Palazzi
e Ville
Palazzo
del Municipio - Palazzo
San Giorgio è sede dell'amministrazione
comunale.
Distrutto
il precedente edificio municipale dal terremoto
del 1908,
il nuovo Palazzo San Giorgio ridisegnato dall'architetto palermitano Ernesto
Basile,
venne realizzato dalla ditta G. Vianini di Roma a
partire dal 1918,
ed ultimato nel 1921.
Per
esigenze amministrative il sindaco Giuseppe
Valentino dispose
l'utilizzazione dell'edificio già dal 29 dicembre 1921,
ma l'inaugurazione ufficiale avvenne il 27 aprile 1922 alla
presenza del Re Vittorio
Emanuele III,
venuto espressamente a Reggio a
bordo del cacciatorpediniere Falco.
In quell'occasione la città, fin dal giorno prima, era stata infiorata,
imbandierata e tappezzata di manifesti inneggianti alla Casa
Savoia.
Dal
porto il corteo reale si snodò per le strade della città con automobili messe
a disposizione da benemeriti reggini tra cui l'on. Nicola Siles, l'ing. Pietro
Spinelli e il cav. Paolo Vilardi.
Dal 1970 al 2000 (anno
in cui fu ultimato Palazzo
Campanella),
Palazzo San Giorgio ha ospitato gli uffici e la sala assembleare del Consiglio
regionale della Calabria.
L'edificio
si presenta a due piani con planimetria quasi quadrata. Al piano terrà risulta
suddiviso in due parti connesse da una grande galleria che collega il Corso
Garibaldi e la parallela via Miraglia. Al primo piano si trovano ampie stanze
ricche di decorazioni in stile liberty.
Tra di esse troviamo: la "Sala dei
Lampadari", la "Sala del Sindaco", la "Sala della Giunta
Municipale" e la "Sala del Consiglio".
Il
Palazzo è in stile liberty.
La facciata principale, che dà il suo affaccio su Piazza
Italia,
è costituita da una serie di finestre che
al piano terra presentano un arco
a tutto sesto e
cornici a bugnato, mentre al primo piano risultano architravate e hanno lesene
con capitelli,
stemmi e fregi su cui si appoggia un
ampio cornicione con balaustra ritmata
da paraste.
L'entrata principale, affacciata su piazza Italia, si trova al
centro dell'asse architettonico, costituito da una struttura di fabbrica
sporgente somigliante alla sagoma di una torre,
sormontata da un balcone.
Al di sopra del cornicione è presente un orologio,
una campana e
altri elementi decorativi. Gli altri prospetti dell'edificio ripetono in modo più
semplice gli elementi architettonici e decorativi classici del prospetto
principale.
Palazzo
San Giorgio ha custodito parte delle opere ora presenti nella Pinacoteca
civica di Reggio Calabria,
collezione artistica di proprietà del Comune di Reggio Calabria della quale
altre opere erano esposte presso il Museo
Nazionale e
presso la Biblioteca
Comunale.
In
questa collezione figurano 250 dipinti di artisti del periodo compreso tra la
prima metà dell'800 e
la prima metà del '900,
tra i quali vi sono artisti calabresi, prevalentemente del territorio reggino,
ma anche non calabresi.
Molte
delle opere sono di scuola
napoletana (presso
la quale si formarono gli artisti calabresi di questo periodo), indirizzata alla
fine del XIX
secolo verso
il Verismo;
alcune provengono dalla Biennale
Calabrese d'Arte,
che permise a Guttuso,
Omiccioli, Milesi e Brancaccio di stabilire un legame con la città; altre
ancora provengono dall'Accademia
di Belle Arti.
Tra
i pittori calabresi: Raffaele Ursini (1851), Enrico Salfi (1857), Domenico
Augimeri (1834), Vincenzo Jerace (1862), Rubens Santoro (1859), Antonio Cannata
(1895), Ugo Ortona (1889), Domenico Bonfa (1912), Enzo Benedetto (1905), Nunzio
Bava (1906)
e Alberto Bonfa (1910).
