessionale in legno.

Nella terza campata si trova l'altare laterale del Sacro Cuore di Gesù, con sportello di tabernacolo in legno intagliato raffigurante l'Agnus Dei, sovrastato da una nicchia contenente una statua in cartapesta modellata e dipinta del Sacro Cuore di Gesù (XX secolo), opera dell'artista leccese Giuseppe Malecore.

Nella quarta campata sono posizionati un quadro con la riproduzione dell'immagine di Gesù Misericordioso (XXI secolo) e una piccola Deposizione (2017) in terracotta realizzata da Achille Cofano.

Completano le pareti verticali le Stazioni della Via Crucis (1937), realizzate da Carmelo Tripodi, e dei medaglioni con la riproduzione fotografica di Crocifissi di fama mondiale.

Nella parete di fondo si apre, tramite un arco trionfale, l'abside. Nella chiave di volta dell'arco è collocato un rilievo in stucco raffigurante uno stemma. Ai lati della parete sono collocati due dipinti murari raffiguranti San Pietro e San Paolo (XXI secolo), opere di Antonino Nucifora mentre, all'estremità sinistra, è posta la porta d'accesso alla sacrestia. Il tabernacolo è posto sotto il dipinto murario di San Paolo.

Il soffitto della navata è a cassettoni in legno, mentre la pavimentazione è formata da lastre di marmo beige, con zoccolatura sempre dello stesso materiale. Nella parte centrale vi sono invece inserimenti in marmo marrone a formare dei riquadri. Il tutto venne realizzato negli anni settanta su progetto dell'architetto Nino Bagalà.

Nell'abside, a pianta semicircolare, è posizionato il presbiterio. Addossato alla parete curvilinea è collocato l'altare maggiore della Madonna del Soccorso (XX secolo), realizzato anch'esso curvilineo in marmo bianco e policromo intarsiato (con seduta circolare interrotta al centro dalla presidenza), sopra il quale è posta un'edicola contenente al suo interno una statua di Maria Santissima del Soccorso (XVIII secolo), realizzata in legno scolpito e dipinto dall'artista Domenico De Lorenzo.

La pavimentazione dell'abside è in marmo mentre la copertura è formata da una semi-cupola intonacata.

Chiesa della Santa Famiglia

La chiesa della Santa Famiglia è ubicata nella periferia del centro cittadino e prospetta sulla strada statale 18 Tirrena Inferiore. È sede dell'omonima parrocchia eretta nel 1994.

Nel 1994 venne eretta la nuova parrocchia e nel 1995 fu installata una tensostruttura che divenne nota come "chiesa-tenda". Nel 1996 gli architetti Flavio Bruna, Aimaro Oreglia d'Isola e Roberto Gabetti vennero incaricati di progettare la nuova chiesa e nel periodo tra il 1998 e il 2001 furono redatti i progetti di massima, definitivo ed esecutivo. I lavori per la realizzazione del luogo di culto definitivo iniziarono nel 2002 e terminarono nel 2006 con la consacrazione della chiesa, avvenuta il 7 maggio.

Esterno - La struttura è realizzata su di un terreno in pendenza, con prospetto principale rivolto verso la Strada statale 18 Tirrena Inferiore. La facciata, con tetto a capanna, presenta un piccolo protiro sorretto da pilastri, al cui interno è collocato l'ingresso principale mentre le facciate laterali presentano coppie di finestre ad arco semicircolare, oltre a due ingressi laterali. Tutte le pareti esterne sono rivestite in mattoni faccia a vista, con una diversa disposizione degli stessi, e prospettano su dei camminamenti delimitati da muretti bassi che perimetrano tutto il complesso parrocchiale.

La copertura è costituita da quattro falde inclinate e oblique rispetto agli assi principali della chiesa. Le quattro linee di colmo formano una croce, i cui bracci si uniscono sopra l'area presbiterale. Il manto di copertura è formato da tegole canadesi di rame preossidato.

