Forti
e
castelli,
Volta,
Grande
Accra,
Regione
centrale
e
occidentale
è
il
nome
collettivo
con
cui
è
stato
designato
un
insieme
di
fortificazioni
che
si
trovavano
lungo
la
Costa
d'Oro,
nell'odierno
Ghana,
in
epoca
coloniale.
Questi
edifici
vennero
costruiti
in
stile
occidentale
soprattutto
da
portoghesi,
olandesi
e
britannici.
Gli
edifici
sono
stati
costruiti
tra
il
1482
e
il
1786
sul
tratto
di
quella
che
in
epoca coloniale era
chiamata Costa
d'Oro e
che
comprende
la
costa
ghanese
dalle
località
di Keta ad
est
e Beyin a
ovest.
Questi
edifici
vennero
costruiti
in
stile occidentale soprattutto
da
portoghesi,
olandesi e britannici.
Nel 1979 diversi
fra
questi
edifici
(che,
come
esplicita
il
nome,
si
trovano
nelle
regioni
ghanesi
chiamate Volta, Grande
Accra, Regione
Occidentale e Regione
Centrale)
vennero
inseriti
nell'elenco
dei Patrimoni
dell'umanità dell'UNESCO e
in
particolare
si
tratta
di:
Tre
castelli
- Castello
di
Elmina,
Elmina
- Cape
Coast
Castle a Cape
Coast
- Castello
di
Christiansborg
a Osu
-
- Quindici
forti
- Fort
Goede
Hoop, Senya
Beraku
- Fort
Patience (Fort
Leysaemhyt), Apam
- Fort
Amsterdam,
Abandzi
- Fort
Coenraadsburg (St.
Jago),
Elmina
- Forte
San
Sebastian,
Shama
- Forte
Metal
Cross,
Dixcove
- Forte
Santo
Antonio,
Axim
- Fort
Orange,
Sekondi
- Fort
Groß
Friedrichsburg,
Princesstown
- William
(Faro),
Cape
Coast
- Fort
William,
Anomabu
- Fort
Victoria,
Cape
Coast
- Fort
Ussher,
Usshertown,
Accra
- Fort
James,
Jamestown,
- Accra
e
Apollonia,
Beyin
-
- Quattro
forti
in
rovina
- Forte
Amsterdam,
Abandze
- English
Fort
at
British
Komenda
- Fort
Batenstein,
Butre
- Fort
Prinzenstein,
Keta
-
- Quattro
rovine
con
resti
di
strutture
fortificate
- Fort
Nassau,
Mouri
- Fort
Fredensborg,
Old
Ningo
- Fort
Vredenburgh,
Komenda
- Fort
Vernon,
Prampram
e
Fort
Dorothea,
Akwida
-
- Due
siti
con
tracce
di
antiche
fortificazioni
- Fort
Frederiksborg,
Amanful
- Cape
Coast
e
Augustaborg,
Teshie,
Accra
Accra
sorse
nel
XIX
secolo
attorno
a
fortificazioni
di
epoca
precedente.
Nel
XVI
secolo,
infatti,
la
zona
ospitò
alcune
tribù
provenienti
dalla
Nigeria;
successi
vamente
Olandesi,
Danesi
e
Inglesi
vi
costruirono
dei
forti
per
tutelare
i
loro
commerci.
Le
rovine
dei
forti,
eretti
tra
il
1482
e
il
1786,
possono
essere
visti
lungo
la
costa
del
Ghana
tra
Keta
e
Beyin.
Nel
1850
e
nel
1871
gli
Inglesi
rilevarono
i
forti
danese
e
olandese
e
nel
1877
vi
trasferirono
la
sede
amministrativa
del
Governo
Coloniale
della
Costa
d'Oro,
prima
situata
a
Cape
Coast.
Da
modesto
centro
peschereccio
indigeno,
Accra
si
sviluppò
come
sede
dell'amministrazione
coloniale
e
come
maggior
centro
di
sbocco
marittimo
della
colonia,
registrando
negli
ultimi
cinquant'anni
un
notevole
incremento
demografico,
accentuatosi
con
l'indipendenza,
quando
divenne
capitale.

Castello
di
Elmina
Il Castello
di
Elmina (in portoghese: Castelo
de
São
Jorge
da
Mina)
è
uno
dei
circa
trenta
"castelli
degli
schiavi"
o
grandi
fortezze
commerciali
costruite
sulla Costa
d'Oro dell'Africa
occidentale,
lungo
il Golfo
di
Guinea,
dai
commercianti
europei.
