Reggio Calabria

 

Video - Video 2 - Video 3 - Video 4


Palazzi e Ville

Palazzo del Municipio - Palazzo San Giorgio è sede dell'amministrazione comunale. Distrutto il precedente edificio municipale dal terremoto del 1908, il nuovo Palazzo San Giorgio ridisegnato dall'architetto palermitano Ernesto Basile, venne realizzato dalla ditta G. Vianini di Roma a partire dal 1918, ed ultimato nel 1921.

Per esigenze amministrative il sindaco Giuseppe Valentino dispose l'utilizzazione dell'edificio già dal 29 dicembre 1921, ma l'inaugurazione ufficiale avvenne il 27 aprile 1922 alla presenza del Re Vittorio Emanuele III, venuto espressamente a Reggio a bordo del cacciatorpediniere Falco. In quell'occasione la città, fin dal giorno prima, era stata infiorata, imbandierata e tappezzata di manifesti inneggianti alla Casa Savoia.

Dal porto il corteo reale si snodò per le strade della città con automobili messe a disposizione da benemeriti reggini tra cui l'on. Nicola Siles, l'ing. Pietro Spinelli e il cav. Paolo Vilardi.

Dal 1970 al 2000 (anno in cui fu ultimato Palazzo Campanella), Palazzo San Giorgio ha ospitato gli uffici e la sala assembleare del Consiglio regionale della Calabria.  

L'edificio si presenta a due piani con planimetria quasi quadrata. Al piano terrà risulta suddiviso in due parti connesse da una grande galleria che collega il Corso Garibaldi e la parallela via Miraglia. Al primo piano si trovano ampie stanze ricche di decorazioni in stile liberty. 

Tra di esse troviamo: la "Sala dei Lampadari", la "Sala del Sindaco", la "Sala della Giunta Municipale" e la "Sala del Consiglio".

Il Palazzo è in stile liberty. La facciata principale, che dà il suo affaccio su Piazza Italia, è costituita da una serie di finestre che al piano terra presentano un arco a tutto sesto e cornici a bugnato, mentre al primo piano risultano architravate e hanno lesene con capitelli, stemmi e fregi su cui si appoggia un ampio cornicione con balaustra ritmata da paraste. 

L'entrata principale, affacciata su piazza Italia, si trova al centro dell'asse architettonico, costituito da una struttura di fabbrica sporgente somigliante alla sagoma di una torre, sormontata da un balcone. 

Al di sopra del cornicione è presente un orologio, una campana e altri elementi decorativi. Gli altri prospetti dell'edificio ripetono in modo più semplice gli elementi architettonici e decorativi classici del prospetto principale.

Palazzo San Giorgio ha custodito parte delle opere ora presenti nella Pinacoteca civica di Reggio Calabria, collezione artistica di proprietà del Comune di Reggio Calabria della quale altre opere erano esposte presso il Museo Nazionale e presso la Biblioteca Comunale.

In questa collezione figurano 250 dipinti di artisti del periodo compreso tra la prima metà dell'800 e la prima metà del '900, tra i quali vi sono artisti calabresi, prevalentemente del territorio reggino, ma anche non calabresi.

Molte delle opere sono di scuola napoletana (presso la quale si formarono gli artisti calabresi di questo periodo), indirizzata alla fine del XIX secolo verso il Verismo; alcune provengono dalla Biennale Calabrese d'Arte, che permise a Guttuso, Omiccioli, Milesi e Brancaccio di stabilire un legame con la città; altre ancora provengono dall'Accademia di Belle Arti.

Tra i pittori calabresi: Raffaele Ursini (1851), Enrico Salfi (1857), Domenico Augimeri (1834), Vincenzo Jerace (1862), Rubens Santoro (1859), Antonio Cannata (1895), Ugo Ortona (1889), Domenico Bonfa (1912), Enzo Benedetto (1905), Nunzio Bava (1906) e Alberto Bonfa (1910).