Tra
gli scultori calabresi: Francesco
Jerace (1853), Saverio
Gatto (1877), Alessandro
Monteleone (1958),
Concesso Barca (1877), Pasquale Panetta (1913) e Nino Zucco (1910).
Tra
i pittori non calabresi: Giovanni Brancaccio (1903), Renato
Guttuso (1912), Giovanni
Omiccioli (1901),
Beppe Guzzi (1902), Giuseppe Milesi (1915), Giampiero Restellini (1895) e Manlio
Giarrizzo (1896).
Tra
gli scultori non calabresi: Vincenzo
Vela (1820)
e Celestino Petrone (1904).
Palazzo
della Provincia
- Palazzo
Corrado Alvaro (già Palazzo Foti) è un importante edificio.
Precedentemente intitolato a Pietro
Foti,
patriota e sindaco della città sul finire del XIX
secolo,
prende l'attuale denominazione nel 2015 in
onore di Corrado
Alvaro,
scrittore e poeta nato a San
Luca.
Occupa
l'isolato compreso tra Piazza
Vittorio Emanuele II (detta
"Piazza Italia"), il Corso
Garibaldi,
la via Pietro Foti e la via Miraglia. Nella stessa area sorgeva in precedenza il
Palazzo dell'Intendenza, andato distrutto in occasione del terremoto
del 1908.
L'attuale
palazzo fu progettato nel 1913 dall'architetto Camillo
Autore e
dall'ingegnere Gaetano
Spinelli,
e fu realizzato nel 1920,
subendo delle modifiche in corso d'opera (nel frattempo gli uffici
dell'amministrazione provinciale vennero ospitati in uno dei baraccamenti del
rione "Manti" tra via Possidonea e via Filippini).
La
volumetria esterna di Palazzo Corrado Alvaro trova la sua maggiore espressione
sulla facciata che dà sulla piazza e nei quattro elementi che caratterizzano
gli angoli. I prospetti presentano al pian terreno una serie di finestre
architravate, al primo piano dei balconi sormontati da timpani ricurvi e
decorazioni. Le superfici sono caratterizzate a piano terra da una disposizione
regolare di bugnato, al primo piano da intonaco liscio. Una cornice sormontata
da balaustra, contenente motivi floreali e geometrici, delimita l'altezza
dell'edificio.
All'interno
del palazzo sono custodite alcune opere d'arte di vari artisti. Tra
esse vanno menzionate:
-
La
"pala marmorea" di Alessandro Monteleone che raffigura il Sacrificio
dei Martiri di Gerace,
lo Sbarco di Giuseppe Garibaldi e la difesa di Reggio. Barlaam
di Seminara che
impartisce lezioni di greco a Petrarca e Boccaccio.
-
due
mosaici ad opera di A. Mori che ritraggono il Miracolo si San Paolo e la
colonna ardente e la Partecipazione alle Crociate dei nobili
della città.
-
Una
tela del 1869 ad
opera di Benassai dal nome La raccolta del grano
-
Un
olio su tela ad opera di Domenico Augimeni dal nome I contadini
-
Una Testa
di donna dormiente ad opera di Panetta
-
Un
dipinto ad opera dell'artista Galante raffigurante l'allegoria del fenomeno
della fata
morgana
-
Due
teste di donna ad opera di Francesco
Jerace.
Di
notevole importanza dal punto di vista artistico è la scalinata che conduce
alle sale del primo piano, impreziosita da un'ara di epoca romana.
Al
Palazzo della Città Metropolitana sono oggi disponibili varie aree per mostre,
esposizioni, convegni ed eventi. In linea con l'idea originaria del progetto di
restituire il Palazzo ai cittadini, rendendolo più fruibile ed aperto a tutti,
sono oggi disponibili varie aree per mostre, esposizioni, convegni ed eventi.
Dopo
essere stato oggetto di un lungo restauro, di recente il Palazzo della
Provincia di Reggio è stato restituito alla città, ampliato grazie al
recupero di due nuovi spazi nelle vecchie chiostrine (la sala convegni e la sala
mostre) e di un solarium sul terrazzo. Oltre le strutture dell'edificio sono
stati oggetto di restauro:
I
mosaici e le tele inserite nelle strutture di soffitti pavimenti e pareti, come
la Fata Morgana di Galante ed altri dipinti della sala
Monsignor Ferro.