È
il
più
antico
edificio
europeo
dell'Africa
subsahariana.
Intorno
al
XV
secolo,
le
popolazioni
stanziate
sulla
costa
dell'Africa
occidentale erano
presumibilmente
dei
Fante,
etnia
di
incerta
relazione
con
l'etnia Akan.
Erano
un
popolo
di
mercanti
e
minatori
che
commerciavano oro con
il Mediterraneo e
il Vicino
Oriente dal medioevo,
la
cui
origine
va
però
tracciata
nelle
foreste
che
occupano
le
terre
a
nord
della
costa.
Queste
popolazioni
erano
in
'popoli'
distinti
tra
loro
secondo
linee
di
parentela.
La
famiglia
era
estremamente
importante
nella
società
e
i
capifamiglia
erano
uniti
in
comunità
sotto
un'autorità
locale
riconosciuta.
Solo
lungo
la Costa
d'Oro esistevano
più
di
venti
stati-regno
indipendenti.
Elmina
si
trovava
tra
due
diversi
regni
Fante:
Fetu
e
Eguafo.
Gli
africani
occidentali
hanno
coltivato
antichi
legami
con
altre
parti
del
mondo.
Il
commercio
di
metalli
comuni,
le
forme
artistiche
iconiche
e
il
sistema
agricolo
rivelano
che
i
collegamenti
costieri
transahariani
e
regionali
prosperarono.
I
portoghesi
raggiunsero
per
la
prima
volta
quella
che
divenne
nota
come
la
Costa
d'Oro
nel 1471.
L'Infante Enrico
il
Navigatore aveva
avviato
l'esplorazione
della
costa
africana
nel 1418,
alla
ricerca
delle
favoleggiate
terre
piene
d'oro
e avorio,
d'una
rotta
meridionale
per
l'India che
permettesse
di
aggirare
il
mondo
islamico
stabilendo
un
commercio
diretto
con
l'Asia nonché
spinto
da
intenti
di
proselitismo
cristiano e
da
velleità crociate (gli
europei
vivevano
allora
nel
mito
del
regno
del Prete
Gianni il
cui
regno
di
trovava
da
qualche
parte
tra
l'Africa
e
l'Asia).
Per
tutte
queste
ragioni,
i
portoghesi
svilupparono
il
commercio
con
la Guinea.
Fecero
progressi
graduali
lungo
la
costa
africana,
raggiungendo
ogni
viaggio
un
punto
più
lontano
del
precedente.
Morto
Enrico
il
Navigatore
(1460),
a
causa
dei
primi
magri
ritorni
delle
esplorazioni
africane,
i
reali
portoghesi
avevano
perso
interesse
per
le
stesse.
Nel 1469 pertanto, Alfonso
V "l'Africano",
concesse
il
monopolio
del
commercio
in
una
parte
del
Golfo
di
Guinea
a Fernão
Gomes al
costo
di
200.000 real l'anno
e
a
patto
che
esplorasse
100
leghe
(480
km)
di
costa
ogni
anno
per
cinque
anni. Gomes
impiegò
gli
esploratori João
de
Santarém,
Pedro
Escobar, Lopo
Gonçalves,
Fernão
do
Pó e Pedro
da
Sintra,
andando
ben
oltre
quanto
richiestogli:
sotto
il
suo
patrocinio,
i
portoghesi
attraversarono
l'Equatore
entrando
nell'emisfero
australe e
trovarono
le
isole
del
Golfo
di
Guinea,
tra
cui São
Tomé
e
Príncipe. Nel 1471,
gli
esploratori
di
Gomes
raggiunsero
Elmina
e
vi
scoprirono
un
fiorente
commercio
d'oro
via
terra
tra
i
nativi
e
i
commercianti arabi e berberi di
passaggio.
Gomes
stabilì
lì
il
proprio
avamposto
commerciale
(feitoria)
che
divenne
noto
come
"A
Mina".

Il
commercio
tra
Elmina
e
il
Portogallo
crebbe
durante
il
decennio
successivo
all'istituzione
della feitoria. Nel 1481,
il
neo
incoronato
Giovanni
II
del
Portogallo decise
di
costruire
un forte sulla
costa
per
garantire
la
protezione
della feitoria (opportunamente
trasformata
in
un'azienda
della
Corona)
per
proteggere
il
commercio
dell'oro
ghanese
che
fu
presto
assorbito
come
monopolio
reale.