Tra gli scultori calabresi: Francesco Jerace (1853), Saverio Gatto (1877), Alessandro Monteleone (1958), Concesso Barca (1877), Pasquale Panetta (1913) e Nino Zucco (1910).

Tra i pittori non calabresi: Giovanni Brancaccio (1903), Renato Guttuso (1912), Giovanni Omiccioli (1901), Beppe Guzzi (1902), Giuseppe Milesi (1915), Giampiero Restellini (1895) e Manlio Giarrizzo (1896).

Tra gli scultori non calabresi: Vincenzo Vela (1820) e Celestino Petrone (1904).  

Palazzo della Provincia - Palazzo Corrado Alvaro (già Palazzo Foti) è un importante edificio. Precedentemente intitolato a Pietro Foti, patriota e sindaco della città sul finire del XIX secolo, prende l'attuale denominazione nel 2015 in onore di Corrado Alvaro, scrittore e poeta nato a San Luca.

Occupa l'isolato compreso tra Piazza Vittorio Emanuele II (detta "Piazza Italia"), il Corso Garibaldi, la via Pietro Foti e la via Miraglia. Nella stessa area sorgeva in precedenza il Palazzo dell'Intendenza, andato distrutto in occasione del terremoto del 1908.

L'attuale palazzo fu progettato nel 1913 dall'architetto Camillo Autore e dall'ingegnere Gaetano Spinelli, e fu realizzato nel 1920, subendo delle modifiche in corso d'opera (nel frattempo gli uffici dell'amministrazione provinciale vennero ospitati in uno dei baraccamenti del rione "Manti" tra via Possidonea e via Filippini).  

La volumetria esterna di Palazzo Corrado Alvaro trova la sua maggiore espressione sulla facciata che dà sulla piazza e nei quattro elementi che caratterizzano gli angoli. I prospetti presentano al pian terreno una serie di finestre architravate, al primo piano dei balconi sormontati da timpani ricurvi e decorazioni. Le superfici sono caratterizzate a piano terra da una disposizione regolare di bugnato, al primo piano da intonaco liscio. Una cornice sormontata da balaustra, contenente motivi floreali e geometrici, delimita l'altezza dell'edificio.  

All'interno del palazzo sono custodite alcune opere d'arte di vari artisti. Tra esse vanno menzionate:

- La "pala marmorea" di Alessandro Monteleone che raffigura il Sacrificio dei Martiri di Gerace, lo Sbarco di Giuseppe Garibaldi e la difesa di ReggioBarlaam di Seminara che impartisce lezioni di greco a Petrarca e Boccaccio.

- due mosaici ad opera di A. Mori che ritraggono il Miracolo si San Paolo e la colonna ardente e la Partecipazione alle Crociate dei nobili della città.

- Una tela del 1869 ad opera di Benassai dal nome La raccolta del grano

- Un olio su tela ad opera di Domenico Augimeni dal nome I contadini

- Una Testa di donna dormiente ad opera di Panetta

- Un dipinto ad opera dell'artista Galante raffigurante l'allegoria del fenomeno della fata morgana

- Due teste di donna ad opera di Francesco Jerace.

Di notevole importanza dal punto di vista artistico è la scalinata che conduce alle sale del primo piano, impreziosita da un'ara di epoca romana.

Al Palazzo della Città Metropolitana sono oggi disponibili varie aree per mostre, esposizioni, convegni ed eventi. In linea con l'idea originaria del progetto di restituire il Palazzo ai cittadini, rendendolo più fruibile ed aperto a tutti, sono oggi disponibili varie aree per mostre, esposizioni, convegni ed eventi.  

Dopo essere stato oggetto di un lungo restauro, di recente il Palazzo della Provincia di Reggio è stato restituito alla città, ampliato grazie al recupero di due nuovi spazi nelle vecchie chiostrine (la sala convegni e la sala mostre) e di un solarium sul terrazzo. Oltre le strutture dell'edificio sono stati oggetto di restauro:

I mosaici e le tele inserite nelle strutture di soffitti pavimenti e pareti, come la Fata Morgana di Galante ed altri dipinti della sala Monsignor Ferro.