I
bassorilievi di Monteleone,
nella sala del Consiglio del 1954.
I
busti in marmo e bronzo come Il Generale di Giuseppe
Renda, l'Eroica e l'Era di
maggio e Victa di Francesco
Jerace degli
anni 1920-1924.
Tutti
i mobili antichi, le ringhiere, i lampadari, i cancelli e i pastorali sono stati
restaurati e preservati.
Palazzo
del Governo - Il palazzo
del Governo (o Prefettura),
posto nel cuore del centro
storico,
occupa l'isolato compreso tra
la piazza
Vittorio Emanuele II e
le vie San Francesco di Sales, Spanò Bolani e corso
Vittorio Emanuele III.
L'edificio,
progettato dall'ingegnere Gino
Zani nel 1912,
fu completato nel 1921.
L'attuale palazzo è stato costruito dove prima del terremoto
del 1908 sorgevano
l'antico monastero della Presentazione e la chiesa di San Francesco di Sales. Il
palazzo rappresenta il primo edificio della città costruito con criteri
antisismici e ospita la Prefettura della
città.
Il
corpo di fabbrica dell'edificio è costituito da due piani fuori terra e
presenta una planimetria trapezoidale. Il piano terra, sul lato prospiciente piazza
Vittorio Emanuele II,
si sviluppa a forma di una "C" e include un cortile di impianto
rettangolare mentre su quello con prospetto sul Corso Vittorio Emanuele III
include un grande cortile centrale. L'esterno principale che dà l'affaccio
sulla piazza presenta
tre grandi ingressi muniti di artistici cancelli in ferro battuto decorati con
motivi prettamente liberty del
tutto simili ai cancelli laterali che consentono l'accesso ai giardini
pensili che
si trovano in modo simmetrico ai due bordi
laterali dell'edificio.
Gli ingressi sono sormontati da balconi non sporgenti forniti di aperture ricche
nelle cornici di decorazioni a motivi geometrici e floreali. Al piano terra le
altre parti della facciata, leggermente a bugnato,
presenta una serie di finestre con inferriate, architravate e sormontate da un cornicione leggermente
sporgente e balaustra sul
quale si trovano collocata due coppie di statue in posizione seduta. Gli
elementi architettonici presenti nei rimanenti tre prospetti risultano più
semplici e seguono la stessa sequenza di finestre e sono permeate da canoni
eclettici ma con decorazioni puramente di stile liberty. Ai saloni del primo
livello si accede attraverso una scalinata a rampe simmetriche. Il salone di
ricevimento è ricco di stucchi di gusto neoclassico e presenta il soffitto
decorato con affreschi ad opera del pittore Andrea Alfano aventi per tema la
Ricostruzione.
Teatro
comunale di Francesco Cilea - Il teatro
comunale Francesco Cilea è
intitolato alla memoria del compositore calabrese, nato a Palmi, Francesco
Cilea.
Situato
di fronte a palazzo
San Giorgio,
l'edificio occupa un'area compresa tra il corso Garibaldi ad
ovest, la via cattolica dei Greci a sud, la via del
Torrione ad est e la via Osanna a nord.
Con
una capacità di 1.500 posti è il teatro più grande in Calabria.
I
locali a piano terra (che si affacciano sul Corso Garibaldi) per molti anni
furono adibiti ad uffici e ritrovi, i seminterrati furono invece utilizzati per
convegni e mostre.
Le
linee esterne sono ispirate all'architettura classica per volere del sindaco Giuseppe
Valentino,
infatti egli volle che tra i tanti edifici di Reggio,
ve ne fosse qualcuno che riprendesse le forme architettoniche dell'antica città magnogreca.
La
grande sala di stile modernista, che ha sostituito negli anni '60 quella
originale in stile neo-classico inaugurata nel 1931 quando l'intero teatro fu
ricostruito dopo il disastroso terremoto del 1908, è disegnata a forma di ferro
di cavallo e presenta tre ordini di palchi ed un loggione,
con un ampio palco reale posto al centro, tra la seconda e terza fila di palchi.