Re
Giovanni
inviò
tutto
il
materiale
necessario
per
costruire
il
forte
su
dieci caravelle e
due
navi
da
trasporto.
I
materiali,
che
comprendevano
di
tutto,
dalle
pesanti
pietre
di
fondazione
alle
tegole,
furono
inviate,
in
forma
premontata,
insieme
alle
provviste
per
seicento
uomini.
Al
comando
di
Diogo
de
Azambuja (1432–1518),
la
flotta
salpò
il
12
dicembre
1481
e
giunse
ad
Elmina,
in
un
villaggio
detto
"Delle
Due
Parti", poco
più
di
un
mese
dopo,
il
19
gennaio
1482.
Secondo
alcuni
storici, Cristoforo
Colombo avrebbe
fatto
parte
di
questi
equipaggi.
All'arrivo,
Azambuja
incaricò
un
commerciante
portoghese
che
aveva
vissuto
a
Elmina
d'organizzare
un
incontro
con
il
capo
locale,
Kwamin
Ansah
(pt.
"Caramansa").
Azambuja
raccontò
al
capo
i
grandi
vantaggi
nella
costruzione
di
un
forte,
inclusa
la
"protezione
del
potentissimo
re
del
Portogallo".
Durante
l'incontro,
Azambuja
e
Kwamin
Ansah
furono
coinvolti
in
un
grande
rituale
di
pace
che
ha
incluso
una
festa,
musicisti
e
molti
partecipanti,
sia
portoghesi
sia
nativi. Kwamin
Ansah,
pur
accettando
la
proposta
di
Azambuja
come
aveva
già
fatto
con
i
portoghesi
giunti
prima
di
lui,
era
diffidente
nei
confronti
di
un
insediamento
permanente
europeo.
Tuttavia,
con
piani
fermi
già
in
atto,
i
portoghesi
non
si
sarebbero
lasciati
scoraggiare.
Dopo
aver
offerto
doni,
fatto
promesse
e
accennato
alle
conseguenze
del
mancato
rispetto
degli
accordi,
i
portoghesi
hanno
raggiunto
un
accordo
con
il
riluttante
Kwamin
Ansah.
Quando,
la
mattina
dopo,
iniziò
la
costruzione
del
forte,
la
riluttanza
del
capo
indigeno
si
dimostrò
fondata.
Per
costruire
il
forte
nella
posizione
più
difendibile
della
penisola,
i
portoghesi
dovettero
demolire
le
case
di
alcuni
abitanti
del
villaggio
che
acconsentirono
solo
dopo
essere
stati
risarciti.
I
portoghesi
cercarono
anche
di
estrarre
una
roccia
vicina
che
gli
abitanti
di
Elmina, animisti,
credevano
fosse
la
dimora
del
dio
del
fiume
Benya.
Prima
delle
demolizioni,
Azambuja
aveva
inviato
un
membro
dell'equipaggio,
João
Bernaldes,
con
doni
per
il
capo
Kwamin
Ansah
e
i
suoi
compaesani:
bacinelle
d'ottone,
scialli
e
altra
paccottiglia
che
sperava
gli
cattivassero
la
benevolenza
degli
indigeni
mentre
demoliva
le
loro
case
e
le
loro
rocce
sacre.
Bernaldes
consegnò
però
i
doni
solo
'dopo'
l'avvio
dei
lavori,
quando
cioè
gli
indigeni
erano
ormai
furenti
per
aver
assistito
alla
demolizione
senza
preavviso
o
risarcimento. I
Fante
insorsero,
uccidendo
diversi
portoghesi,
finché
si
raggiunse
una
nuova
intesa
ma
la
continua
opposizione
spinse
i
lusitani
a
bruciare
il
villaggio
indigeno
per
rappresaglia.
Pur
in
quest'atmosfera
tesa,
il
primo
piano
della
torre
fu
completato
dopo
soli
venti
giorni,
come
risultato
dell'aver
portato
materiali
prefabbricati.
Il
resto
del
forte
e
una
chiesa
annessa
furono
completati
poco
dopo,
nonostante
la
resistenza.