I bassorilievi di Monteleone, nella sala del Consiglio del 1954.

I busti in marmo e bronzo come Il Generale di Giuseppe Rendal'Eroica e l'Era di maggio e Victa di Francesco Jerace degli anni 1920-1924.

Tutti i mobili antichi, le ringhiere, i lampadari, i cancelli e i pastorali sono stati restaurati e preservati.

Palazzo del Governo - Il palazzo del Governo (o Prefettura), posto nel cuore del centro storico, occupa l'isolato compreso tra la piazza Vittorio Emanuele II e le vie San Francesco di Sales, Spanò Bolani e corso Vittorio Emanuele III.  

L'edificio, progettato dall'ingegnere Gino Zani nel 1912, fu completato nel 1921. L'attuale palazzo è stato costruito dove prima del terremoto del 1908 sorgevano l'antico monastero della Presentazione e la chiesa di San Francesco di Sales. Il palazzo rappresenta il primo edificio della città costruito con criteri antisismici e ospita la Prefettura della città.  

Il corpo di fabbrica dell'edificio è costituito da due piani fuori terra e presenta una planimetria trapezoidale. Il piano terra, sul lato prospiciente piazza Vittorio Emanuele II, si sviluppa a forma di una "C" e include un cortile di impianto rettangolare mentre su quello con prospetto sul Corso Vittorio Emanuele III include un grande cortile centrale. L'esterno principale che dà l'affaccio sulla piazza presenta tre grandi ingressi muniti di artistici cancelli in ferro battuto decorati con motivi prettamente liberty del tutto simili ai cancelli laterali che consentono l'accesso ai giardini pensili che si trovano in modo simmetrico ai due bordi laterali dell'edificio. Gli ingressi sono sormontati da balconi non sporgenti forniti di aperture ricche nelle cornici di decorazioni a motivi geometrici e floreali. Al piano terra le altre parti della facciata, leggermente a bugnato, presenta una serie di finestre con inferriate, architravate e sormontate da un cornicione leggermente sporgente e balaustra sul quale si trovano collocata due coppie di statue in posizione seduta. Gli elementi architettonici presenti nei rimanenti tre prospetti risultano più semplici e seguono la stessa sequenza di finestre e sono permeate da canoni eclettici ma con decorazioni puramente di stile liberty. Ai saloni del primo livello si accede attraverso una scalinata a rampe simmetriche. Il salone di ricevimento è ricco di stucchi di gusto neoclassico e presenta il soffitto decorato con affreschi ad opera del pittore Andrea Alfano aventi per tema la Ricostruzione.

Teatro comunale di Francesco Cilea - Il teatro comunale Francesco Cilea è intitolato alla memoria del compositore calabrese, nato a Palmi, Francesco Cilea.

Situato di fronte a palazzo San Giorgio, l'edificio occupa un'area compresa tra il corso Garibaldi ad ovest, la via cattolica dei Greci a sud, la via del Torrione ad est e la via Osanna a nord.

Con una capacità di 1.500 posti è il teatro più grande in Calabria.  

I locali a piano terra (che si affacciano sul Corso Garibaldi) per molti anni furono adibiti ad uffici e ritrovi, i seminterrati furono invece utilizzati per convegni e mostre.

Le linee esterne sono ispirate all'architettura classica per volere del sindaco Giuseppe Valentino, infatti egli volle che tra i tanti edifici di Reggio, ve ne fosse qualcuno che riprendesse le forme architettoniche dell'antica città magnogreca.  

La grande sala di stile modernista, che ha sostituito negli anni '60 quella originale in stile neo-classico inaugurata nel 1931 quando l'intero teatro fu ricostruito dopo il disastroso terremoto del 1908, è disegnata a forma di ferro di cavallo e presenta tre ordini di palchi ed un loggione, con un ampio palco reale posto al centro, tra la seconda e terza fila di palchi.