Al primo piano il teatro ospita la Pinacoteca
Civica di Reggio Calabria che
espone pregiate opere pittoriche acquisite dall'antico museo cittadino grazie a
lasciti, donazioni e acquisti.
Con
l'elevazione a capoluogo della Calabria Ultra Prima del 1816,
la città di Reggio fu
dotata di nuovi palazzi, tra i quali il Real Teatro Borbonio, che
era stato ideato ai tempi del governo di Gioacchino
Murat e
che fu poi realizzato su progetto dell'ingegnere
reggino Stefano Stefano
Calabrò Anzalone ed
inaugurato per l'onomastico del Re Ferdinando I delle Due Sicilie il 30 maggio 1818.
Il
vecchio teatro sorgeva tra la Via dei Bianchi e l'antica Via Terme, nella zona
dove oggi sorge il Palazzo
delle Poste.
Sopraelevato nel 1850 per
ospitare il Circolo di Società, fu demolito in seguito ai gravi
danni subiti durante il terremoto
del 1908.
Un'altra
struttura operante in città dal 1882 era
il baraccone denominato Arena Garibaldi in Piazza Caserme (nei
pressi dell'attuale Villa
Comunale Umberto I dove
oggi sorge il Palazzo
della Questura),
ebbe lo scopo di offrire nei mesi estivi qualche svago ai reggini, ma anche
questa struttura fu completamente distrutta dal sisma
del 1908.
Il
21 agosto 1913,
grazie anche all'interessamento del ministro Giuseppe
De Nava,
su progetto del cugino, l'ing. Pietro
De Nava,
fu posata con solennità la prima pietra del Teatro Garibaldi, i
lavori procedettero fino allo scoppio del primo conflitto mondiale.
Probabilmente a causa della scarse risorse finanziarie i lavori non
ricominciarono, ma la struttura continuò a funzionare nei mesi estivi (nel 1928 ospitò
un concerto per
le celebrazioni
Mariane di settembre,
negli anni
trenta,
fu completamente abbandonato e l'area riutilizzata come maneggio per
equitazione.
La
costruzione fu realizzata, grazie al
ministro Giuseppe
De Nava ed
al sindaco Giuseppe
Valentino (Sindaco
della ricostruzione dopo il terremoto
del 1908)
in varie riprese, su progetto degli ingegneri Domenico De Simone e Laviny.
L'inaugurazione avvenne nel 1931.
Nel
secondo dopoguerra la sala del Teatro Cilea viene ampliata,
viene data nuova forma alla linea dei palchi, il soffitto diventa sontuoso
imponente, ed il boccascena con la nuova cavea per l'orchestra molto elegante;
il Cilea diviene così una struttura tra le più belle e
funzionali d'Italia e viene reinaugurato dal sindaco Domenico
Mannino il
25 febbraio del 1964 con
l'opera Il
Trovatore di Giuseppe
Verdi.
La
gestione della struttura viene affidata fin dall'inizio in concessione alla
"SAR di Paolo e Francesco Montesano" e per oltre un ventennio, la
struttura accoglie compagnie di prosa, varietà e teatrali, che vantavano i più
bei nomi del panorama artistico italiano ed internazionale del dopoguerra.
Nel 1985 la
commissione di vigilanza della prefettura dichiara inagibile parte del teatro,
più precisamente tutto il settore dei palchi, per necessari radicali lavori di
ristrutturazione e di adeguamento alle più recenti norme antincendio.
La
struttura rimase operativa fino al 1994 con agibilità limitata e nel
1996 vennero iniziati i necessari lavori di ristrutturazione ed adeguamento alle
normative, che, dopo quasi diciotto anni, restituirono il Teatro
Comunale Cilea alla città di Reggio, pronto a proseguire sulle orme
degli anni
sessanta la
sua gloriosa tradizione artistica e culturale .