Il campanile risulta isolato rispetto alla chiesa, a sinistra della facciata. La struttura ripete i moduli decorativi del complesso parrocchiale.

Nella parte tergale della struttura è collocato un edificio per il clero, mentre nella parte inferiore vi sono altri locali destinati alle attività parrocchiali tra i quali un moderno auditorium, di 276 posti a sedere, intitolato allo scomparso sacerdote palmese don Rocco Iaria. Tutto il complesso parrocchiale, delle dimensioni di circa 700 m², è stato progettato per una popolazione parrocchiale di 10.000 persone.

Interno - Al suo interno la chiesa è formata da un'aula dai contorni irregolari, i cui volumi degradano dall'ingresso verso il presbiterio di forma trapezoidale, rialzato di un gradino rispetto al resto dell'edificio.

Partendo dall'ingresso, ai due lati, si aprono due vani. Il vano sinistro ha la funzione di battistero, con fonte battesimale (2005) realizzata in un enorme sasso di pietra granitica incavato, opera di Hilario IsolaMatteo Norzi e Saverio Todaro. Con la stessa tipologia e degli stessi autori sono anche le due acquasantiere. Il vano destro invece funge da penitenzieria, con confessionale (2005) formato da una lastra metallica a libro aperto traforata con le parole di san Giovanni Evangelista sulla Resurrezione di Cristo, anch'essa opera di Isola, Norzi e Todaro.

Proseguendo, le pareti laterali presentano le finestre ad arco semicircolare e due ingressi laterali della chiesa, uno per lato. Inoltre nella parete sinistra è posizionata una statua della Madonna (XXI secolo) mentre in quella destra è collocato un quadro con la riproduzione dell'immagine di Gesù Misericordioso (XXI secolo), oltre a dei quadri raffiguranti le Stazioni della Via Crucis (XXI secolo).

Dal presbiterio è raggiungibile la cappella laterale, consacrata al Santissimo Sacramento, e la sacrestia. Tutti gli arredi del presbiterio, e cioè la base per il cero pasquale, la mensa, l'ambone, le sedie e la presidenza, sono in legno e marmo progettati nel 2005 da Hilario IsolaMatteo Norzi e Saverio Todaro. Degli stessi autore è anche la croce (2005) addossata alla parete di fondo del presbiterio, in legno intagliato, dipinto e dorato. In occasione dei festeggiamenti per il venticinquesimo anniversario della fondazione della parrocchia, sul presbiterio è stato collocato un gruppo scultoreo in legno rappresentante la Santa Famiglia (2019).

Il soffitto della chiesa è formato da una copertura inclinata costituita da legno lamellare verniciato naturale.

La pavimentazione è invece in mattonelle di cotto.

Chiesa di Maria Santissima Immacolata e San Rocco

La chiesa di Maria Santissima Immacolata e San Rocco è ubicata nel centro storico e prospetta sulla piazza San Rocco. Chiamata anche chiesa dell'Immacolata o chiesa di San Rocco, è sede dell'omonima confraternita. Al suo interno custodisce le venerate statue dei due santi titolari.  

Nel 1586 è attestata in Palmi una chiesa dedicata a san Rocco, poiché citata nei documenti della visita ex limina in città di mons. Marco Antonio Del Tufo, vescovo della Diocesi di Mileto. Sull'altare maggiore vi era un quadro di san Rocco, ed inoltre vi aveva sede una confraternita dedicata al santo.

La chiesa è successivamente menzionata in un breve di papa Gregorio XV relativo all'altare privilegiato di san Giovanni Battista, nel 1623, e in un atto del 1664 nel quale la «chiesa seu cappella» veniva affidata all'arcidiacono di Oppido Mamertina. In quel secolo e nel successivo (fino al 1795), il luogo di culto fu adoperato anche per la sepoltura dei fedeli.  