Al primo piano il teatro ospita la Pinacoteca Civica di Reggio Calabria che espone pregiate opere pittoriche acquisite dall'antico museo cittadino grazie a lasciti, donazioni e acquisti.  

Con l'elevazione a capoluogo della Calabria Ultra Prima del 1816, la città di Reggio fu dotata di nuovi palazzi, tra i quali il Real Teatro Borbonio, che era stato ideato ai tempi del governo di Gioacchino Murat e che fu poi realizzato su progetto dell'ingegnere reggino Stefano Stefano Calabrò Anzalone ed inaugurato per l'onomastico del Re Ferdinando I delle Due Sicilie il 30 maggio 1818.

Il vecchio teatro sorgeva tra la Via dei Bianchi e l'antica Via Terme, nella zona dove oggi sorge il Palazzo delle Poste. Sopraelevato nel 1850 per ospitare il Circolo di Società, fu demolito in seguito ai gravi danni subiti durante il terremoto del 1908.

Un'altra struttura operante in città dal 1882 era il baraccone denominato Arena Garibaldi in Piazza Caserme (nei pressi dell'attuale Villa Comunale Umberto I dove oggi sorge il Palazzo della Questura), ebbe lo scopo di offrire nei mesi estivi qualche svago ai reggini, ma anche questa struttura fu completamente distrutta dal sisma del 1908.

Il 21 agosto 1913, grazie anche all'interessamento del ministro Giuseppe De Nava, su progetto del cugino, l'ing. Pietro De Nava, fu posata con solennità la prima pietra del Teatro Garibaldi, i lavori procedettero fino allo scoppio del primo conflitto mondiale. Probabilmente a causa della scarse risorse finanziarie i lavori non ricominciarono, ma la struttura continuò a funzionare nei mesi estivi (nel 1928 ospitò un concerto per le celebrazioni Mariane di settembre, negli anni trenta, fu completamente abbandonato e l'area riutilizzata come maneggio per equitazione.  

La costruzione fu realizzata, grazie al ministro Giuseppe De Nava ed al sindaco Giuseppe Valentino (Sindaco della ricostruzione dopo il terremoto del 1908) in varie riprese, su progetto degli ingegneri Domenico De Simone e Laviny. L'inaugurazione avvenne nel 1931.

Nel secondo dopoguerra la sala del Teatro Cilea viene ampliata, viene data nuova forma alla linea dei palchi, il soffitto diventa sontuoso imponente, ed il boccascena con la nuova cavea per l'orchestra molto elegante; il Cilea diviene così una struttura tra le più belle e funzionali d'Italia e viene reinaugurato dal sindaco Domenico Mannino il 25 febbraio del 1964 con l'opera Il Trovatore di Giuseppe Verdi.

La gestione della struttura viene affidata fin dall'inizio in concessione alla "SAR di Paolo e Francesco Montesano" e per oltre un ventennio, la struttura accoglie compagnie di prosa, varietà e teatrali, che vantavano i più bei nomi del panorama artistico italiano ed internazionale del dopoguerra.

Nel 1985 la commissione di vigilanza della prefettura dichiara inagibile parte del teatro, più precisamente tutto il settore dei palchi, per necessari radicali lavori di ristrutturazione e di adeguamento alle più recenti norme antincendio.

La struttura rimase operativa fino al 1994 con agibilità limitata e nel 1996 vennero iniziati i necessari lavori di ristrutturazione ed adeguamento alle normative, che, dopo quasi diciotto anni, restituirono il Teatro Comunale Cilea alla città di Reggio, pronto a proseguire sulle orme degli anni sessanta la sua gloriosa tradizione artistica e culturale.