Teatro
Siracusa
- Il Politeama
"Siracusa" è un teatro privato,
il più antico tra i pochi (e prestigiosi) esistenti in città. È il primo
cine-teatro della ricostruzione post sisma del 1908. Fino al 2009 è stato
gestito dall'A.R.Di.S. (Agenzia Regionale per il Diritto allo Studio) per conto
dell'Università
degli Studi "Mediterranea" di Reggio Calabria,
con una programmazione di stagioni di prosa, musica jazz e retrospettive
cinematografiche di qualità, molto apprezzata dal pubblico reggino (anche
giovanile), accanto alle consuete rassegne universitarie sperimentali di
Mediterranea Teatro - Laboratorio "Le Nozze", dirette da Renato
Nicolini e Marilù
Prati.
Dal 2010 è dato in locazione alla Regione Calabria, la quale lo ha affidato in
gestione nel 2011 (tramite bando pubblico di gara) alla nascente associazione
temporanea di scopo (ATS) costituita dalla Fondazione "Horcynus Orca"
(capofila), l'Università
degli Studi "Mediterranea" di Reggio Calabria ed
Alta Marea s.c.s.. L'A.T.S. (nuovo ente gestore ufficiale del politeama) è
affiancata da un vasto partenariato di associazioni culturali e operatori del
settore, fortemente radicati nel territorio, che a vario titolo e competenza
hanno aderito al progetto di gestione, promuovendolo e sostenendolo. Dal 2017
non viene più utilizzato per attività teatrali e viene dato in gestione ad una
nota catena di abbigliamento. Successivamente dal 2020 il locale viene sfruttato
per il franchising del noto fast food Burger
King.
Il Cinema
Teatro "Siracusa" con annesso il Gran Caffè
"Siracusa", progettato nel 1921 in stile
liberty dagli
ingegneri Barbaro e Canova, impreziosito con alcuni bassorilievi dello scultore
reggino Ezio Roscitano, venne realizzato nell'area dove, prima del sisma
del 1908,
iniziava il percorso tortuoso della Salita Santa Lucia.
All'incrocio
tra il Corso Garibaldi e la via 2 settembre si apriva, ad angolo tondo, una porta
girevole che
consentiva l'ingresso al caffè, da dove si poteva accedere al Politeama, che si
affaccia sul Corso con diversi ingressi.
Prospiciente
il Politeama, proprio dove oggi sorge la cassa di risparmio, era stato
realizzato un piccolo chalet, limitato dal cortile dell'Istituto Magistrale da
una parete coperta di vegetazione, che faceva da sfondo al palchetto della
musica e conferiva un aspetto suggestivo a tutto il giardinetto ombreggiato da
un pergolato di glicini.
Sul
Corso, una ringhiera in ferro ornata di fiori, piuttosto bassa e munita di
cancello, delimitava il marciapiedi dove tanta gente aveva l'abitudine di
sostare per ascoltare la musica eseguita dal maestro Nino Battaglia e dalla
brava violinista soprannominata "Sci Sciò".
I
tavolini erano sempre occupati dallo stesso gruppo di "Viveurs" e di
personaggi in vista con idee molto aperte ed inclini a quelle piacevolezze che
la vita offriva e che loro non si facevano sfuggire.
In
città il Caffè-Cinema Siracusa fece sempre parlare di sé non
solo per i bohémiens che lo frequentavano, ma anche per i tradizionali veglioni
di Carnevale e di San Silvestro, per le celebrazioni di ricorrenze fasciste, per
la conferenze di illustri personaggi della cultura del tempo e per le famose
compagnie teatrali che calcavano le sue scene, tra i quali:
Angelo
Musco
Ruggero
Ruggeri
Achille
Maieroni
Gualtiero
Turniati
Memo
Bernassi
Macario
Wanda
Osiris
Il
Politeama Siracusa venne inaugurato il 22 dicembre 1922 con
la messa in scena dell'opera Otello.