Il Castelo
de
São
Jorge
da
Mina fu
il
primo
edificio
prefabbricato
europeo
dell'Africa
subsahariana.
Al
suo
completamento,
Elmina
si
costituì
come
una
vera
e
propria
città.
Azambuja
fu
nominato
governatore
e
Re
Giovanni
II
gli
garantì
il
titolo
di
"Signore
di
Guinea",
carica
che
mantenne
fino
al 1484,
quando
tornò
a Lisbona.
I
successivi
castellani
furono
tutti
illustri
elementi
del
Regno,
nominati
per
periodi
di
tre
anni.
Il
fortino
accentrò
ben
presto
l'importanza
militare
ed
economica
che
in
precedenza
era
stata
detenuta
dalla feitoria dell'isola
di
Arguim,
al
confine
meridionale
della Mauritania,
la
prima feitoria fondata
dai
lusitani
durante
le
loro
esplorazioni.
Il
'Signore
di
Guinea'
aveva
pertanto
vasti
poteri
concessigli
dalla
Corona,
pur
soggetti
a
un
rigido regimento,
per
frenare
il
contrabbando
di
oro
o
altre
pratiche
illecite,
e
la
loro
autorità
si
estese
agli
altri
avamposti
successivamente
fondati
lungo
la
costa: Forte
Santo
Antonio (1515),
il
Castello
di
Osu, Forte
San
Sebastian (ca.
1525),
ecc.
All'apice
del
commercio
dell'oro,
all'inizio
del XVI
secolo,
dalla
Costa
dell'Oro
venivano
esportate
annualmente
24.000 once d'oro,
pari
a
un
decimo
dell'offerta
mondiale
complessiva.
In
quel
periodo,
divennero
frequenti
gli
attacchi
dei
corsari
francesi
alle
navi
portoghesi
di
ritorno
da
Elmina,
oltre
che
dall'India
e
dal
Brasile.
Lo
stesso
valeva
per
i Sea
Dogs del Regno
d'Inghilterra con
la
quale
fu
firmato
un
trattato
nel 1570.
Quando
però
l'Unione
iberica operata
da Filippo
II
di
Spagna riunì
sotto
un
unico
scettro
Spagna
e
Portogallo,
le
rotte
e
le
feitoria lusitane
tornarono
ad
essere
bersaglio
delle
scorrerie
inglesi.
L'avvio
della Guerra
degli
ottant'anni tra
l'Impero
spagnolo e
le
Province
Unite d'Olanda
scatenò
inoltre
contro
l'impero
coloniale
portoghese un
nuovo
pericoloso
nemico:
la Compagnia
olandese
delle
Indie
occidentali.
Nel 1596,
gli
olandesi
fecero
un
primo
tentativo
infruttuoso
di
conquistare
il
castello.
Il
colpo
riuscì
nel 1637,
quando
ormai
il Castelo
de
São
Jorge era
presidiato
da
solo
quaranta
soldati,
malati
e
male
armati,
dopo
di
che
Elmina
divenne
la
capitale
della
Costa
d'Oro
olandese.
Durante
il
periodo
del
controllo
olandese,
su
una
collina
vicina
fu
costruita
una
nuova
fortezza
più
piccola
per
proteggere São
Jorge dagli
attacchi
dell'entroterra: Fort
Coenraadsburg.
Gli
olandesi
continuarono
la tratta
triangolare
atlantica
degli
schiavi fino
al 1814,
quando
abolirono
la
tratta
degli
schiavi,
ai
sensi
del
trattato
anglo-olandese
sulla
tratta
degli
schiavi.
Nel 1872,
gli inglesi conquistarono
il
territorio
olandese
e
il
forte
in
base
ai
trattati
anglo-olandesi
di
Sumatra
del 1871.
Il Castelo
de
São
Jorge
da
Mina,
primo
esempio
di
presenza
permanente
dei
portoghesi
(degli
europei
in
senso
lato)
in
Africa
occidentale,
ebbe
un
effetto
profondo
sugli
indigeni
della
costa.
Su
sollecitazione
portoghese,
Elmina
si
dichiarò
uno
stato
indipendente
il
cui
governatore
prese
poi
il
controllo
degli
affari
della
città.
Al
popolo
di
Elmina
fu
offerta
protezione
portoghese
contro
gli
attacchi
delle
vicine
tribù
costiere,
con
le
quali
i
portoghesi
avevano
rapporti
molto
meno
cordiali
(anche
se
erano
amichevoli
con
le
potenti
nazioni
commerciali
dell'interno
africano).