Teatro Siracusa - Il Politeama "Siracusa" è un teatro privato, il più antico tra i pochi (e prestigiosi) esistenti in città. È il primo cine-teatro della ricostruzione post sisma del 1908. Fino al 2009 è stato gestito dall'A.R.Di.S. (Agenzia Regionale per il Diritto allo Studio) per conto dell'Università degli Studi "Mediterranea" di Reggio Calabria, con una programmazione di stagioni di prosa, musica jazz e retrospettive cinematografiche di qualità, molto apprezzata dal pubblico reggino (anche giovanile), accanto alle consuete rassegne universitarie sperimentali di Mediterranea Teatro - Laboratorio "Le Nozze", dirette da Renato Nicolini e Marilù Prati. Dal 2010 è dato in locazione alla Regione Calabria, la quale lo ha affidato in gestione nel 2011 (tramite bando pubblico di gara) alla nascente associazione temporanea di scopo (ATS) costituita dalla Fondazione "Horcynus Orca" (capofila), l'Università degli Studi "Mediterranea" di Reggio Calabria ed Alta Marea s.c.s.. L'A.T.S. (nuovo ente gestore ufficiale del politeama) è affiancata da un vasto partenariato di associazioni culturali e operatori del settore, fortemente radicati nel territorio, che a vario titolo e competenza hanno aderito al progetto di gestione, promuovendolo e sostenendolo. Dal 2017 non viene più utilizzato per attività teatrali e viene dato in gestione ad una nota catena di abbigliamento. Successivamente dal 2020 il locale viene sfruttato per il franchising del noto fast food Burger King.  

Il Cinema Teatro "Siracusa" con annesso il Gran Caffè "Siracusa", progettato nel 1921 in stile liberty dagli ingegneri Barbaro e Canova, impreziosito con alcuni bassorilievi dello scultore reggino Ezio Roscitano, venne realizzato nell'area dove, prima del sisma del 1908, iniziava il percorso tortuoso della Salita Santa Lucia.

All'incrocio tra il Corso Garibaldi e la via 2 settembre si apriva, ad angolo tondo, una porta girevole che consentiva l'ingresso al caffè, da dove si poteva accedere al Politeama, che si affaccia sul Corso con diversi ingressi.

Prospiciente il Politeama, proprio dove oggi sorge la cassa di risparmio, era stato realizzato un piccolo chalet, limitato dal cortile dell'Istituto Magistrale da una parete coperta di vegetazione, che faceva da sfondo al palchetto della musica e conferiva un aspetto suggestivo a tutto il giardinetto ombreggiato da un pergolato di glicini.

Sul Corso, una ringhiera in ferro ornata di fiori, piuttosto bassa e munita di cancello, delimitava il marciapiedi dove tanta gente aveva l'abitudine di sostare per ascoltare la musica eseguita dal maestro Nino Battaglia e dalla brava violinista soprannominata "Sci Sciò".

I tavolini erano sempre occupati dallo stesso gruppo di "Viveurs" e di personaggi in vista con idee molto aperte ed inclini a quelle piacevolezze che la vita offriva e che loro non si facevano sfuggire. 

In città il Caffè-Cinema Siracusa fece sempre parlare di sé non solo per i bohémiens che lo frequentavano, ma anche per i tradizionali veglioni di Carnevale e di San Silvestro, per le celebrazioni di ricorrenze fasciste, per la conferenze di illustri personaggi della cultura del tempo e per le famose compagnie teatrali che calcavano le sue scene, tra i quali:

Angelo Musco

Ruggero Ruggeri

Achille Maieroni

Gualtiero Turniati

Memo Bernassi

Macario

Wanda Osiris

Il Politeama Siracusa venne inaugurato il 22 dicembre 1922 con la messa in scena dell'opera Otello.  