I
prospetti presentano un ritmo articolato ricco di elementi innovativi: sul
basamento inferiore si appoggiano le paraste che
terminano sui capitelli decorati con elementi floreali, che si fermano sulla
linea mediana delle aperture e proseguono con elementi a rilievo anch'essi
decorati. Al piano superiore i balconi si susseguono seguendo un preciso ritmo
di pieni e vuoti; sulla porzione del prospetto del teatro si presentano come tre
aperture rettangolari arretrate, mentre gli elementi verticali sono avanzati e
il balcone ha un'apertura tripartita ad arco. La pensilina dell'ingresso
del teatro è realizzata in ferro battuto anche questa con decori floreali. Le balaustre dei
balconi, in struttura cementizia, sono particolarmente pregevoli nelle
decorazioni che alternano forme geometriche e motivi floreali. La stessa
decorazione la ritroviamo anche sulla balconata dell'angolo curvo dove è
possibile ammirare le decorazioni floreali che sormontano gli architravi delle
aperture rettangolari.
All'interno
del teatro è possibile ancora oggi ammirare raffinate decorazioni
floreali.
Palazzo
della Camera di commercio - Il palazzo
della Camera di commercio è uno storico edificio del centro della
città che occupa parte dell'isolato ad angolo tra le vie Tommaso Campanella e
Giuseppe Logoteta. Il palazzo dalla singolare architettura, pur con elementi
rinascimentali, si richiama allo stile
liberty,
specie negli interni. Esso
ospita la locale Camera
di commercio.
L'atto
di nascita della Camera di commercio ed Arti di Reggio
Calabria porta
la data del 23 ottobre 1862:
la firma di re
Vittorio Emanuele II sanciva
l'istituzione dell'ente.
L'attuale
edificio nasce dalla necessità di sostituire quella baraccata, nata dopo il terremoto
del 1908,
ormai insufficiente nonostante le opere di ampliamento realizzate. Venne
individuato il suolo su cui costruire la nuova sede, in prossimità di quella
distrutta dal terremoto.
Il nuovo edificio sarebbe sorto in via Logoteta ad
angolo con la via Liceo, oggi via Campanella, su progetto dell'ingegnere Gino
Zani.
Il prospetto principale, e di conseguenza l'ingresso dell'edificio, previsti
inizialmente sulla via Logoteta, sarebbero stati invece spostati sulla via
Liceo. La prima pietra venne posta nel 1926,
alla presenza del Ministro del Regno Italo
Balbo.
Lungaggini burocratiche legate all'applicazione delle nuove norme antisismiche e
le problematiche connesse al difficile reperimento dei materiali necessari
determinarono notevoli ritardi nell'esecuzione dei lavori che ebbero inizio nel 1929 e
furono eseguiti dalla ditta Borrello, poi completati nelle rifiniture artistiche
degli interni dal prof. Romano Buva. Nel dicembre del 1935 la
nuova sede fu completata e inaugurata.
Il
corpo di fabbrica si articola in altezza per tre piani fuori terra più il
seminterrato e si presenta a pianta rettangolare. Le facciate di un bugnato uniforme
e liscio, con diversi elementi decorativi, sono organizzate a fasce, scandite
orizzontalmente dalla spessa zoccolatura di
base e le cornici
marcapiano.
Al pianterreno, sul prospetto principale posto sulla via Campanella, in
posizione centrale si apre il portale ad arco
a tutto sesto delimitato
da una coppia di lesene piatte
con scanalature verticali e capitello lineare e poco pronunciato rispetto al
piano di facciata. Lateralmente ad esso si aprono su entrambi i lati una
successione di finestre rettangolari architravate e incorniciate da una leggera
decorazione.
Al primo piano, iniziato da una cornice marcapiano decorata, si
trova, in asse con il portale, il balcone con ringhiera in ferro battuto
artisticamente lavorata e porta-finestra bifora ad arco
a tutto sesto,
con cornice bugnata, colonnine e decorazione circolare al centro. La serie di
finestre presenti al primo piano riproduce lo stesso ordine architettonico della
porta-finestra del balcone con l'aggiunta di una decorazione affrescata nella
parte sottostante che riproduce il disegno delle ringhiere presenti nelle
balaustre dei balconi. Il prospetto, al livello del primo piano, è concluso da
un secondo balcone con soluzione ad angolo.