Se
qualche
locale
tentava
di
commerciare
con
una
nazione
diversa
dal
Portogallo,
i
lusitani
reagivano
con
brutalità,
spesso
formando
alleanze
con
i
nemici
della
nazione
traditrice.
L'ostilità
tra
i
gruppi
aumentò
e
l'organizzazione
tradizionale
delle
società
indigene
soffrì,
soprattutto
dopo
che
i
portoghesi
introdussero
le armi
da
fuoco il
cui
impatto
sulla storia
militare
dell'Africa
cominciò
appunto
in
questo
periodo.
Il
commercio
con
gli
europei
contribuì
a
rendere
alcuni
beni,
come
tessuti
e
perline,
più
disponibili
per
le
popolazioni
costiere,
ma
il
coinvolgimento
europeo
interruppe
le
tradizionali
rotte
commerciali
tra
le
popolazioni
costiere
e
le
popolazioni
dell'entroterra
eliminando
gli
intermediari
locali.
Mercanti
di
altre
tribù,
popoli
ed
etnie
gonfiarono
la
popolazione
di
Elmina,
attirati
dalla
possibilità
di
commerciare
con
i
portoghesi
che
gradualmente
stabilirono
un
loro
monopolio
sui
commerci
dell'Africa
occidentale.
Fin
dall'inizio,
le
autorità
portoghesi
decisero
che São
Jorge
da
Mina non
si
sarebbe
impegnato
direttamente
nella
tratta
degli
schiavi,
poiché
non
desideravano
interrompere
l'estrazione
dell'oro
e
le
rotte
commerciali
del
suo
entroterra
con
le
guerre
necessarie
per
catturare
le
persone
libere
e
schiavizzarle.
I
portoghesi
si
limitarono
a
farne
il
punto
di
trasbordo,
su
cui
convergevano
le
spedizioni
di
prigionieri
dalla Costa
degli
Schiavi (Benin)
e
São
Tomé.
Nel XVII
secolo,
la
maggior
parte
del
commercio
nell'Africa
occidentale
si
concentrava
sulla
vendita
di
schiavi
e São
Jorge
da
Mina svolse
un
ruolo
significativo
nella
tratta
degli
schiavi
dell'Africa
occidentale.
Il
castello
fungeva
da
deposito
dove
venivano
portati
schiavi
africani
da
diversi
regni
dell'Africa
occidentale.
Gli
africani,
spesso
catturati
nell'entroterra
dai
cacciatori
di
schiavi
delle
popolazioni
costiere,
furono
venduti
ai
portoghesi
e
successivamente
ai
commercianti
olandesi
in
cambio
di
beni
come
tessuti
e cavalli.
Il
castello
è
stato
ampiamente
restaurato
dal
governo
del
Ghana
negli anni
'90 e
i
lavori
proseguono:
Il
restauro
del
ponte
che
porta
al
castello
è
stato
uno
dei
compiti
prioritari
del
progetto.
Ad
agosto 2006,
la
ristrutturazione
del
ponte
è
stata
completata
e
la
costruzione
delle
terrazze
superiori
continua.
Oggi
l'economia
di
Elmina
è
sostenuta
dal
turismo
e
dalla
pesca.
Il
castello
è
utilizzato
come
museo
nazionale
del
Ghana
e
il
monumento
è
stato
designato
come
sito
del patrimonio
mondiale dall'UNESCO nel 1979.
È
un
luogo
di
pellegrinaggio
per
molti afroamericani che
cercano
di
connettersi
con
le
loro
perdute
origini. Nel
2006,
il
"Progetto
Zamani"
ha
documentato
il
Castello
di
Elmina
con
la
scansione
laser
3D
terrestre. Il
modello
3D,
un
giro
panoramico,
prospetti,
sezioni
e
piante
del
Castello
di
Elmina
sono
disponibili
sul
sito
del
progetto.
Il
gruppo
di
ricerca
senza
scopo
di
lucro
è
specializzato
nella
documentazione
digitale
3D
del
patrimonio
culturale
tangibile.
I
dati
generati
dal
Progetto
Zamani
creano
un
registro
permanente
che
può
essere
utilizzato
per
la
ricerca,
l'istruzione,
il
restauro
e
la
conservazione.
Pag.
2
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