I prospetti presentano un ritmo articolato ricco di elementi innovativi: sul basamento inferiore si appoggiano le paraste che terminano sui capitelli decorati con elementi floreali, che si fermano sulla linea mediana delle aperture e proseguono con elementi a rilievo anch'essi decorati. Al piano superiore i balconi si susseguono seguendo un preciso ritmo di pieni e vuoti; sulla porzione del prospetto del teatro si presentano come tre aperture rettangolari arretrate, mentre gli elementi verticali sono avanzati e il balcone ha un'apertura tripartita ad arco. La pensilina dell'ingresso del teatro è realizzata in ferro battuto anche questa con decori floreali. Le balaustre dei balconi, in struttura cementizia, sono particolarmente pregevoli nelle decorazioni che alternano forme geometriche e motivi floreali. La stessa decorazione la ritroviamo anche sulla balconata dell'angolo curvo dove è possibile ammirare le decorazioni floreali che sormontano gli architravi delle aperture rettangolari.

All'interno del teatro è possibile ancora oggi ammirare raffinate decorazioni floreali.  

Palazzo della Camera di commercio - Il palazzo della Camera di commercio è uno storico edificio del centro della città che occupa parte dell'isolato ad angolo tra le vie Tommaso Campanella e Giuseppe Logoteta. Il palazzo dalla singolare architettura, pur con elementi rinascimentali, si richiama allo stile liberty, specie negli interni. Esso ospita la locale Camera di commercio.  

L'atto di nascita della Camera di commercio ed Arti di Reggio Calabria porta la data del 23 ottobre 1862: la firma di re Vittorio Emanuele II sanciva l'istituzione dell'ente.

L'attuale edificio nasce dalla necessità di sostituire quella baraccata, nata dopo il terremoto del 1908, ormai insufficiente nonostante le opere di ampliamento realizzate. Venne individuato il suolo su cui costruire la nuova sede, in prossimità di quella distrutta dal terremoto. 

Il nuovo edificio sarebbe sorto in via Logoteta ad angolo con la via Liceo, oggi via Campanella, su progetto dell'ingegnere Gino Zani. Il prospetto principale, e di conseguenza l'ingresso dell'edificio, previsti inizialmente sulla via Logoteta, sarebbero stati invece spostati sulla via Liceo. La prima pietra venne posta nel 1926, alla presenza del Ministro del Regno Italo Balbo. Lungaggini burocratiche legate all'applicazione delle nuove norme antisismiche e le problematiche connesse al difficile reperimento dei materiali necessari determinarono notevoli ritardi nell'esecuzione dei lavori che ebbero inizio nel 1929 e furono eseguiti dalla ditta Borrello, poi completati nelle rifiniture artistiche degli interni dal prof. Romano Buva. Nel dicembre del 1935 la nuova sede fu completata e inaugurata.  

Il corpo di fabbrica si articola in altezza per tre piani fuori terra più il seminterrato e si presenta a pianta rettangolare. Le facciate di un bugnato uniforme e liscio, con diversi elementi decorativi, sono organizzate a fasce, scandite orizzontalmente dalla spessa zoccolatura di base e le cornici marcapiano. Al pianterreno, sul prospetto principale posto sulla via Campanella, in posizione centrale si apre il portale ad arco a tutto sesto delimitato da una coppia di lesene piatte con scanalature verticali e capitello lineare e poco pronunciato rispetto al piano di facciata. Lateralmente ad esso si aprono su entrambi i lati una successione di finestre rettangolari architravate e incorniciate da una leggera decorazione.

 Al primo piano, iniziato da una cornice marcapiano decorata, si trova, in asse con il portale, il balcone con ringhiera in ferro battuto artisticamente lavorata e porta-finestra bifora ad arco a tutto sesto, con cornice bugnata, colonnine e decorazione circolare al centro. La serie di finestre presenti al primo piano riproduce lo stesso ordine architettonico della porta-finestra del balcone con l'aggiunta di una decorazione affrescata nella parte sottostante che riproduce il disegno delle ringhiere presenti nelle balaustre dei balconi. Il prospetto, al livello del primo piano, è concluso da un secondo balcone con soluzione ad angolo. 