Il secondo piano, iniziato da una
cornice marcapiano lineare e più semplice della precedente, è caratterizzato
da una serie ritmica di finestre, che riproduce la stessa linea architettonica
di quelle del piano terra, e con la stessa decorazione presente nella parte
sottostante del davanzale delle aperture del primo piano. Il prospetto sulla via
Logoteta richiama gli stessi ordini architettonici e decorativi della facciata
principale con la presenza nella zoccolatura di base delle finestre,
architravate e chiuse da inferriate, del seminterrato. La parte sommitale
dell'edificio è conclusa da un cornicione in forte aggetto coperto da tegole in
cotto oltre il quale è nascosta la balaustra metallica del terrazzo.

Palazzo
Zani - Palazzo
Zani, noto come l'ex Palazzo del Genio Civile, oggi sede della Facoltà di
Giurisprudenza, prende il nome dall'ingegnere sammarinese Gino
Zani che
progettò questo e molti altri edifici della città durante l'ultima
ricostruzione.
Con
il suo imponente complesso architettonico, il palazzo occupa l'area delimitata
da via Dei Bianchi (via Miraglia), via Felice
Valentino,
il corso
Vittorio Emanuele III e
via Vitrioli. Su un lotto rettangolare, l'edificio progettato dallo Zani e
presentato alla Commissione Edilizia nel luglio del 1920,
è a due livelli più scantinato, e segue costantemente la linea di dislivello
dal Lungomare sino ad arrivare a via Dei Bianchi dove si presenta con un
comparto a maggiore altezza.
I
prospetti quasi uniformi, nelle soluzioni d'angolo presentano corpi lievemente
sporgenti, sul Lungomare un corpo centrale poco più alto e leggermente
sporgente, il piano terra è definito, per tutta la sua altezza, da un bugnato
con una serie di finestre ad arco con cornice chiave di volta allungata, negli
angoli ampie aperture con mensole che sostengono l'arco semicircolare ed un
timpano ornato, alla stessa maniera il prospetto su via Dei Bianchi ad eccezione
della definizione di accesso che offre un'ampia scalinata. Palazzo Zani, non
presenta - all'ingresso anteriore - rampe che consentano l'ingresso a persone in
sedia a rotelle. Invece, è possibile accedere alla Facoltà di Giurisprudenza
da via Vittorio Emanuele III al civico
119.
Al
piano superiore con ritmo regolare, interrotto da lesene, si distinguono ampie
aperture rettangolari con un fregio decorato, ai due estremi del corpo centrale
due finestre con mensolone che sorregge la cornice ed il frontone con timpano
decorato, il tutto sovrastato da un cornicione e da una balaustra in cemento
attorno al tetto a terrazzo.
Palazzo
Zani è stato di recente designato per ospitare la sede della facoltà di
Giurisprudenza dell'Università
degli Studi Mediterranea.
Palazzo
dei Tribunali - Il Palazzo
dei Tribunali è uno storico edificio posto nella parte alta del centro della
città. Il manufatto architettonico occupa l'isolato delimitato dalle vie
Girolamo Arcovito, Domenico Muratori e dalla piazza
Castello.
L'edificio, progettato dall'ingegnere Farinelli, venne iniziato nel 1915 e
completato nel 1926.
Attualmente il palazzo ospita gli uffici giudiziari della città e,
in particolare, vi si trovano la corte
di Assise e
la corte
di Appello.
L'edificio verrà presto sostituito dal nuovo palazzo di giustizia.
Il
palazzo costituisce una della quinte di piazza
Castello,
si presenta con uno stile prettamente neoclassico e
si segnala per la sua imponenza e le rientranze e sporgenze della facciata
principale che mettono in evidenza il corpo di fabbrica centrale caratterizzato
da alcune linee monumentali. Il terreno in pendio poneva problemi che furono
risolti mediante l'articolazione del Palazzo in più corpi: il corpo principale
collegato con le altre parti da ampi corridoi e la grandiosa architettura degli
esterni che contribuisce a dare un aspetto unitario e monumentale ad una
struttura pensata con finalità di razionale distribuzione degli uffici. Il
manufatto ha un impianto tipologico a doppia corte chiusa con copertura a terrazza e
due piani fuori terra.