Il luogo di culto è citato nuovamente come «dentro le mura» nella deposizione del 1740 dell'arciprete di san Nicola don Bruno Trifiletti, per l'elevazione della chiesa madre a collegiata. Nello stesso anno si ha notizia di una costruzione, l'oratorio dell'Immacolata, realizzata accanto alla chiesa di san Rocco.  

Nel 1777, pur essendovi due luoghi di culto distinti e attigui, la devozione verso i due santi venne unificata in un'unica confraternita.

La chiesa di san Rocco venne distrutta dal terremoto del 1783 e fu riedificata nel 1788 dall'appaltatore don Fulvio Messina, con direzione dei lavori da parte dell'ing. Pietro Galdo.

Nel 1803, data l'inagibilità della chiesa madre di san Nicola, le funzioni parrocchiali furono spostate nella chiesa di san Rocco, dove furono collocati temporaneamente il quadro della Madonna della Lettera e la statua di san Nicola.

Il terremoto del 1894 danneggiò nuovamente la chiesa di san Rocco e anche l'oratorio dell'Immacolata. Questi due luoghi di culto cittadini furono tra quelli maggiormente colpiti dal sisma. La chiesa perse per sempre l'antico orologio all'italiana che aveva collocato nella facciata.

I due luoghi di culto vennero nuovamente colpiti dal terremoto del 1908. La chiesa di san Rocco a seguito dell'evento venne demolita e ricostruita a poche decine di metri di distanza come cappella in legno e lamiere che, sconsacrata, tuttora esiste nella stessa piazza. Fu ricostruita invece in muratura e legname, nel luogo primitivo, l'oratorio dell'Immacolata. Quest'ultimo subì un incendio, il 30 dicembre 1924, e venne demolito nel 1949.

Nel 1951 venne infine realizzata, con progetto di Giovanni Ammendolia e costruita da maestranze locali, l'attuale chiesa che riunisce in un unico edificio il culto dell'Immacolata concezione e di san Rocco.

Negli anni sessanta vi fu l'adeguamento della chiesa alla riforma liturgica post Concilio Vaticano II, con la rimozione del vecchio altare maggiore e l'aggiunta di una mensa marmorea, al centro del presbiterio, e due amboni, ai lati.

Nel 1979 il luogo di culto e tutta la città di Palmi passarono dalla giurisdizione della diocesi di Mileto a quella nuova di Oppido Mamertina-Palmi.

Esterno - La facciata della chiesa è di forma rettangolare e presenta un'ampia zoccolatura in pietra scura, che si sviluppa per tutta la larghezza della stessa, raccordata con delle lesene decorative anch'esse in pietra scura, che la dividono in tre settori per tutta l'altezza. Nel settore centrale è collocato un atrio, in arretrato rispetto alla facciata e rialzato di tre gradini rispetto al sagrato, delimitato anch'esso da lesene. Nell'atrio si aprono tre ingressi, uno centrale di grandezza pari alla proiezione dell'apertura nella facciata, e due portoni laterali. Completa la facciata un ampio cornicione aggettante.

Le facciate laterali non presentano alcun tipo di elemento architettonico, eccezion fatta per due ingressi secondari in quella destra.

La copertura, costituita da un solaio in cemento armato, è piana ed aggettante con un ampio cornicione. Al centro della copertura si eleva una cupola a base quadrangolare, sorretta internamente alla chiesa da quattro pilastri, con finestre su tutte e quattro le facciate. La copertura della cupola è formata da un tetto a quattro falde.

Sul lato destro è collocato, in arretrato e in aderenza rispetto alla chiesa, un campanile con copertura a quattro falde e finestre su tutte e quattro le facciate. Davanti alla torre si trova un piccolo giardino, rialzato rispetto alla prospiciente via Guglielmo Oberdan e delimitato da recinzione, accessibile sia dall'interno della chiesa che dalla piazza San Rocco.