Il secondo piano, iniziato da una cornice marcapiano lineare e più semplice della precedente, è caratterizzato da una serie ritmica di finestre, che riproduce la stessa linea architettonica di quelle del piano terra, e con la stessa decorazione presente nella parte sottostante del davanzale delle aperture del primo piano. Il prospetto sulla via Logoteta richiama gli stessi ordini architettonici e decorativi della facciata principale con la presenza nella zoccolatura di base delle finestre, architravate e chiuse da inferriate, del seminterrato. La parte sommitale dell'edificio è conclusa da un cornicione in forte aggetto coperto da tegole in cotto oltre il quale è nascosta la balaustra metallica del terrazzo.

Palazzo Zani - Palazzo Zani, noto come l'ex Palazzo del Genio Civile, oggi sede della Facoltà di Giurisprudenza, prende il nome dall'ingegnere sammarinese Gino Zani che progettò questo e molti altri edifici della città durante l'ultima ricostruzione.  

Con il suo imponente complesso architettonico, il palazzo occupa l'area delimitata da via Dei Bianchi (via Miraglia), via Felice Valentino, il corso Vittorio Emanuele III e via Vitrioli. Su un lotto rettangolare, l'edificio progettato dallo Zani e presentato alla Commissione Edilizia nel luglio del 1920, è a due livelli più scantinato, e segue costantemente la linea di dislivello dal Lungomare sino ad arrivare a via Dei Bianchi dove si presenta con un comparto a maggiore altezza.

PalazzoZani.jpg (166986 byte)I prospetti quasi uniformi, nelle soluzioni d'angolo presentano corpi lievemente sporgenti, sul Lungomare un corpo centrale poco più alto e leggermente sporgente, il piano terra è definito, per tutta la sua altezza, da un bugnato con una serie di finestre ad arco con cornice chiave di volta allungata, negli angoli ampie aperture con mensole che sostengono l'arco semicircolare ed un timpano ornato, alla stessa maniera il prospetto su via Dei Bianchi ad eccezione della definizione di accesso che offre un'ampia scalinata. Palazzo Zani, non presenta - all'ingresso anteriore - rampe che consentano l'ingresso a persone in sedia a rotelle. Invece, è possibile accedere alla Facoltà di Giurisprudenza da via Vittorio Emanuele III al civico 119.

Al piano superiore con ritmo regolare, interrotto da lesene, si distinguono ampie aperture rettangolari con un fregio decorato, ai due estremi del corpo centrale due finestre con mensolone che sorregge la cornice ed il frontone con timpano decorato, il tutto sovrastato da un cornicione e da una balaustra in cemento attorno al tetto a terrazzo.

Palazzo Zani è stato di recente designato per ospitare la sede della facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli Studi Mediterranea.

Palazzo dei Tribunali - Il Palazzo dei Tribunali è uno storico edificio posto nella parte alta del centro della città. Il manufatto architettonico occupa l'isolato delimitato dalle vie Girolamo Arcovito, Domenico Muratori e dalla piazza Castello. L'edificio, progettato dall'ingegnere Farinelli, venne iniziato nel 1915 e completato nel 1926. Attualmente il palazzo ospita gli uffici giudiziari della città e, in particolare, vi si trovano la corte di Assise e la corte di Appello. L'edificio verrà presto sostituito dal nuovo palazzo di giustizia.  

Il palazzo costituisce una della quinte di piazza Castello, si presenta con uno stile prettamente neoclassico e si segnala per la sua imponenza e le rientranze e sporgenze della facciata principale che mettono in evidenza il corpo di fabbrica centrale caratterizzato da alcune linee monumentali. Il terreno in pendio poneva problemi che furono risolti mediante l'articolazione del Palazzo in più corpi: il corpo principale collegato con le altre parti da ampi corridoi e la grandiosa architettura degli esterni che contribuisce a dare un aspetto unitario e monumentale ad una struttura pensata con finalità di razionale distribuzione degli uffici. Il manufatto ha un impianto tipologico a doppia corte chiusa con copertura a terrazza e due piani fuori terra. 