Il fronte principale, di forma rettangolare e delimitato
verticalmente da lesene piatte
di ordine ionico poste agli spigoli, si eleva su un'ampia scalinata ad ordine
unico, con un gigantesco colonnato ionico che scandisce le aperture. Il portale
è costituito da tre grandi aperture architravate sovrastate da tre grandi
finestroni rettangolari tripartiti e chiusi da inferriate artisticamente
lavorate che ripetono le stesse linee decorative dei cancelli degli ingressi. Ai
suoi lati si susseguono due serie di finestre incorniciate e sormontate da un
decorato cornicione lineare in aggetto al di sopra del quale si trovano
decorazioni circolari incave. Il basamento in bugnato liscio
contiene le aperture del seminterrato. La parte sommitale del manufatto inizia
con una grandiosa trabeazione,
poco sviluppata nel rilievo ma molto alta, sopra la quale poggia la ricca
cornice di gronda e si conclude con un parapetto in
muratura che si innalza in corrispondenza dell'ingresso principale. Gli altri
prospetti, di altezza maggiore per il dislivello dell'isolato, ripetono le
stesse linee architettoniche del prospetto principale e risultano divisi
orizzontalmente da ricche cornici
marcapiano.

Palazzo
delle Finanze
- Architettonicamente
l'edificio è caratterizzato da canoni stilistici neorinascimentali con
influssi dell'architettura liberty attraverso
le decorazioni a motivi floreali. Ospita
gli uffici provinciali dell'Agenzia
delle Entrate.
Palazzo
delle Poste e Telegrafi - Rappresenta
una tra le migliori costruzioni neoclassiche della
città. L'edificio, maestosa costruzione, occupa l'intero isolato delimitato dal corso
Vittorio Emanuele III e
dalle vie Miraglia, Valentino e Foti.
Palazzo
della Banca d'Italia - Progettato
dall'Ing. B. Accolti Gil, posto in fregio al Corso
Garibaldi,
si presenta in architettura neoclassica.
Palazzo
del Banco di Napoli - Edificio
di gusto neoclassico,
fu costruito nel 1927 e si trova sulla via Miraglia.
Palazzo
del Monte dei Paschi di Siena
- In
stile liberty, si trova sulla via del Torrione, zona alta del centro
storico.
Albergo
Centralino - Edificio
in stile liberty, ha ospitato per un lungo periodo uno degli alberghi storici
della città. Attualmente
l'edificio è la sede degli uffici esattoriali.
Palazzo
ex hotel Miramare - Fino
a poco tempo fa ha ospitato l'omonimo hotel e attualmente è in disuso anche se
c'è un progetto dell'amministrazione comunale per la sua riconversione a sede
espositiva. Si presenta esternamente in stile architettonico neoclassico mentre
gli interni risentono delle influenze delle liberty. Il Palazzo Miramare è
stato dichiarato «bene di interesse particolarmente importante sul piano
storico-artistico» e sottoposto a procedimento per l'imposizione del vincolo di
tutela da parte della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria
poiché nell'area sono presenti resti archeologici riconducibili alla città
romana di Regium.
Palazzo
Istituto Tecnico Piria - Fu
progettato dall'architetto Camillo
Autore nel
1912 e venne completato dopo varie interruzioni nel 1919. L'edificio presenta un
corpo di fabbrica leggermente asimmetrico a forma di C con il cortile aperto su
via Piria. Il progetto originariamente pensato a due piani fuori terra venne poi
trasformato con l'inserimento di un piano seminterrato. I prospetti,
perfettamente simmetrici, sono caratterizzati dall'andamento costante delle
aperture, l'uso di decorazioni. Altra caratterizzazione è data dall'uso
dell'intonaco: dopo il primo livello del basamento di pietra artificiale
cementizia in finto travertino, attraverso una miscela di graniglia e pietra
cementizia, diventa bugnato per tutto il piano terra, e intonaco lisciato e
rigato per tutto il piano superiore. Le facciate semplici e uniformi presentano
nella parte finale una cornice ricca di decorazioni floreali, riprese anche
sugli architravi delle finestre impreziosendo l'immagine complessiva.
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