Interno - Al suo interno la chiesa è formata da una sola navata nella quale, centralmente e ai lati, sorgono due absidi trapezoidali laterali sporgenti che corrispondono a due cappelle laterali. Sia l'aula che il presbiterio, rialzato di quattro gradini, sono collocati all'interno della navata, che si conclude con una parete di fondo curvilinea.  

Nella controfacciata è posta, in corrispondenza dell'ingresso, una bussola centrale dalla quale si accede, ai due lati, ad altrettante bussole in legno di dimensione minore.

Le pareti laterali risultano scandite dalla struttura portante.

Nella parete sinistra, partendo dall'ingresso, si trovano due basi processionali in legno, utilizzate per trasportare a spalla in processione delle due icone di San Rocco e di Maria Santissima Immacolata, un ingresso laterale alla chiesa, un dipinto in olio su tela raffigurante San Rocco che intercede presso la Madonna contro la peste (1981) realizzato dall'artista Maurizio Carnevali, l'apertura della cappella di San Rocco e, in fondo alla parete, un ulteriore ingresso laterale.  

Nella parete destra, sempre partendo dall'ingresso, è collocato un Crocifisso (1982) in legno, un dipinto in olio su tela raffigurante San Rocco tra gli appestati (1981) realizzato anch'esso dall'artista Maurizio Carnevali, un confessionale in legno, l'apertura della cappella di Santa Rita e, in fondo alla parete, la porta d'accesso alla sacrestia preceduta da un secondo confessionale in legno.

Completano le pareti laterali le Stazioni della Via Crucis realizzate in ceramica.

La parete di fondo curvilinea presenta un ampio mosaico (circa 50 m²), di scuola fiorentina, raffigurante la colomba dello Spirito Santo tra angeli musicanti e angeli adoranti con la scritta "tota pulchra es Maria" (XX secolo), realizzata con materiale proveniente da Murano e Ravenna e al cui centro si apre una nicchia, semicilindrica e con volta a cupola, contenente un gruppo scultoreo in gesso scolpito e dipinto rappresentate l'Immacolata Concezione e angeli (1927), di scuola romana.

Il soffitto della chiesa è formato da una copertura piana costituita da un solaio in cemento armato. Centralmente al solaio si innalza, sorretta inoltre da quattro pilastri, una cupola rettangolare nelle cui pareti sono posizionate cinque aperture lunghe e strette per ogni lato, dalle quali prende luce l'intero edificio.

La pavimentazione è invece in lastre di marmo grigio.

Cappella di Santa Rita da Cascia - Centralmente alla parete laterale destra si apre la cappella dedicata a Santa Rita da Cascia, di forma trapezoidale e rialzata di un gradino rispetto alla navata.

Addossato alla parete centrale della cappella è collocato laltare laterale di Santa Rita, rialzato di ulteriori due gradini e realizzato in marmo bianco e policromo con edicola soprastante, al cui interno è collocata una statua di Santa Rita da Cascia (XX secolo), in legno scolpito e dipinto. A lato destro dell'altare è posizionata una piccola colonna in legno che sorregge una statua del Sacro Cuore di Gesù, in gesso modellato e dipinto.

Cappella di San Rocco - Centralmente alla parete laterale sinistra si apre invece la cappella dedicata a San Rocco, anch'essa di forma trapezoidale e rialzata di un gradino rispetto alla navata.

Addossato alla parete centrale della cappella è collocato l'altare laterale di San Rocco (1962), rialzato di ulteriori due gradini e realizzato in marmo e bronzo sbalzato ad opera dello scultore Alessandro Monteleone. Nel bronzo sono rappresentate dall'artista la Salita al Calvario, l'Orazione di Cristo nell'orto degli ulivi, il Volto di San Rocco, una figura maschile di offerente, la Crocifissione di Cristo, l'Ultima Cena, il Sacrificio eucaristico e angeli. Al centro dell'altare è collocata una nicchia contenente la statua di San Rocco (XVII secolo), realizzata in legno di tiglio scolpito e dipinto da artista ignoto.

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