Il fronte principale, di forma rettangolare e delimitato verticalmente da lesene piatte di ordine ionico poste agli spigoli, si eleva su un'ampia scalinata ad ordine unico, con un gigantesco colonnato ionico che scandisce le aperture. Il portale è costituito da tre grandi aperture architravate sovrastate da tre grandi finestroni rettangolari tripartiti e chiusi da inferriate artisticamente lavorate che ripetono le stesse linee decorative dei cancelli degli ingressi. Ai suoi lati si susseguono due serie di finestre incorniciate e sormontate da un decorato cornicione lineare in aggetto al di sopra del quale si trovano decorazioni circolari incave. Il basamento in bugnato liscio contiene le aperture del seminterrato. La parte sommitale del manufatto inizia con una grandiosa trabeazione, poco sviluppata nel rilievo ma molto alta, sopra la quale poggia la ricca cornice di gronda e si conclude con un parapetto in muratura che si innalza in corrispondenza dell'ingresso principale. Gli altri prospetti, di altezza maggiore per il dislivello dell'isolato, ripetono le stesse linee architettoniche del prospetto principale e risultano divisi orizzontalmente da ricche cornici marcapiano.

Palazzo delle Finanze - Architettonicamente l'edificio è caratterizzato da canoni stilistici neorinascimentali con influssi dell'architettura liberty attraverso le decorazioni a motivi floreali. Ospita gli uffici provinciali dell'Agenzia delle Entrate.

Palazzo delle Poste e Telegrafi - Rappresenta una tra le migliori costruzioni neoclassiche della città. L'edificio, maestosa costruzione, occupa l'intero isolato delimitato dal corso Vittorio Emanuele III e dalle vie Miraglia, Valentino e Foti.

Palazzo della Banca d'Italia - Progettato dall'Ing. B. Accolti Gil, posto in fregio al Corso Garibaldi, si presenta in architettura neoclassica.

Palazzo del Banco di Napoli - Edificio di gusto neoclassico, fu costruito nel 1927 e si trova sulla via Miraglia.

Palazzo del Monte dei Paschi di Siena - In stile liberty, si trova sulla via del Torrione, zona alta del centro storico.

Albergo Centralino - Edificio in stile liberty, ha ospitato per un lungo periodo uno degli alberghi storici della città. Attualmente l'edificio è la sede degli uffici esattoriali.

Palazzo ex hotel Miramare - Fino a poco tempo fa ha ospitato l'omonimo hotel e attualmente è in disuso anche se c'è un progetto dell'amministrazione comunale per la sua riconversione a sede espositiva. Si presenta esternamente in stile architettonico neoclassico mentre gli interni risentono delle influenze delle liberty. Il Palazzo Miramare è stato dichiarato «bene di interesse particolarmente importante sul piano storico-artistico» e sottoposto a procedimento per l'imposizione del vincolo di tutela da parte della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria poiché nell'area sono presenti resti archeologici riconducibili alla città romana di Regium.

Palazzo Istituto Tecnico Piria - Fu progettato dall'architetto Camillo Autore nel 1912 e venne completato dopo varie interruzioni nel 1919. L'edificio presenta un corpo di fabbrica leggermente asimmetrico a forma di C con il cortile aperto su via Piria. Il progetto originariamente pensato a due piani fuori terra venne poi trasformato con l'inserimento di un piano seminterrato. I prospetti, perfettamente simmetrici, sono caratterizzati dall'andamento costante delle aperture, l'uso di decorazioni. Altra caratterizzazione è data dall'uso dell'intonaco: dopo il primo livello del basamento di pietra artificiale cementizia in finto travertino, attraverso una miscela di graniglia e pietra cementizia, diventa bugnato per tutto il piano terra, e intonaco lisciato e rigato per tutto il piano superiore. Le facciate semplici e uniformi presentano nella parte finale una cornice ricca di decorazioni floreali, riprese anche sugli architravi delle finestre impreziosendo l'immagine complessiva.

Pag. 2 Pag. 4